Pomeriggio d'estate
di
alessia tv
genere
trans
Un pomeriggio d’estate sentivo una voglia dentro che non mi faceva rilassare. La voglia aumentava ogni minuto e il fatto di spulciare foto di trans su internet faceva aumentare il desiderio dentro di me. Il mio culetto reclamava qualcosa di duro e grosso e lo sfintere pulsava come una vulva che si ingrossa nel momento dell’eccitazione per l’afflusso di sangue e ad ogni tocco i gemiti uscivano dalle mie labbra; ma non volevo masturbarmi con le dita…………proprio no, volevo un membro vero e reale. Finalmente appare un annuncio di una stangona trans molto femminile e con un arnese con misure eccezionali. Pensai che fossero foto ritoccate ma il sorriso attirò la mia attenzione e la chiamai per un appuntamento.
Fatte le mie pulizie del caso (una lavanda per pulirmi totalmente) mi profumai come una puttanella che va al suo primo incontro e iniziai ad indossare le calze velate con reggicalze, un perizoma merlettato e un reggiseno.
Indossai sempre la solita tuta facilmente da togliere e presi la strada per raggiungerla. Giunto sulla via, suonai al citofono e una voce mi dice di salire al terzo piano; sull’ascensore sento che anche il mio cazzo inizia ad ingrossarsi cercando di immaginare la sublime creatura che avrei trovato in quell’appartamento. Arrivato sul pianerottolo vedo la porta che si apre e mi infilo dentro.
Un esplosione di profumi mi inebriò la testa e quando la porta si chiuse dietro una mirabile donna si stagliò di fronte a me. Le foto non le rendevano giustizia perché dal vivo il suo corpo la faceva sembrava davvero una donna. Alta almeno un metro e ottanta con un seno misura quarta almeno; capelli biondi corti e un sorriso ammaliante; la voce dolce mi invita a seguirla nell’altra stanza e sculettando fa strada. Indossava un perizoma verde con pizzo e sopra una vestaglia da notte trasparente; solo il seno era libero di svettare fuori nella sua bellezza.
Ma ancora più forte era la mia curiosità nell’aver visto le foto che mostravano il suo membro e non vedevo l’ora di vederlo dal vivo e toccarlo. Appena in stanza da letto lei si gira e, avvicinatosi a me, mi inizia a baciare con la lingua; inizia a frugarmi dentro con avidità e mi invita a spogliarmi. Io accaldato inizio a togliere tutto e lei nel frattempo si sdraia sul letto togliendosi la vestaglia e il perizoma mettendosi di lato mostrando i suoi fianchi bianchi.
Sentivo un po’ di vergogna anche perché sei sempre con una persona che non conosci e la prima volta è sempre imbarazzante; mi corico al suo fianco e inizio a baciarla sul collo mentre nel frattempo aveva iniziato a toccarsi. Lei sorrise nel vedermi con la lingerie addosso e i suoi occhi iniziarono a luccicare per la sorpresa e anche per il piacere di scopare un sexy travestito.
Con le mani la palpo tutta e con lo sguardo cerco di saziare la mia curiosità allungando anche il collo per vedere cosa aveva in mezzo alle gambe. Lei, accortasi dei miei movimenti, si gira per mostrarsi nella sua bellezza e nudità e tirando verso di me il suo cazzo.
Gli occhi si aprirono a dismisura nel vedere quella proboscide ancora moscia tra le sue mani e iniziai a pensare che avrei sudato parecchio per smorzare un candelotto di quelle dimensioni. Pensavo anche al mio povero buchetto che da lì a poco sarebbe stato aperto da quel palo enorme; pensai sui 24 cm ma sicuramente largo come una bomboletta di schiuma da barba.
Mi invitò a prenderlo in bocca per assaporare il gusto e farglielo rizzare dato che da sola non gli piaceva farlo. Spalancai la bocca ma era difficile farlo entrare e i denti le rigavano il cazzo; iniziò a spingere ma sentivo che cresceva ancora di più e i sensi di vomito si facevano frequenti ad ogni pressione. Chissà dietro come avrei fatto. Ormai era dritto come un pennone e dopo una ventina di minuti lei si muoveva scopandomi la bocca e sussurrandomi che ero bravo a pompe dato che era diventato come il marmo.
Ad un tratto mi disse che mi voleva scopare da troietta e, ordinandomi di girarmi a pancia in giù con le gambe allargate, mi consigliò di rilassarmi perché sapeva che era enorme. Mi iniziò a lubrificare con le dita e spingendo prima uno e poi due aprendoli e facendoli roteare per saggiare il mio orifizio cercò di rilassarmi. Nel frattempo mi diceva che ero una troietta, una puttanella bisognosa di coccole e di cazzo e che mi sarei divertita a sentire quel bastone dentro. Ogni tanto mi baciava il collo e le orecchie continuando ad allargarmi con le dita.
A quel punto lei disse che ero pronta e dopo alcuni secondi iniziai a sentire che lo puntava dritto sul culetto e iniziava a pressare sullo sfintere cercando di farsi strada. Io iniziavo a mugolare e godere sotto quella pressione e cercavo, con tutta la mia esperienza, di inarcare i glutei rilassando i muscoli facilitando la penetrazione.
Poi quando la pressione si fece ancora più forte iniziai a gridare e a dimenarmi pregandola di fermarsi perché iniziavo a sentire dolore. Era troppo grosso ed era da tanto tempo che non ricevevo un bastone dentro. Lei premendo con le dita sui glutei continuò senza ascoltarmi.
Iniziai a lamentarmi per il dolore sentendo che lo sfintere stava x lacerarsi ma il glande era già dentro e lei non smetteva affatto anzi, al contrario, continuava a pompare avanti e indietro per fare abituare il mio culetto. Avevo le lacrime ed ero bloccato sotto il suo peso e sotto quell’ariete di carne che mi deflorava.
“Stai ferma troietta” esclamò “che ormai sei allargata… solo che deve passare il bruciore ma è dentro per metà e ora inizia la festa”.
Immaginavo quando si spacca una mela a metà e il rumore classico che fa: ecco io ero come la mela e mi sentivo divisa in due da quel bastone di carne che si faceva strada dentro di me e ad ogni pompata penetrava sempre più giù fino all’intestino. Sentivo i suoi colpi e mi eccitavo quando lo tirava fuori per tutta la sua lunghezza e poi lo infilava fino alla radice: si ora avevo dentro circa 24 cm di carne dentro che mi allargavano e riscaldavano le pareti del culo ad ogni movimento. Iniziai a gemere e il dolore lasciò spazio al piacere.
“Sei una troia molto calda e vedo che ti piace essere aperto” mi sussurrò all’orecchio. “Non avevo mai visto una trav che lo prende così bene come te e che geme come una cagnetta in calore”, continuò.
I colpi ora si facevano più forti e io ad ogni movimento gridavo soffiando con la bocca verso fuori stantuffando a risposta della pressione dentro il culo. Stringevo le lenzuola e con gli occhi chiusi sentivo solo il fuoco dentro che mi prendeva anche la testa; non capivo più nulla e la incitavo a spingere ancora di più.
Ad un tratto il mio cazzo viene sulle lenzuola perché strusciava sotto e lei, poco dopo, tirandolo fuori si svuotò tra il collo e la guancia. Sentivo quel caldo liquido che mi colava dietro raggiungendo pure le labbra e la bocca dato che avevo la testa piegata di lato. Caldo e succoso lo ingoiai e lo leccai.
Mi porse allora il suo cazzo dicendomi di pulirlo con la lingua infilandolo dentro la bocca; un sapore dolce e inebriante e un tronchetto che inizia ad ammoscirsi dentro di me.
Ci guardiamo negli occhi e ridiamo entrambi per l’oretta trascorsa insieme rimanendo sul letto. Lei mi sussurrò che gli era piaciuto molto e che la prossima volta mi avrebbe fatto indossare oltre alla lingerie femminile anche degli abitini e sarei potuta rimanere con lei tutta la giornata e anche la notte sperché gli piaceva scopare una travesta ed essere scopata da una travesta.
Ma questa è un’altra storia. Un baciotto Alessia
Fatte le mie pulizie del caso (una lavanda per pulirmi totalmente) mi profumai come una puttanella che va al suo primo incontro e iniziai ad indossare le calze velate con reggicalze, un perizoma merlettato e un reggiseno.
Indossai sempre la solita tuta facilmente da togliere e presi la strada per raggiungerla. Giunto sulla via, suonai al citofono e una voce mi dice di salire al terzo piano; sull’ascensore sento che anche il mio cazzo inizia ad ingrossarsi cercando di immaginare la sublime creatura che avrei trovato in quell’appartamento. Arrivato sul pianerottolo vedo la porta che si apre e mi infilo dentro.
Un esplosione di profumi mi inebriò la testa e quando la porta si chiuse dietro una mirabile donna si stagliò di fronte a me. Le foto non le rendevano giustizia perché dal vivo il suo corpo la faceva sembrava davvero una donna. Alta almeno un metro e ottanta con un seno misura quarta almeno; capelli biondi corti e un sorriso ammaliante; la voce dolce mi invita a seguirla nell’altra stanza e sculettando fa strada. Indossava un perizoma verde con pizzo e sopra una vestaglia da notte trasparente; solo il seno era libero di svettare fuori nella sua bellezza.
Ma ancora più forte era la mia curiosità nell’aver visto le foto che mostravano il suo membro e non vedevo l’ora di vederlo dal vivo e toccarlo. Appena in stanza da letto lei si gira e, avvicinatosi a me, mi inizia a baciare con la lingua; inizia a frugarmi dentro con avidità e mi invita a spogliarmi. Io accaldato inizio a togliere tutto e lei nel frattempo si sdraia sul letto togliendosi la vestaglia e il perizoma mettendosi di lato mostrando i suoi fianchi bianchi.
Sentivo un po’ di vergogna anche perché sei sempre con una persona che non conosci e la prima volta è sempre imbarazzante; mi corico al suo fianco e inizio a baciarla sul collo mentre nel frattempo aveva iniziato a toccarsi. Lei sorrise nel vedermi con la lingerie addosso e i suoi occhi iniziarono a luccicare per la sorpresa e anche per il piacere di scopare un sexy travestito.
Con le mani la palpo tutta e con lo sguardo cerco di saziare la mia curiosità allungando anche il collo per vedere cosa aveva in mezzo alle gambe. Lei, accortasi dei miei movimenti, si gira per mostrarsi nella sua bellezza e nudità e tirando verso di me il suo cazzo.
Gli occhi si aprirono a dismisura nel vedere quella proboscide ancora moscia tra le sue mani e iniziai a pensare che avrei sudato parecchio per smorzare un candelotto di quelle dimensioni. Pensavo anche al mio povero buchetto che da lì a poco sarebbe stato aperto da quel palo enorme; pensai sui 24 cm ma sicuramente largo come una bomboletta di schiuma da barba.
Mi invitò a prenderlo in bocca per assaporare il gusto e farglielo rizzare dato che da sola non gli piaceva farlo. Spalancai la bocca ma era difficile farlo entrare e i denti le rigavano il cazzo; iniziò a spingere ma sentivo che cresceva ancora di più e i sensi di vomito si facevano frequenti ad ogni pressione. Chissà dietro come avrei fatto. Ormai era dritto come un pennone e dopo una ventina di minuti lei si muoveva scopandomi la bocca e sussurrandomi che ero bravo a pompe dato che era diventato come il marmo.
Ad un tratto mi disse che mi voleva scopare da troietta e, ordinandomi di girarmi a pancia in giù con le gambe allargate, mi consigliò di rilassarmi perché sapeva che era enorme. Mi iniziò a lubrificare con le dita e spingendo prima uno e poi due aprendoli e facendoli roteare per saggiare il mio orifizio cercò di rilassarmi. Nel frattempo mi diceva che ero una troietta, una puttanella bisognosa di coccole e di cazzo e che mi sarei divertita a sentire quel bastone dentro. Ogni tanto mi baciava il collo e le orecchie continuando ad allargarmi con le dita.
A quel punto lei disse che ero pronta e dopo alcuni secondi iniziai a sentire che lo puntava dritto sul culetto e iniziava a pressare sullo sfintere cercando di farsi strada. Io iniziavo a mugolare e godere sotto quella pressione e cercavo, con tutta la mia esperienza, di inarcare i glutei rilassando i muscoli facilitando la penetrazione.
Poi quando la pressione si fece ancora più forte iniziai a gridare e a dimenarmi pregandola di fermarsi perché iniziavo a sentire dolore. Era troppo grosso ed era da tanto tempo che non ricevevo un bastone dentro. Lei premendo con le dita sui glutei continuò senza ascoltarmi.
Iniziai a lamentarmi per il dolore sentendo che lo sfintere stava x lacerarsi ma il glande era già dentro e lei non smetteva affatto anzi, al contrario, continuava a pompare avanti e indietro per fare abituare il mio culetto. Avevo le lacrime ed ero bloccato sotto il suo peso e sotto quell’ariete di carne che mi deflorava.
“Stai ferma troietta” esclamò “che ormai sei allargata… solo che deve passare il bruciore ma è dentro per metà e ora inizia la festa”.
Immaginavo quando si spacca una mela a metà e il rumore classico che fa: ecco io ero come la mela e mi sentivo divisa in due da quel bastone di carne che si faceva strada dentro di me e ad ogni pompata penetrava sempre più giù fino all’intestino. Sentivo i suoi colpi e mi eccitavo quando lo tirava fuori per tutta la sua lunghezza e poi lo infilava fino alla radice: si ora avevo dentro circa 24 cm di carne dentro che mi allargavano e riscaldavano le pareti del culo ad ogni movimento. Iniziai a gemere e il dolore lasciò spazio al piacere.
“Sei una troia molto calda e vedo che ti piace essere aperto” mi sussurrò all’orecchio. “Non avevo mai visto una trav che lo prende così bene come te e che geme come una cagnetta in calore”, continuò.
I colpi ora si facevano più forti e io ad ogni movimento gridavo soffiando con la bocca verso fuori stantuffando a risposta della pressione dentro il culo. Stringevo le lenzuola e con gli occhi chiusi sentivo solo il fuoco dentro che mi prendeva anche la testa; non capivo più nulla e la incitavo a spingere ancora di più.
Ad un tratto il mio cazzo viene sulle lenzuola perché strusciava sotto e lei, poco dopo, tirandolo fuori si svuotò tra il collo e la guancia. Sentivo quel caldo liquido che mi colava dietro raggiungendo pure le labbra e la bocca dato che avevo la testa piegata di lato. Caldo e succoso lo ingoiai e lo leccai.
Mi porse allora il suo cazzo dicendomi di pulirlo con la lingua infilandolo dentro la bocca; un sapore dolce e inebriante e un tronchetto che inizia ad ammoscirsi dentro di me.
Ci guardiamo negli occhi e ridiamo entrambi per l’oretta trascorsa insieme rimanendo sul letto. Lei mi sussurrò che gli era piaciuto molto e che la prossima volta mi avrebbe fatto indossare oltre alla lingerie femminile anche degli abitini e sarei potuta rimanere con lei tutta la giornata e anche la notte sperché gli piaceva scopare una travesta ed essere scopata da una travesta.
Ma questa è un’altra storia. Un baciotto Alessia
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