Solo una fantasia
di
Bad soldier
genere
incesti
Premetto che questo racconto si basa su avvenimenti che mi sono davvero accaduti.
Era circa il mese di giugno quando tutto iniziò: l'estate si affacciava alle porte,il calore ti riscaldava la pelle,nell'aria c'era già odore di magia e di avventure estive. Si capiva dalle facce estasiate che i ragazzi e le ragazze avevano attorno a lei; solo lei non poteva essere felice come lo erano loro. Perché per lei proprio all'inizio dell'estate era cominciato il periodo più buio della sua esistenza. Nessuno avrebbe potuto confortarla o aiutarla ad uscire fuori dal baratro in cui era caduta,in cui era stata spinta dalla persona che aveva amato,con cui aveva condiviso la vita in quegli ultimi sei anni. Era caduta in un pozzo profondo,nella depressione più totale; se non fosse stato per sua cugina,che ogni giorno le telefonava o la invitava a casa sua per distrarla,V. Non avrebbe saputo davvero che fine avrebbe fatto. Più che cugina,lei definiva F. la sua migliore amica,dato che era l'unica con cui si era sempre confidata e trovato una spalla su cui piangere. Sua cugina aveva un fratello,di dieci anni più grande di V: solitario,single anche lui,passava intere giornate davanti ai videogiochi. Con capelli biondo scuro e occhi azzurri era davvero un bell'uomo,solo che lei,presa com'era da suo dolore, nemmeno ci faceva caso. Scambiavano poche parole,solo a tavola durante il pranzo, dopodiché lui ritornava nel suo mondo privato mentre lei si ritirava nel suo. Fu solo col passare del tempo che le cose cambiarono: V. iniziò a notare che lui ogni tanto giocava seduto sul divano senza camicia per via del caldo. I suoi occhi si abbassavano sul suo petto per cinque secondi, sufficienti per farle provare una strana sensazione. Dal canto suo,lui sembrava non accorgersene o semplicemente non gli importava; eppure ci fu una volta in cui lei aveva indossato una maglietta a spalline da cui si intravedeva un po' lo spacco del seno,e per un attimo poté giurare di aver visto P. soffermare lo sguardo proprio su quel punto. Tuttavia pensó poi di essersi sbagliata,e cercò con tutta se stessa di non pensare più a quel particolare che trovava,suo malgrado,eccitante. Certo,tutti noi abbiamo quel cugino o quella cugina su cui ci capita di avere delle fantasie erotiche di tanto in tanto,ma a lei la cosa la metteva a disagio. Così iniziò a sentirsi agitata se lui entrava nella stessa stanza dove c'erano lei e F., oppure (e qui le cose peggioravano) quando erano seduti a tavola,sempre vicini. In quei momenti aveva talmente i nervi a fior di pelle da desiderare subito che finissero tutti di mangiare,in modo da alzarsi e andare via; al tempo stesso però voleva che il pranzo non finisse altrettanto velocemente,e non capiva il motivo. Fu così che l'estate finí, arrivò settembre; dopo una breve pausa per le vacanze, V ed F continuarono a vedersi a casa di quest'ultima,e fu in quel momento che le cose ebbero una svolta; mentre le due ragazze erano impegnate a preparare un dolce in cucina, ecco che lui entra dalla porta d'ingresso. Il cuore di V. Ebbe un balzo nel vedere che P. aveva tagliato i capelli: sembrava molto più giovane e soprattutto più bello di prima. Ormai sapeva di essere attratta da lui ma non si confidò con F. per timore e per vergogna. Entrato dalla porta le rivolse a stento un saluto,il solito atteggiamento chiuso nei suoi confronti. Dopo alcuni mesi F. la invitó a restare a dormire da lei: inizialmente V. non accettò,ma la cugina insistè così tanto che alla fine dovette cedere. Si sentiva strana ed eccitata al pensiero che avrebbe dormito nella stanza accanto a quella di lui,tanto che per lungo tempo non riuscí a prendere sonno. Si rigirava nel letto senza trovare pace,nella sua mente si susseguivano delle scene sensuali fra lui e lei: immaginava loro due insieme nel suo letto,con lui che la penetrava e le chiudeva la bocca per impedirle di urlare, altrimenti avrebbe svegliato gli altri ...
Improvvisamente si trova nel corridoio,e da lì in bagno; sta per sedersi sulla tazza e fare pipì, quando si accorge che P. é nella sua stessa stanza,sotto la doccia. Come aveva fatto a non accorgersi che c' era un'altra persona li dentro? Suito si alza e da per andarsene,ma lui la blocca sulla porta sussurrandole di rimanere con lei. "Vieni" sussurra piano,",vieni qui..."
A quel punto V. si sveglia in preda alla confusione e capisce che è stato solo un sogno. È mattina presto,lo sente trafficare giù in cucina per prepararsi un caffè prima di andare a lavoro. Dunque non era successo assolutamente nulla, pensò amareggiata; le sue erano solo fantasie destinate a rimanere tali...
Era circa il mese di giugno quando tutto iniziò: l'estate si affacciava alle porte,il calore ti riscaldava la pelle,nell'aria c'era già odore di magia e di avventure estive. Si capiva dalle facce estasiate che i ragazzi e le ragazze avevano attorno a lei; solo lei non poteva essere felice come lo erano loro. Perché per lei proprio all'inizio dell'estate era cominciato il periodo più buio della sua esistenza. Nessuno avrebbe potuto confortarla o aiutarla ad uscire fuori dal baratro in cui era caduta,in cui era stata spinta dalla persona che aveva amato,con cui aveva condiviso la vita in quegli ultimi sei anni. Era caduta in un pozzo profondo,nella depressione più totale; se non fosse stato per sua cugina,che ogni giorno le telefonava o la invitava a casa sua per distrarla,V. Non avrebbe saputo davvero che fine avrebbe fatto. Più che cugina,lei definiva F. la sua migliore amica,dato che era l'unica con cui si era sempre confidata e trovato una spalla su cui piangere. Sua cugina aveva un fratello,di dieci anni più grande di V: solitario,single anche lui,passava intere giornate davanti ai videogiochi. Con capelli biondo scuro e occhi azzurri era davvero un bell'uomo,solo che lei,presa com'era da suo dolore, nemmeno ci faceva caso. Scambiavano poche parole,solo a tavola durante il pranzo, dopodiché lui ritornava nel suo mondo privato mentre lei si ritirava nel suo. Fu solo col passare del tempo che le cose cambiarono: V. iniziò a notare che lui ogni tanto giocava seduto sul divano senza camicia per via del caldo. I suoi occhi si abbassavano sul suo petto per cinque secondi, sufficienti per farle provare una strana sensazione. Dal canto suo,lui sembrava non accorgersene o semplicemente non gli importava; eppure ci fu una volta in cui lei aveva indossato una maglietta a spalline da cui si intravedeva un po' lo spacco del seno,e per un attimo poté giurare di aver visto P. soffermare lo sguardo proprio su quel punto. Tuttavia pensó poi di essersi sbagliata,e cercò con tutta se stessa di non pensare più a quel particolare che trovava,suo malgrado,eccitante. Certo,tutti noi abbiamo quel cugino o quella cugina su cui ci capita di avere delle fantasie erotiche di tanto in tanto,ma a lei la cosa la metteva a disagio. Così iniziò a sentirsi agitata se lui entrava nella stessa stanza dove c'erano lei e F., oppure (e qui le cose peggioravano) quando erano seduti a tavola,sempre vicini. In quei momenti aveva talmente i nervi a fior di pelle da desiderare subito che finissero tutti di mangiare,in modo da alzarsi e andare via; al tempo stesso però voleva che il pranzo non finisse altrettanto velocemente,e non capiva il motivo. Fu così che l'estate finí, arrivò settembre; dopo una breve pausa per le vacanze, V ed F continuarono a vedersi a casa di quest'ultima,e fu in quel momento che le cose ebbero una svolta; mentre le due ragazze erano impegnate a preparare un dolce in cucina, ecco che lui entra dalla porta d'ingresso. Il cuore di V. Ebbe un balzo nel vedere che P. aveva tagliato i capelli: sembrava molto più giovane e soprattutto più bello di prima. Ormai sapeva di essere attratta da lui ma non si confidò con F. per timore e per vergogna. Entrato dalla porta le rivolse a stento un saluto,il solito atteggiamento chiuso nei suoi confronti. Dopo alcuni mesi F. la invitó a restare a dormire da lei: inizialmente V. non accettò,ma la cugina insistè così tanto che alla fine dovette cedere. Si sentiva strana ed eccitata al pensiero che avrebbe dormito nella stanza accanto a quella di lui,tanto che per lungo tempo non riuscí a prendere sonno. Si rigirava nel letto senza trovare pace,nella sua mente si susseguivano delle scene sensuali fra lui e lei: immaginava loro due insieme nel suo letto,con lui che la penetrava e le chiudeva la bocca per impedirle di urlare, altrimenti avrebbe svegliato gli altri ...
Improvvisamente si trova nel corridoio,e da lì in bagno; sta per sedersi sulla tazza e fare pipì, quando si accorge che P. é nella sua stessa stanza,sotto la doccia. Come aveva fatto a non accorgersi che c' era un'altra persona li dentro? Suito si alza e da per andarsene,ma lui la blocca sulla porta sussurrandole di rimanere con lei. "Vieni" sussurra piano,",vieni qui..."
A quel punto V. si sveglia in preda alla confusione e capisce che è stato solo un sogno. È mattina presto,lo sente trafficare giù in cucina per prepararsi un caffè prima di andare a lavoro. Dunque non era successo assolutamente nulla, pensò amareggiata; le sue erano solo fantasie destinate a rimanere tali...
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Commenti dei lettori al racconto erotico