La presa di coscienza

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genere
trans

Cap 1 la presa di coscienza
Sono un uomo di 60 anni passati, da sempre affascinato dalla bellezza femminile…tuttavia la mia sessualità è composita, dal momento che in età adolescenziale mi sono scoperto ad essere attratto dalla biancheria intima di mia madre, allora ancora una bella donna…
Attendevo che i miei uscissero e poi mi travestivo. Dopo essermi denudato davanti allo specchio, indossavo le calze color carne con reggicalze…era bellissimo sentirmi inguainato dal nylon come una femmina…protetta ma ad un tempo offerta in mostra...applicare il reggicalze alle calze significava far convergere l’anellino di metallo sulla fibbietta di gomma …era un esercizio di ginnastica che prevedeva la torsione di tutta la parte superiore del tronco…la mia immagine mi veniva riflessa dallo specchio…mi piaceva guardarmi il popò (così la mamma lo aveva chiamato quando ero bambino) mentre mi contorcevo nel tentativo di applicare le fibbie posteriori …il freddo della fibbia contrastava poi con il caldo dell’interno delle cosce..sensazione che poi avrei riprovato ingigantita durante il “petting” con la mia prima ragazza …A tal proposito giova ricordare che in quegli anni (’60) raramente le ragazze di buona famiglia si concedevano per rapporti sessuali completi; così da obbligare i loro coetanei a trovare il naturale sfogo presso le prostitute…
Non feci eccezione, ma - forse per un’educazione severa, non riuscendo a superare i taboo che mi erano stati inculcati (rispetto assoluto della donna..) - instaurai con Maria (tale si chiamava la prostituta che frequentavo con fedeltà assoluta) un rapporto che credevo paritario, raccontandole tutti i miei insuccessi con le coetanee…ed arrivando poi ad eiacularle in mano allorchè la stessa - ormai spazientita - voleva porre fine all’incontro… non riuscivo infatti a montarla come qualsiasi uomo, attanagliato come ero dai sensi di colpa che mi prendevano allorchè mi trovavo a doverla penetrare…Né avevo il coraggio di metterla al corrente del mio “turpe vizio” (tale infatti consideravo il mio indossare le calze di nylon) poiché lo ritenevo disdicevole per un maschio. ..Avevo notato, durante le masturbazioni cui mi sottoponevo con una certa frequenza, una sensazione di inturgidimento dei capezzoli allorchè li sollecitavo delicatamente tra i polpastrelli, sensazione diversa da quella che mi dava la semplice manipolazione del pene; molto più profonda, totalizzante, dal momento che mi sentivo eccitato su tutto il corpo, fino al fondo schiena…presi dunque ad attuare sempre più spesso la sollecitazione delicata ma continua dei capezzoli, ogni qual volta desideravo avere una fortissima erezione…Col tempo essi divennero il centro della mia eccitazione..anche perché il seno si andava gradualmente ingrossando…..
Ma torniamo all’evento che mi ha fatto prendere coscienza della mia doppia sessualità…
Quella mattina (Maria mi consigliava di andare di mattina per stare più tranquilli) avevo un forte desiderio..tutto il corpo era teso, come in attesa spasmodica di poter eiaculare…bussai come al solito alla porta dopo aver fatto col cuore in gola le scale che portavano all’appartamento del primo piano (ogni volta che passo davanti a quel portone vengo preso da una sensazione di ebbrezza, pur essendo passati più di 40 anni) ..mi aprì con il suo solito sorriso tra il bonario e lo scanzonato..e canticchiando “quant’è bello lo primo ammore// il secondo è chiù bello ancora” mi prese per mano dondolandosi mollemente sui tacchi a spillo, roteando l’abbondante ma sodo popò, in un’eccitantissima andatura…Maria aveva un’età indefinibile…certamente sopra i 40, bionda “finta”, abbondante, ma tonica, emanava un profumo di fiori per un deodorante molto dozzinale…mi fece spogliare totalmente nudo, poi, dopo un esame accurato del mio corpo, effettuato carezzandomi con un solo dito il petto e il fondo schiena, mi propose di indossare i suoi autoreggenti scuri, a rete…arrossii imbarazzato non rendendomi conto di come avesse potuto indovinare il mio vizio..e senza opporre resistenza obbedii, ma col cuore i gola, ritrovandomi poi davanti allo specchio….la rosea rotondità del popò contrastava con il nero delle calze…cominciai a muovermi spontaneamente ondeggiando col bacino proprio come fanno le donne quando si provano un vestito e Maria mi faceva i complimenti..dicendo che ero proprio una bella femminuccia..che avevo un sederino sodo e carnoso..e aiutandomi ad issarmi su un paio di zoccoli dal tacco largo e sufficientemente alto mi accompagnò per il lungo corridoio consigliandomi - ma quasi ordinandomi - di camminare come le modelle…”una gamba davanti all’altra…su…muovi il sederino ..ancheggia..forza…di più… fa come se un bel giovanotto ti stesse guardando..” a queste parole mi sentii prendere da un’eccitazione profonda…mi muovevo ondeggiando oscenamente il popò…come avevo visto fare a lei…carezzandomi i capezzoli…e succhiandomi le dita rumorosamente dopo aver atteggiato le labbra “a cuore”… e lei..ad alta voce ”ma che fai..ora ti tocchi anche le tette…?” rise sguaiatamente con un tono volgare che non le avevo mai sentito…”ma sei proprio una femmina!…mmmmmm…lo sai che solo le femmine si eccitano toccandosi le tette?”…e mentre mi titillavo sempre più insistentemente i capezzoli, Maria mi andava carezzando maliziosamente il popò dall’attaccatura delle natiche lungo il solco fino alle cosce…”sei proprio un maschietto-femminuccia..a Napoli si chiamano femminielle..lo sai?...sai anche che lavoro fanno..?” e più mi diceva così più mi eccitavo…camminavo per il corridoio su e giù, facendo rumori osceni con la bocca …la mia immagine riflessa in uno specchio!!!!! avevo ormai un’erezione fortissima,con un pene turgido pronto ad eiaculare…di cui non ero più conscio, dal momento che tutta la mia eccitazione si era trasferita dai capezzoli al sedere e poi ancora su fino ai capezzoli…”aspetta ..aspetta..vieni nel bagno..” disse lei..obbedii trotterellando non senza fatica sugli zatteroni..mi portò al bagno, pensavo che mi avrebbe fatto scaricare in piedi nel lavandino come faceva spesso..INVECE..mi si mise dietro..e cominciò a titillarmi i capezzoli dicendomi frasi terribilmente eccitanti..”come sei troia…sei proprio una porcella…la porcella femminiella Cocot…ti piace questo nome?...la prox volta ti faccio conoscere un bell’uomo…lo vuoi provare tra le chiappette?...e andava massaggiandomi il buchetto fino a penetrarmi con un dito…” fui assalito da un’eccitazione fortissima…mi muovevo avanti e indietro col sedere…favorendo la sua penetrazione e pronunciando frasi altrettanto eccitanti..”si lo voglio…si sono una porca..si mi piace..mi piace..mi piace prenderlo…SI.!.SI!…SI!!!!….finchè non eiaculai rantolando in un orgasmo mai avuto…”Ora lavati, troietta!…”…mi disse con un tono imperioso che non aveva mai avuto…”per stavolta non voglio niente…te lo ricorderai per sempre…ma attenta! non prenderci l’abitudine…che dopo non ne uscirai più…vienimi a trovare quando vuoi..”
Allora non capii cosa aveva voluto dire…ci ho pensato per anni..stavo prendendo coscienza della mia doppia sessualità…un bene? un male? Mah! Lì per lì non avevo neanche gli scrupoli di aver fatto una cosa vietata..nè “sporca”..evidentemente la mia natura lo esigeva….
C'è nessuno - uomo o donna - che voglia farmi riprovare le stesse sensazioni?...e magari prenderci un gran gran gusto?

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scritto il
2019-03-24
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