Psicoterapia di coppia, V parte

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SEDUTA CON ROBERTO


“In un matrimonio, caro dottore, routine e noia sono sinonimi. E alla noia ognuno rimedia a modo suo. L’avvento di Internet ha modificato le abitudini di tutti noi, anche in campo sessuale.
Avere sul proprio schermo un po’ di tutto, dal nudo al porno, tanto per rimanere in argomento sesso, è stato piacevole, almeno per me. Fino a fare cose di cui oggi mi vergogno e mi pento, come postare le foto di mia moglie nuda di oltre 20 anni prima, e a sua insaputa. Tanto ero convinto che nessuno la avrebbe riconosciuta essendo passata da rosso-castano a biondo chiaro e con taglio di capelli completamente diverso.
Il problema è stato che la noia non era solo mia. Già dal 1997 ricordo che si era lamentata di sentirsi trascurata, tanto che anni dopo, quando vennero al pettine vari nodi, mi ricordò che mi aveva avvertito.
Insomma, mentre io mi eccitavo su internet lei aveva ricominciato a scopare fuori casa.
Comunque, è il caso di procedere con ordine, altrimenti non ci capisce più niente. Allora: prima Veronika si è presa una cotta, se così si può dire di una quarantenne ed oltre, per uno psicologo che faceva studio nello stesso appartamento dove lei praticava fisioterapia, per la precisione ginnastica posturale. Incontrandosi due o tre volte la settimana hanno fatto amicizia e credo sia stato lui a consigliarle di entrare in analisi. Naturalmente con un altro psicologo, lui già si sentiva coinvolto sentimentalmente. Sono quindi iniziati i due giorni la settimana di psicoterapia. No problem dal punto di vista economico, se li poteva permettere, il lavoro andava bene. Solo che ha cominciato a ritagliarsi due pomeriggi diciamo “liberi” oltre ai quattro in cui lavorava. In pratica stavamo entrambi a casa molto poco. Nostra figlia aveva iniziato Medicina all’università ed era indipendente con la sua auto ed i suoi amici.
Non la voglio fare lunga, perché il meglio, per così dire, verrà dopo. Insomma, una domenica (lo ricordo perché quel giorno la Lazio, squadra per cui faccio il tifo, vinse lo scudetto) mi disse, rovinandomi il piacere della vittoria in campionato, che aveva avuto questa “attrazione fatale” per lo psicologo, che io conoscevo di vista, e che voleva vivere questa storia. Rimasi interdetto e chiesi perché. Rispose che le mancava qualcosa, che non le davo abbastanza dal punto di vista intellettivo (sic!) …
Ne parlammo per un bel po’ e capii che qualunque sarebbe stata la mia risposta sarebbe comunque andata avanti. Poi ricordo cosa avvenne: mia moglie si spogliò completamente al di sotto della vita, pantaloni, calze, slip, rimanendo nuda dall’ombelico in giù. Si mise a cosce aperte sul divano del salotto esponendo pube, vulva e tutto il resto. E mi guardò con occhi invitanti. Feci per usare la lingua ma mi volle subito dentro, e mentre spingevo mi chiese di dire quello che sentivo. Capii che era anche quello che le mancava, io di solito ero silenzioso. Confesso di sentirmi ridicolo se parlo mentre faccio l’amore, è un mio limite, uno dei tanti. Non ricordo cosa dissi in quell’occasione ma sicuramente fu banale.
In ogni caso la cosa con lo psicologo non iniziò mai veramente, almeno così mi disse in seguito. Lui, che era divorziato, avrebbe voluto l’esclusiva o niente. E lei non accettò.
Mi disse che provò più volte a convincerlo ad avere una storia parallela, adulterina, in pratica, ma lui non volle. Mi giurò di non averci scopato, ma ovviamente non ne sono sicuro.
Ma comunque poi iniziò la storia per me più dolorosa, per tanti motivi. Quella le cui ferite ancora mi sto leccando, quella per cui sono, siamo da lei ora”.
“Prima di iniziare voglio sentire sua moglie. Alla prossima seduta”.


SEDUTA CON VERONIKA

“Ho conosciuto Giulio allo studio dove lavoravo come fisioterapista. Ci incontravamo due o tre volte la settimana. Non era bello ma attraente; divorziato, non mi ha fatto la corte in senso stretto, ma mi ha fatto capire di essere interessato a me.
In quel periodo avevamo appena cambiato casa, andando ad abitare in una villa con giardino, il mio sogno di ragazza. Eppure, continuava a mancarmi qualcosa. Che io e Roberto non fossimo fatti l’uno per l’altra lo avevo capito da tanti anni, ma ormai sarebbe stato troppo complicato cambiare. Ma un rapporto, una storia per rendere le giornate meno grigie, perché no?
Ero in psicoterapia individuale da un anno, e mi stavo convincendo che non avrei dovuto avere sensi di colpa qualsiasi cosa avessi fatto, anche un adulterio, e non sarebbe stato il primo.
Ma a lui non bastava, voleva avermi tutta per sé, e io non ero disposta a fare quel passo, lasciare tutto ciò che avevo ottenuto anche con i miei guadagni e consigli proprio no. Provai a fargli capire che potevamo frequentarci con facilità, in tutti i sensi intendo, lavorando allo stesso studio, ma lui non volle. Confesso che provai anche a sedurlo, una volta, spogliandomi davanti a lui e poi mettendomi in ginocchio per un rapporto orale. Niente da fare. Accettò il pompino ma non cambiò idea.
Provai quindi a vedere se informando Roberto della situazione poteva cambiare lui, sempre così controllato e freddino. Nulla da fare anche con mio marito. E mi convinsi che la vita era mia e che dovevo viverla. Iniziò quindi la più lunga storia in assoluto. Il problema fu che lui era un amico di famiglia e collega di mio marito”.
“Avremo tempo per parlarne, Veronika”.
scritto il
2019-03-24
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