La Puledrina (seguito de "La Puledra")
di
Werewolf
genere
dominazione
Inserisco nella sezione dominazione come ho fatto per la prima parte, ma ribadisco che si tratta di un racconto senza una caratteristica principale. E’ un peccato che il sito consenta un solo tag. quando in realtà spesso sono di più. C’è sadismo, etero, feticismo, pissing, e quel che ancora manca potrebbe farne parte in un capitolo successivo, che scriverò se il racconto piacerà e riceverò feedback in tal senso. werewolf@elude.in
Bangkok, 22 Settembre 2008. Nella villa con parco di Sir William R., ricco nobile inglese, residente in Thailandia ormai da molti anni.
Bill apre la porta di una spanna, quanto basta perché io possa vedere una figura femminile da dietro.
E’ una bella donna dalle forme sinuose che indossa un bikini nero e stivali dal tacco altissimo, al punto da coprirle le gambe quasi interamente. Davanti a lei c’è un uomo legato mani e piedi ai vertici dei sostegni di un massiccio letto a baldacchino. Sembra una X, con braccia e gambe tese, muscoli contratti, costretto anche in punta di piedi. Per limitarne ulteriormente i movimenti, altre due funi lo cingono in vita, impedendogli di torcersi o spostarsi lateralmente, non può andare nemmeno avanti od indietro col culo. Appena brizzolato, stimo abbia una cinquantina d’anni. La donna ha in mano un paio di pinze da chirurgo, di quelle che si bloccano... sembra intenzionata ad usarle su di lui. L’uomo ha in bocca lo stesso morso che Bill ha imposto alla figlia maggiore dell'imbecille, in più ha lo scroto legato ed anche la base del cazzo è stretta da qualcosa. Ce l’ha in erezione e scommetterei che la donna tiene lo così da parecchio tempo, né mi stupirei se gli avesse anche piantato qualcosa nel culo.
Chi sono quei due, Bill?
Lei è Conchita... lui è l’idiota… il padre delle mie puledrine.
Ma… ma…
Adesso vieni Joe, seguimi… dopo ti spiego tutto.
Lo seguo lungo il corridoio. Pensavo tenesse entrambe le ragazze nella dependance, ma evidentemente non è così. Alla fine entriamo in quella che definirei una piccola lavanderia, oppure un bagno di servizio, fate voi. Bill accende la luce.
Allora Joe, non trovi che sia bellissima? ...è meglio della sorella? Che ne dici?
Davanti a noi c’è una splendida e giovanissima ragazza nuda, dai lunghi capelli biondi lisci, Alice. Seduta a terra con la schiena contro un WC, ha la gambe divaricate e ci mostra la sua fighetta, obbligata a mantenerle in quella posizione oscena da un asta legata di legno, lunga circa un metro, e le cui estremità sono legate alle sue caviglie. E’ accecata dalla luce, segno che fino a quel momento nel bagno era totalmente al buio.
Come stai, principessina?
Mentre Bill la saluta deridendola, io guardo meglio Alice. Le manette che le imprigionano i polsi dietro la schiena sono fissate ad una catena le cinge la vita. Porta un collare “a strozzo”, da cui partono due robuste funi che vanno dietro al sanitario e ci girano intorno. Appoggiata con la schiena conto la ceramica del sanitario, il collare e le funi la costringono con il capo reclinato all’indietro, proprio sopra il “buco” della tazza. Ha la bocca spalancata, perché anche a lei Bill ha imposto il bavaglio ad anello.
Non mi avevi detto di aver bisogno del bagno Joe? Nonostante le apparenze, questo è un WC di lusso... approfittane.
In effetti è vero, dovevo pisciare,. Appena arrivato gli avevo domandato se potevo usare il bagno, ma la vista di Conchita seminuda in compagnia dell’uomo immobilizzato, eppoi di questa splendida ragazza, mi hanno distratto al punto da non aver più fatto caso allo stimolo.
Allora Joe?
Mi apro la patta dei calzoni, però poi tentenno. Non sono imbarazzato dal mio amico, abbiamo pisciato in compagnia un sacco di volte, ma dalla scoperta che ho il cazzo in erezione.
Avanti Joe, liberati… lo sanno tutti che pisciare col cazzo duro non è il massimo.
Vedo che se lo tira fuori anche lui, ed è dritto come un bastone di legno. Avvicina il cazzo al viso della biondina ed inizia a menarselo, determinato a farsi una sega. Lei tenta di sfuggirgli voltandosi dalla parte opposta, ma la catena del collare glielo impedisce, stringendosi implacabile intorno al suo collo.
Cos’aspetti Joe? … non ho nessuna intenzione di menartelo io… guarda che devi fare da solo. Ha! Ha Ha!
Ci posizioniamo uno a destra e l’altro a sinistra della ragazza. Lei ci osserva, o meglio, vedo che sta fissando alternativamente i nostri cazzi. Specialmente quello di Bill è fuori misura, ma anch’io non scherzo. Ne è spaventata, o tutto sommato attratta? Che importa, anche fosse vera la seconda ipotesi, come tutte, ad un uomo non lo ammetterebbe mai.
Sto per venire, Joe… tu come sei messo?
Vorrei rispondergli, ma è superfluo dato che proprio in quell’istante eiaculo. Se aprissi la bocca emetterei un grugnito, qualcosa di simile al verso dell’orango. Taccio allora, le nobili origini di Bill mi suggeriscono che riterrebbe improprio mi comportassi così in casa sua. Il fiotto di entrambi è potente ed abbondante, facciamo centro.
Bel colpo Joe, ottima mira.
Alice ha la bocca piena del nostro sperma, che cocktail ragazzi! Sembra non essere intenzionata ad inghiottirlo ma le resta in bocca. Non ha modo di farlo uscire, almeno non tutto, obbligata com’è con il capo reclinato all’indietro.
Chiudile le narici, Joe.
Ubbidisco ed a quel punto lei è costretta ad inghiottire se non vuole soffocare. Quasi contemporaneamente, Bill inizia a pisciarle addosso, sul viso per la precisione. Istintivamente la ragazza tenta di voltarsi, ma il collare a strozzo le stritola nuovamente il collo e la blocca.
Forza Joe, mezz’ora fa non mi hai detto che dovevi pisciare?
Mi sono focalizzato su quei grandi seni, così belli e sodi da sembrare scolpiti da un artista. Non sapessi che sono veri, ipotizzerei la mano di un chirurgo plastico e tanto silicone. E’ su quei capolavori che indirizzo il mio getto, svuotando una vescica ormai troppo piena. Prima ho goduto ed ora mi sono liberato. Sì, ho proprio fatto bene a rimandare la partenza quando Bill mi ha chiamato stamattina, ferie ne ho ed il biglietto aperto mi consente di spostare la data del volo a piacere.
Vieni Joe, andiamo in salotto, lasciamo che la mia nuova troietta mediti e si rassegni al suo destino.
Ci accomodiamo su due poltroncine del salotto, Bill suona un campanellino. Siamo ancora ai convenevoli quando arriva Conchita con il te. Sì, è proprio lei la donna che avevo visto da dietro, e quando si piega sul tavlino per versare l’acqua bollente nella tazza del mio amico, faccio caso che sotto alla minigonna da cameriera non indossa le mutandine. Non saprei dire se le autoreggenti che vedo ora le avesse anche prima sotto gli stivali, ma è evidente che ha bellissime gambe, oltre ad un culo che “parla da solo”. Nota che l’ho guardata dietro, apprezzando il suo fondoschiena ed entrambi i suoi accessi. Mi sorride senza dir nulla e se ne va.
Te l’eri immaginata diversa, eh?
In effetti mi ero figurato la classica donna delle pulizie, bassa e grassoccia, con i capelli corti, oppure raccolti in un chignon.
Bella eh? ...poi affidabile e discreta, senza contare che abbiamo gusti ed inclinazioni particolari in comune. Le dico di preparare la cena anche per te e la stanza degli ospiti.
Bill ti ringrazio, ma non vorrei abusare…
Assolutamente no, Joe. Sono io che ti ho fatto cambiare i tuoi piani e mi serve tempo per raccontarti tutto. Sei pronto?
Tutt’orecchi Bill, inizia pure.
Come già sapevi, l’idiota aveva preteso la rivincita, convinto di poter cancellare il debito con me e riavere la figlia maggiore. Consapevole che non avrei comunque mai visto il denaro che mi doveva; accontentandolo rischiavo in fondo assai poco. Aggiungi il mio amore per le scommesse e lo sport, caratteristiche tipiche di noi inglesi, non potevo negargli quel che mi domandava. Naturalmente, ho preteso che mettesse sul piatto qualcosa di valore, altrimenti avrei rifiutato.
Vuoi darmi ad intendere che non puntavi alla figlia minore?
Che quella ragazza fosse l’unica cosa di valore che poteva offrirmi lo sapevo, ma non gliel’ho chiesta io, ancora una volta è stato l’idiota ad offrirla, a metterla sul piatto.
Che imbecille! ...ma com’è andata?
Facile come rubare le caramelle ad un bambino… meno di un’ora.
Non temevi che avesse progettato di far partire la ragazza per chissà dove durante la partita?
Joe, per un idiota di quello spessore credo sia impossibile pianificare qualcosa d’intelligente, ma per essere sicuro che il mio “piatto” fosse al sicuro, ho mandato Conchita a controllare la situazione mentre giocavamo la partita. Informato da lei che la ragazza era alla festa dei suoi 18 anni, in una discoteca con gli amici, ho giocato in tutta tranquillità. Posso continuare, od hai altre domande?
No, certamente. Ti ascolto.
Terminata la partita, ho preteso che mi accompagnasse nella discoteca dove la sua “principessina” stava festeggiando. Quando siamo entrati, sulla pista da ballo c’era solo lei e vedessi che spettacolo. Si dimanava come una troietta in calore, mentre amiche ed amici la incitavano. Indossava solo una sottilissima maglietta di cotone e jeans a cavallo basso, ai piedi sneakers di lusso alla moda. Quando ha visto suo padre, si è scatenata ancora di più, arrivando perfino a sollevarsi la maglietta e mostrando il seno a tutti, come se volesse imbarazzare il genitore.
Dai Bill, lo sai come sono fatti i ragazzi. Avrà bevuto e forse era anche un po’ “fatta”. Cos’è successo dopo?
Intanto ci eravamo accomodati ed ho ordinato all’idiota di far venire al nostro tavolo sua figlia. Ovviamente, la “principessina” si è fatta desiderare, tanto che abbiamo aspettato quasi un’ora prima di essere degnati della sua presenza. Eravamo d’accordo che il padre le avrebbe detto di sentirsi poco bene e che l’avrebbe accompagnata a casa un amico fidato, cioè io, che gentilmente mi ero offerto in tal senso, e pazientemente avrei atteso la fine della festa.
E la ragazza? Quanto hai dovuto aspettare?
Poco in realtà. Dopo che l’imbecille se n’era andato in compagnia di Conchita, mi sono avvicinato alla puledrina e le ho detto che a casa mia c’era da “sballarsi”. La troietta ha mollato tutti e mi ha seguito subito, senza far domande, o porsi problemi.
E quando siete arrivati da te?
Avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto quando l’ho portata giù in taverna ed ha visto sul tavolo le corde, il vibratore magic-wand ed un bavaglio a forma di cazzo. Forse cercava una via di fuga, ma in quel modo ha osservato meglio la stanza, accorgendosi delle catene con i collari che penzolavano dal muro. E’ subito corsa verso la scala da cui eravamo scesi, ma sul primo gradino c’era Conchita a sbarrarle il passo. L’abbiamo afferrata entrambi, lei ha tentato di opporre resistenza, ma “bevuta e fatta” com’era, ha perso le forze quasi subito.
Che ne avete fatto?
L’abbiamo portata con la schiena contro il muro, in mezzo a due catene fissate ad un paio di metri di distanza e da terra. Per evitare problemi Conchita le ha premuto lo sterno, sai quella mossa per far perdere conoscenza che ci hanno insegnato nei corpi speciali?
Sì, ricordo.
Sorreggeva la ragazza mentre le applicavo i ferri ai polsi, ma converrai che tenerla soltanto in catene non sarebbe stato abbastanza…
Quindi?
Le abbiamo piegato la gamba sinistra fino a che il polpaccio non è arrivato contro l’interno della coscia e bloccata in quella posizione, legandole la caviglia alla gamba. Conchita le ha poi passato una fune nell’interno del ginocchio piegato, e dopo averglielo sollevato all’altezza della vita, ha annodato le estremità un gancio infisso nel muro. Con un paio di forbici le ha poi tagliato maglietta, jeans e mutandine, lasciandola completamente nuda.
Dimmi se ho capito bene, Bill. L’avete incatenata al muro a braccia aperte, nuda, e poggiava a terra sul solo piede sinistro. Una posizione scomoda, direi…
Esatto, ma davvero credi che fosse abbastanza scomoda? Ho detto a Conchita di toglierle le sneakers ed infilarle ai piedi un paio di scarpette a punta, dopodiché ho accorciato le catene di alcune maglie per fare in modo che non potesse appoggiarsi sul tacco di quelle calzature, così che tutto il peso del suo corpo gravasse sulla punta del piede sinistro.
Immobilizzata come ai tempi dell’inquisizione, insomma.
Se vuoi vederla così...
Ridendo, aggiungo che quella donna è perfida almeno quanto lui e Bill ride, poi, come se avesse avuto in mente di farlo sin dal principio, mi chiede se non sono curioso di sapere come mai l’idiota è nelle mani di Conchita.
Bangkok, 22 Settembre 2008. Nella villa con parco di Sir William R., ricco nobile inglese, residente in Thailandia ormai da molti anni.
Bill apre la porta di una spanna, quanto basta perché io possa vedere una figura femminile da dietro.
E’ una bella donna dalle forme sinuose che indossa un bikini nero e stivali dal tacco altissimo, al punto da coprirle le gambe quasi interamente. Davanti a lei c’è un uomo legato mani e piedi ai vertici dei sostegni di un massiccio letto a baldacchino. Sembra una X, con braccia e gambe tese, muscoli contratti, costretto anche in punta di piedi. Per limitarne ulteriormente i movimenti, altre due funi lo cingono in vita, impedendogli di torcersi o spostarsi lateralmente, non può andare nemmeno avanti od indietro col culo. Appena brizzolato, stimo abbia una cinquantina d’anni. La donna ha in mano un paio di pinze da chirurgo, di quelle che si bloccano... sembra intenzionata ad usarle su di lui. L’uomo ha in bocca lo stesso morso che Bill ha imposto alla figlia maggiore dell'imbecille, in più ha lo scroto legato ed anche la base del cazzo è stretta da qualcosa. Ce l’ha in erezione e scommetterei che la donna tiene lo così da parecchio tempo, né mi stupirei se gli avesse anche piantato qualcosa nel culo.
Chi sono quei due, Bill?
Lei è Conchita... lui è l’idiota… il padre delle mie puledrine.
Ma… ma…
Adesso vieni Joe, seguimi… dopo ti spiego tutto.
Lo seguo lungo il corridoio. Pensavo tenesse entrambe le ragazze nella dependance, ma evidentemente non è così. Alla fine entriamo in quella che definirei una piccola lavanderia, oppure un bagno di servizio, fate voi. Bill accende la luce.
Allora Joe, non trovi che sia bellissima? ...è meglio della sorella? Che ne dici?
Davanti a noi c’è una splendida e giovanissima ragazza nuda, dai lunghi capelli biondi lisci, Alice. Seduta a terra con la schiena contro un WC, ha la gambe divaricate e ci mostra la sua fighetta, obbligata a mantenerle in quella posizione oscena da un asta legata di legno, lunga circa un metro, e le cui estremità sono legate alle sue caviglie. E’ accecata dalla luce, segno che fino a quel momento nel bagno era totalmente al buio.
Come stai, principessina?
Mentre Bill la saluta deridendola, io guardo meglio Alice. Le manette che le imprigionano i polsi dietro la schiena sono fissate ad una catena le cinge la vita. Porta un collare “a strozzo”, da cui partono due robuste funi che vanno dietro al sanitario e ci girano intorno. Appoggiata con la schiena conto la ceramica del sanitario, il collare e le funi la costringono con il capo reclinato all’indietro, proprio sopra il “buco” della tazza. Ha la bocca spalancata, perché anche a lei Bill ha imposto il bavaglio ad anello.
Non mi avevi detto di aver bisogno del bagno Joe? Nonostante le apparenze, questo è un WC di lusso... approfittane.
In effetti è vero, dovevo pisciare,. Appena arrivato gli avevo domandato se potevo usare il bagno, ma la vista di Conchita seminuda in compagnia dell’uomo immobilizzato, eppoi di questa splendida ragazza, mi hanno distratto al punto da non aver più fatto caso allo stimolo.
Allora Joe?
Mi apro la patta dei calzoni, però poi tentenno. Non sono imbarazzato dal mio amico, abbiamo pisciato in compagnia un sacco di volte, ma dalla scoperta che ho il cazzo in erezione.
Avanti Joe, liberati… lo sanno tutti che pisciare col cazzo duro non è il massimo.
Vedo che se lo tira fuori anche lui, ed è dritto come un bastone di legno. Avvicina il cazzo al viso della biondina ed inizia a menarselo, determinato a farsi una sega. Lei tenta di sfuggirgli voltandosi dalla parte opposta, ma la catena del collare glielo impedisce, stringendosi implacabile intorno al suo collo.
Cos’aspetti Joe? … non ho nessuna intenzione di menartelo io… guarda che devi fare da solo. Ha! Ha Ha!
Ci posizioniamo uno a destra e l’altro a sinistra della ragazza. Lei ci osserva, o meglio, vedo che sta fissando alternativamente i nostri cazzi. Specialmente quello di Bill è fuori misura, ma anch’io non scherzo. Ne è spaventata, o tutto sommato attratta? Che importa, anche fosse vera la seconda ipotesi, come tutte, ad un uomo non lo ammetterebbe mai.
Sto per venire, Joe… tu come sei messo?
Vorrei rispondergli, ma è superfluo dato che proprio in quell’istante eiaculo. Se aprissi la bocca emetterei un grugnito, qualcosa di simile al verso dell’orango. Taccio allora, le nobili origini di Bill mi suggeriscono che riterrebbe improprio mi comportassi così in casa sua. Il fiotto di entrambi è potente ed abbondante, facciamo centro.
Bel colpo Joe, ottima mira.
Alice ha la bocca piena del nostro sperma, che cocktail ragazzi! Sembra non essere intenzionata ad inghiottirlo ma le resta in bocca. Non ha modo di farlo uscire, almeno non tutto, obbligata com’è con il capo reclinato all’indietro.
Chiudile le narici, Joe.
Ubbidisco ed a quel punto lei è costretta ad inghiottire se non vuole soffocare. Quasi contemporaneamente, Bill inizia a pisciarle addosso, sul viso per la precisione. Istintivamente la ragazza tenta di voltarsi, ma il collare a strozzo le stritola nuovamente il collo e la blocca.
Forza Joe, mezz’ora fa non mi hai detto che dovevi pisciare?
Mi sono focalizzato su quei grandi seni, così belli e sodi da sembrare scolpiti da un artista. Non sapessi che sono veri, ipotizzerei la mano di un chirurgo plastico e tanto silicone. E’ su quei capolavori che indirizzo il mio getto, svuotando una vescica ormai troppo piena. Prima ho goduto ed ora mi sono liberato. Sì, ho proprio fatto bene a rimandare la partenza quando Bill mi ha chiamato stamattina, ferie ne ho ed il biglietto aperto mi consente di spostare la data del volo a piacere.
Vieni Joe, andiamo in salotto, lasciamo che la mia nuova troietta mediti e si rassegni al suo destino.
Ci accomodiamo su due poltroncine del salotto, Bill suona un campanellino. Siamo ancora ai convenevoli quando arriva Conchita con il te. Sì, è proprio lei la donna che avevo visto da dietro, e quando si piega sul tavlino per versare l’acqua bollente nella tazza del mio amico, faccio caso che sotto alla minigonna da cameriera non indossa le mutandine. Non saprei dire se le autoreggenti che vedo ora le avesse anche prima sotto gli stivali, ma è evidente che ha bellissime gambe, oltre ad un culo che “parla da solo”. Nota che l’ho guardata dietro, apprezzando il suo fondoschiena ed entrambi i suoi accessi. Mi sorride senza dir nulla e se ne va.
Te l’eri immaginata diversa, eh?
In effetti mi ero figurato la classica donna delle pulizie, bassa e grassoccia, con i capelli corti, oppure raccolti in un chignon.
Bella eh? ...poi affidabile e discreta, senza contare che abbiamo gusti ed inclinazioni particolari in comune. Le dico di preparare la cena anche per te e la stanza degli ospiti.
Bill ti ringrazio, ma non vorrei abusare…
Assolutamente no, Joe. Sono io che ti ho fatto cambiare i tuoi piani e mi serve tempo per raccontarti tutto. Sei pronto?
Tutt’orecchi Bill, inizia pure.
Come già sapevi, l’idiota aveva preteso la rivincita, convinto di poter cancellare il debito con me e riavere la figlia maggiore. Consapevole che non avrei comunque mai visto il denaro che mi doveva; accontentandolo rischiavo in fondo assai poco. Aggiungi il mio amore per le scommesse e lo sport, caratteristiche tipiche di noi inglesi, non potevo negargli quel che mi domandava. Naturalmente, ho preteso che mettesse sul piatto qualcosa di valore, altrimenti avrei rifiutato.
Vuoi darmi ad intendere che non puntavi alla figlia minore?
Che quella ragazza fosse l’unica cosa di valore che poteva offrirmi lo sapevo, ma non gliel’ho chiesta io, ancora una volta è stato l’idiota ad offrirla, a metterla sul piatto.
Che imbecille! ...ma com’è andata?
Facile come rubare le caramelle ad un bambino… meno di un’ora.
Non temevi che avesse progettato di far partire la ragazza per chissà dove durante la partita?
Joe, per un idiota di quello spessore credo sia impossibile pianificare qualcosa d’intelligente, ma per essere sicuro che il mio “piatto” fosse al sicuro, ho mandato Conchita a controllare la situazione mentre giocavamo la partita. Informato da lei che la ragazza era alla festa dei suoi 18 anni, in una discoteca con gli amici, ho giocato in tutta tranquillità. Posso continuare, od hai altre domande?
No, certamente. Ti ascolto.
Terminata la partita, ho preteso che mi accompagnasse nella discoteca dove la sua “principessina” stava festeggiando. Quando siamo entrati, sulla pista da ballo c’era solo lei e vedessi che spettacolo. Si dimanava come una troietta in calore, mentre amiche ed amici la incitavano. Indossava solo una sottilissima maglietta di cotone e jeans a cavallo basso, ai piedi sneakers di lusso alla moda. Quando ha visto suo padre, si è scatenata ancora di più, arrivando perfino a sollevarsi la maglietta e mostrando il seno a tutti, come se volesse imbarazzare il genitore.
Dai Bill, lo sai come sono fatti i ragazzi. Avrà bevuto e forse era anche un po’ “fatta”. Cos’è successo dopo?
Intanto ci eravamo accomodati ed ho ordinato all’idiota di far venire al nostro tavolo sua figlia. Ovviamente, la “principessina” si è fatta desiderare, tanto che abbiamo aspettato quasi un’ora prima di essere degnati della sua presenza. Eravamo d’accordo che il padre le avrebbe detto di sentirsi poco bene e che l’avrebbe accompagnata a casa un amico fidato, cioè io, che gentilmente mi ero offerto in tal senso, e pazientemente avrei atteso la fine della festa.
E la ragazza? Quanto hai dovuto aspettare?
Poco in realtà. Dopo che l’imbecille se n’era andato in compagnia di Conchita, mi sono avvicinato alla puledrina e le ho detto che a casa mia c’era da “sballarsi”. La troietta ha mollato tutti e mi ha seguito subito, senza far domande, o porsi problemi.
E quando siete arrivati da te?
Avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto quando l’ho portata giù in taverna ed ha visto sul tavolo le corde, il vibratore magic-wand ed un bavaglio a forma di cazzo. Forse cercava una via di fuga, ma in quel modo ha osservato meglio la stanza, accorgendosi delle catene con i collari che penzolavano dal muro. E’ subito corsa verso la scala da cui eravamo scesi, ma sul primo gradino c’era Conchita a sbarrarle il passo. L’abbiamo afferrata entrambi, lei ha tentato di opporre resistenza, ma “bevuta e fatta” com’era, ha perso le forze quasi subito.
Che ne avete fatto?
L’abbiamo portata con la schiena contro il muro, in mezzo a due catene fissate ad un paio di metri di distanza e da terra. Per evitare problemi Conchita le ha premuto lo sterno, sai quella mossa per far perdere conoscenza che ci hanno insegnato nei corpi speciali?
Sì, ricordo.
Sorreggeva la ragazza mentre le applicavo i ferri ai polsi, ma converrai che tenerla soltanto in catene non sarebbe stato abbastanza…
Quindi?
Le abbiamo piegato la gamba sinistra fino a che il polpaccio non è arrivato contro l’interno della coscia e bloccata in quella posizione, legandole la caviglia alla gamba. Conchita le ha poi passato una fune nell’interno del ginocchio piegato, e dopo averglielo sollevato all’altezza della vita, ha annodato le estremità un gancio infisso nel muro. Con un paio di forbici le ha poi tagliato maglietta, jeans e mutandine, lasciandola completamente nuda.
Dimmi se ho capito bene, Bill. L’avete incatenata al muro a braccia aperte, nuda, e poggiava a terra sul solo piede sinistro. Una posizione scomoda, direi…
Esatto, ma davvero credi che fosse abbastanza scomoda? Ho detto a Conchita di toglierle le sneakers ed infilarle ai piedi un paio di scarpette a punta, dopodiché ho accorciato le catene di alcune maglie per fare in modo che non potesse appoggiarsi sul tacco di quelle calzature, così che tutto il peso del suo corpo gravasse sulla punta del piede sinistro.
Immobilizzata come ai tempi dell’inquisizione, insomma.
Se vuoi vederla così...
Ridendo, aggiungo che quella donna è perfida almeno quanto lui e Bill ride, poi, come se avesse avuto in mente di farlo sin dal principio, mi chiede se non sono curioso di sapere come mai l’idiota è nelle mani di Conchita.
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