Conchita (Seguito de La Puledra)
di
Werewolf
genere
dominazione
Inserisco nella sezione dominazione come ho fatto per i precedenti capitoli, ma si tratta di un racconto senza una caratteristica principale. Peccato che il sito consenta un solo tag quando in realtà spesso sono di più. C’è sadismo, etero, feticismo, pissing, e le perversioni” che ancora mancano potrebbero far parte del capitolo successivo. Capitolo che scriverò se il racconto continuerà a piacere e riceverò feedback in tal senso. werewolf@elude.in
Bangkok, 22 Settembre 2008. Nella villa con parco di Sir William R., ricco nobile inglese residente in Thailandia ormai da molti anni.
Ho prolungato le vacanze e sarò ospite di Bill nella sua villa, per quello che si profila come uno dei weekend più memorabili della mia vita. Non vede l’ora che glielo chieda, quindi, gli domando come mai anche l’idiota, ovvero il tizio che ha spennato a poker, insomma il padre della “puledra” e della “puledrina”, sia finito li, nelle grinfie di Conchita. Donna certamente discreta ed “esecutrice”, e visto il “delicato” incarico di “strigliare” la puledra, anche avvezza a non porsi domande. L’immaginavo bassa, grassoccia e bruttina, lo stereotipo della donna delle pulizie, invece ha un fisico da urlo e sembra avere un’indole affine a quella del mio amico. Inizio a pensare che, oltre ad “assisterlo” in frangenti così particolari, possa essere arrivata al punto da diventare la sua musa ispiratrice.
Vieni Joe, ti spiegherò tutto nella mia camera.
Perché nella tua camera, non staremmo più comodi qui in salotto?
Meglio nel mio salottino privato. Seguimi.
Mi fa accomodare in una sedia da ufficio, poi prosegue verso un antico scrittoio ed infila la sua mano sotto il pianale, facendo scattare un meccanismo che apre un cassetto segreto. Mi domando cosa ci sarà dentro, ma desisto ancor prima di aprir bocca. Sarebbe una domanda superflua, tanto è evidente il suo desiderio di raccontarmi tutto.
Sai Joe, Conchita abita qui, in un appartamento di questo piano. Un anno fa, appena arrivata dall’Argentina, doveva trovare una sistemazione, così, mentre cercava casa, le dissi che poteva rimanere finché non avesse risolto.
Bill, perdonami, ma non riesco a trovare il filo conduttore. Cosa c’entra quello che mi stai dicendo con le persone e gli avvenimenti che ho visto in quella stanza?
C’entra Joe, c’entra. Vuoi qualcosa da bere, intanto?
Perchè no Bill, cosa mi offri?
Armagnac ? Ho un Delords del 1969... solo per i veri amici.
Perfetto, mi piacciono le rarità.
Inizia a parlare nel momento stesso in cui mi porge il Delords.
Conosci la mia indole… diciamo un po’ particolare... però sai che sono anche estremamente prudente. Avevo messo da parte certe mie “inclinazioni”, ma la sorte ha voluto premiarmi mandandomi Conchita.
Sinceramente, Bill, continuo a non capire.
Al tuo posto nemmeno io capirei… me la sto tirando un po’, vero Joe?
Senz’offesa, ma direi proprio di sì.
Arriva questa Conchita e mi piace, perché ha un gran bell’aspetto e sembra anche un tipo riservato. Bene mi dico, intanto l’assumo, poi, se vedrò che le cose non girano a dovere, potrò sempre licenziarla.
Dato che è ancora qui, ne deduco che tutto abbia “girato a dovere”. Vero Bill?
Come ti ho accennato, l’ospitavo temporaneamente per darle modo di avere un posto in cui stare mentre cercava un alloggio. Il giorno seguente al suo arrivo, mentre lei era in giro per la città, passando vicino alla stanza in cui le avevo detto di sistemarsi, faccio caso ad un foglio di carta che vedo a terra. Lo raccolgo e leggo. Secondo te cosa c’era scritto?
Uh… anche gl’indovinelli, Bill?
Ve bene amico, smetto di tirarmela, mi perdoni?
Si, purché inizi a raccontare.
Allora, quel foglio era una lettera per la sorella minore, uno scritto che doveva spedirle, o forse, solo una prima stesura di una che le aveva già spedito. Leggerla è stato “folgorante”.
Cosa c’era scritto?
Lo vedo tornare verso lo scrittoio, rovistare nel cassetto segreto ed estrarre un foglio da sotto una pila di documenti.
Ecco Joe, questa è la fotocopia di quella lettera. Leggi tu stesso cosa scriveva.
Cara sorellina,
lavorerò nella grande villa di Sir William, un distinto nobile inglese di bell’aspetto, che mi sta ospitando a casa sua, in attesa che io trovi una sistemazione in città. Posso dire che il mio nuovo datore di lavoro mi piace. Ad istinto, direi che è uno con le palle, uno dei pochi uomini veri che mi è capitato d’incontrare nella mia vita.
Ma veniamo a te, perché quanto hai scritto nella tua ultima lettera mi ha fatto preoccupare molto.
Hai ragione, la maggior parte degli uomini sono creature superficiali ed inaffidabili, che non meriterebbero nemmeno di vivere, tu però sei una donna intelligente e non puoi continuare così, permettendo che uomini senza attributi ti facciano del male.
Credimi, l’unica cosa per la quale una donna ha davvero bisogno di un maschio possiamo ottenerla senza dover sopportare tutto il resto, non ha alcun senso innamorarsi di un cretino traditore per giustificare i bisogni delle nostre tempeste ormonali. Sei intelligente, non sei più una ragazzina, e se ci pensi vedrai che ho ragione.
Procurarti ciò di cui hai bisogno è facile, specialmente per una ragazza giovane e bella come te.
Al mondo c’è abbondanza di coglioni e cazzoni, e non parlo solo in senso figurato. Sai benissimo che ti basta uno sguardo, un sorriso… e lui, il coglione qualunque che vedi al bar, non potrà fare a meno di offrirti qualcosa da bere. Tutto quello che devi fare, a quel punto, è aiutarlo a caricarsi come una molla. E’ la natura che ha programmato così i cazzoni ed a te basta darle una mano. Come? Ma portandotelo a casa.
Cosa dirgli? Ad esempio...
No, non qui. Meglio da me, non trovi?
Così ti risparmi anche la spesa del taxi, perché è certo che dopo averti pagato un drink, lui si offrirà anche di accompagnarti con l’auto, e se non l’ha, pagherà lui la corsa del taxi.
Entrati in casa parcheggialo in salotto adulandolo, e vedrai che se ne starà buono li, sul divano dove l’hai messo. Perché? Perché gli avrai lasciato intendere che la tua natura di femmina lo riconosce come maschio, che non ti sei accorta di quanto sia un coglione. Rafforza la sua convinzione, che so, digli
Aspettami superman, vado a prepararmi per te…
Una frasetta scema, al suo livello, mentre lo fai accomodare sul divano. Gli offri un drink dove hai sciolto una di quelle bustine che ti ho lasciato prima di partire e te ne vai in camera a preparare tutto. Lui se ne starà buono buono la, ad aspettarti e ad accarezzarsi il cazzo. La sua unica preoccupazione sarà occuparsi del suo arnese, perché vuole averlo ben in tiro quando tornerai, di questo puoi starne certa.
Mentre il cazzone se lo manipola, tu prepari l’occorrente e ti rendi carina, anzi, “appetitosa”. Dopo una ventina di minuti lo troverai semi addormentato, più rincoglionito di quanto non fosse già. Scuotilo ed invitalo a seguirti in camera da letto, ma bada che dovrai aiutarlo ad alzarsi ed a camminare, visto che da solo farebbe al massimo due passi per poi afflosciarsi sul pavimento come un pallone bucato. Arrivata in camera appoggialo con la schiena alla testiera del letto, afferra una delle funi che avevi lasciato sul materasso ed usala come se fosse una cintura per assicurarlo alla struttura. Prendi un altro paio di corde e legagli le caviglie, poi tira di lato facendo in modo che allarghi bene le gambe, prima una e poi l’altra, annodando l'estremità della fune al piede del letto.
Sai quel grosso anello che c’è infisso nel soffitto, forse da cent’anni e che nessuno ha mai saputo dire a cosa servisse? Sì?! Bene, usalo come se fosse una carrucola, e facci passare una corda lunga. Con una delle due estremità che penzolano gli leghi ben stretti i polsi uno contro l’altro, poi tira l’altro capo finché il cazzone non ha le braccia sopra la testa, ben tese. Dovresti fare in modo che sollevi i talloni, quindi, se non hai abbastanza forza, appenditi con tutto il tuo peso. Tranquilla, il gancio sul soffitto terrà, io l’ho fatto tante volte e tu sei più minuta di me. Prendi quei due modellini di piramide che trovi sopra al caminetto e li appoggi sotto i suoi piedi, in modo che quando tenterà di appoggiarli a terra, il tallone finisca sulla punta. Imbavaglialo usando il gag con la pallina e spingigliela bene dentro, poi tira le cinghie e bloccale sulla nuca.
Spoglialo senza slegarlo, tagliando i suoi abiti con una forbice. Quando alla fine lo lascerai andare, sarà divertente farlo uscire di casa con addosso abiti da donna.
Sii paziente... potrai occuparti del suo cazzo solo dopo aver fatto tutto questo. A quel punto glielo ricoprirai con abbondante vaselina, sulla quale spolvererai sabbia. Prendi un preservativo e metti un altro po’ di sabbia nella parte interna, facendo attenzione a che non esca quando glielo appoggerai sulla punta del cazzo. Srotola tutto il preservativo, poi infilane un secondo sul primo, poi un terzo sul secondo e continua con altri fino a che non hai ottenuto un cappuccio di gomma di un certo spessore. Generalmente cinque bastano, ma se sono molto sottili ne serviranno di più. Con quel cappuccio foderato di sabbia, quando glielo farai diventare duro, il cazzone se lo sentirà incapsulato. Una sensazione che aumenterà la sua erezione, contrastata dalla sabbia che invece gli procurerà dolore.
Qualche ora di attesa ed avrai a tua completa disposizione un bambolotto vivente, inoffensivo, che “giocherà” con te in qualsiasi modo vorrai. Sì, devi aspettare che torni in sé, per iniziare e vedrai come il grande scopatore se la fa sotto. Anzi, attenta che potrebbe succedere veramente, quindi farai bene ad’infilargli su per il culo un oggetto che glielo impedisca.
Vuoi sapere cosa devi fare quando si riprende? Per prima cosa parlagli e metti in chiaro la situazione. Che so, digli
“Finalmente ti sei svegliato, bel fusto... iniziavo a sentirmi sola”.
Poi gli vai vicino e premi seno e culo contro il suo corpo nudo. I coglioni non resistono al contatto con le curve ed appena ti strusci contro di loro, si eccitano come scimmie in calore. Continua ad umiliarlo:
Cosa voleva fare questo bambino ieri sera? Voleva impressionare mammina e scoparsela? C'è riuscito, o no?
Contemporaneamente, afferrerai il suo cazzo duro incapsulato con una mano e gli darai un bello strattone. Guardalo e goditi i suoi occhi riempirsi di lacrime. Fagli una sega, sì a quel cazzo prigioniero della gomma e della sabbia, e nel mentre parlagli, prendilo per il culo.
Volevi sbattermi sul letto e scoparmi, amore della mamma?
Schiacciare mammina sotto di te?
Aprirle le gambe col ginocchio e ficcargli il tuo cazzetto duro nella figa?
E' questo che volevi fare, bambino cattivo?
Una scopata e via, lasciandomi poi sola, triste e con la vagina piena di sperma?
Mi lasciavi un piccolo souvenir, così che mi ricordassi di te?
Eh no, carino, questa volta non finirà così. Dovrai restare con mammina finché lei vuole e sarà lei a scopare te, quando ne ha voglia, come preferisce e per tutto il tempo che desidera. Un piccolo dettaglio dolcezza: se ti esce una sola goccia di sperma, ti taglierò le palle, è una promessa!
Per dargli il colpo di grazia gli assesterai una ginocchiata nelle palle. Leccagli i capezzoli, poi inginocchiati fra le sue gambe. Fai scorrere la lingua su e giù, tra la parte inferiore del suo cazzo ed i coglioni, risalendo poi fino al preservativo. Prendi in bocca le palle, giocaci con la lingua, guardalo con un’espressione da troia vogliosa. Vedrai, al cazzone diventerà ancora più duro, finendo per grattugiarsi da solo la pelle delicata del suo arnese.
Ricordagli che sei tu a decidere quando, quanto e come… e dimostraglielo. Non aver paura di fargli male, anche molto male se è necessario. Potresti decidere di appoggiarti con i tacchi a spillo sui suoi piedi, anzi, sulle dita dei piedi. Se piange, ridigli in faccia.
Dopo avergli fatto male, inginocchiati nuovamente tra le sue gambe e guardalo ancora. Regalagli uno sguardo da puttana, quello con gli occhi ben aperti, quasi sbarrati, tipici della della troia che per far venire in fretta il cliente, gli lascia intendere che lo desidera, che lui la eccita veramente.
Certo, se gli passeggi con i tacchi a spillo sui piedi poi il cazzone zoppicherà, ma a te cosa importa? Non è un problema, anzi, sarebbe un vantaggio. Azzoppato ti sarà più facile controllarlo mentre lo libererai dalla posizione in cui l’hai messo. Eh sì, alla fine devi metterlo sul letto od a terra per scopartelo.
Attenta sorellina, quella in cui il cazzone ha le mani libere è la fase più delicata, che va superata con la massima rapidità. Non appena lo hai fatto sdraiare sul letto, bloccagli subito i polsi e fissali alla testiera, dopo farai la stessa cosa con i piedi. Il cazzo viene sempre per ultimo e ti potrai occupare dell’arnese in seguito, con tutta calma, per tutto il tempo che vorrai.
Non c’è fretta e non gli diventerà nemmeno flaccido. Perfino quando gli toglierai il cappuccio resterà in erezione. Pulisci con cura quel cazzo, guarda bene, assicurandti che non sia rimasto nemmeno un granello, o potresti poi farti male tu.
Come esserne sicura? Semplice, se gli fai una sega sarà la sua espressione a rivelarti se è rimasto qualche granello di sabbia o no.
Dammi retta sorellina, e avrai tutto per te un cazzo duro e dritto, benché arrossato e dolorante, con il quale potrai fare ciò che preferisci, dipende solo dai tuoi gusti. Personalmente amo prendermela comoda e regalare al mio cazzone di turno giornate intere di sofferenza. Assapora un buon cazzo, che trattato come ti ho descritto ricorderà il latte condensato, soltanto un po' salato. Cavalcalo e scopati il tuo bambolotto, strizzagli il pene con i muscoli della vagina, ma prima di cominciare a fartelo, devi avvertirlo ed intimidirlo:
Se vieni ti taglio le palle, testa di cazzo che non sei altro.
Legagli lo scroto. Con cosa? Io usavo del sottile filo elettrico che mi sono fatta regalare dall'operaio dei telefoni quando ha installato la nuova linea, in cantina dovrebbe essercene ancora. Per il “bambolotto” sarà doloroso, ma se non può impedirgli di eiaculare, almeno tratterrà all'interno la maggior parte della sborrata. Fa tutto perché si trattenga, altrimenti perdi il suo rispetto e sarà andato sprecato una buona parte del tempo che gli hai dedicato. Se riesci a non farlo venire, invece, come normalmente capita trattandolo così, lo trasformerai nel tuo schiavo sessuale. Da quel momento, il suo cervellino non riuscirà a pensare ad altro che a te, e tutto lo spazio esistente fra le sue orecchie verrà occupato dal ricordo dell’esperienza che gli hai fatto provare.
Credimi sorellina, scegli il cazzone che ti piace e trasformalo nel tuo cagnolino. Deve dipendere da te e vedrai che mangerà dalla tua mano senza mai morderla, che sarà sempre attentissimo ad un tuo minimo gesto. Promettigli che, se farà il bravo, un giorno gli darai il permesso di venire, così lui s’impegnerà allo spasimo, poi, purtroppo per lui, quel giorno non verrà mai. Non chiamarlo con il suo nome, ma affibbiagliene uno sia umiliante per lui. Non è così difficile come potresti pensare. Se non ti viene in mente nulla e sai che lui sente “macho”, ad esempio, ti basterà usare la versione al femminile del suo vero nome. Lo farai sentire una nullità.
Con tanto amore, la tua sorella maggiore
Conchita
Ho finito di leggere la lettera e sono rimasto senza parole. La mia grande fantasia non ha saputo stare al passo della realtà. Bill mi guarda con un sorriso sardonico.
Allora Joe, hai capito che razza di culo ho avuto?
In che senso?
Faccio finta di non comprendere per dar modo a Bill di spiegare tutto.
Nel senso che l’ho affrontata, mostrandole la lettera che avevo trovato a terra.
E lei?
Non ha nemmeno abbassato lo sguardo. L’espressione che aveva assunto lasciava trasparire solo una cosa.
Cioe?
Che si stava rimproverando per la sua imperdonabile distrazione.
Tu cosa le hai detto?
Nulla, solo di seguirmi.
E dove l’hai portata?
Sotto, nella taverna.
Quella con le “attrezzature”?
Sì.
E lei?
Mi ha sorriso.
E tu?
Anch’io.
Insomma, Bill, vi eravate capiti al volo.
Già, proprio così.
Quindi, cosa le hai detto?
Che mi serviva una donna delle pulizie discreta, che non “vedesse”, né facesse domande. Che a quelle condizioni il posto era suo. Volevo accettasse, così aggiunsi il benefit dell’appartamento, autorizzandola anche ad usarlo come meglio credeva, nel suo giorno libero.
Mentre Bill termina la spiegazione, si sentono dei passi, tacchi di stivali. Ho ancora in mano la lettera quando lui quasi me la strappa di mano e va a riporla nel cassetto, chiudendolo rapidamente. Qualcuno bussa alla porta del salottino privato, intuisco che può essere solo Conchita. Il mio amico esclama “avanti”. Un attimo dopo, nella stanza compare una figura femminile nuda, con le gambe inguainate in un paio di stivali altissimi. Mi guarda senza scomporsi, benchè non fosse preparata alla mia presenza. Sto zitto ma non abbasso lo sguardo, lei fa lo stesso. Bill risolve la situazione.
Conchita… questo è il mio più caro amico, Joe. Lui ed io siamo come fratelli, anzi di più. Sa bene delle mie “inclinazioni” e non lo disturbano, perchè un po' sono anche le sue. Puoi parlare liberamente. Stai forse avendo problemi ?
Nessun problema Sir, volevo soltanto avvisarla che il tizio si sta svegliando solo ora. Il trattamento che ho intenzione di somministrargli richiede altre 4 ore. Può fare a meno dei miei servizi fino alle 14 di domani?
Va bene Conchita, però Joe ed io siamo curiosi. Vuoi dirci cos’hai in mente?
Per nulla imbarazzata, la donna inizia a descriverci cosa farà all’idiota, mostrando di avere le idee chiare e molta esperienza.
Ora si sta svegliando e fra poco dovrò occuparmi di lui. Lo legherò sul letto ad X e dopo essermelo scopato mi siederò sulla sua faccia, con la figa contro la sua bocca. Gli ho già messo una museruola, il bavaglio che mi ha regalato lei, Sir.
Parli di quello con il grosso anello che va incastrato fra i denti, e che garantisce dal rischio di essere morsi, anche involontariamente?
Si quello. Dovrà spingere la lingua e leccarmi come si deve, quindi meglio non correre rischi. Ho anche in mente di legare uno spago intorno al suo cazzo, appena sotto al glande. Mentre mi lecca, terrò in mano l’altra estremità e se non si darà da fare, se non mi farà venire almeno cinque volte, allora tirerò lo spago senza pietà.
Sia Bill che io la guardiamo, le è evidente che vogliamo sapere anche il resto
Dopo mi sposterò un po’ indietro per farmi leccare anche il buco del culo. Sono quasi certa che resterà tutto il tempo con il cazzo dritto e duro come di più non potrebbe?
Bill le domanda perché?
Perché gl’imbecilli come quello son fatti così. Gli leccherò le palle, gli succhierò i capezzoli e gli permetterò di mettermi la lingua in bocca, ma guai a lui se oserà sborrare. Alla fine, penso tra due o tre ore, quando mi sarò sollazzata abbastanza e deciderò di dormire, ne farò il mio scendiletto e lo terrò nudo come un verme sul pavimento. I polsi ammanettati dietro la schiena ed un plug nel culo. Intorno al collo avrà una pesante catena serrata da un lucchetto, che dall’altra parte sarà agganciata al telaio del letto. Se Sir non ha nulla in contrario, vorrei tenerlo per qualche giorno ed “usarlo”, beninteso quando sarò fuori servizio.
Va bene Conchita, permesso accordato.
La donna abbozza un sorriso e sta per uscire dalla stanza. Mi è chiara l’indole di Conchita e perché stia facendo quel che ho visto, ma non comprendo come sia finito li il tizio che si sta “lavorando”. Sono curioso di venirne a conoscenza, ma vedo che Bill ha in mente di tenermi qualche altro minuto in sospeso prima di rivelarmelo.
Altro Delords, Joe.
Smettila Bill. Tu o Conchita potreste spiegarmi com’è arrivato qui il padre delle puledre. E’ stata un’idea del mio amico? Cos’è, una gratifica per lei?
La donna si volta in direzione di Bill, che le fa capire di autorizzarla a a parlare.
Non è come ha immaginato, signor Joe. Avevo avuto l’incarico di sorvegliare la figlia minore dell’imbecille, il tizio che ha perso tutto giocando a poker con Sir, penso che questo lo sappia già.
Le faccio un cenno di assenso, poi un altro perché prosegua.
Dopo aver sorvegliato che la garanzia di Sir rimanesse disponibile, il mio compito era di riportare l’idiota a casa sua. Da cazzone qual è, il tizio mi vede e nonostante quello che gli è successo, anziché essere preoccupato per la figlia, dato che sono una bella donna si sente in dovere di provarci. Quando ha iniziato a fare il cretino mi sono detta, perché no? Cervello ne ha poco, ma fisicamente è un uomo di mezz’età attraente. Ho il posto adatto ed il permesso di Sir, nessuna delle figlie lo cercherà.
Bangkok, 22 Settembre 2008. Nella villa con parco di Sir William R., ricco nobile inglese residente in Thailandia ormai da molti anni.
Ho prolungato le vacanze e sarò ospite di Bill nella sua villa, per quello che si profila come uno dei weekend più memorabili della mia vita. Non vede l’ora che glielo chieda, quindi, gli domando come mai anche l’idiota, ovvero il tizio che ha spennato a poker, insomma il padre della “puledra” e della “puledrina”, sia finito li, nelle grinfie di Conchita. Donna certamente discreta ed “esecutrice”, e visto il “delicato” incarico di “strigliare” la puledra, anche avvezza a non porsi domande. L’immaginavo bassa, grassoccia e bruttina, lo stereotipo della donna delle pulizie, invece ha un fisico da urlo e sembra avere un’indole affine a quella del mio amico. Inizio a pensare che, oltre ad “assisterlo” in frangenti così particolari, possa essere arrivata al punto da diventare la sua musa ispiratrice.
Vieni Joe, ti spiegherò tutto nella mia camera.
Perché nella tua camera, non staremmo più comodi qui in salotto?
Meglio nel mio salottino privato. Seguimi.
Mi fa accomodare in una sedia da ufficio, poi prosegue verso un antico scrittoio ed infila la sua mano sotto il pianale, facendo scattare un meccanismo che apre un cassetto segreto. Mi domando cosa ci sarà dentro, ma desisto ancor prima di aprir bocca. Sarebbe una domanda superflua, tanto è evidente il suo desiderio di raccontarmi tutto.
Sai Joe, Conchita abita qui, in un appartamento di questo piano. Un anno fa, appena arrivata dall’Argentina, doveva trovare una sistemazione, così, mentre cercava casa, le dissi che poteva rimanere finché non avesse risolto.
Bill, perdonami, ma non riesco a trovare il filo conduttore. Cosa c’entra quello che mi stai dicendo con le persone e gli avvenimenti che ho visto in quella stanza?
C’entra Joe, c’entra. Vuoi qualcosa da bere, intanto?
Perchè no Bill, cosa mi offri?
Armagnac ? Ho un Delords del 1969... solo per i veri amici.
Perfetto, mi piacciono le rarità.
Inizia a parlare nel momento stesso in cui mi porge il Delords.
Conosci la mia indole… diciamo un po’ particolare... però sai che sono anche estremamente prudente. Avevo messo da parte certe mie “inclinazioni”, ma la sorte ha voluto premiarmi mandandomi Conchita.
Sinceramente, Bill, continuo a non capire.
Al tuo posto nemmeno io capirei… me la sto tirando un po’, vero Joe?
Senz’offesa, ma direi proprio di sì.
Arriva questa Conchita e mi piace, perché ha un gran bell’aspetto e sembra anche un tipo riservato. Bene mi dico, intanto l’assumo, poi, se vedrò che le cose non girano a dovere, potrò sempre licenziarla.
Dato che è ancora qui, ne deduco che tutto abbia “girato a dovere”. Vero Bill?
Come ti ho accennato, l’ospitavo temporaneamente per darle modo di avere un posto in cui stare mentre cercava un alloggio. Il giorno seguente al suo arrivo, mentre lei era in giro per la città, passando vicino alla stanza in cui le avevo detto di sistemarsi, faccio caso ad un foglio di carta che vedo a terra. Lo raccolgo e leggo. Secondo te cosa c’era scritto?
Uh… anche gl’indovinelli, Bill?
Ve bene amico, smetto di tirarmela, mi perdoni?
Si, purché inizi a raccontare.
Allora, quel foglio era una lettera per la sorella minore, uno scritto che doveva spedirle, o forse, solo una prima stesura di una che le aveva già spedito. Leggerla è stato “folgorante”.
Cosa c’era scritto?
Lo vedo tornare verso lo scrittoio, rovistare nel cassetto segreto ed estrarre un foglio da sotto una pila di documenti.
Ecco Joe, questa è la fotocopia di quella lettera. Leggi tu stesso cosa scriveva.
Cara sorellina,
lavorerò nella grande villa di Sir William, un distinto nobile inglese di bell’aspetto, che mi sta ospitando a casa sua, in attesa che io trovi una sistemazione in città. Posso dire che il mio nuovo datore di lavoro mi piace. Ad istinto, direi che è uno con le palle, uno dei pochi uomini veri che mi è capitato d’incontrare nella mia vita.
Ma veniamo a te, perché quanto hai scritto nella tua ultima lettera mi ha fatto preoccupare molto.
Hai ragione, la maggior parte degli uomini sono creature superficiali ed inaffidabili, che non meriterebbero nemmeno di vivere, tu però sei una donna intelligente e non puoi continuare così, permettendo che uomini senza attributi ti facciano del male.
Credimi, l’unica cosa per la quale una donna ha davvero bisogno di un maschio possiamo ottenerla senza dover sopportare tutto il resto, non ha alcun senso innamorarsi di un cretino traditore per giustificare i bisogni delle nostre tempeste ormonali. Sei intelligente, non sei più una ragazzina, e se ci pensi vedrai che ho ragione.
Procurarti ciò di cui hai bisogno è facile, specialmente per una ragazza giovane e bella come te.
Al mondo c’è abbondanza di coglioni e cazzoni, e non parlo solo in senso figurato. Sai benissimo che ti basta uno sguardo, un sorriso… e lui, il coglione qualunque che vedi al bar, non potrà fare a meno di offrirti qualcosa da bere. Tutto quello che devi fare, a quel punto, è aiutarlo a caricarsi come una molla. E’ la natura che ha programmato così i cazzoni ed a te basta darle una mano. Come? Ma portandotelo a casa.
Cosa dirgli? Ad esempio...
No, non qui. Meglio da me, non trovi?
Così ti risparmi anche la spesa del taxi, perché è certo che dopo averti pagato un drink, lui si offrirà anche di accompagnarti con l’auto, e se non l’ha, pagherà lui la corsa del taxi.
Entrati in casa parcheggialo in salotto adulandolo, e vedrai che se ne starà buono li, sul divano dove l’hai messo. Perché? Perché gli avrai lasciato intendere che la tua natura di femmina lo riconosce come maschio, che non ti sei accorta di quanto sia un coglione. Rafforza la sua convinzione, che so, digli
Aspettami superman, vado a prepararmi per te…
Una frasetta scema, al suo livello, mentre lo fai accomodare sul divano. Gli offri un drink dove hai sciolto una di quelle bustine che ti ho lasciato prima di partire e te ne vai in camera a preparare tutto. Lui se ne starà buono buono la, ad aspettarti e ad accarezzarsi il cazzo. La sua unica preoccupazione sarà occuparsi del suo arnese, perché vuole averlo ben in tiro quando tornerai, di questo puoi starne certa.
Mentre il cazzone se lo manipola, tu prepari l’occorrente e ti rendi carina, anzi, “appetitosa”. Dopo una ventina di minuti lo troverai semi addormentato, più rincoglionito di quanto non fosse già. Scuotilo ed invitalo a seguirti in camera da letto, ma bada che dovrai aiutarlo ad alzarsi ed a camminare, visto che da solo farebbe al massimo due passi per poi afflosciarsi sul pavimento come un pallone bucato. Arrivata in camera appoggialo con la schiena alla testiera del letto, afferra una delle funi che avevi lasciato sul materasso ed usala come se fosse una cintura per assicurarlo alla struttura. Prendi un altro paio di corde e legagli le caviglie, poi tira di lato facendo in modo che allarghi bene le gambe, prima una e poi l’altra, annodando l'estremità della fune al piede del letto.
Sai quel grosso anello che c’è infisso nel soffitto, forse da cent’anni e che nessuno ha mai saputo dire a cosa servisse? Sì?! Bene, usalo come se fosse una carrucola, e facci passare una corda lunga. Con una delle due estremità che penzolano gli leghi ben stretti i polsi uno contro l’altro, poi tira l’altro capo finché il cazzone non ha le braccia sopra la testa, ben tese. Dovresti fare in modo che sollevi i talloni, quindi, se non hai abbastanza forza, appenditi con tutto il tuo peso. Tranquilla, il gancio sul soffitto terrà, io l’ho fatto tante volte e tu sei più minuta di me. Prendi quei due modellini di piramide che trovi sopra al caminetto e li appoggi sotto i suoi piedi, in modo che quando tenterà di appoggiarli a terra, il tallone finisca sulla punta. Imbavaglialo usando il gag con la pallina e spingigliela bene dentro, poi tira le cinghie e bloccale sulla nuca.
Spoglialo senza slegarlo, tagliando i suoi abiti con una forbice. Quando alla fine lo lascerai andare, sarà divertente farlo uscire di casa con addosso abiti da donna.
Sii paziente... potrai occuparti del suo cazzo solo dopo aver fatto tutto questo. A quel punto glielo ricoprirai con abbondante vaselina, sulla quale spolvererai sabbia. Prendi un preservativo e metti un altro po’ di sabbia nella parte interna, facendo attenzione a che non esca quando glielo appoggerai sulla punta del cazzo. Srotola tutto il preservativo, poi infilane un secondo sul primo, poi un terzo sul secondo e continua con altri fino a che non hai ottenuto un cappuccio di gomma di un certo spessore. Generalmente cinque bastano, ma se sono molto sottili ne serviranno di più. Con quel cappuccio foderato di sabbia, quando glielo farai diventare duro, il cazzone se lo sentirà incapsulato. Una sensazione che aumenterà la sua erezione, contrastata dalla sabbia che invece gli procurerà dolore.
Qualche ora di attesa ed avrai a tua completa disposizione un bambolotto vivente, inoffensivo, che “giocherà” con te in qualsiasi modo vorrai. Sì, devi aspettare che torni in sé, per iniziare e vedrai come il grande scopatore se la fa sotto. Anzi, attenta che potrebbe succedere veramente, quindi farai bene ad’infilargli su per il culo un oggetto che glielo impedisca.
Vuoi sapere cosa devi fare quando si riprende? Per prima cosa parlagli e metti in chiaro la situazione. Che so, digli
“Finalmente ti sei svegliato, bel fusto... iniziavo a sentirmi sola”.
Poi gli vai vicino e premi seno e culo contro il suo corpo nudo. I coglioni non resistono al contatto con le curve ed appena ti strusci contro di loro, si eccitano come scimmie in calore. Continua ad umiliarlo:
Cosa voleva fare questo bambino ieri sera? Voleva impressionare mammina e scoparsela? C'è riuscito, o no?
Contemporaneamente, afferrerai il suo cazzo duro incapsulato con una mano e gli darai un bello strattone. Guardalo e goditi i suoi occhi riempirsi di lacrime. Fagli una sega, sì a quel cazzo prigioniero della gomma e della sabbia, e nel mentre parlagli, prendilo per il culo.
Volevi sbattermi sul letto e scoparmi, amore della mamma?
Schiacciare mammina sotto di te?
Aprirle le gambe col ginocchio e ficcargli il tuo cazzetto duro nella figa?
E' questo che volevi fare, bambino cattivo?
Una scopata e via, lasciandomi poi sola, triste e con la vagina piena di sperma?
Mi lasciavi un piccolo souvenir, così che mi ricordassi di te?
Eh no, carino, questa volta non finirà così. Dovrai restare con mammina finché lei vuole e sarà lei a scopare te, quando ne ha voglia, come preferisce e per tutto il tempo che desidera. Un piccolo dettaglio dolcezza: se ti esce una sola goccia di sperma, ti taglierò le palle, è una promessa!
Per dargli il colpo di grazia gli assesterai una ginocchiata nelle palle. Leccagli i capezzoli, poi inginocchiati fra le sue gambe. Fai scorrere la lingua su e giù, tra la parte inferiore del suo cazzo ed i coglioni, risalendo poi fino al preservativo. Prendi in bocca le palle, giocaci con la lingua, guardalo con un’espressione da troia vogliosa. Vedrai, al cazzone diventerà ancora più duro, finendo per grattugiarsi da solo la pelle delicata del suo arnese.
Ricordagli che sei tu a decidere quando, quanto e come… e dimostraglielo. Non aver paura di fargli male, anche molto male se è necessario. Potresti decidere di appoggiarti con i tacchi a spillo sui suoi piedi, anzi, sulle dita dei piedi. Se piange, ridigli in faccia.
Dopo avergli fatto male, inginocchiati nuovamente tra le sue gambe e guardalo ancora. Regalagli uno sguardo da puttana, quello con gli occhi ben aperti, quasi sbarrati, tipici della della troia che per far venire in fretta il cliente, gli lascia intendere che lo desidera, che lui la eccita veramente.
Certo, se gli passeggi con i tacchi a spillo sui piedi poi il cazzone zoppicherà, ma a te cosa importa? Non è un problema, anzi, sarebbe un vantaggio. Azzoppato ti sarà più facile controllarlo mentre lo libererai dalla posizione in cui l’hai messo. Eh sì, alla fine devi metterlo sul letto od a terra per scopartelo.
Attenta sorellina, quella in cui il cazzone ha le mani libere è la fase più delicata, che va superata con la massima rapidità. Non appena lo hai fatto sdraiare sul letto, bloccagli subito i polsi e fissali alla testiera, dopo farai la stessa cosa con i piedi. Il cazzo viene sempre per ultimo e ti potrai occupare dell’arnese in seguito, con tutta calma, per tutto il tempo che vorrai.
Non c’è fretta e non gli diventerà nemmeno flaccido. Perfino quando gli toglierai il cappuccio resterà in erezione. Pulisci con cura quel cazzo, guarda bene, assicurandti che non sia rimasto nemmeno un granello, o potresti poi farti male tu.
Come esserne sicura? Semplice, se gli fai una sega sarà la sua espressione a rivelarti se è rimasto qualche granello di sabbia o no.
Dammi retta sorellina, e avrai tutto per te un cazzo duro e dritto, benché arrossato e dolorante, con il quale potrai fare ciò che preferisci, dipende solo dai tuoi gusti. Personalmente amo prendermela comoda e regalare al mio cazzone di turno giornate intere di sofferenza. Assapora un buon cazzo, che trattato come ti ho descritto ricorderà il latte condensato, soltanto un po' salato. Cavalcalo e scopati il tuo bambolotto, strizzagli il pene con i muscoli della vagina, ma prima di cominciare a fartelo, devi avvertirlo ed intimidirlo:
Se vieni ti taglio le palle, testa di cazzo che non sei altro.
Legagli lo scroto. Con cosa? Io usavo del sottile filo elettrico che mi sono fatta regalare dall'operaio dei telefoni quando ha installato la nuova linea, in cantina dovrebbe essercene ancora. Per il “bambolotto” sarà doloroso, ma se non può impedirgli di eiaculare, almeno tratterrà all'interno la maggior parte della sborrata. Fa tutto perché si trattenga, altrimenti perdi il suo rispetto e sarà andato sprecato una buona parte del tempo che gli hai dedicato. Se riesci a non farlo venire, invece, come normalmente capita trattandolo così, lo trasformerai nel tuo schiavo sessuale. Da quel momento, il suo cervellino non riuscirà a pensare ad altro che a te, e tutto lo spazio esistente fra le sue orecchie verrà occupato dal ricordo dell’esperienza che gli hai fatto provare.
Credimi sorellina, scegli il cazzone che ti piace e trasformalo nel tuo cagnolino. Deve dipendere da te e vedrai che mangerà dalla tua mano senza mai morderla, che sarà sempre attentissimo ad un tuo minimo gesto. Promettigli che, se farà il bravo, un giorno gli darai il permesso di venire, così lui s’impegnerà allo spasimo, poi, purtroppo per lui, quel giorno non verrà mai. Non chiamarlo con il suo nome, ma affibbiagliene uno sia umiliante per lui. Non è così difficile come potresti pensare. Se non ti viene in mente nulla e sai che lui sente “macho”, ad esempio, ti basterà usare la versione al femminile del suo vero nome. Lo farai sentire una nullità.
Con tanto amore, la tua sorella maggiore
Conchita
Ho finito di leggere la lettera e sono rimasto senza parole. La mia grande fantasia non ha saputo stare al passo della realtà. Bill mi guarda con un sorriso sardonico.
Allora Joe, hai capito che razza di culo ho avuto?
In che senso?
Faccio finta di non comprendere per dar modo a Bill di spiegare tutto.
Nel senso che l’ho affrontata, mostrandole la lettera che avevo trovato a terra.
E lei?
Non ha nemmeno abbassato lo sguardo. L’espressione che aveva assunto lasciava trasparire solo una cosa.
Cioe?
Che si stava rimproverando per la sua imperdonabile distrazione.
Tu cosa le hai detto?
Nulla, solo di seguirmi.
E dove l’hai portata?
Sotto, nella taverna.
Quella con le “attrezzature”?
Sì.
E lei?
Mi ha sorriso.
E tu?
Anch’io.
Insomma, Bill, vi eravate capiti al volo.
Già, proprio così.
Quindi, cosa le hai detto?
Che mi serviva una donna delle pulizie discreta, che non “vedesse”, né facesse domande. Che a quelle condizioni il posto era suo. Volevo accettasse, così aggiunsi il benefit dell’appartamento, autorizzandola anche ad usarlo come meglio credeva, nel suo giorno libero.
Mentre Bill termina la spiegazione, si sentono dei passi, tacchi di stivali. Ho ancora in mano la lettera quando lui quasi me la strappa di mano e va a riporla nel cassetto, chiudendolo rapidamente. Qualcuno bussa alla porta del salottino privato, intuisco che può essere solo Conchita. Il mio amico esclama “avanti”. Un attimo dopo, nella stanza compare una figura femminile nuda, con le gambe inguainate in un paio di stivali altissimi. Mi guarda senza scomporsi, benchè non fosse preparata alla mia presenza. Sto zitto ma non abbasso lo sguardo, lei fa lo stesso. Bill risolve la situazione.
Conchita… questo è il mio più caro amico, Joe. Lui ed io siamo come fratelli, anzi di più. Sa bene delle mie “inclinazioni” e non lo disturbano, perchè un po' sono anche le sue. Puoi parlare liberamente. Stai forse avendo problemi ?
Nessun problema Sir, volevo soltanto avvisarla che il tizio si sta svegliando solo ora. Il trattamento che ho intenzione di somministrargli richiede altre 4 ore. Può fare a meno dei miei servizi fino alle 14 di domani?
Va bene Conchita, però Joe ed io siamo curiosi. Vuoi dirci cos’hai in mente?
Per nulla imbarazzata, la donna inizia a descriverci cosa farà all’idiota, mostrando di avere le idee chiare e molta esperienza.
Ora si sta svegliando e fra poco dovrò occuparmi di lui. Lo legherò sul letto ad X e dopo essermelo scopato mi siederò sulla sua faccia, con la figa contro la sua bocca. Gli ho già messo una museruola, il bavaglio che mi ha regalato lei, Sir.
Parli di quello con il grosso anello che va incastrato fra i denti, e che garantisce dal rischio di essere morsi, anche involontariamente?
Si quello. Dovrà spingere la lingua e leccarmi come si deve, quindi meglio non correre rischi. Ho anche in mente di legare uno spago intorno al suo cazzo, appena sotto al glande. Mentre mi lecca, terrò in mano l’altra estremità e se non si darà da fare, se non mi farà venire almeno cinque volte, allora tirerò lo spago senza pietà.
Sia Bill che io la guardiamo, le è evidente che vogliamo sapere anche il resto
Dopo mi sposterò un po’ indietro per farmi leccare anche il buco del culo. Sono quasi certa che resterà tutto il tempo con il cazzo dritto e duro come di più non potrebbe?
Bill le domanda perché?
Perché gl’imbecilli come quello son fatti così. Gli leccherò le palle, gli succhierò i capezzoli e gli permetterò di mettermi la lingua in bocca, ma guai a lui se oserà sborrare. Alla fine, penso tra due o tre ore, quando mi sarò sollazzata abbastanza e deciderò di dormire, ne farò il mio scendiletto e lo terrò nudo come un verme sul pavimento. I polsi ammanettati dietro la schiena ed un plug nel culo. Intorno al collo avrà una pesante catena serrata da un lucchetto, che dall’altra parte sarà agganciata al telaio del letto. Se Sir non ha nulla in contrario, vorrei tenerlo per qualche giorno ed “usarlo”, beninteso quando sarò fuori servizio.
Va bene Conchita, permesso accordato.
La donna abbozza un sorriso e sta per uscire dalla stanza. Mi è chiara l’indole di Conchita e perché stia facendo quel che ho visto, ma non comprendo come sia finito li il tizio che si sta “lavorando”. Sono curioso di venirne a conoscenza, ma vedo che Bill ha in mente di tenermi qualche altro minuto in sospeso prima di rivelarmelo.
Altro Delords, Joe.
Smettila Bill. Tu o Conchita potreste spiegarmi com’è arrivato qui il padre delle puledre. E’ stata un’idea del mio amico? Cos’è, una gratifica per lei?
La donna si volta in direzione di Bill, che le fa capire di autorizzarla a a parlare.
Non è come ha immaginato, signor Joe. Avevo avuto l’incarico di sorvegliare la figlia minore dell’imbecille, il tizio che ha perso tutto giocando a poker con Sir, penso che questo lo sappia già.
Le faccio un cenno di assenso, poi un altro perché prosegua.
Dopo aver sorvegliato che la garanzia di Sir rimanesse disponibile, il mio compito era di riportare l’idiota a casa sua. Da cazzone qual è, il tizio mi vede e nonostante quello che gli è successo, anziché essere preoccupato per la figlia, dato che sono una bella donna si sente in dovere di provarci. Quando ha iniziato a fare il cretino mi sono detta, perché no? Cervello ne ha poco, ma fisicamente è un uomo di mezz’età attraente. Ho il posto adatto ed il permesso di Sir, nessuna delle figlie lo cercherà.
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