Il mio primo approccio al terzo sesso

di
genere
prime esperienze

Stavo tornando a casa dopo una festa di compleanno di un mio carissimo amico. Mi ero divertito a dismisura e avevo anche bevuto un pò, ma l'alcool non era troppo e mi permise ancora di restare piuttosto lucido per poter mettermi al volante. Percorrevo la statale completamente poco illuminata e deserta, vista l'ora mi sarei sorpreso di trovare qualcun altro in giro, accarezzato da un pensiero che ormai era diventato quasi un'ossessione. Rimuginavo su quanto fosse bello provare un'esperienza con un trans e ciò mi aveva portato a vagare in giro per la rete alla ricerca di annunci, ma non avevo mai avuto il coraggio di andare oltre. Quella notte però cambiò tutto quando i fari dell'auto di mia madre illuminarono ciò che faceva proprio al caso mio. Una creatura insolita mi dava le spalle coperta da un intimo nero e passeggiava lentamente sul ciglio della strada. Sfoderava un sedere sodo e appariscente messo in risalto dalle sue mutandine che le lasciavano scoperte solo le natiche. Era perfetta e sembrava a suo agio in quei tacchi che indossava così come in quel suo corpo formoso e femminile che lasciava intravedere anche qualche lineamento maschile. Le spalle per esempio, erano un pò troppo larghe per essere femminili così come il suo volto, non appena si girò. La sua mascella ricordava vagamente quella di un uomo se ci si faceva ben caso anche se quelle labbra carnose e risaltate da un rossetto rosso cremisi facevano passare in secondo piano tutto il resto. Sembravano deliziosamente perfette per un pompino. Complice l'alcool mi accostai fermandoni qualche metro oltre, accesi la luce nell'abitacolo e tirai giù il finestrino, venendo colpito da un'arietta fresca ed estiva. La tensione che stavo provando era alle stelle; ero nervoso, volevo andarmene, sapevo che avevo fatto una cavolata, chissà cosa avrebbero pensato gli altri se lo fossero venuti a scoprire... Proprio in quel momento fui interrotto da lei che si avvicinò elegantemente al finestrino, si chinò permettendo al suo faccino di essere chiaramente visibile ai miei occhi così come la sua voluminosa scollatura. Aveva dei bei seni, piccolini ma che ben si adattavano con il suo sedere. Mi chiese se ero in panne o avevo bisogno di compagnia e io ci misi qualche tempo a rispondere; l'eccitazione montava in me sempre più galoppante, rendendomi sempre più timido, fino alla domanda cloue. "Posso salire, non vorrei attirare altre attenzioni..." Ebbi un tuffo al cuore, complice l'alcool le aprii lo sportello. Non sapevo il suo nome ma se glielo avessi chiesto lei mi avrebbe sicuramente rifilato qualcosa inventato sul momento. Non c'era la minima amicizia tra di noi, solo quel desiderio forse reciproco di provare piacere. Si mise a sedere affianco a me rendendomi intrattabile. Mi sentivo a disagio, sentivo come se qualcosa non andasse mentre istintivamente sapevo di aver fatto la scelta giusta. Quando mi chiese che cosa volevo fare ebbi come un blocco. Non sapevo se fare un rapporto completo o provare solo un magico fellatio come immaginavo da tempo. Decisi di andarci cauto, piuttosto cauto. "Un pompino, me a te". La mia voce tremava, la sua era stabile e rassicurante. Quelle vaghe sfumature maschili mi stavano facendo impazzire, mi fece anche un prezzo di favore essendo la mia prima volta. Io ero incredulo di ciò che stavo combinando, rimasi interdetto quando sfodero il suo pene dalle mutandine; le sue dimensioni erano nella norma ma era la sua larghezza il punto di forza. Caldo e soddisfacente tra le mani, cominciai timidamente con una masturbazione lenta che fu efficace però nello sciogliere gli indugi. Ci sputai sopra esattamente come mi consigliò lei, poi affondai la mia bocca su di esso. Averlo tra le labbra fu indescrivibile, ancora oggi ne sento il sapore, la turgida capella bagnata dalla saliva che scivola e che spompino con grande piacere... Lei mi fece accorgere che non ero così esperto come credevo, i miei denti strisciavano leggermente e mi diede alcuni suggerimenti. Riuscii a correggermi dopo qualche nuova suzione, provando ancora più piacere... Non so se lei stava effettivamente godendo ma ansimò e gemette, più lo faceva e più il suo membro sussultva nel mio palato finché non arrivò al culmine. Mi tenne bloccato, riempendomi la bocca con il suo nettare caldo. Lo soppesai mentre la guardai negli occhi, decidendo poi di inghiottirlo. Era la prima volta che bevevo lo sperma di qualcun altro e lei sembrò soddisfatta. Mi sorridse, avevamo finito, perciò pagai e lei scese dall'auto. Mi lasciò solo dopo avermi salutato, non era durato moltissimo ma era stato intenso e finii col masturbarmi piacevolmente ripensando all'accaduto. Mi rimisi in viaggio verso casa con la mia sessualità in subbuglio e le emozioni fuori posto.
scritto il
2019-04-26
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