Eva 4

di
genere
sadomaso

Subito dopo pranzo mi recai da Angelica trovandola sdraiata a letto in condizioni penose.
“Che cosa ti è successo '” le chiesi allarmata dal suo stato.
“Penso che mi abbia fatto male qualcosa mangiato ieri sera in una cena di lavoro.” mi rispose toccandosi la pancia “Non puoi neanche immaginare quante volte sia andata al bagno....”
“Ma hai preso qualcosa ?”
“Si un paio di antidiarroici, però mi sento uno straccio lo stesso.”
“Se vuoi torno un'altra volta ?”
“No almeno mi fai un po' di compagnia, e poi voglio sapere tutto di ieri sera.”
Le raccontai della serata passata con Tara, e di come ormai fosse totalmente sotto il mio controllo.
“Anzi dovrei dire del nostro, dato che la troia ha accettato di averti come padrona pur di non perdermi, pensa tu a che punto di sottomissione è arrivata !”
“Non vedo l'ora di averla fra le mie mani quella puttana !” mi disse infervorandosi “Voglio romperle il culo infilandoci dentro tutto il braccio, e usare le sue tette come straccio per il pavimento.”
“Per come stai adesso forse le potresti giusto fare un ditalino.” le risposi ridendo.
“Hai proprio ragione.” replicò ridendo anche lei “C'è una domanda che però volevo farti da tempo, come sei diventata una Mistress ?”
“Ma io non lo sono, o almeno non più da anni.”
“Dai non cercare di raccontarmi delle frottole ! Si vede lontano un miglio che sei una Domina.”
“E' una storia un po' lunga, ma visto che sei indisposta hai del tempo per sentirla.”
“Certo però comincia dall'inizio e non tralasciare i particolari.”
“Sin dalle superiori mi resi conto di avere una certa predisposizione per la dominazione, a scuola usavo i miei compagni, ma anche le ragazze, per avere i voti migliori. Il bello è che mi era per così dire naturale comportarmi in quel modo, solo quando mi trovavo a letto con qualche ragazza non avevo voglia di fare la superiore, ma volevo solo godere.
Perchè fra il pelo ed il pene ho capito ben presto di preferire il primo, gli uomini sono così meccanici, mentre fra noi donne nasce subito un'intesa mentale che dona molto più piacere, anche senza fare poi grandi cose.
In ogni caso al primo anno d'università persi la testa per Mark, dire che era bello è riduttivo, una vera statua rinascimentale. Peccato che non mi considerasse per nulla, ma del resto eravamo in molte a sbavargli dietro, ricevendo tutte lo stesso trattamento, cioè l'indifferenza.
Io però ero la più determinata a farmelo, così con l'aiuto di una amica riuscii a portarlo nel mio piccolo appartamento, e li non gli diedi neanche il tempo di respirare che gli saltai addosso come un'assatanata . Lui rimase di stucco, ma non come me quando gli tirai giù i pantaloni della tuta.”
“Perchè ?”
“Perchè aveva un cazzo piccolissimo, più o meno come il mio dito, insomma una schifezza buona a nulla.”
“Immagino la delusione.” mi chiese Angelica sorridendo.
“Più che altro la rabbia, insomma mi ero fatta in quattro per averlo tutto per me e ora non sapevo che farci. Forse fu proprio la rabbia a farmi urlare 'Leccami i piedi inutile', ma il bello è che lui si inginocchio e prese davvero a baciarmi i piedi. Passai così il mio primo pomeriggio con uno schiavo, mentre lui nudo a terra mi leccava e baciava i piedi, io mi masturbai insultandolo in continuazione, insomma nulla di che ma fu pur un inizio.
“E poi ?”
“Poi ci fidanzammo, ma tranquilla fu solo per facciata in fondo faceva comodo a tutte e due mostrarsi come una normale coppia di ragazzi. Io quando potevo non mi lasciavo certo perdere l'occasione di farmi qualche coetanea o ancor meglio qualche donna più grande, insomma la fedeltà non rientrava proprio nel nostro rapporto.
Col tempo compresi che Mark si faceva punire da me perchè non accettava la propria omosessualità, ma alla fine fui io a fargli capire che non poteva nascondersi per sempre.
Dopo un annetto dal nostro primo rapporto, affittò uno scantinato per stare più 'comodi', in quel periodo aveva comprato un bel po' d'oggettistica che ormai non potevo più nascondere nella camera dove abitavo.
Un giorno, dopo averlo sculacciato per bene, decisi di sodomizzarlo, lui all'inizio non voleva, ma alla fine si piegò come al solito, al mio volere. Non volendogli far male in alcuna maniera passai un bel po' di tempo a ungergli il buchetto prima di prendere un dildo e metterglielo dentro. Dovevi vedere come godeva il porco, nonostante gli avessi sempre impedito di venire, cominciò a sborrare senza fermarsi mai.
Da quel giorno lo costrinsi a mettersi sempre cose da donna durante i nostri rapporti, poi dopo neanche un mese, mi raccontò d'esser andato con un uomo, che l'aveva trattato come una troia, facendolo però godere tantissimo. Lo punii duramente, per il solo fatto di non avermi detto nulla prima, e arrivai al punto di pensare a schiavizzarlo con un'amica.”
“Insomma lo volevi proprio sputtanare ?”
“Si ma nel frattempo lessi un annuncio che mi fece cambiare idea. Un uomo cercava una donna dominante per rapporti sadomaso, lasciando una casella di posta. All'epoca internet non si sapeva neanche cosa fosse, e prima di metterci d'accordo per vederci ci vollero quasi due settimane, ma alla fine c'incontrammo in un bar. Mi trovai di fronte un ometto alquanto insignificante che mi propose d'essere mio schiavo dietro un lauto compenso, in poche parole duecento dollari per essere picchiato sul culo.”
“E come andò a finire ?” mi chiese Angelica sempre più curiosa.
“Lo portai nello scantinato dove lo sculacciai prima, e lo picchiai poi con un paddle. Sentivo il suo cazzo gonfiarsi sino a quasi ad esplodere a contatto con la mia coscia, e devo ammettere che un po' provai del piacere nel malmenarlo. Alla fine mi offrì altri cento dollari per potersi masturbare, accettai a condizione che venisse sul mio piede e che poi lo leccasse, e lui fu ancor più contento di farsi una sega.
Iniziai così la mia carriera di Mistress, di giorno studiavo, e la sera umiliavo uomini che non cercavano altro. Il bello è che tutti pagavano senza batter ciglio, solo se uno mi donava la sua verginità posteriore il 'servizio' era gratis. Vedi inculare un uomo vuol dire togliergli ogni traccia di virilità, e farlo per prime non ha davvero prezzo, fargli capire che possono essere delle vere troie pronte a tutto pur di soddisfare le proprie voglie represse è davvero qualcosa di unico.
Col tempo divenni una vera professionista della femminilizzazione forzata, che probabilmente è la pratica più estrema del Bdsm, li vestivo da donna, spesso da cameriera, per poi usarli ne più ne meno come puttane, portandoli a volte da un riccone che amava fotterli, e così guadagnavo due volte.
Altrimenti c'era il servizio completo, iniziavo col farmi leccare i piedi e il culo, poi li frustavo ed infine l'inculavo, il tutto impedendo loro di venire usando spesso una cintura di castità.”
“E tu facevi questo a tutti ?”
“No e devo dire per fortuna perchè è molto impegnativo dare un servizio del genere. Le prime volte che incontravo uno schiavo iniziavo andandoci molte piano, magari con una sculacciata o facendogli leccare le scarpe per tutto il tempo. Poi una volta conquistata la loro fiducia in resto veniva quasi da se, mi chiedevano sempre di più, venendo da me magari già con l'intimo da donna sotto il vestito o con un plug già ben sistemato nel culo. C'era chi invece voleva sempre e solo un tipo di rapporto, mi ricordo di un tipo peraltro molto muscoloso, che desiderava solo che lo sculacciassi vestita da maestrina, dicendogli in continuazione quanto fosse asino come alunno.
Mi ricordo anche di un dirigente d'azienda che andava oltre l'essere gay, pensa che a volte si prostituiva solo per farsi inculare. Fu il primo che fistai, anche perchè ormai era talmente rotto in culo che i miei strap-on gli facevano il solletico.”
“Dai dimmi qualcosa di divertente.”
“Questa è indimenticabile, una volta venne uno con la passione dei pony-boy, in poche parole lui faceva il cavallo e io l'amazzone, dopo qualche passo urlò la parola di sicurezza concordata, ed io rimasi sbigottita proprio perchè avevamo appena iniziato e non avevo ancora fatto nulla se non montargli sulla schiena. Allo stronzo era venuto il colpo della strega, così mi toccò fargli un'iniezione di antidolorifico, e poi massaggiargli la schiena sino a quando non si rimise in piedi.”
“Ma chi veniva da te, cioè bastava pagare ?”
“Si ma le mie tariffe non erano certo alla portata di tutti, per la maggior parte i miei clienti erano ricchi professionisti con la passione della sottomissione più o meno completa. Solo una volta venne una coppia, lei l'aveva beccato a letto con la baby-sitter e voleva dargli una lezione, così prima punii duramente lui e dopo mi feci lei davanti al marito.
La svolta l'ebbi quando mi contatto una donna, una ricca avvocatessa sposata con figli, tanto santa in famiglia quanto troia senza limiti con me. All'inizio la scopavo come non faceva il marito, prendendola con forza per portarla al limite dell'orgasmo e lasciarla poi insoddisfatta per dedicarsi al mio piacere, e solo se mi faceva godere tantissimo la facevo venire alla fine del rapporto.
Dopo un anno dal nostro primo incontro lasciò la famiglia, per affittare un appartamento dove ci trasferimmo insieme. Non sai come godevo nel vederla rientrare la sera, togliersi i suoi abiti da brava professionista, e venire ad inginocchiarsi con le sole calze davanti a me per chiedermi cosa dovesse fare. Punivo ogni suo minimo errore usando qualche frusta, e lei ad ogni colpo doveva ripetere una frase di ringraziamento, poi le curavo le ferite e la portavo a letto, ma solo per farmi godere.”
“E se lei non sbagliava nulla ?”
“Potevo scoparla sino a sfinirmi, o farmi adorare facendomi leccare per ore, a volte uscivamo e mi divertivo ad umiliarla anche pubblicamente, ma solo nei locali sadomaso, li davvero non avevo limiti.
Qualche volta chiamavo qualche schiavo per rapporti a tre, ne selezionai alcuni in base alle loro professioni, il che mi venne utile quando il mio grande sognò finì all'improvviso, poco dopo la mia laurea.”
Angelica vide che ero diventata un po' triste e appoggiò la sua mano sulla mia spallo, rimanendo con me in silenzio sino a quando non ebbi la forza di proseguire il mio racconto.
“Una sera fui chiamata dall'ospedale, lei aveva avuto un incidente ed era gravissima. Mi precipita trovando tutta la sua famiglia al gran completo che mi coprì d'insulti, quasi fregandosene di chi stava morendo a pochi metri da noi.
Quando due settimane dopo mi presentai dal notaio per la lettura del testamento, mi feci accompagnare da due guardie del corpo tanto ero spaventata dalla sua famiglia, pensa che anche l'avvocato lesse le sue ultime volontà con una certa apprensione temendo le reazioni di quegli squallidi personaggi.
Alla fine il suo patrimonio risultò diviso in due parti, una a me e l'altra ai suoi figli, il marito cercò d'impugnare il testamento, ma perse la causa rimanendo a bocca asciutta.
Coi soldi che mi lasciò, e usando i miei ex schiavi per le loro conoscenze, comprai il loft dove vivo tutt'ora, e avviai la mia carriera come programmatrice, in realtà il mio vero compito è trovare i punti deboli dei programmi ed eliminarli, ma non vorrei annoiarti con tecnicismi difficilmente comprensibili.
In ogni caso abbandonai il Bdsm puro e duro, per dedicarmi unicamente a ciò che mi è sempre piaciuto, cioè le donne ed il sesso saffico. Non è che ripudio il mio passato, ma trovo quella forma di sesso troppo limitativa, ingabbiata in ruoli già determinati ed immutabili nel tempo.
Ridurre tutto a io ordino e tu esegui alla lunga stanca, si finisce col perdere ogni forma di rapporto che non sia quello Dom-slave, e così manca la complicità o l'ironia, il potersi confidare e chiedere un consiglio. Per fortuna non sono arrivata al punto di credermi una Mistress anche quando prendevo un caffè al bar, ma c'è chi si comporta così, finendo col chiudersi in un mondo tutto suo e senza futuro.
Certo un po' di dominazione non mi dispiace affatto, e di questo te ne sarai già resa conto da sola, ma non è più la mia ragione di vita. Con te mi pace abbandonarmi senza sapere cosa succederà di li a poco, sapendo già di partenza che mi piacerà ogni cosa che farai. Con Tara è diverso, lei è solo una cagna senza dignità, ma non sarà mai una vera schiava come lo è stata il mio grande amore, le manca la dignità, e credimi non è poco anche se può sembrare assurdo.”
“Vuoi dirmi che una schiava totale ha una sua dignità ?”
“Certo e non solo perchè rimane sempre una donna. Una vera schiava gode nel vedere la sua padrona godere più di lei, e poco importa se ciò comporta dolore o umiliazione.
Con una masochista pura non c'è alcuna soddisfazione nell'usarla come schiava, lei gode solo nel dolore, magari se le ordini di leccartela lo farà da schifo cercando così una punizione che le doni piacere.”
Angelica rimase a lungo a pensare a quanto le avevo detto, e in quei momenti mi resi conto che non era mai successo che confidassi i miei segreti con qualcuno, uomo o donna che sia.
Nel frattempo si era fatta ora di cena, così ne preparai una molto leggera lei, e un'altra ben più consistente per me.
Rimasi da lei tutta la notte, ma questa volta le nostre discussioni furono solo di carattere lavorativo.
Lei mi spiegò i suoi progetti di shopping on-line, e pur non essendo il mio campo, cercai d'esserle d'aiuto prendendo degli appunti per i punti che non sapevo risolvere al momento.
Mentre tornavo a casa mi sentii più leggera, come se parlare con Angelica del mio passato fosse stato come togliersi un grosso macigno dallo stomaco.
O forse mi stavo innamorando per la seconda volta in vita mia.


L'Sms di Angelica aveva rovinato tutti i miei progetti.
"Devo partire per lavoro ci vediamo fra 3 giorni un bacio"
Decisi di passare la sera al Dietrich, non tanto per cercare qualche donna da rimorchiare, quanto per vedermi in santa pace gli spettacoli di dominazione che al giovedì sera non mancavano mai.
Non volendo attirare troppo l'attenzione, scelsi un tailleur in pelle color cuoio, sotto il quale indossai un body a camicetta bianco e le immancabili calze nere.
Presi quindi la macchina per dirigermi verso il mio locale preferito, pur sapendo che essendo molto nota, le avance non sarebbero mancate, ma volevo rimanere fedele ad Angelica passando al contempo una serata non troppo noiosa, o ancor peggio monotona.
Con un incredibile colpo di fortuna riuscii a parcheggiare poco lontano dal Dietrich, notando immediatamente una figura a dir poco fuori luogo. Una ragazza in jeans e maglietta camminava nervosamente vicino alla porta del locale, ed era fin troppo evidente la sua indecisione fra l'entrare dentro e l'andarsene via.
"Ti serve una spinta per entrare ?" le chiesi prendendola alla sprovvista.
"No, ecco io, si lei ha ragione, in realtà non so neanch'io cosa fare, o forse sarebbe meglio dire cosa voglio." mi rispose rivelando tutto il suo impaccio.
"Cosa vuoi lo puoi sapere solo tu." le dissi fissandola "Forse sarebbe meglio parlarne da un'altra parte, se vuoi c'è una tranquilla birreria poco lontano da qui."
"Credo che lei abbia ragione, magari due chicchere con una persona come lei mi schiarirebbero le idee."
"Va benissimo ma dammi del tu, io sono Eva."
"Cristy piacere." mi rispose allungando la mano.
Arrivammo al Kong in pochi minuti, durante i quali osservai meglio la ragazza, a occhio doveva avere poco più di vent'anni, un fisico non certo da modella, ma neanche tanto grassa da risultare spiacevole alla vista. Certamente non si doveva curare molto, il trucco era appena accennato, ma più che altro era il suo abbigliamento a mostrare fin troppe pecche, cominciando dai jeans dal taglio troppo classico per una ragazza come lei.
La birreria era semideserta, e c'andammo a sedere quasi all'angolo del locale, dove la musica era più bassa, rendendo così meno difficoltosa la discussione.
"Allora cosa ci facevi davanti al Dietrich ?" le chiesi dopo aver ordinato da bere.
"Sinceramente non lo so neanch'io." mi rispose mostrando un certo nervosismo "Forse volevo solo dimostrare a me stessa che sono in grado di fare ciò che voglio, provando anche a farmi rimorchiare visto che io sono troppo timida per fare il primo passo."
"Detta in tutta franchezza, non mi sembri una lesbica gran che convinta."
"Guarda io non sono neanche cosa sono, insomma avevo un ragazzo che mi ha lasciata dicendomi che a letto ero una frana, poi una mia ex insegnante mi ha baciata senza però riuscire ad andare oltre qualche toccatina proibita, tanta era la paura d'esser scoperte. Io ho provato a cercarla perchè in quel semplice bacio avevo provato molto, ma lei non ha voluto vedermi, sai è sposata e credo che con me sia stata una sua piccola follia e niente più."
"E tu cos'hai capito da questo bacio." le domandai incuriosita da quella strana storia.
"Mi è piaciuto questo è certo, e vorrei andare oltre tutto qui."
"Scusami tanto Cristy, ma il Dietrich non è solo un locale lesbo, ma ha una sua connotazione ben precisa.”
“lo so ma vedi non voglio andare con una come me, desidero invece una donna diciamo forte, ma non una Mistress sadica o violenta, ed era la paura di un incontro troppo pericoloso a non farmi entrare.”
“Vieni accompagnami in bagno.” le dissi con tono deciso dopo aver preso la mia borsetta.
Ci dirigemmo verso i servizi per le donne, e non appena fummo dentro, la spinsi contro il muro e la baciai con forza. Dopo un primo momento di sorpresa, le sue labbra s'aprirono senza che dovessi forzare troppo, facendo si che le nostre lingue s'incontrassero a mezz'aria.
“Seguimi e troverai tutte le risposte che cerchi.” le dissi staccandomi da quelle ingenue labbra “Ma ad una sola condizione, farai tutto ciò che ti dico, o il gioco finirà all'istante.”
“Si andiamo.” mi rispose senza esitare un solo istante.
Mentre andavamo alla macchinai pensai ad Angelica, e per un attimo esitai nel far salire Cristy, ma poi mi convinsi che lei avrebbe voluto che svezzassi quella ragazza, per magari portarla un giorno da lei.
“Wow ! Ma che macchina hai è fantastica !” esclamò Cristy vedendo il mio mezzo d'epoca.
“E' una Cadillac Eldorado convertibile del 66, completamente originale come quando è uscita dalla fabbrica. L'ho presa ad un'asta perchè me ne sono innamorata come l'ho vista, certo non è praticissima, ma io la trovo di una bellezza unica.”
Effettivamente girare con un auto d'epoca aveva molte controindicazioni, ma era un lusso che mi potevo permettere, comprese le frequenti soste dal meccanico che l'amava almeno quanto me.
“Togliti i jeans.” le dissi decisa non appena partimmo.
“Ma poi come faccio a scendere ?” mi domandò intimorita dal mio ordine.
“Primo ti ricordo che devi solo obbedire, secondo non ti vedrà nessuno, dal garage si sale direttamente in casa.”
Rassicurata dalle mie parole si tolse i jeans, ma a quel punto sbarrai inorridita gli occhi.
“Ma che schifo di mutandine porti ! Ma dove le hai prese, all'esercito della salvezza !”
Cristy indossava infatti le più classiche delle mutandine in cotone bianche, talmente banali da risultare oscene.
“Scusami, non c'ho fatto caso.” mi disse stringendo le spalle.
“Falle sparire immediatamente, tanto sono solo d'impaccio.”
Arrossendo vistosamente si sfilò quegli slip, stringendo poi le gambe, come a nascondere il suo frutto più prezioso.
“Metti le mani sulle ginocchia e apri le cosce.” le ordinai non appena fummo un po' fuori dal centro, e il traffico quasi inesistente.
Pur imbarazzata per l'insolita situazione lei obbedì, mostrandomi una micina del tutto priva di peli.
“Almeno ti depili !” le dissi sorridendo e allungando la mano all'interno delle sue gambe “E' anche bella morbida, sarà un vero piacere giocarci tutta la notte.”
Iniziai a far passare un dito fra le grandi labbra, sino a quando queste non si aprirono, gonfiandosi per l'eccitazione, mentre i primi umori facevano capolino. La toccai per tutto il viaggio, senza però mai penetrarla neanche con la punta del dito, facendo si che lei arrivasse a casa mia pronta a tutto pur di godere.
Appena si chiuse dietro di noi il portellone del garage scesi dalla macchina, e freddamente le dissi di prendere le sue cose e seguirmi. La portai in quello che si poteva definire un salotto, e li la spogliai completamente per poi farla sistemare carponi su di un grosso cuscino.
Mi tolsi la giacca prima di cominciare ad accarezzarle la schiena e le natiche, facendole aprire ancor di più le gambe in modo da vedere meglio la sua fichetta.
Le camminai intorno giocando come il gatto col topo, ogni tanto allungavo una mano per sfiorarle la pelle, godendo del fatto che era eccitata ma anche un po' spaventata da quel gioco che non conosceva affatto.
Con calma presi uno sgabello per sedermi dietro di lei, per poi darle, senza alcun preavviso, il primo piccolo schiaffo su una natica. Cristy fu colta di sorpresa, ma non ebbe alcun modo di protestare che l'altra mano era già sullo stesso punto per toccarla con grazia.
Alternai lentamente sculacciate e carezze, senza mai forzare le prime, non volendole far alcun male, ma solo farle comprendere chi comandava. Solo quando vidi alcune gocce dei suoi umori cadere sulla pelle del cuscino, le diedi due schiaffi più forti, colpendo entrambe le natiche leggermente arrossate, ma il suo gemito non fu certo di dolore, anzi sembrava quasi una preghiera a farmi continuare.
Non volendo fare nulla di ciò che s'aspettava, le feci sentire le unghie facendole scorrere per tutte le chiappe, poi mi allungai su di lei, afferrando con una certa forza un seno per sfiorarle il capezzolo turgido.
“Ti piace fare la schiavetta, non è vero ?” le sussurrai all'orecchio dopo averle morso dolcemente il lobo.
“Se è questo esser schiave sì, senza dubbio sì.” mi rispose cercando le mie labbra che le negai.
Tornai sullo sgabello ma questa volta non usai le mani, allungai invece la testa per poterle succhiare le grandi labbra, riempendomi la bocca col sapore forte e intenso del suo piacere.
Cristy quasi urlò tanto godeva, ma seppi fermarmi pur avendo una voglia pazzesca di scoparla e farla godere sino all'orgasmo.
“Rimani ferma li dove sei, vado a prendere un paio di cosucce.” le dissi dirigendomi verso la mia camera.
Tornai da lei con una lunga camicia da notte in raso, e un paio di saldali con un tacco vertiginosi, Cristy comprese che doveva indossarli, e così fece alzandosi una volta che aveva finito.
“Non credi d'esser molto più seducente così ?” le chiesi dopo averla portata avanti ad uno specchio.
“Si, e tu mi vedi più bella ?”
Mi misi dietro di lei e le afferrai il bel seno, per palparlo attraverso la seta, quasi a volerlo strizzare.
“Dimmi il tuo ragazzo ti metteva il cazzo in mezzo a queste tette così invitanti.”
“No voleva solo un mezzo pompino prima di scoparmi.” mi rispose quasi vergognandosi.
“Non capiva una mazza ! Hai due bocce che dicono solamente prendetemi, ora però andiamo di la, voglio vederti godere più di prima.”
Le presi la mano e la portai in camera mia, li ci baciammo con voglia e passione, prima che la sistemassi contro la parte inferiore del letto.
“Alzati la sottana e mostrami il culo !” le ordinai prendendo un frustino molto morbido.
“Non mi vorrai mica frustare ?” mi chiese con gli occhi sgranati dalla paura.
“Vedo che oltre al tuo ex anche tu non capisci un cazzo !” le risposi ridacchiando “Quindi taci e fidati di me.”
Le feci passare l'asta del frustino prima sul solco delle chiappe, e poi direttamente sulla fica, con movimenti lenti e sempre uguali. Cristy aveva compreso che il mio sadismo non comprendeva la violenza fisica, ma si basava sul far crescere sempre di più l'eccitazione della mia vittima, senza mai farla godere sino in fondo.
Anche quando la paletta del frustino cadde sulla sua natica destra, lei non provò che un leggerissimo dolore, che svanì non appena baciai la parte appena colpita. Solo quando allungò una mano sulla sua passera, cercando un po' più di piacere, le colpii le dita con più forza.
“Non ci provare neanche, o scoprirai sul serio cos'è il dolore.” le dissi minacciosa.
Cristy tornò a gemere eccitata da quella infinita sequenza di frustatine, carezze e baci, sospirando più forte ogni volta che le sfioravo il centro del piacere con le dita o la lingua.
“Eva cosa aspetti a fottermi.” mi domandò quasi pregandomi per avere l'orgasmo.
“Ma se sono ancora vestita !” le risposi sorridendo “Inoltre prima devi farmi arrapare, non scopo nessuna se non sono bella calda.”
Lei mi aiutò a spogliarmi, facendomi rimanere con le sole calze e scarpe, sfilandosi a sua volta la camicia da notte e rimettendosi carponi sul letto.
Mi accomodai seduta al suo fianco, una mano passò fra le sue gambe giungendo alla sua micina umida, mentre con l'altra ne sfioravo l'ingresso col manico del frustino.
“Dimmi troietta, quante volte questo bel culo ha visto il cazzo ?” le chiesi con vera curiosità.
“Mai !” mi rispose senza esitare un attimo “Il mio ex voleva incularmi una sera che era su di giri, ma io sono scappata via.”
“Allora sarai tu stessa a sverginarti.” le dissi alzandomi un attimo per prendere dell'olio lubrificante che le spalmai con cura intorno al buchetto inviolato “Dai infilati un dito dietro.”
Cristy allungò la mano verso l'apertura sinora inviolata con una certa titubanza, che però si affievolì quando ripresi a stuzzicarle il clito con mani e lingua.
Com'era ovvio la prima falange entrò molto lentamente, la seconda la seguì con maggior velocità, mentre l'ultima ruotò diverse volte prima di sparire dalla mia vista.
L'aspirante schiavetta gemeva sempre più forte, ormai prossima all'orgasmo, presa da quel doppio ditalino che non aveva mai provato in vita sua. Io però avevo ben altri progetti per lei, così smisi di toccarla, ordinandole al contempo di non masturbarsi più.
“Ora fammi godere, e solo dopo avrai ciò che più desideri.” le dissi sdraiandomi sul letto.
Lei si mise al mio fianco per poi baciarmi il collo e le orecchie, prima d'arrivare alla mia bocca che l'aspettava con impazienza. Le presi la testa fra le mani per spingerle le labbra contro le mie, mentre le lingue s'incrociavano selvaggiamente. Volevo che non solo si sentisse mia, ma che s'abbandonasse del tutto a me, senza riserve ne indecisioni.
“Ora fammi godere.” le ordinai spingendole la testa verso il basso.
“Oh sì non aspettavo altro che leccarti la fica.”
Sentii la sua lingua scendere lungo il collo, l'incavo del seno, sino ad arrivare all'ombelico ed infine al mio sesso pulsante. Nonostante la sua inesperienza, Cristy si rivelò subito abilissima nel sesso orale , facendo passare prima la lingua intorno alle grandi labbra, per poi sprofondare in mezzo a loro, ed infine circondare il clito.
“Mm sei proprio una brava troietta leccafica.” le dissi mugolando.
Per tutta risposta lei m'infilò due dita dentro la passera portandomi alla soglia dell'orgasmo, e a quel punto mi lasciai andare godendo sino all'apice del piacere. Le schizzai in faccia tutto il mio godimento, che lei leccò come se fosse ambrosia.
Senza quasi che me ne accorgessi, ritrovai Cristy sdraiata al mio fianco, con uno sguardo che voleva solo dire “Quando tocca a me”.
Iniziai a massaggiarla dall'ombelico sin sopra alle ginocchia, diminuendo sempre di più il mio raggio d'azione, il cui centro era il suo sesso voglioso e umido. La sditalinai giusto il tempo di farla eccitare il più possibile, prima di farla rimettere carponi ed indossare il mio strap-on preferito, quello con un piccolo stimolatore interno. Le leccai a lungo la passera sapendo che ormai solo una completa penetrazione l'avrebbe portata all'orgasmo, passando anche sul so buchetto che odorava di olio alle mandorle, rendendolo così ancor più invitante.
Quando ormai era solo un fremito la presi, infilandole dentro tutto il fallo con un solo affondo secco e deciso, tanto forte che lei urlò senza ritegno il proprio piacere.
”Sei proprio una vacca da cazzo, altro che lesbica !” le inveii contro mentre accendevo lo stimolatore interno eccitarmi al massimo..
“No, sei tu che mi stai facendo godere come una pazza ! Il mio ex mi scopava e basta, tu sei di un altro pianeta.”
Ripresi l'olio che feci cadere in abbondanza sul suo buchetto, per poi spingerlo ben dentro usando due dita, e preparandola così per la penetrazione successiva.
“Non hai paura di farti inculare dal mio cazzone ?” le chiesi sapendo che ogni sua risposta mi sarebbe suonata come puramente inutile.
“Tu non mi faresti mai del male, quindi fai ciò che vuoi.” mi rispose girando per un attimo la testa, e mostrandomi tutta la sua fiducia con due occhi da cerbiatta che mi colpirono più di un pugno allo stomaco.
In quel momento mi sentii tutto il mondo sulle spalle, dovevo sverginarle l'ano come avevo pensato sin dall'inizio, con forza e brutalità, o invece farle scoprire con la massima dolcezza i piaceri del sesso anale ?
Decisi che le seconda soluzione era di gran lunga la migliore, così le sfilai lo strap-on dal monte di Venere per farlo entrare nell'apertura più peccaminosa, spingendo piano piano, e fermandomi ogni volta che lei mostrava di sentire più dolore.
Per Cristy fu un lento e lungo viaggio verso un nuovo orizzonte del piacere, reso ancor più lussurioso dopo che le ordinai di toccarsi come meglio credeva la passera, e di godere più che poteva.
Solo quando la vidi fremere le afferrai i fianchi e spinsi con più forza e ardore, facendole così provare l'altro lato della sodomia. Lei venne prima che potessi diventare troppo violenta, accasciandosi sul letto come una foglia morta, sfinita e priva di forze.
Io però ero troppo su di giri per lasciar finire tutto in quel momento, così mi tolsi lo strap-on che le infilai quasi di forza, lasciando accesa solo la vibrazione esterna, per poi cavalcarla alla ricerca del piacere che tanto desideravo.
Dopo un paio di minuti Cristy riprese vita come d'incanto, iniziò a baciarli i capezzoli e toccarmi il sedere, sino a farmi appena sentire un dito sul buchetto. Quando poi le nostre labbra s'incrociarono per l'ennesima volta, lei mi strinse in un abbraccio che mi permetteva a malapena di muovermi, ma che mi trasmise anche il suo calore, quello che alla fine mi fece venire con un nuovo orgasmo, molto più sentito del primo.
Mi sdraiai al suo fianco dopo averla aiutata a togliersi lo strap-on, poi rimanemmo a lungo a parlare della sua prima esperienza di leggera dominazione, della quale era entusiasta e pronta a ripeterla al più presto.
“Non c'è problema.” le dissi accarezzandole il viso “La prossima volta però alzerò il tiro, e non è detto che sia da sola.”
“Magari !” mi rispose sorridendo “Se con te è stato fantastico non oso immaginare cosa possiate farmi in due.”
“Allora aspetta una mia telefonata, ho bisogno di tempo per organizzare tutto come si deve.”
La guardai rivestirsi per tornare a casa sua, pensando a come fosse diversa da Tara, certamente più ingenua, ma anche dotata di una carica erotica tutta sua che la rendeva a tratti esplosiva.
M'addormentai dopo aver mandato un Sms ad Angelica.
“Trovata aspirante slave,non vedo l'ora di fartela conoscere,Eva”.
La mattina seguente m'arrivò la sua risposta, e mi misi subito in moto per organizzare la sera seguente l'incontro a tre, con le idee chiare e precise. Mi serviva però rivedere prima Cristy per fare un po' di shopping con lei, ma per quello c'era tempo, in fondo servivano poche cose, solo la fantasia non aveva limiti.


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2019-04-29
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