La terza regola (3)
di
sesamo2it
genere
dominazione
Capitolo 3: convinzioni che vacillano
Rodolfo
Mirna avrebbe potuto chiamarmi al telefono e non l’aveva fatto. Si aspettava una mia risposta? Avrebbe potuto evitare di rispondere al Master ed invece l’aveva fatto mostrandosi seccata. Ma lo era veramente? Se avesse pensato che l’autore di entrambe le lettere fossi io perché rispondere due volte ? Forse voleva dimostrarmi che era pronta a giocare ma nello stesso tempo l’altro messaggio forte sembra essere gridato : solo con te!
E sembrava ancor più probabile questa ipotesi visto il modo con cui aveva voluto rispondermi, inviandomi una mail personale ad un ora che sapeva bene , sarei stato sicuramente in linea sul computer.
L’aveva detto chiaramente quanto si sarebbe sentita in imbarazzo se vestendosi più sexy, avesse ricevuto qualche apprezzamento magari anche volgare da uno sconosciuto o peggio essere riconosciuta da qualcuno che la potesse riconoscere un suo allievo, qualcuno che aveva sempre snobbato . Eppure aveva sentito la voglia di essere quella che desideravo Accettando tutte le regole del gioco.
Quando mai l’avrebbe più fatto?
Nella nostra intimità solo una sera di un capodanno tanti anni fa si era un po’ disinibita , un abito meno sobrio del solito, calze e reggicalze senza intimo. Aveva permesso che la fotografassi nuda, con i polsi legati dietro la schiena, in auto ,salvo poi chiedermi di cancellare le foto. La mia schiava come le avevo sussurrato in un orecchio aumentando la sua eccitazione. La sua perenne paura che certi atteggiamenti fossero umilianti e sminuissero la sua immagine di signora per bene erano arrivati all’eccesso che tranne in quell’occasione non aveva mai più indossato una lingerie osée a tal punto da considerare calze e reggicalze indumenti da donna da strada.
La scelta dell’abbigliamento che le avevo voluto lasciare, nel pacco in portineria, era stata volutamente azzardata eppure, pur mostrandosi un poco risentita, non si era fermata. Quel suo atteggiamento mi stava incuriosendo ed innegabilmente eccitando. Era un vorrei ma non posso, la sua paura di osare e la sua vergogna di trovarsi in una situazione umiliante per lei.
E se fosse stata proprio la ricerca di una situazione così perversa ad eccitarla? Forse non aveva il coraggio di confessarmi i suoi sogni più segreti e si aspettava che fossi io ad insistere .
Cosa avrebbe detto se avesse visto anche l’abito che, avevo nascosto nel suo armadio ma avrei voluto indossasse sopra quel suo completino sexy? Un mini abito, mini era un eufemismo, bianco con un décolleté davvero azzardato sui seni a due fasce che si allacciavano dietro il collo lasciando la schiena lasciata completamente scoperta.
Non sapevo cosa fare. Ero preso da quel gioco che arrivai persino ad immaginare che quella situazione si realizzasse veramente .Sentivo la gelosia avvampare al pensiero di offrirla veramente ad un Master perché me la potesse disinibire e trasformare in un moglie compiacente alle perversità di un marito preso da questa follia sessuale.
Alla fine un’idea, inviarle un s.m.s come era già successo in passato. Un messaggio stringato ma nello stesso tempo ambiguo che faceva leva su quello che sapevo un suo punto debole, la curiosità : “ sono in riunione non stop. Torno tarda serata. Ti aggiornerai via mail e sono sicuro che non potrai fare diversamente”
Mirna
Sono ancora sotto shock per quello che è successo. Ma come è possibile che mio marito possa aver parlato ad un estraneo di fantasie nostre, dette e immaginate … solo immaginate nella nostra intimità. Sì, lo so, lo ha fatto solo per dare un po’ di pepe in più alla nostra vita, una vita che va avanti benissimo, ma che forse, per lui, risulta un po’ monotona.
Ora mi viene persino da pensare di essere stata un po’ troppo brusca con Rodolfo, ma gli ho detto che comunque lo amo e, tra le righe, che rispetto anche i suoi pensieri più trasgressivi.
Forse dovrei chiamarlo, telefonargli, e chiarire entrambi a voce i nostri pensieri.
Sì, sono stata troppo brusca con lui, mi aveva chiesto qualcosa di diverso che potesse far scattare una scintilla in più per rendere più forte il fuoco tra di noi e io quasi quasi lo mando a quel paese.
Faccio per prendere il cellulare e chiamarlo, quando mi accorgo che mi è arrivato un s.m.s., non me ne ero accorta, avevo dimenticato di rimettere la suoneria quando sono uscita dall’università.
È in riunione e non potrò parlargli che stasera. Forse è meglio così, avrò più tempo per prepararmi un bel discorso di scuse … ma ora non ne vedo l’ora. Non capisco però quel suo riferimento alle mail … se è impegnato, come fa a scrivermi? Forse mi faccio troppe congetture, è molto più facile che mi abbia già scritto qualcosa prima e ora me ne dà notizia.
Mi avvio quindi al computer e lo accendo. Sedendomi alla poltroncina vedo la mia immagine riflessa nello schermo. Ho ancora quel vestitino leggero che avevo indossato per scendere a prendere il pacco e mi rendo conto che non ho più indossato intimo. Devo essere proprio molto arrabbiata per dimenticare una cosa del genere. Mi prende ancora quel senso di incredibile vergogna e rivedo lo sguardo compiaciuto del portiere … inizio a tremare ma poi penso che è passata e mi tranquillizzo.
Lo schermo si illumina all’improvviso e, meccanicamente, apro la posta elettronica e guardo le mail in arrivo.
Ho un colpo al cuore quando mi accorgo che la mail di mio marito non c’è, ma al suo posto la mail di quel maniaco che mi aveva scritto prima e che avevo pregato di non scrivermi più. Sono tentata di cestinare la mail senza nemmeno leggerla, ma poi sono presa dalla curiosità e, non senza paura, la leggo.
Lettera n.3 : Spiegazioni
Ero certo della tua risposta . Vorresti gettare tutto nella pattumiera, ma non lo farai , sei troppo attratta da questo gioco, se non fosse così non avresti perso tempo a rispondermi.
Hai incominciato per gioco, pensando che fosse un’idea di tuo marito e se vuoi puoi continuare a pensarlo. Potrebbe anche essere così ed io solo un frutto della sua immaginazione per aggiungere quel pizzico di mistero e perversione.
Però potresti anche sbagliarti. Se ti dicessi che è stato proprio lui a chiedermi di iniziarti a questo gioco? Lui che mi ha cercato con un annuncio su un sito BDMS. “Cerco un Master esperto a cui affidare mia moglie per iniziare la sua educazione e trasformarla nella sua schiava sessuale, nella sua puttana privata pronta ad eseguire quanto di più vergognoso gli possa chiedere ”
Quando ci siamo incontrati per la prima volta mi ha confessato che fantasticando ti aveva già raccontato di incatenarti e che tu gli sembravi disponibile, almeno con la fantasia, a trasformare quella finzione in realtà immaginandoti la sua schiava.
Fino a quel capodanno in cui ti eri fasciata in un vestitino aderente, al ginocchio ma che per farlo impazzire non ti eri messa né reggiseno né mutandine ma solo calze e reggicalze . Mi ha confessato come fosse letteralmente impazzito riuscendo nell’impresa di spogliarti in auto a fine sera con le mani legate dietro la schiena, fino ad arrivare a fotografarti. Credevi che quelle foto fossero andate perse? invece tuo marito ha ceduto alla mia insistenza tanto da lasciarsi convincere a mostrarmele. La sensualità di quelle foto era enorme; eri eccitante ma anche eccitata e così ho capito subito che tuo marito aveva solo iniziato un lavoro che per molto tempo era rimasto in sospeso ma che meritava di essere completato. Una donna così, gli dissi, non aspetta altro che essere trasformata in una perfetta schiava; quello che avevi fatto era la dimostrazione della tua disponibilità e che avrebbe potuto spingerti verso altre trasgressioni. Così gli ho proposto di accompagnarvi in un club priveé. Tu avresti dovuto indossare solo calze nere e tacchi a spillo coperta da uno spolverino in modo che di fronte a dei miei amici lui avrebbe dovuto strappartelo di dosso e mostrarti nuda a tutti offrendoti al miglior offerente come se fossi realmente una schiava e lasciata poi nelle mani di tutti a soddisfare i più perversi desideri. Mi ha dato del pazzo e se ne andò.
Ci siamo rivisti solo recentemente .
Abbiamo ricordato quello che gli avevo proposto ma lui mi ha risposto che erano solo fantasie. Insistetti. Lui si opponeva anche se infondo combattuto tra gelosia ed il desiderio perverso di vederti trasformata in una schiava. Ma se vi fosse obbligato per un qualunque motivo, avrebbe accettato di vederti trasformata veramente in una schiava? O se peggio ancora tu stessa avresti accettato le condizioni di un gioco ambiguo e perverso pur sapendo a che rischi saresti andata incontro? Così gli ho fatto una “proposta indecente”: appunto il gioco che conosci, in cui tu avresti potuto fermarti in qualsiasi momento in una sorta di educazione adeguata per poterti trasformare poco alla volta in una perfetta moglie-schiava. Ma ancor più eccitante sarebbe stato lasciare questo compito ad un estraneo che potesse liberamente e senza scrupoli sottoporti a qualunque prova per abituarti gradualmente a questa tua nuova condizione.
Così se lui fosse stato d'accordo avrei potuto essere io il tuo educatore spingendoti a fare tutto ciò che tuo marito non avrebbe mai osato proporti.
Era titubante mi confessò che l’idea lo faceva impazzire e finì per accettare, capitolando anche su due condizioni: l’accettazione della famosa terza regola e lasciarti incondizionatamente nelle mie mani. Lui avrebbe potuto seguirti e vedere tutto ciò a cui ti avrei sottoposta a condizione di non opporsi qualunque cosa potessi chiederti. Alla fine saresti stata trasformata in una docile schiava sottomessa ed a completa disposizione di un vero padrone piegata alle sue volontà ed alla fine riconsegnata a lui completamente cambiata, una moglie diversa.
Ora se sei arrivata a leggere questa lettera la tua educazione è già iniziata e neppure tu riesci a tirarti indietro. Ti stanno venendo i brividi al pensiero di offrirti ad uno sconosciuto e dimostrare a tuo marito come tu possa diventare una piccola e docile puttana.
Nelle tue prime righe che gli avevi indirizzato dicevi di essere pronta a diventare quella che lui desiderava nel bene e nel male quindi adesso hai la possibilità di dimostrare veramente se lo ami a tal punto di offrirti ad uno sconosciuto come lui vorrebbe.
Così se tu fossi veramente una schiava e non solo per gioco, quello che ti è successo quel capodanno non sarebbe che un dolce inizio. Riesci ad immaginarti il seguito? Le sensazioni intense che potresti provare con il tuo corpo mezzo di piacere? Sarà un'educazione particolarmente severa, potrei scegliere tutto quello che si può solo immaginare nei più reconditi sogni erotici e non solo quello ed alla fine quando avrò finito questa "educazione" avrai fatto cose che ora neanche immagini e forse non riuscendo più ad uscire dal tuo nuovo ruolo tanto sarai completamente sottomessa al tuo padrone.
Hai capito ora? Credi ancora che sia solo un'invenzione di tuo marito? Vuoi altre spiegazioni?. Sappi solo vorrò da te sempre una tenuta appropriata come quella che ti ho proposto questa sera. Tutte le volte che sarai con me non sarai la seria moglie sposata con una posizione di rilievo nel tuo perfetto mondo di professoressa universitaria, ma sarai una puttana sottomessa la cui principale compito sarà di dare piacere e ti lascerai mostrare vestita come la più squallida delle puttane.
Le regole già le conosci: Se accetti di proseguire devi sapere che tutto quello che abbiamo fatto sino ad ora è solo un assaggio di un inventario erotico sempre più coinvolgente che potrai accettare lettera dopo lettera ed interrompere in qualsiasi momento ma solo dopo aver realizzato tutto quello che avrai trovato scritto.
Sai comunque che ad un certo punto potresti anche trovare la famosa lettera che ti obbliga a proseguire senza scegliere e la terza regola ti imporrà da quel momento di accettare qualunque cosa che le lettere successive ti descriveranno.
Ora devi eseguire quello che trovi scritto in questa lettera: indossa tutto quello che ti ho lasciato, tranne il collare, quando l’avrai fatto cerca nel tuo armadio e troverai qualcosa che completerà il tuo abbigliamento per questa sera. L’ha acquistato tuo marito su mio consiglio. Dopo questi miei “ordini” potrai decidere se continuare o fermarti .
Io resto qua ad aspettare una tua risposta per sapere se vorrai leggere e mettere in pratica quello che ho già pensato per te.
Mirna
Sono senza parole, mi sono cadute le braccia e non riesco nemmeno a pensare. Ma chi è mai costui? Come si permette a rivolgersi a me in questi termini?
Oddio, lo so come si permette. Glielo ha permesso Rodolfo, raccontandogli tutto quello che poteva raccontargli, persino quell’episodio di Parigi che io volevo cancellare definitivamente e che ora, invece, mi si presenta di nuovo facendomi provare ancor più vergogna di allora.
Ho quasi la sensazione di odio nei suoi riguardi. Ho voglia di fuggire e di non farmi trovare in casa questa sera. Ho voglia di prenderlo a schiaffi e sbattergli in faccia tutta la mia indignazione.
Mi sono alzata dalla poltroncina e cammino nervosamente per la casa. La mia immagine nei vetri e negli specchi che incontro mi sta facendo impazzire. Le mie gambe quasi completamente allo scoperto, il mio fondoschiena che non lascia niente all’immaginazione, per non parlare poi dei capezzoli che premono sulla stoffa leggera e che si vedono nettamente.
Arrivo in bagno, mi guardo ancora allo specchio, quel trucco così marcato. Ma cosa credevo di fare? Apro il rubinetto dell’acqua fredda e mi bagno il collo, il viso, cerco un po’ di refrigerio. Appoggio le braccia sul lavandino e lascio che qualche lacrima si mischi con il mascara e mi righi le guance. Poi, come un automa, mi sciacquo il viso e me lo asciugo con l’asciugamani alla mia destra.
Vado in camera da letto e trovo quegli indumenti ancora messi in bella vista sul letto. Mi seggo su un angolo con la testa tra le mani. Guardo l’armadio. Lì Rodolfo ha messo qualcosa, qualcosa che vorrebbe farmi indossare. Non voglio nemmeno sapere cosa sia. Non aprirò l’armadio.
Chiudo ancora gli occhi per pensare. Quando li riapro sono in piedi davanti all’armadio aperto. Guardo il vestito appeso. Lì per lì non mi sembra nulla di che, solo che salta subito agli occhi il fatto che la schiena resterebbe completamente nuda.
Richiudo l’armadio e mi dirigo ancora nello studio. Mi seggo davanti al computer, la lettera è ancora lì. La rileggo un’altra volta e poi ancora. Sento il respiro che si fa più affannoso e i capezzoli che premono ancora di più sulla stoffa. Li accarezzo un attimo. Sto pensando di rispondere alla mail, ma non so cosa scrivere.
La risposta di Mirna al Master
Signore, non so come chiamarla perché non conosco il suo nome, ma immagino che lei sappia perfettamente quale sia il mio.
È evidente che io abbia letto la sua lettera. Devo dirle, con la massima sincerità che non sono riuscita a leggerla tutta d’un fiato. Quando l’ho trovata tra le mail in arrivo sono stata subito tentata di cancellarla immediatamente, poi ho pensato che fosse una lettera di scuse e l’ho aperta. Non immaginavo certo cosa ci fosse scritto. Mi sono fermata diverse volte, direi ad ogni punto, poi la curiosità mi ha spinta ad andare avanti, fino alla fine.
Non posso negare di essermi sentita molto turbata, ma devo confessarle di non aver resistito alle lacrime e, in bagno, sono stata presa da un pianto liberatorio che mi ha anche rilassata.
Le dico subito che il fatto che mio marito l’abbia contattata già molto tempo fa e poi ricontattata mi ha fatto sentire solo una cosa, un oggetto, un qualcosa che si possa pensare di darla a chiunque per qualsiasi scopo. La cosa, ovviamente, mi ha fatta arrabbiare tantissimo.
In tutto questo una cosa è evidente: io amo tantissimo mio marito e lui ama tantissimo me. Per lui ero certa di poter fare qualsiasi cosa mi chiedesse, come quella pazzia a Parigi, ma lui? Forse pensa che questa sua richiesta sia un qualcosa che possa far piacere anche me? Ecco, ora voglio pensare solo questo, perché sento l’amore che lui mi porta.
Ho fatto quello che mi aveva chiesto, mi sono truccata in maniera forse esagerata, ho indossato un vestitino leggero e corto e sono scesa a prendere il pacco. Mi sono vergognata tantissimo specialmente nel vedere lo sguardo penetrante del portiere. Non so perché l’ho fatto, forse per curiosità o forse perché sapevo che a mio marito avrebbe fatto piacere. Lei mi potrà dare una risposta a questo quesito?
Ora mi trovo un vestito abbastanza indecente per non parlare del reggicalze, perizoma, reggiseno e scarpe che non potrei assolutamente calzare. Mi chiede di indossarli ora. Non so da dove possa venirle questa certezza, certamente non da me e non credo nemmeno da mio marito … ora metterò il punto a questa mail,sperando sempre che sia l’ultima.
Mirna
Mi sono alzata di scatto dal computer. Ma cosa mi sta prendendo? Possibile che non riesca a scrivergli una lettera di improperi come avevo fatto con la prima? Che mi sta succedendo? Sto scrivendo quasi una mia totale accettazione a questo gioco perverso, un gioco nemmeno ideato da mio marito.
Riprendo a passeggiare nervosamente. Mi mordo le labbra e stringo i pugni. Non riesco a pensare, non riesco a guardare dentro di me. Ho una vergogna terribile per quello che ho fatto e ho scritto. Posso cancellare tutto, è vero, non spedire la lettera, ma la vergogna rimarrebbe lo stesso.
Sono di nuovo in camera mia. Guardo l’armadio, gli indumenti sul letto, mi guardo allo specchio. Sono indecisa. Chiudo ancora una volta gli occhi, sperando questa volta che sia stato tutto un sogno.
Invece mi ritrovo col vestito bianco, le scarpe altissime e tutto il resto. Non posso dire che il vestito sia corto, direi che la gonna è praticamente inesistente, quasi all’altezza della fine delle calze. Questi tacchi alti la fanno accorciare sempre di più, non potrei assolutamente chinarmi, scoprirei il fondoschiena coperto da un perizoma che, di fatto, non copre nulla.
Mi guardo allo specchio e non riconosco me stessa. La donna che vedo è volgare, quasi una battona. Non sono certamente io. Non mi capacito di essermi vestita in questo modo, ma senza riflettere mi ritrovo davanti al computer a continuare la lettera.
Seguito della lettera di Mirna al Master
Ho ripreso la lettera senza nemmeno pensarci. L’avevo interrotta e volevo cancellarla, poi volevo spedirla così come era, poi mi sono alzata e sono tornata in camera da letto.
Ora ho il vestito che mi ha regalato mio marito e sotto quello che c’era nel pacco. Mi sono guardata e non mi sono riconosciuta, anche se il viso è sempre il mio. Mi vergogno da morire con questo vestito, ma per fortuna sono sola in casa e nessuno mi potrà vedere. A parte poi le scarpe che mi fanno perdere di continuo l’equilibrio.
Ho fatto quello che mi ha chiesto, ora sarà soddisfatto, e immagino che lo sarà anche mio marito.
A questo punto sono certa che mi arriveranno altre lettere dopo questa. Non credo che risponderò come non credo che eseguirò quello che mi verrà detto.
Mirna
Non ho intenzione di rileggere quello che ho scritto, oramai l’ho scritto e non torno indietro. Clicco col mouse sul tasto invio e sospiro molto vistosamente.
Non spengo il computer, resto ferma ancora un po’ e poi mi alzo e nervosamente passeggio ancora per casa. Mi sento strana, tremo ma non per il freddo, guardo la mia immagine riflessa nel vetro del balcone che dà sul terrazzo. Mi sembra di vedere una donnaccia. Forse ho sbagliato a scrivere quella mail. Certo ho sbagliato a spedirla. Non ci sarà più un seguito, non voglio più leggere mail di quel signore e le cancellerò appena arrivano.
commenti a sesamo2it@yahoo.it che aranno subito condivisi con Mirna
Rodolfo
Mirna avrebbe potuto chiamarmi al telefono e non l’aveva fatto. Si aspettava una mia risposta? Avrebbe potuto evitare di rispondere al Master ed invece l’aveva fatto mostrandosi seccata. Ma lo era veramente? Se avesse pensato che l’autore di entrambe le lettere fossi io perché rispondere due volte ? Forse voleva dimostrarmi che era pronta a giocare ma nello stesso tempo l’altro messaggio forte sembra essere gridato : solo con te!
E sembrava ancor più probabile questa ipotesi visto il modo con cui aveva voluto rispondermi, inviandomi una mail personale ad un ora che sapeva bene , sarei stato sicuramente in linea sul computer.
L’aveva detto chiaramente quanto si sarebbe sentita in imbarazzo se vestendosi più sexy, avesse ricevuto qualche apprezzamento magari anche volgare da uno sconosciuto o peggio essere riconosciuta da qualcuno che la potesse riconoscere un suo allievo, qualcuno che aveva sempre snobbato . Eppure aveva sentito la voglia di essere quella che desideravo Accettando tutte le regole del gioco.
Quando mai l’avrebbe più fatto?
Nella nostra intimità solo una sera di un capodanno tanti anni fa si era un po’ disinibita , un abito meno sobrio del solito, calze e reggicalze senza intimo. Aveva permesso che la fotografassi nuda, con i polsi legati dietro la schiena, in auto ,salvo poi chiedermi di cancellare le foto. La mia schiava come le avevo sussurrato in un orecchio aumentando la sua eccitazione. La sua perenne paura che certi atteggiamenti fossero umilianti e sminuissero la sua immagine di signora per bene erano arrivati all’eccesso che tranne in quell’occasione non aveva mai più indossato una lingerie osée a tal punto da considerare calze e reggicalze indumenti da donna da strada.
La scelta dell’abbigliamento che le avevo voluto lasciare, nel pacco in portineria, era stata volutamente azzardata eppure, pur mostrandosi un poco risentita, non si era fermata. Quel suo atteggiamento mi stava incuriosendo ed innegabilmente eccitando. Era un vorrei ma non posso, la sua paura di osare e la sua vergogna di trovarsi in una situazione umiliante per lei.
E se fosse stata proprio la ricerca di una situazione così perversa ad eccitarla? Forse non aveva il coraggio di confessarmi i suoi sogni più segreti e si aspettava che fossi io ad insistere .
Cosa avrebbe detto se avesse visto anche l’abito che, avevo nascosto nel suo armadio ma avrei voluto indossasse sopra quel suo completino sexy? Un mini abito, mini era un eufemismo, bianco con un décolleté davvero azzardato sui seni a due fasce che si allacciavano dietro il collo lasciando la schiena lasciata completamente scoperta.
Non sapevo cosa fare. Ero preso da quel gioco che arrivai persino ad immaginare che quella situazione si realizzasse veramente .Sentivo la gelosia avvampare al pensiero di offrirla veramente ad un Master perché me la potesse disinibire e trasformare in un moglie compiacente alle perversità di un marito preso da questa follia sessuale.
Alla fine un’idea, inviarle un s.m.s come era già successo in passato. Un messaggio stringato ma nello stesso tempo ambiguo che faceva leva su quello che sapevo un suo punto debole, la curiosità : “ sono in riunione non stop. Torno tarda serata. Ti aggiornerai via mail e sono sicuro che non potrai fare diversamente”
Mirna
Sono ancora sotto shock per quello che è successo. Ma come è possibile che mio marito possa aver parlato ad un estraneo di fantasie nostre, dette e immaginate … solo immaginate nella nostra intimità. Sì, lo so, lo ha fatto solo per dare un po’ di pepe in più alla nostra vita, una vita che va avanti benissimo, ma che forse, per lui, risulta un po’ monotona.
Ora mi viene persino da pensare di essere stata un po’ troppo brusca con Rodolfo, ma gli ho detto che comunque lo amo e, tra le righe, che rispetto anche i suoi pensieri più trasgressivi.
Forse dovrei chiamarlo, telefonargli, e chiarire entrambi a voce i nostri pensieri.
Sì, sono stata troppo brusca con lui, mi aveva chiesto qualcosa di diverso che potesse far scattare una scintilla in più per rendere più forte il fuoco tra di noi e io quasi quasi lo mando a quel paese.
Faccio per prendere il cellulare e chiamarlo, quando mi accorgo che mi è arrivato un s.m.s., non me ne ero accorta, avevo dimenticato di rimettere la suoneria quando sono uscita dall’università.
È in riunione e non potrò parlargli che stasera. Forse è meglio così, avrò più tempo per prepararmi un bel discorso di scuse … ma ora non ne vedo l’ora. Non capisco però quel suo riferimento alle mail … se è impegnato, come fa a scrivermi? Forse mi faccio troppe congetture, è molto più facile che mi abbia già scritto qualcosa prima e ora me ne dà notizia.
Mi avvio quindi al computer e lo accendo. Sedendomi alla poltroncina vedo la mia immagine riflessa nello schermo. Ho ancora quel vestitino leggero che avevo indossato per scendere a prendere il pacco e mi rendo conto che non ho più indossato intimo. Devo essere proprio molto arrabbiata per dimenticare una cosa del genere. Mi prende ancora quel senso di incredibile vergogna e rivedo lo sguardo compiaciuto del portiere … inizio a tremare ma poi penso che è passata e mi tranquillizzo.
Lo schermo si illumina all’improvviso e, meccanicamente, apro la posta elettronica e guardo le mail in arrivo.
Ho un colpo al cuore quando mi accorgo che la mail di mio marito non c’è, ma al suo posto la mail di quel maniaco che mi aveva scritto prima e che avevo pregato di non scrivermi più. Sono tentata di cestinare la mail senza nemmeno leggerla, ma poi sono presa dalla curiosità e, non senza paura, la leggo.
Lettera n.3 : Spiegazioni
Ero certo della tua risposta . Vorresti gettare tutto nella pattumiera, ma non lo farai , sei troppo attratta da questo gioco, se non fosse così non avresti perso tempo a rispondermi.
Hai incominciato per gioco, pensando che fosse un’idea di tuo marito e se vuoi puoi continuare a pensarlo. Potrebbe anche essere così ed io solo un frutto della sua immaginazione per aggiungere quel pizzico di mistero e perversione.
Però potresti anche sbagliarti. Se ti dicessi che è stato proprio lui a chiedermi di iniziarti a questo gioco? Lui che mi ha cercato con un annuncio su un sito BDMS. “Cerco un Master esperto a cui affidare mia moglie per iniziare la sua educazione e trasformarla nella sua schiava sessuale, nella sua puttana privata pronta ad eseguire quanto di più vergognoso gli possa chiedere ”
Quando ci siamo incontrati per la prima volta mi ha confessato che fantasticando ti aveva già raccontato di incatenarti e che tu gli sembravi disponibile, almeno con la fantasia, a trasformare quella finzione in realtà immaginandoti la sua schiava.
Fino a quel capodanno in cui ti eri fasciata in un vestitino aderente, al ginocchio ma che per farlo impazzire non ti eri messa né reggiseno né mutandine ma solo calze e reggicalze . Mi ha confessato come fosse letteralmente impazzito riuscendo nell’impresa di spogliarti in auto a fine sera con le mani legate dietro la schiena, fino ad arrivare a fotografarti. Credevi che quelle foto fossero andate perse? invece tuo marito ha ceduto alla mia insistenza tanto da lasciarsi convincere a mostrarmele. La sensualità di quelle foto era enorme; eri eccitante ma anche eccitata e così ho capito subito che tuo marito aveva solo iniziato un lavoro che per molto tempo era rimasto in sospeso ma che meritava di essere completato. Una donna così, gli dissi, non aspetta altro che essere trasformata in una perfetta schiava; quello che avevi fatto era la dimostrazione della tua disponibilità e che avrebbe potuto spingerti verso altre trasgressioni. Così gli ho proposto di accompagnarvi in un club priveé. Tu avresti dovuto indossare solo calze nere e tacchi a spillo coperta da uno spolverino in modo che di fronte a dei miei amici lui avrebbe dovuto strappartelo di dosso e mostrarti nuda a tutti offrendoti al miglior offerente come se fossi realmente una schiava e lasciata poi nelle mani di tutti a soddisfare i più perversi desideri. Mi ha dato del pazzo e se ne andò.
Ci siamo rivisti solo recentemente .
Abbiamo ricordato quello che gli avevo proposto ma lui mi ha risposto che erano solo fantasie. Insistetti. Lui si opponeva anche se infondo combattuto tra gelosia ed il desiderio perverso di vederti trasformata in una schiava. Ma se vi fosse obbligato per un qualunque motivo, avrebbe accettato di vederti trasformata veramente in una schiava? O se peggio ancora tu stessa avresti accettato le condizioni di un gioco ambiguo e perverso pur sapendo a che rischi saresti andata incontro? Così gli ho fatto una “proposta indecente”: appunto il gioco che conosci, in cui tu avresti potuto fermarti in qualsiasi momento in una sorta di educazione adeguata per poterti trasformare poco alla volta in una perfetta moglie-schiava. Ma ancor più eccitante sarebbe stato lasciare questo compito ad un estraneo che potesse liberamente e senza scrupoli sottoporti a qualunque prova per abituarti gradualmente a questa tua nuova condizione.
Così se lui fosse stato d'accordo avrei potuto essere io il tuo educatore spingendoti a fare tutto ciò che tuo marito non avrebbe mai osato proporti.
Era titubante mi confessò che l’idea lo faceva impazzire e finì per accettare, capitolando anche su due condizioni: l’accettazione della famosa terza regola e lasciarti incondizionatamente nelle mie mani. Lui avrebbe potuto seguirti e vedere tutto ciò a cui ti avrei sottoposta a condizione di non opporsi qualunque cosa potessi chiederti. Alla fine saresti stata trasformata in una docile schiava sottomessa ed a completa disposizione di un vero padrone piegata alle sue volontà ed alla fine riconsegnata a lui completamente cambiata, una moglie diversa.
Ora se sei arrivata a leggere questa lettera la tua educazione è già iniziata e neppure tu riesci a tirarti indietro. Ti stanno venendo i brividi al pensiero di offrirti ad uno sconosciuto e dimostrare a tuo marito come tu possa diventare una piccola e docile puttana.
Nelle tue prime righe che gli avevi indirizzato dicevi di essere pronta a diventare quella che lui desiderava nel bene e nel male quindi adesso hai la possibilità di dimostrare veramente se lo ami a tal punto di offrirti ad uno sconosciuto come lui vorrebbe.
Così se tu fossi veramente una schiava e non solo per gioco, quello che ti è successo quel capodanno non sarebbe che un dolce inizio. Riesci ad immaginarti il seguito? Le sensazioni intense che potresti provare con il tuo corpo mezzo di piacere? Sarà un'educazione particolarmente severa, potrei scegliere tutto quello che si può solo immaginare nei più reconditi sogni erotici e non solo quello ed alla fine quando avrò finito questa "educazione" avrai fatto cose che ora neanche immagini e forse non riuscendo più ad uscire dal tuo nuovo ruolo tanto sarai completamente sottomessa al tuo padrone.
Hai capito ora? Credi ancora che sia solo un'invenzione di tuo marito? Vuoi altre spiegazioni?. Sappi solo vorrò da te sempre una tenuta appropriata come quella che ti ho proposto questa sera. Tutte le volte che sarai con me non sarai la seria moglie sposata con una posizione di rilievo nel tuo perfetto mondo di professoressa universitaria, ma sarai una puttana sottomessa la cui principale compito sarà di dare piacere e ti lascerai mostrare vestita come la più squallida delle puttane.
Le regole già le conosci: Se accetti di proseguire devi sapere che tutto quello che abbiamo fatto sino ad ora è solo un assaggio di un inventario erotico sempre più coinvolgente che potrai accettare lettera dopo lettera ed interrompere in qualsiasi momento ma solo dopo aver realizzato tutto quello che avrai trovato scritto.
Sai comunque che ad un certo punto potresti anche trovare la famosa lettera che ti obbliga a proseguire senza scegliere e la terza regola ti imporrà da quel momento di accettare qualunque cosa che le lettere successive ti descriveranno.
Ora devi eseguire quello che trovi scritto in questa lettera: indossa tutto quello che ti ho lasciato, tranne il collare, quando l’avrai fatto cerca nel tuo armadio e troverai qualcosa che completerà il tuo abbigliamento per questa sera. L’ha acquistato tuo marito su mio consiglio. Dopo questi miei “ordini” potrai decidere se continuare o fermarti .
Io resto qua ad aspettare una tua risposta per sapere se vorrai leggere e mettere in pratica quello che ho già pensato per te.
Mirna
Sono senza parole, mi sono cadute le braccia e non riesco nemmeno a pensare. Ma chi è mai costui? Come si permette a rivolgersi a me in questi termini?
Oddio, lo so come si permette. Glielo ha permesso Rodolfo, raccontandogli tutto quello che poteva raccontargli, persino quell’episodio di Parigi che io volevo cancellare definitivamente e che ora, invece, mi si presenta di nuovo facendomi provare ancor più vergogna di allora.
Ho quasi la sensazione di odio nei suoi riguardi. Ho voglia di fuggire e di non farmi trovare in casa questa sera. Ho voglia di prenderlo a schiaffi e sbattergli in faccia tutta la mia indignazione.
Mi sono alzata dalla poltroncina e cammino nervosamente per la casa. La mia immagine nei vetri e negli specchi che incontro mi sta facendo impazzire. Le mie gambe quasi completamente allo scoperto, il mio fondoschiena che non lascia niente all’immaginazione, per non parlare poi dei capezzoli che premono sulla stoffa leggera e che si vedono nettamente.
Arrivo in bagno, mi guardo ancora allo specchio, quel trucco così marcato. Ma cosa credevo di fare? Apro il rubinetto dell’acqua fredda e mi bagno il collo, il viso, cerco un po’ di refrigerio. Appoggio le braccia sul lavandino e lascio che qualche lacrima si mischi con il mascara e mi righi le guance. Poi, come un automa, mi sciacquo il viso e me lo asciugo con l’asciugamani alla mia destra.
Vado in camera da letto e trovo quegli indumenti ancora messi in bella vista sul letto. Mi seggo su un angolo con la testa tra le mani. Guardo l’armadio. Lì Rodolfo ha messo qualcosa, qualcosa che vorrebbe farmi indossare. Non voglio nemmeno sapere cosa sia. Non aprirò l’armadio.
Chiudo ancora gli occhi per pensare. Quando li riapro sono in piedi davanti all’armadio aperto. Guardo il vestito appeso. Lì per lì non mi sembra nulla di che, solo che salta subito agli occhi il fatto che la schiena resterebbe completamente nuda.
Richiudo l’armadio e mi dirigo ancora nello studio. Mi seggo davanti al computer, la lettera è ancora lì. La rileggo un’altra volta e poi ancora. Sento il respiro che si fa più affannoso e i capezzoli che premono ancora di più sulla stoffa. Li accarezzo un attimo. Sto pensando di rispondere alla mail, ma non so cosa scrivere.
La risposta di Mirna al Master
Signore, non so come chiamarla perché non conosco il suo nome, ma immagino che lei sappia perfettamente quale sia il mio.
È evidente che io abbia letto la sua lettera. Devo dirle, con la massima sincerità che non sono riuscita a leggerla tutta d’un fiato. Quando l’ho trovata tra le mail in arrivo sono stata subito tentata di cancellarla immediatamente, poi ho pensato che fosse una lettera di scuse e l’ho aperta. Non immaginavo certo cosa ci fosse scritto. Mi sono fermata diverse volte, direi ad ogni punto, poi la curiosità mi ha spinta ad andare avanti, fino alla fine.
Non posso negare di essermi sentita molto turbata, ma devo confessarle di non aver resistito alle lacrime e, in bagno, sono stata presa da un pianto liberatorio che mi ha anche rilassata.
Le dico subito che il fatto che mio marito l’abbia contattata già molto tempo fa e poi ricontattata mi ha fatto sentire solo una cosa, un oggetto, un qualcosa che si possa pensare di darla a chiunque per qualsiasi scopo. La cosa, ovviamente, mi ha fatta arrabbiare tantissimo.
In tutto questo una cosa è evidente: io amo tantissimo mio marito e lui ama tantissimo me. Per lui ero certa di poter fare qualsiasi cosa mi chiedesse, come quella pazzia a Parigi, ma lui? Forse pensa che questa sua richiesta sia un qualcosa che possa far piacere anche me? Ecco, ora voglio pensare solo questo, perché sento l’amore che lui mi porta.
Ho fatto quello che mi aveva chiesto, mi sono truccata in maniera forse esagerata, ho indossato un vestitino leggero e corto e sono scesa a prendere il pacco. Mi sono vergognata tantissimo specialmente nel vedere lo sguardo penetrante del portiere. Non so perché l’ho fatto, forse per curiosità o forse perché sapevo che a mio marito avrebbe fatto piacere. Lei mi potrà dare una risposta a questo quesito?
Ora mi trovo un vestito abbastanza indecente per non parlare del reggicalze, perizoma, reggiseno e scarpe che non potrei assolutamente calzare. Mi chiede di indossarli ora. Non so da dove possa venirle questa certezza, certamente non da me e non credo nemmeno da mio marito … ora metterò il punto a questa mail,sperando sempre che sia l’ultima.
Mirna
Mi sono alzata di scatto dal computer. Ma cosa mi sta prendendo? Possibile che non riesca a scrivergli una lettera di improperi come avevo fatto con la prima? Che mi sta succedendo? Sto scrivendo quasi una mia totale accettazione a questo gioco perverso, un gioco nemmeno ideato da mio marito.
Riprendo a passeggiare nervosamente. Mi mordo le labbra e stringo i pugni. Non riesco a pensare, non riesco a guardare dentro di me. Ho una vergogna terribile per quello che ho fatto e ho scritto. Posso cancellare tutto, è vero, non spedire la lettera, ma la vergogna rimarrebbe lo stesso.
Sono di nuovo in camera mia. Guardo l’armadio, gli indumenti sul letto, mi guardo allo specchio. Sono indecisa. Chiudo ancora una volta gli occhi, sperando questa volta che sia stato tutto un sogno.
Invece mi ritrovo col vestito bianco, le scarpe altissime e tutto il resto. Non posso dire che il vestito sia corto, direi che la gonna è praticamente inesistente, quasi all’altezza della fine delle calze. Questi tacchi alti la fanno accorciare sempre di più, non potrei assolutamente chinarmi, scoprirei il fondoschiena coperto da un perizoma che, di fatto, non copre nulla.
Mi guardo allo specchio e non riconosco me stessa. La donna che vedo è volgare, quasi una battona. Non sono certamente io. Non mi capacito di essermi vestita in questo modo, ma senza riflettere mi ritrovo davanti al computer a continuare la lettera.
Seguito della lettera di Mirna al Master
Ho ripreso la lettera senza nemmeno pensarci. L’avevo interrotta e volevo cancellarla, poi volevo spedirla così come era, poi mi sono alzata e sono tornata in camera da letto.
Ora ho il vestito che mi ha regalato mio marito e sotto quello che c’era nel pacco. Mi sono guardata e non mi sono riconosciuta, anche se il viso è sempre il mio. Mi vergogno da morire con questo vestito, ma per fortuna sono sola in casa e nessuno mi potrà vedere. A parte poi le scarpe che mi fanno perdere di continuo l’equilibrio.
Ho fatto quello che mi ha chiesto, ora sarà soddisfatto, e immagino che lo sarà anche mio marito.
A questo punto sono certa che mi arriveranno altre lettere dopo questa. Non credo che risponderò come non credo che eseguirò quello che mi verrà detto.
Mirna
Non ho intenzione di rileggere quello che ho scritto, oramai l’ho scritto e non torno indietro. Clicco col mouse sul tasto invio e sospiro molto vistosamente.
Non spengo il computer, resto ferma ancora un po’ e poi mi alzo e nervosamente passeggio ancora per casa. Mi sento strana, tremo ma non per il freddo, guardo la mia immagine riflessa nel vetro del balcone che dà sul terrazzo. Mi sembra di vedere una donnaccia. Forse ho sbagliato a scrivere quella mail. Certo ho sbagliato a spedirla. Non ci sarà più un seguito, non voglio più leggere mail di quel signore e le cancellerò appena arrivano.
commenti a sesamo2it@yahoo.it che aranno subito condivisi con Mirna
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