Diversamente etero
di
Els
genere
saffico
Il sesso con un'altra donna non l'avevo mai preso in considerazione. Neanche nei miei sogni, al massimo lì mi immaginavo di essere un uomo con la testa di una donna e farmi una donna. Mi sognavo di penetrarla e sentire il mio pube sbattere contro il suo. Le mie mani che morsizzano le sue gambe. Lo so che non esiste il verbo morsizzare, però rende l'idea, le mie mani a morsa che penetrano la pelle delle sue gambe, tanto sto stringendo.
Ripensandoci, forse dovevo farmele due domande. Ma sai che ti dico? capitava talmente raramente che chi c'ha mai davvero pensato.
Poi mi sono stufata. Voglio dire, passi mezza vita ad uscire con uomini, ad avere relazioni stabili, monogame, fisse. Poi quelle finiscono e si va avanti, perchè che se ne dica, si va avanti, c'è sempre qualcun altro. Questo perchè quando ci si lascia la persona che eri "io+tizio" è diversa da "io e basta", e "io e basta" di solito si reinventa ogni volta.
Insomma, dicevo, le donne non le avevo mai considerate.
Lei è arrivata per caso, non ci avevo presa in considerazione, o meglio ad un certo punto mi son detta "ma sai che c'è? alla fine, se tanto ogni volta ci si reinventa e il principe azzurro o 'la tua persona' non esistono, perchè non ampliare il bacino?
Quindi sono andata ad una serata per lesbiche, ho conosciuto questa ragazza, c'ho parlato, e siamo rimaste in contatto. Solo che, non avendo mai avuto a che fare con una donna, non avevo nemmeno idea di che mi piacesse, ma lei l'avevo vista come un trampolino di lancio, un modo per conoscere altre ragazze e poi scegliere che fare, o meglio, chi farmi.
Chi farmi. Che presunzione che avevo allora. Il problema quando sei adulta e decidi di esplorare l'altra sponda, è che non hai la più pallida idea di come fare a farti una. Sei come quando stai perdendo la verginità per la prima volta, non sai niente, ma credi di sapere tutto.
Ora, con l'esperienza della cosa alle spalle, direi che più che chi farmi dovrei correggermi con "da chi farmi fare". Sto reinventando pure l'italiano oggi, però è davvero così. Per mia incredibile fortuna, lei, la ragazza che doveva essere il mio aggancio nella comunità delle donne per le donne, era pure una attiva.
Che è un'ottima cosa se ti trovi da adulta a non sapere come ci si comporta con una donna a letto. La prima vera volta è più o meno andata così: bene, questo è il letto, sdraiati, io faccio tutto il resto. Me la sono presa. Che senso ha? Se tu non godi, che facciamo sesso a fare? E anche lì mi sono dovuta ricredere. A quanto pare le attive godono a far godere la loro vittima. Che è quello che è successo. Io ero lì, a non capire niente, tanto più intense erano le sensazioni che provavo rispetto al sesso etero, e lei era lì con me, fradicia, a godersi ogni mio spasmo, ogni gemito.
che mondo strano il mondo delle attive. Non che mi lamento, eh.
A onore di cronaca, ora questa distinzione non l'abbiamo più, ma allora è stata di grande aiuto.
Ripensandoci, forse dovevo farmele due domande. Ma sai che ti dico? capitava talmente raramente che chi c'ha mai davvero pensato.
Poi mi sono stufata. Voglio dire, passi mezza vita ad uscire con uomini, ad avere relazioni stabili, monogame, fisse. Poi quelle finiscono e si va avanti, perchè che se ne dica, si va avanti, c'è sempre qualcun altro. Questo perchè quando ci si lascia la persona che eri "io+tizio" è diversa da "io e basta", e "io e basta" di solito si reinventa ogni volta.
Insomma, dicevo, le donne non le avevo mai considerate.
Lei è arrivata per caso, non ci avevo presa in considerazione, o meglio ad un certo punto mi son detta "ma sai che c'è? alla fine, se tanto ogni volta ci si reinventa e il principe azzurro o 'la tua persona' non esistono, perchè non ampliare il bacino?
Quindi sono andata ad una serata per lesbiche, ho conosciuto questa ragazza, c'ho parlato, e siamo rimaste in contatto. Solo che, non avendo mai avuto a che fare con una donna, non avevo nemmeno idea di che mi piacesse, ma lei l'avevo vista come un trampolino di lancio, un modo per conoscere altre ragazze e poi scegliere che fare, o meglio, chi farmi.
Chi farmi. Che presunzione che avevo allora. Il problema quando sei adulta e decidi di esplorare l'altra sponda, è che non hai la più pallida idea di come fare a farti una. Sei come quando stai perdendo la verginità per la prima volta, non sai niente, ma credi di sapere tutto.
Ora, con l'esperienza della cosa alle spalle, direi che più che chi farmi dovrei correggermi con "da chi farmi fare". Sto reinventando pure l'italiano oggi, però è davvero così. Per mia incredibile fortuna, lei, la ragazza che doveva essere il mio aggancio nella comunità delle donne per le donne, era pure una attiva.
Che è un'ottima cosa se ti trovi da adulta a non sapere come ci si comporta con una donna a letto. La prima vera volta è più o meno andata così: bene, questo è il letto, sdraiati, io faccio tutto il resto. Me la sono presa. Che senso ha? Se tu non godi, che facciamo sesso a fare? E anche lì mi sono dovuta ricredere. A quanto pare le attive godono a far godere la loro vittima. Che è quello che è successo. Io ero lì, a non capire niente, tanto più intense erano le sensazioni che provavo rispetto al sesso etero, e lei era lì con me, fradicia, a godersi ogni mio spasmo, ogni gemito.
che mondo strano il mondo delle attive. Non che mi lamento, eh.
A onore di cronaca, ora questa distinzione non l'abbiamo più, ma allora è stata di grande aiuto.
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