Ho fatto le corna a mio marito. Se le meritava.
di
ValeriaT.
genere
tradimenti
Ho fatto cornuto mio marito. Se lo meritava. Fra l'altro è stato eccitante e molto piacevole. Non solo, ho anche scoperto di essere una gran troia. Non ne potevo più, non lo sopportavo quando faceva apprezzamenti, in mia presenza, sul culo o sulle tette di altre donne. Poi magari finiva tutto li. Anzi, sicuramente. Non è un grande scopatore: poca fantasia e, in definitiva, tipico sesso coniugale con qualche leccata e penetrazione alla missionaria. Comunque, a volte, questi suoi atteggiamenti mi umiliavano. Non sarò una grande bellezza ma mi faccio guardare e quei culi e quelle tette oggetto di apprezzamenti, spesso non erano boni come i miei. Mio marito ha 39 anni. Siamo sposati da 9 anni e abbiamo un figlio di 8 anni. Io, Valeria, sono una donna di 36 anni. Vero è che non sono una grande bellezza, però sono una brunetta attraente e ho um bel paio di cosce. inoltre, come dicevo prima, il mio culo e le mie tette non sono niente male. Il primo fine settimana di giugno, l'abbiamo trascorso in un agriturismo per permettere a nostro figlio di stare all'aria aperta e di essere in contatto con i tipici animali delle fattorie. Fra l'altro si trova solo ad una mezz'ora dalla nostra città, in Sicilia. Partimmo il venerdì pomeriggio e già quella sera stessa, eravamo solo noi gli ospiti, durante la cena, Alfio, il lui della coppia che gestisce l'agriturismo, iniziò a fulminarmi con i suoi sguardi. All'inizio mi trovai a disagio anche perchè timorosa che mio marito se ne potesse accorgere; anche sua moglie, la tipica massaia campagnola per niente attraente e sensuale. Man mano mi resi conto che la presenza dei rispettivi coniugi rendeva tutto più eccitante. Era come una sfida e lo sfidai rispondendo, con altrettanta audacia, ai suoi sguardi. Fu così anche il giorno dopo anche se vi erano altri ospiti. La svolta definitiva avvenne l'indomani, domenica, durante il pranzo. Lui serviva a tavola e ad ogni portata dai nostri sguardi saettavano fulmini. Diciamoci la verità, non era nemmeno lui una grande bellezza. Però i suoi occhioni neri, i suoi capelli ricci neri e il suo fisico tozzo e muscoloso, mi facevano sentire certe sensazioni e poi, francamente, era, per me, come una forma di rivalsa nei confronti di mio marito. Avevo valutato che avesse fra i 40 e i 45 anni. Dunque, quasi a fine pranzo, si accomodò al nostro tavolo per chiederci se andavamo via subito oppure dopo cena. Nè subito nè dopo cena, pensai. Dopo cena troppo tardi; subito non era possibile perchè nostro figlio era stanco e stava morendo di sonno dopo le scorribande e una partita di calcetto della mattina. Mio marito disse che era distrutto e che voleva riposare. Poi chiese ad Alfio se anche lui avesse l'abitudine di riposare dopo pranzo. Lui rispose, guardando me, che si dedicava alla rimessa in uso di certi attrezzi agricoli vetusti ma molto caratteristici. Indicò pure il capannone dove teneva queste attrezzature. Era ad un centinaio di metri di distanza. Mi sermbrò una chiara proposta. Arrossii e dissi che avrei fatto una passeggiata fra i campi per digerire. Ci fissammo. Per lui fu come seio avessi accettato l'appuntamento. Salimmo in camera. Il tempo di una rinfrescata in bagno e già, sia mio figlio che mio marito, dormivano profondamente. Mi avviai, camminando lentamente, in direzione del capannone. Non notavo ingressi. Pansai che ci doveva essere per forza. Sicuramente dall'altra parte. Non appena svoltai l'angolo mi sentii presa per il braccio. L'ingresso era proprio li e lui stava apettandomi. Rimasi stupefatta ma fui spinta dentro; chiuse la porta e mi disse: "Lo so, lo so cosa cerchi. Che ti sembra che non l'avevo capito che troia che sei?" Facendo l'indignata stavo per replicare pur non sapendo cosa dire ma lui mi prese, mi strinse palpandomi e mi tappò la bocca con la sua. Si, va bene, ma dovevo cedere così? Intanto la sua lingua mi riempì la bocca esplorandomela tutta. Grossa, ruvida, umida e calda. La prima lingua diversa da quella di mio marito. Che sensazione! La succhiai e poi la mia si intrecciò forsennatamente alla sua. Staccò la bocca. "L'ho capito subito che tipo di femminazza che sei e cosa cerchi". Quindi toccandosi la patta continuò: "Stu bel cazzone cerchi, vero?" Volevo dire qualcosa. Magari che non era vero e che si era sbagliato. Mi sentii stupida. Allora perchè mi trovavo li? Mi prese la mano e la sostituì alla sua sulla patta. "Guarda che bello! A te aspettava". Ero come imbambolata, non riuscivo a staccare la mano dalla sua patta e anzi presi a palparlo vogliosa. "Tieni, prendilo" disse aprendosi i pantaloni. Guardavo li come ipnotizata. Portò giù i pantaloni e boxer e scatto fuori un coso che mi fece veramente impressione. Riprese la mia mano e me lo fece impugnare. Mi sembrò ancora più grosso. Cercò ancora la mia bocca e, mentre ci slinguavamo, istintivamente presi a segarglielo. Non avevo ancora pronunciato una parola, ma non appena mi richiese se era quello che cercavo, vogliosa e sospirando forte gli risposi di si. Allora spingendomi giù mi disse di prenderlo. Mi accovacciai e così vicino agli occhi, sebbene ancora non completamente duro, mi impressionò ancora di più. Glielo menai e lui: "In bocca troia. Che ti sembra che non l'ho capito che sei una pompinara di prima qualità?" Me lo sbattè sulle guance e poi me lo ficcò in bocca. Devo dire la verità: non ero abituata ad avere in bocca un cazzo così e nemmeno pensavo di essere una grande pompinara. Però non appena presi a leccarlo e succhiarlo lui disse che non si era sbagliato e che ero una dea. Dopo cinque minuti durante i quali gli dissi che non potevo perdere tempo, mi sollevò, mi mise a 90 gradi facendomi appoggiare su un tavolo, mi alzò la gonna, tirò giù le mie mutandine sino sfilarmele completamente e prese a darmi leggere manate sulle chiappe. Ero tutta bagnata. mi strofinò la mano sulla fica e sul culo e poi sentii quel cazzo grosso fra le mie chiappe e fra le mie cosce. Istintivamente le divaricai e il suo cazzo, nonostante la mia fica non avesse mai ospitato un arnese così, entrò liscio pur sentendo la differenza con quello di mio marito. Mi spaccò con colpi poderosi per una ventina di minuti facendomi godere maestosamente più volte. Più volte gli dissi di non venirmi dentro e quando stava per venire disse: "Allora nel culo?" "Noooo" "Allora in bocca". Non l'avevo mai fatto ma non appena me lo sfilò dalla fica e mi fece girare, me lo ficcò in bocca. Diede due o tre colpi e subito i primi schizzi mi arrivarono fino alla gola. Provai una nuova sensazione e dopo qualche secondo, mentre me ne diceva di tutti i colori, mi sentii tanta di quella sborra in bocca che non la potei trattenere tutta. Parte, mio malgrado, la inghiotii, parte venne fuori dai lati della bocca colandomi sul mento. Mi asciugai con le mutandine, sia il mento che la fica tutta bagnata. Glieli regalai dicendogli di farli sparire. Prima di andare via mi disse che volava vedermi con calma. Mi suggerì di venirlo a trovare per l'indomani mattina in quanto il lunedi sua moglie era al paese e lui era da solo. Naturalmente gli dissi che non sarebbe stato possibile. Mio marito e il bambino dormivano ancora. Mi lavai pensando a quello che mi aveva detto. Ma che è pazzo, pensai. L'indomani mattina, lunedì, guarda caso, è il mio giorno libero. Era anche, se non ricordo male il penultimo giorno di scuola di mio figlio. Mentre lo preparavo per accompagnalo pensavo al cazzo di Alfio. Vestendomi, casualmente, indossai un vestitino comodo e sexy nello stesso tempo. Lasciando mio figlio pensai che tutto sommato in poco tempo potevo essere li. Incosciamente mi avviai. Non appena arrivai mi sentii mortificata con me stessa. Sentendo la macchina lui uscì, mi venne incontro e mi salutò dicendomi che ero una bella fica e una bella troia. Mi chiese se ero venuta per il suo cazzo e, facendo una smorfietta e arrossendo, gli risposi di si. Avevo voglia che mi succhiasse la lingua. Mi lesse nel pensiero e non appena cercò la mia bocca gli ficcai la lingua dentro. Quasi me la staccò facendomi sospirare di piacere. Mi portò su in una delle camere. Vogliosi incominciammo a spogliarci velocemente. Incosciamente avevo scelto il vestito giusto: chiuso sul davanti da una fila di bottoncini. Man mano che si spogliava mi veniva sempre più voglia: il suo petto nudo e poi il cazzone penzolante fra le sue cosce muscolose. Ci buttammo sul letto cercando ognuno il sesso dell'altra. Lui supino, io sopra a cercare il suo cazzo. Lo presi a leccare e man mano che si ingrossava sentivo la sua lingua che mi leccava con maestria facendomi impazzire. Notò che mi trattenevo dal palesare il mio piacere e mi disse che potevo gridare, tanto potevano sentirmi solo le galline, le oche, gli asinelli e tutti gli altri animali della fattoria. Godetti come una scrofa. Poi mi venne su e mi chiavò selvaggiamente facendomi vibrare tutta. Poi lo cavalcai per non meno di una mezz'ora godendo in continuazione. Gli ricordai di non sborrarmi dentro ed infatti, non resistendo più al mio continuo dimenarmi sopra di lui, dopo un po, quando disse che stava per venire, mi sollevai e questa volta, di mia iniziativa, lo misi in bocca e questa volta la inghiottii tutta. Pansavo che avesse finito. Invece me lo mise fra le tette e in pochi minuti, leccandoglielo pure, il suo cazzo ritornò duro come prima. Di fianco con lui sulla mia coscia destra e la mia sinistra alzata al massimo. Me lo mise dentro così facendomi godere ancora mentre ci slinguavamo. Mi stavo rifacendo su mio marito. Anche quando, sempre in questa pozizione, cercò di spaccarmi il culo. Ero vergine, macertamente non glielo dissi. "Te lo scasso" "Si, mi piace nel culo" gli dissi mentendo e senza voler fare la figura di una che a 36 anni aveva il culo vergine. Pian piano me lo ficcò facendo finta, io, che il fastidio iniziale fosse dovuto tutto alla posizione. Confidenzialmente, mentendo, gli dissi che mio marito melo metteve nel culo alla pecorina ma che così, come mi stava inculando lui era più bello e lo gustavo di più. Infatti ebbi ancora un orgasmo e quando mi sborrò dentro, sentendo il mio intestino in fiamme, ebbi un orgasmo che fece traballare il letto. Non potevo trattenermi tutta la mattinata, dovevo riprendere mio figlio a scuola. Mi disse che ogni lunedì poteva essere così. Gli dissi che non poteva essere. "Forse quando inizieranno le scuole a settembre. Se avrò ancora il lunedi libero e mio figlio sarà a scuola". Chissà! Che troia! Speravo proprio di si. Intanto mio marito aveva un bel paio di corna.
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