Exu Morcego
di
Hardradae
genere
sentimentali
Il mio primo racconto,e come tale avrà sicuramente dei difetti. Mi auguro vivamente che siate inclementi, critiche e suggerimenti sono ben accetti.
In molte parti del mondo esistono miti e leggende sui Vampiri. Secondo alcune queste creature discendono da Lilith, altre vedono come primo Vampiro Caino, altre ancora li vedono come servitori a cui il Diavolo concesse tale metamorfosi come forma di pagamento per la loro fedeltà. Tra tutte queste leggende, ci sta una storia che riguarda un Orisha della Quimbanda, il cui Amore lo portò a diventare un Vampiro.
A voi, la sua storia:
In un castello interamente di pietra, diroccato ed ubicato nel mezzo di una foresta, viveva un uomo corpulento. Indossava degli abiti, che pur essendo rovinati ed usurati da tempo, si notava provenissero da un guardaroba fine. Si percepiva l’usura causata dal tempo, ma nonostante questo c’erano ricchi arredamenti, ed oggetti d’oro massiccio. Tra questi figurava un grosso crocifisso d’oro massiccio che l’uomo portava al collo, pareva che vivesse in solitudine ma in realtà nel castello viveva molta servitù.
Però non fu sempre così: era uno scienziato rinomato ma si innamorò di una bellissima ragazza. Destino volle che lei avesse un compagno; approfittando di una rivolta gli tese una trappola e lo uccise, dopodichè si rinchiuse nella torre del suo castello che era pure il suo studio.
Aveva la testa sottosopra, ed implorava il perdono e l’aiuto di Dio. Quando realizzò che non lo avrebbe aiutato non si disperò, ed inginocchiatosi verso il muro pregò con le seguenti parole: “ Se il Bene non mi vuole, mi consegno al Male che mi abbraccia”, avvicinò le mani e la testa alla fredda pietra.
Nessuno vide ne seppe più nulla di quell’uomo.
Col passare degli anni la torre ed il castello furono dimenticati finche un giorno, molti anni dopo l’accaduto, un uomo volle sapere cosa ci fosse in quella torre. Si mise in cammino e quando aprì la porta, vide una finestra chiusa con pesanti pietre e qualche piccola fessura fatta nell’alto della parete. La luce non poteva entrare. La torre era sprovvista di pareti interne, formando una grande sala. Era arredata con pesanti mobili di legno resi ruvidi dal tempo, l’unica illuminazione era data da due candelabri singoli, la cui candela rischiarava tenuamente l’oscurità. Sulla tavola erano sparpagliati numerosi libri, segno che qualcuno stava cercando risposte nello studio e nella letteratura. Avvicinandosi vide qualcuno con due braccia aperte, un cappuccio nero copriva la sua testa, era inginocchiato e guardava verso la parete. Quando mise dentro il piede nella stanza, il cappuccio sbatte come un’ala, si sollevò e non restò altro che polvere.
Che successe alla donna?
Si impiccò nel fondeo della grotta, sotto al castello.
Perché diventò Vampiro?
Semplicemente perché dopo tutto quello che aveva fatto, egli vendette la sua anima e come castigo abita al buio, senza poter vedere nulla. Oggi egli vaga per grotte e luoghi simili, in cerca del suo Amore perduto ma anche se la avesse di fronte, non potrà mai vederla in quanto come gli animali da cui prende il nome, esso usa solo percezioni sonore. Sentendo per l’eternità il suo pianto ed i suoi lamenti, senza poterne vedere il volto.
In molte parti del mondo esistono miti e leggende sui Vampiri. Secondo alcune queste creature discendono da Lilith, altre vedono come primo Vampiro Caino, altre ancora li vedono come servitori a cui il Diavolo concesse tale metamorfosi come forma di pagamento per la loro fedeltà. Tra tutte queste leggende, ci sta una storia che riguarda un Orisha della Quimbanda, il cui Amore lo portò a diventare un Vampiro.
A voi, la sua storia:
In un castello interamente di pietra, diroccato ed ubicato nel mezzo di una foresta, viveva un uomo corpulento. Indossava degli abiti, che pur essendo rovinati ed usurati da tempo, si notava provenissero da un guardaroba fine. Si percepiva l’usura causata dal tempo, ma nonostante questo c’erano ricchi arredamenti, ed oggetti d’oro massiccio. Tra questi figurava un grosso crocifisso d’oro massiccio che l’uomo portava al collo, pareva che vivesse in solitudine ma in realtà nel castello viveva molta servitù.
Però non fu sempre così: era uno scienziato rinomato ma si innamorò di una bellissima ragazza. Destino volle che lei avesse un compagno; approfittando di una rivolta gli tese una trappola e lo uccise, dopodichè si rinchiuse nella torre del suo castello che era pure il suo studio.
Aveva la testa sottosopra, ed implorava il perdono e l’aiuto di Dio. Quando realizzò che non lo avrebbe aiutato non si disperò, ed inginocchiatosi verso il muro pregò con le seguenti parole: “ Se il Bene non mi vuole, mi consegno al Male che mi abbraccia”, avvicinò le mani e la testa alla fredda pietra.
Nessuno vide ne seppe più nulla di quell’uomo.
Col passare degli anni la torre ed il castello furono dimenticati finche un giorno, molti anni dopo l’accaduto, un uomo volle sapere cosa ci fosse in quella torre. Si mise in cammino e quando aprì la porta, vide una finestra chiusa con pesanti pietre e qualche piccola fessura fatta nell’alto della parete. La luce non poteva entrare. La torre era sprovvista di pareti interne, formando una grande sala. Era arredata con pesanti mobili di legno resi ruvidi dal tempo, l’unica illuminazione era data da due candelabri singoli, la cui candela rischiarava tenuamente l’oscurità. Sulla tavola erano sparpagliati numerosi libri, segno che qualcuno stava cercando risposte nello studio e nella letteratura. Avvicinandosi vide qualcuno con due braccia aperte, un cappuccio nero copriva la sua testa, era inginocchiato e guardava verso la parete. Quando mise dentro il piede nella stanza, il cappuccio sbatte come un’ala, si sollevò e non restò altro che polvere.
Che successe alla donna?
Si impiccò nel fondeo della grotta, sotto al castello.
Perché diventò Vampiro?
Semplicemente perché dopo tutto quello che aveva fatto, egli vendette la sua anima e come castigo abita al buio, senza poter vedere nulla. Oggi egli vaga per grotte e luoghi simili, in cerca del suo Amore perduto ma anche se la avesse di fronte, non potrà mai vederla in quanto come gli animali da cui prende il nome, esso usa solo percezioni sonore. Sentendo per l’eternità il suo pianto ed i suoi lamenti, senza poterne vedere il volto.
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