Sesso al club
di
Marcella
genere
etero
È da tempo che mio marito non mi fa godere, ma quando ci siamo conosciuti anni fa, si scopava anche tre volte al giorno!! Aveva sempre il cazzo in tiro, le palle piene e fiumi di sborra. Mi leccava la figa con la voracità di un animale che afferra la preda. Un sabato sera, alla discoteca che frequentavamo tutti i fine settimana, appoggiati al bar, mi sono eccitata al solo pensiero del suo bel cazzone che si stava indurendo quando me lo strusciava sul culo mentre stavo ordinando due birre. Glielo tirai fuori dai pantaloni e cominciai a segarlo al suono della musica, tra sconosciuti, al buio, ignari di quello che stava shccedendo sotto ai loro occchi. Più lo segavo e più si induriva. Mi sedetti sulla sbarra del bar a terra e cominciai a spompinarlo. Il suo respiro si faceva sempre più pesante. Me lo succhiavo, gli succhiavo le palle, la mia lingua che andava come un treno...ero in delirio, il rischio di essere sorpresi mi eccitava ancora di più. Cominciai a fregarmi la figa ormai fradicia con due dita mentre continuavo a maneggiare la sua verga, ormai arrivata al punto di esplodere. Godemmo allo stesso momento. Il sapore della sua sborra si mimetizzo' con quello dei due sorsi di birra che ero riuscita a bermi. "Voglio che mi scopi Andrea. Fammi diventare la tua troia qui, adesso!" Andrea si affretto' a cercare un angolo più intimo. Mi prese per mano e andammo fuori, dove le luci della città e le voci dei passanti resero le nostre intenzioni ancora più provocanti. Mi prese dai fianchi e mi sbatte' sul cofano di una macchina parcheggiata in una viuzza, alzò la minigonna, aprendomi la gambe e strappandomi il perizoma. Cominciò a leccarmi la figa e a cacciarci dentro due dita, mi mise le mani sul seno mentre mi leccava, pizzicandomi i capezzoli ormai induriti. "Scopami Andrea, fottimi, voglio sentire il tuo cazzo, fallo adesso". Si slaccio' i pantaloni e mi girò alla pecorina con il mio petto sul cofano della macchina. Con un colpo secco mi entrò nella figa, ormai allagata. "Dai troia, dimmi quanto sono porco, quanto di piace il mio cazzo" mi diceva. "Andrea amore mio, sfondami il culo!". Mentre mi montava come un cavallo e mi palpeggiava le mammelle con una mano, tutto d'un tratto mi sfondo' il culo ancora vergine con una botta sola. Non riuscii a trattenere un urlo cammuffato dai rumori delle macchine che sfrecciavano sulla via principale. Vidi due giovani spiarci all'angolo della viuzza. Non dissi nulla, al contrario, mi eccito' l'idea di avere due guardoni arrapati proprio in quel momento. Sentivo la cappella del suo cazzo entrare e uscire lentamente, cercando di farmelo abituare nel mio tunnel. Cominciò a scoparmi con in ritmo frenetico, toccandomi la figa e arrivando a godere insieme ancora una volta.
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