Piercing al capezzolo alla mia amica
di
Trenta9
genere
etero
Dall’inizio di quest’anno mi sono trasferito a Milano, dove con tanti sforzi e sacrifici ho cercato di costruire qualcosa di tutto mio: sono un ragazzo alto e dalla corporatura importante, che ha dedicato anni della sua vita allo sport e che oggi è finalmente riuscito a farlo diventare un lavoro.
Fare il personal trainer tuttavia non è semplice, la concorrenza è alta e i salari scarsi, ma sto facendo del mio meglio, almeno per mantenere me e il piccolo appartamento in periferia in cui vivo. Proprio per questo motivo mi capita di alternare la mia professione principale con altri lavoretti saltuari, come il cameriere e il barman, ma da qualche mese ormai sto lavorando anche in uno studio di tatuaggi di proprietà di un mio caro amico, il quale mi arruola ogni tanto per lavorare come piercier. Nulla di troppo complicato in fondo, e d’altra parte i piercing sono sempre stati tra le mie passioni, quindi ho da subito accettato la proposta, e rapidamente sono riuscito a farmi una buona nomea. A tal punto che spesso mi capita di ricevere a casa in serata qualche ragazzo a cui interessi fare un buco al lobo: sono conscio del fatto che non sia totalmente corretto, ma d’altra parte mi fido totalmente delle mie capacità, e sapendo di lavorare sempre nella massima igiene sono sicuro di non incorrere in nessun rischio.
Quel giorno avrei dovuto ricevere a casa un’amica, Sara, una ragazza conosciuta in palestra e che venuta a sapere del mio lavoro ha insistito tanto per avere un piercing a buon prezzo. La giornata era già stata estenuante in sala pesi, e il caldo di Milano non aiutava di certo, ma dopo una doccia ghiacciata e una cenetta veloce mi sentivo rigenerato. Misi un po’ a posto il salotto, e iniziai a preparare gli attrezzi del mestiere avendo cura di sterilizzare il tutto alla perfezione: infatti tenevo solo a finire in fretta quell’appuntamento e potermi buttare così a letto sotto l’aria del mio ventilatore.
Sentì il telefono suonare, era Sara che mi avvisava di aver appena parcheggiato l’auto, così aprii il portoncino e aspettai che salisse in casa. Poco dopo sento la porta aprirsi e la vedo entrare nel piccolo corridoio, vidi entrare dalla porta per primi i suoi stivaletti della Dottor Martens neri con i lacci stretti attorno alle caviglie, seguiti da una bella gamba abbronzata che si nascondeva sotto una semplice gonna di jeans, che incorniciava dal basso una camicetta bianca decisamente larga. Sara portava i capelli lunghi sciolti, con i suoi immancabili boccoli, decisamente una bella ragazza se si accetta la sua piccola statura.
Le andai subito in contro, per farla accomodare “ciao Sara “ dissi “come stai?” e lei “ciao Edo, tutto super bene, solo un po’ agitata” ma le rispondo “dai, non ti preoccupare, sarò bravo. Accomodati pure perché così incominciamo subito”. Infatti il piercing di Sara sarebbe stato al capezzolo, il che comportava una procedura abbastanza rapida da sbrigare.
“bene Sara, preferisci farlo da seduta o sdraiata? Per me è uguale” e lei “io lo farei da seduta” e si accomoda sul lettino. Così mi avvicino e le dico “bene, porti il reggiseno sotto la camicia?” mentre lei prontamente inizia a sbottonarla facendo apparire sue coppe nere di pizzo per rispondermi, e io “okok allora facciamo così, io vado di là a prendere le ultime cose e tu fai che sfilare solo il reggiseno, così lasciamo la camicia a coprire l’altro seno”. Così fece e una volta tornato in salotto trovai già la camicia sbottonata dalla quale uscivano ormai solo i tratti laterali dei due seni e la pancia piattissima, segno di un buon allenamento addominale. Mi sedetti di fronte a lei e chiesi “su quale tetta lo facciamo Sara?” e lei “io lo farei sulla sinistra, spero mi doni di più”, aggiunsi “perfetto, allora vediamo un po’” e così dicendo le scoprii quel seno dalla camicetta, facendo venire alla luce una tetta leggermente a punta, di dimensioni assolutamente abbondanti e con una chiara abbronzatura da lampada. Cercai così di sdrammatizzare “ahh non sapevo ti facessi le lampade completamente nuda” e lei “si certo!” disse ridendo “non mi piace assolutamente vedere il cambio di colorito quando sono a seno scoperto”. Si notava che Sara fosse pienamente a suo agio con il proprio corpo, e non potevo biasimarla dato tutto l’allenamento che ci dedicava.
All’improvviso sentii nuovamente il citofono, così sbalordito mi chiesi chi poteva essere a quell’ora, ma Sara “Si, Edo, scusami non te l’ho detto prima. Ho chiesto a mia cugina se potesse venire a farmi forza dato che ho un po’ paura mi possa fare male”. Non nascondo che la cosa un po’ mi infastidii, non mi piaceva avere troppa gente per casa, ma a quel punto non potevo negare questa cortesia alla mia cliente. Aprii il portoncino e dopo essermi presentato, feci accomodare Martina (sua cugina) nel salotto accanto a noi. Martina sembrava altrettanto semplice e in forma, le due erano molto simili tra loro, se non fosse per il fatto che la cugina indossasse un vestitino estivo a fiori, dal quale uscivano delle cosce estremamente toniche e lisce.
Riprendemmo la nostra operazione, ma mi interruppi quasi subito dicendo “Sara, non possiamo farlo così. La tetta è completamente sudata, rischiamo che mi scivolino le pinze o che faccia infezione” e lei “che imbarazzo, scusa, sarei dovuta venire senza reggiseno da subito, è che qui fa così caldo” al che si aggiunse Marti “amore vieni qui” e tirando fuori un fazzoletto dalla borsa prese in mano il seno della cugina e stringendolo forse asciugò tutto il capezzolo, poi scostò la camicetta facendo fuoriuscire a tratti anche l’altra tetta e proseguì passandole il panno fino al collo. Concluse “ecco amore, ora sei asciutta, però dovremmo mettere un po’ d’aria qui dentro” e così mi offrii di prendere il ventilatore da camera mia e portarlo nella nostra stanza. Sara aggiunse “non possiamo puntarlo sul seno? Così evitiamo che si bagni di nuovo” e Marti “si hai ragione, dai togliti tutta sta camicetta che è pesantissima, ti copro io l’altro seno” e così fu. A questo punto Sara era seduta sul lettino, le braccia appoggiate all’indietro le permettevano di protendere il petto in avanti e la sua pelle brillava in quella stanza. Come se non bastasse le tette di Sara erano le più belle che avessi mai visto, e non vedevo l’ora di fare quel maledetto piercing e vedere come ci stesse su, per segarmici la notte. Sua cugina le era seduta accanto, con quella gambe favolose incrociate una sull’altra, mentre era impegnata a reggerle un seno con la mano destra, in modo che Sara non venisse completamente denudata in quel salotto.
Nonostante le ebbrezza di quella visione, il piercing ora andava fatto: mi avvicinai al capezzolone di Sara e tentai di prenderlo con le pinza. Tentai una prima, una seconda e una terza volta, tanto che lei stessa mi chiese se andasse tutto bene. “vedi Sara, sarà per il caldo, ma il capezzolo non è per niente turgido, ora proviamo a stimolarlo un po’” e lei “si l’ho notato anche io.. scusami, però se hai del ghiaccio penso che riusciremo a farlo tornare turgido in pochissimo”. Così andai in cucina e tornai con qualche cubetto. Ne porsi uno a Sara che tirandosi un po’ su si prese il seno in mano e iniziò a passarselo tutto intorno. E Marti “passalo proprio sopra, non tanto sulla tetta” le due ragazze erano completamente assorbite da quel trattamento, tanto che Sara ci scherzò su “avessi saputo prima quanto è bello il ghiaccio sulle tette me lo sarei passato ogni sera”. Ci facemmo tutti una buona risata. Il cubetto era ormai quasi sciolto, e mi presi la libertà di passare la mia mano sulla tetta per asciugarla ma niente: non era servito a nulla. A quel punto intervenne Marti nuovamente “lo sapevo Sara, sai bene che il freddo non basta. Guarda quanti gradi ci sono oggi! Devi proprio stimolarlo, quando fai sesso sono turgidi no?” e Sara “si certo, ma perché il ragazzo bene o male cerca sempre di leccarmeli.
E Marti “ecco! Bene, sicuramente a lui non dispiacerà leccarti un po’ la tetta” ma prontamente Sara “Ma Martina! Ovvio che no! Sai che sono fidanzata e lui è un mio caro amico. Fallo tu ti prego dai, tanto cosa vuoi che sia”. “e va bene” rispose Marti “che pignola che sei però. Potessi farmi leccare io le tette da un ragazzo diverso ogni tanto” aggiunse poi “edo puoi tenermi i capelli da dietro per favore?”
Così abbandonò il secondo seno di Sara, che ormai non aveva motivo di restare coperto, e si fece una coda ai capelli con la mano per porgermela. Prontamente la afferrai e Martina si avvicinò al seno della cugina prendendolo in mano. La lingua lo toccò prima un po’ in modo diffidente, ma poi si abbandonò a quelle curve e in pochi secondi le delineava tutte lasciandoci un leggero strato di saliva, per fermarsi sul capezzolo e sgrillettarlo velocemente. Il cazzo mi diventò istantaneamente di marmo e il calore in quella stanza aumentò, ma dovevo assolutamente fingere di non essere eccitato. Nel frattempo Sara aggiunse guardandomi con quegli occhioni “scusa per questo inconveniente”. Per me potevano venire a leccarsi le tette tutte le sere. Martina leccò il seno della cugina per un paio di minuti, ma convenì lei stessa che fosse inutile.
A quel punto la cugina si ricompose e la serata sembrava per giungere a un punto morto. Il tempo passava e anche Martina iniziava a spazientirsi, così per alleggerire la situazione andai a prendere dell’acqua e qualche bicchiere sperano di poter passare ancora un po’ di tempo a guardarmi quelle tette. Mentre ero in cucina sentii le due avere un piccolo battibecco, ma poco mi importava. Stavo per tornare in sala quando girandomi mi trovai Martina alle spalle. “scusa il disturbo” disse lei “non so cosa prende a mia cugina stasera. Ad ogni modo non vuole per nulla al mondo rinunciare a questo piercing quindi ora dobbiamo trovare una soluzione”. Così dicendo tornammo tutti e tre in sala, in quella stanza che sembrava incorniciare il bellissimo seno nudo di Sara, la quale non sembrava minimamente interessata a coprirlo.
Fu lei ad esordire “Edo, ti devo chiedere una cosa, ma mi rendo conto sia veramente molto particolare, quindi sto cercando di trovare tutte le cautele possibili per proporti la mia idea” e io “Dai Sara, a questo punto credo tu possa essere diretta. Anzi se evitiamo giri di parole, penso che andremmo tutti prima a dormire e finiremmo questo piercing”. Quindi lei andò avanti “bene, vedi… stavo pensando che a questo punto l’unico modo sarebbe per me avere un orgasmo. Scusa la schiettezza, ma sono sicura che godendo le mie tette avrebbero l’effetto desiderato” e io “certo Sara, ti capisco benissimo, non ti preoccupare. Puoi usare il bagno per quanto vuoi” ma lei “ecco però vedi, masturbarmi in bagno sarebbe parecchio difficile da sola. Però allo stesso tempo qui dentro sappiamo tutti che sono fidanzata, e per quanto in questo momento vorrei solamente dartela e venire non posso. Tu sei un ragazzo fantastico e spettacolare fisicamente, quindi che ne dici se ti potessi guardare un po’ mentre mi masturbo?”.
E io “beh, non so che dire. Se vuoi posso togliermi la maglietta e mettermi un po’ sul divano e proviamo” e lei “sarebbe fantastico, non ti ringrazierei mai abbastanza”. Mentre così diceva si alzò dal lettino, sbottonò la gonna e la fece cadere insieme alle mutandine, rimanendo completamente nuda solo con quei grossi dottor Martens ai piedi. Sara si accovacciò sul lettino tirando indietro le gambe e premendo il seno contro le ginocchia, non riuscivo a vedere completamente la sua figa perché la mano che iniziava a muoversi la copriva quasi completamente. Io ero senza maglietta ma notando lo scarso effetto che stavo dando su quella patatina ancora asciutta decisi liberamente di abbassarmi i pantaloni e di iniziarmi a masturbare a mia volta davanti a lei, che esclamò “scelta ottima edo, ora iniziamo a ragionare, non so come ringraziarti guarda” e io “ma figurati spero solo tu possa raggiungere l’orgasmo così” e lei “si sto iniziando a godere, se solo potessi anche vedere un paio di tette in questo momento verrei sicuramente”. Martina, che fino a quel momento era rimasta al telefono come se nulla fosse, si alzò e si sedette accanto a me sul divano, facendo scendere leggermente le spalline del suo vestitino e liberando due seni enormi. “così ti ecciti di più cuginetta? “ e Sara “grazie amore sei bellissima tu, avvicinati un po’ che mi manca poco” e così Martina si alzò e si avvinò al lettino, dove appoggio le braccia e protese il seno in avanti. Sara continuava a masturbarsi velocemente, e anche io, quella situazione me lo aveva fatto tornare di marmo. Vedevo il sudore di Sara che aumentava ma non la sentivo venire, eppure dai rumori la vagina era fradicia. Proprio a quel punto Martina, che era appoggiata in avanti al lettino si girò verso di me e mi fece cenno di avvicinarmi. Pensai che fosse per lo stesso motivo per cui lo aveva fatto lei, ovvero perché Sara potesse vedere meglio, ma appena mi avvicinai Marti si girò e sottovoce mi disse “senti io tra un po’ devo andare, questa deve venire ora, quindi ora tu vai dietro di me e mi scopi” e io “ma gurda Marti” ma lei “zitto cazzo. Ho detto vai dietro e scopami” e così dicendo si alzò il vestitino facendo venire alla luce un culetto d’oro, bello carnoso e rotondo, dal quale scostò velocemente le mutandine rosse. In un attimo le fui dietro e lo appoggiai sul buco. Prima che potessi affondarlo dentro lei stessa si girò e fece cadere un goccio di saliva sul mio cazzo, facendomi segno di procedere adesso. In un secondo glielo infilai e sentii un suo gemito. Al secondo o terzo colpo questi diventarono più forti a tal punto da destare Sara che aveva chiuso gli occhi nell’ultimo minuto e disse “Marti, ti stai facendo trombare come una cagnolina per me, grazie amore, mi eccita tantissimo questo, mi gocciola la figa” e Marti “figurati amore, questo ha il cazzo un po’ grosso per me, ma per farti venire questo e altro” e così dicendo le afferrò una tetta per leccarla come prima. In quel momento Sara iniziò a venire come una troia. Io prontamente mi abbassai trascinando martina con me e mi sedetti sulla sedia. Presi la pinza in mano e vedendo il suo orgasmo davanti agli occhi le bucai il capezzolo infilando l’asticella e poi chiudendo il piercing.
Ce l’avevamo fatta, il piercing era concluso ed era venuto benissimo. Sara si accasciò nuda sul lettino per prendere un po’ d’aria e Martina si staccò da me. La cugina si avvicinò a Sara e si accertò che tutto andasse bene e disse “sono felice che sia venuto come desideravi, ora andiamo” ma Sara rispose “grazie amore, fammi riprendere solo qualche minuto e ci alziamo”. Così martina “allora se per te non è un problema mi farei scopare ancora un po’” e Sara “ma certo amore, venite anche voi”. In due secondi Martina mi si era accavallata sopra di me mentre ero seduto sulla sedia ficcandomi una tetta in bocca, e disse “quanto ti manca a venire?” e io “due botte e sborro” così senza che dicessi altro mi afferrò con la manina il pene, lo spostò indietro e mi disse “allora adesso voglio che mi vieni nel culo”. Inutile dire che feci giusto in tempo ad entrare dentro prima di sborrare una marea di sperma tutto nel suo culetto. Intanto Sara si stava rivestendo e aspettò che anche noi avessimo finito guardandoci compiaciuta. Ci rivestimmo anche noi, e dopo essermi fatto pagare il lavoro salutai le ragazze, ricordando loro che da lì a una settimana avremmo dovuto ricontrollare il piercing per verificare il buono stato della ferita.
Fare il personal trainer tuttavia non è semplice, la concorrenza è alta e i salari scarsi, ma sto facendo del mio meglio, almeno per mantenere me e il piccolo appartamento in periferia in cui vivo. Proprio per questo motivo mi capita di alternare la mia professione principale con altri lavoretti saltuari, come il cameriere e il barman, ma da qualche mese ormai sto lavorando anche in uno studio di tatuaggi di proprietà di un mio caro amico, il quale mi arruola ogni tanto per lavorare come piercier. Nulla di troppo complicato in fondo, e d’altra parte i piercing sono sempre stati tra le mie passioni, quindi ho da subito accettato la proposta, e rapidamente sono riuscito a farmi una buona nomea. A tal punto che spesso mi capita di ricevere a casa in serata qualche ragazzo a cui interessi fare un buco al lobo: sono conscio del fatto che non sia totalmente corretto, ma d’altra parte mi fido totalmente delle mie capacità, e sapendo di lavorare sempre nella massima igiene sono sicuro di non incorrere in nessun rischio.
Quel giorno avrei dovuto ricevere a casa un’amica, Sara, una ragazza conosciuta in palestra e che venuta a sapere del mio lavoro ha insistito tanto per avere un piercing a buon prezzo. La giornata era già stata estenuante in sala pesi, e il caldo di Milano non aiutava di certo, ma dopo una doccia ghiacciata e una cenetta veloce mi sentivo rigenerato. Misi un po’ a posto il salotto, e iniziai a preparare gli attrezzi del mestiere avendo cura di sterilizzare il tutto alla perfezione: infatti tenevo solo a finire in fretta quell’appuntamento e potermi buttare così a letto sotto l’aria del mio ventilatore.
Sentì il telefono suonare, era Sara che mi avvisava di aver appena parcheggiato l’auto, così aprii il portoncino e aspettai che salisse in casa. Poco dopo sento la porta aprirsi e la vedo entrare nel piccolo corridoio, vidi entrare dalla porta per primi i suoi stivaletti della Dottor Martens neri con i lacci stretti attorno alle caviglie, seguiti da una bella gamba abbronzata che si nascondeva sotto una semplice gonna di jeans, che incorniciava dal basso una camicetta bianca decisamente larga. Sara portava i capelli lunghi sciolti, con i suoi immancabili boccoli, decisamente una bella ragazza se si accetta la sua piccola statura.
Le andai subito in contro, per farla accomodare “ciao Sara “ dissi “come stai?” e lei “ciao Edo, tutto super bene, solo un po’ agitata” ma le rispondo “dai, non ti preoccupare, sarò bravo. Accomodati pure perché così incominciamo subito”. Infatti il piercing di Sara sarebbe stato al capezzolo, il che comportava una procedura abbastanza rapida da sbrigare.
“bene Sara, preferisci farlo da seduta o sdraiata? Per me è uguale” e lei “io lo farei da seduta” e si accomoda sul lettino. Così mi avvicino e le dico “bene, porti il reggiseno sotto la camicia?” mentre lei prontamente inizia a sbottonarla facendo apparire sue coppe nere di pizzo per rispondermi, e io “okok allora facciamo così, io vado di là a prendere le ultime cose e tu fai che sfilare solo il reggiseno, così lasciamo la camicia a coprire l’altro seno”. Così fece e una volta tornato in salotto trovai già la camicia sbottonata dalla quale uscivano ormai solo i tratti laterali dei due seni e la pancia piattissima, segno di un buon allenamento addominale. Mi sedetti di fronte a lei e chiesi “su quale tetta lo facciamo Sara?” e lei “io lo farei sulla sinistra, spero mi doni di più”, aggiunsi “perfetto, allora vediamo un po’” e così dicendo le scoprii quel seno dalla camicetta, facendo venire alla luce una tetta leggermente a punta, di dimensioni assolutamente abbondanti e con una chiara abbronzatura da lampada. Cercai così di sdrammatizzare “ahh non sapevo ti facessi le lampade completamente nuda” e lei “si certo!” disse ridendo “non mi piace assolutamente vedere il cambio di colorito quando sono a seno scoperto”. Si notava che Sara fosse pienamente a suo agio con il proprio corpo, e non potevo biasimarla dato tutto l’allenamento che ci dedicava.
All’improvviso sentii nuovamente il citofono, così sbalordito mi chiesi chi poteva essere a quell’ora, ma Sara “Si, Edo, scusami non te l’ho detto prima. Ho chiesto a mia cugina se potesse venire a farmi forza dato che ho un po’ paura mi possa fare male”. Non nascondo che la cosa un po’ mi infastidii, non mi piaceva avere troppa gente per casa, ma a quel punto non potevo negare questa cortesia alla mia cliente. Aprii il portoncino e dopo essermi presentato, feci accomodare Martina (sua cugina) nel salotto accanto a noi. Martina sembrava altrettanto semplice e in forma, le due erano molto simili tra loro, se non fosse per il fatto che la cugina indossasse un vestitino estivo a fiori, dal quale uscivano delle cosce estremamente toniche e lisce.
Riprendemmo la nostra operazione, ma mi interruppi quasi subito dicendo “Sara, non possiamo farlo così. La tetta è completamente sudata, rischiamo che mi scivolino le pinze o che faccia infezione” e lei “che imbarazzo, scusa, sarei dovuta venire senza reggiseno da subito, è che qui fa così caldo” al che si aggiunse Marti “amore vieni qui” e tirando fuori un fazzoletto dalla borsa prese in mano il seno della cugina e stringendolo forse asciugò tutto il capezzolo, poi scostò la camicetta facendo fuoriuscire a tratti anche l’altra tetta e proseguì passandole il panno fino al collo. Concluse “ecco amore, ora sei asciutta, però dovremmo mettere un po’ d’aria qui dentro” e così mi offrii di prendere il ventilatore da camera mia e portarlo nella nostra stanza. Sara aggiunse “non possiamo puntarlo sul seno? Così evitiamo che si bagni di nuovo” e Marti “si hai ragione, dai togliti tutta sta camicetta che è pesantissima, ti copro io l’altro seno” e così fu. A questo punto Sara era seduta sul lettino, le braccia appoggiate all’indietro le permettevano di protendere il petto in avanti e la sua pelle brillava in quella stanza. Come se non bastasse le tette di Sara erano le più belle che avessi mai visto, e non vedevo l’ora di fare quel maledetto piercing e vedere come ci stesse su, per segarmici la notte. Sua cugina le era seduta accanto, con quella gambe favolose incrociate una sull’altra, mentre era impegnata a reggerle un seno con la mano destra, in modo che Sara non venisse completamente denudata in quel salotto.
Nonostante le ebbrezza di quella visione, il piercing ora andava fatto: mi avvicinai al capezzolone di Sara e tentai di prenderlo con le pinza. Tentai una prima, una seconda e una terza volta, tanto che lei stessa mi chiese se andasse tutto bene. “vedi Sara, sarà per il caldo, ma il capezzolo non è per niente turgido, ora proviamo a stimolarlo un po’” e lei “si l’ho notato anche io.. scusami, però se hai del ghiaccio penso che riusciremo a farlo tornare turgido in pochissimo”. Così andai in cucina e tornai con qualche cubetto. Ne porsi uno a Sara che tirandosi un po’ su si prese il seno in mano e iniziò a passarselo tutto intorno. E Marti “passalo proprio sopra, non tanto sulla tetta” le due ragazze erano completamente assorbite da quel trattamento, tanto che Sara ci scherzò su “avessi saputo prima quanto è bello il ghiaccio sulle tette me lo sarei passato ogni sera”. Ci facemmo tutti una buona risata. Il cubetto era ormai quasi sciolto, e mi presi la libertà di passare la mia mano sulla tetta per asciugarla ma niente: non era servito a nulla. A quel punto intervenne Marti nuovamente “lo sapevo Sara, sai bene che il freddo non basta. Guarda quanti gradi ci sono oggi! Devi proprio stimolarlo, quando fai sesso sono turgidi no?” e Sara “si certo, ma perché il ragazzo bene o male cerca sempre di leccarmeli.
E Marti “ecco! Bene, sicuramente a lui non dispiacerà leccarti un po’ la tetta” ma prontamente Sara “Ma Martina! Ovvio che no! Sai che sono fidanzata e lui è un mio caro amico. Fallo tu ti prego dai, tanto cosa vuoi che sia”. “e va bene” rispose Marti “che pignola che sei però. Potessi farmi leccare io le tette da un ragazzo diverso ogni tanto” aggiunse poi “edo puoi tenermi i capelli da dietro per favore?”
Così abbandonò il secondo seno di Sara, che ormai non aveva motivo di restare coperto, e si fece una coda ai capelli con la mano per porgermela. Prontamente la afferrai e Martina si avvicinò al seno della cugina prendendolo in mano. La lingua lo toccò prima un po’ in modo diffidente, ma poi si abbandonò a quelle curve e in pochi secondi le delineava tutte lasciandoci un leggero strato di saliva, per fermarsi sul capezzolo e sgrillettarlo velocemente. Il cazzo mi diventò istantaneamente di marmo e il calore in quella stanza aumentò, ma dovevo assolutamente fingere di non essere eccitato. Nel frattempo Sara aggiunse guardandomi con quegli occhioni “scusa per questo inconveniente”. Per me potevano venire a leccarsi le tette tutte le sere. Martina leccò il seno della cugina per un paio di minuti, ma convenì lei stessa che fosse inutile.
A quel punto la cugina si ricompose e la serata sembrava per giungere a un punto morto. Il tempo passava e anche Martina iniziava a spazientirsi, così per alleggerire la situazione andai a prendere dell’acqua e qualche bicchiere sperano di poter passare ancora un po’ di tempo a guardarmi quelle tette. Mentre ero in cucina sentii le due avere un piccolo battibecco, ma poco mi importava. Stavo per tornare in sala quando girandomi mi trovai Martina alle spalle. “scusa il disturbo” disse lei “non so cosa prende a mia cugina stasera. Ad ogni modo non vuole per nulla al mondo rinunciare a questo piercing quindi ora dobbiamo trovare una soluzione”. Così dicendo tornammo tutti e tre in sala, in quella stanza che sembrava incorniciare il bellissimo seno nudo di Sara, la quale non sembrava minimamente interessata a coprirlo.
Fu lei ad esordire “Edo, ti devo chiedere una cosa, ma mi rendo conto sia veramente molto particolare, quindi sto cercando di trovare tutte le cautele possibili per proporti la mia idea” e io “Dai Sara, a questo punto credo tu possa essere diretta. Anzi se evitiamo giri di parole, penso che andremmo tutti prima a dormire e finiremmo questo piercing”. Quindi lei andò avanti “bene, vedi… stavo pensando che a questo punto l’unico modo sarebbe per me avere un orgasmo. Scusa la schiettezza, ma sono sicura che godendo le mie tette avrebbero l’effetto desiderato” e io “certo Sara, ti capisco benissimo, non ti preoccupare. Puoi usare il bagno per quanto vuoi” ma lei “ecco però vedi, masturbarmi in bagno sarebbe parecchio difficile da sola. Però allo stesso tempo qui dentro sappiamo tutti che sono fidanzata, e per quanto in questo momento vorrei solamente dartela e venire non posso. Tu sei un ragazzo fantastico e spettacolare fisicamente, quindi che ne dici se ti potessi guardare un po’ mentre mi masturbo?”.
E io “beh, non so che dire. Se vuoi posso togliermi la maglietta e mettermi un po’ sul divano e proviamo” e lei “sarebbe fantastico, non ti ringrazierei mai abbastanza”. Mentre così diceva si alzò dal lettino, sbottonò la gonna e la fece cadere insieme alle mutandine, rimanendo completamente nuda solo con quei grossi dottor Martens ai piedi. Sara si accovacciò sul lettino tirando indietro le gambe e premendo il seno contro le ginocchia, non riuscivo a vedere completamente la sua figa perché la mano che iniziava a muoversi la copriva quasi completamente. Io ero senza maglietta ma notando lo scarso effetto che stavo dando su quella patatina ancora asciutta decisi liberamente di abbassarmi i pantaloni e di iniziarmi a masturbare a mia volta davanti a lei, che esclamò “scelta ottima edo, ora iniziamo a ragionare, non so come ringraziarti guarda” e io “ma figurati spero solo tu possa raggiungere l’orgasmo così” e lei “si sto iniziando a godere, se solo potessi anche vedere un paio di tette in questo momento verrei sicuramente”. Martina, che fino a quel momento era rimasta al telefono come se nulla fosse, si alzò e si sedette accanto a me sul divano, facendo scendere leggermente le spalline del suo vestitino e liberando due seni enormi. “così ti ecciti di più cuginetta? “ e Sara “grazie amore sei bellissima tu, avvicinati un po’ che mi manca poco” e così Martina si alzò e si avvinò al lettino, dove appoggio le braccia e protese il seno in avanti. Sara continuava a masturbarsi velocemente, e anche io, quella situazione me lo aveva fatto tornare di marmo. Vedevo il sudore di Sara che aumentava ma non la sentivo venire, eppure dai rumori la vagina era fradicia. Proprio a quel punto Martina, che era appoggiata in avanti al lettino si girò verso di me e mi fece cenno di avvicinarmi. Pensai che fosse per lo stesso motivo per cui lo aveva fatto lei, ovvero perché Sara potesse vedere meglio, ma appena mi avvicinai Marti si girò e sottovoce mi disse “senti io tra un po’ devo andare, questa deve venire ora, quindi ora tu vai dietro di me e mi scopi” e io “ma gurda Marti” ma lei “zitto cazzo. Ho detto vai dietro e scopami” e così dicendo si alzò il vestitino facendo venire alla luce un culetto d’oro, bello carnoso e rotondo, dal quale scostò velocemente le mutandine rosse. In un attimo le fui dietro e lo appoggiai sul buco. Prima che potessi affondarlo dentro lei stessa si girò e fece cadere un goccio di saliva sul mio cazzo, facendomi segno di procedere adesso. In un secondo glielo infilai e sentii un suo gemito. Al secondo o terzo colpo questi diventarono più forti a tal punto da destare Sara che aveva chiuso gli occhi nell’ultimo minuto e disse “Marti, ti stai facendo trombare come una cagnolina per me, grazie amore, mi eccita tantissimo questo, mi gocciola la figa” e Marti “figurati amore, questo ha il cazzo un po’ grosso per me, ma per farti venire questo e altro” e così dicendo le afferrò una tetta per leccarla come prima. In quel momento Sara iniziò a venire come una troia. Io prontamente mi abbassai trascinando martina con me e mi sedetti sulla sedia. Presi la pinza in mano e vedendo il suo orgasmo davanti agli occhi le bucai il capezzolo infilando l’asticella e poi chiudendo il piercing.
Ce l’avevamo fatta, il piercing era concluso ed era venuto benissimo. Sara si accasciò nuda sul lettino per prendere un po’ d’aria e Martina si staccò da me. La cugina si avvicinò a Sara e si accertò che tutto andasse bene e disse “sono felice che sia venuto come desideravi, ora andiamo” ma Sara rispose “grazie amore, fammi riprendere solo qualche minuto e ci alziamo”. Così martina “allora se per te non è un problema mi farei scopare ancora un po’” e Sara “ma certo amore, venite anche voi”. In due secondi Martina mi si era accavallata sopra di me mentre ero seduto sulla sedia ficcandomi una tetta in bocca, e disse “quanto ti manca a venire?” e io “due botte e sborro” così senza che dicessi altro mi afferrò con la manina il pene, lo spostò indietro e mi disse “allora adesso voglio che mi vieni nel culo”. Inutile dire che feci giusto in tempo ad entrare dentro prima di sborrare una marea di sperma tutto nel suo culetto. Intanto Sara si stava rivestendo e aspettò che anche noi avessimo finito guardandoci compiaciuta. Ci rivestimmo anche noi, e dopo essermi fatto pagare il lavoro salutai le ragazze, ricordando loro che da lì a una settimana avremmo dovuto ricontrollare il piercing per verificare il buono stato della ferita.
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