Sorpresa alle terme

di
genere
prime esperienze

La mattina trascorreva tranquilla... e non poteva procedere altrimenti se non lontano dai tomi necessari al superamento degli esami di recupero. E sì, lo ammetto, ho ritenuto sempre più interessante passare il mio tempo su libri che non siano quelli del programma ministeriale. Di anni ne ho 18, ripetente e, come oramai avrete immaginato, studente. Non sono bello né brutto, castano, castano, castano... Nella zona in cui sono nato e tuttora abito è usuale incontrare persone dagli occhi azzurri e dalla chioma bionda. Non è il mio caso, nonostante l'aspetto "nordico" dei miei genitori ho avuto qualche gene un poco pazzerello che mi ha imposto il colore... castano. Dunque, tornando a noi... il messaggio che mi lanciava la visione della finestra era alzarmi e dedicarmi ad altri tipi di passatempo che non fossero i libri, ma la coscienza mi tirava verso ben altri impegni. Decisi di chiamare i miei per svagarmi un poco.
"Ciao papà sono Andrea... come si sta a Gallipoli?"
Non sentii la risposta. La mia mente era già concentrata su immagini di onde e sabbia, sole e vento. Il sapore del sale sulla punta della lingua, la sensibilità della pelle dovuta alla secchezza e alla troppa esposizione ai raggi della nostra amata stella.
"... tempo fantastico... ma un sole che spacca le pietre..."
la voce di mio padre veniva da lontano. Caldo. Questo ha percepito distintamente il mio essere... probabilmente a quella latitudine il sole regnava ancora sovrano... mentre in montagna ad un'ora di auto dall'Austria era già pressochè tramontato dietro la montagna...
"... guarda tua sorella è ancora in acqua...."
Appunto....
Preso dallo sconforto salutai, riattaccai il telefono e dedicai una sonora e colorita imprecazione alla professoressa di lettere che aveva trovato tanto piacere nel rimandarmi nella sua materia... e l'anno prossimo ci sarebbero stati gli esami. A volte ero convinto di essere la vittima della professoressa. Unico in classe ad essere stato rimandato in lettere. Lo ammetto, è ridicolo. Rabbia e senso di ribellione mi attanagliarono lo stomaco. Nel giro di pochi minuti avevo recuperato tutto l'occorrente e mi recai alle terme della vicina Merano. Mi era venuta la scimmia di sentire caldo, ma tanto caldo, la sauna del centro termale di quella cittadina poteva soddisfare le mie esigenze. Il tragitto in auto non era così lungo da spingermi in ripensamenti, ma chissà come la mia mente tendeva a viaggiare molto più velocemente del mezzo su cui viaggiavo, dal lento vicolo del rimorso di un mese d'agosto passato sui libri all'autostrada delle maledizioni rivolte alla mia amabile professoressa la mia immaginazione focalizzò il suo volto. Quarantanni probabilmente passati ad affinare una diabolica tecnica mirata a creare problemi... a ME!!!
Rock and Roll dall'android.
Risposta automatica.
Auricolare.
"Pronto?"
"Ciao amore che fai?"
La mia ragazza, Elisa, che tenera, sono arrabbiato anche con lei. Lei riesce in qualsiasi cosa faccia, è dotata di grande talento e di un gran bel paio di pere che ammetto di aver tastato con mia grande soddisfazione. Prima o poi credo di riuscire a farci sesso. Insomma alla mia età vergine è dura parlare di amore. Si pensa al sesso, lo si condisce con un po' di romanticismo e la coscienza è a posto. Sinceramente in questo frangente non ho voglia di parlarle.
"Amore guarda sto andando da un amico a farmi prestare dei libri per approfondire un po', voglio sorprenderla quella stronza della Amati all'esame di recupero"
"Ma amore... avevi promesso che ti saresti fatto aiutare da me..." E lo dice con voce sorniona. Il piede si solleva dall'acceleratore, qualche tastata gliela darei volentieri. Non mi dispiacerebbe saggiare la consistenza di un capezzolo tra le labbra. Cedevole come una fragola o sodo come una ciliegia?
"Amore la prossima volta, sono già per strada" Rispondo a completamento della menzogna. Non voglio distrazioni, il mio obbiettivo è il relax perchè domani ho intenzione di concentrarmi per tutto il giorno sugli scritti. Al momento però la situazione prospettatami dalla telefonata sollecita i miei ormoni, la situazione comincia a farsi rigida. Nonostante le mie dimensioni siano nella norma i jeans indossati per l'occasione iniziano a dare fastidio e a comprimere il mio orgoglio. Come una bestia che tenta di essere domata il mio pene reagisce alla costrizione con un'erezione di inarrestabile vigore. Meglio tornare ai pensieri precedenti, alla chiamata della mia inopportuna dolce metà. Quella bastarda della professoressa... Ora però nella mia mente si focalizza l'intero corpo, non solo il volto, e la posizione di questo corpo immaginario non ha nulla da odiare nella mia mente, ma assume un carattere erotico e lascivo che mi lascia spiazzato. La persona che fino ad un momento fa occupava nella scala delle persone odiate il primo posto mi sta facendo tirare ancora di più il cazzo. La precisione dei particolari da me ricordati di quel corpo mi lascia di sasso. I seni pieni, le gambe tornite e i glutei rotondi che ho davanti agli occhi spariscono finalmente all'apparire del centro termale, solo l'erezione sembra persistere. Sono oramai le otto di sera, meglio sbrigarsi per poter godere appieno delle tre ore disponibili del biglietto di ingresso. La sera è la parte della giornata che prediligo per fare visita al centro perchè la frequentazione del posto è limitata ed è un evento unico trovare famiglie dotate di bambini urlanti, permettendomi di godere appieno dei servizi messi a disposizione. Mi dirigo dunque senza indugio verso gli spogliatoi per rimanere vestito del solo asciugamano, unico indumento permesso nella zona delle saune.
E finalmente eccomi, come immaginato e sperato la clientela è ridotta all'osso. Nella parte esterna del centro, mia prima meta, fanno presenza i soliti turisti, tra cui qualche milanese che allunga l'occhio verso ogni rotondità percepibile alla pallida luce che precede la notte, qualche faccia conosciuta ed un paio di inservienti. Non sono riuscito a calmare appieno la mia erezione e nel momento in cui mi levo l'asciugamano per immergermi nella idro esterna una signora di mezza età osserva i miei movimenti con attenzione e con ancora più attenzione mi osserva in mezzo alle gambe. Normalmente la cosa mi darebbe fastidio, ma oggi sono veramente ingrifato e le rivolgo un sorriso.
L'immersione nell'acqua calda e le bolle fanno il resto, il mio soldatino ritorna sull'attenti. Non più visibile ad occhi indiscreti grazie alla visibilità notturna mi tocco. E lo sento durissimo. Ora, la cosa a voi potrà anche far ridere, ma la situazione a me stava preoccupando. Non volendo fare la figura del maniaco avrei dovuto aspettare la totale assenza di persone per uscire dall'acqua. Oltre alla signora di mezz'età erano presenti anche un altro paio di avventori e un inserviente. Pazienza, avrei aspettato.
.......
Ma passato un quarto d'ora la noia stava iniziando ad avanzare il mio pene non ne voleva sapere di retrocedere. Bene, non avendo scelta optai per una limitazione dei danni. Mi girai verso la signora di mezza età ed uscii dalla vasca. In modo che solo lei potesse vedermi. Questa volta l'espressione di attenzione si mutò in stupore sul volto della signora, mai, probabilmente, si sarebbe aspettata di assistere ancora una volta alla piena erezione di un quasi ventenne. Un sorriso di compiacimento comparve sul suo volto, per cortesia non potei essere da meno e ricambiai il suo sorriso. Legato l'asciugamano in vita la meta successiva poteva solo essere la sauna. Dopo una doccia quasi fredda che smorzò notevolemente il vigore del mio amico entrai in sauna dove mi accorsi con piacere che l'unica presente era una donna sui quarantanni dai capelli lunghi. Sistemai l'asciugamano e mi sedetti sui legni levigati, il pene in posizione di semi riposo era parzialmente nascosto dalle gambe. Finalmente il caldo agognato mi stava sopraffando. Trovandomi in uno stato di puro piacere lasciai liberi gli occhi di vagare sul corpo della signora supina sdraiata di fronte a me. Essendo io in controluce rispetto a lei fu facile identificarne le linee senza farmi accorgere dell'attenzione che le stavo dedicando. I piedi perfetti, lunghi ma proporzionati e le unghie smaltate di rosa, le gambe lisce probabilmente appena depilate e una deliziosa patatina brasiliana la facevano rassomigliare di più ad una trentenne. Per capire meglio l'età mi dedicai all'osservazione dei seni, il bacino era piatto quasi senza ombra di pancetta, niente smagliature, i glutei purtroppo mi erano preclusi alla vista a causa della posizione stessa. Erano semplicemente fantastici. Non so se era per merito dell'equilibrio acquisito dagli stessi grazie all'orizzontalità con il piano terrestre o se fossero rifatti, ma era come osservare due mezze metà di una sfera dotate di due amarene alla sommità. E il mio cazzo che era quasi andato a riposo tornò prepotentemente in posizione. Con movimento fluido del corpo mi chinai in avanti tenendolo giù con l'avambraccio, sembravo la copia di una statua greca ma non ero disposto a cedere se non prima di averla vista in viso. Le palpebre erano abbassate e l'espressione totalmente rilassata. Ad un più profondo esame sudori freddi iniziarono a scendermi sulla schiena.
'Non è possibile!!!' pensai
Non mi capacitavo che la Amati proporio quel giorno avesse deciso di prendere la propria vettura e recarsi nella stessa identica meta scelta da me.
Iniziavo ad essere confuso. Possibile che con la rabbia montante creata da questa fastidiosa abitudine della prof di rompere le palle, perfino in un momento di relax, il mio cazzo fosse ancora più in tiro? Lo sentivo pulsare e cercare di trovare una via oltre il mio avambraccio per svettare impetuoso nell'aria. Sarà forse stato un desiderio di rivincita prospettatosi sotto un aspetto di dominio sessuale?
Riguardai nuovamente la figura nuda della prof, tuttora ignara del mio esame.
'Cazzo che gran figa....'
La osservai di nuovo con meraviglia e mi resi conto della situazione effettiva. Io col cazzo in tiro davanti alla mia professoressa di lettere nuda. Sicuro che se mi avesse visto non avrebbe avuto molta pietà durante l'esame. In tre secondi ero fuori dalla sauna senza curarmi di coprire la mia oscenità con l'asciugamano, giratomi di colpo dopo aver quasi sbattuto la porta in vetro piantai il mio cazzo in tiro proprio in mezzo alle gambe della signora di mezza età che stava per entrare in sauna e non aveva fatto in tempo ad evitare la mia furia. Chiaro che non la penetrai ma la sua espressione fu di uguale smarrimento. Chiesi velocemente scusa e corsi nudo verso la idro esterna. Ringraziando la notte oramai inoltrata e la carenza di illuminazione riuscii ad entrare nella vasca senza far notare la mia condizione alla ragazza che fungeva da inserviente in quel momento. Altri avventori non ve ne erano. Dopo i primi secondi e con il cazzo ancora che sfidava la legge di gravità iniziai a ridere di soppiatto. Ripensando alla grottesca situazione in cui mi ero imbattuto.
Godendomi finalmente un poco di relax mi lasciai andare alle bolle omnipresenti tanto che quando riaprii gli occhi mi resi conto che ero rimasto l'unico nella zona esterna.
Percepii un movimento dietro la porta a vetri che conduceva alla whirpool.
E la portà si aprì.
'Sono fottuto!'
Mi girai prontamente di schiena per evitare che mi riconoscesse e sperando che volesse sdraiarsi su uno dei lettini posti in posizione inferiore al livello della vasca.
Malaugaratamente due fattori mi portarono nel panico. Il primo era che il getto idromassaggio prima diretto alla mia superficie lombare era ora diretto al mio pene aumentando notevolemente il mio grado di eccitazione seppur in quella condizione, il secondo era che la professoressa entrò diretta in vasca salutandomi.
"Buonasera Andrea, anche tu alle terme?"
'Come cazz.....' ricordandomi immediatamente del mio tatuaggio dietro al collo....
Girandomi feci finta di niente per poter simulare sorpresa e salutare poi come se mi fossi accorto solo successivamente della sua presenza, immaginando che lei fosse già immersa fino al collo.
Il risultato fu disastroso.
Mi girai simulando sorpresa ma mi trovai di fronte i suoi due glutei sodi che come in un sistema di allarme furono i contatti che fecero avanzare autonomamente le mie mani fin quasi a toccarli. Nel momento in cui stavo per aprir bocca le fissavo il culo. In quel momento lei decide di girarsi ed io mi ritrovo davanti questa meravigliosa patatina depilata alla brasiliana. I saluti mi muoiono in gola ed i miei piani per evitare figure di merda si suicidano.
"Andrea?" Sento la sua voce ma le sto ancora fissando la figa.
Lei si abbassa e mi ritrovo davanti i suoi splendidi seni. Vi giuro che il cazzo mi toccava gli addominali. Sono ancora con le mani alzate, questa volta ad un palmo dai suoi seni.
"Andrea?"
Saluto con entrambe le mani alzate come se fossi un bambino.
"Buonasera Prof......"
Le sto ancora guardando le pere. Alzo lo sguardo e la vedo in volto, illuminata dalla poca luce delle lampade da esterno presenti. E' radiosa. Ed io confuso. Sta sorridendo, mi sembra compiaciuta.
"Hai guardato bene tutto Andrea?"
"Come scusi?"
Il suo sorriso si allarga.
"Dicevo... ti stai rilassando?"
"Certo Prof!"
"Non mi sembra che tu sia proprio rilassato"
Istintivamente abbasso lo sguardo sul mio pene, la cappella è a fior d'acqua ed è ben visibile l'erezione. Mi accorgo che la superficie dell'acqua non si muove. I getti sono spenti. Mi abbasso un po' di più.
"Sa prof con tutte queste bolle...."
"Ma certo Andrea..."
Le guardo i seni che affiorano dall'acqua, i capezzoli sono turgidi, perfettamente verticali alle coppe, come due bandiere in cima ad un monte.
"Andrea!" esclama la prof con aria sorpresa.
Mi affretto a scusarmi.
"Scusi Prof gliele ho guardate di nuovo!"
"Di nuovo?" ribatte lei.
Seduto di fronte a lei con il cazzo in tiro e le sue pere perfette in primo piano non capisco più nulla.
Sono nel panico più totale. Faccio per alzarmi come per un istinto di fuga e da qui percepisco tutto al rallentatore. Il mio cazzo svetta dritto fuori dall'acqua, lei se ne accorge e la sua espressione da divertita cambia in sopresa e .... lasciva? Ma inciampo, cado in avanti e il mio pene finisce esattamente in mezzo alle sue tette, scivolando verso il basso. Porto le mani avanti e riesco a fermare la caduta in posizione di equilibrio appoggiandomi al bordo della vasca e puntando i piedi.
Lei abbassa lo sguardo e osserva il mio pene che tiene leggermente divaricati i suoi seni. Io sono immobilizzato dalla paura.
'Sono fottuto, fottuto e strafottuto!'
Lei rialza lo sguardo e sta iniziando a ridere di gusto, il suo petto va su e giù a causa dei singulti dell'allegria nata da una situazione tanto inverosimile. La sega spagnola è completa, le sue tette si muovono intorno al mio pene.
Io sono ancora immobile con il pene tra i suoi seni. Sta ridendo sempre più forte e riabbassa di nuovo il volto verso il suo petto, verso il mio pene. La mia cappella è ad appena pochi centimetri dalla sua bocca. Lo guarda, fa per aprire la bocca come se volesse accoglierlo tra le sue labbra. Smette di ridere e continua ad abbassare la testa verso la mia cappella. Chiudo gli occhi e rimango in posizione. Poi sento il suo alito caldo sulla mia cappella e sento la sua voce.
"Andrea penso che per questo primo appuntamento ci siamo spinti un po' oltre la normale decenza o vuoi fare qualcosa di più osceno... ricordati che siamo in un luogo pubblico...."
Apro gli occhi frastornato. Lei mi sta guardando di sottecchi, la sua bocca è semi aperta a poco più di un centimetro dalla mia cappella. Con una mano mi sorregge un braccio e con l'altra mi sorregge il corpo aiutando il mio corpo a raggiungere un punto di equilibrio che mi permette di studiare le prossime mosse per allontanarmi da lei. Punto il piede destro avanti e mi tiro avanti sicuro della sua presa che mi permetterà di rimettermi in piedi e riacquistare la poca dignità che mi è rimasta. Poi non so cosa succede, è velocissimo, il suo appoggio viene a mancare e mi ritrovo di nuovo a scivolare in avanti, la mia cappella già precedentemente in posizione scivola fra le sue labbra semichiuse allargandole con violenza. Con un movimento di reni compio una rotazione per sottrarre il pene al suo primo pompino, lei ruota il volto dalla porta opposta. Picchio la spalla contro il bordo della vasca e il sedere sul bordo della seduta sotto il livello dell'acqua. Un dolore assurdo.
La Amati si gira verso di me scandalizzata e sorpresa poi nota la mia espressione dolorante. Preoccupata mi rivolge la parola.
"Andrea va tutto bene? Hai picchiato la testa?"
Dolorante rispondo.
"Tutto bene Prof solo un po' il sedere e la spalla"
"fammi vedere" dice lei.
Mi volto ancora dolorante, osserva la spalla e poi mi fa alzare. Nel mentre mi accorgo che il danno non è così grave. Il mio pene è ben visibile ma non ci faccio caso.
"Credo non sia nulla di grave" guardandomi il sedere.
Mi siedo con cautela di fianco a lei, i nostri corpi si toccano. Il silenzio che segue è imbarazzante.
La sento iniziare nuovamente a ridere.
Mi volto. E' veramente bella con i capelli bagliati. Il rancore che provavo verso di lei è scomparso, sostituito dalla voglia di approfondire la conoscenza di questa donna che mi trovo di fianco.
Si volta verso di me e mi parla con il sorriso a fior di labbra.
"Andrea non ho mai vissuto una situazione così imbarazzante e nel contempo divertente come questa sera"
"Prof mi perdoni, non so proprio come scusarmi, la prego di credermi è stato completamente accidentale!"
"Beh Andrea.... più che un incidente sembravano dei preliminari... e non mi hai portato neanche fuori a cena prima!"
Sollevato dal constatare che la Prof era dotata di senso dell'umorismo e non se l'era presa ero però sempre più imbarazzato nel focalizzare quello che era successo.
"Prof veramente mi creda non so come sia potuto succedere!"
"Andrea ti credo che è stato un incidente tutti gli altri uomini che me l'hanno messo in bocca ce l'hanno tenuto ben più di un secondo!" E iniziò a ridere di cuore.
Io invece ero gelato, il mio pene si era rimpicciolito a livelli normali nonostante il pompino accidentale precedente e la presenza di una bellissima donna nuda al mio fianco.
Lei continuava a ridere.
"Andrea ti chiedo di perdonarmi, ti sto prendendo in giro solo perchè mai avrei immaginato di prenderlo in bocca ad un mio studente... in un modo tanto imbarazzante!"
Adesso stava veramente ridendo di cuore, le tette le ballonzolavano fuori e dentro dall'acqua ed aveva quasi le lacrime agli occhi. La sua risata mi stava contagiando, il malumore se ne stava andando e stavo ricominciando ad essere il ragazzo brillante di sempre.
"Mi spiace veramente Prof... non ho neanche un preservativo..." nel frattempo mi alzavo per spostarmi sulla seduta di fronte e prendere distanza.
A queste parole iniziò a piangere dalle risate e a passarsi una mano sugli occhi e come per un gesto istintivo alzò l'altra mano per implorarmi di farla smettere di ridere, il caso volle che la sua mano finì esattamente sul mio pene che nel frattempo era tornato in semi erezione. Sentendolo sotto la mano lo strinse, lo girò verso l'alto e, senza smettere di ridere, diede due colpi fino a scappellarlo. Guardandomi si mise a ridere ancora più forte e mi allontanò verso l'altra seduta spingendomi sul pene.
Finita la crisi di ilarità di entrambi e asciugandosi gli occhi mi rivolse ancora la parola.
"Per questa sera chiamami Antonella, non vorrei che qualcuno sentisse che mi chiami prof!".
"Allora molto piacere Antonella!" risposi porgendole la mano.
Lei la prese e tirandomi a sé mi fece mettere in ginocchio nell'acqua.
"Fammi massaggiare questa spalla o domani non riuscirai nemmeno a studiare dal dolore"
"Per curare una botta si usano i massaggi risposi io?"
La voce di lei giunse divertita e ammaliante
"Non saprei..."
Mi massaggiava entrambe le spalle con dolcezza. Sentivo le sue ginocchia sui miei lombi. Era in piedi.
"Sei caldo!" affermò lei.
E si avvicinò.
Sentivo il suo pelo all'altezza del mio collo, poco sopra la schiena. A quel contatto entrambi ci zittimmo. Premeva sul mio collo, sentivo oramai il suo essere, ma non riuscivo a riconoscere di che umido si trattasse quello che percepivo colare sulla schiena. Se mi fossi girato avrei trovato la sua figa alla giusta altezza della mia lingua. Ma non lo feci. Le sue dita scesero sul mio petto a lambirmi i capezzoli poi si staccarono.
"E tu sei capace a rilassare i muscoli della schiena?" sentii chiedere alle mie spalle. Mi girai. Era appoggiata a braccia incrociate sul bordo vasca. I suoi capezzoli lambivano la superficie dell'acqua, il suo sguardo era rivolto dall'altra parte, nel chiarore notturno percepivo i suoi capelli scendere dalla sua nuca e galleggiare e percepivo le forme dei suoi fianchi sotto il pelo dell'acqua.
"Non saprei..." scimmiottai io "Ci posso provare però..."
Mi avvicinai immaginando la posizione delle sue gambe per evitare di urtarle. Un passo alla volta, e quando fui vicino allargai le mie gambe per sormontare le sue e avvicinarmi il più possibile per sporgermi in avanti a massaggiarle le spalle, posizione piuttosto faticosa essendo lei molto sporta in avanti sul bordo della vasca. Ma urtai le sue gambe.
'Oddio! E' a gambe aperte'
Il mio cazzo sfrecciò verso l'alto! Fortunatamente non visto da lei girata di spalle. Non spostò di un solo centimetro i suoi piedi, ma dovetti essere io a farmi strada in mezzo alle sue gambe. Quando sentii che le mie cosce toccarono l'interno delle sue mi fermai e mi sporsi per massaggiarle le spalle.
Da silenziosa fece un solo sospiro, poi nulla. La mia posizione invece era critica. Con il cazzo in tiro non rischiavo di toccarle il culo perchè era girato verso l'alto ma se lei avesse sollevato un po' il bacino... mi sarei ritrovato ad essere masturbato da un sogno. Vedevo i suoi glutei sotto il livello dell'acqua. Io massaggiavo, ma nessuno dei due si muoveva, credo che entrambi non sapessimo quello che stavamo facendo, non vidi mai più due persone tanto rigide, solo le mie mani si muovevano e... scendevano. Sostenuto dall'ardore spinsi il massaggio più in esterno sulla sua schiena, fino a toccarle il bordo esterno dei seni. Ma lei taceva, ancora immobile. Mi spinsi più avanti con le gambe e lei seguendo il mio movimento allargò ancora di più le cosce. Le mie mani spinsero il massaggio sotto i suoi seni, sollevandoli. I miei indici avevano l'ardire di risalire le due prominenti colline, in quella posizione, indifese alla scalata. Ora i medi sentivano la morbidezza del seno dove gli indici erano passati poc'anzi. Lei taceva. Gli anulari e i mignoli presero terreno per non essere da meno dei fratelli. I capezzoli finirono per caso tra gli indici e i medi. Rivelandomi la consistenza di questi suoi due frutti. Nello stesso istante il suo bacino si sollevava dotato di vita propria, imprigionando il mio pene eretto tra i glutei e finalmente un sospiro le sfuggeva dalle labbra. Il massaggio era diventato un toccare invadente. Palpavo i suoi seni, li ruotavo ed esploravo. Spingevo il mio bacino in modo che il mio pene turgido sfregasse tra le sue chiappe contrapponendo il suo movimento al mio e le mie palle sbattessero sulla sua figa. I suoi sospiri erano sempre più serrati. Poi il suo bacino ebbe uno scatto verso l'alto ed il mio pene scivolò toccando con la cappella il suo forellino, il suo fiore e finendo al di sotto, intrappolato da labbra ben lubrificate che scorrevano per tutto il dorso del mio pene. La sua testa scattò verso l'alto, la mia verso il basso tuffandomi in mezzo ai suoi capelli. Non ci guardavamo in faccia. La distanza tra i nostri corpi era totalmente azzerata. Il movimento sempre più frenetico. Ansimava, ma taceva. Un altro scatto e inarcò la schiena, sentii la cappella avvolta da qualcosa di caldo e spinsi. Era stretta, ma il cazzo scivolò dentro nella sua figa come risucchiato, le mie palle picchiarono contro la sua clitoride. E finalmente la vidi in volto per la prima volta da quando si era girata di schiena. Era a bocca aperta e occhi spalancati, come se fosse senza fiato. Non era più a braccia incrociate ma si teneva saldamente con le mani al bordo piscina. Io non capivo più niente, non realizzavo neanche che ero in uno spazio pubblico e che chiunque avrebbe potuto vederci. Iniziai a scoparla senza ritegno. Con colpi potenti ma lenti. Sentii il mio cazzo ben lubrificato. Avevo perso la ragione. La toccavo dovunque. Le toccavo la figa, perchè volevo sentire il mio cazzo entrare ed uscire per le prime volte da un donna. Continuavo a palparle i seni, a baciarle la schiena, le infilavo un dito tra le labbra, che lei succhiava avidamente. E continuavo a scoparla. La presi per i fianchi mi sollevai e iniziai a scoparla più furiosamente. Osservando il mio cazzo che usciva ed entrava in lei ritmicamente. Lo picchiavo dentro con violenza. Vedevo i glutei sobbalzare sotto i miei colpi. Ad ogni colpo si allargavano e mi lasciavano intravedere il suo stretto forellino. Oramai ero pazzo del suo corpo. Estrassi di colpo il cazzo dalla figa e lo passai in mezzo al culo per ben lubrificarlo, sempre più spesso la mia cappella si soffermava sul suo forellino. Senza voltarsi a guardarmi la sentii sospirare.... "Oddio...."
Entrambi ci fermammo di colpo. La mia cappella appoggiata sul suo forellino. Le mie mani a palme larghe appoggiate sui suoi glutei tenevano ben in vista il suo forellino... e iniziai a spingere. Era strettissimo. Con uno scatto levò la testa verso l'alto, i capelli le ricaddero indietro e smise di respirare. Il mio cazzo affondava sempre di più. Finchè le palle non toccarono la sua figa. Spostai la mia mano destra a masturbarle la figa e passando il braccio sinistro in mezzo ai suoi seni le tenevo la mano sinistra intorno al suo collo. E iniziai a muovermi piano. Scopandola nel culo. La sentivo allargarsi intorno a me, sotto ai miei colpi. Iniziò a tremare, la sentivo che non respirava dal godimento, le scaricai dentro numerosi fiotti di sperma. Quando finii di scoparla mi resi conto che per tutta la durata dell'orgasmo ero rimasto in apnea, mi girava la testa e dovetti sedermi. Dopo pochi secondi le presi il viso e la voltai verso di me baciandola.
scritto il
2019-08-04
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