Una festa noiosa ma non troppo
di
Maxthecuck
genere
tradimenti
Andammo a quella festa più per dovere che per piacere. Presenziare ai 50 anni della moglie di un tuo importante cliente, infatti, fa parte degli obblighi di lavoro. Con me la mia splendida compagna, incantevole col suo lungo vestito con generoso spacco laterale e sandali con tacco alto ma non vertiginoso.
Come ampiamente prevedibile la serata scorreva lenta in un clima di odioso snobismo e palpabile ipocrisia, tanto da convincermi ad un certo punto a tirar fuori la scusa di voler ammirare lo splendido giardino del locale solo per allontanarci dai vuoti dialoghi che si susseguivano tra gli invitati.
Mentre passeggiavamo nell'ampio giardino, ci imbattemmo in Manuel, 26 enne collaboratore del mio cliente, con il quale in passato avevo avuto modo di lavorare ad un progetto apprezzandone le doti professionali e la grande simpatia. Ci salutammo con affetto e mi preoccupai di fare le dovute presentazioni. Ora il lettore capirà bene che quando un convinto cuckold come me presenta alla sua tanto splendida quanto porca compagna un mandrillo giovane e col fisico da atleta semi agonistico quale era Manuel, accadono tre cose: 1) al cuck si irrigidisce il cazzo in automatico; 2)alla porca brillano gli occhi; 3) il mandrillo, quando educato come in questo caso, vive un momento di esitazione cercando di capire se poter lasciarsi andare a dei complimenti o se tenerli per se. Compito del cuck è gettare le basi per far si che il mandrillo perda le sue inibizioni. Quella sera sarebbe stato il mio compito.
"Che ci fai qui solo in Giardino?"
"potrei dire anche a voi che dovevo fare una telefonata privata ma conoscendoti posso ammettere che son fuggito in una oasi di pace e stavo ritardando il mio ritorno agli inferi"
Ridemmo della battuta e concordammo che il nostro incontro casuale ci dava la scusa per intrattenerci a chiacchierare tra noi, cosa che facemmo raggiungendo una piccola area a bordo della piscina più piccola di cui era dotata la struttura, chiusa agli invitati ed attrezzata di un paio di lettini ed alcune sedie sdraio, sulle quali ci accomodammo.
Trascorremmo una buona mezz'ora chiacchierando del più e del meno ed intanto gli occhi della porca erano sempre più brillanti, il mandrillo lanciava sguardi sempre più prolungati alle gambe della mia signora ed il mio cazzo si gonfiava a dismisura. Il tutto mentre pensavo al modo di sbloccare quella situazione di latente godimento.
L'assist me lo diede una smorfia di dolore della mia compagna che cominciava ad avvertire la pesantezza di stare diverso tempo con i tacchi calzati che comportavano piedi dolenti. Un lampo mi passò per la mente.
"Manuel ricordo male o tu prima dell'attuale impiego hai lavorato come massaggiatore in una Spa?"
"Si per un paio di anni"
"Allora, mio caro amore, direi proprio che sei fortunata. Hai a tua disposizione un vero massaggiatore che ti allevierà il dolore"
Manco a dirlo Manuel si offrì immediatamente, la porca finse dapprima di non voler approfittare per poi farsi facilmente convincere. A questo punto, sapendo di come fosse sensibile ad un buon massaggio ai piedi, avevo creato le basi adatte ma dovevo fare di più lasciando la porca da sola col mandrillo.
Mi proposi di andare a procurarmi da bere per tutti, mi alzai, stampai un bacio sulla guancia del mio amore, cosa che nel nostro segreto linguaggio significava dacci dentro col torello, e mi diressi al mio fine non prima di assistere a come Manuel slacciava e sfilava i sandali alla mia Carmen liberando i suoi curatissimi piedini laccati di uno smalto rosso fuoco. Mi diressi quindi al bar, dribblai due potenziali rompi palle, conquistai un cestello con dentro un bianco frizzantino ghiacciato e tre calici e ripresi la strada del ritorno. Prima di raggiungere i due contai fino a 100 e finalmente mi decisi a vedere come andavano le cose.
La scena, come pensavo, fu da subito entusiasmante con lei sdraiata sul lettino completamente scosciata che sospirava e gemeva mentre Manuel massaggiava la pianta di un piede e leccava l'altro.
"come va qui?"
Manuel ebbe un sussulto e fece per fermarsi ma la voce di lei gli fece subito cambiare idea
"non ti azzardare a fermarti che se continui così vengo".
Il ragazzo mi guardò ed io riempendo i calici dissi
"non si lascia una signora ad un passo dall'orgasmo. brindiamo all'inizio della nuova festa"
il mandrillo aspettava solo quel segnale per scatenarsi e continuò il lavoro ai piedi in modo più incisivo insistendo sulle zone che le facevano emettere gemiti più convinti fin quando non decise che era ora di farla godere davvero. Le sfilò il perizoma oramai fradicio ed iniziò un massaggio alla figa che la portò ad avere un orgasmo, condito di alti gemiti ed urletti che dovetti contenere baciandola, molto forte e prolungato. mentre ancora si stava riprendendo da quell'orgasmo, Manuel tirò fuori l'uccello suscitando in entrambi reazioni di meraviglia. lungo,grosso e durissimo prese i piedi di Carmen e cominciò a strusciare il cazzone proprio nei punti dove prima aveva fatto godere la porca con le mani e la cosa la portò ad avere delle vampate fortissime di calore ed un secondo orgasmo quando il mandrillo le sfiorò il clitoride con la cappella.
Intanto io guardavo estasiato lottando per trattenere l'eiaculazione che faceva capolino.
La mia battaglia fu miseramente persa quando Manuel prese la mia porca facendole poggiare le caviglie sulle sue forti spalle ed infilando quella mazza dentro per poi pomparla con grande foga. Risultato io feci appena in tempo a tirarlo fuori ed innaffiare una povera aiuola con il mio seme bollente, la porca mordeva il cuscinetto della sdraio per non far sentire le sue urla, il mandrillo dopo 10 minuti buoni di pompate mi strappò letteralmente da bocca un piede di lei che intanto stavo leccando e lo inondò di sborra.
Gli attimi successivi furono di silenzio assoluto, si sentivano solo i nostri respiri affannosi. Ci ricomponemmo, Carmen si ripulì alla meglio della copiosa sborrata ricevuta e, come se nulla fosse raggiungemmo il vivo, si fa per dire, della festa dove fummo accolti dalla festeggiata:
"ma carissimi che fine avevate fatto?"
"Cara Laura colpa mia abbiamo incontrato Manuel ed ho insistito perchè ci mostrasse il suo lavoro"
"Sempre a parlare di lavoro. E tu povera cara sarai distrutta. I lavori di Manuel sono sempre lunghi, anche se rendono ottimi risultati", disse la signora sorridendo.
"Eh si ho notato molto copiosi risultati".
Come solo due porche possono fare, le signore si guardarono, sorrisero e si allontanarono parlottando tra loro. Io guardai Manuel che si strinse nelle spalle come a dire "ed io che ci posso fare". Alzai il calice in direzione del mio cliente e lo ringraziai per l'invito e la splendida serata.
Come ampiamente prevedibile la serata scorreva lenta in un clima di odioso snobismo e palpabile ipocrisia, tanto da convincermi ad un certo punto a tirar fuori la scusa di voler ammirare lo splendido giardino del locale solo per allontanarci dai vuoti dialoghi che si susseguivano tra gli invitati.
Mentre passeggiavamo nell'ampio giardino, ci imbattemmo in Manuel, 26 enne collaboratore del mio cliente, con il quale in passato avevo avuto modo di lavorare ad un progetto apprezzandone le doti professionali e la grande simpatia. Ci salutammo con affetto e mi preoccupai di fare le dovute presentazioni. Ora il lettore capirà bene che quando un convinto cuckold come me presenta alla sua tanto splendida quanto porca compagna un mandrillo giovane e col fisico da atleta semi agonistico quale era Manuel, accadono tre cose: 1) al cuck si irrigidisce il cazzo in automatico; 2)alla porca brillano gli occhi; 3) il mandrillo, quando educato come in questo caso, vive un momento di esitazione cercando di capire se poter lasciarsi andare a dei complimenti o se tenerli per se. Compito del cuck è gettare le basi per far si che il mandrillo perda le sue inibizioni. Quella sera sarebbe stato il mio compito.
"Che ci fai qui solo in Giardino?"
"potrei dire anche a voi che dovevo fare una telefonata privata ma conoscendoti posso ammettere che son fuggito in una oasi di pace e stavo ritardando il mio ritorno agli inferi"
Ridemmo della battuta e concordammo che il nostro incontro casuale ci dava la scusa per intrattenerci a chiacchierare tra noi, cosa che facemmo raggiungendo una piccola area a bordo della piscina più piccola di cui era dotata la struttura, chiusa agli invitati ed attrezzata di un paio di lettini ed alcune sedie sdraio, sulle quali ci accomodammo.
Trascorremmo una buona mezz'ora chiacchierando del più e del meno ed intanto gli occhi della porca erano sempre più brillanti, il mandrillo lanciava sguardi sempre più prolungati alle gambe della mia signora ed il mio cazzo si gonfiava a dismisura. Il tutto mentre pensavo al modo di sbloccare quella situazione di latente godimento.
L'assist me lo diede una smorfia di dolore della mia compagna che cominciava ad avvertire la pesantezza di stare diverso tempo con i tacchi calzati che comportavano piedi dolenti. Un lampo mi passò per la mente.
"Manuel ricordo male o tu prima dell'attuale impiego hai lavorato come massaggiatore in una Spa?"
"Si per un paio di anni"
"Allora, mio caro amore, direi proprio che sei fortunata. Hai a tua disposizione un vero massaggiatore che ti allevierà il dolore"
Manco a dirlo Manuel si offrì immediatamente, la porca finse dapprima di non voler approfittare per poi farsi facilmente convincere. A questo punto, sapendo di come fosse sensibile ad un buon massaggio ai piedi, avevo creato le basi adatte ma dovevo fare di più lasciando la porca da sola col mandrillo.
Mi proposi di andare a procurarmi da bere per tutti, mi alzai, stampai un bacio sulla guancia del mio amore, cosa che nel nostro segreto linguaggio significava dacci dentro col torello, e mi diressi al mio fine non prima di assistere a come Manuel slacciava e sfilava i sandali alla mia Carmen liberando i suoi curatissimi piedini laccati di uno smalto rosso fuoco. Mi diressi quindi al bar, dribblai due potenziali rompi palle, conquistai un cestello con dentro un bianco frizzantino ghiacciato e tre calici e ripresi la strada del ritorno. Prima di raggiungere i due contai fino a 100 e finalmente mi decisi a vedere come andavano le cose.
La scena, come pensavo, fu da subito entusiasmante con lei sdraiata sul lettino completamente scosciata che sospirava e gemeva mentre Manuel massaggiava la pianta di un piede e leccava l'altro.
"come va qui?"
Manuel ebbe un sussulto e fece per fermarsi ma la voce di lei gli fece subito cambiare idea
"non ti azzardare a fermarti che se continui così vengo".
Il ragazzo mi guardò ed io riempendo i calici dissi
"non si lascia una signora ad un passo dall'orgasmo. brindiamo all'inizio della nuova festa"
il mandrillo aspettava solo quel segnale per scatenarsi e continuò il lavoro ai piedi in modo più incisivo insistendo sulle zone che le facevano emettere gemiti più convinti fin quando non decise che era ora di farla godere davvero. Le sfilò il perizoma oramai fradicio ed iniziò un massaggio alla figa che la portò ad avere un orgasmo, condito di alti gemiti ed urletti che dovetti contenere baciandola, molto forte e prolungato. mentre ancora si stava riprendendo da quell'orgasmo, Manuel tirò fuori l'uccello suscitando in entrambi reazioni di meraviglia. lungo,grosso e durissimo prese i piedi di Carmen e cominciò a strusciare il cazzone proprio nei punti dove prima aveva fatto godere la porca con le mani e la cosa la portò ad avere delle vampate fortissime di calore ed un secondo orgasmo quando il mandrillo le sfiorò il clitoride con la cappella.
Intanto io guardavo estasiato lottando per trattenere l'eiaculazione che faceva capolino.
La mia battaglia fu miseramente persa quando Manuel prese la mia porca facendole poggiare le caviglie sulle sue forti spalle ed infilando quella mazza dentro per poi pomparla con grande foga. Risultato io feci appena in tempo a tirarlo fuori ed innaffiare una povera aiuola con il mio seme bollente, la porca mordeva il cuscinetto della sdraio per non far sentire le sue urla, il mandrillo dopo 10 minuti buoni di pompate mi strappò letteralmente da bocca un piede di lei che intanto stavo leccando e lo inondò di sborra.
Gli attimi successivi furono di silenzio assoluto, si sentivano solo i nostri respiri affannosi. Ci ricomponemmo, Carmen si ripulì alla meglio della copiosa sborrata ricevuta e, come se nulla fosse raggiungemmo il vivo, si fa per dire, della festa dove fummo accolti dalla festeggiata:
"ma carissimi che fine avevate fatto?"
"Cara Laura colpa mia abbiamo incontrato Manuel ed ho insistito perchè ci mostrasse il suo lavoro"
"Sempre a parlare di lavoro. E tu povera cara sarai distrutta. I lavori di Manuel sono sempre lunghi, anche se rendono ottimi risultati", disse la signora sorridendo.
"Eh si ho notato molto copiosi risultati".
Come solo due porche possono fare, le signore si guardarono, sorrisero e si allontanarono parlottando tra loro. Io guardai Manuel che si strinse nelle spalle come a dire "ed io che ci posso fare". Alzai il calice in direzione del mio cliente e lo ringraziai per l'invito e la splendida serata.
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