Educazione sentimentale
di
Topina
genere
etero
Voglio farti sentire come ci si sente, a perdere il controllo.
Voglio che tu sappia cosa si prova a sciogliersi di desiderio, sentire le gambe cedere davanti ai tuoi occhi d’acciaio, credere di impazzire sotto le tue mani. Ad anelare il tuo sapore. Ad implorare un contatto, un altro ancora, mentre tu centellini le tue carezze come gocce d’ambrosia. A supplicarti di avere pietà.
Le tue mani suonano la mia pelle come il più virtuoso dei pianisti, dirigono i miei brividi come un direttore di orchestra, le tue labbra mi fanno gemere, sai portarmi sulla cima e farmi credere di cadere, per poi riprendermi in un gioco doloroso e dolcissimo. Sei come uno scienziato, conosci ogni centimetro del mio corpo, sai dosare la forza e la dolcezza, ogni tuo gesto è studiato per torturarmi. E quando lo fai sei silenzioso, concentrato, ti nutri di ogni mio respiro, ogni fremito ti fa brillare gli occhi. Mentre io non riesco a trattenermi, smanio per averti, piango e rido, gemo, vorrei le tue mani ovunque, ti imploro di prendermi. Mi possiedi, mi hai fatta tua fin dall’inizio, e continui a legarmi sempre di più.
E lo vedo che ti piace, non sono solo le tue labbra arricciate in un sorriso beffardo a confermarmelo, vedo la tua eccitazione crescere. Lo capisco dalla disperazione con cui mi prendi, quando finalmente chiudi gli occhi ed entri dento di me, quando, dopo avermi ridotta ad un lago, stremata di desiderio, dopo aver fatto rotolare il mio piacere fino allo sfinimento lungo il mio corpo, alla fine pretendi il tuo piacere.
Come un animale che esce dalla sua tana soltanto per nutrirsi e poi torna a nascondersi, tu abbassi la maschera solo per pochi istanti.
Ma oggi voglio insegnarti a perdere il controllo. Perché tu ancora non lo sai, ma io sono la fonte a cui bevi, sono l’aria che respiri, sono la musica che ti suona in testa.
Ti tocco piano, mentre dormi. Percorro con le dita la tua schiena, vedo la tua pelle rabbrividire al passaggio delle mie dita. Sei abbandonato, inerme, intrappolato in quel tuo sonno drogato dall’alcol. Il tuo viso è finalmente disteso, la tua mente assente. Le mie mani corrono leggere sul tuo corpo che finalmente posso toccare come voglio, le mie labbra ti coprono di tutti i baci che mi hai negato. E mentre la tua mente dorme, il tuo corpo risponde ai miei baci. Il tuo cazzo è subito duro. Lo guardo sorgere e ne disegno con il dito i contorni sulla pelle serica. Affondo il viso nel tuo inguine, i peli morbidi mi solleticano le labbra, mi ubriaco del tuo odore. Disegno infinite strade che percorrono il tuo corpo. La mia lingua scrive cerchi argentati intorno ai tuoi capezzoli, le mie labbra assaggiano la tua pelle salata. Ti sento fremere nel sonno mentre la mia mano scende fra le gambe. La mia pelle brucia al contatto con la tua, il mio desiderio di te è vorace, scosse di piacere mi inondano. Ma continuo a muovermi piano, come mi hai insegnato tu nei tuoi giochi estenuanti. Lascio che le mie labbra si dischiudano piano per accoglierti mentre il tuo bacino si inarca per offrirti a me. La mia lingua si muove sicura, sinuosa. Non ho fretta, voglio svegliarti così. Sento il tuo respiro accelerare, e il battito del tuo cuore pulsare sotto la lingua. Un gemito stilla dalle tue labbra come una goccia di piacere. Continuo a succhiarti al ritmo del tuo respiro, che a tratti si fa più roco. I tuoi fianchi si sollevano languidamente.
Un gemito più forte ti sveglia, lo sento da come ti irrigidisci, da come trattieni il respiro. Ti osservo mentre scivoli dal sonno alla veglia, ancora stordito e già ubriaco di piacere. La mia lingua si muove più velocemente ora, le mie labbra scorrono rapide sul tuo pene, assaggiano golose il tuo glande. Le mie mani corrono su di te, non più trattenute dal timore di svegliarti possono finalmente divorare la tua pelle.Sento i tuoi occhi che mi fissano, carichi di desiderio e lussuria. Sotto il tuo sguardo non sono mai stata così bella, così grande e così potente. L’energia si propaga dalle viscere fino al mio cervello e rimbalza fra le mie gambe, dove viene distillata in purissime gocce di piacere. Mi bagno un dito e inizio a penetrarti. Finalmente vinto dal piacere, ti lasci andare, il tuo corpo si inarca mai sazio, le tue mani ti accarezzano, nella disperata ricerca di averne sempre di più. Ora vuoi solo godere.
Quando i tuoi gemiti diventano rantoli, e il movimento dei tuoi fianchi si fa più forte stacco finalmente le mie labbra dal tuo cazzo ed inizio a cavalcarti. Ti faccio entrare lentamente, bloccando i tuoi fianchi, per assaporare ogni tua espressione. Poi ti bacio come non ti ho mai baciato prima, la mia bocca che si disseta nella tua, la tua che beve di me. Le mie mani sono ovunque, mentre la mia corsa aumenta di intensità. Mi stringi i seni, sevizi i miei capezzoli, mentre i tuoi fianchi si muovono all’unisono con i miei. I tuoi occhi hanno perso la loro aria assorta, la tua concentrazione non esiste più, ora sei un animale selvatico, feroce, che segue il suo istinto per soddisfare il suo bisogno primordiale. Sei sudato, il tuo odore mi inebria, sono piena di te ma non ancora sazia, ormai ti cavalco con foga, scomposta, mi sento scoppiare le viscere, esplodere la testa, ribollire le vene, finché non riesco più a ritardare l’orgasmo. Mentre mi guardi estasiato, ti vedo cercare di trattenere la piena, di prolungare l’attimo, ma poi ecco ritornare l’animale, e con un grido ti sento riempirmi del tuo seme caldo. Continuiamo a fremere insieme, come due lupi eccitati dall’odore della caccia.
Voglio che tu sappia cosa si prova a sciogliersi di desiderio, sentire le gambe cedere davanti ai tuoi occhi d’acciaio, credere di impazzire sotto le tue mani. Ad anelare il tuo sapore. Ad implorare un contatto, un altro ancora, mentre tu centellini le tue carezze come gocce d’ambrosia. A supplicarti di avere pietà.
Le tue mani suonano la mia pelle come il più virtuoso dei pianisti, dirigono i miei brividi come un direttore di orchestra, le tue labbra mi fanno gemere, sai portarmi sulla cima e farmi credere di cadere, per poi riprendermi in un gioco doloroso e dolcissimo. Sei come uno scienziato, conosci ogni centimetro del mio corpo, sai dosare la forza e la dolcezza, ogni tuo gesto è studiato per torturarmi. E quando lo fai sei silenzioso, concentrato, ti nutri di ogni mio respiro, ogni fremito ti fa brillare gli occhi. Mentre io non riesco a trattenermi, smanio per averti, piango e rido, gemo, vorrei le tue mani ovunque, ti imploro di prendermi. Mi possiedi, mi hai fatta tua fin dall’inizio, e continui a legarmi sempre di più.
E lo vedo che ti piace, non sono solo le tue labbra arricciate in un sorriso beffardo a confermarmelo, vedo la tua eccitazione crescere. Lo capisco dalla disperazione con cui mi prendi, quando finalmente chiudi gli occhi ed entri dento di me, quando, dopo avermi ridotta ad un lago, stremata di desiderio, dopo aver fatto rotolare il mio piacere fino allo sfinimento lungo il mio corpo, alla fine pretendi il tuo piacere.
Come un animale che esce dalla sua tana soltanto per nutrirsi e poi torna a nascondersi, tu abbassi la maschera solo per pochi istanti.
Ma oggi voglio insegnarti a perdere il controllo. Perché tu ancora non lo sai, ma io sono la fonte a cui bevi, sono l’aria che respiri, sono la musica che ti suona in testa.
Ti tocco piano, mentre dormi. Percorro con le dita la tua schiena, vedo la tua pelle rabbrividire al passaggio delle mie dita. Sei abbandonato, inerme, intrappolato in quel tuo sonno drogato dall’alcol. Il tuo viso è finalmente disteso, la tua mente assente. Le mie mani corrono leggere sul tuo corpo che finalmente posso toccare come voglio, le mie labbra ti coprono di tutti i baci che mi hai negato. E mentre la tua mente dorme, il tuo corpo risponde ai miei baci. Il tuo cazzo è subito duro. Lo guardo sorgere e ne disegno con il dito i contorni sulla pelle serica. Affondo il viso nel tuo inguine, i peli morbidi mi solleticano le labbra, mi ubriaco del tuo odore. Disegno infinite strade che percorrono il tuo corpo. La mia lingua scrive cerchi argentati intorno ai tuoi capezzoli, le mie labbra assaggiano la tua pelle salata. Ti sento fremere nel sonno mentre la mia mano scende fra le gambe. La mia pelle brucia al contatto con la tua, il mio desiderio di te è vorace, scosse di piacere mi inondano. Ma continuo a muovermi piano, come mi hai insegnato tu nei tuoi giochi estenuanti. Lascio che le mie labbra si dischiudano piano per accoglierti mentre il tuo bacino si inarca per offrirti a me. La mia lingua si muove sicura, sinuosa. Non ho fretta, voglio svegliarti così. Sento il tuo respiro accelerare, e il battito del tuo cuore pulsare sotto la lingua. Un gemito stilla dalle tue labbra come una goccia di piacere. Continuo a succhiarti al ritmo del tuo respiro, che a tratti si fa più roco. I tuoi fianchi si sollevano languidamente.
Un gemito più forte ti sveglia, lo sento da come ti irrigidisci, da come trattieni il respiro. Ti osservo mentre scivoli dal sonno alla veglia, ancora stordito e già ubriaco di piacere. La mia lingua si muove più velocemente ora, le mie labbra scorrono rapide sul tuo pene, assaggiano golose il tuo glande. Le mie mani corrono su di te, non più trattenute dal timore di svegliarti possono finalmente divorare la tua pelle.Sento i tuoi occhi che mi fissano, carichi di desiderio e lussuria. Sotto il tuo sguardo non sono mai stata così bella, così grande e così potente. L’energia si propaga dalle viscere fino al mio cervello e rimbalza fra le mie gambe, dove viene distillata in purissime gocce di piacere. Mi bagno un dito e inizio a penetrarti. Finalmente vinto dal piacere, ti lasci andare, il tuo corpo si inarca mai sazio, le tue mani ti accarezzano, nella disperata ricerca di averne sempre di più. Ora vuoi solo godere.
Quando i tuoi gemiti diventano rantoli, e il movimento dei tuoi fianchi si fa più forte stacco finalmente le mie labbra dal tuo cazzo ed inizio a cavalcarti. Ti faccio entrare lentamente, bloccando i tuoi fianchi, per assaporare ogni tua espressione. Poi ti bacio come non ti ho mai baciato prima, la mia bocca che si disseta nella tua, la tua che beve di me. Le mie mani sono ovunque, mentre la mia corsa aumenta di intensità. Mi stringi i seni, sevizi i miei capezzoli, mentre i tuoi fianchi si muovono all’unisono con i miei. I tuoi occhi hanno perso la loro aria assorta, la tua concentrazione non esiste più, ora sei un animale selvatico, feroce, che segue il suo istinto per soddisfare il suo bisogno primordiale. Sei sudato, il tuo odore mi inebria, sono piena di te ma non ancora sazia, ormai ti cavalco con foga, scomposta, mi sento scoppiare le viscere, esplodere la testa, ribollire le vene, finché non riesco più a ritardare l’orgasmo. Mentre mi guardi estasiato, ti vedo cercare di trattenere la piena, di prolungare l’attimo, ma poi ecco ritornare l’animale, e con un grido ti sento riempirmi del tuo seme caldo. Continuiamo a fremere insieme, come due lupi eccitati dall’odore della caccia.
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