Stoia di W 4
di
68più uno
genere
prime esperienze
esibizioni
Nella sua storia si intreccia la mia. A 13 anni, spiando da dietro la persiana socchiusa una finestra del cortile dove uno schianto di ragazza si spogliava e sembrava recitare, ho avuto il mio primo orgasmo. Una scoperta eccezionale che diede inizio alla masturbazione e ai sogni erotici.
Mi era sempre rimasta in testa la voglia di offrire a qualcuno quella esperienza. Proprio difronte abitava una giovane coppia e con la lei avevo anche flirtato negli anni del liceo. Avevo colto lui a luci spente con un binocolo a ispezionare il cortile. Quella sera W era in vena di giochi, così la feci salire al buio su un panchetto perché fosse completamente visibile al curioso. Poi di colpo accesi la luce e da dietro presi a carezzarle i seni. Lui subito la inquadrò e non staccava gli occhi dal binocolo ma una mano corse ai calzoni. Luce spenta mi fa segni di spogliarla. Le tolgo la gonna e resta in camicetta e reggicalze con calze a rete. W non si tira indietro e mi bacia. Accendo e faccio cenno a quello di abbassare i calzoni. Accende per un istante anche lui e il suo cazzo a trenta metri di distanza è ben ritto! Luci spente. Le tolgo la camicetta e lei non porta reggiseno. Le lecco i capezzoli già duri, il gioco la eccita. Lui si sta masturbando alla poca luce del cortile. Accendo e la faccio girare per uno spettacolo a trecento sessanta gradi. Le dico di togliersi gli slippini e lei esegue lentissimamente. Una lap dance ante litteram molto convincente. Lui viene sussultando.
A luce spenta e finestra aperta la faccio calare sul mio sesso e la cavalco in piedi furiosamente.
Qualche giorno dopo W trova sul tergicristallo della sua 850 un bigliettino che ci invita a ripetere l’esperienza in un grande parcheggio appena inaugurato e ancora sempre deserto. Dovetti insistere perché W aveva paura che la storia si risapesse nel quartiere. Quando arrivammo all’appuntamento la mogliettina che conoscevo cominciò a litigare con il suo lui dietro i finestrini chiusi. W rideva e la situazione ebbe il pregio di gasarla per quel che serviva. Si tolse la camicetta e cominciò a carezzarsi i capezzoli. Io lei alzai la gonna minuscola e cominciai a carezzarle le labbra della vulva. Nell’altra auto lui le aveva preso la testa e chiaramente la stava costringendo a fare un pompino. Gli feci capire a gesti che se non ce la faceva vedere nuda ce ne saremmo andati. La lei doveva essere davvero incazzata perché scese dalla macchina e salì dietro nella nostra. Lui era con gli occhi difuori. Senza una parola si spogliò nervosamente e poi disse “adesso scopala che quel porco vuole solo questo”. W si calò sul mio cazzo e non ci facemmo troppo pregare. L’altra le carezzava i capelli e si masturbava. Era il ’68 e la speranza che la fantasia andasse al potere era tanta. Riportammo a casa la mogliettina ancora mezza spogliata e …. Ci fece salire.
(continua se volete)
Nella sua storia si intreccia la mia. A 13 anni, spiando da dietro la persiana socchiusa una finestra del cortile dove uno schianto di ragazza si spogliava e sembrava recitare, ho avuto il mio primo orgasmo. Una scoperta eccezionale che diede inizio alla masturbazione e ai sogni erotici.
Mi era sempre rimasta in testa la voglia di offrire a qualcuno quella esperienza. Proprio difronte abitava una giovane coppia e con la lei avevo anche flirtato negli anni del liceo. Avevo colto lui a luci spente con un binocolo a ispezionare il cortile. Quella sera W era in vena di giochi, così la feci salire al buio su un panchetto perché fosse completamente visibile al curioso. Poi di colpo accesi la luce e da dietro presi a carezzarle i seni. Lui subito la inquadrò e non staccava gli occhi dal binocolo ma una mano corse ai calzoni. Luce spenta mi fa segni di spogliarla. Le tolgo la gonna e resta in camicetta e reggicalze con calze a rete. W non si tira indietro e mi bacia. Accendo e faccio cenno a quello di abbassare i calzoni. Accende per un istante anche lui e il suo cazzo a trenta metri di distanza è ben ritto! Luci spente. Le tolgo la camicetta e lei non porta reggiseno. Le lecco i capezzoli già duri, il gioco la eccita. Lui si sta masturbando alla poca luce del cortile. Accendo e la faccio girare per uno spettacolo a trecento sessanta gradi. Le dico di togliersi gli slippini e lei esegue lentissimamente. Una lap dance ante litteram molto convincente. Lui viene sussultando.
A luce spenta e finestra aperta la faccio calare sul mio sesso e la cavalco in piedi furiosamente.
Qualche giorno dopo W trova sul tergicristallo della sua 850 un bigliettino che ci invita a ripetere l’esperienza in un grande parcheggio appena inaugurato e ancora sempre deserto. Dovetti insistere perché W aveva paura che la storia si risapesse nel quartiere. Quando arrivammo all’appuntamento la mogliettina che conoscevo cominciò a litigare con il suo lui dietro i finestrini chiusi. W rideva e la situazione ebbe il pregio di gasarla per quel che serviva. Si tolse la camicetta e cominciò a carezzarsi i capezzoli. Io lei alzai la gonna minuscola e cominciai a carezzarle le labbra della vulva. Nell’altra auto lui le aveva preso la testa e chiaramente la stava costringendo a fare un pompino. Gli feci capire a gesti che se non ce la faceva vedere nuda ce ne saremmo andati. La lei doveva essere davvero incazzata perché scese dalla macchina e salì dietro nella nostra. Lui era con gli occhi difuori. Senza una parola si spogliò nervosamente e poi disse “adesso scopala che quel porco vuole solo questo”. W si calò sul mio cazzo e non ci facemmo troppo pregare. L’altra le carezzava i capelli e si masturbava. Era il ’68 e la speranza che la fantasia andasse al potere era tanta. Riportammo a casa la mogliettina ancora mezza spogliata e …. Ci fece salire.
(continua se volete)
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