Monica in ufficio
di
Ettore
genere
etero
Monica era giunta da poco in ufficio, e come sempre era seduta alla sua scrivania. Aveva sempre lavorato duro, si era impegnata, ma non erano mai giunte gratifiche, promozioni o aumenti inattesi, solo uno scatto di livello "obbligatorio" dopo i primi tre anni di lavoro. Ora ne erano passati altri quattro, e lei si era vista scavalcare da molti (E molte) dei suoi colleghi.
Pensando ciò, si mandò mentalmente al diavolo, per la sua stupidità. Si guardò, era vestita in modo più audace del solito, indossava sempre un tailleur, ma la gonna era più corta, e la camicetta parzialmente sbottonata. Si trovò decisamente attraente, e rivolse il suo sguardo verso la porta dell'ufficio del capo, che in passato le aveva rivolto delle velate allusioni, ma nella sua stupida fedeltà aveva sempre fatto finta di non coglierle, e così lui si era rivolto altrove, e contemporaneamente si erano rivolti altrove le promozioni e gli aumenti.
Ma adesso basta! (Penso Monica) È ora che io mi riprenda tutto ciò che mi spetta di diritto, e lo farò subito!
Si alzò, bussò ed entrò nell'ufficio del capo, un uomo di 42 anni, ben portati. Lui la salutò, chiedendole in cosa poteva aiutarla. Non rispose subito, chiuse la porta e si avvicinò alla scrivania. Si lasciò cadere in modo sensuale sulla poltroncina di fronte al suo boss, e accavallò le gambe, lentamente, con un movimento ampio che lui seguì "distrattamente" con la coda dell'occhio. Sempre senza dire una parola si rimise in piedi, girò intorno alla scrivania e si chinò per baciare Francesco, il suo capo. Costui dopo un attimo di esitazione rispose al bacio, aprì la bocca e permise alla lingua di lei di entrargli dentro, di strofinarsi alla sua. Contemporaneamente infilò una mano sotto la camicetta, così semiaperta era un invito a cui era impossibile dir di no, e strinse la mano intorno al seno di lei, coperto solo da un reggiseno leggerissimo.
Lei si staccò dalla sua bocca, e lo guardò dritto negli occhi. Lui continuò a giocare con il suo seno, ora aveva scoperto un capezzolo, dritto e turgido, e impazziva dalla voglia di succhiarlo.
Per la prima volta Monica gli parlò:
- Mi vuoi vero? Impazzisci di desiderio per me da quando sei arrivato qui, non è vero vecchio porco?
Subito dopo si passò la lingua sulle labbra, lentamente.
Lui non riuscì ad articolare una risposta complessa, e dopo qualche balbettamento inutile disse solo si, con un filo di voce.
Allora Monica si allontanò dall'uomo, e disse:
- Oggi resterò qui per fare gli straordinari, ma dovranno essere ben retribuiti...
Quindi si ricompose ed uscì, lasciandolo solo con la sua erezione.
Pensando ciò, si mandò mentalmente al diavolo, per la sua stupidità. Si guardò, era vestita in modo più audace del solito, indossava sempre un tailleur, ma la gonna era più corta, e la camicetta parzialmente sbottonata. Si trovò decisamente attraente, e rivolse il suo sguardo verso la porta dell'ufficio del capo, che in passato le aveva rivolto delle velate allusioni, ma nella sua stupida fedeltà aveva sempre fatto finta di non coglierle, e così lui si era rivolto altrove, e contemporaneamente si erano rivolti altrove le promozioni e gli aumenti.
Ma adesso basta! (Penso Monica) È ora che io mi riprenda tutto ciò che mi spetta di diritto, e lo farò subito!
Si alzò, bussò ed entrò nell'ufficio del capo, un uomo di 42 anni, ben portati. Lui la salutò, chiedendole in cosa poteva aiutarla. Non rispose subito, chiuse la porta e si avvicinò alla scrivania. Si lasciò cadere in modo sensuale sulla poltroncina di fronte al suo boss, e accavallò le gambe, lentamente, con un movimento ampio che lui seguì "distrattamente" con la coda dell'occhio. Sempre senza dire una parola si rimise in piedi, girò intorno alla scrivania e si chinò per baciare Francesco, il suo capo. Costui dopo un attimo di esitazione rispose al bacio, aprì la bocca e permise alla lingua di lei di entrargli dentro, di strofinarsi alla sua. Contemporaneamente infilò una mano sotto la camicetta, così semiaperta era un invito a cui era impossibile dir di no, e strinse la mano intorno al seno di lei, coperto solo da un reggiseno leggerissimo.
Lei si staccò dalla sua bocca, e lo guardò dritto negli occhi. Lui continuò a giocare con il suo seno, ora aveva scoperto un capezzolo, dritto e turgido, e impazziva dalla voglia di succhiarlo.
Per la prima volta Monica gli parlò:
- Mi vuoi vero? Impazzisci di desiderio per me da quando sei arrivato qui, non è vero vecchio porco?
Subito dopo si passò la lingua sulle labbra, lentamente.
Lui non riuscì ad articolare una risposta complessa, e dopo qualche balbettamento inutile disse solo si, con un filo di voce.
Allora Monica si allontanò dall'uomo, e disse:
- Oggi resterò qui per fare gli straordinari, ma dovranno essere ben retribuiti...
Quindi si ricompose ed uscì, lasciandolo solo con la sua erezione.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La villaracconto sucessivo
Ritorno alla Villa
Commenti dei lettori al racconto erotico