Riflessioni
di
Ettore
genere
etero
Monica si svegliò di pomeriggio, stesa sul letto, dove si era lasciata cadere appena rincasata, e dove si era addormentata, esausta, provata dalle troppe emozione accumulate in così poco tempo.
Si alzò dal letto, e dopo essere andata in bagno si appoggiò alla finestra, guardando lontano, come per scrutare il futuro.
Da quando il suo ragazzo l'aveva mollata venerdì sera, era trascorsi solo due giorni, ora era Domenica pomeriggio. Monica prese il telefono, e compose il numero di Claudia, una sua amica, nonché collega in ufficio. Si mise d'accordo con lei per andare al lavoro il mattino seguente, poi iniziò a prepararsi un caffé.
Mentre il caffé si apprestava ad uscire si appoggiò alla porta del cucinino, ed iniziò a ripensare alla notte passata sugli scogli. Rivide Marco, il suo ormai ex-ragazzo a letto con quella puttana, poi un po' di ricordi confusi, di lei che camminava senza meta, e infine il mare.
Fu di colpo riportata alla realtà dal caffé, che uscito dalla macchinetta in ebollizione si stava bruciando sul fornello. Spense il gas, buttò il caffé, irrimediabilmente bruciato, lasciò la moka nel lavandino, e si versò un bicchiere di latte freddo. Si sdraiò sul divano, mise un cd dei Dire Straits, "Communiquè", e chiuse gli occhi.
Le passarono nella mente le immagini del passato. All'inizio i momenti felici, i baci con il suo ex, le prime uscite insieme, ma poi presero il sopravvento i ricordi negativi, la gelosia opprimente di lui, il sacrificio di tutte le sue amicizie maschili per farlo contento, le balle a cui lei aveva creduto, e che adesso era certa nascondevano tradimenti, realizzati o perlomeno cercati. Continuando a tenere gli occhi chiusi scavò ancora più indietro nel tempo, e tornò alla sua storia precedente, chiusa perché Fabio l'aveva scaricata per volare tra le braccia di quella che allora era la sua miglior amica.
Riaprì gli occhi, si guardò allo specchio, e sul suo volto vide stampata la stessa determinazione che aveva provato la notte sugli scogli. Da quel punto della sua vita non si sarebbe lasciata usare più da nessuno, pensò.
Trascorse tutto il giorno riflettendo su come si stava per trasformare la sua vita. Da giovane donna timida, timorosa di esprimere i propri sentimenti per paura di infastidire qualcuno a un nuovo modo di essere, dura, passionale, pronta a tutto pur di soddisfare i propri desideri.
Si preparò per andare a dormire, e mentre lottava per prendere sonno una domanda la assalì con insistenza sempre crescente, le piaceva davvero ciò che voleva diventare? Oppure era solo uno scudo che stava alzando per evitare che il mondo la ferisse di nuovo?
Monica dormì un sonno agitato, interrotto da frequenti momenti di veglia, sino a quando la sveglia la strappò ai suoi sogni e ai suoi pensieri, e la riportò alla realtà, che in quel momento erano tre quarti d'ora di tempo per prepararsi ed andare in ufficio con Claudia.
Si alzò dal letto, e dopo essere andata in bagno si appoggiò alla finestra, guardando lontano, come per scrutare il futuro.
Da quando il suo ragazzo l'aveva mollata venerdì sera, era trascorsi solo due giorni, ora era Domenica pomeriggio. Monica prese il telefono, e compose il numero di Claudia, una sua amica, nonché collega in ufficio. Si mise d'accordo con lei per andare al lavoro il mattino seguente, poi iniziò a prepararsi un caffé.
Mentre il caffé si apprestava ad uscire si appoggiò alla porta del cucinino, ed iniziò a ripensare alla notte passata sugli scogli. Rivide Marco, il suo ormai ex-ragazzo a letto con quella puttana, poi un po' di ricordi confusi, di lei che camminava senza meta, e infine il mare.
Fu di colpo riportata alla realtà dal caffé, che uscito dalla macchinetta in ebollizione si stava bruciando sul fornello. Spense il gas, buttò il caffé, irrimediabilmente bruciato, lasciò la moka nel lavandino, e si versò un bicchiere di latte freddo. Si sdraiò sul divano, mise un cd dei Dire Straits, "Communiquè", e chiuse gli occhi.
Le passarono nella mente le immagini del passato. All'inizio i momenti felici, i baci con il suo ex, le prime uscite insieme, ma poi presero il sopravvento i ricordi negativi, la gelosia opprimente di lui, il sacrificio di tutte le sue amicizie maschili per farlo contento, le balle a cui lei aveva creduto, e che adesso era certa nascondevano tradimenti, realizzati o perlomeno cercati. Continuando a tenere gli occhi chiusi scavò ancora più indietro nel tempo, e tornò alla sua storia precedente, chiusa perché Fabio l'aveva scaricata per volare tra le braccia di quella che allora era la sua miglior amica.
Riaprì gli occhi, si guardò allo specchio, e sul suo volto vide stampata la stessa determinazione che aveva provato la notte sugli scogli. Da quel punto della sua vita non si sarebbe lasciata usare più da nessuno, pensò.
Trascorse tutto il giorno riflettendo su come si stava per trasformare la sua vita. Da giovane donna timida, timorosa di esprimere i propri sentimenti per paura di infastidire qualcuno a un nuovo modo di essere, dura, passionale, pronta a tutto pur di soddisfare i propri desideri.
Si preparò per andare a dormire, e mentre lottava per prendere sonno una domanda la assalì con insistenza sempre crescente, le piaceva davvero ciò che voleva diventare? Oppure era solo uno scudo che stava alzando per evitare che il mondo la ferisse di nuovo?
Monica dormì un sonno agitato, interrotto da frequenti momenti di veglia, sino a quando la sveglia la strappò ai suoi sogni e ai suoi pensieri, e la riportò alla realtà, che in quel momento erano tre quarti d'ora di tempo per prepararsi ed andare in ufficio con Claudia.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Ci ho provatoracconto sucessivo
La villa
Commenti dei lettori al racconto erotico