Aladdin

di
genere
etero

Aladdin

Nota dell'autore: Questa è un'opera di fantasia, qualsiasi somiglianza con nomi, persone, fatti o situazioni della vita reale è puramente casuale.

Aladdin era un miserabile, un paria tra i paria.
Era un giovane, sui 18 anni, che viveva, o meglio sopravviveva, cercando qualche residuo di che potesse valere qualcosa in una grossa discarica nella periferia di Mumbai.
Era analfabeta, non sapeva chi fossero i suoi genitori, non aveva una casa, il suo tetto era, eventualmente, un pezzo di plastica trovato dai rifiuti che lo riparava dalla pioggia.
Non aveva documenti e Aladdin era in realtà il soprannome che gli avevano affibbiato i ragazzi che erano suoi compagni di disgrazia.
Questo soprannome veniva dal fatto che era un sognatore, che se ne stava in disparte, solitario, sempre borbottando da solo.
Quel giorno, come il solito, Aladdin stava camminando sui rifiuti. Dato che era un paria anche tra i suoi pari, a lui rimanevano da frugare solo i mucchi di rifiuti più "poveri".
Non mangiava dal giorno anteriore e le sue budella si contorcevano dalla fame.
Un certo momento vide qualcosa brillare tra i rifiuti.
Si chinò e raccolse l'oggetto: era un'imitazione a buon mercato, in latta, della famosa lampada di Aladino.
Aladdin conosceva la leggenda, da cui derivava il suo soprannome, e aveva anche visto, in qualche occasione, dei poster che raffiguravano i protagonisti del famoso film d'animazione della Disney, ispirato in tale favola.
Si commosse e, lasciatosi trascinare dalla sua immaginazione, chiuse gli occhi e con un brandello della sua canottiera sudicia e lacera si mise a sfregarla, mormorando:
- Genio della lampada: voglio essere ricco, molto ricco, l'uomo più ricco della terra. Voglio godere di salute, essere intelligente, essere rispettato da tutti e, soprattutto, avere tante donne.-
Aprì lentamente gli occhi e rimase deluso di non vedere apparire il genio di color blu, come quello della Disney.
La sua prima reazione fu quella di buttare via la lampada, ma poi ci ripensò e concluse che poteva valere qualche cosa.
Magari avrebbe potuto barattare quest'oggetto per un pezzo di pane che poteva placare, per qualche ora, la terribile fame che sentiva.
Già un po' più animato da questa prospettiva, si accinse a scendere dal cumulo di rifiuti in cui si trovava, quando gli si pararono davanti tre individui, apparsi da chissà dove.
Erano tre uomini di corporatura assai robusta, vestiti con tute mimetiche e scarponi di tipo militare.
Uno di questi, che aveva la carnagione più scura, sembrava un Gurkha.
Il Gurkha disse, in hindi:
- Lei è in signor Aladdin?-
Aladdin rimase interdetto e cominciò a tremare, pensando che cose terribili quegli individui volevano fargli.
- Lei è in signor Aladdin?- ripeté il Gurkha, senza alzare il tono di voce.
Aladdin assentì lentamente con la testa.
- La prego di venire con noi.- aggiunse il Gurkha.
Ormai rassegnato al proprio destino, Aladdin seguì il Gurkha, scortato dagli altri due, che rimanevano silenziosi.
Dopo qualche centinaia di metri, percorsi senza che nessuno dicesse parola, arrivarono ad un grosso SUV nero, con i vetri scuriti.
Ne discese l'autista, vestito in giacca e cravatta con in mano una borsa di tela blu dal quale estrasse un accappatoio blu ed un paio di babbucce dello stesso colore.
- La prego di mettere l'accappatoio e le calzature.- disse il Gurkha che, a quanto pareva, era l'unico a parlare hindi.
Aladdin vestì l'accappatoio sopra la sua canottiera e calzoncini laceri e calzò le babbucce coi suoi piedi nudi e sudici, il Gurkha prese delicatamente dalle mani di Aladdin la lampada, la ripose nella borsa e, quando Aladdin finì di vestirsi gli consegnò la borsa.
Gli indicarono sedere in macchina, nel centro del sedile posteriore tra il Gurkha e un altro della scorta.
Il contrasto tra il suo corpo esile e la stazza degli accompagnanti era stridente. Gli altri occupanti dell'automobile parevano ignorare la forte puzza che esalava il corpo di Aladdin.
L'automobile partì in direzione a Mumbai.
Poco dopo il passeggero che sedeva nel sedile anteriore estrasse da una borsa un sacchetto di biscottini ed una bottiglietta d'acqua e lo porse a Aladdin, che non fece complimenti e divorò in men che non si dica i biscottini e tracannò l'acqua, poi, sopraffatto dalle emozioni si addormentò.
Si svegliò di colpo quando la porta del SUV venne aperta e, lì per lì, non capì cosa stesse succedendo, ma subito si ricordò del suo strano rapimento.
Scendendo dall'automobile si trovò davanti all'entrata di un hotel di lusso.
- La prego di seguirci.- disse il Gurkha.
Il corteo seguì, come nella discarica, con il Gurkha davanti, seguito da Aladdin e dietro gli altri due.
Entrati nell'hotel, il gruppo percorse velocemente l'enorme atrio, ignorando la conciergerie, puntando direttamente verso gli ascensori.
Lì si fermarono un attimo e, quando la porta si aprì, spinsero delicatamente Aladdin all'interno della cabina.
Aladdin, che in vita sua mai era stato in un ascensore, si sentì molto strano quando la cabina cominciò a salire ma, ormai, erano tante le emozioni nuove, che si sentiva assuefatto.
Arrivati al piano richiesto la porte si aprirono e si diressero verso una porta poco distante.
Il Gurkha bussò secondo un codice, pochi istanti dopo la porta si aprì e Aladdin si trovo dinanzi un signore mingherlino in giacca e cravatta sulla sessantina, di carnagione scura, che lo salutò con un inchino.
- Benvenuto signor Aladdin.- gli disse in hindi - Io mi chiamo Paul e sono qui per servirla.-
Aladdin entrò nella lussuosa suite mentre la sua scorta rimase fuori dalla porta, che fu subito chiusa.
- Prego, mi passi la sua borsa, che la custodirò nella cassaforte.-
Aladdin, solo allora, si accorse che teneva stretto la borsa con il suo unico avere: la lampada di latta. In ogni caso la consegnò a Paul che sembrava avere le migliori intenzioni.
Paul si scusò e uscì dall'ambiente per riporre la borsa.
Aladdin guardò il resto degli occupanti: erano tre donne ed un uomo.
Le tre donne vestivano camici bianchi, mentre l'uomo che se ne stava in disparte, aveva la corporatura robusta e vestiva giacca e cravatta.
Al suo ingresso anche loro avevano salutato Aladdin con un inchino.
Nel frattempo Paul era ritornato.
- La prego venga da questa parte.- disse conducendo Aladdin verso un'enorme sala da bagno.
Le tre donne entrarono assieme.
Una di queste tolse delicatamente l'accappatoio di Aladdin e gli indicò di sedersi in una sedia con i braccioli.
Un'altra donna si sedette accanto e prese da un armadietto al suo fianco del cotone e disinfettante, con il quale strofinò il braccio sinistro di Aladdin.
Aladdin capì che gli avrebbe prelevato del sangue. Questo gli era già capitato un paio di volte, quando qualche ONG mandava i suoi rappresentati nella discarica dove viveva.
Dopo avergli controllato la pressione e prelevato il sangue che fu messo in varie provette, Paul disse:
- Adesso la lasceremo con miss Mary che si occuperà della sua igiene. Miss Mary non parla hindi, per cui non esiti a chiamarmi se ha bisogno di qualunque cosa.-
Uscirono lo lasciarono solo con miss Mary, che era quella che gli aveva tolto l'accappatoio.
Lei aprì i rubinetti della doccia, controllò la temperatura poi avvicinatosi a Aladdin lo spogliò delicatamente e si tolse il camice sotto il quale aveva un due pezzi abbastanza pudico.
Condusse Aladdin sotto la doccia, lo fece sedere su uno sgabello di plastica, e cominciò a lavarlo coscienziosamente.
L'iniziale vergogna di Aladdin di trovarsi nudo davanti a una piacente donna quarantenne, cominciò a tramutarsi in piacere.
Mai aveva sperimentato una doccia con acqua riscaldata, e a questo si aggiungeva il piacevole massaggio di queste dita di fata nei capelli e la spugna insaponata.
Aladdin chiuse gli occhi e si lasciò portare dalle piacevoli sensazioni.
La vergogna ritornò quando miss Mary cominciò a lavare il suo pene scrupolosamente.
Aladdin sperimentò una forte erezione che miss Mary finse di ignorare, in realtà lei si era sorpresa di quanto fosse dotato un ragazzo tanto esile.
Terminata la doccia miss Mary lo asciugò e poi lo fece sedere e rasò a zero barba e capelli con un apparecchio, finalizzando con un rasoio.
Dopodiché rasò a zero anche il suo pelo pubico. Il delicato maneggio della sua zona erogena gli fece tornare prepotente l'erezione, ma ancora una volta lei parve ignorare il fatto.
Una volta terminato, lo fece sdraiare su un lettino e gli massaggiò e frizionò con oli balsamici tutto il corpo.
Aladdin si sentiva un altro uomo e la sua erezione non accennava a diminuire.
Miss Mary lo vestì con un accappatoio candido e chiamò Paul.
- Ah, signor Aladdin, spero che si senta meglio. Mi sono preso la libertà di chiedere un pranzo per lei. Prego si sieda al tavolo.
Il pranzo era abbastanza semplice e le porzioni non esagerate: riso e filetto si pollo, accompagnato con spinaci cotti, frutta e tè, ma per la fame di Aladdin era qualcosa meraviglioso.
- Chiedo scusa se le porzioni non sono tanto abbondanti, ma la dottoressa Resnick ha consigliato di non esagerare.- disse Paul.
Rapidamente Aladdin divorò il pranzo.
Terminato il pranzo Paul chiese di seguire miss Mary in bagno.
Lì miss lei gli spazzolò i denti gli fece fare gargarismi con un collutorio,
dopo di che fu la volta terza donna che presto Aladdin scoprì che si trattava della dottoressa Resnick.
La dottoressa fece una visita medica scrupolosa ad Aladdin.
Più di un'ora dopo, quando tornarono nel salotto c'erano altre due persone che aspettavano.
La prima era un fotografo che fece fotografie tipo tessera di Aladdin.
La seconda doveva essere un avvocato, o qualcosa del genere che, poiché Aladdin era analfabeta, gli fece apporre delle impronte digitali a molti documenti.
Dopo questo fu servita ad Aladdin una frugale cena.
Finita la cena miss Mary accompagnò Aladdin in bagno dove si occupò dell'igiene orale di Aladdin.
Quando tornò in sala Paul disse:
- Lo so che un po' presto, ma le consiglio di andare a dormire. Se è d'accordo miss Mary l'accompagnerà nel suo appartamento.
Aladdin accompagnò miss Mary una vasta camera da letto sovrastata da un letto a baldacchino immenso.
Le tolse l'accappatoio e gli mise un pigiama in cotone leggero.
Miss Mary gli mostrò un pulsante al lato del letto indicando, a gesti, che se avesse avuto bisogno poteva chiamare.
Aladdin si sdraiò sul letto che era morbidissimo. La temperatura era fresca, grazie l'aria condizionata e, soprattutto, per la prima volta da molto tempo, non sentiva i crampi per la fame. Estenuato dalle novità si addormentò subito.
Fu svegliato la mattina dopo, alle otto, da miss Mary, che aveva scostato le tende della stanza.
Lo condusse in bagno e ripeté la doccia e il massaggio come il giorno anteriore, dopodiché lo vestì con un accappatoio.
Quando tornarono in sala, Aladdin scorse l'uomo di corporatura robusta sempre in disparte, come il giorno prima, ma quello che gli chiamò più l'attenzione fu un'abbondante colazione posta sul tavolo dove aveva pranzato e cenato anteriormente.
Quando si sedette miss Mary gli passò varie pillole da prendere prima di mangiare.
Miss Mary fece colazione assieme a lui, ciò che gli fece molto piacere.
Terminata la colazione miss Mary lo condusse in bagno e questa gli indicò di spazzolarsi da solo i denti.
Tornati in sala miss Mary riuscì a comunicargli che dovevano aspettare Paul che sarebbe arrivato più tardi.
Miss Mary accese un enorme televisore che si trovava in sala e spiegò ad Aladdin come funzionava il telecomando.
Aladdin aveva avuto occasione di vedere la televisione attraverso le finestre di case altrui, ma non aveva mai avuto in mano un telecomando.
Dopo aver girato qualche canale si soffermò su un canale di varietà in hindi, ma dopo un po' tornò su un canale di notizie in inglese, che seguì con attenzione tentando cogliere qualche significato.
Paul arrivò verso le undici del mattino.
Dopo aver salutato chiese a miss Mary e l'altro di lasciarli soli che doveva parlare ad Aladdin.
- Signor Aladdin Wiley di diciotto anni.- esordì - Adesso lei ha nome e cognome e presto, oggi stesso, avrà documenti.-
- Tra gli esami che le abbiamo fatto ieri c'era l'esame di DNA che ha dimostrato che lei è il legittimo figlio del signor Gere Alfred Wiley.-
Davanti all'espressione basita di Aladdin, Paul continuò:
- Il signor Gere Alfred Wiley è deceduto l'anno scorso ed adesso lei è il suo erede universale e mi creda Gere Alfred Wiley era ricco, molto ricco.-
- Le dirò di più, anche se questo non è noto alla grande stampa, probabilmente era l'uomo più ricco del mondo.-
- Abbiamo setacciato per mesi tutto il nord dell'India, ma finalmente l'abbiamo trovata.-
- Entro stasera le faremo avere un passaporto e partiremo subito per il Liechtenstein, dove si trova la nuova casa.-
Aladdin ascoltava, non credendo alle sue orecchie.
- Il mio compito è condurla per questa nuova strada, insegnarle a leggere e scrivere in inglese e tedesco, scienze e matematica e introdurla alla cultura che per lei sarà nuova.-
Paul cominciò subito a insegnare ad Aladdin, già durante il pranzo, i fondamenti dell'inglese, e proseguirono così tutto il pomeriggio, mentre aspettavano il passaporto di Aladdin.
Tanto Aladdin come Paul si sorpresero della velocità con la quale Aladdin riusciva ad imparare la nuova lingua.
L'avvocato portò i documenti verso le sei di sera.
Paul controllò le carte ed annunciò ad Aladdin che sarebbero partiti subito.
Miss Mary vestì Aladdin in maniera più convenzionale con mutante, calze, pantaloni, camicia, giacca e scarpe, dopodiché lo ammirò con un sorriso soddisfatto: non pareva più un animale spaventato, ma stava già diventando un bel ragazzo, in certo modo affascinante.
Prima di lasciare la suite Paul consegnò ad Aladdin il passaporto provvisorio del Liechtenstein e la borsa blu con la lampada.
Partirono, nella stessa SUV del giorno prima, in direzione dell'aeroporto alla guida lo stesso autista che lo aveva prelevato dalla discarica, a suo fianco l'uomo di corporatura robusta che aveva sempre presidiato la suite dell'hotel, dietro sedevano al centro Aladdin con a fianco Paul e miss Mary.
Non c'era, invece, più traccia del Gurkha e gli altri di tuta mimetica.
Arrivati all'aeroporto li stava attendendo un incaricato che condusse Aladdin, Paul e miss Mary direttamente verso una sala VIP.
Nella sala si trovava già la dottoressa Resnick, la quale quasi non riconobbe Aladdin e rimase ancora più sorpresa quando lui la salutò in inglese.
I funzionari vennero a controllare i passaporti e, dopo poco più di una mezz'ora, un incaricato li scortò verso una vettura che li condusse fino alla scaletta di un Bombardier Global 8000, che li stava aspettando.
I membri dell'equipaggio, tre tra comandante e piloti e due hostess, salutarono i quattro passeggeri che vennero condotti ai comodissimi posti.
Ormai Aladdin non si stupiva più di niente e trovò il volo, senza scali, Mumbai - Liechtenstein molto piacevole e rilassante.
Paul gli spiegò che sarebbero atterrati direttamente nella pista privata della proprietà Wiley, dove vi erano di stanza funzionari della dogana del Liechtenstein.
Arrivarono che era ancora notte. Una volta atterrato l'aereo fece il taxi fino all'hangar, fermandosi a fianco di un aereo uguale e due grossi elicotteri e, subito dopo, salirono sull'aereo due funzionari che controllarono i passaporti degli occupanti.
Alla scaletta dell'aereo un uomo salutò Aladdin, in inglese, con deferenza.
Presero un ascensore e scesero nel sotterraneo.
Lì vi erano delle automobili con autisti che aspettavano la compagnia.
Aladdin entrò in un'auto assieme a Paul e miss Mary. Quando partì Aladdin trovò strano il rumore della macchina. Notata la sorpresa di Aladdin l'autista lo informò, in inglese, che la vettura era elettrica.
Dopo un breve tragitto, tutto sotterraneo, che trascorsero in silenzio, arrivarono in un garage, dove si trovavano altre automobili.
L'autista si accomiatò e ripartì, gli altri presero subito l'ascensore e salirono al secondo piano.
Attraversarono un gran salone, con le pareti tappezzate di libri, poi entrarono in corridoio.
Aladdin si stupì che le porte erano a scorrimento e si aprivano toccando un bottone vicino all'uscio.
Arrivato al corridoio Paul disse:
- Chiedo scusa per il fatto che non le ho ancora dato informazioni. Questo edificio è la sua nuova casa, dove abiterete solo lei e miss Mary: il personale di servizio non rimane permanentemente qui, ma viene secondo i loro turni. I vostri appartamenti si trovano qui, nel secondo piano.-
- In questo corridoio si trovano gli appartamenti suoi e di miss Mary, che sarà, a tutti gli effetti, la sua governante personale.
- A destra si trova il suo studio.- disse schiacciando un bottone che fece aprire la porta a scorrimento.- Noterà che sopra le porte vi è una luce: se è verde la porta si aprirà solo con il pulsante, se è rossa occorre che si sblocchi coll'impronta digitale di una persona autorizzata.-
- Ecco qui dove si deve mettere il dito.- disse indicando un blocchetto vicino al pulsante.
- Più tardi andremo dal col. Selyaev, il capo della sicurezza, a registrare le tue impronte.-
Entrarono nell'ambiente, Paul accese la luce rilevando un'ampia scrivania con sedia da boss, un piccolo tavolo di riunioni rotondo, qualche sedia e degli armadi e scaffali.
Uscirono e Paul spense la luce.
- Qui a sinistra si trova la suite di miss Mary.- Proseguì Paul.
- Sempre a sinistra, qui avanti c'è la sua sala da bagno, che vedremo di seguito.-
- Infine, qui avanti, in fondo al corridoio, c'è il suo appartamento.- disse, premendo il bottone per aprire la porta.
L'appartamento era diviso in due ambienti un closet e una stanza da letto.
- Qui c'è un'altra entrata per la sala da bagno.- Disse indicando una porta a sinistra a fianco del closet.
Nella stanza da letto vi era un letto king size e, nella parete davanti, una televisione enorme, una porta a vetro verso l'esterno indicava che vi era un balcone.
Nella parete che dava verso il closet vi era un armadio con una piccola scrivania ad incastro.
Paul aprì un'anta dell'armadio dove si trovava una cassaforte. La aprì usando la propria digitale e disse ad Aladdin:
- Può riporre qui la sua borsa e il passaporto. Quando saremo dal col. Selyaev registreremo la sua digitale per l'apertura e chiusura di questa cassaforte.-
Aladdin ripose la borsa blu, che teneva ancora in mano, ed il passaporto nella cassaforte che subito fu richiusa.
Dopo di questo Paul li condusse alla sala da bagno.
Era molto ampia, con al centro un lettino da massaggio.
Lungo le pareti di fondo e destro vi erano un ampio box doccia e una vasca di idromassaggio.
Contiguo al box doccia, sul lato sinistro vi era una scaletta verticale, di circa un metro, che saliva verso una piscina.
- Lì c'è una vasca da 25 metri di lunghezza, per allenamento.- spiegò Paul.- Immagino che dottoressa Resnick le ha prescriverà del nuoto, come esercizio.-
- Dunque, io vi lascio qui. Adesso sono le cinque, ci vediamo alle otto dopo colazione. A più tardi.- detto questo se ne andò.
A gesti e a parole miss Mary comunicò ad Aladdin che si sarebbe occupata del bagno mattutino.
Lungo la parete erano appesi accappatoi e asciugamani candidi e puliti.
Miss Mary spogliò Aladdin, riponendo i vestiti in una cesta, ancora vuota, di roba sporca.
Poi, a sua volta, si spogliò, rimanendo in mutandine e reggiseno.
Aladdin a gesti chiese se non volesse spogliarsi totalmente anche lei, già pensando che avrebbe ricevuto una reprimenda.
Invece, dopo averci pensato un attimo, miss Mary si tolse il resto, rimanendo completamente nuda.
Miss Mary era rotondetta, senza essere grassa, e aveva il pube coperto da un fitto vello castagno. I seni erano pieni, leggermente penduli, con piccole aureole brune.
L'erezione di Aladdin venne immediata e, come al solito, miss Mary parve ignorare questo.
Condusse Aladdin al box doccia e lo lavò scrupolosamente.
Tutte le volte che il corpo di miss Mary sfiorava quello di Aladdin questi sentiva come una scarica elettrica.
Terminata la doccia miss Mary asciugò Aladdin e si asciugò e lo condusse nel lettino e lo massaggiò dalla testa ai piedi, frizionandolo con oli balsamici.
Per Aladdin fu una tortura quando miss Mary gli frizionò il pene, con un movimento simile ad una masturbazione, causandogli quasi un orgasmo.
Dopo ciò, miss Mary gli fece una dimostrazione pratica di come usare il bidè, il che permise ad Aladdin di vedere chiaramente la vulva e l'ano della donna.
Finalmente si misero gli accappatoi e miss Mary condusse Aladdin nella cucina al primo piano dell'edificio, attraverso una scala a chiocciola di servizio, che partiva dalla biblioteca.
In cucina stavano attendendo una cameriera e due cuoche che, rapidamente, servirono loro la colazione.
Finita la colazione Aladdin e miss Mary salirono.
Miss Mary si ritirò nella sua suite e Aladdin visitò la biblioteca, sfogliò qualche libro di cui non capiva niente e si promise che presto sarebbe stato in grado di capirli.
Fu così che lo trovò Paul.
- Ti insegnerò a leggere puoi esserne certo. Cominceremo domani, perché oggi c'è molto da fare. Su, adesso devi vestirti.-
Aladdin notò con soddisfazione che aveva cominciato a dargli del tu.
Lo condusse nella stanza da letto e premette un bottone vicino al comodino.
In pochi istanti apparve miss Mary. Paul le disse di provvedere a vestire Aladdin, che lui lo avrebbe atteso in biblioteca.
Miss Mary condusse Aladdin nel closet e rapidamente gli tolse l'accappatoio e lo vestì con mutande, calze, pantaloni, giacca e scarpe.
Paul e Aladdin presero l'ascensore e scesero nel garage nel sottosuolo.
Lì c'era ad aspettarli una persona con un'auto elettrica.
Paul lo presentò:
- Questo è Joseph. È il tuo segretario esecutivo. Lui parla inglese, tedesco e francese, però non hindi, per cui, per il momento io farò il ponte fra voi.-
- Adesso andremo a conoscere il posto, che noi chiamiamo di Wileyburg, e, credo, ti sorprenderai dalla quantità di cose che ci sono qui.-
- Cominciamo ad andare a trovare il col. Selyaev, che ci sta aspettando.-
Joseph si mise a guidare l'automobile, lungo una strada sotterranea.
- Aladdin noterai che la maggioranza delle vie qui sono sotterranee, per cui i veicoli di servizio sono tutti elettrici.- disse Paul.
Arrivarono in altro parcheggio sotterraneo. Lasciata la macchina presero un ascensore e, cosa che stupì Aladdin, la cabina scese invece di salire.
Usciti dall'ascensore percorsero un breve corridoio e si fermarono davanti una porta blindata. S'illuminò un monitor a fianco della porta e Joseph ci appose la mano.
Dopo qualche istante la porta si aprì a scorrimento. Si trovarono davanti un'altra porta, mentre la prima si chiudeva. Una volta chiusa si aprì la seconda porta.
Si trovarono in ambiente spoglio con solo un divano e una scrivania dove si trovava una ragazza che si alzò per riceverli.
- Buon giorno signori, si accomodino. Il colonnello arriverà subito.-
Non fecero a tempo a sedere che si aprì una porta a scorrimento ed entrò un uomo calvo, di statura media, piuttosto magro, che però dava impressione di aver una gran forza. Vestiva la stessa tuta mimetica del Gurkha e compagni, che avevano prelevato Aladdin, due giorni prima.
Salutò tutti con una poderosa stretta di mano.
Quando fu la volta di Aladdin inchinò la testa e disse:
- Signor Aladdin, è un grande piacere averla qui nei miei uffici.-
- Venite con me, che registriamo i dati biometrici del signor Aladdin.-
Aladdin e Paul seguirono il colonello, mentre Joseph rimase nella sala d'aspetto.
- Se si trattasse del registro di un funzionario qualunque o di un outsourcing, lo avremmo potuto fare nell'ufficio decentrato nel Business Mall, ma, poiché il suo profilo ha i poteri più ampi possibili, lo facciamo nella sede.- disse il col. Selyaev, mentre li conduceva a una sala piena di apparecchi elettronici, nel frattempo Paul traduceva, a beneficio di Aladdin.
Il col. Selyaev prese personalmente i dati biometrici di Aladdin, poi disse:
- Adesso devo autorizzare i poteri del signor Aladdin. Paul, come membro del Board, dovrebbe autorizzare con me, perché a questo livello non posso farlo da solo.- disse il colonnello.
Una volta fatto il procedimento, il col. Selyaev disse:
- Signor Aladdin, ora lei ha accesso totale a tutti i siti controllati, tanto qui a Wileyburg, come a Villa Fiorita, ed altri posti dell'Holding Wiley.-
Paul continuava a tradurre in hindi per Aladdin.
- Ma farò vedere al signor Aladdin le piante di Wileyburg.-
Andarono in un'altra sala dove faceva mostra di sé un plastico in tre dimensioni lungo circa quattro metri.
- Ecco: Wileyburg è fondamentalmente una valle che si estende da ovest ad est, lunga circa sei chilometri e con una larghezza che va da 800 metri a quasi 2 chilometri qui, dove c'è la montagna.-
- Lungo il suo lato ovest, dove fa confine con la strada pubblica, vi sono, da sud a nord: il condominio, dove abitano le famiglie di funzionari, il supermercato ed alcuni negozi, una stazione di rifornimento, l'hotel, il silos del parcheggio centrale, l'entrata carrabile controllata, che dà all'interno di Wileyburg e il Business Mall.- indicava il colonnello sul plastico, con l'aiuto di una bacchetta telescopica.
- Come si può vedere, vi é una grande estensione sotterranea delle varie aree.- disse, indicando delle sezioni trasparenti nel plastico.
- A partire il silos, verso est e totalmente sotterraneo, vi sono le strutture del Museo dell'Automobile, che ha anche una pista di prove sotterranea, lunga più di otto chilometri, includendo due tratti rettilinei che corrono paralleli alla pista dell'aeroporto.
Questa pista è totalmente indipendente rispetto le altre strade di servizio che anche loro corrono sotterranee. Tra l'altro la pista di prova ha un sistema di ventilazione proprio, dato che, contrariamente dalle strade di servizio, è percorsa da veicoli di combustione interna.-
- Vi è, inoltre, una variante, ad aria aperta, della pista di prova, che percorre la valle, oltre la testata est della pista dell'aeroporto.-
- A circa un chilometro e mezzo, a ovest dalla strada pubblica, inizia la pista dell'aeroporto che ha una lunghezza di 2.500 metri.-
- A sud-ovest, dietro il condominio vi sono gli impianti sportivi, con pista di atletica, pista indoor, piscina olimpica al coperto, palazzetto polisportivo e alcuni campi di tennis. Questi impianti sono nella parte di accesso semi-controllato di Wileyburg.-
- A nord-ovest, a circa metà strada tra il Business Mall e la pista dell'aeroporto, vi è l'edificio dove lei abita.-
- Più a est della pista dell'aeroporto, sul lato sud della valle, vi è la montagna. Qui c'è in impianto di risalita sotterraneo, a cremagliera, che porta a delle piste da sci, una delle quali indoor, per sci estivo, ed anche ad un osservatorio astronomico.-
- Tutti i posti sono connessi da strade di servizio sotterranee.-
Aladdin, che ascoltava meravigliato la traduzione, fatta da Paul, della spiegazione del col. Selyaev, fece una domanda:
- E, Villa Fiorita?-
- Villa Fiorita è una villa che l'Holding Wiley possiede nel Principato di Monaco. Dopo Wileyburg è il più importante immobile dell'Holding.- rispose Paul.
- Sono sicuro che Aladdin starebbe ad ascoltarti ancora per molto,- aggiunse Paul,- ma temo che la dottoressa Resnick ci stia già aspettando.-
- Benissimo,- rispose il col. Selyaev - ma prima che andiate via, c'è ancora una cosa da fare. Seguitemi.-
Proseguirono lungo dei corridoi, fino una porta che il colonnello aprì apponendo la sua mano sullo schermo.
Nella sala c'erano delle cassette di sicurezza.
Il col. Selyaev ne indicò una e chiese ad Aladdin di aprirla con la sua impronta.
Dentro c'era solo una busta chiusa con un sigillo do ceralacca.
Aladdin chiese a Paul cosa doveva farne.
- Questa busta contiene delle istruzioni speciali che fanno parte del testamento del signor Gere Alfred Wiley. Custodiscila nella cassaforte della tua stanza, che ora solo tu puoi aprire, fino a quando sarai in grado di leggerle.- rispose Paul.
Si accomiatarono dal col. Selyaev, che li accompagnò fino all'ascensore.
Salirono fino al pianterreno del Business Mall e da lì raggiunsero l'infermeria, dove la dottoressa Resnick aveva uno studio.
La dottoressa visitò di nuovo Aladdin, gli prescrisse qualche medicina, per combattere la carenza alimentare e l'anemia, e soprattutto gli consigliò di fare per lo meno mezz'ora di nuoto al giorno, per irrobustire il fisico, dopodiché Aladdin passò in una sala contigua dove fu visitato da una dentista.
Finita la visita Paul disse:
- Adesso andremo a conoscere Museo dell'Automobile.-
Scesero di nuovo nel sottosuolo e arrivarono ad una grande officina, pulitissima, che aveva un mezzanino con vari uffici, tutti con ampie vetrate.
Vicino alla scaletta che portava al mezzanino c'era un signore che li aspettava.
Fecero le presentazioni e l'ingegner Alberti, che era il responsabile del museo, li condusse in una piccola sala di riunioni che si trovava nel mezzanino.
L'ingegner Alberti ara un signore di mezza età basso e tarchiato, abbastanza calvo. Indossava uno spolverino bianco, sotto il quale s'intravedeva giacca e cravatta.
- Questo museo è, modestia a parte, un gioiellino: abbiamo qui circa 450 automobili e 220 motociclette, tutte perfettamente restaurate e funzionanti.- disse l'ingegnere.
- Qui facciamo solo piccoli interventi, per le restaurazioni vere e proprie, abbiamo cinque nostre officine sparse per il mondo: una qui in Liechtenstein, vicina a Vaduz, una in Francia, vicino a Marsiglia, una in Germania ad Amburgo, una in Italia, presso Modena, ed una negli Stati Uniti a Detroit.-
- Abbiamo una pista di prova modulare con vari circuiti. Il principale è di 8.120 metri, totalmente indoor, ma che può estendersi a 12.050 metri, con una parte a cielo aperto.-
- Lei sa guidare, signor Aladdin?-
Quando la domanda fu tradotta da Paul, Aladdin negò veementemente.
- Allora la invito ad accompagnare un nostro pilota di prova sul circuito di 12 chilometri.-
Aladdin accettò volentieri.
L'ingegner Alberti fece una telefonata, dopodiché attesero qualche minuto chiacchierando, finché non si udì il rombo di un motore.
- Venite, scendiamo che è arrivata la macchina.-
Scesero e l'ingegnere gli presentò la vettura che era un meraviglioso spider rosso a due posti:
- Questa è una Ferrari 365 GTS del 1969, ha un motore V12 da 4400cc. Perfettamente restaurata, come nuova.-
Da come parlava e gli brillavano gli occhi, si vedeva la sua passione per i motori.
Aladdin si sedette a fianco del pilota, che partì e cominciò a guidare veloce, pur senza esagerare.
Fu molto gradevole e, ad Aladdin piacque soprattutto la parte esterna del circuito, volutamente sinuosa tra i boschi.
Fortunatamente aveva la giacca, poiché la cappotta era aperta e l'aria primaverile era pungente.
Quando finì il giro Aladdin ringraziò di cuore e si accomiatarono.
- É già passato mezzogiorno. Mangiamo qui all'hotel, che alle due abbiamo riunione straordinaria del Board.-
Sempre a piedi, i tre si recarono ad un ascensore. Aladdin capì che doveva essere privato, poiché fu sbloccato con la digitale di Paul.
Salirono fino al sesto ed ultimo piano dell'edificio. Arrivarono direttamente ad un salottino da pranzo con un solo tavolo da otto posti.
Aveva un'ampia vetrata che dava verso l'interno di Wileyburg, con una bellissima vista.
Contro il muro vi era il banco di un bar e dall'altra parte la porta per le toilettes.
C'era una cameriera che li stava aspettando e cosa che stupì di più Aladdin nel suo posto lo c'erano già le medicine che gli aveva prescritto dottoressa Resnick.
Quando andarono a lavarsi le mani la cameriera condusse Aladdin in un bagno personale, separato dalle altre due toilettes, "Lui" e "Lei".
Il pranzo, davvero squisito, veniva direttamente dalle cucine attraverso un montavivande, e veniva servito dalla cameriera.
Terminato il pranzo Aladdin volle provare il caffè espresso, che gli piacque molto.
Scesero nel primo sotterraneo del Business Mall e, questa volta solo Paul ed Aladdin, si recarono ad un altro ascensore, anche questo privato e salirono di nuovo al sesto piano.
Attraverso dei corridoi arrivarono ad una porta che, come tante altre, fu sbloccata questa volta dalle digitali di Aladdin.
La sala aveva un grande tavolo di riunioni in U con una ventina di posti ed una grande vetrata che questa volta dava sulla strada pubblica.
Erano in anticipo ed Aladdin rimase assorto a guardare la strada.
Ad un certo punto Paul distolse dai suoi pensieri.
- Vieni Aladdin, siediti, questo è il tuo posto.- Indicando il capotavola.
- Oggi io mi sederò al tuo fianco per tradurti la discussione, ma in realtà la mia sedia è quella là.- disse Paul indicando la seconda sedia nell'ala sinistra del tavolo.
- E spero di poter tornare, al più presto, al mio posto.- aggiunse.
Alle 14 in punto arrivarono tutti e si sedettero nei rispettivi posti.
Paul parlò per primo e presentò Aladdin, come presidente del Board, e invitò a tutti a presentarsi.
Uno ad uno i presenti si presentarono.
In seguito il direttore commerciale della holding iniziò una presentazione audiovisiva.
La vetrata si scurì e scese dal tetto un enorme televisore LED.
Nonostante la traduzione di Paul, Aladdin ebbe qualche difficoltà a capire le enormi cifre che venivano snocciolate dal direttore.
La riunione terminò, lasciando Aladdin piuttosto frastornato.
Tutti uscirono e rimasero nella sala solo Paul ed Aladdin.
- Lo so che è stato difficile, ma volevo che prendessi contatto con quello che ti aspetta.- disse Paul.
Scesero, e ad aspettarli c'era Joseph, che non era salito con loro perché non faceva parte del Board.
- Adesso porterei Aladdin all'ufficio dell'osservatorio e poi all'Hipersex.- disse Joseph.
- Va bene io vengo con voi all'ufficio dell'osservatorio, ma all'Hipersex ci andate voi due.- rispose Paul in inglese.
Aladdin non capì bene, ma fu d'accordo.
Andarono al primo piano del Business Mall, questa volta in un ascensore pubblico ed entrarono in un ufficio con le pareti coperte di poster di foto astronomiche.
Il direttore dell'osservatorio, dottor Santos, li ricevette e spiegò le attività svolte dal suo gruppo, tanto nell'osservatorio in cima al monte di Wileyburg, che in realtà non era molto potente, ma soprattutto a livello internazionale, attraverso accordi, finanziati dalla Holding Wiley, con altri osservatori astronomici.
Invitò, ovviamente, Aladdin a visitare l'osservatorio di Wileyburg, il quale accettò volentieri.
Fu una visita molto piacevole per Aladdin, che trovò l'argomento estremamente interessante.
Uscendo dagli uffici, Paul disse ad Aladdin:
- Adesso ti lascio con Joseph. Domani mattina ci vediamo alle otto e cominciamo a studiare seriamente. Divertitevi.-
Aladdin e Joseph si recarono agli uffici dell'Hipersex, che si trovavano nel secondo sottosuolo del Business Mall.
Appena entrato Aladdin capì dove si trovava.
Le pareti erano tappezzate da poster di donne in pose porno, molto spesso accompagnate da attori maschili.
Il direttore, Karl Boulkov, li ricevette nel suo ufficio, e presentò la sua società:
- L'Hipersex è la ditta dell'Holding Wiley specializzata in produzione di film per adulti. Abbiamo set di riprese, oltre che qua, in Germania, in Brasile, nella Repubblica Ceca, e in USA. Produciamo varie centinaia di film hard all'anno, dei più svariati generi.-
Senza la traduzione di Paul, Aladdin aveva difficoltà a cogliere il filo del discorso, capendo qualche parola qui e là.
Proprio in quel momento apparì sull'uscio dell'ufficio un angelo biondo.
I lineamenti erano perfetti, incorniciati da lunghi capelli color oro, e s'intuiva il corpo magro, coperto da un accappatoio.
Aladdin rimase ad ammirarla a bocca aperta.
La ragazza disse qualche cosa in russo al direttore, il quale rispose nella stessa lingua.
Dopo una fitta conversazione tra i due, durata mezzo minuto, Karl si rivolse ai visitanti e disse in inglese:
- Questa ragazza è un'attrice e si chiama Olga ed ha 19 anni. Questo pomeriggio ha fatto una ripresa assieme con tre nostri attori. È comunque pronta, se il signor Aladdin così lo desideri, per fare un'altra performance.-
- Se lo volete posso contattare la dottoressa Resnick, perché mi dia il nullaosta.- continuò il direttore.
Joseph un po' a gesti, un po' a parole, riuscì a comunicarsi con Aladdin, che fu più che d'accordo.
Condussero Aladdin ed Olga in un set di posa, con un grande letto al centro. Per evitare imbarazzi, li lasciarono soli, con una macchina da presa senza operatore. Il direttore garantì che il chip di memoria della macchina da presa sarebbe stato consegnato direttamente ad Aladdin, senza farne alcuna copia.
Olga si tolse l'accappatoio, rilevando il corpo magro e alto con una pelle bianchissima. I seni erano piccoli, quasi da ragazzo, con le aureole piccole e rosa, sulle quali contrastavano le punte grosse e rigide dei capezzoli.
L'inguine era totalmente depilato, le labbra della vagina erano rosa e sottili.
Olga si avvicinò a Aladdin e lo baciò mentre lo spogliava senza tanta delicatezza.
La lingua della ragazza entrò prepotentemente nella bocca di Aladdin e cominciò una danza frenetica assieme alla sua lingua.
Una volta che Aladdin fu spogliato lei sciolse il bacio e lo spinse violentemente sul letto. Lo squadrò, come un predatore guarda la preda che sa per ghermire, si avvicinò con le movenze da pantera e s'inginocchiò al bordo del letto.
Aladdin stava tremando dall'emozione e dal desiderio.
Olga prese, con la mano esperta, l'erezione di Aladdin, ci sputò sopra e cominciò a masturbarlo energicamente.
Aladdin non poté non compararlo con la soavità del massaggio che aveva ricevuto da miss Mary quel mattino.
Poi, senza alcun preavviso, Olga se lo ficcò tutto in gola.
Aladdin, preso alla sprovvista, fece un balzo, con l'effetto di introdurlo più a fondo, se questo fosse stato possibile.
In realtà, Olga aveva afferrato le natiche di Aladdin e stava mantenendo il suo naso fortemente schiacciato al suo pube.
Per qualche lungo secondo rimase così, deglutendo per massaggiare il glande di Aladdin.
Poi si staccò e cominciò a leccare l'asta, succhiare il glande, sputandoci di sovente.
Dopo qualche minuto Olga fece un balzo in avanti e, con le ginocchia a fianco di Aladdin, afferrò il suo pene, lo collimò con la sua vagina, e lo introdusse, lentamente, fino in fondo.
Olga assaporò la sensazione, poi cominciò a muoversi, prima lentamente, poi sempre più rapidamente.
Aladdin aveva l'impressione di aver la testa in un frullatore, da tante emozioni che sentiva, e stava quasi per godere, quando Olga saltò fuori dal letto e prese un flacone che si trovava sul comodino.
Ritornò nella stessa posizione di prima, spruzzò sul pene dell'olio contenuto nel flacone, dell'altro se lo spruzzò sulla mano e se lo spalmò tra le sue natiche.
Di nuovo prese in mano l'erezione di Aladdin, ma questa volta lo allineò col suo ano e, una volta entrata la punta, scese di colpo infilandoselo tutto il possibile.
La cavalcata fu violenta. Aladdin resistette pochi minuti, poi con un grido a lungo represso godette, eruttando una quantità considerevole di sperma nell'intestino di Olga.
Allora, con una trasformazione degna di dottor Jekyll e mister Hyde, Olga si sdraiò su Aladdin e cominciò a baciarlo teneramente, mentre i suoi capezzoli strofinavano il suo petto e il suo pene, lentamente, si ammosciava e usciva dal suo ano.

Tre anni dopo...

Alle cinque del mattino suonò la sveglia. Aladdin si alzò subito e passato in bagno, andò in piscina per fare la sua di nuotata quotidiana.
Dopo 45 minuti, la presenza di miss Mary, nuda, sul bordo della piscina gli indicò che era finito l'allenamento.
Uscì dalla piscina, nudo, già con un'erezione di tutto rispetto, provocata dalla visione della donna.
Era inutile, pur con tutte le donne che aveva posseduto negli ultimi tre anni, la sera prima era stata la millesima, per lui miss Mary era un concentrato d'erotismo e allo stesso tempo un tabù.
Un tabù perché in realtà non avevano mai fatto l'amore.
Si baciavano, Aladdin strofinava delicatamente l'erezione sul suo ventre, come stava facendo in quel momento ai bordi dalla piscina, ma mai aveva introdotto il suo membro nella sua vagina o intestino.
Non che lei non ci sarebbe stata, anzi, Aladdin vedeva il pelo pubico di lei grondare dall'eccitazione quando, durante il loro rito del massaggio di tutte le mattine, lei delicatamente le spalmava il balsamo sul su pene.
Qualcosa, però, lo impediva, in questi momenti, di piegarla sul lettino ed approfittare del membro in erezione e già unto, per sodomizzarla.
Era come se si trattasse di un incesto, per cui lui si limitava a trattenersi di eiaculare durante il massaggio e lei farsi un bidè dopo.
Come rituale, prima infilarsi gli accappatoi ed uscire dal bagno si scambiarono un bacio e un abbraccio.
In questi momenti miss Mary sentiva la differenza tra l'Aladdin di adesso con quel mingherlino che era stato riscattato dalla discarica di Mumbai.
Grazie all'alimentazione, alle cure ricostituenti prescritte dalla dottoressa Resnick e al nuoto, adesso aveva un fisico asciutto e muscoloso ed era cresciuto più di dieci centimetri in altezza.
La cosa strana era che, oltre al fisico, anche l'erezione, che già era notevole prima, era notevolmente aumentata, sia in lunghezza, ma soprattutto in circonferenza. Ormai pochi attori porno potevano competere con lui.
Scesero a fare colazione.
Durante il breakfast, Aladdin approfittò per verificare le notizie e per inviare a Joseph un messaggio vocale con il programma dettagliato per la giornata, affinché facesse le necessarie coordinazioni.
Terminata la colazione prese l'automobile ed andò verso la ferrovia a cremagliera.
Il sistema di autovetture elettriche a Wileyburg era tipo "car sharing", però lui faceva eccezione: aveva una Smart elettrica chiaramente identificata, che solo lui usava.
Arrivò alla stazione ferroviaria e, grazie a Joseph, l'incaricato lo stava già aspettando.
Prese l'attrezzatura da sci e salì sul vagone. La sua intenzione era approfittare dell'ultima neve primaverile della pista invernale.
Fece tre discese poi restituì l'attrezzatura e si recò, in macchina al museo dell'automobile. Quel giorno aveva intenzione di divertirsi un po' guidando una Maserati 3500 GT Spyder Vignale del 1962 ed una Norton Commando 850 Interstate del 1975.
Ormai conosceva ogni auto e moto del Museo e partecipava attivamente alla gestione dello stesso.
Arrivato al Museo fu salutato dall'ingegner Alberti e dal suo staff, che avevano preparato sia l'auto che la moto.
Si divertì molto a girare coi mezzi lungo il circuito da 12 chilometri.
Poco prima di mezzogiorno lasciò il Museo e si diresse verso l'hotel.
Quel giorno Paul aveva chiesto di poter pranzare assieme a lui.
Salì alla sala da pranzo al sesto piano, dove la cameriera stava già aspettando.
Arrivò prima di Paul e attese sorbendo un aperitivo analcolico.
Alle 12 in punto arrivò Paul.
Si salutarono e Paul chiese:
- Quali sono i tuoi programmi?-
- Allora, stasera, dopo cena, volo al Fliegenderteppich, poi domani mattina mi sposto a Villa Fiorita perché il pomeriggio devo andare a Marisiglia, all'università.-
- Qualche esame?-
- In realtà devo difendere la tesi di laurea in fisica.-
- Complimenti! Complimenti veramente! Mi ricordo ancora quando t'insegnavo l'abbecedario tre anni fa. È stupefacente!-
Di fatto, l'evoluzione di Aladdin era stata stupefacente: dopo una settimana che Paul aveva cominciato ad alfabetizzarlo in inglese, era già in grado di leggere e scrivere, in un mese aveva imparato il tedesco e cominciava ad avere buone nozioni di matematica, in estate era stato in grado di prestare l'esame di maturità ed essere approvato.
Oltre all'inglese e al tedesco aveva imparato il francese, lo spagnolo, l'italiano e il russo.
Aveva scoperto la sua capacità di lettura extra veloce e ne approfittava per leggere vari libri per settimana.
Ma aveva scoperto la sua vera passione in matematica: meno di due anni dopo la maturità era riuscito a laurearsi con lode e, in meno di tre aveva già il Master e pubblicato vari articoli su riviste internazionali.
- Grazie,- rispose Aladdin,- è tutto merito del maestro che ho avuto.-
- Sarebbe lusinghiero, se fosse vero.- commentò Paul.
- Ma, in realtà, oggi ti ho chiesto di pranzare con me perché volevo parlarti prima del Board.- aggiunse Paul.
- Già, oggi è giorno di Board.- rispose Aladdin, tanto per dire qualcosa.
- Allora, volevo comunicarti, prima che lo annunci nel Board, che io mi ritiro. Vado in pensione.-
Aladdin rimase di stucco, come se gli mancasse il pavimento sotto i piedi.
- Ma come, mi lasci qui da solo. Come farò senza di te?-
- Non scherzare Aladdin! Quelli del Board tu li maneggi col tuo dito mignolo e, quanto al tuo apprendimento, credo che l'ultima cosa che ti ho insegnato qualcosa è stato due anni fa.- Aladdin rimase impressionato dalla veemenza di Paul.
- La verità è che sono stanco.- continuò adesso più calmo - Ho sessantasette anni, voglio ritirarmi finché sto bene di salute.-
- Torno in India. Lì con i soldi della buonuscita farò vita da pascià, potrò parlare e sentirò parlare in hindi.-
- Senti un po': da quando non parliamo hindi noi due,- proseguì Paul - penso che sia da dopo due settimane che sei arrivato qui.-
Aladdin dovette assentire. Proprio su richiesta di Paul, avevano smesso di parlare hindi appena Aladdin aveva cominciato a imparare l'inglese.
- Comunque, è una decisione, non solo già presa, ma immediata. Ho voluto solo comunicartelo prima che la formalizzi oggi nel Board.-
- Ho già preparato la valigia e fatto il check-out dall'hotel. Terminato il Board chiederò un autista che mi porti all'aeroporto di Zurigo, da lì ho già prenotato un posto sul un aereo che parte stasera.- concluse Paul.
Non avendo una famiglia, Paul era tra i funzionari di Wileyburg che preferiva una suite all'hotel ad un appartamento nel condominio. Solo Aladdin e miss Mary abitavano nell'unica residenza situata nel territorio interno di Wileyburg.
- Rispetto la tua decisione.- rispose Aladdin.- Voglio solo che tu sappia che ti sono grato per tutto quello che hai fatto per me, e che sentirò la tua mancanza. Comunque non deve essere un giorno di tristezza, ma un giorno di commemorazione.-
- Cameriera! Per favore, ci porti una bottiglia di Krug Private Cuvée e due tazze.- disse Aladdin.
Mentre aspettavano, Aladdin chiamò Joseph e gli chiese di far preparare la Bentley Mulsanne con l'autista per accompagnare Paul a Zurigo.

Il resto del pranzo trascorse normalmente e non si toccò più l'argomento.
Arrivarono nella sala del Board alle 14 esatte, assieme agli altri partecipanti.
Quando fu la volta di parlare di Paul informò le sue dimissioni e il fatto monopolizzò il resto della riunione.
Alla fine della riunione si accomiatarono e Aladdin si recò direttamente alla Hipersex.
Quando arrivò Karl lo ricevette calorosamente, e ne aveva buone ragioni.
A Karl piaceva il suo lavoro, e piaceva farlo con qualità.
Purtroppo, la qualità ha un prezzo, e i bilanci dell'Hipersex erano sempre in passivo.
Ogni tanto, in passato, qualcuno del Board ventilava di chiuderla ma, da quando Aladdin ne era membro, Karl aveva un alleato di peso nel Board.
In realtà il voto di Aladdin valeva di più di quello di tutti gli altri assieme.
E non potevano neanche lamentarsi, poiché da quando Aladdin aveva avuto partecipazione effettiva, otto mesi circa dopo che era arrivato, gli attivi della Holding, e si parla di centinaia di miliardi di Euro, erano aumentati del 70%.
L'ultima volta che qualcheduno si era manifestato contro l'Hipersex, era stato sei mesi prima. Un nuovo membro, alla sua prima presenza, senza aver consultato i più anziani, aveva fatto una lunga presentazione, piena di grafici e statistiche, dimostrando che la chiusura dell'Hipersex avrebbe rappresentato un risparmio di più di 80 milioni di Euro annui.
Finita la presentazione vi fu un silenzio di tomba, poiché tutti gli altri sapevano cosa pensava il boss al riguardo.
- Prossimo.- fu la laconica risposta di Aladdin.
Il neofita ebbe l'infelice reazione di chiedere una posizione del presidente del Board, al che Aladdin rispose seccato:
- Senta. Lei ci fa perdere 35 minuti, cioè quasi il 30% del tempo massimo stipulato per la riunione, per un supposto risparmio di 80 milioni di Euro, e qui dobbiamo prendere decisioni che riguardano utili di decine di miliardi di Euro per la Holding. La mia risposta è che non prendiamo in considerazione la sua proposta, e punto!-
Il novizio non sapeva più dove nascondersi, e gli altri membri, pur sapendo in anticipo la posizione di Aladdin, non erano abituati a reazioni così secche.
Comunque fu messa in chiaro, se ve ne fosse stato bisogno, la posizione di Aladdin al riguardo, e Karl potè tirare un sospiro di sollievo, sapendo che la sua Hipersex non era minacciata.
Quel giorno Karl aveva proposto ad Aladdin, quale 1001ª donna, Ana, una mulatta cubana di 35 anni, abbastanza in carne, piena di curve ed un seno esagerato, però naturale.
Ad Aladdin piaceva variare, perciò fu contento che non fosse la solita ragazza dell'est Europa.
Quando Ana entrò nel set privato di Aladdin, lo trovò già seduto sul letto.
Come da copione, si presentò dicendo nome, età e provenienza.
Cominciò a fare uno strip-tease sensuale che Aladdin apprezzò molto.
Pur essendo di bassa statura la donna era un monumento di curve. La pelle aveva una tonalità marrone bellissima. I seni erano grossi e pesanti, le aureole, di colore marrone scuro, erano enormi.
Aveva i capelli ricci, corti e scuri che incorniciavano un bel viso, con la bocca grande e le labbra piene, che risaltavano anche grazie l'abile azione della truccatrice dell'équipe di Karl.
Quando lo terminò, Aladdin poté apprezzare la grossa vulva depilata, col clitoride molto prominente e l'ampio sedere, che era un invito alla sodomia. Il suo membro era già in piena erezione.
Si alzò, raggiunse la mulatta e cominciò a baciarla in bocca, mentre le accarezzava e strizzava i seni.
Durante vari minuti le lingue s'intrecciarono. Aladdin accarezzò la vagina e la sentì bagnata.
Aladdin sciolse il bacio e fece segno ad Ana d'inginocchiarsi.
Ana cominciò a leccare l'asta e a succhiare la cappella.
Aladdin capì che il sesso orale non era la sua specialità e che poteva scordarsi la gola profonda.
Pazienza, ormai, con le dimensioni che aveva la sua erezione, pochissime erano in grado di farla con lui.
Invece lo stuzzicava molto il suo sedere, un vero monumento: oggi si sarebbe saziato con la sodomia.
La fece alzare e sdraiare sul letto.
Si sdraiò su i lei e introdusse il suo membro nella vulva, cominciando a possederla alla missionaria.
La vagina di Ana era molto larga, più da fisting che da sesso normale, comunque, grazie al grosso calibro del pene di Aladdin, la frizione era più che soddisfacente.
Aladdin approfittò della posizione per riprendere a baciarla in bocca, nel collo e nei lobi degli orecchi.
Ad un certo punto Ana si irrigidì, e Aladdin sentì che stava schizzando.
Ritrasse il pene e, raggiunta con la bocca la grossa vulva, cominciò a lapparla per assaporare i succhi della donna.
Fu ripagato da un secondo schizzo di orgasmo, che lui sorbì come se fosse nettare.
Quando l'orgasmo si placò, Aladdin andò a baciarla in bocca, per condividere con lei il sapore del proprio piacere.
Dopo aver sciolto il lungo bacio, la mise alla pecorina e riprese a chiavarla con foga nella vulva. In pochi minuti Ana raggiunse il terzo orgasmo.
Come prima, Aladdin andò a sorbire gli umori, poi approfittando della posizione separò con le mani le natiche e si mise ad ammirare l'ano, la mira delle sue brame: era di color bruno scuro, raggrinzito e leggermente aperto.
Era certamente parecchio rodato, proprio come piaceva ad Aladdin.
Cominciò a leccarlo, e l'ano cominciò ad ammiccare.
Lubrificò le dita con gli umori della vagina e introdusse prima uno poi due e successivamente tre dita nell'ano. Entrarono magnificamente.
Tolse le dita e approfittò della apertura per leccare l'interno dell'ano, spingendo il più possibile la lingua all'interno del retto e nel frattempo masturbava furiosamente il clitoride.
Era troppo bello, sarebbe rimasto così non so quanto tempo, però uno schizzo nella mano gli indicò che la donna aveva raggiunto il quarto orgasmo.
Così ritirò la bocca dal suo playground si mise a lappare gli umori dalla vulva.
Ormai era ora di fare sul serio. Lubrificò il pene con gli umori della vagina, appoggiò la glande sull'ano e cominciò a spingere, lentamente ma inesorabilmente.
Quando fu tutto dentro aspettò qualche istante affinché lei si abituasse, poi cominciò a chiavarla, prima lentamente, poi sempre più rapidamente.
Era deciso a godere, cosicché cominciò a prenderla velocemente, ritirando quasi totalmente il membro per poi rificcarlo con tutta la forza.
Ogni tanto lo ritirava tutto, per ammirare il buco aperto, ci sputava dentro, e poi riprendeva.
Ana si masturbava violentemente, senza però riuscire a raggiungere l'orgasmo.
Dopo qualche minuto in questo ritmo, Aladdin raggiunse l'orgasmo.
Lanciando un urlo, ficcò il più possibile il membro ed eruttò lo sperma nell'intestino della donna, dopodiché cadde sul fianco nel letto, trascinando Ana.
Rimase così alcuni minuti, baciando delicatamente la nuca sudata della donna, finché il pene, ammosciato, uscì dall'intestino, assieme a parecchio sperma.
Non vi fu bisogno che Aladdin facesse nessun gesto, fu Ana che prese l'iniziativa di staccarsi dall'abbraccio, s'inginocchiò tra le gambe di lui, prese delicatamente in bocca il pene e cominciò un lento pompino.
Non ci volle molto affinché il membro riprendesse il rigore.
Aladdin mise la donna supina e riprese la posizione a missionario, solo che, questa volta infilò il pene nell'ano di Ana.
Ricominciò a sodomizzarla, questa volta meno violentemente, baciandogli la bocca e il collo.
Proseguì così un buon quarto d'ora, fino a che Aladdin non raggiunse un nuovo orgasmo.
Quando alla fine il pene moscio usci dall'intestino di Ana, Aladdin le diede un ultimo bacio, si alzò, la salutò con la mano e uscì dalla porta che dava in una stanzetta privata a fianco del set.
Entrato, per prima cosa, interruppe la registrazione delle otto telecamere stazionarie del set e avvisò lo staff di Karl che avevano finito.
Per le ragazze l'amplesso con Aladdin era, a tutti gli effetti, una scena pornografica, per la quale veniva stilato un regolare contratto, nel quale erano specificate, nei dettagli, le prestazioni richieste.
Questo contratto era particolarmente gradito dalle attrici, poiché il compenso era di molto superiore a quello normalmente pagato dalla Hipersex, che già aveva fama di pagare valori superiori a quelli delle altre produttrici.
In questo caso, però, il filmato delle telecamere era registrato direttamente in un server privato, a cui solo Aladdin aveva accesso.
La prestazione, in ogni caso, non finiva con la scena di sesso, infatti, mentre
Aladdin prendeva la doccia e dopo, normalmente, approfittava della sua stanzetta privata per leggere un libro, le attrici avevano circa un'ora per lavarsi, farsi truccare e vestire elegantemente, per poi presentarsi nella sala da pranzo al sesto piano dell'hotel per cenare con lui.
Una quindicina di minuti prima dell'ora prevista, Aladdin si vestì e salì al sesto piano ad aspettare Ana.
Lei si presentò in un elegantissimo vestito lungo, color pastello, che contrastava con la tonalità scura della pelle, con una profonda scollatura, dove la facevano da padroni i seni, sorretti da un molto discreto reggiseno a mezza coppa a balconcino aperto.
I tacchi alti le slanciavano la figura e un lungo spacco della gonna sul lato sinistro rendeva ancora più sexy il figurino.
Il make up era invisibile, tranne il rossetto che risaltava le sue labbra turgide.
Aladdin non poté che congratularsi mentalmente con l'équipe di Karl.
Lui si alzò dal tavolo le baciò la mano, la salutò in spagnolo e le scostò la sedia per farla sedere.
Fece un accenno discreto alla cameriera che venne rapidamente con una bottiglia di Dom Pérignon in un secchiello di ghiaccio.
La cameriera stappò la bottiglia e servì le due flutes.
Aladdin e Ana fecero cincin e cominciarono a chiaccherare.
Lo spagnolo di Aladdin era fluente e ciò la stupì.
In realtà lo spagnolo era una delle lingue che Aladdin aveva studiato e conosceva perfettamente però, per poter chiacchierare durante le cene, aveva nozioni di varie lingue, soprattutto dei paesi dell'est.
La cena fu a base di aragosta e frutti di mare, un menù che era stato preventivamente approvato da Ana, che non aveva particolari allergie.
La bottiglia di champagne finì presto, soprattutto grazie ad Ana, giacché Aladdin beveva molto parsimoniosamente, e lui ne chiese un'altra.
La donna era diventata parecchio allegra, senza diventare sconveniente, cosa che Aladdin odiava.
Terminato il dessert Aladdin si scusò e disse che doveva partire, si alzarono, lui le baciò la mano e, in una caduta di stile, che lui perdonò subito mentalmente, Ana si portò via la seconda bottiglia, piena a metà.
Aladdin andò in bagno dove si rinfrescò e spazzolò i denti, poi scese con l'ascensore privato, mentre avvisava a Joseph che si sarebbe recato direttamente in aeroporto.
Quando viaggiava venivano sempre con lui miss Mary e la dottoressa Resnick, le quali, infatti, erano già ad aspettarlo in aeroporto.
Salirono su un elicottero AgustaWestland AW101, che era già pronto per la partenza.
Aladdin trascorse le circa due ore di volo leggendo un libro nel tablet.
Il Fliegenderteppich, che era la loro meta, si trovava in quel momento al largo di Nizza.
Era uno yacht molto particolare, che era stato varato da meno di un anno, secondo specifiche che aveva preparato Aladdin, e che lo avevano fatto costare più di una nave da crociera.
Era un trialbero a vela, di 140 metri di lunghezza, con possibilità di atterraggio e decollo di elicotteri di grossa taglia. I motori ausiliari erano elettrici, le vele e buona parte delle strutture erano ricoperte di cellule solari, con immagazzinamento d'energia sia con batterie d'alta performance, sia con un sistema di cellule combustibili ad idrogeno.
Per questo, la necessità di far partire il generatore d'emergenza a Diesel era remota.
L'atterraggio dell'elicottero era automatico, assistito da computer che si coordinavano, sia a bordo della nave, sia sull'elicottero, il che rendeva l'operazione estremamente semplice.
Il mattino dopo Aladdin si alzò, come al solito, alle cinque ed andò a farsi la sua nuotata in mare.
Quando risalì sulla nave c'era miss Mary che lo stava aspettando come al solito.
Quel giorno, come gli succedeva di sovente, mentre miss Mary lo stava massaggiando sul lettino Aladdin dovette trattenersi per non saltarle addosso e sodomizzarla, lì su due piedi.
Comunque, resistette alla tentazione.
Verso le dieci del mattino salirono sull'elicottero, per recarsi a Villa Fiorita, un volo di meno di mezz'ora.
Aladdin pranzò presto, lì stesso in Villa Fiorita, con la dottoressa Resnick, miss Mary e il Gurkha.
Gurkha in realtà non era il suo nome, ma Aladdin lo chiamava così affettuosamente. Era il capo della sicurezza di Villa Fiorita, direttamente sotto gli ordini del col. Selyaev, e per Aladdin si sarebbe letteralmente tagliato una mano.
Subito dopo pranzo Aladdin si preparò per andare a Marsiglia.
Conosceva una strada secondaria, poco trafficata, molto sinuosa e piacevole, perfetta per farla in motocicletta.
Stava per scegliere, tra le moto a disposizione, una MV Agusta Brutale 1000, quando una voce interna gli disse di optare invece per un'automobile.
Girando per il garage il suo occhio cadde su una Lamborghini Aventador LP750-4 Superveloce Roadster, che sentì che doveva scegliere.
Partì in direzione a Marsiglia.
Si divertì parecchio lungo la strada sinuosa che aveva scelto e, arrivato a Marsiglia verso le due e mezza, lasciò la Lamborghini in un'autorimessa vicino all'università, dove aveva già un parcheggio fisso.
La difesa della tesi era prevista in una aula magna dell'università.
Quando Aladdin entrò nell'aula questa era già piena. I suoi esami orali erano già considerati delle vere e proprie lezioni, figuriamoci una difesa di tesi.
Aladdin salutò i presenti e vide tra il pubblico anche dottor Santos, che era venuto in aereo apposta per assistere la tesi.
La tesi riguardava la termodinamica dei buchi neri, ed Aladdin aveva avuto occasione di discuterla con il dott. Santos.
Alla fine della presentazione, che durò un'ora e mezza, la platea applaudì calorosamente. Vi furono le dichiarazioni della banca esaminatrice, tutte positive, ed una lunga sezione di domande.
Terminata la sezione, verso le sei, Aladdin riprese la strada di ritorno con la Lamborghini.
Alle sette di sera Aladdin stava percorrendo il tratto più sinuoso e solitario della strada, quando vide, allo specchio retrovisore, una auto rossa che sopraggiungeva rapidamente, qualche curva più indietro.
A quell'ora è ancora chiaro nelle giornate della primavera francese, per cui Aladdin poté constatare che si trattava di una Ferrari Scaglietti.
Quando la Ferrari gli fu sotto, Aladdin si mise un po' da parte e rallentò per facilitare il sorpasso, giacché la Ferrari stava sopravanzando ad una velocità molto elevata.
Durante il sorpasso Aladdin poté vedere che alla guida del bolide si trovava una giovane ragazza.
Aladdin riprese la sua velocità sostenuta, ma non suicida come quella dell'altra macchina, continuando a vedere la Ferrari che si allontanava, qualche curva più avanti. Poi l'altra vettura sparì.
Ad Aladdin pareva strano di non vederla più, quando, in una curva più accentuata il suo cervello registrò che c'era qualcosa che non andava.
Frenò bruscamente, tanto che intervenne l'ABS.
Fece marcia indietro e si fermò sul ciglio della curva e vide che c'erano segnali di frenata sul bordo che finivano sulla scarpata.
Scese dalla macchina e, una volta arrivato sul ciglio, scorse la Ferrari, una ventina di metri più sotto, ferma contro un albero.
Scese il dirupo ed arrivò al fianco della macchina che aveva il finestrino aperto. La ragazza piangeva sommessamente, tenendo stretto ancora il volante, da cui spiccava l'airbag già sgonfio.
Per lo meno è viva, pensò sollevato.
- Signorina, sta bene?-
- Sì, sì.- rispose continuando a piangere.
- Riesce a muovere braccia e gambe?-
Lei fece dei piccoli movimenti degli arti e accennò affermativamente con la testa.
- Allora forse è meglio toglierla da dentro. Si slacci la cintura per favore.-
Lei tentò, senza riuscirci.
- Non ce la faccio.- rispose piangendo ancora più forte.
- Non si preoccupi, ci penso io.- Disse, tentando aprire la portiera, che però si era incastrata con l'urto.
Prese il temperino, che quel giorno aveva provvidenzialmente nella cintola, e tagliò la cintura di sicurezza, poi la prese dalle ascelle e la estrasse dal finestrino.
La prese in braccio e salì fino al ciglio della strada.
Aprì la porta del passeggero della Lamborghini e la depositò delicatamente sul sedile.
Lei vestiva un abito da sera bianco che si era stracciato e sporcato nell'incidente e successivo salvataggio, l'unica scarpa che gli rimaneva ai piedi aveva il tacco rotto.
- Guarda come sono conciata.- disse rimirando il suo vestito che era già stato di gala.
- Poco male, almeno è salva. Così come stava guidando era quasi un suicidio.- rispose Aladdin, che prese il cellulare e aggiunse.
- Ora chiamerò l'ambulanza e la polizia, così sistemiamo le cose.-
- No!!- gridò lei - Non lo fare!-
- Perché?-
- Non ho ancora la patente, la Ferrari è di papà. L'ho presa di nascosto, quando saprà come l'ho conciata mi ucciderà. Poi io sto bene. Devo solo arrivare a Montecarlo perché oggi è la mia festa, compio diciotto anni, e come faccio, conciata così come sono?-
Disse la ragazza, tutto di un fiato.
- E, come pensi di risolvere il tutto?- rispose Aladdin, dandogli del tu.
- Non lo so.- disse lei scuotendo la testa desolatamente.
Aladdin pensò un attimo, poi disse:
- Ok, ci penso io. In fondo fa parte del salvataggio. Andiamo a Montecarlo!-
Aladdin chiuse la porta del passeggero, salì in macchina partì e chiamò il Gurkha, in viva voce.
- Pronto Gurkha, ho bisogno d'aiuto.-
- Tutto quello che vuoi, Aladdin.-
- Allora, ti ho appena inviato una coordinata. Lì c'è, nel dirupo, una ventina di metri sotto, una Ferrari Scaglietti rossa. Manda il carro attrezzi dell'officina del Museo di Marsiglia, quello con la gru maggiore che c'è da pescarla abbastanza in basso. C'è anche da coprirla perché voglio che sia fatto discretamente.-
- Benissimo, dove dobbiamo portarla?- rispose il Gurkha.
- A Marsiglia all'officina del Museo. Avvisa anche l'ingegner Alberti che ho bisogno che sia perfettamente restaurata il più presto possibile.-
- Ok, sarà fatto, c'è altro.-
- Sì. Avvisa la dottoressa Resnick che c'è una ragazza che vorrei che esaminasse.-
- Un'altra cosa, chi c'è dell'équipe di Karl?-
- Credo Rosamunde e Clara.- disse il Gurkha.
- Che si tengano pronte che ho bisogno di un make-up ed un vestito di gala per una ragazza di ...-
- Un metro e settanta per cinquantaquattro chili.- completò la ragazza.
- Sarà fatto, Aladdin. C'è altro?-
- No, nient'altro per il momento, grazie, sarò lì tra circa un'ora e venti.-
Aladdin vide che la ragazza stava sghignazzando.
- Che c'è?- chiese Aladdin.
- Tu ti chiami Aladdin?-
- Proprio così!-
- È che io mi chiamo Jasmine.- disse ridendo.
- Ok, ho capito, ma ora mettiamoci d'accordo su cosa devi dire a tuo padre.-
- Tanto per cominciare: dove l'hai presa la macchina?-
- Era posteggiata al di fuori della villa e l'autista aveva dimenticato le chiavi di accensione dentro. Io dovevo andare a Marsiglia a prendere il vestito che avevo ordinato, ero in ritardo e ho deciso di prenderla.- disse Jasmine.
- Ecco, questa è la versione ufficiale: tu eri fuori e hai visto che l'autista aveva lasciato le chiavi dentro la macchina.-
- Ovviamente, hai pensato bene di prenderle per custodirle in casa, quando passa a piedi un collezionista di auto, Aladdin Wiley, che insiste tanto per provare la Ferrari, che vuole tanto per la sua collezione, ma, sbadato alla prima curva urta un muretto e ammacca la fiancata destra.-
- A questo punto, avendo lui a disposizione un'officina di restaurazione a Marsiglia, fa mettere la Ferrari su un carro attrezzi e la fa portare in questa officina.-
- Tu ed Aladdin vanno a seguito con la Lamborghini, vedono che tutto è a posto, prendono un vestito, tornano a Montecarlo e ti fa accompagnare, sana e salva in casa, a tempo per la festa.-
- Tra pochi giorni Aladdin riconsegnerà la Scaglietti restaurata, in perfette condizioni, con, eventualmente un'offerta per l'acquisto.-
- Va tutto bene?- chiese Aladdin dopo il lungo discorso.
- Mi sembra tutto perfetto. Ma, ci crederà?- rispose Jasmine.
- E chi lo sa? Ma non ho niente di meglio da offrirti. Forse penserà che tra di noi c'è una tresca.- disse Aladdin ridendo.
- Magari! Sai che sei un bel ragazzo, non mi dispiacerebbe! E poi mi hai salvato la vita!- rispose Jasmine ridendo e dando una pacca su braccio di Aladdin.
Arrivarono a Villa Fiorita alle otto.
La dottoressa Resnick li stava già aspettando.
Visitò rapidamente Jasmine e concluse che stava benissimo.
Poi Rosamunde e Clara si occuparono di lei.
Aladdin era in salotto, chiacchierando con la dottoressa Resnick, quando Jasmine riapparve mezz'ora dopo.
Non poté fare a meno di fischiare: Era meravigliosa.
Disse alle truccatrici:
- Siete state divine!-
- Veramente molto brave.- aggiunse la dottoressa.
- Con questa materia prima è stato un gioco da ragazzi.- rispose Rosamunde arrossendo.
Jasmine vestiva un abito nero, molto semplice ma molto elegante, che s'intonava perfettamente con la tonalità cannella chiara della pelle. La perfezione del viso, incorniciato dai capelli corvini che erano raccolti in un elegante chignon, era esaltata dal delizioso nasetto. Il make-up era totalmente invisibile.
Le curve, che il vestito accompagnava fedelmente, erano mozzafiato ed i seni erano piccoli ed appuntiti.
Aladdin non poté fare a meno di chiedere:
- Girati, per favore.-
Jasmine rise e fece un elegante volteggio.
Aladdin fischiò di nuovo.
Il vestito, molto casto nella parte anteriore, aveva una profonda scollatura sulla schiena, ma quello che impressionò di più Aladdin fu il sedere.
Ampio, rotodo, messo in risalto dal vitino di vespa, avrebbe fatto perdere la testa a qualunque sodomita.
- Vai, vai via, sennò non rispondo dei miei atti e ti salto addosso. L'autista è qui a tua disposizione. Vai prima che taglino la torta senza di te.- disse Aladdin.
- Vado, ma dopo vieni anche tu. Ti aspetto! Ah giacca e cravatta mi raccomando.-
- Lascerò autorizzata la tua entrata, basta che presenti un documento. Puoi anche portare un'accompagnante. Venga lei dottoressa. È stata tanto carina con me.-
- Aladdin, t'invierò un messaggio con l'indirizzo. Ciao, vi aspetto!- aggiunse Jasmine mandando un bacio, mentre seguiva l'autista verso l'uscita.-
Una volta uscita Jasmine, Aladdin chiese dottoressa:
- Io dovrò, in ogni caso, andare per spiegare al padre di Jasmine, o meglio inventare, quello che è successo alla macchina. Lei vuole venire con me?-
- Se non è realmente necessario, preferirei ritirami alla Fliegenderteppich.- rispose la dottoressa.-
- No, non credo che sia necessario, credo che lei e miss Mary possano andare alla Fliegenderteppich, io vi raggiungerò una volta che mi libero dalla festa.-
Dato che non aveva un abito appropriato chiese al Gurkha di fornirgli uno di quelli destinati al personale di sicurezza, e lo diede a Clara perché lo adattasse alla sua taglia.
Erano le dieci meno un quarto, non aveva nessuna fretta di affrontare il padre di Jasmine, per cui decise di divertirsi un po'.
La ragazza che Karl aveva scelto per lui si trovava in Villa Fiorita, aspettando istruzioni. Avvisò a Rosamunde di prepararla e inviarla nel set di ripresa lì in Villa Fiorita.
Tanto Villa Fiorita come la Fliegenderteppich avevano set di ripresa, più semplici rispetto a quello di Wileyburg, ma lo stesso funzionali.
Prese una rapida doccia e, dieci minuti più tardi, si trovava nudo aspettando la ragazza.
Quel giorno aveva a disposizione una filippina diciottenne, alta poco più di un metro e mezzo, ma perfettamente proporzionata.
Lei entrò, si presentò e fece un grazioso strip-tease.
Quando finì il membro di Aladdin era già in piena erezione.
La girò gli aprì le natiche e le osservò l'ano serrato, capì che sarebbe stata una dura battaglia per sodomizzarla, ma non per questo avrebbe desistito, anzi, considerato l’esiguo tempo che aveva a disposizione, avrebbe concentrato lì tutti i suoi sforzi.
Diede un bacio ed una leccata d'arrivederci al buchetto, si alzò e la baciò in bocca.
La stese supina e le infilò il membro in vagina: era strettissima.
Per vari minuti si mosse nella vagina. Era realmente deliziosa, anche se non riusciva ad entrare fino al fondo perché non era sufficientemente profonda.
S'impose di uscire da quel paradiso per cominciare la sodomia.
Le alzò le gambe, prese il lubrificante e lubrificò abbondantemente le natiche, l'ano e il membro e cominciò ad introdurre le sue dita, anche loro molto unte.
Prima una, poi due e alla fine, con una certa difficoltà, tre dita.
Quando ritenne che l'ano s'era sufficientemente dilatato, sostituì rapidamente le dita con la sua glande.
Cominciò una lenta, ma inesorabile, avanzata del suo membro nell'intestino della ragazza.
Lei si contorceva dal disagio e dal dolore, ma teneva duro.
Quando il pene scomparì per la metà nell'intestino, Aladdin si fermò perché l'avanzata diventava molto difficile.
Cominciò allora un movimento di coito, dapprima lento, poi più veloce.
La ragazza non riusciva più a trattenere le lacrime per il dolore.
Quando Aladdin sentì che stava per arrivare l'orgasmo, cominciò a muoversi quasi violentemente, finché venne, lanciando un urlo.
Baciò teneramente la ragazza, mentre il pene, lentamente si ammosciava nel suo retto e quando alla fine uscì lo presentò davanti alla bocca di lei che, un po' controvoglia cominciò a succhiarlo.
Presto il membro di Aladdin si irrigidì e la ragazza vide, spaventata, che lui, una volta ritirato dalla bocca se lo stava, di nuovo, lubrificando.
Aladdin la sodomizzò energicamente, una seconda volta, per una decina di minuti, poi raggiunse l'orgasmo.
Ancora una volta rimasero abbracciati, per alcuni minuti, mentre il pene di lui, si ammosciava nell'intestino. Aladdin la baciava teneramente e le asciugava le lacrime.
Alla fine Aladdin si alzò, si accomiatò ed andò a lavarsi.
Quando finì la doccia trovò ad aspettarlo l'abito che Clara aveva gli aveva adattato.
Lo vestì e si guardò allo specchio: vestiva a pennello.
Controllò il cellulare e vide un messaggio che probabilmente era l'invito alla festa di Jasmine.
Quando lo aprì quasi gli venne un colpo: si trattava dell'invito per il compleanno della "Principessina" Jasmine, cioè il padre era nientemeno che il principe reggente.
Uscì in salotto, ancora digerendo l'idea quando si trovò davanti l'ingegner Alberti, tutto trafelato che reggeva un tablet.
- Signor Aladdin, buona sera, sono venuto il più presto possibile, in elicottero, per prendermi cura della Scaglietti. Ho ricevuto le foto e un rapporto preliminare dell'équipe di Marsiglia che è andata a recuperarla, e pare che non sia poi tanto grave. Comunque prenderò, in questo momento, una macchina e mi recherò a Marsiglia a supervisionare i lavori di restauro.- disse, tutto d’un fiato, l'ingegnere.
Vedendo che l'ingegnere vestiva il solito spolverino sopra la giacca, ad Aladdin venne un'idea.
- Buona sera ingegnere, la ringrazio di essere venuto così presto, comunque io ho bisogno che lei venga con me adesso. A Marsiglia potrà andarci domani. Si tolga lo spolverino che le spiego tutto in macchina.-
Andarono in garage, entrarono nella Lamborghini e partirono verso il palazzo reale.
Mentre guidava, Aladdin spiegò all'ingegnere la sua idea.
Arrivarono al palazzo poco prima della mezzanotte.
I due dovettero presentare varie volte i documenti e passare per i metal-detector, ma finalmente entrarono nel salone.
Quando finalmente riuscirono a trovare Jasmine, il volto di lei si rallegrò.
- Aladdin, finalmente sei arrivato, pensavo che venissi più!- gli disse abbracciandolo.
Ignorando il rimprovero Aladdin rispose:
- Ti presento l'ingegner Alberti. Ingegnere, la principessina Jasmine.-
Leggermente impacciato, l'ingegnere fece un inchino e un baciamano a Jasmine.
- Venite che vi presento mio padre.-
Seguirono Jasmine nel salone gremito di gente, fino ad arrivare ad un piccolo capannello di gente.
Pur essendo vestito come gli altri, il principe reggente si riconosceva da un non so che di regale che emanava la sua persona.
- Papà, ti presento Aladdin Wiley.-
Si presentarono con una stretta di mano.
- Aspetti un po', lei è quello che ha preso e rovinato la mia Scaglietti. Dovrei farla arrestare.- disse il principe, scuro di volto.
- Sì, sono proprio io,- rispose con nonchalance Aladdin,- però, prima di farmi arrestare, lasci che le presenti l'ingegner Alberti.-
L'ingegnere si fece avanti e, con un po' di soggezione, abbozzò un inchino.
- L'ingegner Alberti è il direttore del Museo dell'Automobile di Wileyburg, in Liechtenstein. È lui il responsabile del restauro della sua automobile e, le assicuro, la Scaglietti ne uscirà più bella di prima.-
- Ma lascio che sia lui a darle tutti i dettagli.- detto questo Aladdin si trasse leggermente da parte e lasciò l'ingegniere in prima fila.
L'ingegnere, un po' impacciato, cominciò a raccontare la versione accordata con Aladdin durante il tragitto in macchina.
Aladdin ne approfittò per defilarsi assieme a Jasmine.
- Povero ingegnere,- disse Jasmine - l'hai lasciato da solo in pasto ai lupi.-
- Non sottovalutare l'ingegner Alberti.- disse Aladdin ridendo - Da quello che ho capito tuo padre è un appassionato di automobili e l'ingegnere è una vera e propria enciclopedia ambulante di motori.-
- Ma dimmi Aladdin, quando ero a Villa Fiorita ho sentito parlare di Fliegenderteppich, che cos'è.-
- È la nostra barca. Una barca un po' speciale in realtà.-
- E si può visitare?-
- Sì, certo. Si trova al largo, ma si può raggiungere in elicottero.-
- Ci possiamo andare adesso?- chiese Jasmine.
- Be', in teoria sì, ma siamo alla tua festa, non sarebbe elegante uscire così.-
- Ormai ho salutato tutti e tagliato la torta, molto prima che tu arrivassi. Credo che possiamo andarcene discretamente. Avviso solo Giovanna, la mia tata, perché nessuno rimanga in pensiero e ce n'andiamo alla chetichella.-
- Ci troviamo tra quindici minuti, al lato del portone laterale.- aggiunse Jasmine.
Dopo che Jasmine se ne fu andata, Aladdin fece un giro discreto nel salone e vide che, in un angolo, l'ingegnere stava dando una lezione di motori ad un gruppo di persone, tra cui il principe, che sembravano pendere dalle sue labbra.
Il piano funzionava a meraviglia. Come d'accordo, alla fine della festa, l'ingegnere avrebbe chiamato il Gurkha perché gli mandasse un autista per prenderlo.
Passò per il buffet e mangiucchiò qualche cosa, perché aveva fame, si recò al punto d'incontro e chiamò il Gurkha affinché mandasse preparare l'elicottero.
Jasmine arrivò puntuale. S'era cambiata ed ora vestiva un'ampia felpa con cappuccio, scarpe da ginnastica e portava una sacca sportiva. Anche così lei riusciva ad essere affascinante.
Presero la Lamborghini e uscirono senza essere importunati.
Quando arrivarono a Villa Fiorita il Gurkha li stava aspettando.
Li condusse direttamente all'elicottero che partì subito.
Mentre erano in volo Aladdin le spiegò le principali caratteristiche dell'imbarcazione.
Erano quasi le due del mattino quando atterrarono. Lui le propose un tour per il Fliegenderteppich, ma Jasmine chiese di conoscere la stanza di Aladdin.
La suite che Aladdin occupava nel Fliegenderteppich era molto semplice: un letto di una piazza e mezza, un comodino, un armadio, un frigobar, una televisione, una piccola scrivania ed una sedia.
Quando entrarono Jasmine si sedette sul letto, trascinò verso di se Aladdin e lo baciò sulla bocca.
- Aladdin, devo dirti una cosa: credo di essermi innamorata di te. Ti voglio, voglio che tu mi possieda.-
Si tolsero le scarpe si sdraiarono sul letto si baciarono di nuovo.
- Sei sicura. In fondo ci conosciamo da poche ore. Tu non sai niente di me.-
- È vero, ma ti trovo irresistibile.-
- Sei sposato o fidanzato?- continuò Jasmine
- No, no.-
- Allora non ci sono problemi. In realtà c'è solo un piccolo dettaglio: dovrai insegnarmi tutto, perché io sono vergine.-
- Questo sì che è un grosso problema!- rispose Aladdin.
- Perché? Sei vergine anche tu?-
- No, non è questo. Non l'ho mai fatto con una vergine. Non credo che sia molto facile.-
Jasmine lo baciò e chiese:
- L'hai fatto con molte donne?-
- Sì, direi proprio di sì.- rispose Aladdin.
- Quando l'hai fatto per l'ultima volta?-
- Oggi, o meglio ieri.- Si corresse Aladdin, dando una sbirciatina all'orologio.
- Era per questo che sei stato a Marsiglia ieri?-
- No, a Marsiglia sono stato all'università.-
- Allora, dove e quando l'hai fatto?-
- Quante domande! L'ho fatto a Villa Fiorita dopo che sei uscita.-
- Hai un caso con la dottoressa?- chiese lei, dandogli un affettuoso pugno sulla spalla.
- Ma figurati. La dottoressa è lesbica, ha una compagna a Wileyburg e, da quanto ne so, le è fedelissima.-
- È stato con una filippina.- continuò Aladdin, spiegando in grandi linee lo schema che aveva con Karl.
- Ma allora, quante donne hai già posseduto?-
- Mille e due con la filippina di ieri.-
- Io voglio essere la tua 1003ª. E ti voglio adesso!-
- Vedo che io ti eccito.- continuò lei, accarezzando l'erezione con la mano sul pantalone di Aladdin.
- Se vuoi, ora come ora, posso tentare sodomizzarti.-
- Per me va bene, basta che tu mi possieda.-
- Vengo subito, tu, nel frattempo, spogliati.- disse Aladdin, mentre si alzava, usciva dalla stanza. Andò nel set della Fliegenderteppich a prendere il lubrificante e un dildo di diametro medio.
Quando Aladdin tornò nella stanza, Jasmine era completamente nuda, sdraiata bocconi.
Il sedere era veramente uno spettacolo. Aladdin si spogliò rapidamente e si sdraió su di lei.
Le baciò voracemente il collo, le orecchie e, poi, cercò la bocca, nella quale si soffermò in una frenetica danza delle lingue. La desiderava molto.
Si stacco da lei, le mise un cuscino sotto il ventre, le aprì leggermente le gambe e separò con le mani le natiche per osservare l'ano serrato, ricoperto la una rada peluria.
Non resistette alla tentazione di baciarlo e leccarlo.
Lubrificò bene tutta la zona, così come il dildo, che cominciò ad introdurre lentamente nel retto. Jasmine accennò a muovere le gambe per il disagio.
Quando arrivò ad una certa profondità, Aladdin cominciò a muoverlo avanti e indietro, prima adagio, poi più veloce. Lei ormai si contorceva dal fastidio.
- Basta!- esclamò Jasmine,- Togli quel coso dal mio sedere e mettici il tuo cazzo!-
- Va bene, il tuo volere è un ordine!-
Aladdin si lubrificò per bene il pene, estrasse il dildo e, prima che l'ano si richiudesse del tutto, infilò la glande.
Jasmine emesse un grido strozzato.
- Va tutto bene?- chiese Aladdin.
- Sì, sì. Tu non pensarci e infilalo tutto.-
Invece Aladdin, per qualche minuto, mantenne solo la pressione necessaria affinché i muscoli dell'ano non espellessero l'intruso.
Quando diede una spinta, per guadagnare terreno, Jasmine gridò di nuovo.
- Tutto bene?- ripetè Aladdin.
- Sì, bastardo, te l'ho già detto, tu pensa solo mettermelo fino in fondo!-
Aladdin arrivò fino a metà lunghezza, con una certa difficoltà, poi cominciò a muoversi avanti e indietro.
Jasmine emetteva gemiti che soffocava col lenzuolo.
Lui accellerò e, dopo qualche minuto, gli venne copiosamente nell'intestino.
Aladdin era tanto eccitato che non perse l'erezione.
Estrasse il pene e girò Jasmine supina.
Le lacrime le cadevano copiosamente.
Aladdin le sollevò le gambe e, senza dire niente, reintrodusse il pene nell'intestino di Jasmine, senza molte cerimonie.
La bocca di Jansmine cercò quella di Aladdin, per soffocare il grido.
Questa volta l'amplesso fu lungo e violento e fu Aladdin, che, dopo una ventina di minuti, introdusse il pene in profondità non ancora esplorate e, gridando, raggiunse l'orgasmo.
Dopo un lungo bacio si alzarono.
Il lenzuolo era sporchissimo, con macchie di lubrificante, sperma, sangue e feci.
Jasmine lo guardò e rise:
- Qualcuno ci ha dato dentro!- esclamò togliendo dal letto in lenzuolo lercio.
Aladdin lo buttò nel cesto della roba sporca e prese dall'armadio delle lenzuola pulite e, assieme a Jasmine, rifecero il letto.
Jasmine era radiante, rideva e scherzava, non pareva che fosse stata sodomizzata per più di mezz'ora, fino a pochi minuti prima.
Andarono in bagno a pulirsi e nella doccia Jasmine le fece un lungo pompino, fino ad ottenere, come premio, la bocca piena di sperma, che lei inghiottì come fosse nettare.
Dopo si sdraiarono nel letto, per riposare un po'.
Alla cinque suonò la sveglia.
Nonostante avesse dormito sì e no un'ora, Aladdin si alzò subito.
Guardò Jasmine che dormiva profondamente, rannicchiata sotto il lenzuolo,
e fu invaso da una grande tenerezza, assieme da un altro sentimento che non riusciva a decifrare, ma che lo faceva stare bene con se stesso. Pensò anche che era la prima volta che aveva dormito assieme ad una donna.
Prese uno slip ed un accappatoio dall'armadio, uscì dalla stanza ed andò verso poppa.
Lo attendeva il marinaio che avrebbe vigilato la sua nuotata nel mare.
Nuotò attorno al Fliegenderteppich per tre quarti d'ora, poi s'issò a bordo.
Il marinaio gli passò l'accappatoio e le ciabatte e Aladdin si recò alla sala massaggi.
Lì l'aspettava, nuda, miss Mary. Come sempre, quella vista gli causò un'erezione istantanea.
Si denudò e la baciò e abbracciò con una foga superiore a normale.
Nonostante le attività notturne, aveva una voglia pazzesca di sodomizzarla lì, su due piedi.
Resistette all'impulso e si lasciò lavare come d'abitudine.
Lo stesso, durante il massaggio, fu molto più difficile resistere alla tentazione, ed il sentimento fu reciproco, difatti, mentre gli massaggiava il pene turgido, miss Mary si eccitò tanto che i suoi umori gli colarono fino al pavimento.
Quando terminò miss Mary si fece, come al solito il bidè, ma lui notò che si spalancò la vagina più del solito, a tutto vantaggio di Aladdin, e, cosa inedita, si voltò e seduta sul bidè si aprì le natiche mettendo a bella mostra l'ano. Non contenta vi c'infilò uno, poi due dita, fingendo di lavarselo.
Finito lo spettacolo, si diedero un ultimo lungo bacio, indossarono gli accappatoi, e andarono alle rispettive stanze.
Arrivato alla sua suite Aladdin entrò e vi trovò Jasmine che dormiva profondamente, come l'aveva lasciata.
Si svestì e s'infilò sotto il lenzuolo.
Appena la sua pelle entrò in contatto con quella di Jasmine il suo pene s'indurì.
Nel dormiveglia la bocca di Jasmine cercò quella di Aladdin e con la mano prese l'erezione cercando d'infilarsela tra le natiche.
- Jasmine, svegliati!-
- Mmh...- mormorò Jasmine, non ancora del tutto sveglia. Nel frattempo era riuscita a infilarsi la punta del glande nell'ano e premeva con tutte le sue forze affinché entrasse di più.
- Jasmine, svegliati!-
- Su, inculami!- mormorò mentre cominciava a destarsi.
- Dai, Jasmine, non adesso.-
Per tutta risposta Jasmine, spingendo con più forza, riuscì a infilarsi nel retto circa un terzo dell'erezione.
- Sei cattivo! Perché non vuoi incularmi?- disse Jasmine, ormai sveglia. Baciando la faccia di Aladdin.
- Perché dobbiamo andare a far colazione.- rispose lui. Nel frattempo il suo bacino, istintivamente, si muoveva avanti e indietro.
Jasmine cominciò a fare le fusa.
Di colpo Aladdin si staccò e, con un balzo, si alzò.
Jasmine si lasciò sfuggire un lamento.
- Ma sei cattivo!- ripetè lei.
- Adesso, senza scherzi, vestiti!- disse lui, buttandogli addosso la felpa che lei aveva usato il giorno anteriore.
Anche Aladdin prese dall'armadio un abito casual, come quelli che usava di solito e si vestì rapidamente.
Quando arrivarono al tavolo per la colazione, vi erano già sedute la dottoressa Riesnick e miss Mary.
La dottoressa salutò cordialmente Jasmine e la presentò a miss Mary.
Quest'ultima, visibilmente gelosa, si scurì in volto e cominciò a guardare in cagnesco l'ultima arrivata.
Iniziata la colazione Aladdin comunicò ai commensali il programma per la giornata.
- Allora, finita colazione prendiamo l'elicottero, facciamo una rapida tappa a Villa Fiorita per lasciare la nostra ospite e proseguiamo verso a Wileyburg dove dovremo arrivare prima di pranzo...-
- Scusa un attimo,- lo interruppe Jasmine - ieri sera ho sentito che il tuo amico ingegnere parlava di un Museo dell'Automobile lì a Wileyburg... Non è che posso visitarlo, visto che non ho niente previsto per oggi? Poi potrei prendere, stasera, un aereo per tornare qui a Montecarlo.-
- Non c'è nessun problema, anzi per il ritorno puoi prendere l'elicottero che ti lascia a Villa Fiorita. Adesso telefono a Joseph per coordinare il tutto.- disse Aladdin, poi dopo un istante di riflessione aggiunse:
- Dimmi Jasmine, ti piace sciare?-
- Moltissimo!- lei rispose.
- Ok, allora questo pomeriggio facciamo una sciata, poi andiamo al Museo. Peccato solo che l'ingegner Alberti oggi è a Marsiglia: lui è una vera enciclopedia sui motori.-
Aladdin telefonò a Joseph affinché facesse le coordinazioni necessarie e, finita la colazione salirono sull'elicottero che li stava aspettando.
Il viaggio verso Wileyburg fu strano: Jasmine allegra e ciarliera, Aladdin che aveva abdicato della sua attività normale di lettura per rispondere alle domande di Jasmine, la dottoressa che dormicchiava e miss Mary che se ne stava sulle sue, rodendosi dalla gelosia.
Arrivato all'aeroporto sia la dottoressa, sia miss Mary declinarono dall'invito a pranzo di Aladdin, così lui e Jasmine andarono all'hotel.
Jasmine trovò buffo il fatto che Aladdin usasse una Smart elettrica per gli spostamenti:
- Pensavo che tu andassi in giro solo in Lamborghini.- gli disse.
Aladdin allora le spiegò come funzionava la rete di strade sotterranee a Wileyburg.
Arrivarono all'hotel e salirono al sesto piano.
Da lì, oltre che pranzare, Aladdin poté mostrare, attraverso la finestra panoramica i vari siti visibili di Wileyburg.
Dopo pranzo si recarono, con la Smart, alla stazione della ferrovia a cremagliera.
Lì li stava già aspettando un incaricato con l'attrezzatura sciistica per i due.
Decisero fare una discesa per la pista invernale e un'altra attraverso la pista sotterranea estiva.
Aladdin poté ammirare il perfetto stile della sciata di Jasmine.
Dopo di ciò si recarono al Museo dell'Automobile.
Al Museo li stava già aspettando il secondo dell'ingegnere Alberti.
Mostrò a Jasmine una quarantina di automobili, scelte tra quelle della collezione.
Dopodiché presentò loro quattro automobili, che aveva selezionato per la prova in pista.
- Ecco, qui abbiamo, già pronte per la prova:
l'Isotta Fraschini Tipo 8A S LeBaron del 1930, la Jaguar E-Type 3800cc, Roadster del 1962, la Ferrari F12 berlinetta e, per finire la Porsche 911 Carrera RS del 1973.
Jasmine per poco non fece un salto di gioia, però Aladdin l'anticipò:
- Beninteso guido io! La signorina non ha ancora la patente.-
Questo non smorzò affatto l'entusiasmo di Jasmine, che si accinse a salire, come passeggero, sulla prima automobile.
Fecero un giro sul circuito lungo su ogni veicolo.
Quando finirono la prova, Aladdin chiese se lei avesse l'intenzione di prendere già l'elicottero per tornare a Montecarlo.
- Non ancora. Se non sbaglio, a quest'ora tu hai un appuntamento con il tuo amico Karl, vorrei conoscerlo anch'io e vorrei, anche, conoscere anche il tuo set privato.-
Aladdin si sorprese un po', ma acconsentì.
Arrivando all'Hipersex andarono direttamente all'ufficio di Karl.
Lui li ricevette piuttosto imbarazzato e, vedendo l'aspetto giovanile di Jasmine, disse:
- Signorina, mi dispiace dover chiedere certe cose ma, per ragioni legali, devo proprio farlo: Lei è maggiorenne?-
Jasmine, per nulla turbata, aprì un grande sorriso e, preso dalla sacca il passaporto, lo consegnò a Karl.
- Oh, finalmente! Non sa da quanti anni ho aspettato di poter fare questo!-
Karl guardò il passaporto e lo restituì dicendo:
- Vedo che ha fatto il compleanno ieri. Congratulazioni! Prego, può visitare tutto. Vuole che l'accompagni?-
- La ringrazio, ma preferisco che Aladdin sia il mio cicerone.-
- Benissimo! Aladdin, la casa è tua!-
- Ah, solo una cosa, Aladdin, dopo vorrei parlarti un attimo.- aggiunse Karl.
Uscirono dall'ufficio di Karl e Jasmine disse ad Aladdin:
- Portami al tuo set privato che voglio conoscerlo.-
Arrivati al set, Aladdin le mostrò la stanza del set propriamente detto, indicandole dove si trovavano le telecamere fisse, poi la portò, attraverso una porta, che veniva sbloccata dalle digitali di Aladdin, nella sala di regia, dove veniva realizzata la registrazione sul server.
Questa stanza aveva una tavola d'edizione, dove c'erano vari monitor, nei quali si potevano visualizzare le immagini riprese dalle telecamere. Vi era anche una porta verso il bagno privato di Aladdin e un'altra porta che permetteva sia ad Aladdin entrare ed uscire senza passare dall'Hipersex, sia agli incaricati della pulizia di accedere alla sala di edizione.
Aladdin le spiegò per filo e per segno il funzionamento di tutto poi le disse:
- Contenta? Vuoi vedere il resto dell'Hipersex adesso?-
- In realtà io ero interessata a questo set in particolare.-
- A proposito, cosa voleva parlarti Karl di tanto segreto, che io non potevo ascoltare?- aggiunse Jasmine.
- Mah, probabilmente ha pronta adesso un'attrice per me, e lui vuole sapere cosa fare.-
- Uau! Mi piacerebbe tanto vederti in azione. Posso stare qui in sala regia e vederti attraverso i monitor? Per favore! Prometto che sto qui zitta, zitta, e mi masturbo in silenzio.-
Aladdin rimase stupito, ma alla fine acconsentì.
- Andiamo da Karl. Facciamo così: prima ci parli tu, poi ci parlo io.- disse Jasmine.
Si recarono da Karl. Prima entrò Aladdin e chiuse la porta.
Come aveva previsto, l'argomento che voleva trattare Karl riguardava l'attrice che era a sua disposizione quel giorno: Irina, una russa di 25 anni alta e slanciata. Aladdin accettò.
Uscito Aladdin entrò Jasmine, chiuse la porta e confabulò con Karl una decina di minuti.
Una volta uscita andò da Aladdin che le chiese:
- Quanto avevate da dirvi, che non uscivi mai?-
- Ha, ha! Sei geloso di me!- le rispose Jasmine ridendo.
- Ma figurati! Piuttosto sono curioso di sapere cosa stai combinando. Io ti conosco da poco, ma ho già capito che tu non hai mica tutti i venerdì.-
- Tu non preoccuparti! Allora la tua russa deve ancora prepararsi, ci metterà una quarantina di minuti. Tu vai già al set ed aspettami, che io avviverò prima di lei ed andrò subito in sala regia. Ok?- replicò Jasmine.
- Va bene, boss!- rispose Aladdin, abbozzando un saluto militare.
Jasmine gli fece una linguaccia e lo spinse via.
Dopo una mezzora Jasmine entrò nel set.
Aladdin stava aspettando, in una poltroncina, leggendo un ebook.
- Così non sei molto sexy!- gli disse Jasmine - Su! Andiamo in sala regia, poi tu torni qua, che Irina arriverà a qualunque momento.-
Aladdin accompagnò Jasmine alla sala regia, fece partire la registrazione, poi tornò sul set e si spogliò.
Pochi minuti dopo arrivò Irina. Come da copione, si presentò e fece un rapido strip-tease.
Era alta e slanciata, ma non aveva molte curve, la vagina era glabra e sottile, quando si girò poté vedere l'ano semiaperto, che faceva bella mostra di se. Il volto, carino, era incorniciato da un corto caschetto biondo-oro.
Si fermò davanti ad Aladdin, che era seduto sul letto, gli diede un rapido bacio, poi s'inginocchiò e cominciò a leccargli il membro, già rigido, poi, di colpo se lo infilò tutto in gola.
Continuò così, alternando la lingua e la gola, per qualche minuto, finché lui si alzò, la prese di peso e la gettò sul letto supina.
Si sdraiò su di lei e cominciò un lungo bacio in bocca, mentre penetrava la sua vagina.
La sua vagina era deliziosa, Aladdin sentì che lei aveva un buon controllo della muscolatura, per cui la possedette così per vari minuti.
Era ora di fare sul serio: estrasse il membro dalla vagina, sollevò le gambe della ragazza leggermente e, senza ulteriore lubrificazione, lo ficcò nell'ano con un sol colpo.
Irina, pur essendo allenata, s'irrigidì leggermente per la fitta di dolore, ma in nessun momento si staccò dal profondo bacio di lingua che stava facendo con Aladdin.
Lui la penetrò analmente con colpi violenti e profondi per una ventina di minuti, finché non raggiunse l'orgasmo gridando.
In sala regia, l'urlo di Aladdin fu il responsabile del violento orgasmo che scosse Jasmine, che si stava masturbando continuamente dall'inizio dello spettacolo che assisteva dai monitor.
Durante qualche istante Aladdin baciò Irina appassionatamente, poi si alzarono dal letto e lui la fece sdraiare supina, su un lettino più alto, con la testa che sporgeva.
Aladdin, in piedi vicino al lettino, offrì alla ragazza il suo pene.
Lei, senza mai usare le mani, lo prese in bocca, succhiandolo.
Quando il pene divenne totalmente rigido, lui afferrò con le mani la testa della ragazza e cominciò a possedere la bocca e la gola di Irina, della stessa forma che aveva posseduto il suo ano poc'anzi.
Quando sentì arrivare l'orgasmo, Aladdin estrasse il membro dalla gola e gli venne copiosamente in faccia, mirando, il più possibile, i suoi begli occhi blu.
Irina, col dito, raccolse lo sperma sulla faccia e se lo mise in bocca, inghiottendolo.
Si diedero l'ultimo bacio, la ragazza lo salutò, raccolse i suoi vestiti, ed uscì.
Aladdin aprì la porta dello sala regia e fu sorpreso da Jasmine che, tutta nuda, gli saltò addosso, gli si avvinghiò e lo baciò con furia.
- Grazie, Aladdin, sei stato il massimo, e molto sexy. Non so quante volte sono venuta guardandovi.-
- Ma vieni qui che voglio farti vedere una, anzi due, cose.- disse Jasmine, prendendo la sua sacca e trascinandolo per mano dentro il set.
- Primo, questo regalino che mi ha fatto Karl.- Jasmine si voltò e, aprendosi le natiche, mostrò il fondo di un butt-plug trasparente, profondamente inserito nel suo retto.
- Guarda non è sexy?- chiese lei, tenendo aperte le natiche e scodinzolando provocativamente.
Difatti, in Aladdin, la sorpresa rapidamente si stava mutando in eccitazione e, alla vista del sedere di Jasmine, il membro si era già eretto e la voglia di sodomizzarla gli annebbiava la mente.
Lui fece per saltarle addosso, ma lei lo anticipò e, con una forte spinta lo sdraiò sul letto.
- Aspetta! Non ti ho detto che sono due le cose...- Jasmine frugò nella sacca e ne tirò fuori dei fogli pinzati assieme e li lanciò in direzione ad Aladdin.
- Ecco leggi!- esclamò lei.
Aladdin guardò rapidamente e riconobbe un contratto tipo, che faceva Karl con le attrici che lui portava sul suo set personale, ed era con il nome di Jasmine.
- Tutto a posto? Possiamo cominciare?- fece lei - Lo strip-tease iniziale sarà ridotto ai minimi termini, perché sto vestendo solo il butt-plug, e dovrai rinunciare alla cena finale, perché ho un elicottero da prendere.-
Così detto Jasmine cominciò ancheggiare, come se stesse ballando, si voltò e, sempre ondeggiando le anche, si estrasse il butt-plug dal retto.
Sempre tenendo il butt-plug, mantenne le natiche aperte con le mani, affinché Aladdin potesse apprezzare l'ano dilatato, poi portò il butt-plug alla bocca e lo succhiò come fosse un pene e, alla fine lo lanciò via.
Si avvicinò ad Aladdin e lo baciò appassionatamente.
Quando lui fece per abbracciarla, lei lo spinse di nuovo. Si inginocchiò ai piedi del letto, tra le gambe di lui, e, afferrato il membro, cominciò a succhiarlo lentamente.
Tentò qualche volta la gola profonda, come poc'anzi aveva visto fare Irina, ma fu assalita da conati di vomito e dovette desistere.
Ad un certo punto Aladdin si alzò, prese Jasmine di peso e la lanciò, supina, sul letto.
Le sollevò le gambe e, indirizzato con la mano il membro verso l'ano, cominciò a spingere.
I muscoli dell'ano, allentati dal butt-plug, accettarono senza tanta difficoltà l'intruso.
Aladdin cominciò a muoversi velocemente nell'intestino di Jasmine, molto più agevolmente rispetto il giorno prima, mentre la baciava appassionatamente.
L'amplesso durò quasi mezz'ora. Pareva che Aladdin e Jasmine non volessero staccarsi più.
Finalmente Aladdin accelerò il ritmo e godette, versando il suo sperma nell'intestino di lei.
Jasmine era al settimo cielo, aveva gustato ogni minuto dell'amplesso con tutti i sensi, ed ora era rilassata tra le braccia del suo amante, e gli pareva che il paradiso fosse lì.
- Ti amo!- disse Jasmine mentre accarezzava teneramente il volto di Aladdin.
In tutta risposta Aladdin la baciò con passione.
Il pene che, ammosciato, usciva dall'ano di lei, li richiamò alla realtà.
- Andiamoci a lavare che devo tornare a Montecarlo, prima che papà faccia intervenire l'Interpol. Non so cosa la tata abbia inventato per coprirmi oggi.-
Aladdin telefonò a Joseph affinché mandasse preparare l'elicottero e andarono a fare la doccia.
Terminata la doccia Jasmine insistette che Aladdin non la accompagnasse all'aeroporto:
- Dai Aladdin chiedi un autista che mi accompagni. Tu vai a cenare con Irina, che ti starà aspettando da un pezzo.- e salutandolo aggiunse: - Ciao, vado, ma torno presto, ti amo troppo! Dai un bacio ad Irina da parte mia.-
Aladdin le diede un ultimo bacio e salì al sesto piano.
Più tardi, meditabondo, stava sorbendo un aperitivo analcolico aspettando Irina, quando sentì passare l'elicottero che portava via Jasmine. Sentì allora una stretta al cuore.
La cena trascorse benissimo, come al solito.
Irina arrivò fasciata in uno stretto abito tubino bianco con paillettes, con una profonda scollatura sulla schiena.
Lei rimase impressionata con la perfetta dominanza del russo da parte di Aladdin. Risero e scherzarono parecchio, prosciugando, grazie soprattutto a lei, due bottiglie di Dom Pérignon.
Aladdin tornò a casa più tardi del solito e decise di andare a dormire subito, per ritemprarsi.
L'indomani, come sempre, Aladdin si alzò alle 5 del mattino ed andò a nuotare.
Terminato l'allenamento vide miss Mary, nuda, al bordo della piscina.
Uscito dalla piscina andò ad abbracciarla e baciarla.
Lei aveva gli occhi gonfi di chi aveva pianto molto.
Aladdin mantenne l'abbraccio stretto più a lungo del solito, gustando il piacevole contatto dei suoi abbondanti seni sul suo petto e sfregando l'erezione sul ventre di lei.
Andarono sotto la doccia e lei lo lavò come d'abitudine, poi si spostarono sul lettino di massaggio.
Quando miss Mary cominciò a massaggiarli il pene lei non resistette e cominciò a piangere.
Aladdin, vedendo le sue lacrime si alzò di colpo e cominciò a baciarla in bocca.
Miss Mary sentendo la lingua di Aladdin che, per la prima volta, irrompeva nella sua bocca, si sentì mancare e si afferrò a lui, con tutte le forze per non cadere, mentre le loro lingue s'intrecciavano.
Aladdin la sollevò di peso e la portò nella propria stanza.
Lì, senza interrompere bacio, la sdraiò sul letto e condusse il membro all'entrata dell'ano di lei.
Quando il glande le toccò lo sfintere, miss Mary sentì come una scossa elettrica che si diramava da lì. Un subito orgasmo, represso da anni, le scosse il corpo e le causò uno spruzzo di liquidi dalla vagina.
Miss Mary desiderava che il membro di Aladdin gli invadesse l'intestino più di ogni cosa.
Nonostante che da tempo preparasse il suo ano, tutti i giorni con un dildo, la subita irruzione del pene nel retto fu dolorosa, però allo stesso tempo esaltante.
Senza mai interrompere il loro bacio, Aladdin si mosse rapidamente nell'intestino di miss Mary.
L'orgasmo lo colse alla sprovvista e, staccatosi dal bacio, Aladdin lanciò un urlo liberatorio.
Il vedere il godimento di lui causò un orgasmo a miss Mary, che piangendo e ridendo allo stesso tempo riuscì a dire:
- Ti amo, Aladdin, ti amo!-
Come risposta, lui riprese a baciarla furiosamente e ricominciò a muovere violentemente il membro, che non aveva perso la rigidità, nell'intestino di lei.
Fecero l'amore analmente per quasi un'ora. Ogni tanto il corpo di lei era scosso dall'ennesimo orgasmo.
Finalmente Aladdin godette la seconda volta.
Rimasero abbracciati, scambiandosi baci e carezze, fino a quando il pene, ammosciatosi, uscì dall'ano.
- Vieni Aladdin, che ti lavo.- disse lei.
Andarono in bagno, lo condusse sul bidè e, prima di aprire l'acqua, lei prese teneramente il pene in bocca.
Il forte odore e sapore che emanava inebriò miss Mary che non riusciva a staccarsi dal membro.
In pochi attimi il pene s'indurì.
Lei continuò a succhiarlo, mentre Aladdin la accarezzava delicatamente i capelli, finche lui ebbe un orgasmo e riversò ancora una quantità considerevole di sperma nella sua bocca.
Miss Mary inghiotti il seme come fosse nettare.
Quando lei si staccò dal pene Aladdin le diede un profondo bacio con la lingua in bocca.
Miss Mary lo lavò asciugò e gli passò l'accappatoio e ne prese uno per lei.
- Tu no ti lavi?- chiese Aladdin.
Lei arrossì come una ragazzina e ridendo rispose:
- No! Voglio che mi coli dal culo un po' alla volta per sentirti ancora dentro di me.-
Scesero a far colazione. Aladdin non ricordava di aver mai visto miss Mary così radiante.
Aladdin passò, per telefono, il programma del giorno a Joseph poi, una volta finita la colazione diede un ultimo bacio a miss Mary e scese in garage.
Quando arrivò davanti alla sua Smart cambiò idea e si avviò verso il corridoio tecnico.
All'uscita dell'ascensore vi era anche un corridoio tecnico, dove vi era il locale caldaie, la lavanderia, le celle frigorifere, la sala dei quadri elettrici e, per ultimo, l'enoteca.
Entrò nell'enoteca sbloccando la porta con la sua digitale. Una volta dentro bloccò la porta, sempre con la digitale.
Andò verso la parete del fondo schiacciò un pulsante nascosto e si aprì un'entrata segreta tra gli scaffali delle bottiglie. La logica di questa entrata segreta prevedeva che era necessario il blocco della porta di entrata, da parte di Aladdin, per sbloccarsi.
Passata l'entrata segreta vi era una porta blindata, con un'apertura meccanica a combinazione.
Aladdin ruotò le manopole della combinazione e sbloccò la porta.
Il segreto dell'esistenza di questa stanza gli era stato rivelato dopo qualche settimana che era arrivato a Wileyburg, quando aveva imparato a leggere ed aveva potuto finalmente aprire la busta, che gli avevano consegnato il col. Selyaev e Paul il giorno del suo arrivo.
Entrò in una vera e propria stanza dei tesori: vi erano tonnellate in lingotti d'oro, centinaia di chili di lingotti di platino, cassetti con vari tipi di pietre preziose. Aladdin aveva una vaga idea, ma non sapeva esattamente il valore di tutti questi preziosi.
Aladdin ignorò tutti i tesori ed andò direttamente ad un armadietto in fondo alla stanza, lo aprì e ne tolse la borsa blu della lampada.
Da tempo aveva deciso di custodire, in questa stanza segreta, il bene che riteneva più prezioso, l'unico anello che legava il suo passato di miseria con il suo presente di ricchezza.
Estrasse la lampada dalla borsa e rimase a guardarla assorto durante lunghi momenti, poi disse a voce alta:
- Genio! Quali sono i tuoi piani?-

Epilogo: due anni dopo.

Alle 4:30 del mattino Aladdin si sveglia, stende la mano che trova il sedere di Jasmine che, istintivamente nel sonno lo protende verso di lui.
Aladdin si sputa sulla mano e spalma la saliva sul pene, già in erezione e tra le natiche di lei.
Le tocca la vagina: è già bagnata nonostante stia dormendo. Approfitta degli umori per lubrificare l'ano. Appoggia la glande allo sfintere rilassato che pare inghiottirlo.
Con un unico movimento fluido infila tutto il pene nell'intestino di lei.
Nel dormiveglia Jasmine mugola dal piacere. Aladdin comincia a muoversi sempre più rapido.
Lei si sveglia gira la testa, lo bacia e dice:
- Buon giorno, amore.- e si riaddormenta.
Aladdin le accarezza il pancione.
Già, Jasmine è gravida di otto mesi.
Una settimana dopo la sua prima visita a Wileyburg era tornata con le valigie, nonostante le minacce del padre, di essere diseredata, e si era alloggiata stabilmente nella casa di Aladdin.
Aladdin si ferma e ritira il pene ancora rigido dall'intestino di Jamine che, nel sonno mugola dal disappunto, si alza ed esce dalla stanza.
Entra nella suite di miss Mary e la sveglia delicatamente con un bacio.
- Buon giorno, amore.- dice lei, contraccambiando il bacio.
Lui le avvicina l'erezione alla bocca e lei, famelica comincia a succhiarla, gustando gli umori che permeano il pene.
Aladdin le tocca il folto vello che le copre la vulva: è fradicio.
Lui si lubrifica le dita con gli umori della vagina poi, con la mano cerca di raggiungerle le natiche.
Senza togliersi in nessun momento il pene dalla bocca, miss Mary apre le gambe per agevolargli l'accesso. Le dita di Aladdin trovano l'ano e lo invadono. Lui comincia a masturbarle il retto con quattro dita.
Miss Mary, sempre succhiando il membro, si contorce dal piacere e rapidamente raggiunge l'orgasmo, schizzando e stingendo fra le cosce l'avambraccio di Aladdin che, imperterrito continua a manipolargli l'ano.
Dopo una decina di minuti di questo amplesso Aladdin raggiunge l'orgasmo e riempie la bocca di miss Mary di sperma, che lei beve golosamente.
Si baciano e Aladdin va in piscina a fare la sua notata mattutina.
Dopo 45 minuti, quando vede miss Mary, nuda, su bordo della piscina è segnale che è finito l'allenamento.
Esce dalla piscina già in piena erezione e va a baciare ed abbracciare miss Mary.
Dopo la doccia, il massaggio e poi lei si sdraia supina sul lettino a gambe alzate e lui la sodomizza energicamente, la pancia di Aladdin diventa fradicia dalla quantità di umori che lei gli schizza durante i numerosi orgasmi che lei ha durante il coito anale.
Miss Mary va a svegliare con baci e carezze Jasmine e dopo scendono tutti i tre a fare colazione.
Miss Mary e Jasmine sono diventate amiche per la pelle. Le due condividono l'amore che hanno verso Aladdin e anche l'amore tra loro.
Miss Mary oltre che di Aladdin era diventata la governante anche di Jasmine di cui, tutti i pomeriggi, si occupa del bagno e del massaggio.
La colazione si svolge come tutti i giorni. Aladdin dà istruzioni a Joseph riguardo l'agenda della giornata: la sciata mattutina, una visita al Museo dell'automobile, pranzo, riunione del Board, il set dell'Hipersex, e cena a casa.
Differentemente a come era solito fare quando era celibe, Aladdin ora fa un rapido brindisi con l'attrice di turno, per poter ammirarla col vestito di gala, e poi va' a cenare in casa con Jasmine e miss Mary.
Ora, è stato allestito un secondo set a fianco del primo, giacché anche Jasmine ha deciso di divertirsi con gli attori che le proporziona Karl.
Difatti, appena trasferita a Wileyburg, andò a consultarsi con la dottoressa Resnick. Da lei venne a sapere che Aladdin, per poter fare sesso tranquillamente con tante donne, era stato vasectomizzato, però aveva spermatozoi congelati, per cui decise di rimuovere chirurgicamente l'imene e impiantare un DIU.
Al contrario di Aladdin, che ha sempre preferito avere una partner per volta, Jasmine preferisce fare sesso con per lo meno tre attori contemporaneamente.
Quello che rende la vita difficile a Karl è l'esigenza di Jasmine di avere a disposizione uomini con la dotazione maggiore o per lo meno comparabile con quella di Aladdin.
Per questa ragione mentre Aladdin ormai viaggia sulla 1730ª donna, Jasmine è ferma a poco più di 200 uomini diversi, dato che le tocca ripetere parecchio gli stessi attori.
Oggi Aladdin va a sciare da solo, giacché da circa un mese la dottoressa Resnick ha sconsigliato a Jasmine di farlo. Lei invece andrà a fare una passeggiata nel bosco con miss Mary.
Mentre guida Aladdin ricapitola mentalmente il suo intervento odierno nel Board.
Il profilo degli affari della Holding Wiley è cambiato molto un anno e mezzo fa', quando Aladdin decise che erano cresciuti troppo e questo poteva essere nocivo alla Holding stessa. Impose allora un cambio radicale degli investimenti, il che causò, da una parte una perdita di più di un terzo del valore di mercato, ma dall'altra una maggiore stabilità d'investimenti.
Arrivato alla stazione, Aladdin ritirò gli equipaggiamento con l'incaricato e salì sul vagone.
Aveva nostalgia di sciare con Jasmine, si divertivano tanto a farlo assieme e ormai, da un mese, gli toccava farlo da solo.
Pazienza, pensava fra sé e sé Aladdin, tra un paio di mesi saremo qui di nuovo sulla pista, tutti due o forse tre, se la dottoressa permetterà la piccola di seguirli. Per ora, la dottoressa le ha sconsigliato lo sci, ma, per lo meno tollera che faccia i film.
Aladdin non è per nulla geloso dei film che fa Jasmine, anzi, lo eccita moltissimo guardarli, soprattutto ora che è gravida. Aspetta con ansia quello di oggi, in cui lei avrà come partner cinque negri fra i più dotati dell'industria internazionale del porno, tra cui un new-entry davvero promettente.
Quando, una decina di mesi prima, Jasmine gli aveva proposto di avere un bambino, utilizzando i suoi spermatozoi congelati, lui aveva accettato entusiasticamente, dopodiché aveva seguito la gravidanza con gioia in tutti gli aspetti, incluso il sessuale.
Trovava Jasmine sempre più sexy, man mano la gravidanza avanzava, ed ultimamente sollecitava a Karl che gli trovasse attrici gravide per le sue performance.
Ma, tra una qualche giorno la vita di Aladdin voltava pagina: già tra una settimana sarebbe arrivata, per abitare assieme a loro, Giovanna, la ex-tata di Jasmine e futura tata di Laurie che sarebbe nata fra una quindicina di giorni.
Inoltre, Karl e Joseph erano stati incaricati di organizzare due grandi eventi da tenersi tra meno di un mese: il matrimonio ufficiale tra Aladdin e Jasmine in Villa Fiorita e, il giorno seguente, il battesimo di Laurie in Wileyburg.
Queste cerimonie erano frutto di un accordo di pace, tra Jasmine e suo padre, tessuto nientemeno che dall'ingegner Alberti.
L'ingegner Alberti era diventato grande amico del padre di Jasmine, col quale condivideva la passione per i motori.
L'ingegnere non mancava mai di andare a trovare il principe reggente, durante i suoi numerosi viaggi di lavoro a Villa Fiorita e Marsiglia, per discutere di motori, prestargli consulenze e fargli provare qualche automobile interessante.
Aladdin era contento che Jasmine si fosse rappacificata con suo padre e, un'altra cosa che lo rendeva contento era che, in occasione delle cerimonie, sarebbe ritornato a trovarlo, per la prima volta, Paul.
Con molta insistenza era riuscito a strappare Paul dal suo nuovo palazzo, cosicché, per qualche giorno, sarebbe tornato alla sua antica suite nell'hotel e avrebbe avuto l'occasione di conoscere Jasmine e la bambina, oltre ad essere il suo padrino per le nozze.
Una lieve scossa riporta Aladdin alla realtà: il vagone è arrivato a destinazione.
Scende inforca gli sci ed imbocca la via verso la pista invernale, per approfittare dell'ultima neve della stagione.
Iniziata la discesa, traccia un paio di curve perfette e poi si ferma ad ammirare il panorama della valle sottostante.
Il sole lo accarezza, e una leggera brezza pungente gli batte sul viso.
Ha una sensazione di profonda felicità e beatitudine, ed esclama ad alta voce:
- Grazie, Genio!-

Fine
scritto il
2020-01-19
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