I tuoi testicoli devono morire
di
Love4ALL
genere
incesti
Mia suocera, era un po’ che non la vedevo.
Non c’è orgasmo in cui, nella mia mente, lei non partecipi.
Per un periodo ho pensato addirittura di confessarle la mia ossessione ma sono sempre stato trattenuto dalla paura di creare un disastro famigliare.
Nei miei sogni lei è la mia padrona anzi, lei è LA PADRONA!
Ah se la vedeste, non potreste che darmi ragione o meglio, darmi dello scemo per non averci mai provato.
Ma provato a fare cosa?
Inginocchiarmi e iniziare a leccarle le scarpe?
Pregarla per picchiarmi?
Implorarla per poter ingoiare tutti i suoi bisogni?
Patetico!
Ecco, sono davvero patetico.
Quando vado a trovarla mi chiudo subito in bagno nella speranza di trovare la bacinella con gli indumenti sporchi così le sue mutandine e le sue calze diventano il miglior aperitivo da ingoiare per far entrare un pezzo di lei dentro di me.
E le sue scarpe?
Tutte pulite con la mia lingua e ingoiato allo sporco immaginando la sua voce capricciosa e dominante, obbligarmi a farlo.
Insomma, sono innamorato di lei, farei di tutto per lei, scapperei con lei.
Però bisogna stare attenti a ciò che si chiede perché raramente accade quello che non avresti mai pensato potesse succedere.
Un mese fa, hanno operato mio suocero al ginocchio e per una settimana sarebbe dovuto rimanere in ospedale.
Così mi chiedono di aiutarli dal punto di vista di passaggi in auto e commissioni.
Una volta in ospedale con mia moglie a casa dopo il lavoro, toccava a me riaccompagnare mia suocera a casa sua.
E così verso le 19.30 del 4 Febbraio, ci incamminiamo verso casa.
Ero imbarazzato e anche lei lo era perché il nostro rapporto è sempre stato di rispetto “esagerato”.
Sembrava quasi che ognuno temesse l’altro.
Era di fianco a me, tacchi alti, pantalone attillato con i collant che si intravedevano dalla caviglia, maglia che nascondeva (più o meno) due tette enormi con un capezzolo di due cm almeno.
Il suo viso? Tenero e severo con uno sguardo che avrebbe sciolto il monte Everest.
Insomma, una donna matura da urlo!
- È tardi, vuoi salire per mangiare qualcosa?
- Dì di No! Dì di No!
Sì volentieri!
Appena entrati in casa lei si stava dirigendo verso la veranda per stogliersi le scarpe e proprio in quel momento, senza sapere come, l’ho afferrata per un braccio e le ho detto:
- C. io ti amo, non riesco più a nasconderlo!
- Ma cosa dici???!!!
- Aspetta, permettimi di spiegare…
-Ma non c’è niente da spiegare, vattene immediatamente! (Con voce squillante e irritata).
-Non pretendo nulla da te, ma dovevi saperlo.
Non ho mai tradito tua figlia ma in tutti i momenti intimi ci sei sempre tu, non riesco a togliermi la tua immagine dalla testa.
Ti prego, aiutami!
Al suono delle mie parole e più precisamente alla richiesta di aiuto, si è tranquillizzata e mi ha fatto accomodare.
- Allora, avanti, raccontami!
- Per prima cosa, mi sento molto imbarazzato, in secondo luogo, non ti ho mai vista come mia amante.
- Ah beh, meno male…
- Tu sei la mia padrona, la mia guida, la persona che ammiro a tal punto da desiderare di essere di sua proprietà.
- Cioè?
Mi inginocchiai e cercarmi di baciarle il piede ma lei me lo negò!
-Cosa stai facendo????
-Volevo dimostrarti quello che sento.
Ti prego, sono qui in ginocchio, permettimi di dimostrarti quanto io ti ami!
A quel punto si alzò in piedi, mi guardò con sguardo scocciato e visibilmente arrabbiato e mi diede uno schiaffo così forte che per un attimo vacillai.
- Ancora, padrona!
Lei scappò un sorriso e me ne diede uno ancora più forte: ss-ciaaaf!!!!
A quel punto di lei a chiedermi di baciarle i piedi e con stupore si accorse che il mio obiettivo non erano le sue estremità bensì le scarpe.
La invitai a sedersi, le presi un piede tra le mani, coperto da una scarpa col tacco in pelle.
Portai la suola di fronte a me e cominciai a leccare a lingua aperta.
- Ma che schifo! Ho camminato dappertutto!
Anche nei cessi!
Ma io non solo non mi fermai, ma ci presi ancora più gusto continuando a pulire lo sporco dalle suole.
Mi spostai leggermente per farle osservare la mia lingua totalmente nera di sporcizia.
- Avanti, ingoia lo sporco!
Non credevo che potesse accadere ma era lei che mi chiedeva anzi ordinava di eseguire.
Dopo 5 minuti, mi disse:
- Allora, cosa ti piacerebbe fare?
Senza pensarci: - Io sono il tuo cesso!
Vorrei poter avere l’onore di ingoiare il tuo nettare e la tua cioccolata!
- Ma fai proprio schifo! Chi avevo in casa mia?
Sei una latrina senza senso!
Fallito! Maiale schifoso!
Insomma, una serie di insulti “di gusto” che mi degradavano ad una categoria inferiore.
Infatti io sono inferiore rispetto a lei.
- Ti prego, concedimi questa grazia, padrona!
Andò in bagno per 10 minuti…
Il periodo più lungo e intenso della mia vita.
Il battito cardiaco era a 1000 e brividi e sussulti si alternavano dentro e fuori dal mio corpo.
Tornò con una bacinella con all’intento un bicchiere di nettare dorato e qualche pezzo di prodotto marrone che mi fecero quasi svenire.
Ero incredulo.
Andò in cucina per prendere una forchetta, tornò e mi disse:
- Fallito senza palle: bevi tutto!
Mi porse il bicchiere e io ingoiai tutto anche se quel gusto acido mi faceva venire voglia di vomitare perché i miei sogni erano ben lontani dalla realtà ma riuscii a completare l’opera.
- Bene, adesso alla cena!
Ce n’era davvero tanta!!!
- Apri la bocca!
E così cominciò ad imboccarmi.
- Mastica bene e fammi vedere prima di ingoiare!
Rideva schifata ma con un non so che di soddisfazione per quello che stavamo realizzando insieme.
E continuammo fino al termine degli escrementi.
Sembra poter fare davvero schifo ma vi assicuro che il contesto e la sua grazia nel porgermi quel cibo, hanno trasformato un momento schifoso in un istante di vera magia tra due persone che si volevano bene e che inspiegabilmente avevano trovato il proprio ruolo.
- Spogliati adesso e stai lontano da me perché puzzi di mmmerda!
Mi vide il membro duro come un macigno e rimase sorpresa dalle dimensioni ma nella sua cattiveria intrinseca trovò la maniera per umiliarmi.
- Dove sono i testicoli?
Fammi toccare…
Ma qui sotto non c’è niente?!?!
Sono due noccioline!
Sei senza palle!
E scoppiò in una risata di gusto.
- Ma fai davvero impressione!
Riesci a scopare?
Ti esce lo sperma?
Andò avanti così per due o tre minuti…
Alla fine si alzò, andò in soggiorno e tornò con un laccio.
Cominciò a legarmi le palle stringendo anche troppo…
- Hai le palle piccole quindi faccio molta fatica a legarle, lo sai?
- Si padrona!
Me le strinse così forte da togliermi il respiro a tal punto che le chiesi di mollare un po’…
- Cosa, allentare il laccio? Assolutamente no!
Oggi, tu, lascerai qui i tuoi inutili testicoli, capito?
Lo strinse così forte che l’erezione sparì così come l’eccitazione per lasciare spazio esclusivamente al dolore.
Lei mi guardava e mi ripeteva continuamente:
- Ti lascio senza palle!
Oggi tu non sarai più un uomo!
E continuava così…
Io sentivo un dolore mortale che si stava irradiando per tutto il ventre e lo stomaco.
La situazione stava degenerando e così le ho chiesto di smettere…
- Scusa C., ti prego adesso basta!
Non è più divertimento, mi stai facendo davvero male!
Lei si alzò nuovamente e tornò con due paia di manette per le mani e per i piedi e me le mise.
Ero per terra inerme con dolore lancinante e lei a quel punto cominciò a colpirmi i testicoli “blu” con una forza e cattiveria inaudita.
- Muori, merda! Muori!
Vali meno di quello che ti ho fatto ingoiare, schifoso!
Continuava a colpirmi fino a che sono svenuto.
Appena ripreso i sensi lei era ancora lì che colpiva le mie palle, diventate ormai un ammasso di pelle sanguinate.
Si vedevano anche i testicoli che stavano per uscire dalla sacca scrotale.
A questo punto mi tappò la bocca con un’asciugamano per evitare che io potessi urlare ma dopo qualche minuto di fermò, finalmente.
Perdevo molto sangue e lei rideva compiaciuta del risultato.
- Eunuco!
Uomo senza virilità!
Sei la feccia e come tale devi subire!
Aveva in mano un paio di forbici enormi e lì, in quella condizione, legato è inerme ho temuto per il peggio ma si fermò…
- Adesso basta! Ho terminato!
Fila in ospedale e spera che si possa recuperare qualcosa!
Andai in bagno per cercare di sistemare alla male peggio quello scempio.
Dovevo tenere i testicoli per evitare che mi cadessero: un disastro davvero.
Dopo circa 20 minuti uscii di casa e mi recai in ospedale al quale raccontai di essere stato vittima di un agguato.
Dopo due ore sotto i ferri mi dissero che era tutto a posto fatto salvo per le cicatrici e mi dimisero.
Erano le 2 di notte ma decisi di non tornare a casa ma andare da lei.
Una volta a casa sua le chiesi spiegazioni.
- Non lo so, mi sono sentita davvero proprietaria di qualcosa anzi, di qualcuno.
Sentivo di essere onnipotente, avrei potuto fare di te cioè che volevo ed ho esagerato.
Me ne vergogno!
È scoppiò in un pianto.
Io l’abbracciai e finimmo per baciarci…
Prima qualche bacio a stampo leggero e poi con la lingua.
Il suo profumo mi fece di nuovo eccitare in maniera esagerata tanto da non sentire più il dolore.
Mentre la penetravo, lei mi guardò e disse:
Vengo! Veeeeeengo!!! Veeeeeeengooooo!
Siiiiiiiio! Oh mio Dio! vengooooooo!
Andò avanti così per 5 minuti buoni facendo fuoriuscire quantità enormi di liquido.
- Anch’io ti amo alla follia e, nonostante la differenza di età, voglio stare con te!
Ci perdemmo in un bacio lunghissimo mentre io iniziai a venirle dentro, depositando dentro la sua vagina, litri di sperma.
Terminato quel momento lei mi volle coccolare per tutta la notte, dandomi baci e ricordando la folle esperienza sadica che l’aveva vista protagonista.
- Io voglio continuare, sia chiaro! Disse lei.
- Io voglio te per sempre!
E così, nonostante il dolore ai testicoli, ogni giorno, da quel momento, ci ricaviamo del tempo per vederci.
A volte non accade nulla perché con noi sono presenti tutti ma basta vedersi e, nei momenti migliori, far scappare un bacio appassionato.
Ho whatsapp pieno dei suoi messaggi in cui mi scrive che le manco e che vorrebbe essere con me.
Si vergogna per quello che sente ma ha sofferto troppo anzi non ha mai goduto come ha goduto con me e io corrispondo questo sentimento.
Abbiamo pensato persino di dirlo a tutti e metterci insieme ma, per il momento, non abbiamo trovato il coraggio.
To be continued …
Non c’è orgasmo in cui, nella mia mente, lei non partecipi.
Per un periodo ho pensato addirittura di confessarle la mia ossessione ma sono sempre stato trattenuto dalla paura di creare un disastro famigliare.
Nei miei sogni lei è la mia padrona anzi, lei è LA PADRONA!
Ah se la vedeste, non potreste che darmi ragione o meglio, darmi dello scemo per non averci mai provato.
Ma provato a fare cosa?
Inginocchiarmi e iniziare a leccarle le scarpe?
Pregarla per picchiarmi?
Implorarla per poter ingoiare tutti i suoi bisogni?
Patetico!
Ecco, sono davvero patetico.
Quando vado a trovarla mi chiudo subito in bagno nella speranza di trovare la bacinella con gli indumenti sporchi così le sue mutandine e le sue calze diventano il miglior aperitivo da ingoiare per far entrare un pezzo di lei dentro di me.
E le sue scarpe?
Tutte pulite con la mia lingua e ingoiato allo sporco immaginando la sua voce capricciosa e dominante, obbligarmi a farlo.
Insomma, sono innamorato di lei, farei di tutto per lei, scapperei con lei.
Però bisogna stare attenti a ciò che si chiede perché raramente accade quello che non avresti mai pensato potesse succedere.
Un mese fa, hanno operato mio suocero al ginocchio e per una settimana sarebbe dovuto rimanere in ospedale.
Così mi chiedono di aiutarli dal punto di vista di passaggi in auto e commissioni.
Una volta in ospedale con mia moglie a casa dopo il lavoro, toccava a me riaccompagnare mia suocera a casa sua.
E così verso le 19.30 del 4 Febbraio, ci incamminiamo verso casa.
Ero imbarazzato e anche lei lo era perché il nostro rapporto è sempre stato di rispetto “esagerato”.
Sembrava quasi che ognuno temesse l’altro.
Era di fianco a me, tacchi alti, pantalone attillato con i collant che si intravedevano dalla caviglia, maglia che nascondeva (più o meno) due tette enormi con un capezzolo di due cm almeno.
Il suo viso? Tenero e severo con uno sguardo che avrebbe sciolto il monte Everest.
Insomma, una donna matura da urlo!
- È tardi, vuoi salire per mangiare qualcosa?
- Dì di No! Dì di No!
Sì volentieri!
Appena entrati in casa lei si stava dirigendo verso la veranda per stogliersi le scarpe e proprio in quel momento, senza sapere come, l’ho afferrata per un braccio e le ho detto:
- C. io ti amo, non riesco più a nasconderlo!
- Ma cosa dici???!!!
- Aspetta, permettimi di spiegare…
-Ma non c’è niente da spiegare, vattene immediatamente! (Con voce squillante e irritata).
-Non pretendo nulla da te, ma dovevi saperlo.
Non ho mai tradito tua figlia ma in tutti i momenti intimi ci sei sempre tu, non riesco a togliermi la tua immagine dalla testa.
Ti prego, aiutami!
Al suono delle mie parole e più precisamente alla richiesta di aiuto, si è tranquillizzata e mi ha fatto accomodare.
- Allora, avanti, raccontami!
- Per prima cosa, mi sento molto imbarazzato, in secondo luogo, non ti ho mai vista come mia amante.
- Ah beh, meno male…
- Tu sei la mia padrona, la mia guida, la persona che ammiro a tal punto da desiderare di essere di sua proprietà.
- Cioè?
Mi inginocchiai e cercarmi di baciarle il piede ma lei me lo negò!
-Cosa stai facendo????
-Volevo dimostrarti quello che sento.
Ti prego, sono qui in ginocchio, permettimi di dimostrarti quanto io ti ami!
A quel punto si alzò in piedi, mi guardò con sguardo scocciato e visibilmente arrabbiato e mi diede uno schiaffo così forte che per un attimo vacillai.
- Ancora, padrona!
Lei scappò un sorriso e me ne diede uno ancora più forte: ss-ciaaaf!!!!
A quel punto di lei a chiedermi di baciarle i piedi e con stupore si accorse che il mio obiettivo non erano le sue estremità bensì le scarpe.
La invitai a sedersi, le presi un piede tra le mani, coperto da una scarpa col tacco in pelle.
Portai la suola di fronte a me e cominciai a leccare a lingua aperta.
- Ma che schifo! Ho camminato dappertutto!
Anche nei cessi!
Ma io non solo non mi fermai, ma ci presi ancora più gusto continuando a pulire lo sporco dalle suole.
Mi spostai leggermente per farle osservare la mia lingua totalmente nera di sporcizia.
- Avanti, ingoia lo sporco!
Non credevo che potesse accadere ma era lei che mi chiedeva anzi ordinava di eseguire.
Dopo 5 minuti, mi disse:
- Allora, cosa ti piacerebbe fare?
Senza pensarci: - Io sono il tuo cesso!
Vorrei poter avere l’onore di ingoiare il tuo nettare e la tua cioccolata!
- Ma fai proprio schifo! Chi avevo in casa mia?
Sei una latrina senza senso!
Fallito! Maiale schifoso!
Insomma, una serie di insulti “di gusto” che mi degradavano ad una categoria inferiore.
Infatti io sono inferiore rispetto a lei.
- Ti prego, concedimi questa grazia, padrona!
Andò in bagno per 10 minuti…
Il periodo più lungo e intenso della mia vita.
Il battito cardiaco era a 1000 e brividi e sussulti si alternavano dentro e fuori dal mio corpo.
Tornò con una bacinella con all’intento un bicchiere di nettare dorato e qualche pezzo di prodotto marrone che mi fecero quasi svenire.
Ero incredulo.
Andò in cucina per prendere una forchetta, tornò e mi disse:
- Fallito senza palle: bevi tutto!
Mi porse il bicchiere e io ingoiai tutto anche se quel gusto acido mi faceva venire voglia di vomitare perché i miei sogni erano ben lontani dalla realtà ma riuscii a completare l’opera.
- Bene, adesso alla cena!
Ce n’era davvero tanta!!!
- Apri la bocca!
E così cominciò ad imboccarmi.
- Mastica bene e fammi vedere prima di ingoiare!
Rideva schifata ma con un non so che di soddisfazione per quello che stavamo realizzando insieme.
E continuammo fino al termine degli escrementi.
Sembra poter fare davvero schifo ma vi assicuro che il contesto e la sua grazia nel porgermi quel cibo, hanno trasformato un momento schifoso in un istante di vera magia tra due persone che si volevano bene e che inspiegabilmente avevano trovato il proprio ruolo.
- Spogliati adesso e stai lontano da me perché puzzi di mmmerda!
Mi vide il membro duro come un macigno e rimase sorpresa dalle dimensioni ma nella sua cattiveria intrinseca trovò la maniera per umiliarmi.
- Dove sono i testicoli?
Fammi toccare…
Ma qui sotto non c’è niente?!?!
Sono due noccioline!
Sei senza palle!
E scoppiò in una risata di gusto.
- Ma fai davvero impressione!
Riesci a scopare?
Ti esce lo sperma?
Andò avanti così per due o tre minuti…
Alla fine si alzò, andò in soggiorno e tornò con un laccio.
Cominciò a legarmi le palle stringendo anche troppo…
- Hai le palle piccole quindi faccio molta fatica a legarle, lo sai?
- Si padrona!
Me le strinse così forte da togliermi il respiro a tal punto che le chiesi di mollare un po’…
- Cosa, allentare il laccio? Assolutamente no!
Oggi, tu, lascerai qui i tuoi inutili testicoli, capito?
Lo strinse così forte che l’erezione sparì così come l’eccitazione per lasciare spazio esclusivamente al dolore.
Lei mi guardava e mi ripeteva continuamente:
- Ti lascio senza palle!
Oggi tu non sarai più un uomo!
E continuava così…
Io sentivo un dolore mortale che si stava irradiando per tutto il ventre e lo stomaco.
La situazione stava degenerando e così le ho chiesto di smettere…
- Scusa C., ti prego adesso basta!
Non è più divertimento, mi stai facendo davvero male!
Lei si alzò nuovamente e tornò con due paia di manette per le mani e per i piedi e me le mise.
Ero per terra inerme con dolore lancinante e lei a quel punto cominciò a colpirmi i testicoli “blu” con una forza e cattiveria inaudita.
- Muori, merda! Muori!
Vali meno di quello che ti ho fatto ingoiare, schifoso!
Continuava a colpirmi fino a che sono svenuto.
Appena ripreso i sensi lei era ancora lì che colpiva le mie palle, diventate ormai un ammasso di pelle sanguinate.
Si vedevano anche i testicoli che stavano per uscire dalla sacca scrotale.
A questo punto mi tappò la bocca con un’asciugamano per evitare che io potessi urlare ma dopo qualche minuto di fermò, finalmente.
Perdevo molto sangue e lei rideva compiaciuta del risultato.
- Eunuco!
Uomo senza virilità!
Sei la feccia e come tale devi subire!
Aveva in mano un paio di forbici enormi e lì, in quella condizione, legato è inerme ho temuto per il peggio ma si fermò…
- Adesso basta! Ho terminato!
Fila in ospedale e spera che si possa recuperare qualcosa!
Andai in bagno per cercare di sistemare alla male peggio quello scempio.
Dovevo tenere i testicoli per evitare che mi cadessero: un disastro davvero.
Dopo circa 20 minuti uscii di casa e mi recai in ospedale al quale raccontai di essere stato vittima di un agguato.
Dopo due ore sotto i ferri mi dissero che era tutto a posto fatto salvo per le cicatrici e mi dimisero.
Erano le 2 di notte ma decisi di non tornare a casa ma andare da lei.
Una volta a casa sua le chiesi spiegazioni.
- Non lo so, mi sono sentita davvero proprietaria di qualcosa anzi, di qualcuno.
Sentivo di essere onnipotente, avrei potuto fare di te cioè che volevo ed ho esagerato.
Me ne vergogno!
È scoppiò in un pianto.
Io l’abbracciai e finimmo per baciarci…
Prima qualche bacio a stampo leggero e poi con la lingua.
Il suo profumo mi fece di nuovo eccitare in maniera esagerata tanto da non sentire più il dolore.
Mentre la penetravo, lei mi guardò e disse:
Vengo! Veeeeeengo!!! Veeeeeeengooooo!
Siiiiiiiio! Oh mio Dio! vengooooooo!
Andò avanti così per 5 minuti buoni facendo fuoriuscire quantità enormi di liquido.
- Anch’io ti amo alla follia e, nonostante la differenza di età, voglio stare con te!
Ci perdemmo in un bacio lunghissimo mentre io iniziai a venirle dentro, depositando dentro la sua vagina, litri di sperma.
Terminato quel momento lei mi volle coccolare per tutta la notte, dandomi baci e ricordando la folle esperienza sadica che l’aveva vista protagonista.
- Io voglio continuare, sia chiaro! Disse lei.
- Io voglio te per sempre!
E così, nonostante il dolore ai testicoli, ogni giorno, da quel momento, ci ricaviamo del tempo per vederci.
A volte non accade nulla perché con noi sono presenti tutti ma basta vedersi e, nei momenti migliori, far scappare un bacio appassionato.
Ho whatsapp pieno dei suoi messaggi in cui mi scrive che le manco e che vorrebbe essere con me.
Si vergogna per quello che sente ma ha sofferto troppo anzi non ha mai goduto come ha goduto con me e io corrispondo questo sentimento.
Abbiamo pensato persino di dirlo a tutti e metterci insieme ma, per il momento, non abbiamo trovato il coraggio.
To be continued …
3
voti
voti
valutazione
7
7
Commenti dei lettori al racconto erotico