La sagoma
di
Antogerry
genere
poesie
Tutte le sere alla stessa ora torno a casa, il mio corpo esausto mi dona le ultime forze, la mente inizia ad assaporare quel senso di tranquillità ke solo la propria casa sa regalare.
Pargheggio l'auto...sempre allo stesso posto, sono metodica ma mi sto bene, mi sento più sicura di me.
Scendo e mi avvio verso le scale, i miei takki fanno il solito rumore sull'asfalto e come al solito da un pó di tempo mi accorgo che qualcuno mi osserva, mi guarda attraversare il cortile ke la nebbia rende velato, lo intravedo attraverso la tenda ha una sagoma invitante, e mi chiedo chi sarà, come sarà.
Passano un paio di giorni, rincaso, stesso posto stesso percorso, stesso sguardo a quella finestra che stranamente è vuota, quella sagoma dietro la tenda non c'è, sono dispiaciuta di non vederla mi eccitava l'idea che qualcuno mi desidera in silenzio.
Apro il portone lancio un ultima occhiata alla finestra per triste conferma, arrivo quasi al mio pianerottolo, ho la testa bassa, cerco nella borsa mai ordinata le chiavi di casa che come una cretina ho riposto dopo aver aperto il portone e sento una presenza, un respiro un passo, tra lo spaventata e la sorpresa alzo la testa e mi giro, lo guardo negli occhi e mi guarda, credo sia lui, spero sia lui, mi allarmo un po' ma voglio convincere me stessa che sia lui.
La sagoma è la sua, il silenzio e la tensione si tagliano a fette, salgo l'ultimo gradino e trovo il coraggio di dire un buonasera che si incastra in gola, si eccolo, corpo appoggiato al muro, bello, camicia blu che modella un fisico scolpito che appare più che interessante, viso stupendo, mi saluta gentilmente, gli sorrido e mi sorride, si avvicina sempre di più, poi ad un tratto mi afferra, io non mi allontano, mi sento presa prima mentalmente ke fisicamente e forse averlo addosso era quello che aspettavo, mi fa saltare i bottoni della camicia comincia a baciarmi il collo mi sento nervosa, come se nn mi sentissi pronta ma chi se ne frega, mentre mi bacia il petto e gli tengo la testa apro la porta di casa ma nn faccio in tempo ad entrare che mi spinge contro il muro mi vuole lì, su quel pianerottolo, continua a baciarmi affamato di me, mi vuole, ed io voglio lui e allora va bene tutto, anche il pianerottolo recupero tutto il coraggio e la sfrontatezza e tiro fuori la parte più porca di me, gli slaccio i pantaloni infilo la mano nei suoi boxer grigio perla aderenti e capisco che la realtà ripaga le aspettative, in uno scatto di passione e adrenalina gli mordo il lobo, accusa il colpo e mi spinge via, sono passata da vittima a carnefice e la cosa aumenta la mia eccitazione, mi abbasso tiro fuori la sua parte maschia, lo voglio, voglio farlo impazzire, comincio a leccarlo baciarlo circumnavigarlo, ne scopro dimensioni ed ogni dettaglio con la mia lingua, adoro farlo mi sento padrona fino a che si ribaltano le parti mi tira su per i capelli mi sbatte contro il muro non posso reagire non ho la forza e non la cerco mi tiro su la gonna, lo sfido e lui accetta.
Un colpo deciso e mi strappa le mutande ormai bagnate del mio piacere, non serve altro mi afferra una coscia la tira su tenendola cn un braccio ed entra deciso dentro di me, e spinge forte, una due tre volte e ancora e ancora, non accenna a fermarsi e certamente nn sarò io a fermarlo, lo stringo a me gli graffio il collo e lui continua fino a che lo sento godere dentro di me senza alcun timore.
In un attimo passiamo dai sospiri e i gemiti al silenzio totale, lui mi resta addosso fino a che il respiro di entrambi non si placa, poi si stacca mi accarezza e mi bacia, si sistema il pantalone ke ormai era finito sulle scarpe, entrambi siamo zuppi di sudore mi abbasso la gonna lo accarezzo e gli dico beh serve una doccia ad entrambi, lo invito ad entrare in fondo la notte è ancora lunga e di fantasie ne ho piena la testa, accetta in silenzio di essere la mia vittima ed entra in casa.
Lo seguo chiudo la porta alle mie spalle e come se fosse un sipario metto fine al primo atto di questa stupenda opera...
Pargheggio l'auto...sempre allo stesso posto, sono metodica ma mi sto bene, mi sento più sicura di me.
Scendo e mi avvio verso le scale, i miei takki fanno il solito rumore sull'asfalto e come al solito da un pó di tempo mi accorgo che qualcuno mi osserva, mi guarda attraversare il cortile ke la nebbia rende velato, lo intravedo attraverso la tenda ha una sagoma invitante, e mi chiedo chi sarà, come sarà.
Passano un paio di giorni, rincaso, stesso posto stesso percorso, stesso sguardo a quella finestra che stranamente è vuota, quella sagoma dietro la tenda non c'è, sono dispiaciuta di non vederla mi eccitava l'idea che qualcuno mi desidera in silenzio.
Apro il portone lancio un ultima occhiata alla finestra per triste conferma, arrivo quasi al mio pianerottolo, ho la testa bassa, cerco nella borsa mai ordinata le chiavi di casa che come una cretina ho riposto dopo aver aperto il portone e sento una presenza, un respiro un passo, tra lo spaventata e la sorpresa alzo la testa e mi giro, lo guardo negli occhi e mi guarda, credo sia lui, spero sia lui, mi allarmo un po' ma voglio convincere me stessa che sia lui.
La sagoma è la sua, il silenzio e la tensione si tagliano a fette, salgo l'ultimo gradino e trovo il coraggio di dire un buonasera che si incastra in gola, si eccolo, corpo appoggiato al muro, bello, camicia blu che modella un fisico scolpito che appare più che interessante, viso stupendo, mi saluta gentilmente, gli sorrido e mi sorride, si avvicina sempre di più, poi ad un tratto mi afferra, io non mi allontano, mi sento presa prima mentalmente ke fisicamente e forse averlo addosso era quello che aspettavo, mi fa saltare i bottoni della camicia comincia a baciarmi il collo mi sento nervosa, come se nn mi sentissi pronta ma chi se ne frega, mentre mi bacia il petto e gli tengo la testa apro la porta di casa ma nn faccio in tempo ad entrare che mi spinge contro il muro mi vuole lì, su quel pianerottolo, continua a baciarmi affamato di me, mi vuole, ed io voglio lui e allora va bene tutto, anche il pianerottolo recupero tutto il coraggio e la sfrontatezza e tiro fuori la parte più porca di me, gli slaccio i pantaloni infilo la mano nei suoi boxer grigio perla aderenti e capisco che la realtà ripaga le aspettative, in uno scatto di passione e adrenalina gli mordo il lobo, accusa il colpo e mi spinge via, sono passata da vittima a carnefice e la cosa aumenta la mia eccitazione, mi abbasso tiro fuori la sua parte maschia, lo voglio, voglio farlo impazzire, comincio a leccarlo baciarlo circumnavigarlo, ne scopro dimensioni ed ogni dettaglio con la mia lingua, adoro farlo mi sento padrona fino a che si ribaltano le parti mi tira su per i capelli mi sbatte contro il muro non posso reagire non ho la forza e non la cerco mi tiro su la gonna, lo sfido e lui accetta.
Un colpo deciso e mi strappa le mutande ormai bagnate del mio piacere, non serve altro mi afferra una coscia la tira su tenendola cn un braccio ed entra deciso dentro di me, e spinge forte, una due tre volte e ancora e ancora, non accenna a fermarsi e certamente nn sarò io a fermarlo, lo stringo a me gli graffio il collo e lui continua fino a che lo sento godere dentro di me senza alcun timore.
In un attimo passiamo dai sospiri e i gemiti al silenzio totale, lui mi resta addosso fino a che il respiro di entrambi non si placa, poi si stacca mi accarezza e mi bacia, si sistema il pantalone ke ormai era finito sulle scarpe, entrambi siamo zuppi di sudore mi abbasso la gonna lo accarezzo e gli dico beh serve una doccia ad entrambi, lo invito ad entrare in fondo la notte è ancora lunga e di fantasie ne ho piena la testa, accetta in silenzio di essere la mia vittima ed entra in casa.
Lo seguo chiudo la porta alle mie spalle e come se fosse un sipario metto fine al primo atto di questa stupenda opera...
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