Il muratore
di
LILLO
genere
gay
Parecchi anni fà, i miei decisero di fare dei lavori di muratura al nostro appartamento, e così, i primi di febbraio ci ritrovammo una squadra di operai che lavoravano alla zona nord dell'appartamento, e su alcuni balconi.
Il nostro era un'appartamento molto grande, circa trecento metriquadri, e quindi, diciamo che non ostacolavano la nostra vita quotidiana, noi eravamo in cinque, amma papà due sorelle e io un maschietto, per modo di dire.
Ho sempre avuto la predilizione verso il mio sesso, e verso l'intimo di mia madre, e delle mie sorelle, e così, al mio rientro a casa da scuola, avendo un'oretta prima che arrivassero tutti, mi precipitavo in camera di mamma e indossavo i suoi slip, o calzavo le sue scarpe, allora avevamo o stesso numero.
Era un bisogno giornaliero per mè, una droga, e poi travestita mi masturbavo, e cosa che ho sempre fatto, raccoglievo i miei schizzi e bevevo il mio sperma, immaginando fosse di un bel maschione.
Ma presa dal mio vizio, non mi accorsi, che da giorni, ero spiata da uno dei muratori, un uomo sui trentacinque anni, torchiato, un meridionale, eravamo negli anni settanta, io frequentavo la treza media, erano uomini appena arrivati dal sud, soli, e con pochi soldi, quindidonne poche.
Mi accorsi di lui, perchè, mi girai di scatto, volevo infilarmi nel culetto il manico della spazzola di mamma, e così lo vidi, lì, in piedi, pantaloni alle caviglie, mutande alle ginocchia e in mano un grosso cazzo,si stava segando, non si fermò, anzi accellerò il ritmo, io mi spaentai un attimo, ma poi decisi di continuare, presi la spazzola, e la infilai ero bagnatissima, e così, mi scopai gemendo, per farmi sentire da lui, e poi mi girai e mi masturbai, venimmo quasi insieme.
Così, per un paio di settimane, ripetei il gioco, e lui sempre presente, mi avvicinavo sempre piùalla porta finestra del balcone, e poi un lunedì, prima che arrivasse socchiusi la porta, e mi misi sul tappeto, nuda, con reggicslze e tacchi di mamma, misi al mio financo una scatola di nivea, e appena Marcello si presentò col cazzo in mano, gli feci segno di entrare, fù stupito, ma poi accettò, chiuse la porta e si avvicnò, mi alzai lo baciai, la sua lingua era ruvida e calda, poi gli presi in mano il cazzo, ero bravina, facevo seghe e pompe ai miei compagni, e così, in ginocchio gli feci un pompino pazzesco, troppa erra la voglia che mi sborrò in bocca dopo pochi minuti, era tanta e calda a fatica ne inghiotti una parte, il resto era sul mio petto.
Poi , mi coricai a pancia sopra, lui capì, si tolse gli scarponi e i pantaloni, e si sistemò trà le mie gambe, gli porsi la crema, sui la mise sul suo cazzo, e poi appoggiò la cappella al mio buco, trattenni il respiro, non ero più vergine, ma un cazzo così non lo avevo mai preso.
Marcello spinse e entrò, mi bruciava un poco, ma feci finta di nulla, mi sfondò per bene chiusi gli occhi e mi godetti il momento, sentii le sue palle era dentro tutto, poi iniziò a scoparmi lentamente, e poi più forte, mi dava colpi pazzeschi, che mi facevano godere sempre più.
Poi mi girò, e mi montò come doveva essere, io sotto i suoi colpi pazzeschi, e il mio cazzo che duro sbatteva contro la mia pancia, spruzzando sborra per il tappeto.
Poi mi afferrò per i fianchi, e mi riempì di sperma, crollai con sopra lui, era stupendo, poi mi lasciò, li a poco arrivò mia madre, che non si accorse di nulla.
I giorni successivi, appena potevamo, scopavamo, mi innamorai di lui poco dopo, lo volevo tutti i giori, ma non era possibile, così, con astuzia riuscii a raggiungerlo al sabato e alla domenica a casa sua, dove mi trasformavo nella sua donna, e se arrivava qualcuno, ero la sua sorellina.
In primavera fù tutto più semplice, io ero più libera, e per le vacanze sempre libera per lui, ma poi un bel giorno finì tutto, mamma aveva mangiato la foglia, sveva trovato le sue cose in disordine, e mi crò, ma non credeva di trovarmi in certe condizioni, era inizio settembre, io ero ben truccata, rossetto reggiseno slip reggicalze tacchi, e Marcello nudo che mi montava alla pecora, il suo cazzo lo si vedeva entrare e uscire dal mio culo, mentre io guaivo come una cagna in calore, eravamo all'orgasmo, quando mia madre entrò in camera, e alla vista della scena emise un urlo, Marcello, si staccò da mè, e schiozzò il primo getto sul mio buco dilatato, poi girandosi spruzzò mamma sul seno e in viso, e poi per la camera, prese i suoi vestiti e scappò,io rimasi lì, il mio cazzo sborrava copiosamente.
Mamma mi prese a schiaffi, io ero lì davanti a lei cazzo duro e vedevo lo sperma sul suo seno, iniziai a leccarlo, lei mi cacciò in camera mia, dove mi feci una sega.
Lei poco dopo entrò e mi vide intenta a godere, si sedette al mio fianco, e mi accarezzò, io sborrai e la sporcai, le sorrise, ma sei proprio una troietta mi disse.
Parlammo per un paio d'ore, e poi mi diede il permesso di continuare il mio rapporto con Marcello, e poi finiti i lavori, lo incontravo regolarmente, alla maggiore età, ci fidanzammo, un paio di anni dopo andammo a convivere insieme, era mio marito, e continuammo la nostra relazione fino a pochi anni fà, ora sono vedova, e il ricordo del suo cazzo mi fà venire ancora oggi.
Il nostro era un'appartamento molto grande, circa trecento metriquadri, e quindi, diciamo che non ostacolavano la nostra vita quotidiana, noi eravamo in cinque, amma papà due sorelle e io un maschietto, per modo di dire.
Ho sempre avuto la predilizione verso il mio sesso, e verso l'intimo di mia madre, e delle mie sorelle, e così, al mio rientro a casa da scuola, avendo un'oretta prima che arrivassero tutti, mi precipitavo in camera di mamma e indossavo i suoi slip, o calzavo le sue scarpe, allora avevamo o stesso numero.
Era un bisogno giornaliero per mè, una droga, e poi travestita mi masturbavo, e cosa che ho sempre fatto, raccoglievo i miei schizzi e bevevo il mio sperma, immaginando fosse di un bel maschione.
Ma presa dal mio vizio, non mi accorsi, che da giorni, ero spiata da uno dei muratori, un uomo sui trentacinque anni, torchiato, un meridionale, eravamo negli anni settanta, io frequentavo la treza media, erano uomini appena arrivati dal sud, soli, e con pochi soldi, quindidonne poche.
Mi accorsi di lui, perchè, mi girai di scatto, volevo infilarmi nel culetto il manico della spazzola di mamma, e così lo vidi, lì, in piedi, pantaloni alle caviglie, mutande alle ginocchia e in mano un grosso cazzo,si stava segando, non si fermò, anzi accellerò il ritmo, io mi spaentai un attimo, ma poi decisi di continuare, presi la spazzola, e la infilai ero bagnatissima, e così, mi scopai gemendo, per farmi sentire da lui, e poi mi girai e mi masturbai, venimmo quasi insieme.
Così, per un paio di settimane, ripetei il gioco, e lui sempre presente, mi avvicinavo sempre piùalla porta finestra del balcone, e poi un lunedì, prima che arrivasse socchiusi la porta, e mi misi sul tappeto, nuda, con reggicslze e tacchi di mamma, misi al mio financo una scatola di nivea, e appena Marcello si presentò col cazzo in mano, gli feci segno di entrare, fù stupito, ma poi accettò, chiuse la porta e si avvicnò, mi alzai lo baciai, la sua lingua era ruvida e calda, poi gli presi in mano il cazzo, ero bravina, facevo seghe e pompe ai miei compagni, e così, in ginocchio gli feci un pompino pazzesco, troppa erra la voglia che mi sborrò in bocca dopo pochi minuti, era tanta e calda a fatica ne inghiotti una parte, il resto era sul mio petto.
Poi , mi coricai a pancia sopra, lui capì, si tolse gli scarponi e i pantaloni, e si sistemò trà le mie gambe, gli porsi la crema, sui la mise sul suo cazzo, e poi appoggiò la cappella al mio buco, trattenni il respiro, non ero più vergine, ma un cazzo così non lo avevo mai preso.
Marcello spinse e entrò, mi bruciava un poco, ma feci finta di nulla, mi sfondò per bene chiusi gli occhi e mi godetti il momento, sentii le sue palle era dentro tutto, poi iniziò a scoparmi lentamente, e poi più forte, mi dava colpi pazzeschi, che mi facevano godere sempre più.
Poi mi girò, e mi montò come doveva essere, io sotto i suoi colpi pazzeschi, e il mio cazzo che duro sbatteva contro la mia pancia, spruzzando sborra per il tappeto.
Poi mi afferrò per i fianchi, e mi riempì di sperma, crollai con sopra lui, era stupendo, poi mi lasciò, li a poco arrivò mia madre, che non si accorse di nulla.
I giorni successivi, appena potevamo, scopavamo, mi innamorai di lui poco dopo, lo volevo tutti i giori, ma non era possibile, così, con astuzia riuscii a raggiungerlo al sabato e alla domenica a casa sua, dove mi trasformavo nella sua donna, e se arrivava qualcuno, ero la sua sorellina.
In primavera fù tutto più semplice, io ero più libera, e per le vacanze sempre libera per lui, ma poi un bel giorno finì tutto, mamma aveva mangiato la foglia, sveva trovato le sue cose in disordine, e mi crò, ma non credeva di trovarmi in certe condizioni, era inizio settembre, io ero ben truccata, rossetto reggiseno slip reggicalze tacchi, e Marcello nudo che mi montava alla pecora, il suo cazzo lo si vedeva entrare e uscire dal mio culo, mentre io guaivo come una cagna in calore, eravamo all'orgasmo, quando mia madre entrò in camera, e alla vista della scena emise un urlo, Marcello, si staccò da mè, e schiozzò il primo getto sul mio buco dilatato, poi girandosi spruzzò mamma sul seno e in viso, e poi per la camera, prese i suoi vestiti e scappò,io rimasi lì, il mio cazzo sborrava copiosamente.
Mamma mi prese a schiaffi, io ero lì davanti a lei cazzo duro e vedevo lo sperma sul suo seno, iniziai a leccarlo, lei mi cacciò in camera mia, dove mi feci una sega.
Lei poco dopo entrò e mi vide intenta a godere, si sedette al mio fianco, e mi accarezzò, io sborrai e la sporcai, le sorrise, ma sei proprio una troietta mi disse.
Parlammo per un paio d'ore, e poi mi diede il permesso di continuare il mio rapporto con Marcello, e poi finiti i lavori, lo incontravo regolarmente, alla maggiore età, ci fidanzammo, un paio di anni dopo andammo a convivere insieme, era mio marito, e continuammo la nostra relazione fino a pochi anni fà, ora sono vedova, e il ricordo del suo cazzo mi fà venire ancora oggi.
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