In treno
di
Lulù
genere
trio
Ero in treno, agosto, caldo torrido, di ritorno dalla Sicilia, di fronte a me sedeva una giovane donna, da sola. La camicia senza maniche le lasciava scoperte le braccia ambrate, non era scollata ma i seni le premavano sui bottoni che dilatavano le asole e lasciavano intrecadere piccole parti della curvatura del seno. Era accaldata, la fronte umida, nera di capelli occhi scuri e profondi, intensi, la bocca carnosa. Una gonna fino al ginocchio le lasciava scoperte le lunghe gambe, e quando accallava un piccolo triangolino di mutandina si affacciava tra le sue cosce, non riusciva a stare ferma con le gambe, forse il caldo le faceva aderire sul rivestimento del sedile e la infastiva. Ad un certo punto si è assopita e le gambe le si sono leggermente divaricate...un ciuffetto di peli neri si intravedeva, le usciva fuori dalle mutandine. Poco dopo nel nostro vagone si venne a sedere un prete, era accanto a me e quindi la ragazza gli era difronte, ero in imbarazzo per questa situazione, mi chiedevo che effetto potesse fargli intravedere la topina della giovane, ma non sembrava interessato. Finalmente venne accesa l'aria condizionata, ma molti finestrini del corridoio erano rimasti aperti, allora chiesi al sacerdote di poter chiudere la porta della nostra cuccetta e lui con molta serenità acconsentì ma si rimise subito a leggere il suo giornale. Mi ritrovai così con loro due, in quella insolita situazione. Da sempre una delle mie fantasie era stata quella di farmi toccare da un prete, ed ora quel pensiero mi creava un forte imbarazzo. Cercai di pensare ad altro, ma la giovane donna, cedendo al sonno divaricò di più le gambe e le mutandine le s'infilarono al centro della patatina, aveva le grandi labbra aperte e pelose e le piccole le si intravedevano rosee...non era lei ad eccitarmi ma la situazione. Dal vetro potevo vedere il riflesso del prete senza essere vista, e mi accorsi che anche lui la stava guardando furtivo...nella prima galleria che imboccammo la nostra cabina divenne buia, avrei voluto allungare la mano e toccarglielo ma non ne ebbi il coraggio, però ne approfittai per slacciarmi la camicia e mettere in mostra i miei grandi seni. Usciti dalla galleria, lui mi era sembrato agitato, ma non mi rivolse uno sguardo. Così decisi di cambiare posto e mi misi seduta difronte a lui e lo guardai dritto negli occhi, lui ricambiò con un sorriso pudico. Alla seconda galleria, nel buio il treno fece per frenare e le mie gambe finirono tra le sue, lui ebbe un sussulto ed io gli chiesi prontamente scusa, ma ero molto eccitata...uscimmo alla luce e non ci dissimo una parola, lui però guardava più spesso verso la fica della ragazza che continuava a dormire, allora cercai di attirare la sua attenzione e divaricai un pò le gambe, riportò il suo sguardo al giornale. Poi la terza galleria, buio e silenzio, sentii qualcosa tra le gambe, dita mi aprivano la fica ed entravano prepotentemente dentro, ero eccitatissima, poi sentii il suo membro duro che mi accarezzava la clitoride scappellandosi, e ancora più dita dentro di me e nel mio buchino di dietro, un piccolo gemito mi usci dalla bocca e lui prontamente me la chiuse con una mano, pensai non volesse svegliare la ragazza... Avevo voglia di prenderlo in bocca e succhiarglielo come forse mai nessuno aveva fatto, ma era buio pesto e non sapevo come fare. Avevo la fica con le sue dita dentro e la sua lingua la succhiava e leccava, a tratti toglieva le dita e ci infilava la lingua dentro, anche nell'ano. Ebbi un orgasmo intenso e veloce tutta la clitoride era presa dalle contrazioni orgasmiche. Sorprese non sentire che anche lui non fosse venuto, come poteva un prete durare così a lungo? Uscimmo fuori dalla galleria e capì cosa stava succedendo: lui stava fottendo da dietro la ragazza che con lingua e mani armeggiava sulla mia fica! Fui molto sorpresa, non ero stata mai con una donna e non avrei scelto di farlo. Ora eravamo alla luce, lui aveva la tonaca tirata su, le mutande calate, la pancia pronunciata sbatteva sul culo della ragazza, mai avevo visto un'espressione di piacere più intensa e coonotativa di quella. La ragazza mi guardò, sembrava più interessata a me che a lui, ma io era lui che volevo, con la mano la scansai da me, allora anche lui si fermò, volevo soddisfare la mia fantasia, volevo scoparmelo. Entrammo in un'altra galleria, ancora buio, cercai di prendelo con le mani, mi fece stendere sul sedile per lungo, mi divarcò le gambe, ma non sentì il suo membro prendermi...la ragazza si era sdraiata su di me e strofinava la sua fica bagnata sulla mia, sentivo il suo clitoride sul mio, e le sue piccole labbra fare ventosa sulle mie... Tornò la luce, lui era davanti a noi, e si masturbava tenendosi la tonaca tirata sù, aveva un pisello non grosso ma largo, roseo con la cappella grande come quella di un fungo, la ragazza venne, sentivo le sue contrazioni, ma non si staccava, allungai la mano e glielo presi, doveva essere già venuto prima con lei, perché i peli erano secchi e appiccicosi di sperma. Finalmente lei si stacca , faccio mettere il prete seduto, e mi ci siedo sopra, me lo ficco tutto dentro e sento la fica aprirsi mentro il suo cazzo entra dentro, mi fa anche un pò male, l'avevo sottovalutato, lo sento crescere e indurirsi, lo cavalco e lui mi prende i seni tra le mani, succhia i capezzoli li tira con i denti, mi alzo e mi abbasso sul suo cazzo come se fosse un perno sul quale mi reggo, vengo di piacere appena in tempo, perchè lui mi stava schizzando in faccia.
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