Troietta trova casa e non solo quella

di
genere
gay

Troietta trova casa e non solo quella
Avevo lasciato la casa di Lucio ed avevo pensato di potermela cavare da solo. In fondo si trattava di dare agli altri quello che mi piaceva dare … PIACERE e GODIMENTO. Trovai un posto dove non avrei dato fastidio ad altri venditori di sesso e mi misi a battere il marciapiede. Ben presto ebbi conferma delle parole profetiche di Lucio e Yvonne “No, tu non sei come noi, ti massacrerebbero la prima serata” infatti dopo aver soddisfatto quattro clienti con rapporti orali, mi si accostò una macchina di lusso, il finestrino si abbassò con un lieve ronzio. Il guidatore si sporse verso il lato passeggero e mi chiese :” Quanto prendi?” “ 30 € di bocca e 100 per il culetto” “ Va bene Sali!”. Salii sull’auto e gli chiesi cosa voleva e lui mi rispose ”Tutto”, gli indicai il posto riparato dove avremo potuto consumare il nostro rapporto in tranquillità. Appena fummo fermi, gli chiesi i soldi e lui con tutta tranquillità mi mise in mano 150€ dicendomi “ Voglio un lavoro di bocca fatto bene per poi riempirti il culo abbondantemente”, quindi tirò giù i sedili ribaltabili, io gli slacciai la cintura, gli sbottonai i pantaloni infilai la mano nei boxer e glielo tirai fuori. Aveva un bel cazzo, di dimensioni normali e ben fatto, cominciai un lento lavoro di mano e quando fu abbastanza duro glielo scappellai e cominciai a stuzzicargli il frenulo con sapienti colpetti di lingua per poi scendere lungo tutta l’asta e andare a leccare i coglioni che erano gonfi e turgidi. Glieli baciai, li leccai a lungo, risalii poi lungo la sua verga che ora era dura come una pietra e glielo presi in bocca cominciando un pompino con fiocchi e controfiocchi, ero conscio di fargli un vero capolavoro di lingua e bocca. Lo succhiai per circa 10 minuti durante i quali lui aveva provveduto a sfilarmi i calzoni della tuta da ginnastica e scostato il laccetto del perizoma aveva iniziato a titillarmi il buchetto, poi mi mise due dita in bocca dicendomi di insalivarle per bene, lo accontentai sapendo dove sarebbero finite quelle due dita, che quando furono bagnate e colanti la mia saliva, lui infilò con decisione nel mio culo, facendomi fare una smorfia di dolore che mi parve lo eccitasse ancor di più. Cominciò a farle scorrere avanti e indietro sempre più velocemente provocandomi un leggero godimento , iniziai a mugolare di piacere. “Ti piace troia eh! Ti piace, ora te lo allargo per bene questo buco!” comprendendo che era giunto il momento, tirai fuori un preservativo dal borsello lo aprii e glielo infilai. Mi fece girare a pancia sotto, si posizionò sopra di me e iniziò a farsi strada in mezzo alle mie natiche, giunto sulla soglia del mio buco spinse con forza e senza pietà mi penetrò a fondo strappandomi un urlo di dolore. “Piano, ti prego fai piano, non mi piace la violenza” “Taci puttana, non vorrai mica farmi credere di essere una verginella, chissà quanti cazzi ci hanno sborrato in questo buco di culo, brutta troia di un finocchio che non sei altro” compresi che mi conveniva assecondarlo visto che la situazione stava prendendo una piega che non mi piaceva. Cominciai cosi a mugolare fingendo piacere e lui si mise a scoparmi con più calma ed ogni volta che mi diceva “ Ti piace troia?” io gli rispondevo “ Siii! così continua sei un vero toro da monta, si godo come una vacca!” andò avanti così per circa 20 minuti poi finalmente sentii il serbatoio del preservativo riempirsi. Quando si fu scaricato completamente lo tirò fuori si sfilò il preservativo e mi disse “Puliscimi bene il cazzo con la lingua troia!”, lo accontentai leccandogli il cazzo raccogliendo con la lingua tutte le tracce di sperma che erano rimaste. Ci rivestimmo e gli chiesi di riaccompagnarmi dove mi aveva caricato. Quando aprii la portiera per scendere lui mi strappò il borsello dalle mani e con un ghigno bastardo mi disse “Te l’ho detto che volevo tutto troia!” mi spinse con forza fuori dall’auto scaraventandomi a terra e ripartì sgommando portandosi via il guadagno di tutta la serata. Mi rialzai con l’intenzione di rincorrerlo non accorgendomi che un’altra macchina stava sopraggiungendo. Solo la presenza di spirito e la prontezza di reazione del guidatore impedì che venissi travolto. “Hei! Giovanotto ti puzza la vita?” mi voltai e vidi che la voce apparteneva al guidatore, un bell’uomo sulla cinquantina, alto circa 1,80, brizzolato, occhi neri e … cazzo! Quel colletto rigido … un prete.
Scese dalla macchina e venendomi incontro mi chiese come mai mi ero buttato in mezzo alla strada così, senza guardare. Gli spiegai cosa era successo e che ero soprattutto preoccupato per i documenti. “Tranquillo quelli li ritroviamo, prendono i soldi, il resto lo buttano. Da che parte è andato?” , gli indicai dove quel porco aveva svoltato. Lui mi disse “ Vieni con me, vedrai che ritroviamo borsello e documenti.”.
Gli andai dietro e dopo circa duecento metri trovammo il mio borsello in terra tra due auto posteggiate. Dentro c’erano i miei documenti, ma di soldi neppure l’ombra.
Tornammo alla sua auto e a questo punto si presentò “ Sono Don Gabriele ma tutti mi chiamano Don Lele, tu come ti chiami? ” “ Mirko ” risposi. “ Quanti anni hai?” “ Ventitre” “ da quanto fai questa vita?” “ E’ la prima sera ed è andata malissimo” “bene hai un posto dove ti posso accompagnare o pensi di lavorare ancora? “ Lo guardai dritto negli occhi “ Non posso andare da nessuna parte senza soldi, quindi devo ancora lavorare” “ bene, vuol dire che sarò io il tuo prossimo cliente. Ma siccome non amo scopare in auto, andiamo alla mia casa d’accoglienza, così potrò divertirmi con comodo e in tutta tranquillità!” Lo guardai stupito da tanta franchezza, stentavo a credere a quello che aveva detto, lui mi guardò sorridendo e poi esclamò” Cosa credi che noi preti lo teniamo solo per pisciare? No mio caro Mirko, scopiamo come tutti gli altri. Alcuni con gli uomini ,altri con le donne ed altri ancora come me con maschi e femmine indifferentemente!” Confesso che la sua argomentazione mi lasciò stupito, divertito ed anche molto eccitato. Dopo circa un quarto d’ora giungemmo innanzi ad un grande palazzo circondato da uno splendido giardino, il cancello automatico si aprì e dopo aver posteggiato nel garage interrato entrammo nella “Casa di Accoglienza Don Faustino”.
Incontrammo un uomo anziano che salutò e indicandomi disse “ Buona sera Don Lele, abbiamo un nuovo ospite? Devo registrarlo?” “ No Orazio, per questa notte è ospite mio, poi domani vedremo.” Salimmo con l’ascensore fino all’ultimo piano ed entrammo nel suo appartamento, “ qual è la tua tariffa?” “trenta di bocca e cento per il culetto” risposi, “Benissimo, credo che trecento Euro per tutta la notte possano andare bene?!” “ Per quella cifra puoi chiedermi qualunque cosa che non sia però violenza” risposi “ Con me la violenza non convive, ma solo divertimento e godimento reciproco. Ed ora andiamo a farci una bella doccia!”.
Il bagno era lussuoso, la doccia era enorme e con l’idromassaggio su tutte e tre le colonne per gli eventuali utilizzatori, era la prima volta che vedevo una doccia a tre posti. Ci spogliammo e rimasi stupito dal fisico di Don Lele, un quarantaseienne con il fisico di un trentenne ed un cazzo molto ben fatto di dimensioni giuste e proporzionate, veramente uno dei cazzi più belli tra quelli che avevo preso fino a quel momento. Rendendosi conto che lo stavo (Si sono onesto lo stavo ammirando vogliosamente) divorando con gli occhi, mi sorrise dicendo “potrai godertelo in tutti i modi, abbiamo tutta la notte per noi”.
Entrammo in doccia e cominciammo ad insaponarci a vicenda, l’acqua calda mi faceva un grande piacere, come le mani di Don Lele che mi accarezzavano insaponandomi, soffermandosi sulle mie natiche palpandole vogliosamente. “ Lo sai che hai proprio un bel culetto? Non vedo l’ora di penetrarlo e scaricargli dentro tutto il mio seme” spostò le sue mani con le dita lunghe ed affusolate sul mio ventre piatto ed efebico e cominciò ad accarezzare tutto il mio tronco si soffermò a stuzzicare i capezzoli, mentre tra le mie natiche sentivo crescere il suo desiderio. Voltai la testa verso di lui e la mia bocca incontrò la sua. Un bacio intenso ed appassionato ci unì, le nostre lingue danzavano una danza che invocava sesso, trasgressione, il tutto in nome di una passione che ci stava travolgendo portandoci nei più reconditi angoli degli umani desideri. Mi staccai da quel bacio ed cominciai a baciarlo sul collo, sulla gola, scesi a leccargli e a succhiargli i capezzoli turgidi come pietruzze marine, leccai il suo ombelico e poi annusai vogliosamente il suo membro, quindi alzai lo sguardo verso di lui e gli dissi “Voglio assaporare e bere il tuo seme direttamente dalla fonte!” e dopo aver detto questo iniziai un pompino pieno di passione, di laida perversione inframmezzata da sguardi provocanti e mugolii da vera troia. Il tutto portò all’esito sperato e voluto, le sue mani mi tennero la testa ferma mentre il suo cazzo con violente pulsazioni mi scaricava in bocca una eiaculazione abbondante, una quantità piuttosto elevata di sperma molto denso e dal sapore salmastro. Ingoiai tutto con piacere ed eccitazione. “ Assciughiamoci ed andiamo a letto, non vedo l’ora di riempirti il culo come ti ho riempito la bocca” “ Lo voglio anche io, voglio sentire il mio ventre riempirsi del tuo sperma, voglio sentirmi come una cagna ingravidata”, ero decisamente fuori di testa! Sul letto continuammo a baciarci appassionatamente, poi ci mettemmo a sessantanove, lui sotto ed io sopra. Ripresi a baciargli l’uccello che era di nuovo duro e che emanava il profumo della avvenuta eiaculazione, profumo che mi eccitava meravigliosamente, gli leccai le palle che riscontrai ancora abbondantemente piene e che ero intenzionato a svuotare totalmente. Lui intanto si stava dedicando al mio buchetto infilandoci profondamente la lingua, muovendola come un piccolo cazzo che vuole farsi strada nel mio culetto. Mi insalivò abbondantemente poi mi fece mettere supino, prese le mie gambe sulle sue spalle e indirizzò la sua verga verso il mio ano. Sentii la sua cappella calda spingere ed il mio sfintere cedere volentieri a quella spinta lenta ma continua, poi finalmente il suo cazzo scivolò completamente dentro di me. Lungo fu il bacio che sigillò quell’unione fisica, laida e passionale, che non si sarebbe fermata fino a notte inoltrata.
Scopava in maniera fantastica, non era per nulla egoista, lo eccitava molto il constatare che il mio godimento era reale e non dettato da un copione di mestiere. I baci passionali non finivano mai ed io tra le sue braccia mi sentivo veramente femmina e troia.
“ fatti una sega e sborrati sulla pancia” mi disse, cominciai a menarmi l’uccello come richiesto, seguendo il ritmo della sua scopata. Ben presto raggiunsi l’orgasmo e sborrai con due fiotti violenti sulla pancia e sul mio petto, lui la risucchiò e poi me la riversò in bocca baciandomi nuovamente, condividendo così il sapore del mio sperma. Poco dopo accelerò il ritmo della scopata, “ Ora ti riempio il culetto di sborra come ti ho riempito la bocca” “ si sborrami in culo voglio sentirmi completamente pieno, sono la tua troia, la tua cagna in calore, dai così sfondami il culo, godo nuovamente, sborro di nuovo!!!” nello stesso istante in cui lui mi sborrava dentro, io sborrai nuovamente sul mio petto. Anche questa volta lui raccolse il mio seme nella sua bocca e poi mi baciò. Rimase nel mio culo finché il cazzo non tornò a riposo, appena fu fuori lui andò a raccogliere con la lingua la sborra che mi colava fuori dal buco del culo, convincendomi sempre più che era un vero porcellino amante dello sperma che anche stavolta condivise con un bacio. Restammo abbracciati e a sbaciucchiarci per circa dieci minuti, poi lui mi disse” La tua razione di cazzo te la sei presa, ora tocca a me” “ Non so se riuscirò ad accontentarti, sono decisamente passivo e non saprei proprio come fare, quindi ti chiedo, se proprio vuoi, di aiutarmi e di avere pazienza” mi guardò con tenerezza e poi mi disse “Lascia fare a me e vedrai che riuscirai a darmi quel che desidero” e cominciò a succhiarmi e a mordicchiarmi i capezzoli, mentre la sua mano prendeva il mio cazzo ed iniziava una lenta masturbazione. Piano piano scese a leccarmi l’ombelico per poi prendere in bocca il mio uccello mentre due dita mi esploravano l’ano. Ero in piena eccitazione ed avevo il cazzo durissimo, a quel punto lui si mise a cavalcioni su di me, la sua mano riprese il mio arnese e lo indirizzò verso il buco del suo culo ed iniziò a scendere a smorza candela. Io ero estasiato, sentivo le calde pareti del suo retto avvolgere il mio cazzo ed i suoi muscoli anali praticavano contrazioni che trasmettevano sensazioni bellissime a tutto il mio corpo. Iniziò a muoversi su e giù prima lentamente, poi io stesso cominciai a muovermi andando incontro al suo culo ogni volta che scendeva verso le mie palle. Era la prima volta che scopavo un uomo e la cosa mi stava piacendo assai. Andammo avanti con quel gioco per circa un quarto d’ora, poi io iniziai ad accelerare il ritmo e lui mi disse “ Sei bravissimo, mi stai facendo godere come un riccio, riempimi il culo come ho riempito il tuo, dai siii, così!!!” La mia sborrata fu violentissima e assai abbondante, continuai a muovermi godendo nel sentire che l’eiaculazione aveva lubrificato ulteriormente il suo buco ed ero affascinato da quel rumore (sciaff sciaff) che faceva il suo culo ogni volta che colpiva il mio ventre. “ Sborro anch’io” mugolò e così dicendo schizzò quattro volte sul mio petto e poi sfinito si distese su di me mentre il mio cazzo ormai a riposo scivolava fuori dal suo culo insieme alla sborra che gli avevo sparato dentro. Restammo così per alcuni minuti, poi gli sussurrai all’orecchio “ Se vuoi fare pipì, ti andrebbe di farmela in bocca?” “ Stavo per chiedertelo!” mi esclamò. Ridendo andammo in bagno, mi inginocchiai nella doccia e come un agnello al sacrificio mi offrii a lui. Il getto caldo della sua urina centrò immediatamente la mia bocca, ingoiai tutto il possibile, ma era veramente tanta e lui rendendosene conto spostò il getto sul viso e sul corpo, per ritornare poi a dissetarmi con gli ultimi getti. Ci rifacemmo una doccia, limitandoci a baciarci mentre ci lavavamo anche se le mani si soffermavano vogliose sui nostri cazzi e sulle nostre natiche. “Ti scoperei ancora Mirko, ma è meglio riposare e domani vedremo cosa fare!” “ Anche io lo vorrei, ma hai ragione è meglio andare a dormire!”. Ci infilammo sotto le coperte, mi diede ancora un tenero bacio e poi mettemmo in posizione per dormire, entrambi sul lato sinistro e quindi potevo sentire il suo membro a contatto con le mie natiche, ero ancora voglioso di lui, anche perché il suo modo di fare sesso mi ricordava molto Diego, colui che mi aveva sverginato, addirittura l’odore della sua pelle era come quello di Diego, sapeva di buono. Con questi pensieri sprofondai in un sonno ristoratore.
Continua…..
scritto il
2020-02-24
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