Non ho bisogno di lui.

di
genere
trans


Aprile 2000. 31 anni. Sono una donna. Niente piu' parti da liceale o universitaria. Ma ce ne sono ancora molte da recitare.
Sono nella sala d'aspetto dello studio di Franco. Il mio amico Franco. Il mio carissimo amico Franco. E' anche il mio ginecologo. Ci vediamo spesso. Per decisione di entrambi.
Io ogni settimana devo fare delle analisi. Complete. Il piu' complete possibili. Il fatto che giochi alla roulette russa quando faccio sesso non implica necessariamente solo incoscienza o follia.
Tutto deve essere continuamente sotto controllo.
Franco mi aiuta in questo. Non solo con le analisi di laboratorio ma anche con visite specialistiche.
Sa cosa faccio. Per questo mi segue scrupolosamente. No, non e' vero. Non solo per questo. Si era innamorato di me. Il mio dottorino. Cosa chiedete? Se era successo lo stesso a me? Che curiosi! Beh... diciamo che mi piaceva. Diciamo che mi dava un senso di normalita' nella follia delle mie frequentazioni.
Il fatto e' che io non sapevo piu' distinguere fra normalita' e diversita'. Questo era io mio problema.

Mi chiama in studio. Quando entro e chiudo la porta ci abbracciamo e sorridiamo. Mi spoglio. Mi accomodo sul lettino. Allargo le gambe e lo osservo "armeggiare" con me e dentro di me.
Mi fa rivestire e mi accomodo alla sua scrivania.
La solita domanda "non credi sia venuta l'ora di smettere? Ti rendi conto dei rischi che prendi?"
La solita risposta "sei il solito esagerato! Certo che mi rendo conto. Fra poco smetto"
Rimane in silenzio.
Io allora ne approfitto e gli chiedo "sei ancora arrabbiato con me? Guarda che mia zia scherzava. E' fatta cosi'. Non devi prendertela, dai. Non fare il noioso" e accompagno queste parole con un sorriso di incoraggiamento.
Lui mi guarda sorridendo. Ma e' un sorriso triste. "Tu proprio non ti rendi conto. Non ti rendi piu' conto di nulla. Sono preoccupato per te Simona"
Lo guardo ma, in effetti, non capisco cosa vuole dire.
"Tu proprio non ti rendi conto della follia della tua vita. Per te e' tutto normale. Ma ti sei gia' dimenticata di cosa e' successo a casa tua?"
Io lo guardo e sorrido "e cosa e' successo? Per lo scherzo di mia zia? Ma dai, rilassati. Mi sembri un bambino di 10 anni"
Mi guardava incredulo. Mi guardava come si sarebbe osservato un alieno appena atterrato da un Ufo.
"Quindi tu mi stai dicendo seriamente che sono io ad essere un bambino e che la mia reazione e' stata sproporzionata all'evento successo?"
Feci di si con la testa.
"Cristo santo. Scusa l'imprecazione ma... tu non ci sei piu' con la testa. Ma ti rendi conto?
Avevamo passato la notte insieme. A fare l'amore. Per me almeno era stato cosi'. Eravamo nudi sotto le lenzuola e io ti osservavo dormire. Il tuo viso sicuro e sprezzante quando dormi si trasforma in un'espressione da bimba. Sei adorabile.
Sento aprirsi la porta e vedo tua zia in vestaglia con i seni in bella mostra che entra in camera tua come fosse la cosa piu' naturale del mondo"
Ma lo e', pensavo io, lo fa da sempre. Mi augura il buongiorno e spesso mi porta la colazione in camera. Dov'e' il problema?
"Mi sorride e si siede piano sul letto dalla tua parte. Tira via le lenzuola e ti mostra nuda. Ti accarezza i capelli. E fin qui... poteva essere un po' invadente ma nulla di eclatante anche se il suo seno strabordante era in bellavista per me.
Poi ti accarezza il seno e scende sui tuoi fianchi e le tue gambe. Sempre guardandomi in faccia e sorridendo. Ti muove le gambe e ti fa muovere. Ti stai ormai svegliando lentamente e lei ti augura il buongiorno toccandoti in mezzo alle gambe e mettendoti il dito medio dentro per poi tirarlo fuori ed annusarlo sempre con gli occhi su di me.
Allora si alza e viene dalla mia parte. Io sono imbarazzato e ti guardo ma tu stai sorridendo e ti volti verso di noi. Tua zia ormai ha la vestaglia aperta e la vedo mezzo nuda sedersi dalla mia parte del letto. Mi fa annusare il suo dito che era appena stato nella tua vagina e mi accarezza il petto per poi scivolare sul mio membro e toccarlo in maniera oscena. Io ero paralizzato. Scioccato. Ti guardo e tu ridi del mio imbarazzo.
Tua zia allora fa una battuta sul fatto che si aspettava che ci fosse qualche macchia rappresa sull'interno delle mie cosce e sul letto. E io che balbettando le rispondo che avevo usato un condom. Non dimentichero' mai la sua risposta accigliata del tipo - hai paura di prendere una malattia? Ma chi credi che sia, Simona - e se ne va ridendo della reazione della mia faccia stralunata. "
Io lo ascolto e mi scappa da ridere. No dico, vi rendete conto? Mi sembra un ragazzino. Non capisco perche' esagera in questa maniera.
"Lo vedi? Guardati, Simona. Stai ridendo. Non stai pensando o per lo meno avendo dubbi. Ridi perche' non capisci neppure di cosa diavolo stia parlando. Ridi perche' sei convinta che sto esagerando. Non e' cosi?"
In effetti... non capisco tutti questi discorsi. Cosa e' successo? Mia zia stava solo scherzando. Era uno scherzo fra adulti, santiddio!
E poi, adesso che ci penso, il fatto che avesse voluto usare il condom. Che stronzo! Glielo dissi.
Lui mi scruto' allibito.
"Tu proprio non capisci, Simona.
Per te non c'e' piu' nulla che ti possa aiutare a comprendere il concetto di normalita'. Le norme comportamentali dettate dal senso comune di cio' che dovrebbe essere giusto o sbagliato. Non voglio citare il comune senso del pudore perche' ti farei solo ridere ma, almeno, lecito e fuori-luogo si.
Siete parenti, cazzo! E' tua zia! Era mezza nuda e ti ha infilato un dito dentro! Mi ha toccato oscenamente il pene!
Se glielo avessi chiesto mi avrebbe masturbato davanti a te probabilmente!"
Beh, in effetti e' quello che si aspettava. E dov'e' il problema? Sei un adolescente o un uomo che vuole scopare?
Tutto questo era nei miei pensieri ma i miei occhi probabilmente li facevano trasparire ai suoi.
Che divennero tristi.
" io mi ero innamorato di te, Simona. Ma ti hanno rovinata. Tua zia ti ha rovinata. E' una persona orribile che ti sta usando. Per soldi. Sempre e solo soldi. Senza alcuno scrupolo. Svegliati, Simona!"
Li non ci ho visto piu'.
"Ma chi cazzo credi di essere dottorino della mutua di 'sta minchia. Perche' guardi qualche fica credi di conoscere le donne? E soprattutto come cazzo ti permetti di giudicare mia zia. Cosa cazzo ne sai di lei? E di me? Di noi e di che abbiamo passato da ragazze? Tu dove eri alla nostra eta'? In una scuola privata a farti le seghette e a dover scegliere il regalo migliore quando prendevi un bel voto?
Ma vaf-fan-culo anche tu! Che cazzo giudichi gli altri! Guardati addosso prima.
Se voglio me lo compro in contanti il tuo studio con te e quella carampana della tua infermiera inclusa!
In una settimana me lo compro!"
Lui mi guarda a bocca aperta. Poi abbassa lo sguardo e con un gesto della mano mi invita a smetterla di urlare.
"Ci sono gli altri pazienti di la"
E chi se ne frega degli altri! Siamo tu ed io qua, vorrei dirgli.
Ma non lo faccio. Sono stanca, tutto d'un colpo. Prendo il soprabito e me ne vado sbattendo la porta!

Quando sono in strada mi lascio andare e mi accorgo che mi stanno scendendo delle lacrime.
Non ricordo quando e' stata l'ultima volta. Forse avevo sedici anni e il cazzo di mio zio paterno piantato nel culo che me lo sverginava.
Ma chi si crede di essere il dottorino?
E poi perche' devo stare male? Mica mi piaceva veramente. O forse si. Forse mi stavo innamorando. Mia zia me lo ha ripetuto per piu' di dieci anni: "Simona, mai innamorarsi di un uomo se fai cio' che facciamo. Dobbiamo fidarci solo di noi"
Era proprio vero. Lei si che mi voleva bene. Certo gli altri non capiscono. Scopiamo e facciamo cose un po' al limite ma... con la vita che abbiamo fatto cosa c'e' di strano? Oppure c'e'. Oppure mi ha fatto credere di volermi aiutare quando a 19 anni sono arrivata disfatta emotivamente dalla Sicilia per plasmarmi e usare a suo vantaggio? Non capisco piu' niente. Sono stanca. No, non puo' essere cosi'. Lei e' come me. Semplicemente era convinta di aiutarmi. Forse lei per prima non si rendeva piu' conto di cio' che era normale e di cio' che non lo era. Chi fa una certa vita non vede piu' confini certi.
E' vero che i rischi che ho sempre preso erano elevati ma anche lei li ha presi senza tirarsi mai indietro. Non mi ha mai obbligato a fare nulla. Mai. Sapevo cio' che facevo e l'ho fatto.

Salii sulla mia M5 e me andai bruciando almeno un millimetro di pneumatici sull'asfalto. Fanculo i limiti di velocita'. Fanculo i semafori. Fanculo il dottorino!
Inchiodai davanti a casa e sbattei la portiera senza neanche chiudere col telecomando. Fanculo anche la macchina.
"Zia, dove sei? Ziaaaaaa?"
Arriva in sala e mi chiede cosa diavolo ho. Le rispondo che avevo bisogno di una serata "forte". Mi guarda dubbiosa e mi chiede cosa intendevo esattamente. Le rispondo "quando dico forte intendo dire forte. Capita anche a te di avere bisogno di serate cosi, no?"
Mi guarda e non dice nulla. Poi mi chiede come e' andata la visita.
"E' andata che Franco e' un bambino dell'asilo stronzo e saccente. L'ho mandato a 'ffanculo!"
Sorride. Ma in maniera triste. Mi guarda e mi dice "Simona, so che si stava innamorando di te ma, con tutto il rispetto, non era adatto a te o se preferisci tu non eri adatta a lui. Come puo' capire il nostro mondo? Cio' che siamo veramente e che facciamo? Non puoi pretenderlo. E' una brava persona. Noi... no. Non lo siamo Simona. Mi spiace avere "giocato" con lui quella mattina. Non l'ho fatto apposta. Ma questa sono. E questa sei tu. Cosa pensavi di fare? Cambiarlo? Fargli accettare la nostra follia? Oppure pensavi di cambiare tu? Di diventare come lui? Beh, buona fortuna...
Simona, non ti offendere ma ascolta queste parole. Devi trovare o farti trovate da qualcuno che e' simile a te. A noi. Che non ti giudichi perche' non puo' farlo. Che tu non possa giudicare lui perche' non potrai farlo"
Rimasi in silenzio. La mia zietta psicologa-troia. Incredibile!
"Ok, zia. Ho capito. Adesso pero'... voglio qualcosa di forte. "
Mia zia sorride e mi chiede "tipo le feste del nostro amico in collina?"
Si proprio quelle. Esattamente quelle.
"Organizza la nostra partecipazione. No limits"

Sabato sera siamo davanti al cancello di una villa nascosta dagli alberi sulle colline sopra Torino. Non dobbiamo suonare. La telecamera inquadra la targa della Porsche di mia zia e scatta l'apertura elettrica.
Procediamo su un viale di ghiaia bianca illuminato dai fanali dell'auto. Parcheggiamo sul piazzale occupato da una ventina di auto.
Un valet ci raggiunge e ci fa strada. Tutto era organizzato in maniera pazzesca. Le donne erano accompagnate da un Valet di colore a torso nudo con un papillon al collo.
Gli uomini da una hostess di colore a seno scoperto anch'essa con un colletto bianco inamidato e un papillon nero.
La classe! Chapeau!
In cima alla scalinata esterna il padrone di casa e la consorte ci accolgono. Sorrisi e abbracci. Noi siamo parte del divertimento per i veri ospiti della festa che avevano organizzato.
Consegniamo loro i certificati come avevano fatto tutti gli altri. Data della settimana. Tutto a posto. Tutto "nature". Tutto no limits. Avevo bisogno proprio di questo. Che si fotta il dottorino!

Classe, eleganza, bellezza. Sesso, erotismo, perversione.
Non sono feste per neofiti di queste cose. Gli unici giovani sono quelli che, come noi, fanno parte dei "giocattoli" a disposizione delle coppie scambiste da anni presenti alla festa.
Mi guardo intorno e sorrido compiaciuta. Il personale di servizio femminile e' nudo con il solo grembiulino bianco di ordinanza a coprire il davanti.
Passano con i vassoi ricolmi di cibo, flute di Champagne e... altro.
I valet di colore sono adesso a disposizione di tutti gli ospiti.
Ci sono dei trans statuari che rappresentano la passione del padrone casa. Ci siamo noi a "coprire" la perversione dell'incesto: tutti sanno che siamo zia e nipote.
Questo e' cio' che vogliono da noi. Cio' che cercano e pagano. Profumatamente.

La padrona di casa inizia le danze tastando il membro spropositato di uno dei Valet presenti. Cubano mi dice il marito che era accanto a noi e mi palpava con lascivia per eccitarsi mentre sua moglie si faceva sbattere davanti a tutti urlando di VERO piacere.
Mi ordina di baciare mia zia. Qual'e' il problema? Non vedo problemi. Lo faccio da una vita.
Ci baciamo con le lingue in bella mostra per eccitare lui e gli altri. Lei ha ormai piu' di cinquant'anni. Splendida per come si curava ma anche l'eta' era parte dell'eccitazione dei partecipanti. Le sue forme abbondanti non passavano inosservate. Il padrone di casa mi chiede di infilare le dita nel culo di mia zia mentre la bacio. Ne infilo uno edve' cosi' che lui inizia a eccitarsi. Si unisce a noi e si indurisce mentre si struscia contro i nostri culi in bella mostra
Mi dice di sostenere mia zia che nel frattempo ha fatto inclinare in avanti. La vuole scopare in piedi e lo fa senza troppe perdite di tempo. Fica e culo. Tanto e' dilatato come una fica dischiusa da tempo. E questo lo fa impazzire. Viene dentro di lei. Ne esce e la fa girare per baciarla in bocca. Io mi sono eccitata e apprezzo il gesto di sua moglie che si e' avvicinata con uno dei Valet di colore con cui si era divertita. E' splendido. Enorme ed eccitante. Gli dice che vuole che mi scopi come se fossi una puttana da strada. Lui sorride e mi sbatte come una troia qualunque senza troppa gentilezza. Ma era esattamente quello che volevo. Lei osserva la scena e si bagna toccandosi. Che troia! Tanto elegante quanto perversa col sesso.

Mi dice che puo' bastare cosi e chiede al marito di chiamare la sua Trans preferita.
Non solo da lui. In quegli anni in Italia era una star nel giro Trans. Brasiliana. Famosa per i suoi film. Famosa per il suo cazzo spropositato. Famosa per il suo fisico imponente.
Vogliono che ci lasciamo andare entrambe con lei.
Le promettono un extra se ci da dentro con noi. Lei preferiva gli uomini e tutti sapevano che con le donne non aveva particolare trasporto. Ma i soldi aiutano...

Mi prende la testa per i capelli e mi infila la sua proboscide in bocca. Poi passa a mia zia e poi ci ordina di leccarlo insieme per eccitarsi. Se non ricordo male erano circa 28 centimetri di cazzo di color cioccolato. Largo come il polso di una ragazza. Le palle erano rotonde e dure. Mai vista una cosa del genere. E di cazzi ne avevo visti e scopati tanti!

Era pronto. Gli occhi dei padroni di casa luccicavano. Si masturbavano a vicenda e allora dicono al Trans di iniziare a scoparci mentre loro si inginocchiano come noi e iniziano a fare altrettanto.
Il Trans si infila un condom con molta fatica e si avvicina alla fica di mia zia. La scopa per un po' ma poi perde rigidita'. Il padrone di casa se ne accorge e dice "no, niente fica. Sbattiglielo nel culo. Ad entrambe"
Lei sorride e il solo pensiero aiuta a fare riprendere consistenza al suo cazzo.

Si avvicina al culo di mia zia e inizia la penetrazione. Si sente un rumore leggero. Il condom si e' rotto nello sfregamento dell'entrata. Lo toglie completamente e ne mette un altro.
Prova con me. Ho lo sfintere che seppure allenato si sta allargando oltre i suoi limiti. Si rompe ancora il condom.
Il padrone di casa che frattempo stava inculando la moglie mentre ci guardava si innervosisce. "Cazzo, togliti quel condom e scopale a nudo. Non rovinatemi la scopata".
Io guardo mia zia. Lei risponde al mio sguardo e mi dice a bassa voce "volevi una serata di quelle oltre ed eccoti accontentata".
Si volta verso la coppia e sorride a 32 denti "molto meglio cosi'"
Sento il tamburo con la pallottola che gira nella pistola. Frrrrrr. Dai che sara' un click. Non sara' un boom. It's just business. Who cares?
Ci scopa a turno. Ci apre completamente. Ha un cazzo infinito. Chi se ne frega. Scopami. Fammi godere col culo. Lo urlo ad alta voce. La coppia grugnisce mentre scopa godendosi lo spettacolo.
Il Trans adesso gode anche lui. Sa controllare il suo godimento. Aspetta i padroni di casa. E' una professionista.
Ci molla degli schiaffi a ripetizione sul culo. Ci scopa a turno entrando e uscendo dai nostri culi ormai rossi sia dentro sia fuori. Scopami cazzo, scopami. Fammi godere e godete anche voi.
Quando il padrone di casa inizia a mugolare il Trans chiede immediatamente dove deve venire. "Dentro. Dentro!" Ordina.
Sento di nuovo il rumore del tamburo della pistola che gira all'impazzata. La roulette russa e' il nostro gioco preferito. Ma si vincono tanti soldi a questo gioco.
Adesso il cazzo ha assunto una dimensione spropositata. La pelle della mia rosa anale e' oltre il suo limite. Sento che si irrigidisce. Gode. Gode. E gode. Urla il suo piacere per fare godere anche la coppia che osserva estasiata.
Sta riversando dentro di me un fiume caldo di sperma. Liquido seminale. Sborra, insomma. Chiamiamo le cose col suo nome.
Mia zia aspetta che si ammosci e lo aiuta ad uscire da me.
Guarda i due che avevano appena goduto e gli pulisce il cazzo con la lingua.
Il Trans chiude gli occhi e se la gode.
"Siete fantastiche. Mai incontrato due troie come voi. Se volete potremmo fare degli altri incontri con i miei clienti"
Sorridiamo e mia zia la bacia in bocca facendogli sentire il sapore del suo seme. E sussurra "casomai siamo noi che ti contatteremo per i nostri clienti, bellezza".

Andremo avanti tutta la notte. Senza limiti. Senza morale. Senza freni.
Col tempo non mai capito se fosse giusto definirmi immorale o amorale.
Ultimamente lo chiesi a mio marito e la sua risposta fu "ma che cazzo ne so io?!". Un poeta...

Tornai la settimana successiva dal mio dottorino. Lo so, avevo la faccia come il culo: non me ne fregava niente.
Lui mi guardo' sorpreso anche perche' non avevo alcun appuntamento. Sono passata davanti a tutte e sono entrata con l'infermiera che tentava di fermarmi.

Mi spoglio mi accomodo e allargo le gambe. Nel mentre gli dico di farmi un'analisi approfondita perché' gli racconto quello che avevo fatto qualche giorno prima.
Abbassa le braccia e mi invita ad andarmene.
Lo faccio con un sorriso di sfida sul volto.
Esco mostrando il dito medio a lui e a tutte quelle in sala di attesa.

Che bambino. Non ho bisogno di lui.
scritto il
2020-03-22
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