Sex 1 prima esperienza
di
Miss
genere
prime esperienze
Mentre saliva in ascensore Iolanda non poteva smettere di ridacchiare. Non vedeva l’ora di raccontare a Bea di quel coglione di Willy. Gliel’aveva fatto intendere in tutti i modi che era disponibile ma lui niente, proprio nulla...
La sua prima uscita con quel ragazzo si era conclusa in modo piuttosto deludente. Nonostante il suo sesto senso per i ragazzi l’avesse messa in guardia su Willy, incasellandolo nella categoria “imbranato”, sperava che almeno una pomiciata come cristo comanda sarebbe scappata. Invece… proprio zero! Non aveva mai parlato così tanto con un ragazzo di cose così noiose in vita sua!
Eppure era palese che lui fosse attratto da lei, aveva passato la sera a far finta di non guardarle le tette e ad ogni occhiata maliziosa che Iolanda gli lanciava diventava rosso. Iolanda aveva trovato attraente quel suo fare da “bravo ragazzo”, ma così le sembrava davvero eccessivo! Quando davanti al portone le aveva domandato “ti va se ci rivediamo?” quello quasi balbettava dall’emozione! “Certo” gli aveva risposto lei, pensando che quella risposta potesse convincerlo a prendere coraggio e limonarla. Vana illusione ovviamente.
Un pochino ci era rimasta male, è vero. Spingendo il bottone del piano vide lo smalto che si era fatta per l’occasione, studiato per mettere in risalto le sue mani ed infatti lui ad un certo punto le aveva anche detto “che belle mani che hai” e lei aveva aspettato che si facesse un po’ più audace, si era già costruita la sua risposta. Anzi sarebbe ricorsa a una risposta che aveva già usato qualche volta: “Grazie, dicono siano magiche”, gli avrebbe detto ridendo, giocando un po’ con il doppio senso. Facendo l’estetista, quella frase poteva essere interpretata sia maliziosa che innocente. Un paio di volte aveva funzionato, con due tipi un po’ più svegli che avevano voluto sapere cosa avessero di tanto speciale le sue mani. Naturalmente lei era partita a decantare la sua abilità di estetista, lasciando che fossero i ragazzi a farsi più avanti con le loro curiosità. E poi era andata come doveva andare.
A uno dei due (Simone, un nome che le si era impresso in testa) anzi gliel’aveva proprio domandato: “E’ vero che sono magiche?”. Quello nemmeno le aveva risposto. Anzi no, la sua risposta era stata una specie di ruggito e uno schizzo di sborra che si era andato a spiaccicare sul tettino della Lancia Y.
L’ascensore saliva e lei si guardava la sua nail-art pensando che avrebbe anche potuto evitare di metterci così tanta cura.
Magari Willy era un Diesel, forse se gli avesse dato un’altra possibilità l’avrebbe stupita.
Certo, non tutti sono come Simone, lui si che ci sapeva fare! Quanto avrebbe voluto uscirci ancora.
Si erano visti un paio di volte, poi lui sembrava scomparso dopo un “si ,certo!” con un emoticon che sghignazzava come risposta al messaggio di Iolanda “per me è stata una cosa nuova!”.
In ogni caso Iolanda seguiva una filosofia, non importa quanto potesse piacerle un ragazzo, non sarebbe mai stata lei a chiedergli di uscire o a cercarlo. Non voleva sembrare una di quelle disperate che sbavano dietro a qualcuno. Simone una delle migliori scopate della sua vita! Raramente le era piaciuto così tanto anche essere inculata… pensò aprendo la porta del suo appartamento.
Tutto questo non lo può raccontare a Bea. Quella la prima volta è venuta accompagnata dai genitori, figurati. Seria, quasi ingrugnata a volte. Università e studio. Nessuna traccia di un ragazzo, di amiche o amici, nemmeno di compagni di corso. Beninteso, non le si può dire nulla sul suo comportamento in casa, i suoi turni di pulizia e di cucina li rispetta tutti, così come le bollette. Ultimamente però si era un po’ sciolta. E’ per questo che Iolanda le aveva annunciato che quella sera sarebbe uscita con un ragazzo. “Se faccio un po’ tardi non ti preoccupare” e Bea aveva sorriso. Quasi complice.
Proprio mentre richiude la porta di casa, però, Iolanda sente arrivare delle voci dalla camera di Bea. Non può capire le parole, ma una è sicuramente Bea. L’altra voce è di un uomo, ma è strana. “Questa poi”, pensa Iolanda incuriosita togliendosi le scarpe per non fare rumore e avvicinandosi alla stanza di Bea.
“Perché ti copri, hai paura?”, sente dire alla voce dell’uomo.
“Non ho paura, è solo prudenza”.
“Sei davvero figa”.
“Me l’hai già detto, ora dimmi cosa faresti per me”.
“Te l’ho detto quando eri vestita, ora sei meglio. Vorrei vederti il viso”.
“Non se ne parla”.
La voce dell’uomo, capisce Iolanda solo alla fine, non è una voce naturale. Quell’uomo non è lì. Quell’uomo è. No, la voce dell’uomo viene da... viene dallo schermo del computer di Bea? Iolanda quasi incolla l’orecchio alla porta, stando attenta a non farsi sentire. Quando l’uomo ha detto “ora sei meglio” voleva dire che Bea è nuda? Che cosa sta succedendo in quella stanza?
“Perché quello?”, chiede ancora l’uomo.
“Perché posso appoggiarlo sulla sedia, vedi?”, risponde Bea.
Ma è chiaro, scema che sono, pensa Iolanda. E’ una chat, una videochat. Iolanda non ne ha mai fatta una, ma lo sa come vanno certe cose. E Bea, la sua compagna di appartamento, è in chat con qualcuno, nuda o quasi. Probabilmente con il solo intimo indosso. Ma pensa te chi l’avrebbe mai detto... Beatrice.
“Cosa succede se lo appoggi sulla sedia?”.
“Posso immaginare che sia il tuo cazzo”.
“Ti piace il mio cazzo?”.
“Molto, adesso anche più di prima hi hi hi”.
“Lo vorresti adesso?”.
“Magari...”.
“Cosa ci faresti?”
“A me piacciono molto i preliminari, ma...”
“Dicevi che potevi fare finta che quello fosse il mio cazzo”.
“Sì”.
“Come?”.
“Vuoi vedere?”.
“Fammelo vedere”.
“Potrei fare questo... oh... ngh... oooooh”.
Il gemito di Bea è così pieno di sesso che Iolanda ne è quasi travolta. Sente il calore e un paio di crampetti. Non è quello che sta avvenendo dietro quella porta che la eccita, pensa, è stato proprio il gemito di Bea. Istintivamente la mano le è corsa al pube, ma è solo un attimo. Dall’altra parte non si sente più nulla per qualche secondo, finché il silenzio non è rotto ancora una volta dalla voce dell’uomo.
“Tutto?”.
“Siiiiiiì”, geme Bea.
“Che puttanella... complimenti”.
“Guarda che secondo me è più grosso il tuo cazzo - dice Bea cercando di recuperare un po’ di controllo – e sicuramente è più caldo...”.
“A te piace grosso... e caldo”.
Iolanda sente Bea gemere "e duro". E poi “sì” in continuazione mentre risponde alle domande di quella voce. Lo ripete quando lui le chiede ancora una volta se le piace il suo cazzo e se adesso lo vorrebbe dentro, se le piace farsi sborrare in bocca o prenderlo tra le tette. Sempre “sì sì” e sempre più esasperata. Finché non sbotta.
“Segati! Segati porco” Forte!”.
“Voltati ragazza, fammi vedere il culo!”, è invece la risposta che arriva imperiosa dal computer.
“Meglio, meglio, inginocchiati sulla quella cazzo di sedia... brava, continua a scoparti con quel coso, dai... bel culo, troia, te l’hanno mai scopato?”.
“Sì...”.
“Ti piace?”.
La risposta di Bea fa sobbalzare Iolanda dall’altra parte della porta. Non per la risposta in quanto tale. E’ tutto molto eccitante, lo deve riconoscere, ma non è una pivellina, lo sa cosa ci si può dire in certi momenti. E’ la voce roca ed ingrifata che Bea tira fuori che la fa rabbrividire. Il modo in cui dice quello che dice.
“A me piace tutto”.
Non se ne era nemmeno accorta, ma mentre fa per serrare di colpo le cosce Iolanda si ritrova la mano in mezzo. L’ha lasciata entrare dentro la gonna e dentro le mutandine di pizzo. Chissà da quanto. Di certo solo adesso si accorge di quanto sia bagnata. Corre in camera sua sapendo che, se non lo fa ora, finirà per masturbarsi di fronte alla porta della stanza di Bea. Si chiude dentro e si stende sul letto a gambe aperte. Si sfiora, si chiude le labbra tra l'indice e il medio, le tortura. Ben presto si sfrega fino a farsi male, alla fine si chiava con due dita. Chiude gli occhi e pensa a un uomo che la sbatte con un cazzo che sembra un maglio. Non riesce a dargli un viso, ma non importa. E non importa nemmeno che non senta più le voci dell’uomo e di Beatrice. Non importa proprio più nulla adesso.
“Buongiorno!”.
Come ogni mattina Iolanda fa colazione in cucina dopo essersi vestita. E’ pronta per lavarsi i denti e andare al lavoro. Come ogni mattina Bea si presenta con i capelli arruffati e le sue improbabili camicie da notte. Quella di oggi è blu a fiorellini bianchi, con i bottoni davanti e gli inserti di pizzo in fondo.
“Buongiorno Dada. Sei tornata tardi stanotte, non ti ho sentita”, sbadiglia Bea sedendosi al tavolo.
“C’è un po’ di caffè, lo vuoi?”, domanda Iolanda.
“No, no grazie mi scaldo un po’ d’acqua nel microforno e mi faccio un thè”.
“Non mi hai sentita?”, domanda Iolanda inzuppando un flauto nel caffelatte.
“No, si vede che era tardi”, risponde Bea alzandosi per prepararsi la colazione. Non può impedire a Iolanda di prepararsi il caffè la mattina, ma prima o poi le dovrà dire che quell'odore a digiuno le fa attorcigliare lo stomaco.
“Divertita con il tuo amichetto in chat?", chiede di botto Iolanda.
Bea si ferma come paralizzata, con la scatola del Twinings in mano. Arrossisce violentemente e evita di girarsi verso la sua coinquilina. Sente un vuoto allo stomaco e la sensazione è ancora peggiore di quella che le provoca l’odore del caffè.
“Tu hai?”, chiede senza riuscire a concludere la frase.
“Ehi, che ho detto?”, chiede Iolanda. Davvero convinta di non avere detto nulla di male.
Bea finalmente si volta verso di lei. Non è solo rossa, ha quasi le lacrime agli occhi.
“No, aspetta, fermati! – le dice Iolanda che di colpo si rende conto di essere andata un po’ oltre, come spesso le capita – aspetta... Guarda che t'invidio pure un po’, almeno una di noi due ieri s'è divertita! Willy è un imbranato livello olimpiadi!".
“Tu hai?”, domanda ancora Bea come in trance.
“Ho sentito, ho sentito... bè? Senti – dice abbassando di colpo il volume della voce – non sono mica una monaca... Se a te piace così non sono affari miei, i gusti sono gusti...”.
“Ma per me, veramente... era la prima volta”, sospira Bea con il cuore che è ormai a 140 bpm.
“Sempre una volta più di me! - risponde Iolanda con la stessa intonazione con cui avrebbe potuto dirle se le piaceva il rossetto che aveva scelto per la giornata - è il tuo tipo? Non mi sembrava”.
“No, l’ho conosciuto in chat e... dopo un po’ mi ha chiesto un one-to-one su Skype”.
“Frequenti quelle chat?”, domanda Iolanda.
“No, mai fatto prima”.
“Impari in fretta, però... Come mai ci sei andata?”.
“Non lo so”, dice Bea.
“Beatrice, non dirmi cazzate”.
“Dada, cosa ti posso dire. Forse c’entra che tu uscivi con un ragazzo ieri sera”.
Iolanda scoppia a ridere come prima di allora Bea non l’aveva mai vista. Indica se stessa e domanda “è colpa mia? Vuoi davvero dire che è colpa mia? Che stronzetta! Ahahah tu fai la zoccola ed è colpa mia! Ahaha questa poi… ahahah”.
Bea la ferma con dei cenni di diniego, ma arrossisce forse più di prima. Iolanda la guarda, capisce che forse è andata troppo oltre ancora una volta. L’interrogatorio proprio no, insomma. La ragazza che le sta davanti le fa anche un po’ pena.
“Bea, se ti è piaciuto io non sono proprio nessuno per dirti di non farlo quindi non farti venire l’ansia!”.
La coinquilina la guarda un po’ attonita.
“Che tipo era?”.
“Uno... uno non male, anzi proprio per niente. Di Genova mi ha detto, ma poi chi lo sa, io gli ho detto che studio a Bologna...”.
“Anni?”.
“Una quarantina, forse di più”, risponde Bea.
“Capperi! Ti piacciono quelli un bel po’ grandi!”, ride meravigliata Iolanda.
“Oh, quella è una fantasia tutta mia”.
“Una fantasia?”.
“Sai che quando ero a scuola sognavo di essere l’amante di uno di quell’età? Non ne sapevo nulla, ma avevo quel sogno. Cioè, era un sogno che aveva una faccia e anche un bel... peccato che avesse anche una famiglia!”.
“Quindi non hai mai...?”.
“Ma no! Sono sempre stata con... Sì, insomma”.
“Con ragazzi della tua età”, conclude la frase Iolanda.
“Più o meno”, asserisce Bea.
“E come è finita con quello di ieri ?”, chiede Iolanda.
“E’ finita come, non lo so, come credo che finiscano queste cose”.
“Io come finiscono queste cose non lo so, Bea”.
“Cioè, vabbè, è venuto”.
“Sullo schermo del computer?”.
“Io vedo il mio di schermo ero anche mezza girata... però sì, credo che sia venuto sullo schermo”.
“Interessante... - sogghigna Iolanda – e tu?”.
“Io sono stata più veloce, ma mi sarebbe piaciuto che andasse un po’ più avanti”.
“E quindi, alla fine, come è stato?”.
“Boh, un po’ come scopare con un perfetto sconosciuto. Però diverso. Cioè...”.
“Hai mai scopato con un perfetto sconosciuto?”, chiede Iolanda.
“Tu no?”, è la risposta che le dà Bea prima di buttare giù l’ultima sorsata del suo thè.
Iolanda la segue nella sua camera, dopo quella risposta non poteva certo lasciarla scappare cosi!
Le fa un certo effetto oltrepassare quella porta dietro la quale si era quasi appiattita la sera prima. E le fa anche un certo effetto vedere il computer, la sedia. Le torna in mente quella voce: "Voltati, fammi vedere il culo, inginocchiati su quella sedia".
"Se non l'avessi sentito con le mie orecchie non ci avrei creduto", dice a Bea.
"Non credo che sia una cosa rarissima", le risponde in modo quasi distratto.
"Ah, scusa, non dicevo quello... cioè, tra noi due, quella che dovrebbe avere un dildo sono io! Anche se, a pensarci bene, non mi è mai venuto in mente di comprarne uno ahahahah. Però tu proprio...".
"Dildo? Che dildo?", domanda Bea.
"Ehi amica, ti ho sentita sai?".
"Niente dildo. Era quello", le dice Bea indicandole con la testa la scrivania.
"Quello???".
Dove deodorante. La versione "natural" con il cappuccio azzurro. Iolanda si volta esterrefatta verso Bea e ripete "quello??? tu usi quello?".
"E' stata una prima volta anche quella, sai? Non ho mai usato oggetti, io. L'ho fatto perché me l'ha chiesto".
"Caaaazzoooo! Te l'ha chiesto e l'hai fatto? Ma perché?".
"Perché il gioco è quello, Dada! Cioè, il nostro gioco era quello".
"E se ti chiedeva...".
"L'ha fatto, ma no. Il cappuccio viene via troppo facile. Ho usato le dita".
"E lì il gioco qual era?", chiede Iolanda.
"Immaginare lui e un altro. Insieme".
"Un'altra fantasia, suppongo", commenta Iolanda.
Bea si avvicina all'amica con passi lenti, studiati. La guarda dritta negli occhi e tira fuori la stessa voce, bassa e perversa, che Iolanda aveva ascoltato la sera prima: "Ma perché, Dada, tu di fantasie non ne hai mai?".
“... mmm no, sta cosa tecnologica non fa per me!”, dice Iolanda dopo averci riflettuto. Per lei è importante riprendersi un po', fare finta che le confessioni di Bea non l'abbiano scossa più di tanto. “Cioè, zozza è zozza eh! Però mi toglie i benefici dello sperma”.
“I benefici dello sperma?”, ripete Bea sorridendo. Questa non se l'aspettava.
“Eccerto! Lo dicono gli scienziati…”.
“Oddio, questa non me la perdo.. che dice la scienza?”.
“L’ho letto su Donna Moderna”.
“E già qui altissimi livelli eh”.
“No, i ricercatori hanno studiato la sborra...”.
“Buongiorno principessa!”.
“E così si chiama…”.
“Vabbè vai avanti..”.
“L’hanno studiata ed hanno visto che, primo, ha una sostanza che stimola il sistema immunitario… cioè quella cosa che non ti fa ammalare, e pare aiuti pure ad evitare alcuni tumori femminili… Poi ce n’ha un’altra di cosa col nome strano che aiuta a calmare gli stati d’ansia o la depressione... cioè fa pure bene all’umore… ed è pure un antiage naturale come la bava di lumaca… quindi è proprio un peccato sprecarla!”.
“Mi chiedo perché non ne facciano degli integratori!”.
“Eh boh.. io li comprerei”.
“Non ho dubbi! Ma ti pare che si mettono a mungere cazzi come le tette delle mucche? Poi sta ricerca mi piacerebbe proprio leggerla…”.
“Guarda che è vera!”.
“Sarà...”.
"Comunque mungere cazzi non sarebbe un brutto lavoro ahahahah... dai, scherzo, ora lo so perché sei così seriosa... hai bisogno della medicina magica...hai un disperato bisogno di sperma, vero però.. non su uno schermo! Ed anche io, adesso che ci penso... Quindi, questa sera io e te usciamo...".
"Ma domani ho lezione!".
"In culo la lezione!"
"E poi no. Cioè sì, se vuoi usciamo ma non per quello", dice Bea.
"No? E perché?".
"Io, vabbè c'è un tipo".
“Questa mi mancava. Sei fidanzata?”, chiede Iolanda.
“Diciamo mezza fidanzata”.
"Come si fa a essere mezza fidanzata?".
"Si fa, si fa... è una cosa recente", risponde Bea.
"Mi pareva. Da quanto?".
"Da, ricordi l'ultima, no la penultima volta che sono tornata dai miei?".
"Ti sei mezza fidanzata quella volta?".
"Sul treno ho conosciuto un ragazzo. Della mia città".
"E la sera ci sei uscita e...".
"No, no. La sera non potevo, avevo un... E' stato tutto molto più rapido".
"Cioè?", chiede Iolanda.
"Sul treno".
"Sul treno???".
"A un certo punto ci siamo seduti vicini e... cioè non ti saprei spiegare come è successo ma dopo dieci minuti ci toccavamo. Nulla, eh? Non pensare a cose zozze. Ma mi piaceva toccarlo e anche lui, quando mi passava le mani sulle spalle o sulle braccia mi piaceva da matti. Era un sacco di tempo che...".
"E quindi?" dice Dada "questo lo chiami mezzo fidanzamento?".
"Il guaio è che quel giorno avevo la gonna un po' corta, hai presente quella celeste? Quella un po' alta in...".
"Che c'entra ora la gonna?".
"C'entra, perché a furia di passarci le mani addosso una è finita sotto la gonna".
"In treno...".
"Non c'era molta gente. Credo di non avere mai avuto un brivido simile in vita mia".
Iolanda la guarda con attenzione. Qualcosa le sfugge. Non riesce quasi a immaginare che la Bea che confessa un turbamento così grande per una mano sulla coscia sia la stessa Bea che ha sentito ieri sera.
"Poi mi ha portata alla toilette...", aggiunge Bea abbassando lo sguardo mentre Iolanda strabuzza gli occhi, "credevo che volesse limonare, al massimo credevo volesse un pompino e invece...".
"E invece?", balza su Iolanda che quasi non riesce a contenere la curiosità.
"E invece le mutandine le ha tirate giù lui e la gonna l'ho tirata su io, mi ha messa a sedere sul lavandino e... zup! Ma proprio zup, eh! Perché io ero un lago. E anche dopo che lui. Sì, insomma, hai capito no?".
"E' tanto difficile per te dire 'dopo che lui mi ha sborrato dentro'?", chiede Iolanda con la voce un po' alterata.
"Se prima ero un lago, dopo che mi ha sborrato dentro ero un oceano. Forse mi è piaciuto più quello che essere scopata", dice Bea con un sospiro.
Iolanda torna ad osservarla a lungo. Forse farà tardi al lavoro ma non importa. Ora non ha più dubbi su Bea. Solo che ancora non ci può credere.
"Poi vi siete rivisti?", domanda.
"No, l'ultima volta che sono tornata a casa lui era fuori. Però ci sentiamo".
"Anche con lui fai sesso virtuale?".
"No".
"Che tipo è?".
"Se ti dico strafigo mi credi o pensi che esagero?".
"Ti credo, perché non dovrei?".
"Senti, Dada, dove lavori tu fate cerette intime?".
"Eh? Sì, chiaro, perché?".
Bea si sbottona la camicia da notte lasciandola cadere ai suoi piedi, poi si abbassa le mutandine. A Iolanda la cosa non farebbe né caldo né freddo, se non fosse che deve riconoscere che non pensava che Bea fosse così figa. Ha davvero un corpo meraviglioso, proprio una vera sorpresa, forse perché non è la tipa che lo mette mai troppo in risalto. A Iolanda non hanno mai eccitato le ragazze, sia chiaro, ma in questo momento il cespuglio nero che Bea ha sul pube è proprio l'ultima cosa a cui pensa mentre la guarda. Ammira invece le tette e il ventre piatto, le curve perfette delle anche, le spalle. Sembra disegnata.
"Perché l'altra sera mi ha detto che gli piacerebbe...", dice Bea senza finire la frase.
"Ci sarà da lavorare ahahahah...", risponde Iolanda, "ma non stasera, ti posso dare una aggiustatina se vuoi, ma stasera andrai in giro con la patata ancora ancora un po' baffuta ahahahah".
"Ma se ti ho appena detto che c'è uno che...", prova a protestare Bea.
"Tesoro... in ogni caso eri mezza fidanzata pure ieri sera mentre ti infilavi il deodorante nella figa e le dita nel didietro... se devi fare la zoccola falla seriamente no? Poi se è un mezzo fidanzato mica gli devi raccontare tutto!”.
La sua prima uscita con quel ragazzo si era conclusa in modo piuttosto deludente. Nonostante il suo sesto senso per i ragazzi l’avesse messa in guardia su Willy, incasellandolo nella categoria “imbranato”, sperava che almeno una pomiciata come cristo comanda sarebbe scappata. Invece… proprio zero! Non aveva mai parlato così tanto con un ragazzo di cose così noiose in vita sua!
Eppure era palese che lui fosse attratto da lei, aveva passato la sera a far finta di non guardarle le tette e ad ogni occhiata maliziosa che Iolanda gli lanciava diventava rosso. Iolanda aveva trovato attraente quel suo fare da “bravo ragazzo”, ma così le sembrava davvero eccessivo! Quando davanti al portone le aveva domandato “ti va se ci rivediamo?” quello quasi balbettava dall’emozione! “Certo” gli aveva risposto lei, pensando che quella risposta potesse convincerlo a prendere coraggio e limonarla. Vana illusione ovviamente.
Un pochino ci era rimasta male, è vero. Spingendo il bottone del piano vide lo smalto che si era fatta per l’occasione, studiato per mettere in risalto le sue mani ed infatti lui ad un certo punto le aveva anche detto “che belle mani che hai” e lei aveva aspettato che si facesse un po’ più audace, si era già costruita la sua risposta. Anzi sarebbe ricorsa a una risposta che aveva già usato qualche volta: “Grazie, dicono siano magiche”, gli avrebbe detto ridendo, giocando un po’ con il doppio senso. Facendo l’estetista, quella frase poteva essere interpretata sia maliziosa che innocente. Un paio di volte aveva funzionato, con due tipi un po’ più svegli che avevano voluto sapere cosa avessero di tanto speciale le sue mani. Naturalmente lei era partita a decantare la sua abilità di estetista, lasciando che fossero i ragazzi a farsi più avanti con le loro curiosità. E poi era andata come doveva andare.
A uno dei due (Simone, un nome che le si era impresso in testa) anzi gliel’aveva proprio domandato: “E’ vero che sono magiche?”. Quello nemmeno le aveva risposto. Anzi no, la sua risposta era stata una specie di ruggito e uno schizzo di sborra che si era andato a spiaccicare sul tettino della Lancia Y.
L’ascensore saliva e lei si guardava la sua nail-art pensando che avrebbe anche potuto evitare di metterci così tanta cura.
Magari Willy era un Diesel, forse se gli avesse dato un’altra possibilità l’avrebbe stupita.
Certo, non tutti sono come Simone, lui si che ci sapeva fare! Quanto avrebbe voluto uscirci ancora.
Si erano visti un paio di volte, poi lui sembrava scomparso dopo un “si ,certo!” con un emoticon che sghignazzava come risposta al messaggio di Iolanda “per me è stata una cosa nuova!”.
In ogni caso Iolanda seguiva una filosofia, non importa quanto potesse piacerle un ragazzo, non sarebbe mai stata lei a chiedergli di uscire o a cercarlo. Non voleva sembrare una di quelle disperate che sbavano dietro a qualcuno. Simone una delle migliori scopate della sua vita! Raramente le era piaciuto così tanto anche essere inculata… pensò aprendo la porta del suo appartamento.
Tutto questo non lo può raccontare a Bea. Quella la prima volta è venuta accompagnata dai genitori, figurati. Seria, quasi ingrugnata a volte. Università e studio. Nessuna traccia di un ragazzo, di amiche o amici, nemmeno di compagni di corso. Beninteso, non le si può dire nulla sul suo comportamento in casa, i suoi turni di pulizia e di cucina li rispetta tutti, così come le bollette. Ultimamente però si era un po’ sciolta. E’ per questo che Iolanda le aveva annunciato che quella sera sarebbe uscita con un ragazzo. “Se faccio un po’ tardi non ti preoccupare” e Bea aveva sorriso. Quasi complice.
Proprio mentre richiude la porta di casa, però, Iolanda sente arrivare delle voci dalla camera di Bea. Non può capire le parole, ma una è sicuramente Bea. L’altra voce è di un uomo, ma è strana. “Questa poi”, pensa Iolanda incuriosita togliendosi le scarpe per non fare rumore e avvicinandosi alla stanza di Bea.
“Perché ti copri, hai paura?”, sente dire alla voce dell’uomo.
“Non ho paura, è solo prudenza”.
“Sei davvero figa”.
“Me l’hai già detto, ora dimmi cosa faresti per me”.
“Te l’ho detto quando eri vestita, ora sei meglio. Vorrei vederti il viso”.
“Non se ne parla”.
La voce dell’uomo, capisce Iolanda solo alla fine, non è una voce naturale. Quell’uomo non è lì. Quell’uomo è. No, la voce dell’uomo viene da... viene dallo schermo del computer di Bea? Iolanda quasi incolla l’orecchio alla porta, stando attenta a non farsi sentire. Quando l’uomo ha detto “ora sei meglio” voleva dire che Bea è nuda? Che cosa sta succedendo in quella stanza?
“Perché quello?”, chiede ancora l’uomo.
“Perché posso appoggiarlo sulla sedia, vedi?”, risponde Bea.
Ma è chiaro, scema che sono, pensa Iolanda. E’ una chat, una videochat. Iolanda non ne ha mai fatta una, ma lo sa come vanno certe cose. E Bea, la sua compagna di appartamento, è in chat con qualcuno, nuda o quasi. Probabilmente con il solo intimo indosso. Ma pensa te chi l’avrebbe mai detto... Beatrice.
“Cosa succede se lo appoggi sulla sedia?”.
“Posso immaginare che sia il tuo cazzo”.
“Ti piace il mio cazzo?”.
“Molto, adesso anche più di prima hi hi hi”.
“Lo vorresti adesso?”.
“Magari...”.
“Cosa ci faresti?”
“A me piacciono molto i preliminari, ma...”
“Dicevi che potevi fare finta che quello fosse il mio cazzo”.
“Sì”.
“Come?”.
“Vuoi vedere?”.
“Fammelo vedere”.
“Potrei fare questo... oh... ngh... oooooh”.
Il gemito di Bea è così pieno di sesso che Iolanda ne è quasi travolta. Sente il calore e un paio di crampetti. Non è quello che sta avvenendo dietro quella porta che la eccita, pensa, è stato proprio il gemito di Bea. Istintivamente la mano le è corsa al pube, ma è solo un attimo. Dall’altra parte non si sente più nulla per qualche secondo, finché il silenzio non è rotto ancora una volta dalla voce dell’uomo.
“Tutto?”.
“Siiiiiiì”, geme Bea.
“Che puttanella... complimenti”.
“Guarda che secondo me è più grosso il tuo cazzo - dice Bea cercando di recuperare un po’ di controllo – e sicuramente è più caldo...”.
“A te piace grosso... e caldo”.
Iolanda sente Bea gemere "e duro". E poi “sì” in continuazione mentre risponde alle domande di quella voce. Lo ripete quando lui le chiede ancora una volta se le piace il suo cazzo e se adesso lo vorrebbe dentro, se le piace farsi sborrare in bocca o prenderlo tra le tette. Sempre “sì sì” e sempre più esasperata. Finché non sbotta.
“Segati! Segati porco” Forte!”.
“Voltati ragazza, fammi vedere il culo!”, è invece la risposta che arriva imperiosa dal computer.
“Meglio, meglio, inginocchiati sulla quella cazzo di sedia... brava, continua a scoparti con quel coso, dai... bel culo, troia, te l’hanno mai scopato?”.
“Sì...”.
“Ti piace?”.
La risposta di Bea fa sobbalzare Iolanda dall’altra parte della porta. Non per la risposta in quanto tale. E’ tutto molto eccitante, lo deve riconoscere, ma non è una pivellina, lo sa cosa ci si può dire in certi momenti. E’ la voce roca ed ingrifata che Bea tira fuori che la fa rabbrividire. Il modo in cui dice quello che dice.
“A me piace tutto”.
Non se ne era nemmeno accorta, ma mentre fa per serrare di colpo le cosce Iolanda si ritrova la mano in mezzo. L’ha lasciata entrare dentro la gonna e dentro le mutandine di pizzo. Chissà da quanto. Di certo solo adesso si accorge di quanto sia bagnata. Corre in camera sua sapendo che, se non lo fa ora, finirà per masturbarsi di fronte alla porta della stanza di Bea. Si chiude dentro e si stende sul letto a gambe aperte. Si sfiora, si chiude le labbra tra l'indice e il medio, le tortura. Ben presto si sfrega fino a farsi male, alla fine si chiava con due dita. Chiude gli occhi e pensa a un uomo che la sbatte con un cazzo che sembra un maglio. Non riesce a dargli un viso, ma non importa. E non importa nemmeno che non senta più le voci dell’uomo e di Beatrice. Non importa proprio più nulla adesso.
“Buongiorno!”.
Come ogni mattina Iolanda fa colazione in cucina dopo essersi vestita. E’ pronta per lavarsi i denti e andare al lavoro. Come ogni mattina Bea si presenta con i capelli arruffati e le sue improbabili camicie da notte. Quella di oggi è blu a fiorellini bianchi, con i bottoni davanti e gli inserti di pizzo in fondo.
“Buongiorno Dada. Sei tornata tardi stanotte, non ti ho sentita”, sbadiglia Bea sedendosi al tavolo.
“C’è un po’ di caffè, lo vuoi?”, domanda Iolanda.
“No, no grazie mi scaldo un po’ d’acqua nel microforno e mi faccio un thè”.
“Non mi hai sentita?”, domanda Iolanda inzuppando un flauto nel caffelatte.
“No, si vede che era tardi”, risponde Bea alzandosi per prepararsi la colazione. Non può impedire a Iolanda di prepararsi il caffè la mattina, ma prima o poi le dovrà dire che quell'odore a digiuno le fa attorcigliare lo stomaco.
“Divertita con il tuo amichetto in chat?", chiede di botto Iolanda.
Bea si ferma come paralizzata, con la scatola del Twinings in mano. Arrossisce violentemente e evita di girarsi verso la sua coinquilina. Sente un vuoto allo stomaco e la sensazione è ancora peggiore di quella che le provoca l’odore del caffè.
“Tu hai?”, chiede senza riuscire a concludere la frase.
“Ehi, che ho detto?”, chiede Iolanda. Davvero convinta di non avere detto nulla di male.
Bea finalmente si volta verso di lei. Non è solo rossa, ha quasi le lacrime agli occhi.
“No, aspetta, fermati! – le dice Iolanda che di colpo si rende conto di essere andata un po’ oltre, come spesso le capita – aspetta... Guarda che t'invidio pure un po’, almeno una di noi due ieri s'è divertita! Willy è un imbranato livello olimpiadi!".
“Tu hai?”, domanda ancora Bea come in trance.
“Ho sentito, ho sentito... bè? Senti – dice abbassando di colpo il volume della voce – non sono mica una monaca... Se a te piace così non sono affari miei, i gusti sono gusti...”.
“Ma per me, veramente... era la prima volta”, sospira Bea con il cuore che è ormai a 140 bpm.
“Sempre una volta più di me! - risponde Iolanda con la stessa intonazione con cui avrebbe potuto dirle se le piaceva il rossetto che aveva scelto per la giornata - è il tuo tipo? Non mi sembrava”.
“No, l’ho conosciuto in chat e... dopo un po’ mi ha chiesto un one-to-one su Skype”.
“Frequenti quelle chat?”, domanda Iolanda.
“No, mai fatto prima”.
“Impari in fretta, però... Come mai ci sei andata?”.
“Non lo so”, dice Bea.
“Beatrice, non dirmi cazzate”.
“Dada, cosa ti posso dire. Forse c’entra che tu uscivi con un ragazzo ieri sera”.
Iolanda scoppia a ridere come prima di allora Bea non l’aveva mai vista. Indica se stessa e domanda “è colpa mia? Vuoi davvero dire che è colpa mia? Che stronzetta! Ahahah tu fai la zoccola ed è colpa mia! Ahaha questa poi… ahahah”.
Bea la ferma con dei cenni di diniego, ma arrossisce forse più di prima. Iolanda la guarda, capisce che forse è andata troppo oltre ancora una volta. L’interrogatorio proprio no, insomma. La ragazza che le sta davanti le fa anche un po’ pena.
“Bea, se ti è piaciuto io non sono proprio nessuno per dirti di non farlo quindi non farti venire l’ansia!”.
La coinquilina la guarda un po’ attonita.
“Che tipo era?”.
“Uno... uno non male, anzi proprio per niente. Di Genova mi ha detto, ma poi chi lo sa, io gli ho detto che studio a Bologna...”.
“Anni?”.
“Una quarantina, forse di più”, risponde Bea.
“Capperi! Ti piacciono quelli un bel po’ grandi!”, ride meravigliata Iolanda.
“Oh, quella è una fantasia tutta mia”.
“Una fantasia?”.
“Sai che quando ero a scuola sognavo di essere l’amante di uno di quell’età? Non ne sapevo nulla, ma avevo quel sogno. Cioè, era un sogno che aveva una faccia e anche un bel... peccato che avesse anche una famiglia!”.
“Quindi non hai mai...?”.
“Ma no! Sono sempre stata con... Sì, insomma”.
“Con ragazzi della tua età”, conclude la frase Iolanda.
“Più o meno”, asserisce Bea.
“E come è finita con quello di ieri ?”, chiede Iolanda.
“E’ finita come, non lo so, come credo che finiscano queste cose”.
“Io come finiscono queste cose non lo so, Bea”.
“Cioè, vabbè, è venuto”.
“Sullo schermo del computer?”.
“Io vedo il mio di schermo ero anche mezza girata... però sì, credo che sia venuto sullo schermo”.
“Interessante... - sogghigna Iolanda – e tu?”.
“Io sono stata più veloce, ma mi sarebbe piaciuto che andasse un po’ più avanti”.
“E quindi, alla fine, come è stato?”.
“Boh, un po’ come scopare con un perfetto sconosciuto. Però diverso. Cioè...”.
“Hai mai scopato con un perfetto sconosciuto?”, chiede Iolanda.
“Tu no?”, è la risposta che le dà Bea prima di buttare giù l’ultima sorsata del suo thè.
Iolanda la segue nella sua camera, dopo quella risposta non poteva certo lasciarla scappare cosi!
Le fa un certo effetto oltrepassare quella porta dietro la quale si era quasi appiattita la sera prima. E le fa anche un certo effetto vedere il computer, la sedia. Le torna in mente quella voce: "Voltati, fammi vedere il culo, inginocchiati su quella sedia".
"Se non l'avessi sentito con le mie orecchie non ci avrei creduto", dice a Bea.
"Non credo che sia una cosa rarissima", le risponde in modo quasi distratto.
"Ah, scusa, non dicevo quello... cioè, tra noi due, quella che dovrebbe avere un dildo sono io! Anche se, a pensarci bene, non mi è mai venuto in mente di comprarne uno ahahahah. Però tu proprio...".
"Dildo? Che dildo?", domanda Bea.
"Ehi amica, ti ho sentita sai?".
"Niente dildo. Era quello", le dice Bea indicandole con la testa la scrivania.
"Quello???".
Dove deodorante. La versione "natural" con il cappuccio azzurro. Iolanda si volta esterrefatta verso Bea e ripete "quello??? tu usi quello?".
"E' stata una prima volta anche quella, sai? Non ho mai usato oggetti, io. L'ho fatto perché me l'ha chiesto".
"Caaaazzoooo! Te l'ha chiesto e l'hai fatto? Ma perché?".
"Perché il gioco è quello, Dada! Cioè, il nostro gioco era quello".
"E se ti chiedeva...".
"L'ha fatto, ma no. Il cappuccio viene via troppo facile. Ho usato le dita".
"E lì il gioco qual era?", chiede Iolanda.
"Immaginare lui e un altro. Insieme".
"Un'altra fantasia, suppongo", commenta Iolanda.
Bea si avvicina all'amica con passi lenti, studiati. La guarda dritta negli occhi e tira fuori la stessa voce, bassa e perversa, che Iolanda aveva ascoltato la sera prima: "Ma perché, Dada, tu di fantasie non ne hai mai?".
“... mmm no, sta cosa tecnologica non fa per me!”, dice Iolanda dopo averci riflettuto. Per lei è importante riprendersi un po', fare finta che le confessioni di Bea non l'abbiano scossa più di tanto. “Cioè, zozza è zozza eh! Però mi toglie i benefici dello sperma”.
“I benefici dello sperma?”, ripete Bea sorridendo. Questa non se l'aspettava.
“Eccerto! Lo dicono gli scienziati…”.
“Oddio, questa non me la perdo.. che dice la scienza?”.
“L’ho letto su Donna Moderna”.
“E già qui altissimi livelli eh”.
“No, i ricercatori hanno studiato la sborra...”.
“Buongiorno principessa!”.
“E così si chiama…”.
“Vabbè vai avanti..”.
“L’hanno studiata ed hanno visto che, primo, ha una sostanza che stimola il sistema immunitario… cioè quella cosa che non ti fa ammalare, e pare aiuti pure ad evitare alcuni tumori femminili… Poi ce n’ha un’altra di cosa col nome strano che aiuta a calmare gli stati d’ansia o la depressione... cioè fa pure bene all’umore… ed è pure un antiage naturale come la bava di lumaca… quindi è proprio un peccato sprecarla!”.
“Mi chiedo perché non ne facciano degli integratori!”.
“Eh boh.. io li comprerei”.
“Non ho dubbi! Ma ti pare che si mettono a mungere cazzi come le tette delle mucche? Poi sta ricerca mi piacerebbe proprio leggerla…”.
“Guarda che è vera!”.
“Sarà...”.
"Comunque mungere cazzi non sarebbe un brutto lavoro ahahahah... dai, scherzo, ora lo so perché sei così seriosa... hai bisogno della medicina magica...hai un disperato bisogno di sperma, vero però.. non su uno schermo! Ed anche io, adesso che ci penso... Quindi, questa sera io e te usciamo...".
"Ma domani ho lezione!".
"In culo la lezione!"
"E poi no. Cioè sì, se vuoi usciamo ma non per quello", dice Bea.
"No? E perché?".
"Io, vabbè c'è un tipo".
“Questa mi mancava. Sei fidanzata?”, chiede Iolanda.
“Diciamo mezza fidanzata”.
"Come si fa a essere mezza fidanzata?".
"Si fa, si fa... è una cosa recente", risponde Bea.
"Mi pareva. Da quanto?".
"Da, ricordi l'ultima, no la penultima volta che sono tornata dai miei?".
"Ti sei mezza fidanzata quella volta?".
"Sul treno ho conosciuto un ragazzo. Della mia città".
"E la sera ci sei uscita e...".
"No, no. La sera non potevo, avevo un... E' stato tutto molto più rapido".
"Cioè?", chiede Iolanda.
"Sul treno".
"Sul treno???".
"A un certo punto ci siamo seduti vicini e... cioè non ti saprei spiegare come è successo ma dopo dieci minuti ci toccavamo. Nulla, eh? Non pensare a cose zozze. Ma mi piaceva toccarlo e anche lui, quando mi passava le mani sulle spalle o sulle braccia mi piaceva da matti. Era un sacco di tempo che...".
"E quindi?" dice Dada "questo lo chiami mezzo fidanzamento?".
"Il guaio è che quel giorno avevo la gonna un po' corta, hai presente quella celeste? Quella un po' alta in...".
"Che c'entra ora la gonna?".
"C'entra, perché a furia di passarci le mani addosso una è finita sotto la gonna".
"In treno...".
"Non c'era molta gente. Credo di non avere mai avuto un brivido simile in vita mia".
Iolanda la guarda con attenzione. Qualcosa le sfugge. Non riesce quasi a immaginare che la Bea che confessa un turbamento così grande per una mano sulla coscia sia la stessa Bea che ha sentito ieri sera.
"Poi mi ha portata alla toilette...", aggiunge Bea abbassando lo sguardo mentre Iolanda strabuzza gli occhi, "credevo che volesse limonare, al massimo credevo volesse un pompino e invece...".
"E invece?", balza su Iolanda che quasi non riesce a contenere la curiosità.
"E invece le mutandine le ha tirate giù lui e la gonna l'ho tirata su io, mi ha messa a sedere sul lavandino e... zup! Ma proprio zup, eh! Perché io ero un lago. E anche dopo che lui. Sì, insomma, hai capito no?".
"E' tanto difficile per te dire 'dopo che lui mi ha sborrato dentro'?", chiede Iolanda con la voce un po' alterata.
"Se prima ero un lago, dopo che mi ha sborrato dentro ero un oceano. Forse mi è piaciuto più quello che essere scopata", dice Bea con un sospiro.
Iolanda torna ad osservarla a lungo. Forse farà tardi al lavoro ma non importa. Ora non ha più dubbi su Bea. Solo che ancora non ci può credere.
"Poi vi siete rivisti?", domanda.
"No, l'ultima volta che sono tornata a casa lui era fuori. Però ci sentiamo".
"Anche con lui fai sesso virtuale?".
"No".
"Che tipo è?".
"Se ti dico strafigo mi credi o pensi che esagero?".
"Ti credo, perché non dovrei?".
"Senti, Dada, dove lavori tu fate cerette intime?".
"Eh? Sì, chiaro, perché?".
Bea si sbottona la camicia da notte lasciandola cadere ai suoi piedi, poi si abbassa le mutandine. A Iolanda la cosa non farebbe né caldo né freddo, se non fosse che deve riconoscere che non pensava che Bea fosse così figa. Ha davvero un corpo meraviglioso, proprio una vera sorpresa, forse perché non è la tipa che lo mette mai troppo in risalto. A Iolanda non hanno mai eccitato le ragazze, sia chiaro, ma in questo momento il cespuglio nero che Bea ha sul pube è proprio l'ultima cosa a cui pensa mentre la guarda. Ammira invece le tette e il ventre piatto, le curve perfette delle anche, le spalle. Sembra disegnata.
"Perché l'altra sera mi ha detto che gli piacerebbe...", dice Bea senza finire la frase.
"Ci sarà da lavorare ahahahah...", risponde Iolanda, "ma non stasera, ti posso dare una aggiustatina se vuoi, ma stasera andrai in giro con la patata ancora ancora un po' baffuta ahahahah".
"Ma se ti ho appena detto che c'è uno che...", prova a protestare Bea.
"Tesoro... in ogni caso eri mezza fidanzata pure ieri sera mentre ti infilavi il deodorante nella figa e le dita nel didietro... se devi fare la zoccola falla seriamente no? Poi se è un mezzo fidanzato mica gli devi raccontare tutto!”.
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