Scopate in crociera

di
genere
gay

Lo yacht era quasi una nave da crociera, gli ospiti erano una sessantina e tra servizio e proprietà si arrivava a superare il centinaio di persone a bordo. Ogni sera c’era una festa ed i musicisti erano imbarcati di volta in volta. Talora il personale di spettacolo restava per qualche giorno, altre solo per una sera.
Quella sera una cantante nera era salita a bordo da Smirne con un corpo di ballo veramente notevole, c’erano anche uomini, ma erano tutti vestiti da donne, con trucchi fantastici e costumi sfavillanti.
La serata fu molto movimentata, le ballerine alternavano lo spettacolo dal palco alla platea, alcune si sedevano ai tavoli e provocavano gli ospiti, altre si sedevano sugli ospiti direttamente con fare provocante e suscitando commenti in una sorta di dialogo burlesco e a volte perverso.
Alla fine dello spettacolo alcuni ospiti vennero trascinati via dall’una o dall’altra di quelle. Eravamo in buona parte alticci, se non proprio ubriachi.
Io mi ritrovai in una cabina che non era la mia con una di queste, prelevato come altri e destinato ad un letto che non era il mio.
Spogliati, mio caro! – Ma non avevo ancora cominciato che già le sue mani stavano attuando ciò che mi era stato chiesto. Con un ultimo strattone mi abbassò lo slip e fu rivelata la mia erezione.
A lei intanto si era spostata la parrucca e sotto la luce cruda dei neon appena accesi, si rivelò un possente negrone, truccato come una porta e con mire chiarissime su di me e sulla mia nudità. Senza darmi tregua mi aveva attirato verso di se e, afferratomi il cazzo, era sprofondato su un divanetto e mi aveva costretto ad un bacio assatanato. (Peccato che non possa mostrarvi le foto, che lui scattava ai suoi clienti più appetitosi – così mi disse!)

La sua lingua in bocca mi provocò un moto di repulsa, subito però, sostituito da una inesprimibile attrazione, prima, ed infine da una partecipazione inimmaginabile, quando la sua mano mi ebbe afferrato il cazzo, cominciando a masturbarmi e la sua lingua ebbe invaso la mia bocca.
Fallo anche tu, prenditi in mano il mio cazzo!
Lo credevo impossibile, ma obbedii senza alcuna resistenza. Mi ritrovai in mano un cetriolo di non immaginate proporzioni e lo contemplai con altrettanto sbalordita ammirazione. La sua turgida consistenza era al massimo e io stavo desiderando che il suo sperma mi sporcasse tutto.

Era una situazione assolutamente abnorme, ma una libidine incontrollabile mi aveva pervaso completamente e sentivo una sollecitazione violenta a lasciarmi possedere, a darmi tutto a quell’avventura e a quel corpo maschile, al suo sesso già umido che mi bagnava la mano e che mi avrebbe bagnato e penetrato ovunque.
Avevo perduto ogni freno inibitorio e desideravo essere posseduto da quel negro orripilante, anzi il suo potere su di me era determinato, credo, proprio da quell’aspetto da mostro, da orco che mi dava la misura della mia degradazione e del masochismo che acuiva le mie voglie e il desiderio di perdermici completamente dentro.
E’ tutto per te, carino e, tanto ci sei, sei pregato di sedertici sopra e fartelo entrare dentro le budella, fino in fondo. Fai con calma e vedi di godertelo tutto, senza farti male! Ormai sei mio senza scampo!
Vidi il suo sogghigno, e fremetti di piacere mentre le sue mani a mi sollevavano le natiche e indirizzavano il mio ano sulla punta di quel pene mostruoso. Tutto mi pareva mostruoso ed insieme irresistibile e mi abbandonai completamente alle sue mani.
Avvertii da prima la punta umida e vasta del glande premere il mio sfintere, poi si torse e mi finì fra i testicoli bagnandoli e sbattendo fra quelli la sua meravigliosa consistenza, ma fu un attimo e fui subito risollevato da una spinta possente e infilato come un pollo allo spiedo. Gli caddi sopra con un urlo, immediatamente seguito da spasmi, anzi vampate, di un godimento mai goduto.
Da quel momento iniziò una lunga tortura di innominabile piacere. Venni obbligato a cavalcare quel pene, che immaginavo magari imbrattato e sudato e che pure avrei voluto mi strusciasse per tutto il corpo e mi penetrasse anche in bocca e da cui volevo essere sporcato e schiaffeggiato e violentato dappertutto.
Invece ero io che arrivavo irrefrenabilmente all’orgasmo nelle sue mani che mi masturbavano e mi parevano meravigliose e la sua bocca che cercavo, mentre eiaculavo come una scrofa in calore.
Io mi agitavo come una troia, ma lui era immobile,come una statua: e furono sempre le sue mani a raccogliere il mio sperma e a spalmarmelo in faccia e in bocca, dandomi tutta la misura della mia schiavitù e degradazione.
Ma quale degradazione se era l’apice di un piacere mai provato al culmine di un coito, se era il soddisfacimento più totale del mio desiderio di sesso nel senso più pieno e totale della libido!
Il suo cazzo mi sfondava di godimento e mi penetrava culo e cervello e durava, durava.
Il suo ansimare alla ricerca dell’orgasmo, prolungava il mio all’infinito e quando il getto potente del suo sperma arrivò, io cominciai a morire e gli caddi addosso rabbrividendo di una febbre mai raggiunta.
Affogammo per lunghi istanti nella libidine più sfrenata mentre le bocche si allacciavano e le lingue vorticavano in esse: ora avevamo i cazzi sbavanti l’uno sul ventre dell’altro, le sue mani che continuavano a fottermi e le mie che gli strizzavano i capezzoli.
Lentamente rinvenni dal lungo delirio, ma il ghigno di Oscar mi diceva che si stava preparando per me un’altra maratona di godimento e di schiavitù.
Con il mio pene in una mano mi fece alzare e mi trascinò in bagno e indicandomi la vasca idromassaggio:
Entra prima tu e sdraiati!
Quindi entrò lui e, in piedi, mi dominò, poi piegò leggermente le ginocchia e cominciò a pisciarmi addosso.
Apri la bocca e fatti pisciare dentro…ti piace?
Si! - Gorgogliai, mentre il getto mi infradiciava dappertutto.
Dai girati in fretta che lo devi sentire anche in culo?
Mi girai annaspando, ma in tempo per sentire anche sulla schiena e fra le natiche il getto caldo della meravigliosa pioggia e di nuovo il suo cazzo mi fu dentro con i suoi ultimi schizzi. Avevo assaggiato con tremenda delizia, anche con la lingua, quel liquido oltraggioso e ne avevo gustato lo sconveniente aroma.
Dai adesso ci laviamo, ci asciughiamo, beviamo una cosetta e andiamo a letto!
Ognuno nel suo letto?
No mio caro, ho una riserva di sborra che spero non ti vorrai perdere e poi sei mio prigioniero fino a domani sera, pardon, stasera visto che sono le quattro del mattino…perché sei stanco?
No,no! – Il varco che si era aperto nella mia sessualità e nella mia coscienza era bello e consolidato ed il finto sequestro dava ulteriore legna al fuoco della mia libidine.
Trovo straordinario come certa gente possa non accorgersi di quello che perde girandosi dall’altra parte o peggio spregiando l’allargamento di orizzonte che il piacere omosessuale contiene.
Il prosieguo della mia notte di sesso con Oscar fu assolutamente dilagante.
Passati in camera da letto il mio consenso alla violenta attrazione che si era stabilita ci portò a più raffinati rapporti di pelle: mi feci chiavare sotto le scelle, nell'ombellico, fra le palle, a pecorina (ma meglio sarebbe dire a vacca) e a zampe per aria, contemplando il suo cazzo che mi sfondava.
Mi fece e si fece un clistere e ci abbandonmmo a delle feroci leccate di culo, volle anche me dentro di se, mi fece venire anche così, e leccare la mia sborra dal suo sfintere e dai suoi coglioni.
E' troppo bello far diventare troia una vergine...Vaja con dios!
Mi salutò quando dovetti lasciarlo perchè scendeva e lo attendevano altri “ingaggi”.
scritto il
2011-09-10
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