La statua "animata"
di
Julio Caesar
genere
gay
Stavo facendo colazione in un bar quando mi sentii apostrofato da un interminabile “Carissimooo”. Avevo già riconosciuto la voce e mi voltai quindi con un assai più freddo -Oh, ciao come stai?- Chi mi appellava era una di quelle checche ai limiti del travestismo; faceva l’attore ed era amico di un paio di care amiche. Girava col cerone sul viso fin dal primo mattino, truccato, le ciglia finte e con lunghe palandrane assai ambigue. Ogni volta che mi incontrava si sbracciava come se vedesse la luna per la prima volta; per fortuna il bar era fuori dalla mia zona e non mi conosceva nessuno.
A quel punto e prendendomi sottobraccio con mossa serpentina - Senti Architè - mi fa - ho bisogno di un favore che non mi puoi assolutamente negare.-
- Dì pure ! -
- Guarda io abito proprio qui a due passi ed ho bisogno di un consiglio che tu solamente puoi darmi, dico professionalmente. -
- Dimmi pure! -
- No, devi venire a casa con me, perché devi “ visionare” prima il problema.-
- Va bene, saliamo, se vuoi, però sbrighiamoci perché non ho tutta la mattinata libera! -
- Adesso non me la far cadere dall’alto, altrimenti ci diamo un appuntamento e ti pago. - Dice lui a questo punto, alzando le pretese.
- Non essere idiota, non ci vorrà mica tutta la mattina?-
- No, no, ma devi vedere la cosa personalmente, andiamo? -
- E andiamo. -
Saliamo così in ascensore fino ad un terzo piano: la casa è dei primi del novecento, vecchiotta, non di lusso, ma neanche popolare.
La porta si apre su una specie di mausoleo egizio-liberty, che si disvela appena superata la zona d’ingresso, schermata da una libreria. Dietro di questa una specie di Anubi a grandezza umana, seduto; potrebbe indifferentemente fungere da sedile a da altare, anche per sacrifici umani, mi vien fatto di pensare.
- Allora qual è il problema? - Esclamo ormai divertito, più che seccato.
- Ecco questo è il problema - Me lo ritrovo vicinissimo che mi alita sul collo e mi sbatte con l’aria più innocente del mondo una mano fra le gambe.
- Non ce la faccio più, ti voglio scopare! -
Mi viene naturale fare una specie di schizzo indietro
- Ma - dico - ti ha dato di volta il cervello?
- No, ma se preferisci puoi essere tu a scopare me, basta che si faccia del sesso noi due.-
Nel dire questo si era frapposto fra me e la porta ed aveva cominciato a spogliarsi. Mi appare così un sesso completamente depilato e femmineo in tutto, meno che nello stato di erezione.
- Dai, caro, vieni qui ad accarezzarmelo, non vedi come mi ecciti ancora così vestito e con quella buffa aria di finto scandalo. Non averlo ancora mai fatto non ti da nessuna scusa, conosco i miei polli e so che anche io ti eccito e non da adesso...-
Questa volta si avvicina con molta più sicurezza e mi si avvinghia al collo infilandomi la lingua in bocca e tastandomi senza che io riesca, con mio stupore, ad oppormi.
Un’erezione improvvisa mi toglie ogni sia pur debole capacità di reazione, talchè mi ritrovo senza accorgermene con i pantaloni e con le mutande ai piedi e lui che ingoia il mio coso dopo avermi slinguato pelo e testicoli e, come se non bastasse, comincia a sodomizzarmi con un poderoso dito medio, mentre io già partecipo, accarezzandogli il pube caldo e liscio.
A quel punto la cosa ha già assunto una piega, che mi impedisce di avere sussulti non dico di pudore ma anche soltanto di stupore.
- Senti - gli dico allora, quasi ridendo - lasciami spogliare del tutto e facciamolo almeno con una certa comodità. -
- Ah, così si parla ad un vecchio amico, sei un amore, lo dicevo io che se non ti avessi portato su quasi per forza non saresti mai stato mio. -
- Ah, così sarei tuo? - Dico tanto per dire, perché cominciavo a capire perfettamente ed a condividere eccitazione e sottomissione.
- Adesso vedrai fino a che punto! - E dopo aver finito di spogliarmi ed essersi spogliato lui stesso - debbo dire che era eccitante, così piacevolmente depilato e con due tettine puntute appena incipienti – si riprende il mio uccello e mi spinge a sedere sull’Anubi, che scopro essere di resina e non di bronzo, vista l’assenza di ogni freddezza tipica del metallo.
Mentre la sua lingua cerca di portare a termine l’opera pregevolmente iniziata, tocco qualcosa della statua e sento come uno scatto e qualcosa di duro cominciare a penetrarmi, mentre lui mi blocca in quella posizione con le mani e una bocca dalla lingua insaziabile.
Addirittura prima della sorpresa comincia a manifestarsi in me un piacere così intenso da indurmi ad agitare il culo assecondando completamente il movimento della penetrazione. Fra l’altro, mi accorgo che quello strano pene, sta facendo su e giù dentro di me come fosse di vera ciccia. Vengo così sodomizzato senza pietà e con la mia più completa acquiescenza. Stavo già godendo, con grande soddisfazione dell’amico che mi ciucciava senza un attimo di sosta, quando, oh miracolo, mentre eiaculavo a tutto spiano, mi sento a mia volta empito di sborra - non sapevo come altro immaginarla - da parte della divinità. Debbo anche riconoscere che quella specie di sborrata mi toglie ogni inibizione e chiedo così all’amico che aveva ampiamente goduto di me, di lasciarmi godere a mia volta di lui.
Credo non aspettasse altro e si affretta immediatamente a servirmi in bocca il suo cicciolo senza parsimonia. Anzi data la mia, credo manifesta, esperienza nulla in quel campo, mi afferra la testa e, dopo avermi schiaffato in gola un pene completamente scappucciato, comincia ad accarezzarmi, forzandomi a non sottrarmi neanche per un istante all’andirivieni del suo volatile e ad ingoiare completamente lo sperma che comincia ad erompere da quello, ormai senza freni, costringendo un soggetto pur totalmente consenziente a leccarlo poi dentro e fuori, a baciarlo sul ventre prominente e fra i testicoli, fin nell’ansa delle chiappe che mi porge tutte, rivoltandosi nel modo più adatto. Mi lascio così sottoporre e consento alle sconcezze più innominabili e vergognose permettendogli di prendersi la più completa rivincita di tutte le mie altezzose e scocciate prese di distanza.
Quando ebbi finito di godere ed essere goduto - Sei una gran troia ed una discreta checca - mi dice con un risolino sarcastico.
Cominciamo allora a chiacchierare, pur tra una leccata e l’altra e qualche bacio al gusto di sperma che mi lascio dare ed anzi ricambio con mulinelli di lingua e languidi titillamenti ai genitali.
Mi faceva impazzire toccargli il cazzo e le tettine,
e contemporaneamente ed a mia volta farmi toccare, specialmente il culo, dentro cui, assai generosamente, le sue dita entravano ed uscivano appena smetteva con la lingua.
- Non posso che esprimerti tutta la mia gratitudine - riconobbi - quella di dare il culo è un’esperienza che nella fantasia avevo già fatto, ti dirò, ma che in pratica pretende una rottura che non avrei saputo provocare con i soli desiderio e fantasia. -
- Hai visto caro che anche gli amici froci servono a qualcosa! -
- Non è questo che mi faceva prendere le distanza, debbo confessarti, anzi... il fatto è che mi interessava di più prenderlo che darlo e mi sembrava che tu avresti solo voluto essere penetrato.
- Carissimo questo è un preconcetto che hanno tutti i novellini... come vedi, falso.-
E mettendomi di nuovo un dito in culo mi obbliga, ancora una volta, ad allargare le gambe , restando supino. Poi, sempre eccitatissimo, comincia a sodomizzami lui stesso con una fava di grande dimensione, debbo dire, e che non mi lascia alcun dubbio sulla mia vocazione di recente scoperta. Lascio che il mio godimento e la mia dedizione alla nuova causa ricomincino a puntare verso il parossismo e, quando già sto per venire, il maledetto si sfila all’improvviso, si volta e mi infila il suo ano sull’uccello in ebollizione.
La fuoriuscita del suo uccello dal mio sfintere, per tutta la lunghezza, mi provoca naturalmente un ultimo spasmo di godimento quale non avevo mai provato in vita mia e determina un’eiaculazione, che lui prontamente si gode calzandomi con il suo "culo profondo" che mi fa uno smorzacandela, debbo dire, da urlo.
Io continuo a sbatterlo di sotto in su nelle sue chiappe, aggrappandomi alle sue spalle per restargli più dentro e durare più a lungo possibile,
sborrando e schizzando a più non posso.
Quando ebbi finito di venire, quell’amore di frocio, non ancora soddisfatto, dopo essersi sfilato con il culo sgocciolante, me lo scodinzola in faccia
- Adesso, visto che ti piace, leccalo tutto e puliscilo con la lingua per benino! - e con un movimento opportunamente ondulatorio e, spalancandolo completamente intorno alla punta della mia lingua
- Dentro, leccalo dentro, non ti stancare! -
Passando poi con grande naturalezza a farsi ciucciare i testicoli dolcemente depilati e, per finire, tutto l’uccello che ancora gocciolava di sborra, mentre in posizione numericamente signi-ficcante, mi serviva di un identico servizio.
Non c’era verso di mandarmi a riposo, continuavo ad avere erezioni e procurarne.
Così seguitando a giocare con le mani e guardandomi fra le gambe - Hai il culo, lo sfintere voglio dire, completamente estroflesso e pulsante come una fighetta. Direi che hai ancora molta voglia di cazzo, fammi vedere come godi da solo a farti fottere da Anubi, dai, montagli in braccio e non ti vergognare, io ti guardo, poi quando stai per venire ti vengo a succhiare. -
Senza più remore rimontai sulla statua che era restata, non me ne ero accorto, con la "spada" sguaiatamente sguainata .
Ne cercai la punta con l’ano proteso e me la feci entrare tutta dentro, questa volta era rigida ed eretta ed ero io a dovermi muovere per sentirla viva e farmi sodomizzare fino all’orgasmo.
Andavo su e giù con una sfacciataggine che era compensata da spasmi di sofferenza e piacere insieme.
- Sei una vera troia, non c’è che dire, ti fai fottere anche dai “cani” - e mentre contemplava me che mi facevo scopare dalla statua, lui si masturbava con grande trasporto - E’ bello sai, vedertelo prendere in culo con tanta frenesia - e mi si sedette ai pedi estatico, contemplando dal basso il mio buchetto sfondato dal cazzo di plastica - Hai uno sfintere che pulsa di voglia, è meraviglioso, come il mio d’altronde, avresti mai immaginato di essere così eguale a me?-
- No, ma ti capisco benissimo, è bellissimo, fallo schizzare ancora, ti prego, che sto per venire - mugolai mentre sentivo quell’uccello frugarmi le budella.
Mi venne sopra con la bocca avida e premette qualcosa, perché sentii ancora quei fantastici schizzi che mi davano la sensazione di starmi facendo mettere in cinta dal Dio. Avevo il culo completamente fradicio di qualcosa di stupendamente fluido e appiccicaticcio - Ma che cosa ci hai messo là dentro che sembra proprio sborra?-
- Chiara d’uovo con, in aggiunta, la mia prima sborrata di stamattina, carino no?-
- E’ bellissimo dissi estatico - venendogli ancora una volta in bocca.
E quando lui l’ebbe succhiato tutto, mi baciò violentemente a sua volta, costringendomi a ingoiare anch’io una parte del mio stesso sperma.
FINE
A quel punto e prendendomi sottobraccio con mossa serpentina - Senti Architè - mi fa - ho bisogno di un favore che non mi puoi assolutamente negare.-
- Dì pure ! -
- Guarda io abito proprio qui a due passi ed ho bisogno di un consiglio che tu solamente puoi darmi, dico professionalmente. -
- Dimmi pure! -
- No, devi venire a casa con me, perché devi “ visionare” prima il problema.-
- Va bene, saliamo, se vuoi, però sbrighiamoci perché non ho tutta la mattinata libera! -
- Adesso non me la far cadere dall’alto, altrimenti ci diamo un appuntamento e ti pago. - Dice lui a questo punto, alzando le pretese.
- Non essere idiota, non ci vorrà mica tutta la mattina?-
- No, no, ma devi vedere la cosa personalmente, andiamo? -
- E andiamo. -
Saliamo così in ascensore fino ad un terzo piano: la casa è dei primi del novecento, vecchiotta, non di lusso, ma neanche popolare.
La porta si apre su una specie di mausoleo egizio-liberty, che si disvela appena superata la zona d’ingresso, schermata da una libreria. Dietro di questa una specie di Anubi a grandezza umana, seduto; potrebbe indifferentemente fungere da sedile a da altare, anche per sacrifici umani, mi vien fatto di pensare.
- Allora qual è il problema? - Esclamo ormai divertito, più che seccato.
- Ecco questo è il problema - Me lo ritrovo vicinissimo che mi alita sul collo e mi sbatte con l’aria più innocente del mondo una mano fra le gambe.
- Non ce la faccio più, ti voglio scopare! -
Mi viene naturale fare una specie di schizzo indietro
- Ma - dico - ti ha dato di volta il cervello?
- No, ma se preferisci puoi essere tu a scopare me, basta che si faccia del sesso noi due.-
Nel dire questo si era frapposto fra me e la porta ed aveva cominciato a spogliarsi. Mi appare così un sesso completamente depilato e femmineo in tutto, meno che nello stato di erezione.
- Dai, caro, vieni qui ad accarezzarmelo, non vedi come mi ecciti ancora così vestito e con quella buffa aria di finto scandalo. Non averlo ancora mai fatto non ti da nessuna scusa, conosco i miei polli e so che anche io ti eccito e non da adesso...-
Questa volta si avvicina con molta più sicurezza e mi si avvinghia al collo infilandomi la lingua in bocca e tastandomi senza che io riesca, con mio stupore, ad oppormi.
Un’erezione improvvisa mi toglie ogni sia pur debole capacità di reazione, talchè mi ritrovo senza accorgermene con i pantaloni e con le mutande ai piedi e lui che ingoia il mio coso dopo avermi slinguato pelo e testicoli e, come se non bastasse, comincia a sodomizzarmi con un poderoso dito medio, mentre io già partecipo, accarezzandogli il pube caldo e liscio.
A quel punto la cosa ha già assunto una piega, che mi impedisce di avere sussulti non dico di pudore ma anche soltanto di stupore.
- Senti - gli dico allora, quasi ridendo - lasciami spogliare del tutto e facciamolo almeno con una certa comodità. -
- Ah, così si parla ad un vecchio amico, sei un amore, lo dicevo io che se non ti avessi portato su quasi per forza non saresti mai stato mio. -
- Ah, così sarei tuo? - Dico tanto per dire, perché cominciavo a capire perfettamente ed a condividere eccitazione e sottomissione.
- Adesso vedrai fino a che punto! - E dopo aver finito di spogliarmi ed essersi spogliato lui stesso - debbo dire che era eccitante, così piacevolmente depilato e con due tettine puntute appena incipienti – si riprende il mio uccello e mi spinge a sedere sull’Anubi, che scopro essere di resina e non di bronzo, vista l’assenza di ogni freddezza tipica del metallo.
Mentre la sua lingua cerca di portare a termine l’opera pregevolmente iniziata, tocco qualcosa della statua e sento come uno scatto e qualcosa di duro cominciare a penetrarmi, mentre lui mi blocca in quella posizione con le mani e una bocca dalla lingua insaziabile.
Addirittura prima della sorpresa comincia a manifestarsi in me un piacere così intenso da indurmi ad agitare il culo assecondando completamente il movimento della penetrazione. Fra l’altro, mi accorgo che quello strano pene, sta facendo su e giù dentro di me come fosse di vera ciccia. Vengo così sodomizzato senza pietà e con la mia più completa acquiescenza. Stavo già godendo, con grande soddisfazione dell’amico che mi ciucciava senza un attimo di sosta, quando, oh miracolo, mentre eiaculavo a tutto spiano, mi sento a mia volta empito di sborra - non sapevo come altro immaginarla - da parte della divinità. Debbo anche riconoscere che quella specie di sborrata mi toglie ogni inibizione e chiedo così all’amico che aveva ampiamente goduto di me, di lasciarmi godere a mia volta di lui.
Credo non aspettasse altro e si affretta immediatamente a servirmi in bocca il suo cicciolo senza parsimonia. Anzi data la mia, credo manifesta, esperienza nulla in quel campo, mi afferra la testa e, dopo avermi schiaffato in gola un pene completamente scappucciato, comincia ad accarezzarmi, forzandomi a non sottrarmi neanche per un istante all’andirivieni del suo volatile e ad ingoiare completamente lo sperma che comincia ad erompere da quello, ormai senza freni, costringendo un soggetto pur totalmente consenziente a leccarlo poi dentro e fuori, a baciarlo sul ventre prominente e fra i testicoli, fin nell’ansa delle chiappe che mi porge tutte, rivoltandosi nel modo più adatto. Mi lascio così sottoporre e consento alle sconcezze più innominabili e vergognose permettendogli di prendersi la più completa rivincita di tutte le mie altezzose e scocciate prese di distanza.
Quando ebbi finito di godere ed essere goduto - Sei una gran troia ed una discreta checca - mi dice con un risolino sarcastico.
Cominciamo allora a chiacchierare, pur tra una leccata e l’altra e qualche bacio al gusto di sperma che mi lascio dare ed anzi ricambio con mulinelli di lingua e languidi titillamenti ai genitali.
Mi faceva impazzire toccargli il cazzo e le tettine,
e contemporaneamente ed a mia volta farmi toccare, specialmente il culo, dentro cui, assai generosamente, le sue dita entravano ed uscivano appena smetteva con la lingua.
- Non posso che esprimerti tutta la mia gratitudine - riconobbi - quella di dare il culo è un’esperienza che nella fantasia avevo già fatto, ti dirò, ma che in pratica pretende una rottura che non avrei saputo provocare con i soli desiderio e fantasia. -
- Hai visto caro che anche gli amici froci servono a qualcosa! -
- Non è questo che mi faceva prendere le distanza, debbo confessarti, anzi... il fatto è che mi interessava di più prenderlo che darlo e mi sembrava che tu avresti solo voluto essere penetrato.
- Carissimo questo è un preconcetto che hanno tutti i novellini... come vedi, falso.-
E mettendomi di nuovo un dito in culo mi obbliga, ancora una volta, ad allargare le gambe , restando supino. Poi, sempre eccitatissimo, comincia a sodomizzami lui stesso con una fava di grande dimensione, debbo dire, e che non mi lascia alcun dubbio sulla mia vocazione di recente scoperta. Lascio che il mio godimento e la mia dedizione alla nuova causa ricomincino a puntare verso il parossismo e, quando già sto per venire, il maledetto si sfila all’improvviso, si volta e mi infila il suo ano sull’uccello in ebollizione.
La fuoriuscita del suo uccello dal mio sfintere, per tutta la lunghezza, mi provoca naturalmente un ultimo spasmo di godimento quale non avevo mai provato in vita mia e determina un’eiaculazione, che lui prontamente si gode calzandomi con il suo "culo profondo" che mi fa uno smorzacandela, debbo dire, da urlo.
Io continuo a sbatterlo di sotto in su nelle sue chiappe, aggrappandomi alle sue spalle per restargli più dentro e durare più a lungo possibile,
sborrando e schizzando a più non posso.
Quando ebbi finito di venire, quell’amore di frocio, non ancora soddisfatto, dopo essersi sfilato con il culo sgocciolante, me lo scodinzola in faccia
- Adesso, visto che ti piace, leccalo tutto e puliscilo con la lingua per benino! - e con un movimento opportunamente ondulatorio e, spalancandolo completamente intorno alla punta della mia lingua
- Dentro, leccalo dentro, non ti stancare! -
Passando poi con grande naturalezza a farsi ciucciare i testicoli dolcemente depilati e, per finire, tutto l’uccello che ancora gocciolava di sborra, mentre in posizione numericamente signi-ficcante, mi serviva di un identico servizio.
Non c’era verso di mandarmi a riposo, continuavo ad avere erezioni e procurarne.
Così seguitando a giocare con le mani e guardandomi fra le gambe - Hai il culo, lo sfintere voglio dire, completamente estroflesso e pulsante come una fighetta. Direi che hai ancora molta voglia di cazzo, fammi vedere come godi da solo a farti fottere da Anubi, dai, montagli in braccio e non ti vergognare, io ti guardo, poi quando stai per venire ti vengo a succhiare. -
Senza più remore rimontai sulla statua che era restata, non me ne ero accorto, con la "spada" sguaiatamente sguainata .
Ne cercai la punta con l’ano proteso e me la feci entrare tutta dentro, questa volta era rigida ed eretta ed ero io a dovermi muovere per sentirla viva e farmi sodomizzare fino all’orgasmo.
Andavo su e giù con una sfacciataggine che era compensata da spasmi di sofferenza e piacere insieme.
- Sei una vera troia, non c’è che dire, ti fai fottere anche dai “cani” - e mentre contemplava me che mi facevo scopare dalla statua, lui si masturbava con grande trasporto - E’ bello sai, vedertelo prendere in culo con tanta frenesia - e mi si sedette ai pedi estatico, contemplando dal basso il mio buchetto sfondato dal cazzo di plastica - Hai uno sfintere che pulsa di voglia, è meraviglioso, come il mio d’altronde, avresti mai immaginato di essere così eguale a me?-
- No, ma ti capisco benissimo, è bellissimo, fallo schizzare ancora, ti prego, che sto per venire - mugolai mentre sentivo quell’uccello frugarmi le budella.
Mi venne sopra con la bocca avida e premette qualcosa, perché sentii ancora quei fantastici schizzi che mi davano la sensazione di starmi facendo mettere in cinta dal Dio. Avevo il culo completamente fradicio di qualcosa di stupendamente fluido e appiccicaticcio - Ma che cosa ci hai messo là dentro che sembra proprio sborra?-
- Chiara d’uovo con, in aggiunta, la mia prima sborrata di stamattina, carino no?-
- E’ bellissimo dissi estatico - venendogli ancora una volta in bocca.
E quando lui l’ebbe succhiato tutto, mi baciò violentemente a sua volta, costringendomi a ingoiare anch’io una parte del mio stesso sperma.
FINE
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Racconto fintoracconto sucessivo
Thai dream
Commenti dei lettori al racconto erotico