La limousine

di
genere
gay

La limousine filava alla massima velocità consentita dalla stradina a saliscendi nel verdeggiante paesaggio collinare del Surrey. Una donna stupenda, vistosa, con una scollatura moderata, ma sufficiente a suscitare pensieri poco casti: l’amante del conte, stava conducendo il giovane architetto italiano alla nuova casa di campagna che il conte aveva acquistato per lei e dove li stava attendendo.
Caro architetto, vedrà – stava dicendo la donna – la casa è un vero rudere, fatta salva la piccolissima parte dove alloggeremo, ma io sono convinta che con il suo aiuto potrà venirne fuori una cosa molto romantica ed in grado di accogliere una dozzina di ospiti con tutti i comodi, Non vogliamo sfarzi, ma una cosa molto pratica - e mettendo una mano affusolata sulla coscia dell’architetto insistette – davvero molto pratica, non smetterò di raccomandarglielo!
L’architetto, pur essendo abituato alle belle donne, anzi, forse proprio per questo, era alquanto distratto dalla scollatura della signora ed alla prima curva a favore, incoraggiato dalla bella mano della dama, le precipitò con il naso nel belvedere.
La manovra era stata impeccabile e la mano della donna ne premiò subito l’intraprendenza andando a collocarsi dove maggiore era l’attesa.
L’architetto, sentendosi così autorizzato ad osare, nonostante l’autista, con rapido armeggio estrasse le dolci colline di quel paesaggio interno e cominciò a suggerne il miele profumato.
Ormai rovesciati sul sedile i due indugiarono in baci sempre più travolgenti, finché l’architetto non si sentì dolcemente spinto con la testa verso il bacino della donna che ormai con l’abito risalito al di sopra delle natiche, mostrava le prime velate oscurità del collant. Le sue mani ne abbassarono frenetiche il sipario e mentre la donna divaricava consenziente le cosce, l’architetto scoprì che era un uomo.
Ti prego non fare storie e fammi venire con la lingua!
Il gentiluomo che albergava nel petto del professionista non consentì all’ ”Homo naturalis” di ribellarsi e suggerì anzi di trarre il massimo godimento dalla fatuità della situazione; cosicché il pene della donna poté esprimersi in una meravigliosa eiaculazione che l’architetto ricevette completamente in bocca e provvide ad ingoiare con splendida generosità.
E’ stato un pompino davvero meraviglioso caro, adesso permettimi di masturbarti un pochino per dimostrarti la mia gratitudine e vedere in azione anche il tuo cosino!
Beh, spero proprio che non ti paia un cosino … provò a ribattere l’architetto.
Guarda caro che da quando il conte, con il preteso dei regali che mi fa, mi chiava anche tre volte per notte, comincio a preferire i culetti ai pisellini con i quali mi piace più che altro bamboleggiare un po’, ma tu sei stato così carino…
Poi trovandogli finalmente il passero lo estrasse dai pantaloni e prese a carezzarlo con la destra affusolata mentre la sinistra gli frugava nel boxer alla ricerca del buchetto.
L’architetto era ormai al di là del bene e del male e si lasciò masturbare da entrambe le parti mugolando sommessamente e facendosi mungere tutto lo sperma disponibile, il quale gli venne generosamente spalmato sul ventre, quello che non gli era già colato fra i testicoli e le cosce.
Mi piace impappare del loro sperma i maschietti libidinosi mentre li aiuto a cambiare sesso, però ti devi lasciar depilare un pochino se vuoi continuare il training.
Amore mio, credo proprio che da te mi lascerò convincere a fare qualsiasi cosa e ti dimostrerò che un vero professionista è sempre disposto a prostituirsi nel modo più completo.
So bene, mio caro, di saper tirar fuori il meglio da tutti quelli con cui m’impegno! E’ la garanzia migliore per essere servita al massimo livello, lo sai?
Sono completamente convinto e mi dichiaro a totale disposizione….
L’architetto fece un leggero inchino mentre cercava di ricomporsi e di tirarsi su mutande e pantaloni.
Mio caro, so che andremo perfettamente d’accordo, io, te ed anche il conte, presumo!
Già, il conte, in tutto quel trambusto lo aveva dimenticato e ricordandosene fu assalito da un’ombra di preoccupazione.
La donna, insomma quel gran cazzo di donna, se ne accorse e si affrettò a tranquillizzarlo:
I bei ragazzi piacciono anche al conte. Gli piace farli chiavare e chiavarli lui stesso. Vedrai, ti piacerà tutto il pranzo, adesso che hai assaggiato l’aperitivo.
Non immaginavo di dover lavorare tanto, ma ti confesso che mi eccita, com’è il conte?
Un ciccione sadico,ma molto raffinato ed un vero buongustaio in fatto di culo e dintorni!
Appena arrivati... (Sarà bene, da ora in avanti, calarci completamente nei panni o, meglio ancora, nelle mutande dell'architetto)... il conte e la mia splendida amica maschio mi fecero visitare la catapecchia composta di un corpo centrale con ampie stalle, e locali per attrezzi e magazzini al piano terra ed un immenso sottotetto, che doveva essere stato un granaio, con accesso da una scala esterna coperta.
Era un complesso che avrebbe destato la fantasia di qualsiasi progettista e possedeva, in più, ancora un’aura della dura fatica di cui era stato sicuramente spettatore.
Il conte aveva un aspetto da fattore corpulento e bonario ma anche una certa grinta da domatore.
Caro architetto, sono felice che sia finalmente con noi e spero che la mia amica le abbia già accennato a quello che ci aspettiamo da lei!
Si, e le confesso che sono ansioso di cimentarmi in tutte le fatiche che mi attendono.
Nel mentre gli guardavo il notevole rigonfio che gli riempiva il davanti dei larghi pantaloni infilati negli stivali da campagna.
Intanto eravamo entrati in un locale dove insieme ad uno stock di balle di fieno faceva bella mostra un vecchio trattore con il sedile di ferro a vassoio bucherellato, da cui pendevano corregge di cuoio nuove fiammanti ed accanto a cui era uno di quegli antichi lavandini di ferro con bacinella e brocca piena d’acqua, nonché asciugamani di spugna ed un completo set da barba in bella mostra.
In quel momento entrò da una porta laterale un ometto impomatato, con una specie di spolverino candido.
Le presento il mio barbiere di fiducia del quale la prego di approfittare immediatamente, se non si è fatto depilare il pube di recente o anche se necessita di un semplice ritocco.
Confessai che sarebbe stata la prima volta e vidi dipingersi una pura gioia sul viso compiaciuto del conte.
Splendido, splendido, mio caro ragazzo, cominci dunque a mostrarci la sua verginale nudità e getti i suoi indumenti su quel bel fieno profumato e tu – proseguì rivolto alla mia guida – aiuta l’architetto a salire su quel sedile ed insegna a lui la posizione da assumere!
Mi lasciai docilmente denudare e sistemare con le natiche e le cosce aperte sostenuto per le ascelle e le ginocchia dalle morbide corregge di cuoio appese alle travi del basso soffitto.
Subito il barbiere estrasse un depilatore elettrico a pile ed iniziò a far cadere in ciuffi il mio vello pubico sotto gli sguardi avidi dei miei datori di lavoro. Era primavera ed il candore del mio bacino e di tutto il resto del mio corpo non ancora abbronzato destavano nel conte compiaciuti commenti di apprezzamento:
Un burro, un vero burro…si, si, bene così, via tutto, lo voglio completamente glabro e liscio come un bimbo prepubere.
Ormai tolta la massa, restava come una barbetta leggera che il conte mi invitava a toccare, mentre il barbiere preparava il pennello col quale iniziò ben presto a riempire di candida schiuma le anse e le colline del mio ventre, del sesso, dei testicoli e delle natiche completamente offerte allo strumento e alla saponata.

Il conte in preda all’eccitazione aveva estratto il su membro e si stava masturbando con moderazione mentre si era lasciato cadere a terra i calzoni ancora infilati negli stivali.
Ah, un giovane pube insaponato al gusto di sperma che sta per essere rasato a zero ed è ansioso di lasciarsi sodomizzare, sono gia tutto bagnato! Sbrigati barbiere che me lo voglio fare subito su quel mucchio di fieno mentre la mia amica tettona gli fa la bocca col suo uccello e l’amico barbiere provvede a raccogliere il suo sperma per la saponata di stanotte.


Non appena fui liscio come un bimbo il conte pretese di farmi lubrificare il vergine buco dal membro del barbiere, che per le sue dimensioni non eccessive sembrava più adatto alla bisogna.
Fui così gentilmente sodomizzato dal glande del figaro, che debbo dire accolsi tanto caldamente nell’ano, da farmi quasi subito inondare fin nelle ultime profondità dall’effusione di uno sperma particolarmente abbondante e spumoso per la frenesia della penetrazione.
Non potei venire anche io perché il conte immediatamente allontanò il membro estraneo e nella lubrificata intimità del mio culo cacciò il suo grosso pene immantinente.
Cacciai un urlo disperato alla violenza di quell’ingresso, ma , gia rodato dalla precedente esperienza, non stentai a rilasciare lo sfintere al fine di poter completamente godere, e subito, di così rispettabile volume di pene.
E adesso, amici carissimi, lasciamo riposare la penna... e le parole... e integriamo con ogni tipo di fantasia personale la cena e poi la notte del conte, della “contessa” e dell'architetto.
So benissimo che voi vorreste toccare con mano e leccare con la lingua gli sgocciolamenti dello sperma, lo spalancarsi degli sfinteri, il sollevarsi e l'addentrarsi di poderosi cazzi in confortevoli ed arrendevoli ani.....ma......resistete, ragazzi....resistete e sopra tutto...cercate una sapiente soddisfazione di tutte le vostre fantasie!
scritto il
2011-05-15
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