Il mio diario cap.4 (cerco sasa))
di
LaSusi
genere
saffico
Superata la maturità vedevo avvicinarsi il mio obbiettivo di trovare il modo di lasciare la casa che mi aveva visto nascere e crescere per andare a vivere da sola.
Quell'estate mi impegnai a a distribuire curriculum ad ogni offerta di lavoro comprese quelle che avevano poco a che fare con le mie attitudini.
Non volli iscrivermi all'università perché questo avrebbe voluto dire ritardare di almeno 5 anni la mia agognata indipendenza. Volevo e dovevo trovare un lavoro che mi permettesse di raggiungerla quell'anno , cascasse il mondo.
Dopo tanti colloqui che non portarono a niente mi venne proposto un impiego di segretaria in una compagnia di assicurazioni. Avrei dovuto superare un periodo di prova durante il quale avrebbero potuto osservare se avevo le qualità per essere assunta in pianta stabile e se lo avessi superato mi sarei dovuta impegnare a seguire un corso di specializzazione per imparare i meccanismi del sistema assicurativo.
La paga non era un granché ma se fossi riuscita ad integrarla con qualche lavoretto extra tipo babysitter che avrei potuto fare di sera pensavo che potesse bastare come base di partenza , in seguito se fossi stata assunta in a tempo indeterminato il mio stipendio sarebbe stato sufficiente per mantenermi senza dover fare un doppio lavoro.
Avrei iniziato da li a due settimane il mio periodo di prova.
Il tempo sufficiente per trovare un alloggio ma qui sorsero i primi problemi.
Mi ero buttata decisa sui monolocali ma quelli che potevo permettermi erano da arredare e dove avrei preso i soldi per mobili ed elettrodomestici ?
Quelli già arredati erano fuori dalla mia portata.
Durante la mia ricerca un giorno mentre ero nell'ennesima agenzia immobiliare mi imbattei in una ragazza più o meno della mia stessa età che aveva i miei stessi problemi.
Non avendo risolto nulla entrambe e avendo capito che avevamo le stesse difficoltà nel trovare un alloggio adatto fu un attimo fare conoscenza e scelto un angolino in un bar li nei paraggi iniziammo ad approfondire il discorso. La cosa più logica da fare ci portava a valutare l'idea di prendere un appartamento in due in modo da dividersi le spese.
Parlammo un po di noi per vedere se avevamo caratteri che ci permettessero di pensare che una pacifica convivenza fosse possibile e notammo che in fondo non eravamo molto dissimili , entrambe avevamo voglia di indipendenza , ci sentivamo spiriti liberi ed aperte al mondo.
Decidemmo di provare , certo era un azzardo ma entrambe non avevamo ne il tempo ne la voglia di aspettare oltre.
Sara aveva 21 anni , due più di me , era una ragazza poco più alta di me , un metro e settanta scarso. Fisico snello ma ben tornito nei punti giusti , un viso ovale , bellissimi occhi color turchese in contrasto con la folta chioma di capelli corvini. Lavorava in un supermercato come cassiera.
Ci mettemmo tutte due alla ricerca dividendoci le agenzie immobiliari ed ora puntavamo ad un bilocale già arredato che potesse rientrare nelle nostre possibilità. Avevamo per questo motivo stabilito un tetto che non avremmo dovuto superare.
Fu Sara a trovare ciò che andavamo cercando. Si trattava di un bilocale in una palazzina a 5 piani composto da soggiorno , cucina con un piccolo tavolo che poteva ospitare 2 od anche 3 persone , un bagno con box doccia , un ripostiglio ed una camera da letto matrimoniale.
Era situato in periferia ma ben servito dai mezzi pubblici. Proprio sotto casa c'era la fermata dei bus e a meno di 100 metri la stazione della metro.
Il costo dell'affitto comprese le spese di condominio era ampiamente alla nostra portata.
Non ci restava che andarlo a vedere e stabilimmo di farlo al più presto.
Si trovava al terzo piano che come tutti gli altri era composto da tre appartamenti , il nostro era quello centrale , proprio di fronte all'ascensore.
Il locale si presentava pulito ed in ordine anche se l'arredamento dimostrava i suoi anni e il passaggio di più inquilini ma non avrebbe certo influenzato la nostra scelta. Il bagno era in ottime condizioni e la camera da letto era in linea col resto dell'arredamento. C'erano anche due balconi il primo che correva lungo tutta la larghezza dell'appartamento ed era accessibile sia dalla cucina che dal soggiorno e dava sulla strada mentre l'altro era più un ballatoio e si trovava sul retro accessibile dalla camera da letto.
Lo prendemmo e firmato il contratto e versata la caparra che consisteva in un mese d'affitto anticipato ci andammo a vivere. C'era da decidere come dormire , o insieme nel letto matrimoniale oppure visto che in soggiorno c'era un pratico divano letto usare anche questo e ognuna per conto suo.
Non ci fu bisogno di rifletterci molto. Avremmo dormito insieme nel lettone.
Il divano sarebbe potuto venire utile per momenti particolari.
Comprammo qualche paia di lenzuola per letto e divano , portammo la nostra roba ed iniziò la convivenza.
Per me il giorno che siamo andate a viverci è stato la realizzazione di un sogno. “finalmente libera ed indipendente” pensavo con gioia.
Sfogammo il nostro entusiasmo con un abbraccio ed un bacio con lo schiocco sulle labbra.
La convivenza risultò subito piacevole , io e Sara ci spartivamo equamente i compiti e ben presto nacque una profonda , sincera amicizia. Ci confidavamo i nostri sogni , i progetti ed anche le cose più intime.
Succedeva che a volte Sara che frequentava un ragazzo da alcuni mesi lo invitasse a passare la notte da noi , dopo aver chiesto il mio consenso naturalmente. Io allora lasciavo la stanza da letto e dormivo sul divano.
Mi piaceva sentire i loro gemiti mentre facevano l'amore e più di una volta mi ero masturbata mentre loro si stavano amando. Il mattino dopo Luca , il suo ragazzo faceva colazione insieme a noi ed appena lasciato l'appartamento le chiedevo di raccontarmi tutto e lei mi descriveva con tanto di dettagli ciò che avevano fatto. Durante il racconto ridevamo e davo a loro dei porcellini e lei mica arrossiva , anzi annuiva confermando quanto amava fare sesso e non si vergognava nell'ammettere che le piaceva quello spinto senza remore.
Io ben lungi dal cercare un partner fisso ogni tanto quando il tizio del momento non poteva ospitare me allora ero io a portarlo in casa nostra ed era così la volta di Sara di passare la notte sul divano.
Avrete imparato a conoscermi se state seguendo questa serie di racconti e saprete di certo che per me il sesso è gioia , è vita e lo faccio con sfrenata passione per cui Sara sentiva tutto dai gemiti alle frasi sconce.
Mi diceva “io sarò una porcellina ma tu sei una vera e propria maiala” e giù a ridere. Anche lei mi chiedeva dettagli sulle mie scopate e in occasione di cose che non aveva mai fatto prima diceva che avrebbe provato con Luca.
Si era creata tra noi un'intesa ed una complicità uniche.
Vi racconto un episodio che può esserne una dimostrazione.
Una cosa che odio su di me è il pelo così mi depilo regolarmente per avere sempre la pelle liscia e setosa.
Uso in genere la lametta , a volte la crema , quando posso permettermelo faccio la ceretta dall'estetista , doloroso ma più efficace.
Quando mi arrangio in casa gambe , braccia e ascelle le faccio in bagno mentre la parte intima sono più comoda a farla a letto avendo cura di mettere sotto un telo da doccia.
Una sera ero in bagno dedita al rito della depilazione quando Sara passando davanti alla porta che lasciavo immancabilmente aperta si fermò e appoggiatasi ad uno stipite si mise ad osservare.
“Che c'è”feci io “qualche problema ? “affatto”rispose lei “posso stare qui a guardarti mentre ti depili ?”
“fai pure , se lo trovi interessante”
“hai una bella pelle e delle forme armoniose” disse
“anche tu non sei male” risposi con tono poco partecipe. Ero concentrata a far scorrere la lametta sotto le ascelle , punto scomodo e facile ai tagli se non si usa attenzione.
Finito di depilare il resto del corpo non mi restava che la parte più delicata , l'intimo.
Presi il mio telo da doccia e lo distesi sul letto dalla parte dove ero solita dormire, svuotai il catino che riempii di nuovo a metà di acqua tiepida e presi schiuma da barba e un rasoio di quelli da donna usa e getta nuovo.
Mi sdraiai con il capo appoggiato alla testa del letto , presi lo specchio che usavo anche per quando dovevo prendermi cura del viso e lo misi in piedi tra le cosce rivolto verso la passera così avevo una visuale anche dei punti che non riuscivo a vedere.
Sara mi seguì anche in camera
“Vuoi che faccia io ? Penso sarebbe più pratico , non credi ? Sempre se ti fidi e non ti fai problemi”
La guardai per un attimo ma non colsi la malizia (quando sono concentrata su qualcosa non mi distraggo facilmente)
Risposi “si perché no , grazie”
Sara si sedette di fianco a me e dopo aver immerso una mano nel catino la passò sui punti da depilare quindi si spruzzò un po di schiuma sul palmo e me la spalmò sulla pelle umida con cura. Un po sbordò sulle grandi labbra al che lei passò il pollice curandosi di toglierla. Ammetto che lasciare che si occupasse lei della depilazione mi rilassava ed il tocco della sua mano era delicato e piacevole.
Prese quindi il rasoio ed iniziò dal monte di venere. Passo la lametta nelle due direzioni in modo che non restasse traccia di pelo quindi restava la parte più delicata , quella attorno alla vulva. Mi fece aprire bene le gambe e con un dito sul labbro a proteggerlo fece scorrere la lametta prima dall'alto in basso e poi nella direzione inversa. Passò quindi dall'altro lato e ripeté gli stessi gesti se non che mentre risaliva ebbi un brivido che le fece muovere involontariamente la mano e mi procurò un taglietto superficiale dal quale uscì una gocciolina di sangue.
“oh scusa Susi non l'ho fatto apposta” disse preoccupata ed io “colpa mia , mi sono mossa”
Mentre rispondevo Sara tirò fuori la lingua e vi passò il polpastrello raccogliendo un po di saliva e lo posò sulla piccola ferita massaggiando leggermente “sapevi che la saliva può essere considerata un disinfettante naturale ?”
“ne ho sentito parlare ma non ne ho mai verificato la veridicità”
“te lo assicuro , l'ho letto in un'intervista ad un medico su una rivista femminile”
Prese quindi una spugnetta ed inumiditala la passò a levare le tracce di schiuma rimaste avendo cura di lasciare che non uscisse più sangue dal taglietto prima di passare molto delicatamente anche li.
Mi tamponò con un un asciugamano per asciugarmi senza strofinare ed infine soddisfatta disse “ecco fatto , liscia e morbida come il culetto di un bambino”
Le sorrisi e lei proseguì “ti va se ti spalmo sul corpo un po di crema lenitiva per prevenire gli arrossamenti dove è passato il rasoio ?”
“fai pure cara , con piacere”
Andò in bagno e tornò subito dopo con in mano un tubetto di crema , me ne spremette un po sul braccio e iniziò a distribuirla uniformemente dall'ascella fino al polso massaggiando fino al suo completo assorbimento. Fece lo stesso sull'altro braccio quindi passò alle gambe.
Dopo aver spremuto la crema in più punti partendo dalla coscia scese fino alla caviglia usando entrambe le mani.
La sensazione era piacevolissima e rilassante tanto che chiusi gli occhi per potermelo godere appieno. Sara si prese la libertà di scendere oltre la caviglia “un massaggino al piede è una cosa che a me fa star bene”
Visto che non aprii gli occhi e non risposi proseguì.
L'operazione iniziata da Sara con l'intento di lenire la pelle dall'irritazione provocata dal passaggio della lametta si stava gradualmente mutando da piacevole e rilassante a piacevole ed eccitante.
Ripeté gli stessi movimenti sull'altra gamba compreso il massaggio al piede per poi dedicarsi alla zona pubica. Spalmò la crema con movimenti lenti e circolari sul monte di venere e poi si dedicò alla parte che affiancava il mio sesso. Qui i movimenti si fecero ancora più lenti e lo sfiorare le labbra cominciava a darmi leggeri brividi finché non sentii il mio fiore sbocciare e bagnarsi di rugiada. Sara a quel punto non indugiò e passò le dita lungo la fessura aperta e umida , la percorse più volte nei due sensi senza fretta poi si dedicò al clitoride che al suo tocco divenne gonfio e duro.
Nel frattempo io stavo provando sensazioni nuove. Per la prima volta erano le dita di una donna a stimolare il piacere sul mio sesso ed era una sensazione davvero mai provata. Quando iniziò a premere sul clitoride facendo contemporaneamente roteare il pollice mi scapparono i primi gemiti.
Aprii gli occhi , lei mi guardava la passera mentre mi masturbava. Mi parve più bella del solito completamente coinvolta nel donarmi piacere.
Scese con tre dita , due ad aprire di più le grandi labbra e l'indice al centro lo infilo nella passera. Potevo sentirlo roteare e scorrere lungo le calde pareti del mio sesso. Ad un certo punto toccò una parte che non avevo mai sentito così sensibile , la pregai di insistere li fino a che l'intenso piacere che mi fece provare provocò un orgasmo che salì lentamente acquistando sempre più intensità mano a mano che si avvicinava al suo culmine che si manifestò con un esplosione di colori nella mia testa ormai persa prigioniera di quelle abili mani. Sara si leccò le dita per assaporare il miele frutto del mio orgasmo. Ci guardammo sorridendo in silenzio poi lei si alzò ed andò di la. La vidi entrare poco dopo con un cucchiaio ed uno spazzolino da denti , oggetti che avevo usato già per le mie solitarie masturbazioni. Si sedette e e appoggiò il freddo metallo del cucchiaio sul clitoride strusciandolo su di esso provocandomi forti brividi poi scese spingendo sul mio sesso col cucchiaio piatto fino a scendere giù dove si apriva l'ingresso alla mia tana , lo mise di lato e spinse facendolo entrare fino a metà dell'impugnatura. Iniziò muovendolo in tutte le direzioni e facendolo girare. Manifestavo il mio godimento ma nessuna delle due aveva detto una parola fin dall'inizio , non ce n'era bisogno perché oltre il piacere fisico era molto presente la componente mentale e non servivano le parole , bastavano gli sguardi. Sara lasciò la mano dal cucchiaio che restò comunque piantato in me e prese a strusciare lo spazzolino all'ingresso del mio sesso facendolo scorrere sulla parte più in basso , ogni tanto lo spingeva dentro per uscire subito e riprendere a spazzolare lo stesso punto che scoprii più ricettivo di altri. Faceva questo non dimenticando di titillare il clitoride con ditalini e lievi pizzicotti.
Dopo cinque minuti ebbi un nuovo meraviglioso orgasmo. Sara tolti gli oggetti si chinò a baciarmi la passera e dopo aver dato una leccata a raccogliere ciò che l'orgasmo aveva liberato si avvicinò al mio viso e mi offri la sua bocca e ci baciammo a lungo e potei assaporare il gusto del mio miele dalla sua bocca. Ci fu un ultimo sguardo dolcissimo ma anche decisamente sensuale poi lei con gli oggetti pregni dei miei umori lasciò la stanza in silenzio.
Quella fu la mia prima esperienza con una del mio stesso sesso.
In seguito capitarono altre occasioni ma quella prima volta la ricordo ancora oggi con grande tenerezza,
Dopo quell'episodio la nostra complicità divenne totale e ci avrebbe portate ad inventarci qualcosa per rendere più piccanti alcune situazioni.
Quell'estate mi impegnai a a distribuire curriculum ad ogni offerta di lavoro comprese quelle che avevano poco a che fare con le mie attitudini.
Non volli iscrivermi all'università perché questo avrebbe voluto dire ritardare di almeno 5 anni la mia agognata indipendenza. Volevo e dovevo trovare un lavoro che mi permettesse di raggiungerla quell'anno , cascasse il mondo.
Dopo tanti colloqui che non portarono a niente mi venne proposto un impiego di segretaria in una compagnia di assicurazioni. Avrei dovuto superare un periodo di prova durante il quale avrebbero potuto osservare se avevo le qualità per essere assunta in pianta stabile e se lo avessi superato mi sarei dovuta impegnare a seguire un corso di specializzazione per imparare i meccanismi del sistema assicurativo.
La paga non era un granché ma se fossi riuscita ad integrarla con qualche lavoretto extra tipo babysitter che avrei potuto fare di sera pensavo che potesse bastare come base di partenza , in seguito se fossi stata assunta in a tempo indeterminato il mio stipendio sarebbe stato sufficiente per mantenermi senza dover fare un doppio lavoro.
Avrei iniziato da li a due settimane il mio periodo di prova.
Il tempo sufficiente per trovare un alloggio ma qui sorsero i primi problemi.
Mi ero buttata decisa sui monolocali ma quelli che potevo permettermi erano da arredare e dove avrei preso i soldi per mobili ed elettrodomestici ?
Quelli già arredati erano fuori dalla mia portata.
Durante la mia ricerca un giorno mentre ero nell'ennesima agenzia immobiliare mi imbattei in una ragazza più o meno della mia stessa età che aveva i miei stessi problemi.
Non avendo risolto nulla entrambe e avendo capito che avevamo le stesse difficoltà nel trovare un alloggio adatto fu un attimo fare conoscenza e scelto un angolino in un bar li nei paraggi iniziammo ad approfondire il discorso. La cosa più logica da fare ci portava a valutare l'idea di prendere un appartamento in due in modo da dividersi le spese.
Parlammo un po di noi per vedere se avevamo caratteri che ci permettessero di pensare che una pacifica convivenza fosse possibile e notammo che in fondo non eravamo molto dissimili , entrambe avevamo voglia di indipendenza , ci sentivamo spiriti liberi ed aperte al mondo.
Decidemmo di provare , certo era un azzardo ma entrambe non avevamo ne il tempo ne la voglia di aspettare oltre.
Sara aveva 21 anni , due più di me , era una ragazza poco più alta di me , un metro e settanta scarso. Fisico snello ma ben tornito nei punti giusti , un viso ovale , bellissimi occhi color turchese in contrasto con la folta chioma di capelli corvini. Lavorava in un supermercato come cassiera.
Ci mettemmo tutte due alla ricerca dividendoci le agenzie immobiliari ed ora puntavamo ad un bilocale già arredato che potesse rientrare nelle nostre possibilità. Avevamo per questo motivo stabilito un tetto che non avremmo dovuto superare.
Fu Sara a trovare ciò che andavamo cercando. Si trattava di un bilocale in una palazzina a 5 piani composto da soggiorno , cucina con un piccolo tavolo che poteva ospitare 2 od anche 3 persone , un bagno con box doccia , un ripostiglio ed una camera da letto matrimoniale.
Era situato in periferia ma ben servito dai mezzi pubblici. Proprio sotto casa c'era la fermata dei bus e a meno di 100 metri la stazione della metro.
Il costo dell'affitto comprese le spese di condominio era ampiamente alla nostra portata.
Non ci restava che andarlo a vedere e stabilimmo di farlo al più presto.
Si trovava al terzo piano che come tutti gli altri era composto da tre appartamenti , il nostro era quello centrale , proprio di fronte all'ascensore.
Il locale si presentava pulito ed in ordine anche se l'arredamento dimostrava i suoi anni e il passaggio di più inquilini ma non avrebbe certo influenzato la nostra scelta. Il bagno era in ottime condizioni e la camera da letto era in linea col resto dell'arredamento. C'erano anche due balconi il primo che correva lungo tutta la larghezza dell'appartamento ed era accessibile sia dalla cucina che dal soggiorno e dava sulla strada mentre l'altro era più un ballatoio e si trovava sul retro accessibile dalla camera da letto.
Lo prendemmo e firmato il contratto e versata la caparra che consisteva in un mese d'affitto anticipato ci andammo a vivere. C'era da decidere come dormire , o insieme nel letto matrimoniale oppure visto che in soggiorno c'era un pratico divano letto usare anche questo e ognuna per conto suo.
Non ci fu bisogno di rifletterci molto. Avremmo dormito insieme nel lettone.
Il divano sarebbe potuto venire utile per momenti particolari.
Comprammo qualche paia di lenzuola per letto e divano , portammo la nostra roba ed iniziò la convivenza.
Per me il giorno che siamo andate a viverci è stato la realizzazione di un sogno. “finalmente libera ed indipendente” pensavo con gioia.
Sfogammo il nostro entusiasmo con un abbraccio ed un bacio con lo schiocco sulle labbra.
La convivenza risultò subito piacevole , io e Sara ci spartivamo equamente i compiti e ben presto nacque una profonda , sincera amicizia. Ci confidavamo i nostri sogni , i progetti ed anche le cose più intime.
Succedeva che a volte Sara che frequentava un ragazzo da alcuni mesi lo invitasse a passare la notte da noi , dopo aver chiesto il mio consenso naturalmente. Io allora lasciavo la stanza da letto e dormivo sul divano.
Mi piaceva sentire i loro gemiti mentre facevano l'amore e più di una volta mi ero masturbata mentre loro si stavano amando. Il mattino dopo Luca , il suo ragazzo faceva colazione insieme a noi ed appena lasciato l'appartamento le chiedevo di raccontarmi tutto e lei mi descriveva con tanto di dettagli ciò che avevano fatto. Durante il racconto ridevamo e davo a loro dei porcellini e lei mica arrossiva , anzi annuiva confermando quanto amava fare sesso e non si vergognava nell'ammettere che le piaceva quello spinto senza remore.
Io ben lungi dal cercare un partner fisso ogni tanto quando il tizio del momento non poteva ospitare me allora ero io a portarlo in casa nostra ed era così la volta di Sara di passare la notte sul divano.
Avrete imparato a conoscermi se state seguendo questa serie di racconti e saprete di certo che per me il sesso è gioia , è vita e lo faccio con sfrenata passione per cui Sara sentiva tutto dai gemiti alle frasi sconce.
Mi diceva “io sarò una porcellina ma tu sei una vera e propria maiala” e giù a ridere. Anche lei mi chiedeva dettagli sulle mie scopate e in occasione di cose che non aveva mai fatto prima diceva che avrebbe provato con Luca.
Si era creata tra noi un'intesa ed una complicità uniche.
Vi racconto un episodio che può esserne una dimostrazione.
Una cosa che odio su di me è il pelo così mi depilo regolarmente per avere sempre la pelle liscia e setosa.
Uso in genere la lametta , a volte la crema , quando posso permettermelo faccio la ceretta dall'estetista , doloroso ma più efficace.
Quando mi arrangio in casa gambe , braccia e ascelle le faccio in bagno mentre la parte intima sono più comoda a farla a letto avendo cura di mettere sotto un telo da doccia.
Una sera ero in bagno dedita al rito della depilazione quando Sara passando davanti alla porta che lasciavo immancabilmente aperta si fermò e appoggiatasi ad uno stipite si mise ad osservare.
“Che c'è”feci io “qualche problema ? “affatto”rispose lei “posso stare qui a guardarti mentre ti depili ?”
“fai pure , se lo trovi interessante”
“hai una bella pelle e delle forme armoniose” disse
“anche tu non sei male” risposi con tono poco partecipe. Ero concentrata a far scorrere la lametta sotto le ascelle , punto scomodo e facile ai tagli se non si usa attenzione.
Finito di depilare il resto del corpo non mi restava che la parte più delicata , l'intimo.
Presi il mio telo da doccia e lo distesi sul letto dalla parte dove ero solita dormire, svuotai il catino che riempii di nuovo a metà di acqua tiepida e presi schiuma da barba e un rasoio di quelli da donna usa e getta nuovo.
Mi sdraiai con il capo appoggiato alla testa del letto , presi lo specchio che usavo anche per quando dovevo prendermi cura del viso e lo misi in piedi tra le cosce rivolto verso la passera così avevo una visuale anche dei punti che non riuscivo a vedere.
Sara mi seguì anche in camera
“Vuoi che faccia io ? Penso sarebbe più pratico , non credi ? Sempre se ti fidi e non ti fai problemi”
La guardai per un attimo ma non colsi la malizia (quando sono concentrata su qualcosa non mi distraggo facilmente)
Risposi “si perché no , grazie”
Sara si sedette di fianco a me e dopo aver immerso una mano nel catino la passò sui punti da depilare quindi si spruzzò un po di schiuma sul palmo e me la spalmò sulla pelle umida con cura. Un po sbordò sulle grandi labbra al che lei passò il pollice curandosi di toglierla. Ammetto che lasciare che si occupasse lei della depilazione mi rilassava ed il tocco della sua mano era delicato e piacevole.
Prese quindi il rasoio ed iniziò dal monte di venere. Passo la lametta nelle due direzioni in modo che non restasse traccia di pelo quindi restava la parte più delicata , quella attorno alla vulva. Mi fece aprire bene le gambe e con un dito sul labbro a proteggerlo fece scorrere la lametta prima dall'alto in basso e poi nella direzione inversa. Passò quindi dall'altro lato e ripeté gli stessi gesti se non che mentre risaliva ebbi un brivido che le fece muovere involontariamente la mano e mi procurò un taglietto superficiale dal quale uscì una gocciolina di sangue.
“oh scusa Susi non l'ho fatto apposta” disse preoccupata ed io “colpa mia , mi sono mossa”
Mentre rispondevo Sara tirò fuori la lingua e vi passò il polpastrello raccogliendo un po di saliva e lo posò sulla piccola ferita massaggiando leggermente “sapevi che la saliva può essere considerata un disinfettante naturale ?”
“ne ho sentito parlare ma non ne ho mai verificato la veridicità”
“te lo assicuro , l'ho letto in un'intervista ad un medico su una rivista femminile”
Prese quindi una spugnetta ed inumiditala la passò a levare le tracce di schiuma rimaste avendo cura di lasciare che non uscisse più sangue dal taglietto prima di passare molto delicatamente anche li.
Mi tamponò con un un asciugamano per asciugarmi senza strofinare ed infine soddisfatta disse “ecco fatto , liscia e morbida come il culetto di un bambino”
Le sorrisi e lei proseguì “ti va se ti spalmo sul corpo un po di crema lenitiva per prevenire gli arrossamenti dove è passato il rasoio ?”
“fai pure cara , con piacere”
Andò in bagno e tornò subito dopo con in mano un tubetto di crema , me ne spremette un po sul braccio e iniziò a distribuirla uniformemente dall'ascella fino al polso massaggiando fino al suo completo assorbimento. Fece lo stesso sull'altro braccio quindi passò alle gambe.
Dopo aver spremuto la crema in più punti partendo dalla coscia scese fino alla caviglia usando entrambe le mani.
La sensazione era piacevolissima e rilassante tanto che chiusi gli occhi per potermelo godere appieno. Sara si prese la libertà di scendere oltre la caviglia “un massaggino al piede è una cosa che a me fa star bene”
Visto che non aprii gli occhi e non risposi proseguì.
L'operazione iniziata da Sara con l'intento di lenire la pelle dall'irritazione provocata dal passaggio della lametta si stava gradualmente mutando da piacevole e rilassante a piacevole ed eccitante.
Ripeté gli stessi movimenti sull'altra gamba compreso il massaggio al piede per poi dedicarsi alla zona pubica. Spalmò la crema con movimenti lenti e circolari sul monte di venere e poi si dedicò alla parte che affiancava il mio sesso. Qui i movimenti si fecero ancora più lenti e lo sfiorare le labbra cominciava a darmi leggeri brividi finché non sentii il mio fiore sbocciare e bagnarsi di rugiada. Sara a quel punto non indugiò e passò le dita lungo la fessura aperta e umida , la percorse più volte nei due sensi senza fretta poi si dedicò al clitoride che al suo tocco divenne gonfio e duro.
Nel frattempo io stavo provando sensazioni nuove. Per la prima volta erano le dita di una donna a stimolare il piacere sul mio sesso ed era una sensazione davvero mai provata. Quando iniziò a premere sul clitoride facendo contemporaneamente roteare il pollice mi scapparono i primi gemiti.
Aprii gli occhi , lei mi guardava la passera mentre mi masturbava. Mi parve più bella del solito completamente coinvolta nel donarmi piacere.
Scese con tre dita , due ad aprire di più le grandi labbra e l'indice al centro lo infilo nella passera. Potevo sentirlo roteare e scorrere lungo le calde pareti del mio sesso. Ad un certo punto toccò una parte che non avevo mai sentito così sensibile , la pregai di insistere li fino a che l'intenso piacere che mi fece provare provocò un orgasmo che salì lentamente acquistando sempre più intensità mano a mano che si avvicinava al suo culmine che si manifestò con un esplosione di colori nella mia testa ormai persa prigioniera di quelle abili mani. Sara si leccò le dita per assaporare il miele frutto del mio orgasmo. Ci guardammo sorridendo in silenzio poi lei si alzò ed andò di la. La vidi entrare poco dopo con un cucchiaio ed uno spazzolino da denti , oggetti che avevo usato già per le mie solitarie masturbazioni. Si sedette e e appoggiò il freddo metallo del cucchiaio sul clitoride strusciandolo su di esso provocandomi forti brividi poi scese spingendo sul mio sesso col cucchiaio piatto fino a scendere giù dove si apriva l'ingresso alla mia tana , lo mise di lato e spinse facendolo entrare fino a metà dell'impugnatura. Iniziò muovendolo in tutte le direzioni e facendolo girare. Manifestavo il mio godimento ma nessuna delle due aveva detto una parola fin dall'inizio , non ce n'era bisogno perché oltre il piacere fisico era molto presente la componente mentale e non servivano le parole , bastavano gli sguardi. Sara lasciò la mano dal cucchiaio che restò comunque piantato in me e prese a strusciare lo spazzolino all'ingresso del mio sesso facendolo scorrere sulla parte più in basso , ogni tanto lo spingeva dentro per uscire subito e riprendere a spazzolare lo stesso punto che scoprii più ricettivo di altri. Faceva questo non dimenticando di titillare il clitoride con ditalini e lievi pizzicotti.
Dopo cinque minuti ebbi un nuovo meraviglioso orgasmo. Sara tolti gli oggetti si chinò a baciarmi la passera e dopo aver dato una leccata a raccogliere ciò che l'orgasmo aveva liberato si avvicinò al mio viso e mi offri la sua bocca e ci baciammo a lungo e potei assaporare il gusto del mio miele dalla sua bocca. Ci fu un ultimo sguardo dolcissimo ma anche decisamente sensuale poi lei con gli oggetti pregni dei miei umori lasciò la stanza in silenzio.
Quella fu la mia prima esperienza con una del mio stesso sesso.
In seguito capitarono altre occasioni ma quella prima volta la ricordo ancora oggi con grande tenerezza,
Dopo quell'episodio la nostra complicità divenne totale e ci avrebbe portate ad inventarci qualcosa per rendere più piccanti alcune situazioni.
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