Anima in Pace
di
cagliostrus
genere
comici
Presentazione
Ho una cara amica che ne combina di tutti i colori, ma poi si vergogna. Hai voglia a dirle che non fa nulla di male, anzi... è bello contribuire a tante... “opere di pene”. Macché, l'unica possibilità per espiare i suoi sensi di colpa è quella di venirsi a confessare da me, che sono anche il suo dottore. Solo che, per la vergogna, bisogna tirarle fuori le cose con le pinze, a furia di domande! Ecco spiegato, miei cari lettori, che cosa mi ha ispirato a scrivere il seguente racconto.
ANIMA IN PACE
Il mio lavoro mi porta spesso a stare lontano da casa, da mia moglie e da mio figlio per parecchio tempo, a volte anche per due o tre settimane.
Un giorno un mio collega mi fece riflettere su una cosa a cui non avevo mai pensato. Parlando del nostro lavoro e di quanto guadagnassimo bene se ne uscì così: "Sì è vero, però, siccome stiamo tanto tempo lontano da casa probabilmente siamo tutti cornuti ." E lo disse come fosse la cosa più naturale del mondo.
Da quel momento cominciai a chiedermi se anche Rosa... Ma no, no è possibile, lei non ha per la testa certe cose, lei è tutta per me, per nostro figlio per la casa... Non è portata per le trasgressioni. Anche se devo dire che da un po di tempo l'ho convinta a vestire in modo un po più frivolo, nulla di speciale, quel tanto che basta per mettere in risalto le sue forme. Mi piace vedere come i maschi se la divoravano con gli occhi e le do di gomito e le sussurro: " guarda quello come ti guarda..." Oppure "guarda guarda, quello ti sta spogliando con gli occhi!" E così via, tanto che poco a poco, anche lei si è lasciata trasportare da questo gioco innocente.
Ultimamente mentre facevamo l'amore la riempivo di domande indagatrici del tipo: con quali amiche ti vedi... chi frequenti... come fai a stare tanto senza un uomo... (soprattutto questa!)... non è per caso che mi fai le corna? c'è qualcuno che ti corteggia? Ecc. Ma niente, nulla che mi facesse sospettare qualcosa. Ho sposato una santa pensai.
Poi a settembre la svolta.
Avevamo appena finito di scopare, la sua testa appoggiata al mio petto, la sua mano mi accarezzava il ventre e le cosce, quando le chiesi:
"Amore, cosa hai fatto di bello in questo mese? che novità mi racconti?" "Mah... le solite cose... anzi no, qualcosa è successo."
Si fermò un po' a pensare.
"Dai sentiamo."
"Beh... non so se faccio bene a dirtelo, ho paura che poi ti arrabbi"
Pensai a cosa poteva aver fatto di tanto grave che mi facesse arrabbiare, forse aveva fatto qualche danno in casa, o forse aveva ammaccato la macchina...
"Dai, dai, racconta! Ti prometto che non mi arrabbio"
"Ti ricordi quando sei partito che perdeva lo scarico sotto il lavello?"
Sì, si... accidenti me n'ero scordato! E allora?"
"Ho chiesto al signor Giorgio se poteva fare qualcosa. Non subito, quando avesse avuto tempo."
Il tizio in questione è il nostro vicino di pianerottolo, vedovo da tre anni, un omone in pensione ma ancora molto attivo. Fa ancora sport, mi pare che continui a frequentare l'ambiente del rugby ed è uno che si adatta a fare di tutto e quando c'è bisogno tutti lo chiamano.
"Ed è venuto? "
"Sì, è venuto la mattina dopo. Io avevo appena fatto la doccia ed ero in accappatoio"
"Eri nuda sotto, gli hai fatto vedere qualcosa?"
"Ma no, dai che dici? E' andato subito in cucina e si è sdraiato sul pavimento per lavorare e mentre gli preparavo il caffè ho visto che è entrato con la testa completamente sotto il lavello"
"E allora?"
"Era in pantaloncini corti ed aveva una camicia completamente sbottonata per via del caldo"
"E tu, cos'hai fatto?"
"Niente... però ho cominciato a guardare quel corpo coperto di peli bianchi e folti, e poi... "
"E poi? Continua"
"E poi l'ho guardato proprio lì..."
"Intendi il pacco? E dai... poi?"
"Sì, si! Oddio... non mi era mai capitato di guardare un uomo lì!"
"E dopo?"
"Gli ho detto di bere il caffè mentre io sarei andata a vestirmi"
"Potevi restare in accappatoio" feci io un po' deluso.
"No, ho preferito mettere la mini, quella che mi fai indossare quando vuoi che qualcuno mi guardi. Poi ho messo le autoreggenti, le mutandine di pizzo bianche e la camicetta che piace tanto a te, quella tutta scollata e poi sono tornata in cucina. Lui stava ancora bevendo il caffè. Sentivo il suo sguardo su di me e la cosa mi dava uno certo piacere."
Sembrava che la cosa finisse lì ma la sua voce flebile, un po' incerta mi lasciava presagire che c'era dell'altro. Intanto il mio cazzo stava riprendendo consistenza nella mano di mia moglie.
"Dai, continua."
"Giorgio si è rimesso a lavorare sotto il lavello, dopo un po' mi dice se posso dargli una mano a tenere un tubo mentre lui ne svitava un altro."
"E tu?"
"Eh... Io mi sono inginocchiata al suo fianco per aiutarlo, ma così non riuscivo e scivolavo indietro, allora lui lo sai cosa ha fatto?"
"Che cosa? E dimmelo tu!"
"Mi ha preso un ginocchio e si è fatto scavalcare, così mi sono ritrovata seduta sulla sua pancia. Mi sono chinata fino a sfiorare il suo petto col seno e così da quella posizione potevo aiutarlo"
"Certo che doveva avere una bella visuale delle tue cosce!"
"E sì! Me ne sono resa conto quando mi sono sollevata: la mini era salita fino alle anche, le mutandine erano in bellavista, così come il ciuffetto di peli che usciva da sopra l'elastico, sai ? Questo bel ciuffetto alla punk, come lo chiami tu!”
"E non ti sei tolta da lì?"
"Volevo farlo ma lui ha detto che c'era un altro tubo da sistemare. Così, mentre lo aiutavo, lui con una mano avvitava, e con l'altra..."
"Con l'altra?" chiesi in fretta eccitatissimo.
“L'altra stava salendo lungo la mia coscia... E' salita, salita, salita fino alle mutandine."
"E tu lo ha lasciato fare?"
"E cosa potevo fare? Avevo il tubo in mano, non potevo certo lasciarlo cadere!"
"Poi? Cosa è successo?"
"Ho sentito che mi stava strappando le mutandine"
"Cosa..?"
"Volevo scappare via, te lo giuro. Ma lui è riuscito ad infilarmi dentro un dito... sai com'è quando mi infili un dito anche tu... non capisco più niente... mi paralizzo! Poi ha preso la mia mano e mi ha detto che dovevo reggere ancora un tubo."
"Quale tubo? Se li aveva già cambiati tutti e due!"
"Si riferiva al suo... di tubo. Quello che aveva appena tirato fuori dai pantaloni."
Cominciai a sudare freddo. Ormai era chiaro quello che era successo. Quello che mi pareva strano era la mia eccitazione fuori misura.
"Così hai visto il suo cazzo! Dai, dimmi, com'è?"
"Una cosa enorme, lunghissimo e molto più grosso del tuo. Io non avrei voluto ma la mia mano si muoveva da sola! Lo accarezzava tutto, lo stringeva, lo menava... oh caro, dovevi vedere come si agitava nella mia mano!"
"L'hai fatto godere con la mano?"
"No, no... mi ha chiesto di prenderglielo in bocca."
"E tu?"
"Prima l'ho leccato tutto. Così..."
Si è chinata e mi ha fatto vedere come lo ha leccato, la sua lingua andava dalla cima della cappella fino alla base delle palle dove si soffermava parecchio risucchiando e leccando prima di risalire per ingoiarlo tutto.
"Anche il suo l'hai preso tutto in bocca?"
"No. Troppo grosso e lungo... Oh amore mio, dovresti vedere com'è grande! Come la sua pelle scura sia attraversata da grosse vene gonfie."
"Ti ha scopata?"
"No, no! lui no... L'ho scopato io... Sì, hai capito bene, io gli sono salita sopra, gli ho preso il cazzo in mano e l'ho guidato dentro la fica, poi lentamente mi sono abbassata fino ad ficcarlo dentro tutto."
Mi menava forte il cazzo mentre mi raccontava queste cose. Più volte ho dovuto frenare la sua mano: non volevo godere prima di sapere com'era andata a finire
"E lui che faceva?"
"Lui mi lasciava fare. Mi palpava il seno mentre lo scopavo, mi dava della puttana mentre gli saltavo sopra..."
"E tu lo lasciavi dire??"
"Certo! Mi piaceva un sacco... e più mi dava della puttana e della troia, più io godevo e lo chiavavo forte."
"E così che l'hai fatto godere?"
"Sì, mi ha riempito la fica di sborra grugnendo come un maiale."
"Poi che avete fatto? se ne è andato?"
"Scherzi?.. Dopo siamo andati in camera da letto e lì mi ha fatto sentire la sua lingua, mi ha fatto impazzire di piacere, ho goduto due volte nella sua bocca prima che mi scopasse di nuovo... E' stato qui fino a tarda sera. Ecco caro, adesso che te l'ho detto mi sento molto meglio, non avrei mai potuto nascondertelo. non so come sia potuto accadere, ma so che è stato bellissimo."
"Ed tornato ancora da te?"
"Sì, il giorno dopo... poi il giorno dopo ancora... e quasi tutti i giorni, fin che non sei tornato"
"L'ultima volta quando lo avete fatto?"
"L'altro ieri, sul divano mentre il bambino dormiva in camera, io a gambe aperte mentre lui in ginocchio mi ha pompata fino a sborrarmi in fica."
"Lo prenderai ancora?"
"E sì, ormai non posso più farne a meno, sono drogata, drogata del suo cazzo"
Finalmente la sborra mi partì a schizzo improvvisa e copiosa dalla cappella ormai violacea come un sanguinaccio. Esausta Rosa si appoggiò a me sussurrandomi all'orecchio: "Mi ha presa anche dietro... mi ha sverginata nel culo. Mi ha fatto un po male ma adesso ci godo."
Per un po di tempo ho sofferto di gelosia, poi mi sono abituato: in fondo adesso posso stare via tranquillo sapendo con chi è e cosa fa mia moglie quando sono via per lavoro.
Ho una cara amica che ne combina di tutti i colori, ma poi si vergogna. Hai voglia a dirle che non fa nulla di male, anzi... è bello contribuire a tante... “opere di pene”. Macché, l'unica possibilità per espiare i suoi sensi di colpa è quella di venirsi a confessare da me, che sono anche il suo dottore. Solo che, per la vergogna, bisogna tirarle fuori le cose con le pinze, a furia di domande! Ecco spiegato, miei cari lettori, che cosa mi ha ispirato a scrivere il seguente racconto.
ANIMA IN PACE
Il mio lavoro mi porta spesso a stare lontano da casa, da mia moglie e da mio figlio per parecchio tempo, a volte anche per due o tre settimane.
Un giorno un mio collega mi fece riflettere su una cosa a cui non avevo mai pensato. Parlando del nostro lavoro e di quanto guadagnassimo bene se ne uscì così: "Sì è vero, però, siccome stiamo tanto tempo lontano da casa probabilmente siamo tutti cornuti ." E lo disse come fosse la cosa più naturale del mondo.
Da quel momento cominciai a chiedermi se anche Rosa... Ma no, no è possibile, lei non ha per la testa certe cose, lei è tutta per me, per nostro figlio per la casa... Non è portata per le trasgressioni. Anche se devo dire che da un po di tempo l'ho convinta a vestire in modo un po più frivolo, nulla di speciale, quel tanto che basta per mettere in risalto le sue forme. Mi piace vedere come i maschi se la divoravano con gli occhi e le do di gomito e le sussurro: " guarda quello come ti guarda..." Oppure "guarda guarda, quello ti sta spogliando con gli occhi!" E così via, tanto che poco a poco, anche lei si è lasciata trasportare da questo gioco innocente.
Ultimamente mentre facevamo l'amore la riempivo di domande indagatrici del tipo: con quali amiche ti vedi... chi frequenti... come fai a stare tanto senza un uomo... (soprattutto questa!)... non è per caso che mi fai le corna? c'è qualcuno che ti corteggia? Ecc. Ma niente, nulla che mi facesse sospettare qualcosa. Ho sposato una santa pensai.
Poi a settembre la svolta.
Avevamo appena finito di scopare, la sua testa appoggiata al mio petto, la sua mano mi accarezzava il ventre e le cosce, quando le chiesi:
"Amore, cosa hai fatto di bello in questo mese? che novità mi racconti?" "Mah... le solite cose... anzi no, qualcosa è successo."
Si fermò un po' a pensare.
"Dai sentiamo."
"Beh... non so se faccio bene a dirtelo, ho paura che poi ti arrabbi"
Pensai a cosa poteva aver fatto di tanto grave che mi facesse arrabbiare, forse aveva fatto qualche danno in casa, o forse aveva ammaccato la macchina...
"Dai, dai, racconta! Ti prometto che non mi arrabbio"
"Ti ricordi quando sei partito che perdeva lo scarico sotto il lavello?"
Sì, si... accidenti me n'ero scordato! E allora?"
"Ho chiesto al signor Giorgio se poteva fare qualcosa. Non subito, quando avesse avuto tempo."
Il tizio in questione è il nostro vicino di pianerottolo, vedovo da tre anni, un omone in pensione ma ancora molto attivo. Fa ancora sport, mi pare che continui a frequentare l'ambiente del rugby ed è uno che si adatta a fare di tutto e quando c'è bisogno tutti lo chiamano.
"Ed è venuto? "
"Sì, è venuto la mattina dopo. Io avevo appena fatto la doccia ed ero in accappatoio"
"Eri nuda sotto, gli hai fatto vedere qualcosa?"
"Ma no, dai che dici? E' andato subito in cucina e si è sdraiato sul pavimento per lavorare e mentre gli preparavo il caffè ho visto che è entrato con la testa completamente sotto il lavello"
"E allora?"
"Era in pantaloncini corti ed aveva una camicia completamente sbottonata per via del caldo"
"E tu, cos'hai fatto?"
"Niente... però ho cominciato a guardare quel corpo coperto di peli bianchi e folti, e poi... "
"E poi? Continua"
"E poi l'ho guardato proprio lì..."
"Intendi il pacco? E dai... poi?"
"Sì, si! Oddio... non mi era mai capitato di guardare un uomo lì!"
"E dopo?"
"Gli ho detto di bere il caffè mentre io sarei andata a vestirmi"
"Potevi restare in accappatoio" feci io un po' deluso.
"No, ho preferito mettere la mini, quella che mi fai indossare quando vuoi che qualcuno mi guardi. Poi ho messo le autoreggenti, le mutandine di pizzo bianche e la camicetta che piace tanto a te, quella tutta scollata e poi sono tornata in cucina. Lui stava ancora bevendo il caffè. Sentivo il suo sguardo su di me e la cosa mi dava uno certo piacere."
Sembrava che la cosa finisse lì ma la sua voce flebile, un po' incerta mi lasciava presagire che c'era dell'altro. Intanto il mio cazzo stava riprendendo consistenza nella mano di mia moglie.
"Dai, continua."
"Giorgio si è rimesso a lavorare sotto il lavello, dopo un po' mi dice se posso dargli una mano a tenere un tubo mentre lui ne svitava un altro."
"E tu?"
"Eh... Io mi sono inginocchiata al suo fianco per aiutarlo, ma così non riuscivo e scivolavo indietro, allora lui lo sai cosa ha fatto?"
"Che cosa? E dimmelo tu!"
"Mi ha preso un ginocchio e si è fatto scavalcare, così mi sono ritrovata seduta sulla sua pancia. Mi sono chinata fino a sfiorare il suo petto col seno e così da quella posizione potevo aiutarlo"
"Certo che doveva avere una bella visuale delle tue cosce!"
"E sì! Me ne sono resa conto quando mi sono sollevata: la mini era salita fino alle anche, le mutandine erano in bellavista, così come il ciuffetto di peli che usciva da sopra l'elastico, sai ? Questo bel ciuffetto alla punk, come lo chiami tu!”
"E non ti sei tolta da lì?"
"Volevo farlo ma lui ha detto che c'era un altro tubo da sistemare. Così, mentre lo aiutavo, lui con una mano avvitava, e con l'altra..."
"Con l'altra?" chiesi in fretta eccitatissimo.
“L'altra stava salendo lungo la mia coscia... E' salita, salita, salita fino alle mutandine."
"E tu lo ha lasciato fare?"
"E cosa potevo fare? Avevo il tubo in mano, non potevo certo lasciarlo cadere!"
"Poi? Cosa è successo?"
"Ho sentito che mi stava strappando le mutandine"
"Cosa..?"
"Volevo scappare via, te lo giuro. Ma lui è riuscito ad infilarmi dentro un dito... sai com'è quando mi infili un dito anche tu... non capisco più niente... mi paralizzo! Poi ha preso la mia mano e mi ha detto che dovevo reggere ancora un tubo."
"Quale tubo? Se li aveva già cambiati tutti e due!"
"Si riferiva al suo... di tubo. Quello che aveva appena tirato fuori dai pantaloni."
Cominciai a sudare freddo. Ormai era chiaro quello che era successo. Quello che mi pareva strano era la mia eccitazione fuori misura.
"Così hai visto il suo cazzo! Dai, dimmi, com'è?"
"Una cosa enorme, lunghissimo e molto più grosso del tuo. Io non avrei voluto ma la mia mano si muoveva da sola! Lo accarezzava tutto, lo stringeva, lo menava... oh caro, dovevi vedere come si agitava nella mia mano!"
"L'hai fatto godere con la mano?"
"No, no... mi ha chiesto di prenderglielo in bocca."
"E tu?"
"Prima l'ho leccato tutto. Così..."
Si è chinata e mi ha fatto vedere come lo ha leccato, la sua lingua andava dalla cima della cappella fino alla base delle palle dove si soffermava parecchio risucchiando e leccando prima di risalire per ingoiarlo tutto.
"Anche il suo l'hai preso tutto in bocca?"
"No. Troppo grosso e lungo... Oh amore mio, dovresti vedere com'è grande! Come la sua pelle scura sia attraversata da grosse vene gonfie."
"Ti ha scopata?"
"No, no! lui no... L'ho scopato io... Sì, hai capito bene, io gli sono salita sopra, gli ho preso il cazzo in mano e l'ho guidato dentro la fica, poi lentamente mi sono abbassata fino ad ficcarlo dentro tutto."
Mi menava forte il cazzo mentre mi raccontava queste cose. Più volte ho dovuto frenare la sua mano: non volevo godere prima di sapere com'era andata a finire
"E lui che faceva?"
"Lui mi lasciava fare. Mi palpava il seno mentre lo scopavo, mi dava della puttana mentre gli saltavo sopra..."
"E tu lo lasciavi dire??"
"Certo! Mi piaceva un sacco... e più mi dava della puttana e della troia, più io godevo e lo chiavavo forte."
"E così che l'hai fatto godere?"
"Sì, mi ha riempito la fica di sborra grugnendo come un maiale."
"Poi che avete fatto? se ne è andato?"
"Scherzi?.. Dopo siamo andati in camera da letto e lì mi ha fatto sentire la sua lingua, mi ha fatto impazzire di piacere, ho goduto due volte nella sua bocca prima che mi scopasse di nuovo... E' stato qui fino a tarda sera. Ecco caro, adesso che te l'ho detto mi sento molto meglio, non avrei mai potuto nascondertelo. non so come sia potuto accadere, ma so che è stato bellissimo."
"Ed tornato ancora da te?"
"Sì, il giorno dopo... poi il giorno dopo ancora... e quasi tutti i giorni, fin che non sei tornato"
"L'ultima volta quando lo avete fatto?"
"L'altro ieri, sul divano mentre il bambino dormiva in camera, io a gambe aperte mentre lui in ginocchio mi ha pompata fino a sborrarmi in fica."
"Lo prenderai ancora?"
"E sì, ormai non posso più farne a meno, sono drogata, drogata del suo cazzo"
Finalmente la sborra mi partì a schizzo improvvisa e copiosa dalla cappella ormai violacea come un sanguinaccio. Esausta Rosa si appoggiò a me sussurrandomi all'orecchio: "Mi ha presa anche dietro... mi ha sverginata nel culo. Mi ha fatto un po male ma adesso ci godo."
Per un po di tempo ho sofferto di gelosia, poi mi sono abituato: in fondo adesso posso stare via tranquillo sapendo con chi è e cosa fa mia moglie quando sono via per lavoro.
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