George in nylon 4/5
di
Key7
genere
incesti
Stiamo facendo la nostra solita chiavata di metà pomeriggio. Mia nonna Norma in bustino bianco e calze color daino se ne sta lunga sul divano con una gamba sollevata. Io sopra di lei, con le sue belle tette che sbordano fra le mani, completamente nudo ci do di bacino a tutta forza. Nulla di che, una classica scopata come ne facciamo tante, tante volte al giorno quindi restò un po’ perplesso quando la mia cara nonna, anziché godere come una vacca un orgasmo dietro l’altro inizia a lamentarsi.
“Che hai?” domando.
“Mi brucia...”.
“Strano...” dico mentre rallento il ritmo.
“Si molto strano. Puoi uscire per favore mi brucia tanto”.
Essendo la prima volta che nonna mi chiede di smettere di trombarla resto un po’ perplesso ma comunque obbedisco. Mi sollevo e la guardo. Lei prende delle salviette per l’igiene intima che ha sempre a portata di mano e inizia a passarsele sulle labbra.
“Ti passa?”.
“No mi brucia, mi brucia dentro, mi da come prurito”.
Lesto, ad alta voce, chiamo: “Zia per favore puoi correre un attimo?”.
Tempo pochi minuti arriva mia zia Olga che, siccome si stava masturbando, è ancora completamente nuda e ha un cazzo di gomma blu cobalto che le penzola dalla figa.
Per stare su da solo immagino che dentro se ne sia messa un bel pezzo e infatti quando se lo sfila con un colpo secco noto che quel coso sarà almeno quaranta centimetri.
“Alla faccia. Te lo volevi far uscire dalla bocca?”.
“Sei solo invidioso perché è più lungo del tuo” ammicca lei.
“Non tantissimo...” mormoro.
“Allora che succede?”.
“Ho la gnocca che va a fuoco. Mi prude e mi brucia” spiega nonna alla sorella.
“Ma dai? Fai vedere” dice Olga e in un attimo la nonna è di nuovo nella sdraiata sul divano a gambe larghe. Olga le siede accanto, si accuccia sul divano, le solleva le gambe fino a mettersele in spalla e con le sue sapienti mani inizia ad armeggiare fra le labbra vaginali di nonna.
“Qui brucia?”.
“Si?”.
“E qui?”.
“No li no però godo...”.
“Accidenti ma ti devi concentrare. O mi fai guardare o ti faccio un ditale. Scegli” borbotta zia.
“Mica è colpa mia se mi stimoli” ribatte la nonna.
“E qui brucia?”.
“Porcamadonnaladra!” urla nonna.
La zia non le bada, si china ancora di più fra le gambe della sorella e la scruta meglio che può.
“Secondo me hai una infezione cara. Bisogna andare dal dottore”.
“Ma come mai?”.
“L’avrai usata troppo sorella cara” ride zia guardando me e il mio cazzo duro.
“È la prima volta che mi succede. Cavolo brucia da impazzire sai” riprende nonna che non può fare a meno di infilarsi due dita dentro.
Zia Olga si alza in piedi. “Qui c’è solo da andare dal ginecologo. Fai una cosa Norma, vai in bagno, mettiti in vasca e tienila a mollo così un po’ ti allevia il dolore. Io intanto chiamo la dottoressa”.
“Si ecco brava, ottima idea” annuisce la nonna che si alza e si denuda del tutto più in fretta che può.
“Vado a cercare il numero. Se è libera la porti subito tu George va bene?”.
“Si per me va benissimo però...”.
“Però cosa?” domanda zia fissandomi.
Iole indico col dito che ho il cazzo in piena erezione “Scusa sai ma non avevo finito”.
“A bhe certo hai ragione anche tu” annuisce Olga e chinandosi in avanti si appoggia da dietro allo schienale della poltrona arcuando il suo bacino quel tanto che basta per mostrare il pelo della figa da dietro”.
Io senza far domande mi appoggio a lei, mi chino un po’ sulle ginocchia e glielo piazzo dentro in un colpo solo.
“Fai una cosa veloce però che devo telefonare”.
“Si sì tranquilla zia. Metto la marcia alta...” è così dicendo strizzando i suoi fianchi burrosi far le mie mani la fotto a tutto spiano.
Dopo pochi minuti la sento venire e subito dopo anche io svuoto le palle cariche dentro di lei.
“Fatto caro?”.
“Si zia grazie” sorrido grato come sempre.
Due ore dopo entriamo nello studio della dottoressa Covello, ginecologa di famiglia da anni, a nonna continua a bruciare e prudere e non può fare a meno di infilarsi una mano sotto alla gonna mentre aspettiamo il nostro turno.
Dentro c’è ancora una paziente e in sala d’aspetto c’è una donna sui quaranta molto brutta, con degli orribili occhiali che la fanno sembrare cieca.
Anche lei ci guarda e soprattutto guarda nonna che si tocca.
Io riguardo lei. Sopra è piatta come una tavola, sotto gambe un po’ storte avvolte in un nylon scuro, al dito ha la fede quindi ha pure trovato uno che non si spaventa al mattino quando si sveglia con lei accanto.
L’espressione con cui fissa nonna è quasi di disprezzo con un misto di imbarazzo forse anche per la mia presenza in uno studio ginecologico.
Io le sorrido “Sa a mia nonna prude la fica!” dico secco.
Lei sgrana gli occhi dietro a quei fondi di bottiglia “Cosa?”.
“Ha un prurito alla fica per quello l’ho portata subito. Non le passa più vede”.
La donna scuote la testa come se non riuscisse a credere a ciò che sta vedendo e io decido di esagerare. “Vuoi che ti gratti un po’ io nonnina?”.
Norma fa un mezzo sorriso, capisce il gioco e sta allo scherzo. Con un gesto plateale spalanca a pieno le gambe e siccome non ha le mutande la sua patata pelosa subito si presenta in bella vista.
“O si nipotino caro, dagli una bella grattata”.
Io scivolo in ginocchio sul pavimento, le metto la mano sulla vulva “guidami tu”.
“Ma dai che la conosci la strada tesoro” mormora lei fissando la donna.
L’altra non batte ciglia.
“Lei ha figli signora?” domanda la nonna a bruciapelo.
“Come cosa? Figli, si, ho una figlia”.
“A buon per lei che non ha dei maschi. Sono sempre così irruenti. Sempre lì che vogliono infilarlo dentro ma alla mia età faccio quel che posso”.
“Ma signora ma che dice?” sbotta la sconosciuta.
“O su non la faccia tanto lunga. Lo faccio sfogare un po’ quando non ha la fidanzata solo che c’è l’ha come un mulo questo qui...”
“Ma signora ma lei è pazza!” ribatte quella.
“Pazza io? Guardi mi dica lei se non sembra quello di un mulo. Su nipotino caro fai vedere la trave alla signora sentiamo cosa ne dice”.
Io mi alzo in piedi sto già armeggiando con la cerniera per aprirmi la patta quando la acida sconosciuta balza in piedi dalla sedia “Io.... Sara meglio che torni in altra volta. Buonasera a tutti” e lesta come un tifone si avvia verso la porta.
“Aspetti un attimo cara....aspetti” la richiama la nonna mentre lei sta già facendo girare la maniglia.
Quella, forse per rispetto all’età avanzata si volta e ci guarda.
“Mi dica solo spassionatamente: sembra o no quello di un cavallo?”.
La donna non può fare a meno di vedermi a braghe calate e cazzo al vento che non è proprio duro ma fa comunque una porca figura.
La sconosciuta sgrana gli occhi come se non riuscisse a credere a ciò che vede. Dall’espressione si capisce che è rimasta sconvolta e di certo mi penserà. Poi riesce a riprendere il controllo, torna più acida di prima e volta a forza la testa “Mi spiace ma non è mia abitudine guardare il pene ai cavalli quindi non saprei” e rapida come un treno prende la porta e sparisce sbattendola alle sue spalle.
Io e nonna ci facciamo due belle risate.
“Stasera andrà di mano secondo me...”.
“Probabile” ride nonna.
Intanto si apre la porta ed esce la paziente precedente. Nonna la vede e subito si alza in piedi per andarla a salutare. “Ceresita quanto tempo”.
L’altra sorride anche se con lo sguardo non può fare a meno di notare che ho il cazzo fuori.
Le due si danno un casto bacio sulle guance.
Poi la vecchia guarda me “George caro. Non passi a trovarmi da un po’... Ho appena fatto una messa a punto vedrai che ti troverai bene”.
“Posso passare domani se vuole” dico mentre lo rimetto a forza nei pantaloni.
“Ottimo. Se Norma non ha problemi naturalmente”.
“Ma figurati cara. Anzi, dammi pure un po’ di respiro che questo mulo è sempre in calore. Te lo mando domani così lo scarichi un po’”
La mano della vecchia Ceresita intanto si è già infilata sotto alla gonna “Ottimo. Perfetto, ti aspetto caro... Ora scusate ma devo proprio andare alla toilette” dice con sguardo imbarazzato.
“Tranquilla cara tanto tocca a noi” sorride nonna.
Entrambi abbiamo intuito benissimo che sta correndo a masturbarsi...
La nonna spiega subito che sono suo nipote e chiede se posso rimanere. La dottoressa seduta alla scrivania sembra intenta a digitare qualcosa di importante sul computer e fa solo un vago gesto di assenso con la testa come se non gliene importasse nulla.
“Si accomodi sul lettino e tolga pure gonna e slip”.
Nonna obbedisce ma siccome non ha gli slip pensa bene di togliersi anche la maglia, il bustino e le calze restando tutta nuda.
La dottoressa, una bella donna bionda, capelli corti, minuta con dei bellissimi occhi verdi, il seno molto prosperoso che pulsava sotto al camice e lunghe gambe fasciate in calze di nylon nere si alza d’ala scrivania e mi guarda. Deve andare per i cinquanta secondo me. Fa un sorriso quindi si siede su uno sgabello accanto a nonna, si infila un guanto e inizia a lavorare fra le sue gambe.
Intanto, così seduta, il camice bello corto si scosta un po’ scoprendola fino alla coscia e non posso fare a meno di notare che aveva le autoreggenti.
Lei tranquilla ravana nel ficone di mia nonna con fare molto professionale chiedendole ogni tanto se fa male e come. Di certo non può notare che il cazzo che mi diventa duro sotto ai pantaloni.
“Vedo un grosso arrossamento” dice la dottoressa Covello che dalla targhetta che ha sul letto ora so chiamarsi Marina.
“Si brucia tantissimo”.
“E' strano però alla sua età signora a meno che lei non sia ancora attiva. Lei è sessualmente attiva signora?”.
“Si dottoressa non immagina neanche quanto” ribatte secca mia nonna.
La dottoressa non accusa il colpo, resta professionale e risponde: “Allora è normale questo è un arrossamento vaginale dovuto al troppo strusciamento capisce?”.
“Troppo pisello” annuisce nonna con un sorriso.
“Troppo o per troppo tempo. Il suo patner ha forse delle difficoltà ad eiaculare che lei sappia?”.
“No no spara come una mitraglia è solo che prima che la molli un po' ci vogliono almeno tre proiettili capisce”.
Marina annuisce e basta “Quindi immagino che duri parecchio tempo. Ecco forse è quello che le fa male signora”.
“Cioè dice che lo facciamo troppo”.
“Signora anche quella è un muscolo. Come un calciatore si usura il menisco per i troppi calci anche la sua vagina comincia a perdere colpi. Deve rallentare un po’ o almeno darle qualche aiuto”.
“In che senso aiuto?”.
“Le posso dare delle creme. Una da mettere durante il coito che, diciamo, riduce l’attrito così soffre meno è una da mettere subito dopo per rilassarla un po’”.
La nonna annuisce grata “Comunque è la prima volta che mi capita una cosa del genere”
“Scusi la franchezza signora ma anche la sua patatina invecchia. Ultimamente l’ha usata un po’ più del solito?”.
“Altroché” mormoro io alle loro spalle.
“Magari era un po’ troppo” mormora la dottoressa.
“E magari anche il calibro” ridacchia mia nonna.
“Calibro?” chiese la Covello .
“Il pisello è tipo cavallo capisce. Una trave!”.
Stavolta anche la dottoressa si lascia scappare una mezza risata “Un pene più grosso del normale capisco”.
Ci pensa un po' su poi riprende “Allora è tutta questione di lubrificazione. Magari non era ben lubrificata al momento della penetrazione può capitare. Vedrà che con la crema che le do andrà subito meglio. Può spalmarsela ben bene all'interno prima del rapporto o meglio ancora lubrificare il pene prima della penetrazione”.
“Hai capito -dice nonna rivolta a me- devi spalmarti la crema sul pisello bene bene e non infilarlo a secco”.
La dottoressa finalmente capisce. Si volta e mi fissa strano “E' lei che ha rapporti con la signora?”.
“È mia nonna” dico io come se ciò spiegasse tutto.
“Si è mio nipote e c’è l’ha anche come un cavallo. Dai fai vedere alla dottoressa non essere timido”.
“Ma no guardi signora non serve”.
“Ma si fidi. Guardi. Ci dia um parere professionale. Mi dica lei se ne ha già visti grossi così
La dottoressa non dice si ma non dice nemmeno no e quindi prendo io l’iniziativa e mi apro la patta svelando il cazzo già bello duro grazie alla visione delle sue belle cosce.
La dottoressa lo fissa sforzandosi di mantenere la sua professionalità ma strabuzza comunque gli occhi “No-te-vo-le!”.
“E immagini quando è tutto duro” aggiunge nonna.
“Immagino immagino -annuisce Marina- complimenti è il più grosso che vedo e le assicuro ne ho visti tanti”.
“Solo visti?” le faccio l'occhiolino io.
“Sicuro ne avrà anche presi -attacca nonna con un sorriso- è così una bella donna”
La dottoressa arrossisce.
Io ancora li a fissarla nudo dalla vita in giù con l'uccello al vento, Norma nuda sul lettino che si gratta la gnocca e dice oscenità.
È chiaro che un po' di voglia le era venuta.
“Gli dia una gonfiata guardi lei come viene grosso” la incalza nonna a cui eccita da morire guardare queste cose.
Io non sapevo cosa dire.
“La curiosità è tanta” dice la dottoressa e prima di finire la frase ha la sua mano sul cazzo.
“Ummm lei sa subito dove mettere la mano” annuisco.
“sono una professionista” sorride lei stringendolo per saggiarne la durezza.
“Si lo sento, lo sento” e senza altri indugi le metto una mano sulla coscia.
Il camice scivola a terra poco dopo e sotto la dottoressa ha solo un reggiseno nero e perizomino in tinta con le calze.
A parte un po' di pancetta e i fianchi larghi una gran fica con due tette almeno da quinta.
Anche nonna gradisce lo spettacolo perchè senza problemi se la mena col dito ammirandoci.
La dottoressa passa al pompino. Delicato, ben fatto con molta saliva e precisi colpi sulla cappella.
Ed eccola la trave in tutta la sua prepotenza.
Cogliendomi di sorpresa prende un centimetro a nastro e me lo mette fra i coglioni srotolando fino alla cappella.
“33 centimetri complimenti e anche a diametro batteresti un cavallo”.
“Grazie”.
Ero in dubbio. Si sarebbe davvero fermata qui? Davvero voleva solo farmelo venire duro per misurarlo?
Nonna rompe gli indugi.
“Forza dottoressa. Con tutto il lavoro che ha fatto adesso se lo goda no? Volete che vi liberi il lettino?”.
“Non serve” dice la dottoressa e senza indugi poggia le mani in avanti appoggiandosi al lettino con la faccia proprio a livello della gnocca di nonna. La posizione è perfetta, le calo il perizoma e subito profano la sua fichetta imberbe e umida...
Lei urla di piacere e dolore. È strettissima, quasi vergine almeno per me.
Inizio a scoparla di gran lena e lei come nulla fosse allunga ancora un po’ la testa e inizia a leccare nonna fra le gambe.
“O dottoressa ma che bella sorpresa” annuisce la vecchia tutta felice del lavoretto.
Un’ora e tre sborrate dopo ci salutiamo. Nella borsetta nonna ha la crema lubrificante e una lavanda vaginale per detergersi a dovere che la cara dottoressa ci ha regalato. Ora ci diamo del tu e per salutarsi le due donne pensano bene di darsi un bel bacio saffico con la lingua.
Lo studio della dottoressa puzza di sesso come un bordello e lei tutta sudata, ansimante e piena di sborra che ancora le cola dalla fica senza pelo.
“Bhe magari la prossima volta accompagno anche zia così mi controlla anche lei” dico.
“A.... ottimo..... sarà un piacere” annuisce Marina”.
“Così magari vediamo se passa anche nell’altro buco” propongo palpandole il culetto sodo.
Lei sgrana gli occhi “Non so se devo avere più desiderio o più paura”.
“Fidati Marina nel culetto è stupendo” dice mia nonna con un sorriso.
“E sia, vorrà dire che ci lubrificheremo per bene”.
“Te la lubrifico io cara” ride nonna e ne approfitta per darle ancora un bacio.
Siamo già con la porta aperta quando la dottoressa incurante di avere tutta la mercanzia al vento balza fuori dallo studio.
“Che succede cara?”.
“Niente doveva esserci ancora una cliente anche se a dirla tutta dovevo visitarla più di mezz’ora fa. Mi sa che se ne è andata”.
“Tornerà, pazienza” minimizza nonna.
“Speriamo che non se ne sia andata perché ha sentito”.
“È va bhe se ha sentito si sarà divertita un po’” concludo io ma lei mi fissa male.
“Non diciamo queste cose. Quella è mia madre. Avevo riservato l’ultimo posto della giornata a lei”.
A quel punto arriva il flash.
“Ma una alta, molto magra... poco seno... capelli come se fosse venuta in moto senza casco... occhiali a fondo di bottiglia... bruttina...”.
Nonna mi tocca un braccio “Ei caro vacci piano la mamma è sempre la mamma”.
“Si, ok, scusa, non volevo denigrare nessuno. Era per spiegarmi”.
Marina accenna un mezzo sorriso “Non preoccuparti. Si è la mia mamma e si so che non è bellissima, anche mio padre glielo diceva sempre poverina”.
“Vedi caro, per questo era così acida, perché la trattano male e lei reagisce di conseguenza” mi fa notare nonna.
“È si può essere... Comunque era qui quando siamo arrivati noi ma poi ha detto che aveva un impegno urgente”.
“A ecco... allora meglio così. Allora chiudo e vado a farmi una bella doccia credo proprio di averne bisogno”.
“A presto amore” saluta nonna e usciamo...
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