George e Teresa 3/7
di
Key7
genere
incesti
Ho assistito a tutta l’operazione a che se avevo il divieto di toccarle.
Si tratta pur sempre di un rasoio tagliente quindi non c’era tanto da scherzare.
Ho guardato bene bene, mi sono segato altrettanto bene visto che sono state entrambe nude per tutto il tempo e adesso, nonostante lo schizzo appena fatto sul pavimento della camera da letto di Teresa ho una gran voglia di spassarmela.
Così, senza esitazione le salto sopra sul letto e lo ficco nella sua fica bella liscia e inizio a farmi la mia meritata ingroppata per provare il piacere di fottere la sua fica senza pelo con quella sensazione di solletico al manico tanto fastidiosa quanto piacevole quando sentiamo suonare alla porta.
Zia che sta seduta sulla faccia di Teresa a farsi fare un lavoro di lingua sbianca io resto fermo col cazzo dentro di lei. Teresa, a forza, sfila la faccia dalla gnocca di zia. Tutta piena di liquami urla “Chi è?” con tutta la voce che ha in corpo.
Una voce stridula e fastidiosa ribatte “Carmela!”.
“Minchia mia sorella” sbotta Teresa cercando di alzarsi in piedi. Io e zia ci guardiamo quindi lei annuisce e io tolgo il cazzo dalla pancia della donna.
Lei si alza, cerca affannosamente qualcosa per vestirsi, trova una specie di vestito blu intero, lo infila rapida e corre giù per le scale mentre lo abbottona meglio che può.
Io spio dalla finestra chiusa.
Sotto c’è una donna grassa quanto Teresa e brutta quasi quanto lei anche se decisamente più bassa. La guardo. Con quel maglione e quei pantaloni di spugna fa davvero pietà. Non ha il reggiseno e le sue tette grosse ma molli ondeggiano bel visibili ai miei occhi.
Teresa apre il portone “Carmè.....” prova a sorridere ma l’altra si rende subito conto che ha il vestito mezzo aperto e il buco in bella vista e subito ribatte “Ma che facevi puttana con la figa fuori?”.
Teresa non ribatte, si copre meglio che può e la fa accomodare nella parte più lontana della casa.
È il momento buono per filarsela cosa che mia zia fa sculettando in strada mezza nuda a tutta velocità. Io vorrei seguirla ma allo stesso tempo sono molto interessato a conoscere questa fantomatica sorella perché qualcosa mi puzza.
E non sbaglio perché le due, credendosi sole, si sono messe nelle comode in salotto e, con belle comode intendo che Carmela si è rapidamente denudata lasciando i suoi indumenti a terra compreso un paio di mutandone bianche orribili e con la chiazzata gialla sul davanti.
Ora se ne sta comoda sul divano a gambe larghe con tutte le trippe che sbordano e la sorella maggiore Teresa è a pecora, accucciata fra le sue gambe. Si vede che non è la prima volta perché Teresa con grande dimestichezza ha due dita nella gnocca pelosa di Carmela e stantuffa a tutta forza.
Senza esitare entro “Buonasera signore troie” dico.
“E tu chi cazzo sei?” sbotta Carmela.
“È un amico...” sussurra Teresa.
“A ecco perché stavi con la fica aperta... a troiaccia te lo sei scopato!” borbotta la donna.
“E che ci sarebbe di male! Pensi di avere l’esclusiva?” ribatto io e senza esitare mi apro i pantaloni e mostro il cazzo duro.
Carmela sgrana gli occhi “Puttana troia ma cosa è un braccio...”.
“Hai visto che buon gustaia tua sorella.... e tu non te ne provi un po’....” la invito io.
“Ma come ti permetti io sono una signora sposata mica una ciucciacazzi come lei” dichiara la donna che si incaponisce nel restare sui suoi modi ben che sia lì a farsi fare un ditale.
Io comunque sto al gioco “Va bhe allora mi accontento di lei” dico e senza chiederle il permesso sollevo il vestito a Teresa e siccome è già nuda e bagnata non faccio molta fatica a ficcarglielo dentro.
Teresa lancia un gemito “porca puttana quello è il culo bastardo! Aia cazzo aia”.
“Ma stai zitta che sei larga come una galleria” dico io mentre inizio a montarla con forza.
Carmela ride alla battuta e eccitata afferra Teresa per i capelli e se la porta fra le gambe “Allora ti dai da fare o no?”.
Teresa, sconsolata apre la bocca e inizia a farle un bel lavoretto.
C’è la spassiamo per un po’ fin che non veniamo quasi all’unisono, io riempiendole di sperma il culo e Carmela inondandole la bocca coi suoi liquami.
La donna pare soddisfatta, solleva le gambe lasciando libera all’altra dalla sua morsa e tranquilla gocciolandole sul divano senza problemi si siede comoda “Vacci a preparare qualcosa da bere vaccona” ordina e Teresa, col mio seme che le cola dalle chiappe, sorridente obbedisce.
Così ne approfitto per sedermi comodo accanto a Carmela lasciando che il mio cazzo in bella vista faccia la sua bella figura.
“È così ti scopi la sorellona...” dico.
“È la sua punizione. Lei lo sa” dice quella.
“Cioè in che senso?”.
“Se lo merita ma è una storia lunga”.
“Io non ho fretta” dico toccandomi il cazzo un paio di volte.
“È successo quattro anni fa giù al paese. Eravamo tutta la famiglia al mare tranne lei che ha detto che aveva mal di pancia. Nessuno si è stupito perché con quel pancione mangia per otto sta maiala. Comunque sia la lasciamo a casa da sola e siamo tutti in spiaggia quando mio marito mi fa “È mi sa che ho lasciato la birra a casa”.
E io gli dico “ma se qui è pieno di birra”.
E lui “a no quella è una marca di merda. Io voglio la mia” e se ne va.
Io aspetto un po’ ma questa cosa non mi suona perché Calogero basta ubriacarsi si beve anche l’aceto di vino e adesso di colpo tutta sta sofisticatezza nella birra non mi tornava. Così mi alzo anche io dal,a spiaggia, arrivo piano piano a casa e li trovo. Sul letto di nostra mamma fra l’altro”.
“A.... “.
“E mi incazzo. Siccome sono già a pecora a lui gli tirò un calcio in culo che lo fa cadere per terra e lei resta lì col buco aperto. Prova a voltarsi ma io mi metto dietro come fossi un maschio e la blocco. Calogero intanto si alza in piedi, mi guarda col pisello moscio e prova a balbettare qualcosa ma io gli dico “sparisci che se no ti ammazzo a morsi”.
Lui capisce e scappa. E io intanto sono così incazzata che le ficco una mano nella sorca e dico “adesso te lo tappo io il buco mignotta”... Solo che quella invece di dire qualcosa inizia a godere, geme e dopo un po’ mi dice pure se posso muovere le dita più veloce.
È così ci prendo gusto anche io e dopo un po’ ho dita nella ciornia ma anche nel suo culo. Ho dita ovunque e sto godendo pure io. È così mi viene da mettergliela in bocca. La faccio sdraiare e mi siedo sopra e le dico “lecca puttana, lecca come la mignotta che sei””.
La storiella mi ha stuzzicato il cazzo che è tornato di marmo “E così da allora ci hai preso gusto”.
“Certo perché è quello che si merita. Per non fare altri scandali non ho detto niente però a Calogero ho detto che doveva restare al paese e sono tornata qui al nord solo io coi figli. Se qualcuno chiede diciamo che ha trovato un lavoro giù pagato meglio ma non è vero, qui faceva il muratore e guadagnava bei soldi mentre adesso arranchiamo con quello che guadagnano i miei figli. Però così è, io Calogero nel mio letto non lo voglio più e lui lo sa. È così mi monta la rabbia e quando mi monta tanto lei lo sa che mi devo sfogare”.
“E Teresa ti fa sfogare”.
“Ma certo, la colpa è tutta sua se non... si insomma hai capito”.
“Se non più il piacere di un bel cazzo dentro, dillo pure”.
“Ecco bravo lo hai detto”.
“Io comunque te ne avevo offerto uno” dico toccandomelo.
“Ma sei pazzo. Io sono sposata mica sono come lei. Come sta troia che non sta senza cazzi neanche un giorno”.
“Si certo e ti rispetto però dai Carmela, mica vuoi farmi credere che Calogero giù al paese si faccia solo delle gran pippe. Adesso che è solo di certo si sarà trovato un altro buco ti pare?”.
“Si si l’ho pensato anche io” ammette lei mentre con la mano le accarezzo le grosse tette molli e burrose.
“Secondo me, se te ne prendi uno è solo giustizia” concludo.
Carmela mi guarda con quel suo viso da ebete e poi sorride “mi sa che hai ragione. Qui bisogna fare giustizia...” e spavalda allunga una mano sul mio cazzo.
Quando Teresa torna con la limonata Carmela è seduta sulle mie gambe e si impala a tutta forza dimenandosi come un pesce mentre io le strizzo il suo bel tettame. Ulula di piacere e non si lesina di tirare giù tutti i santi che conosce mentre sente scorrere nel ventre i ripetuti orgasmi.
“Tre anni che non prendo un cazzo.... Tre anni....” ulula felice mentre Teresa ci guarda godendosi la scena.
Carmela però se ne rende conto “Tu che cazzo fai? Vattene.... Non sei ancora perdonata. Togliti dal cazzo mignotta” e poi continua a muoversi su e giù sulla mia asta a tutta forza.
Alla sera quando i ripetuti orgasmi hanno un po’ placato il suo cattivo umore finalmente si rimette i vestiti e prima di andare via dice “E va bene, forse adesso capisco cosa vuol dire stare senza un cazzo per così tanti anni. Tu eri già vedova da un po’ e bisogna avere pazienza”.
“Sorella mia io ti chiederò sempre scusa ma Calogero ho capito subito da come mi fissava le tette che ci sarebbe stato...”.
“Lo so, lo so forse è più colpa sua che tua ma adesso basta soffrire. Domani faccio capire al mio vicino di casa che sono disponibile e vediamo cosa succede. Quello è marocchino e secondo me è messo bene... La punizione è finita sorella, sei perdonata” e spinte dalla passione limonano fra loro completamente nude con le loro pance gonfie che si schiacciano una con l’altra e i proponenti capezzoli delle loro poppe molli che si stuzzicano uno con l’altro.
Carmela ci saluta e Tersa mi ringrazia “erano anni che mi tormentava e abusava di me. Mi ha anche pisciato e cagato addosso sai...”.
“Bhe a me non sembrava che soffrissi poi molto porcona” le faccio notare.
“È Bhe... un po’ si dai” sorride mentre mi si avvicina ciondolando il suo corpo grasso e nudo. Meccanicamente mi afferra il cazzo e inizia a segarmi ancora una volta mentre io le mungo una tetta...
Senza neanche prenderci la briga di entrare in casa concludiamo la giornata con una bella pecorina in mezzo al cortile con la vecchia Teresa che bela a tutta voce mentre le tappo tutti i buchi che ha.
Si tratta pur sempre di un rasoio tagliente quindi non c’era tanto da scherzare.
Ho guardato bene bene, mi sono segato altrettanto bene visto che sono state entrambe nude per tutto il tempo e adesso, nonostante lo schizzo appena fatto sul pavimento della camera da letto di Teresa ho una gran voglia di spassarmela.
Così, senza esitazione le salto sopra sul letto e lo ficco nella sua fica bella liscia e inizio a farmi la mia meritata ingroppata per provare il piacere di fottere la sua fica senza pelo con quella sensazione di solletico al manico tanto fastidiosa quanto piacevole quando sentiamo suonare alla porta.
Zia che sta seduta sulla faccia di Teresa a farsi fare un lavoro di lingua sbianca io resto fermo col cazzo dentro di lei. Teresa, a forza, sfila la faccia dalla gnocca di zia. Tutta piena di liquami urla “Chi è?” con tutta la voce che ha in corpo.
Una voce stridula e fastidiosa ribatte “Carmela!”.
“Minchia mia sorella” sbotta Teresa cercando di alzarsi in piedi. Io e zia ci guardiamo quindi lei annuisce e io tolgo il cazzo dalla pancia della donna.
Lei si alza, cerca affannosamente qualcosa per vestirsi, trova una specie di vestito blu intero, lo infila rapida e corre giù per le scale mentre lo abbottona meglio che può.
Io spio dalla finestra chiusa.
Sotto c’è una donna grassa quanto Teresa e brutta quasi quanto lei anche se decisamente più bassa. La guardo. Con quel maglione e quei pantaloni di spugna fa davvero pietà. Non ha il reggiseno e le sue tette grosse ma molli ondeggiano bel visibili ai miei occhi.
Teresa apre il portone “Carmè.....” prova a sorridere ma l’altra si rende subito conto che ha il vestito mezzo aperto e il buco in bella vista e subito ribatte “Ma che facevi puttana con la figa fuori?”.
Teresa non ribatte, si copre meglio che può e la fa accomodare nella parte più lontana della casa.
È il momento buono per filarsela cosa che mia zia fa sculettando in strada mezza nuda a tutta velocità. Io vorrei seguirla ma allo stesso tempo sono molto interessato a conoscere questa fantomatica sorella perché qualcosa mi puzza.
E non sbaglio perché le due, credendosi sole, si sono messe nelle comode in salotto e, con belle comode intendo che Carmela si è rapidamente denudata lasciando i suoi indumenti a terra compreso un paio di mutandone bianche orribili e con la chiazzata gialla sul davanti.
Ora se ne sta comoda sul divano a gambe larghe con tutte le trippe che sbordano e la sorella maggiore Teresa è a pecora, accucciata fra le sue gambe. Si vede che non è la prima volta perché Teresa con grande dimestichezza ha due dita nella gnocca pelosa di Carmela e stantuffa a tutta forza.
Senza esitare entro “Buonasera signore troie” dico.
“E tu chi cazzo sei?” sbotta Carmela.
“È un amico...” sussurra Teresa.
“A ecco perché stavi con la fica aperta... a troiaccia te lo sei scopato!” borbotta la donna.
“E che ci sarebbe di male! Pensi di avere l’esclusiva?” ribatto io e senza esitare mi apro i pantaloni e mostro il cazzo duro.
Carmela sgrana gli occhi “Puttana troia ma cosa è un braccio...”.
“Hai visto che buon gustaia tua sorella.... e tu non te ne provi un po’....” la invito io.
“Ma come ti permetti io sono una signora sposata mica una ciucciacazzi come lei” dichiara la donna che si incaponisce nel restare sui suoi modi ben che sia lì a farsi fare un ditale.
Io comunque sto al gioco “Va bhe allora mi accontento di lei” dico e senza chiederle il permesso sollevo il vestito a Teresa e siccome è già nuda e bagnata non faccio molta fatica a ficcarglielo dentro.
Teresa lancia un gemito “porca puttana quello è il culo bastardo! Aia cazzo aia”.
“Ma stai zitta che sei larga come una galleria” dico io mentre inizio a montarla con forza.
Carmela ride alla battuta e eccitata afferra Teresa per i capelli e se la porta fra le gambe “Allora ti dai da fare o no?”.
Teresa, sconsolata apre la bocca e inizia a farle un bel lavoretto.
C’è la spassiamo per un po’ fin che non veniamo quasi all’unisono, io riempiendole di sperma il culo e Carmela inondandole la bocca coi suoi liquami.
La donna pare soddisfatta, solleva le gambe lasciando libera all’altra dalla sua morsa e tranquilla gocciolandole sul divano senza problemi si siede comoda “Vacci a preparare qualcosa da bere vaccona” ordina e Teresa, col mio seme che le cola dalle chiappe, sorridente obbedisce.
Così ne approfitto per sedermi comodo accanto a Carmela lasciando che il mio cazzo in bella vista faccia la sua bella figura.
“È così ti scopi la sorellona...” dico.
“È la sua punizione. Lei lo sa” dice quella.
“Cioè in che senso?”.
“Se lo merita ma è una storia lunga”.
“Io non ho fretta” dico toccandomi il cazzo un paio di volte.
“È successo quattro anni fa giù al paese. Eravamo tutta la famiglia al mare tranne lei che ha detto che aveva mal di pancia. Nessuno si è stupito perché con quel pancione mangia per otto sta maiala. Comunque sia la lasciamo a casa da sola e siamo tutti in spiaggia quando mio marito mi fa “È mi sa che ho lasciato la birra a casa”.
E io gli dico “ma se qui è pieno di birra”.
E lui “a no quella è una marca di merda. Io voglio la mia” e se ne va.
Io aspetto un po’ ma questa cosa non mi suona perché Calogero basta ubriacarsi si beve anche l’aceto di vino e adesso di colpo tutta sta sofisticatezza nella birra non mi tornava. Così mi alzo anche io dal,a spiaggia, arrivo piano piano a casa e li trovo. Sul letto di nostra mamma fra l’altro”.
“A.... “.
“E mi incazzo. Siccome sono già a pecora a lui gli tirò un calcio in culo che lo fa cadere per terra e lei resta lì col buco aperto. Prova a voltarsi ma io mi metto dietro come fossi un maschio e la blocco. Calogero intanto si alza in piedi, mi guarda col pisello moscio e prova a balbettare qualcosa ma io gli dico “sparisci che se no ti ammazzo a morsi”.
Lui capisce e scappa. E io intanto sono così incazzata che le ficco una mano nella sorca e dico “adesso te lo tappo io il buco mignotta”... Solo che quella invece di dire qualcosa inizia a godere, geme e dopo un po’ mi dice pure se posso muovere le dita più veloce.
È così ci prendo gusto anche io e dopo un po’ ho dita nella ciornia ma anche nel suo culo. Ho dita ovunque e sto godendo pure io. È così mi viene da mettergliela in bocca. La faccio sdraiare e mi siedo sopra e le dico “lecca puttana, lecca come la mignotta che sei””.
La storiella mi ha stuzzicato il cazzo che è tornato di marmo “E così da allora ci hai preso gusto”.
“Certo perché è quello che si merita. Per non fare altri scandali non ho detto niente però a Calogero ho detto che doveva restare al paese e sono tornata qui al nord solo io coi figli. Se qualcuno chiede diciamo che ha trovato un lavoro giù pagato meglio ma non è vero, qui faceva il muratore e guadagnava bei soldi mentre adesso arranchiamo con quello che guadagnano i miei figli. Però così è, io Calogero nel mio letto non lo voglio più e lui lo sa. È così mi monta la rabbia e quando mi monta tanto lei lo sa che mi devo sfogare”.
“E Teresa ti fa sfogare”.
“Ma certo, la colpa è tutta sua se non... si insomma hai capito”.
“Se non più il piacere di un bel cazzo dentro, dillo pure”.
“Ecco bravo lo hai detto”.
“Io comunque te ne avevo offerto uno” dico toccandomelo.
“Ma sei pazzo. Io sono sposata mica sono come lei. Come sta troia che non sta senza cazzi neanche un giorno”.
“Si certo e ti rispetto però dai Carmela, mica vuoi farmi credere che Calogero giù al paese si faccia solo delle gran pippe. Adesso che è solo di certo si sarà trovato un altro buco ti pare?”.
“Si si l’ho pensato anche io” ammette lei mentre con la mano le accarezzo le grosse tette molli e burrose.
“Secondo me, se te ne prendi uno è solo giustizia” concludo.
Carmela mi guarda con quel suo viso da ebete e poi sorride “mi sa che hai ragione. Qui bisogna fare giustizia...” e spavalda allunga una mano sul mio cazzo.
Quando Teresa torna con la limonata Carmela è seduta sulle mie gambe e si impala a tutta forza dimenandosi come un pesce mentre io le strizzo il suo bel tettame. Ulula di piacere e non si lesina di tirare giù tutti i santi che conosce mentre sente scorrere nel ventre i ripetuti orgasmi.
“Tre anni che non prendo un cazzo.... Tre anni....” ulula felice mentre Teresa ci guarda godendosi la scena.
Carmela però se ne rende conto “Tu che cazzo fai? Vattene.... Non sei ancora perdonata. Togliti dal cazzo mignotta” e poi continua a muoversi su e giù sulla mia asta a tutta forza.
Alla sera quando i ripetuti orgasmi hanno un po’ placato il suo cattivo umore finalmente si rimette i vestiti e prima di andare via dice “E va bene, forse adesso capisco cosa vuol dire stare senza un cazzo per così tanti anni. Tu eri già vedova da un po’ e bisogna avere pazienza”.
“Sorella mia io ti chiederò sempre scusa ma Calogero ho capito subito da come mi fissava le tette che ci sarebbe stato...”.
“Lo so, lo so forse è più colpa sua che tua ma adesso basta soffrire. Domani faccio capire al mio vicino di casa che sono disponibile e vediamo cosa succede. Quello è marocchino e secondo me è messo bene... La punizione è finita sorella, sei perdonata” e spinte dalla passione limonano fra loro completamente nude con le loro pance gonfie che si schiacciano una con l’altra e i proponenti capezzoli delle loro poppe molli che si stuzzicano uno con l’altro.
Carmela ci saluta e Tersa mi ringrazia “erano anni che mi tormentava e abusava di me. Mi ha anche pisciato e cagato addosso sai...”.
“Bhe a me non sembrava che soffrissi poi molto porcona” le faccio notare.
“È Bhe... un po’ si dai” sorride mentre mi si avvicina ciondolando il suo corpo grasso e nudo. Meccanicamente mi afferra il cazzo e inizia a segarmi ancora una volta mentre io le mungo una tetta...
Senza neanche prenderci la briga di entrare in casa concludiamo la giornata con una bella pecorina in mezzo al cortile con la vecchia Teresa che bela a tutta voce mentre le tappo tutti i buchi che ha.
3
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
George e Teresa 2/7racconto sucessivo
George e Teresa 4/7
Commenti dei lettori al racconto erotico