Sonia e Lily - 06 - Un weekend speciale Parte II

di
genere
trans

La sera, prima di andare a letto, mi struccò come ogni altra sera in quella settimana, ma stavolta tolse anche lo smalto dalle unghie di mani e piedi, nonostante lo avessimo messo soltanto quella mattina.
La mattina seguente facemmo colazione e poi attesi che Sonia mi chiamasse per truccarmi, cosa che invece non avvenne.
"Oggi niente trucco?" le chiesi vedendo che c'era qualcosa di diverso.
"Si, per il momento ti voglio acqua e sapone";
Per la prima volta non mi aveva truccato e così per quella mattina evitai di guardarmi allo specchio. come se avessi paura di non riconoscere la persona riflessa
Credevo che la mia partner sarebbe uscita subito dopo la colazione per prendere i vestiti, ma al contrario si comportò come se non avesse nessun impegno per quella mattina. Resistetti fino a metà mattinata senza chiederle niente, prima che la mia curiosità avesse il sopravvento.
“Ma non era stamattina che dovevi ritirare quei vestiti?”
“Volevo vedere quanto resistevi prima di chiedermelo”, mi rispose con un sorriso malizioso. “Ho appuntamento con lei subito dopo pranzo…”
Deluso tornai alla mia occupazione, mentre lei se la godeva a vedermi friggere d’impazienza. Finalmente dopo pranzo uscì per tornare dopo un'ora abbondante; aveva con sé un trolley, 2 porta abiti enormi, che calamitarono tutta la mia attenzione, ed un altro paio di pacchettini.
"Dai, che aspetti? Porta tutto in camera da letto" esordì
"Ma come! Non apriamo subito i pacchi?"
"Non ancora…"
"E daii…" protestai fremendo.
"Ho detto non ora! Devi sapere aspettare…" fu la sua risposta perentoria.
Raccolsi tutto quello che aveva portato e la seguii in camera da letto.

"Spogliati completamente e togli anche la parrucca", mi ordinò.
Feci come mi chiedeva, presentandomi a lei come una tela vuota che non aspettava altro che essere dipinta con qualcosa di magico.
“Oggi sceglieremo qualcosa di delicato per il make up, come una vera nobildonna che si rispetti”, esordì.
Mi mostrò una boccetta di smalto dal colore rosa antico e. come consuetudine del nostro rito, le porsi le mani in modo che lei potesse applicare il cosmetico sulle mie unghie. Guardai in religioso silenzio mentre Sonia compiva la sua opera e le porsi i piedi non appena finito con le mani. Chiusi gli occhi e mi rilassai, contento che finalmente fosse arrivato il “nostro” momento.
“Partiamo dall’intimo, anche se il vestito richiama quelli dell'800 non vuol dire che sotto non possiamo avere qualcosa di sexy e più moderno…”
Mentre lo smalto si asciugava, la mia partner si dedicò a frugare nell’armadio ed appoggiò sul letto qualche minuto dopo il risultato della sua ricerca: mutandine e reggiseno di pizzo neri, un reggicalze abbinato e delle calze velatissime, che avevano una rosa disegnata appena sotto il gluteo con il gambo e le foglie che scendevano fino al tallone. Sonia mi aiutò ad indossare tutto quello che aveva preparato, controllando che il risultato fosse quello che desiderava; adoravo la cura con cui ogni volta mi preparava, conferiva un senso di intimità maggiore a quello che facevamo.
Dopo aver indossato l’intimo passai qualche istante allo specchio come imbambolato, guardando il ricamo della rosa che decorava tutta la gamba; con le mani accarezzai più volte la calza, per assaporare maggiormente le sensazioni che quel tessuto così leggero, quasi una seconda pelle, mi trasmetteva.
“Vieni, è arrivato il momento del pezzo forte della serata” mi risvegliò la mia compagna.
Sonia mi mostrò il vestito, placando finalmente la mia curiosità. Era un lungo abito rosso, con il corpetto che si restringeva in vita ed era decorato ai lati da ricami floreali dorati; le lunghe maniche terminavano con una striscia di tulle bianco, mentre la gonna si apriva ampia, con i medesimi ricami floreali dorati del corpetto che scendevano centralmente per allargarsi poi fino a coprire tutto l’orlo della gonna.
Mi guardavo allo specchio, ammirando il vestito che scendeva lungo fino a toccare il pavimento, e vedevo la mia fantasia lentamente prendere vita. Maledicevo lo specchio che non era grande abbastanza per potermi specchiare completamente e vedere il vestito nella sua interezza.
"È ora di mettere queste" mi disse Sonia mostrandomi un paio di scarpe con un tacco a spillo vertiginoso.
"Ma sono altissime!" provai a protestare.
"Si, ed hai anche accettato di ballare con me. Lo farai con queste…"
Avrei dovuto sospettare che la cosa non sarebbe stata così semplice, ma la contentezza per aver realizzato una mia fantasia mi fece dimenticare dei tacchi a spillo quasi immediatamente.
“Siediti qui per il trucco, staremo più comode” mi disse indicando la sedia presente nella stanza.
Alzai l’enorme gonna del vestito e con passo incerto, anche per via delle scarpe, riuscì ad arrivare alla postazione.
Sonia usò un fondotinta che schiarì di molto la mia pelle e con una piccola applicazione di rosso rese un po' più colorate le mie guance, come quelle di tante bambole di tempi passati. Con le mani sparse delicatamente sui miei occhi un ombretto rosa che richiamava il colore dello smalto e rifinì la sua opera prima con la matita e poi con il mascara per dar maggior risalto alle ciglia. Infine mi dipinse le labbra con un rosa leggermente lucido e, dopo avermi guardato a fondo, disegnò con la matita un piccolo neo appena più in alto dell'angolo destro della bocca.
"L'ultimo tocco e sei pronta"
Sulla testa mi sistemò una parrucca dai capelli biondi che ricadevano ricci oltre le spalle.
Mi alzai e mi guardai allo specchio; il colorito pallido, le labbra lucide e la cascata di capelli mi facevano assomigliare ad una bambola di porcellana, il piccolo neo all'angolo della bocca mi dava un'aria sofisticata e sensuale allo stesso tempo.
"Ed adesso fuori! Ho bisogno di tempo per prepararmi!"

Lei mi spinse fuori dalla stanza. Per ingannare l'attesa, improvvisai una sfilata per un pubblico immaginario, godendomi finalmente l'occasione in cui la mia fantasia si era realizzata. Mi fermavo di tanto in tanto a provare l'inchino, sollevando la gonna come avevo visto fare tante volte nei film; quando sollevai lo sguardo dopo uno di questi, mi accorsi che la mia partner mi osservava divertita accanto la porta.
"Ma che bella la mia contessina" esclamò notando il rossore sulle mie guance accentuato dall'imbarazzo.
Mi ripresi e decisi di stare al gioco.
"Mia regina" le risposi ripetendole l'inchino che mi aveva visto fare poco prima.
Sonia era bellissima. Il suo abito richiamava il mio, ma era verde smeraldo con dei ghirigori argentei che le ornavano il corpetto e percorrevano la gonna, ampia come la mia, in tutta la sua circonferenza. La scollatura, più ampia rispetto a quella del mio abito, lasciava intravedere il seno. Le sue labbra, decorate da un rosso rubino, risaltavano sull'incarnato algido, mentre gli occhi splendevano come due preziosi zaffiri nella cornice grigia con sfumature di celeste creata dal make up. Sulla testa aveva una corona, un oggetto di scena che contribuiva a completare degnamente il travestimento.
Mi porse la mano, così come fa una sovrana, ed io l'accompagnai fino al centro della stanza.
"Contessa lei mi ha promesso un ballo"
"Con piacere mia regina", le risposi abbassando il capo in segno di deferenza.
La mia partner armeggiò con il cellulare, che iniziò a riprodurre un valzer. Mi fece un inchino, a cui risposi con il medesimo gesto, mi prese per mano ed iniziammo a ballare.
Il vestito voluminoso ed i tacchi alti rendevano incerti i miei movimenti, ma durante il ballo mi concentrai soltanto su di lei e ben presto tutto ciò che era intorno a noi scomparve. Anche se quel ballo non durò che pochi minuti, a me sembrò un tempo lunghissimo immerso in quella fantastica esperienza.
Quando la musica si fermò, Sonia mi strinse a sè e mi baciò appassionatamente; i nostri corpi vennero a contatto e sentii qualcosa di duro premermi contro la gamba.
"Mia regina, hai una sorpresa per me o sei soltanto felice di vedermi?"
"Perché non mi aiuti a togliere il vestito e lo scopriamo insieme?"

Le tirai giù la lampo ed il vestito cadde ai suoi piedi, rivelando l'intimo sottostante: Sonia indossava soltanto delle autoreggenti lilla con la balza decorata e delle scarpe con il tacco a spillo di colore argento che richiamavano il motivo che adornava il vestito.
Aveva già indossato lo strap on, che spuntava turgido dalla sua fica; non era il solito che usavamo, ma uno un po' più lungo e ben più doppio.
"Oh direi una sorpresa decisamente … grande" esclamai stupito.
"Perché non vieni a provarlo, così vediamo se la contessa lo gradisce" mi disse la mia regina e si sedette sul divano mettendo l'attrezzo in bella mostra.
Mi girai, cercando con lo sguardo dove fosse il lubrificante. La prospettiva di essere scopato da Sonia mi eccitava moltissimo, ma ero preoccupato dall'idea di farmi penetrare da quell'affare.
"Che stai cercando?" mi chiese intuendo i miei pensieri.
"Il gel, non vedo il gel" le risposi continuando la mia ricerca.
"Mi sa che è finito", replicò Sonia passandosi la lingua sulle labbra. "Ti dovrai inventare qualcosa…"
Non mi restava altra scelta, iniziai a succhiare la punta dello strap on, mentre la mia partner mi appoggiò una mano sulla testa.
"Di più, porcellina di più" furono le parole che pronunciò prima di iniziare a spingere sulla mia testa.
Riuscii a fare entrare soltanto una piccola parte dello strap on prima di essere costretto a fermarmi. Continuai a succhiare l’oggetto, fermandomi soltanto per leccare la parte che non era riuscita ad entrare in bocca e per mordicchiare le grandi labbra.
"Così può bastare! " ordinò.

Mi girai di spalle, permettendo così a Sonia di togliermiil vestito, che finì insieme all'altro su una sedia. Slacciai le calze e mi tolsi le mutandine, e mi girai verso di lei.
La mia regina mi guardava maliziosa, stringendo con una mano l'asta dello strap on, così mi avvicinai a lei e puntai il dildo sul mio buchetto.
"Così porcellina, da brava…"
Cercai di farlo entrare il più delicatamente possibile, ma ciò non evitò di farmi sentire aperto in due quando la testa del fallo ruppe l'argine ed entrò.
"Tutto, voglio che lo fai entrare tutto!" Il volere della mia regina era chiaro.
Discesi lentamente, impalandomi su Sonia, fino a quando non sentii il mio culo sbattere sul suo basso ventre. Chiusi gli occhi e mi fermai per un attimo per abituarmi a quella nuova dimensione, quindi iniziai a fare su e giù sull'asta. Mi muovevo lentamente, un po' per il dolore ed un po' per i tacchi, facendo entrare tutto lo strap on ad ogni affondo.
"Oh si, oh si" sussurrai quando il dolore passò lasciando il posto soltanto al piacere.
Aumentai la velocità di poco, mentre il piacere cresceva molto più velocemente, come testimoniato dal mio cazzo che ora sbatteva turgido a scandire il ritmo della cavalcata.
"Oh si, oh si" dissi stavolta a voce ben più alta.
"Ora ti aiuto..."
Sonia mi afferrò per i fianchi, bloccandomi, ed assunse l'iniziativa. Iniziò scopandomi lentamente, ma aumentando costantemente e velocemente il ritmo. Io mi piegai leggermente verso di lei per favorire la penetrazione e per sostenere la potenza dei suoi colpi.
"Dimmi che ti piace, dimmelo"
"È tutto qui?" la sfidai mentre lei mi stantuffava sempre più con veemenza.
La mia partner si fermò e mi afferrò per mento.
"A quattro zampe sul pavimento" pronunciò quelle parole con un tono che non ammetteva repliche.

Lasciai che l'asta scivolasse fuori dal mio culo, poi mi alzai ed attesi a quattro zampe sul pavimento. Sonia si alzò e venne dietro di me, con un dito percorse il tratto che va dall'ano al glande, raccogliendo un po' degli umori di cui il mio cazzo, bagnatissimo, era impregnato e li usò per lubrificarmi il buchetto. Quindi si posizionò sopra di me, con la punta dello strap on che insisteva dritta sull'ano; con un movimento secco infilò tutta l'asta, trovando un po' di resistenza dal mio culetto. Sussultai, ero sua ma non le bastava.
Non soddisfatta, tirò tutto lo strap on fuori e mi lubrificò ancora con i miei umori. Di nuovo infilò tutta l'asta con un colpo solo ma stavolta non incontrò nessuna resistenza. Si fermò per un attimo prima di cominciare a scoparmi, la quiete prima della tempesta; con una mano mi manteneva per la spalla e con l'altra mi accarezzava i capelli, mentre il suo basso ventre sbatteva sulla mia schiena ad ogni colpo.
Improvvisamente mi strappò la parrucca, mi tenne per i capelli, tirandomi la testa all'indietro, e cominciò a scoparmi come una forsennata. Quella presa autoritaria unita alla penetrazione mi fecero impazzire. Lampi di piacere partivano dal culo per diffondersi in tutto il corpo e mi lasciavano senza respiro mentre Sonia mi penetrava selvaggiamente ed il mio cazzo pulsava come non mai, quasi vivesse di vita propria.
"Più forte" le dissi quando mi resi conto che mi stavo avvicinando rapidamente all'orgasmo.
"Non ho sentito" insistette la mia regina tirandomi ancor di più i capelli.
"Ti prego scopami più forte, scopami più forte" le gridai.
"Siii sei la mia troietta!" Mi rispose Sonia allentando leggermente la presa.
Mi scopò ancora più forte, costringendomi a tenere tutte e 2 le mani a terra per non cadere; venni violentemente dopo pochi minuti, spruzzando tutto il mio piacere sul pavimento e gridando come un'ossessa. Rimasi come inebetito dalla potenza dell'orgasmo.
"Oddio, oddio" dissi dopo aver ripreso fiato mentre Sonia aveva lasciato la presa sui miei capelli ma aveva ancora lo strap on piantato tutto dentro di me.

"La tua regina non è ancora sazia"
Sonia estrasse il fallo, mi condusse al divano, tenendomi per mano, e mi fece adagiare sulla schiena. Con fare deciso, quasi fossi una bambola di pezza, tirò a sè il bacino, mi alzò le gambe in aria e mi tirò via le scarpe, gettandole poco distante sul pavimento.
"Che bel bocconcino invitante"
Non riuscii a dire niente, ancora intontito dalla precedente cavalcata.
Iniziò a scoparmi lentamente, mentre io passivamente mi arrendevo alla sua iniziativa. Vedevo le mie gambe in aria ondeggiare ad ogni suo affondo, sentivo nuove ondate di piacere partire direttamente dal buchetto e farmi sussultare come fossi percorso da una scarica elettrica, mentre il cazzo non accennava nessuna reazione. Aumentò sempre di più il ritmo mentre io non riuscivo più a trattenere mugolii e gemiti di piacere. Preso da questa forma diversa di godimento venni colto da un secondo orgasmo: urlai di nuovo, con gli occhi riversi all'indietro e le dita dei piedi arricciate, mentre Sonia non accennava a fermarsi. Il mio cazzo soltanto allora ebbe una reazione, sparando caldi fiotti di piacere nonostante fosse ben lontano dall'erezione. Questa visione dovette eccitare non poco la mia partner, perché anche lei raggiunse l'amplesso dopo pochi attimi.
"Si Lily, si!" urlò al soffitto prima di accasciarsi su di me.
"Complimenti", mi sussurrò poi all'orecchio, "sei passata da timida contessina a troietta della regina".

Restammo abbracciati sul divano per circa un'ora.
"Sai credo di aver capito quali sono le tue paure" esordì Sonia.
"Tu credi?" Replicai mettendomi sulla difensiva.
"Si", continuò lei dolcemente, "ma prima che torni tutto alla normalità ci vorrà parecchio tempo".
"Guardaci", riprese dopo un attimo di pausa. "Possiamo continuare ad essere così. Siamo solo io e te, nessuno ci giudica e questo periodo resterà un nostro segreto ed un nostro bellissimo ricordo. Io ti adoro così come sei"
Lasciai che lo sguardo vagasse verso il basso, dove le nostre gambe inguainate dalle calze giacevano intrecciate. Forse aveva ragione, forse dovevo solamente smettere di preoccuparmi e godermi il momento, approfittare di quella clausura forzata per vivere la mia passione apertamente e liberamente con l'unica persona che sembrava in grado di capirmi e completarmi.
Tra di noi non ci fu bisogno di altre parole, bastò scambiarci uno sguardo per leggerci dentro e con un lungo bacio appassionato accettai la sua proposta.
scritto il
2020-05-21
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