La dominazione dei cinque
di
Dominazione
genere
dominazione
Il sole stava tramontando, la luce intensa di quello spettacolo veniva riflessa dal mare calmo, gli scogli ancora caldi offrivano ai gabbiani quel caldo confortevole per la notte. Le spiagge incominciavano a liberarsi, le famiglie tornavano a casa mentre i ristoranti invece incominciavano ad aprire. Le strade affollate di gente, nelle case incominciavano ad accendersi le prime luci e la città incominciava a popolarsi. Ora tutti avevano le gambe sotto al tavolo e la felicità, l’allegria e la serenità si diffondevano.
Laura una ragazza di 18 anni con le sue amiche, cenavano nel ristorante presso il piccolo porto, con vista sul mare. La brezza marina, oltre allo scenario mozzafiato, rendeva la serata perfetta. Laura alta 1,65m un fisico longilineo, pratica beach volley, magra e una 3° di seno con un sederino disegnato, portava una t-shirt della squadra color grigia, in vita la felpa sempre del team, dei pantaloncini e delle infradito. Le sue gambe erano prive di cellulite, lisce e la caviglia destra era ‘’decorata’’ da una bellissima cavigliera. Le sue compagne di pallavolo erano vestite uguali, visto che la loro squadra era in ritiro. Il suo viso era dolce, le sue guancie rosse risaltavano quel visino da riempire di baci e i suoi capelli castani raccolti con una molletta, lasciavano libero il suo collo.
A fine cena, si recarono verso la camminata lungo mare, per ammirare tutta la bellezza del posto in cui si trovavano. Ridevano e scherzavano, parlavano di pettegolezzi e la voce di Laura era stupenda, dolce, calda e riempiva di gioia il cuore di chi l’ascoltava.
Ritornarono tutte in albergo, ognuna nella propria stanza, dandosi appuntamento il giorno dopo nella sala per la colazione. Nella notte, Laura si svegliò sembrava quasi che non riuscisse a dormire, priva di stanchezza e amante del mare, decise di incamminarsi verso la spiaggia. Prese i primi vestiti a portata di mano cioè quelli della sera scorsa e uscì dall’albergo, attraversò la strada e si incamminò per la stradina in mezzo al bosco, illuminata, il profumo di pini marittimi era inebriante, impazziva per quell’odore, le piaceva a tal punto da mettersi in cammino per il bosco.
Ma appena uscì dalla stradina, due uomini forzuti l’afferrarono da dietro, le tapparono la bocca e di peso la portarono in un furgoncino qui prima di partire le tapparono la bocca con un fazzoletto bagnato, dove perse i sensi e si addormentò.
Si risvegliò, un forte mal di testa le martellava il cervello, una forte luce puntata addosso a lei, non le permetteva di capire dov’era e chi c’era, un bavaglio le tappava la bocca, sdraiata su un letto con i polsi e le caviglie erano ammanettati. Si guardò, era vestita mentre ai piedi aveva solo un infradito. Sentì dei passi accanto a lei, svoltò lo sguardo ma vide solo nero, dall’altra parte una mano le toccò il braccio ma quando si girò non c’era nessuno.
La paura saliva e lei terrorizzata, mugolava e cercava di liberarsi. Tutto era fermo, ora. Ascoltò i rumori più impercettibili, niente. La luce si affievoliva e il buio attorno a se incominciava ad avvolgerla, muoveva continuamente lo sguardo ma il buio si faceva sempre più padrone di quella stanza e presto si ritrovò disorientata in mezzo al buio più completo.
Ora il suo udito percepiva qualcosa muoversi, velocemente, era piccolo, leggero. Poi il verso di un topo. Gridò di paura. Ora i passi li sentiva in tutte le direzioni, 2,3,4 uomini le giravano attorno, sapevano orientarsi nel buio. Una mano le sfiorò i capelli, un’altra le gambe, un’altra ancora la pancia. In mezzo a quelle mani veloci lei terrorizzata cercava aiuto, invano.
Si accesero agl’angoli della stanza dei potenti fari, attorno a lei vide 5 figure umane ferme, ma non riusciva a vedere ne come erano vestiti ne i loro volti. Si spense la luce e i 5 uomini incominciarono ancora a girarle attorno.
Ora la toccavano più spesso, osando anche qualche palpata al seno o all’altezza del sesso. Cercava di chiedere pietà ma nessuno l’ascoltava. Quando la luce fu tale da vedere in faccia gli uomini, questi in faccia avevano un maschera da fantasma, gridò di paura, si muoveva cercando di liberarsi e di evitare le loro mani che la toccassero. La luce si spense, gli uomini erano accanto a lei e incominciarono a togliere gl’abiti che aveva addosso. Prima la felpa, poi la t-shirt e infine i pantaloncini. Ora le mani le sentiva bene sul suo corpo, si limitavano a carezze, ma a Laura tutto ciò non le piaceva, cercava di farlo capire a quegl’assetati ma erano in preda all’eccitazione e addirittura le tolsero il reggiseno e le mutandine.
La luce si accese, una luce forte dritta in faccia a Laura che riuscì a vedere solo il suo corpo completamente nudo e tutte le mani sopra che lo accarezzavano. Il suo disgusto era imbarazzante, una mano sfiorò le labbra della vagina, Laura ebbe un sobbalzo, i maschi osservando la reazione, la ritoccarono, un altro sobbalzo. Laura era una ragazza a modo e forse non aveva ancora avuto l’occasione di essere toccata da mani maschili, quindi la cosa le provocò un eccitazione, contro la sua volontà.
Uno si attaccò a succhiare il suo capezzolo, un altro ci giocò con le dita, un altro ancora le riempi di baci il suo visino, lei si lasciò andare in quella atmosfera calda e piena di eccitazione. Sentì una mano accarezzarle le labbra della vagina, avanti e indietro come una sedia a dondolo e la sensazione di piacere che stava provando, le bagnò la micetta, quella micetta ricoperta da un soffice strato di peli.
Le tolse il bavaglio e al suo posto ci infilò il cazzo in tiro, muovendolo avanti e indietro, le labbra avvolgevano quell’oggetto contundente come se fosse un cono gelato, la sua lingua agile, stuzzicava la cappella mentre l’uomo si lasciava prendere dallo splendido pompino che quella ragazza vergine di 17 anni le stava offrendo come dono.
Pompava la dolce Laura, come se fosse la pompa della frizione di una macchina che veniva utilizzata a fondo. Mentre la sua micetta veniva coccolata da una mano esperta, le vette del suo seno stuzzicate da due uomini possenti e ad un certo punto un uomo, dopo aver slegato le sue caviglie e prese in mano, avvolse le piante di quei splendidi piedini attorno al suo cazzo e incominciò a masturbarsi.
Guardò l’uomo che aveva davanti ma riuscì a vedere solo un fisico scolpito e privo di peli pubici, le mani di questo, erano fisse sulla nuca della ragazza. Al collo di Laura si attaccò un uomo che incominciò a succhiare. Adesso sul suo corpo c’erano tutti e 5 gli uomini e lei era in un brodo cosiddetto di giuggiole, anche se la sua micia continuava a sgorgare liquido, ma fin ora nessuno la penetrò.
Il pompino era ormai giunto sul punto di arrivo, l’uomo incominciò a lasciarsi andare, i muscoli si contraevano, la postura si inarcava, il pene vibrava ma le labbra di Laura si staccarono dalla bestia. L’uomo fece partire una sberla in piena guancia, gridando: ‘’TROIAA!! TI HO PER CASO DETTO DI FERMARTI?? TU DEVI SOTTOSTARE A NOI E NON FARE CIO’ CHE VUOI!! HAI CAPITO, PUTTANA?? E SE PRIMA LA NOSTRA IDEA ERA SOLO QUELLA DI USARE LA TUA BOCCA, ORA USEREMO SOLO LA TUA FIGA E SE MAI IL TUO BUCCHETTO DEL CULO!! HAI CAPITO STRONZA!!’’ la imbavagliò, prima che Laura emise gridi di paura e perdono!
Laura era spaventatissima, cercava di chiedere scusa ma gli uomini che avevano attorno erano furiosi ed eccitatissimi! Si staccarono tutti. La luce si spense.
Laura una ragazza di 18 anni con le sue amiche, cenavano nel ristorante presso il piccolo porto, con vista sul mare. La brezza marina, oltre allo scenario mozzafiato, rendeva la serata perfetta. Laura alta 1,65m un fisico longilineo, pratica beach volley, magra e una 3° di seno con un sederino disegnato, portava una t-shirt della squadra color grigia, in vita la felpa sempre del team, dei pantaloncini e delle infradito. Le sue gambe erano prive di cellulite, lisce e la caviglia destra era ‘’decorata’’ da una bellissima cavigliera. Le sue compagne di pallavolo erano vestite uguali, visto che la loro squadra era in ritiro. Il suo viso era dolce, le sue guancie rosse risaltavano quel visino da riempire di baci e i suoi capelli castani raccolti con una molletta, lasciavano libero il suo collo.
A fine cena, si recarono verso la camminata lungo mare, per ammirare tutta la bellezza del posto in cui si trovavano. Ridevano e scherzavano, parlavano di pettegolezzi e la voce di Laura era stupenda, dolce, calda e riempiva di gioia il cuore di chi l’ascoltava.
Ritornarono tutte in albergo, ognuna nella propria stanza, dandosi appuntamento il giorno dopo nella sala per la colazione. Nella notte, Laura si svegliò sembrava quasi che non riuscisse a dormire, priva di stanchezza e amante del mare, decise di incamminarsi verso la spiaggia. Prese i primi vestiti a portata di mano cioè quelli della sera scorsa e uscì dall’albergo, attraversò la strada e si incamminò per la stradina in mezzo al bosco, illuminata, il profumo di pini marittimi era inebriante, impazziva per quell’odore, le piaceva a tal punto da mettersi in cammino per il bosco.
Ma appena uscì dalla stradina, due uomini forzuti l’afferrarono da dietro, le tapparono la bocca e di peso la portarono in un furgoncino qui prima di partire le tapparono la bocca con un fazzoletto bagnato, dove perse i sensi e si addormentò.
Si risvegliò, un forte mal di testa le martellava il cervello, una forte luce puntata addosso a lei, non le permetteva di capire dov’era e chi c’era, un bavaglio le tappava la bocca, sdraiata su un letto con i polsi e le caviglie erano ammanettati. Si guardò, era vestita mentre ai piedi aveva solo un infradito. Sentì dei passi accanto a lei, svoltò lo sguardo ma vide solo nero, dall’altra parte una mano le toccò il braccio ma quando si girò non c’era nessuno.
La paura saliva e lei terrorizzata, mugolava e cercava di liberarsi. Tutto era fermo, ora. Ascoltò i rumori più impercettibili, niente. La luce si affievoliva e il buio attorno a se incominciava ad avvolgerla, muoveva continuamente lo sguardo ma il buio si faceva sempre più padrone di quella stanza e presto si ritrovò disorientata in mezzo al buio più completo.
Ora il suo udito percepiva qualcosa muoversi, velocemente, era piccolo, leggero. Poi il verso di un topo. Gridò di paura. Ora i passi li sentiva in tutte le direzioni, 2,3,4 uomini le giravano attorno, sapevano orientarsi nel buio. Una mano le sfiorò i capelli, un’altra le gambe, un’altra ancora la pancia. In mezzo a quelle mani veloci lei terrorizzata cercava aiuto, invano.
Si accesero agl’angoli della stanza dei potenti fari, attorno a lei vide 5 figure umane ferme, ma non riusciva a vedere ne come erano vestiti ne i loro volti. Si spense la luce e i 5 uomini incominciarono ancora a girarle attorno.
Ora la toccavano più spesso, osando anche qualche palpata al seno o all’altezza del sesso. Cercava di chiedere pietà ma nessuno l’ascoltava. Quando la luce fu tale da vedere in faccia gli uomini, questi in faccia avevano un maschera da fantasma, gridò di paura, si muoveva cercando di liberarsi e di evitare le loro mani che la toccassero. La luce si spense, gli uomini erano accanto a lei e incominciarono a togliere gl’abiti che aveva addosso. Prima la felpa, poi la t-shirt e infine i pantaloncini. Ora le mani le sentiva bene sul suo corpo, si limitavano a carezze, ma a Laura tutto ciò non le piaceva, cercava di farlo capire a quegl’assetati ma erano in preda all’eccitazione e addirittura le tolsero il reggiseno e le mutandine.
La luce si accese, una luce forte dritta in faccia a Laura che riuscì a vedere solo il suo corpo completamente nudo e tutte le mani sopra che lo accarezzavano. Il suo disgusto era imbarazzante, una mano sfiorò le labbra della vagina, Laura ebbe un sobbalzo, i maschi osservando la reazione, la ritoccarono, un altro sobbalzo. Laura era una ragazza a modo e forse non aveva ancora avuto l’occasione di essere toccata da mani maschili, quindi la cosa le provocò un eccitazione, contro la sua volontà.
Uno si attaccò a succhiare il suo capezzolo, un altro ci giocò con le dita, un altro ancora le riempi di baci il suo visino, lei si lasciò andare in quella atmosfera calda e piena di eccitazione. Sentì una mano accarezzarle le labbra della vagina, avanti e indietro come una sedia a dondolo e la sensazione di piacere che stava provando, le bagnò la micetta, quella micetta ricoperta da un soffice strato di peli.
Le tolse il bavaglio e al suo posto ci infilò il cazzo in tiro, muovendolo avanti e indietro, le labbra avvolgevano quell’oggetto contundente come se fosse un cono gelato, la sua lingua agile, stuzzicava la cappella mentre l’uomo si lasciava prendere dallo splendido pompino che quella ragazza vergine di 17 anni le stava offrendo come dono.
Pompava la dolce Laura, come se fosse la pompa della frizione di una macchina che veniva utilizzata a fondo. Mentre la sua micetta veniva coccolata da una mano esperta, le vette del suo seno stuzzicate da due uomini possenti e ad un certo punto un uomo, dopo aver slegato le sue caviglie e prese in mano, avvolse le piante di quei splendidi piedini attorno al suo cazzo e incominciò a masturbarsi.
Guardò l’uomo che aveva davanti ma riuscì a vedere solo un fisico scolpito e privo di peli pubici, le mani di questo, erano fisse sulla nuca della ragazza. Al collo di Laura si attaccò un uomo che incominciò a succhiare. Adesso sul suo corpo c’erano tutti e 5 gli uomini e lei era in un brodo cosiddetto di giuggiole, anche se la sua micia continuava a sgorgare liquido, ma fin ora nessuno la penetrò.
Il pompino era ormai giunto sul punto di arrivo, l’uomo incominciò a lasciarsi andare, i muscoli si contraevano, la postura si inarcava, il pene vibrava ma le labbra di Laura si staccarono dalla bestia. L’uomo fece partire una sberla in piena guancia, gridando: ‘’TROIAA!! TI HO PER CASO DETTO DI FERMARTI?? TU DEVI SOTTOSTARE A NOI E NON FARE CIO’ CHE VUOI!! HAI CAPITO, PUTTANA?? E SE PRIMA LA NOSTRA IDEA ERA SOLO QUELLA DI USARE LA TUA BOCCA, ORA USEREMO SOLO LA TUA FIGA E SE MAI IL TUO BUCCHETTO DEL CULO!! HAI CAPITO STRONZA!!’’ la imbavagliò, prima che Laura emise gridi di paura e perdono!
Laura era spaventatissima, cercava di chiedere scusa ma gli uomini che avevano attorno erano furiosi ed eccitatissimi! Si staccarono tutti. La luce si spense.
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