Attori di uno spettacolo ben pagato

di
genere
orge

La villa ci si parò davanti nascosta dalla folta boscaglia. La lunga strada percorsa aveva finalmente raggiunto la sua fine. L’eccitazione saliva al solo pensiero di varcare il cancello e le mani tremanti si intrecciavano per ricercare inconsciamente un po’ di agio. Lei mi guardava spaurita, ma fiera della sicurezza che le davo. “Con te andrei ovunque e fare qualsiasi cosa” si affrettava a dire per rubarmi un sorriso.
Era bellissima con il suo completo nero trasparente. Niente o quasi rimaneva all’immaginazione. I suoi lunghi capelli dorati disegnavano le forme che spiccavano sotto l’impermeabile grigio. I suoi seni erano pieni, una bella quarta tenuta su da un corpo molto tonico. Nessuno le dava mai i 34 anni che fieramente portava a spasso . Il movimento del suo culo pieno faceva intravedere lo spacco (sempre tanto agognato) del suo piacere e il suo viso era un misto di eccitazione e agitazione. Il clima perfetto per amarsi e fondersi l’un l’altro.
Nella villa ci attendevano altre decine di coppie per il rito previsto. Tutto lasciava presupporre una serata “diversa”. Il lusso e lo sfarzo erano ostentati in maniera maniacale per far comprendere forse come nessuno poteva far parte di una elite così. 2 ancelle con la bocca sigillata da abbondante nastro nero s’inginocchiarono davanti a noi pregandoci di seguirle e così facemmo. Il lungo corridoio che portava all’immenso salone ci faceva sfilare come merce rara al cospetto dei ricchi aristocratici che ci squadravano.
Ogni dettaglio era curato. A qualche angolo si vedevano ragazze e donne intente a dare piacere orale a qualche annoiato riccone, ma la sorpresa fu nel vedere anche uomini, di cui alcuni di colore, incatenati per la gola ai capitelli dorici delle ampie colonne portanti che umili e ubbidienti soddisfacevano i piaceri delle donne vogliose al loro cospetto. Tutto poteva cambiare da un momento all’altro. Gli scenari evolversi e le situazioni capovolgersi. Questo era già eccitante.
Il nostro cammino terminò nel salone dove ampi ambienti venivano creati da enormi divani con vasche al centro. A noi spettava il numero 5, dove 4 uomini attendevano noi per godere delle nostre fantasie.
Ci fermiamo. Senza una parola mi giro verso B. e inizio delicatamente a spogliarla. Sento il mio cazzo che inizia a farsi strada nei pantaloni eleganti, esattamente come ogni volta che sfioravo il suo corpo statuario. Sfilare il suo completo nero con la lingua che cercava di coprire ogni suo centimetro provocò l’eccitazione dei 4 uomini che iniziarono con maestria e toccarsi i loro cazzi appena barzotti. Il più vecchio forse aveva 65 anni ben tenuti. Gli altri intorno ai 40-50. Nessuno sapeva nulla di nessuno e questa doveva essere l’unica regola. A proteggerci rimaneva per tutti una maschera veneziana spedita a casa di ognuno settimane prima di oggi. Arrivo a leccare la sua pancia scendendo sempre più giù e lasciandola praticamente nuda solo con i suoi stivali neri. Le allargo le gambe e mentre la mia lingua si avvicina al suo piacere avverto che gli spettatori del nostro spettacolo si alzano per annusare i suoi profumi e i suoi odori mentre lei inarca la sua schiena in avanti dando visione del suo corpo luccicante. Avverto che questo la eccita. Continuo a esplorarle la figa con la mia lingua alternata al mio indice solo per allargare le sue labbra umidissime. I suoi umori iniziano a colare lungo le sue gambe e gli astanti chiedono di poterli bere senza toccarla. B. li accontenta intingendo le sue dita nelle gocce che lente scivolano lungo le sue gambe lisce per poi farle ricadere sulle labbra dei 4. Continuo con la mia opera. Fino al primo suo intenso piacere che esplode violento e vigoroso in urla selvagge. La vedo che fuori dagli accordi presi in precedenza richiede di essere accarezzata lungo tutto il corpo sempre senza dire una parola. Vuole sentirsi dea tra gli umani lo so. Con gesti eloquenti richiede le mani dei 4 sopra il proprio corpo e subito gli avventori, sorpresi da tale concessione, si lanciano nell’esplorazione di una corpo tanto meraviglioso. Mi chiede di penetrarla e sfoggio il mio cazzo davanti a lei ansiosa di riceverlo. I corpi si uniscono all’inizio con un andirivieni molto lento e ancora mai profondo per permettere l’avvicinamento del piacere selvaggio. La sua bocca si contorce in smorfie involontarie e i sui occhi iniziano ad aprirsi e chiudersi a ogni mio colpo. Ormai è piena di un cazzo possente che la penetra, la monta, la travolge fino a non sentire quasi più le forze poterla reggere. Le urla si susseguono acuite dalle mani che strizzano i suoi capezzoli sodi, le sue natiche rotonde e i suoi fianchi morbidi. Tutto è pronto per un altro orgasmo. E un altro. E un altro ancora. Tanta voluttà richiama gli sguardi cuoriosi dai lontani ambienti con i colli che si allungano per sbirciare furtivamente. Sento il mio cazzo che raggiunge la massima erezione. La giro. Voglio dominare questa puledra imbizzarrita che mi si para davanti. Possedere anche il suo piacere più stretto. Con il suo volto semi sconvolto dal godimento intenso non mi curo di essere troppo delicato e dopo un paio di colpi leggeri pianto il mio palo nel suo culo voglioso suscitando un urlo straziante che lascia subito il passo ai gemiti di piacere. I colpi si fanno sempre più intensi. Profondi. Le mani degli astanti continuano a frugare i seni, il viso e ogni centrimentro del corpo di B. Continuano a menarsi i loro membri non molto imponenti. Ormai B. è in balia del piacere più intenso e gli spettatori possono godere dello spettacolo e del suo corpo fino a quando non iniziano a svuotarsi su di lei, sulla sua schiena, sulle sue guance e nelle sue mani. E’ l’attrazione della serata. Tutti hanno occhi solo per lei e questo aumenta la mia eccitazione feroce che esplode in un orgasmo violento e quasi devastante per il mio cuore non troppo stabile. I fiotti lunghi e intensi riempiono il suo culo morbido, ma ormai madido del sudore della serata. Crollo su di lei sfinito mentre in silenzio tutti si allontanano come se nulla fosse mai accaduto lì. Rimaniamo abbracciati tra i liquidi e gli umori vari sparsi ovunque, ma niente ci interessa se nnò le mie braccia che da dietro la cingono amorevolmente . Sento il suo respiro rallentare e un sorriso sotto i suoi occhi chiusi si fa’ strada sul volto stanco. “Ti amo”, sibilato esce dalle sue labbra morbide. Ci portano degli accappatoi per asciugarci con una busta bianca. Quello sarebbe stato il nostro compenso. Ci rivestiamo dopo una rapida doccia e usciamo da porte laterali. La festa continuerà, ma il nostro gioco era appena finito.
scritto il
2011-10-11
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