Un fraintendimento tra amici - 6° capitolo del romanzo “L’amica di Tino Segoni”
di
John Farda
genere
comici
Cap. 6 - Un fraintendimento tra amici - 6° capitolo del romanzo “L’amica di Tino Segoni”
Tino le propose ancora di ballare ma lei non si sentiva sicura delle sue sensazioni durante il ballo con quel perizoma diabolico, e le chiese ancora di aspettare senza dare ulteriori spiegazioni, al che, senza un apparente motivo Tino decise di andare a ballare da solo, lasciandola al divanetto con gli amici:
- “Insomma io mi sgranchisco un po’ le gambe e vado”
- “Ok Tino tra un pò ti raggiungo” disse Alessia buttando giù mezzo bicchiere di Mojito,
- “Mi raccomando, sta attenta a questi maialoni! Eh?”
- “Ma siii dai li tengo sotto controllo io…ah ah ah!” risero tutti e videro Tino sparire nella calca. Dopo un po’ videro tornare il Caata dalla toilette con una bottiglia di spumante ghiacciato e un flaconcino di cosmetico che veniva offerto gratuitamente davanti al bagno delle donne e lo porse ad Alessia, che lo osservò ammirata,
- “ Beh.. però! Che generosi, un flacone da 300 ml di crema corpo liquida con olio di mandorle… questo non l’ho mai provato”, intanto Caata cercava di mettersi seduto accanto a lei ma il divanetto era corto e c’entravano già strizzati il Gualtrucco, il Trombaste e Truzzo, tutti addossati a lei;
- “Dai ragazzi fatemi posto che non voglio stare da solo nel divanetto di fronte” ma il posto non c’era e a nessuno balenava per la mente di alzarsi, allora Truzzo propose ad Alessia di sedersi sopra di lui:
- “Che palloso che sei Caata, veni Alessia mettiti pure seduta sopra di me che facciamo posto a questo bambinello bisognoso di coccole, ah ah ah!” Alessia alzò le spalle sorridendo, e appoggiò sulle gambe di Truzzo il suo bel culetto che la minigonna lasciava scoperto per metà, mostrando ampiamente il bordo delle calze autoreggenti, lui cercò di offrirle la seduta più comoda che poteva, unendo le gambe e stendendosi contro la spalliera del divanetto, ma in quella posizione ce l’aveva tutta davanti e, volendo evitare galantemente di tenere le mani troppo vicine al suo sederino, le posò davanti a lei, proprio sul suo pube: quindi, nella distrazione dei cazzeggi e delle battute scherzose, le prese delicatamente l’orlò della mini e la tirò lentamente, fino a salire con i polpastrelli fino al perizoma. Continuavano a ridere e scherzare, e lui cominciò ad accarezzarle la passera, prima con movimenti lenti, su e giù, poi una toccatina ogni tanto sul clitoride; sentiva che lei si stava bagnando, che le piaceva, che lo lasciava fare, mentre faceva finta di niente. Caata, vedendo che Alessia si dimostrava interessata al flacone del cosmetico in promozione, riprese il discorso:
- “Tutto marketing Alexia, ma sei tu l’esperta… giusto?” le disse aprendo la bottiglia di spumante che dette un botto, sapientemente controllata da Gualtrucco perchè non si versasse,
- “Mah, sai… io faccio quello che le case di moda mi indicano: se devo organizzare una piccola sfilata o una dimostrazione presso un capo negozio, lo faccio senza chiedermi se sarà marketing efficiente o un flop…” le porsero il bicchiere di spumante pieno e lei bevve tranquilla, dopo aver finito il suo Mojito,
- “ Poi… l’offerta di prodotti in promozione la faccio anch’io alle volte…” cominciava a diventare piuttosto loquace dopo il secondo bicchiere di spumante e la testa cominciava a girarle
- “Per certe case di moda ad esempio i gadget sono un costo fisso molto alto… ohh! Ma cosa vi dico? A voi non interessa… ah ah ah!” continuava a maneggiare quel flacone ma non riusciva capire come si doveva aprire ed osservò ironicamente che i tecnici del packaging dovevano essere dei sadici perché tutte le nuove confezioni erano sempre più difficoltose ad aprirsi,
- “Esatto, lo dico anch’io tante volte… ecchecazzo, cosa ci vorrebbe a mettere tappi e chiusure normali, come un tempo? Eh eh!” Alessia armeggiava ancora ma non riusciva proprio ad aprire, intanto buttò giù un altro bicchiere di spumante, mentre le dita del Truzzo la stavano sondando sempre più a fondo,
- “Mah… volevo sentire l’odore di questa crema corpo… è fluida: qui c’è scritto crema liquida, forse è proprio tipo olio” e continuava a maneggiare, mentre Truzzo, dopo averle fatto salire la gonna anche dietro fino a metà natiche, la sentiva muoversi sopra le sue cosce e per stare più comoda lei andò a mettere il culetto proprio contro il suo uccellone duro.
Il Trombaste cercò di venire galantemente in suo aiuto e le pose le mani sul flacone, poi glielo prese tenendolo fermo dove lo teneva lei, cioè sopra le cosce, mentre gli sguardi di tutti ormai erano fissi sulle dita di quel maialone del Truzzo, girò il tappo ma non si apriva, allora lo girò con l’apertura verso il basso e strizzò con forza: fu un disastro!
Il tappo si ruppe e la crema liquida e oleosa inondò le cosce di Alessia andando a schizzarle fin sotto la minigonna e sul perizoma, coprendo anche le dita di Truzzo.
- “Ahhhh! Noooo….” Alessia dette un urlo di sconcerto e si divincolò sopra i pantaloni di Truzzo che, ritirando istintivamente le mani dal davanti, l’aveva afferrata per le natiche e gliele allargava, lei istintivamente fece per alzarsi in piedi, ma si accorse che era peggio:
- “Nnnooooo… ohhhh! Devo stare seduta, scusa, mi cola dentro gli stivaletti….noooo! che guaio!” ma quanta ce n’è?” Aveva le cosce, la minigonna e la passera completamente inondate di crema bianca liquida, prima di rimettersi seduta nuovamente su Truzzo, lui ebbe il tempo di liberarsi il cazzo durissimo dal pantaloni, non ne poteva più, ma immediatamente Alessia vi si appoggiò addosso con il culetto tutto scoperto. In un battibaleno si ritrovò otto mani addosso, nelle parti intime e sulle cosce, che, con la scusa di fare qualcosa di utile, la toccavano ovunque; Gualtrucco prese un tovagliolino di carta e cercò di toglierle la crema in mezzo alle cosce, ma il Trombaste, fingendosi preoccupato disse:
- “No, cosi non si fa nulla, stai ferma Alessia, te la ripuliamo con le mani, non c’è altro modo… poi andremo a lavarci in bagno… eccheccazzo!”
Alessia apprezzò l’impegno, ma quell’ordine di usare la mani, fu devastante: il Caata fu il più veloce ad infilarle le dita nella figa, passando nel mezzo ai due fili di perle che non la potevano difendere, le dita unte da quella crema entrarono come aspirate, le mani di Truzzo invece scelsero i seni, e facendole calare la manica dalla spalla le scoprì tutta la mammella sinistra nel mezzo alla quale campeggiava un capezzolo bello dritto: glielo stimolò facilitato dalla crema, mentre lei cominciava a muoversi avanti e indietro, stimolata anche dalle dita di Gualtrucco che la stavano masturbando sul clitoride, aiutate in modo eccellente dalle perline che vi premevano sopra. “mmmh che maialina che sono… mi diverte fare arrapare questi quattro cafoncelli di paese… giocare con la loro rozza stupidità… mmmhh, farli impazzire intorno alla mia patatina….mmmh! Farli arrivare fino ad un punto e poi lasciarli a secco….ah ah ah!” pensava la birichina.
Ma intanto si era bagnata in modo indecente, sentiva la sua passera colare come una fontana, e non riusciva a controllare la tentazione di aprire le gambe per farsi penetrare in profondità, le piaceva sentirsi preda del loro maleducato eccitamento.
- “ Ohhh… attenti… non cosìì….aah! Cosa mi fateeee?””
La scena era degna di una gang bang: da lontano qualcuno osservava eccitato e interessato: lei si divincolava e accortasi oramai della trappola che aveva offerto loro involontariamente, non riusciva più a opporre resistenza anche a causa dei troppi bicchieri trangugiati. La stava prendendo il desiderio di farli giocare con il suo corpo, aveva voglia di essere troia, di farsi prendere in tutta la sua femminilità eccitata.
- Il Trombaste si rese conto che la situazione non reggeva, e dopo averle allargato le gambe aggiunse le sue dita a quelle di un altro sul clitoride, dicendo agli altri di fare in fretta. Lei era oramai partita e si stava facendo masturbare alla grande:
- “Noooo, fermi…..mmhhhhh….oh! Ohhhhh! Mmmhhh…ma cosa fate? Ohhh…noooo….No vi prego…. fermatevi….! Mi state facendo venire… noooo nno” le dita dentro la sua figa si dettero il cambio e quelle di Trombaste riuscirono nell’intento,
- “ Aahhhhh….. mmmhhhh….. vengoo! Mmhhh sssiiiiii!....aahhhh!” partì un primo schizzo dalla sua vagina che andò a colpire in faccia Gualtrucco, poi un secondo più moderato, e poi un terzo: aveva fatto squirting! Le abbassarono anche la manica destra e le pizzicarono i capezzoli turgidi ed eccitati, poi Truzzo si lasciò andare, e dopo un tentativo fallito di penetrarla nel culo perché la posizione non era facile, glielo strofinò sulle natiche e schizzò abbondantemente sul suo culetto penetrato da quei due infernali fili di perle.
A qualche metro da loro, un tipo aveva seguito la scena e ora se lo era tirato fuori masturbandosi tranquillamente e godendosi la scena di quella bellezza masturbata.
A diversi metri di distanza invece Tino se ne tornava dopo aver ballato da solo e sbirciato le mutandine di qualche animatrice, sulle prime non capì cosa stava succedendo, poi avvicinatosi, vide il casino: si precipitò addosso ai quattro cercando di allontanarli da lei, poi la prese di peso, la alzò in piedi e la separò da loro, ma facendo così vide che dietro Alessia, steso sul divanetto, c’era Truzzo con il cazzo gocciolante e ancora eretto, si scaraventò addosso a lui:
- “Maiale di merda! Porco represso… rotto in culo! Ti faccio a pezzi, stronzo di merda! Schifoso…” il Caata e il Gualtrucco cercarono di fermarlo e bloccarlo mentre lui agitava le braccia con i pugni chiusi,
- “Sta tranquillo Tino, non è successo niente, che cazzo fai? Calmati… Calmati che arriva la sicurezza e ci sbatte fuori”, ma ad essere fuori di testa era Tino, che continuava ad agitarsi senza riuscire a colpire nessuno, visto che ora a bloccarlo erano in tre; intanto lo spettatore estraneo, che seguiva la scena dal principio, vedendo la ressa e la ragazza scaraventata sul divanetto più distante da loro, con la gonna tirata tutta su all’altezza dell’ombelico, vi si avvicinò cianchettando con il cazzo ritto in mano e, appena le fu davanti, lasciò partire una serie di schizzi facendole fare una piccola e inaspettata doccia allo sperma.
- “Ahhh! Ma che faaaa?... porco… nooooo! Uffff…. Ma qui sono tutti dei maiali!”
Il diverbio intanto continuava e Tino fu immobilizzato, mentre il Truzzo cercava di spiegargli che stavano solo facendo un gioco da ragazzi, niente più. Ovviamente, allertata da tanto casino, arrivò la sicurezza che divise gli amici, i quali cercarono di tranquillizzare:
- “Non è niente, siamo amici, stiamo scherzando e non abbiamo neanche bevuto molto, è solo un piccolo diverbio per gioco come facciamo spesso al circolo… nessun problema!”
- “Allora, ora ve ne andate a fare un giro nei locali esterni, a prendere un po’ d’aria fresca, noi vi controlleremo: ma se fate qualche altra piazzata vi prendiamo le generalità e vi sbattiamo fuori, intesi?”
- “Sì, sì… ma certo, ora ci separiamo cosi non diamo piu nessun problema, state tranquilli… non è successo niente” a quel punto anche Tino si era dovuto calmare e dopo aver aspettato che il buttafuori fosse andato via, si rivolse ad Alessia che se ne stava seduta sul divanetto di fronte osservando la scena, prima intimorita, poi divertita: aveva avuto il tempo di sistemarsi e rimettersi in modo decente, anche se si sentita completamente unta da quella terribile crema corpo all’olio di mandorla.
Tino le propose ancora di ballare ma lei non si sentiva sicura delle sue sensazioni durante il ballo con quel perizoma diabolico, e le chiese ancora di aspettare senza dare ulteriori spiegazioni, al che, senza un apparente motivo Tino decise di andare a ballare da solo, lasciandola al divanetto con gli amici:
- “Insomma io mi sgranchisco un po’ le gambe e vado”
- “Ok Tino tra un pò ti raggiungo” disse Alessia buttando giù mezzo bicchiere di Mojito,
- “Mi raccomando, sta attenta a questi maialoni! Eh?”
- “Ma siii dai li tengo sotto controllo io…ah ah ah!” risero tutti e videro Tino sparire nella calca. Dopo un po’ videro tornare il Caata dalla toilette con una bottiglia di spumante ghiacciato e un flaconcino di cosmetico che veniva offerto gratuitamente davanti al bagno delle donne e lo porse ad Alessia, che lo osservò ammirata,
- “ Beh.. però! Che generosi, un flacone da 300 ml di crema corpo liquida con olio di mandorle… questo non l’ho mai provato”, intanto Caata cercava di mettersi seduto accanto a lei ma il divanetto era corto e c’entravano già strizzati il Gualtrucco, il Trombaste e Truzzo, tutti addossati a lei;
- “Dai ragazzi fatemi posto che non voglio stare da solo nel divanetto di fronte” ma il posto non c’era e a nessuno balenava per la mente di alzarsi, allora Truzzo propose ad Alessia di sedersi sopra di lui:
- “Che palloso che sei Caata, veni Alessia mettiti pure seduta sopra di me che facciamo posto a questo bambinello bisognoso di coccole, ah ah ah!” Alessia alzò le spalle sorridendo, e appoggiò sulle gambe di Truzzo il suo bel culetto che la minigonna lasciava scoperto per metà, mostrando ampiamente il bordo delle calze autoreggenti, lui cercò di offrirle la seduta più comoda che poteva, unendo le gambe e stendendosi contro la spalliera del divanetto, ma in quella posizione ce l’aveva tutta davanti e, volendo evitare galantemente di tenere le mani troppo vicine al suo sederino, le posò davanti a lei, proprio sul suo pube: quindi, nella distrazione dei cazzeggi e delle battute scherzose, le prese delicatamente l’orlò della mini e la tirò lentamente, fino a salire con i polpastrelli fino al perizoma. Continuavano a ridere e scherzare, e lui cominciò ad accarezzarle la passera, prima con movimenti lenti, su e giù, poi una toccatina ogni tanto sul clitoride; sentiva che lei si stava bagnando, che le piaceva, che lo lasciava fare, mentre faceva finta di niente. Caata, vedendo che Alessia si dimostrava interessata al flacone del cosmetico in promozione, riprese il discorso:
- “Tutto marketing Alexia, ma sei tu l’esperta… giusto?” le disse aprendo la bottiglia di spumante che dette un botto, sapientemente controllata da Gualtrucco perchè non si versasse,
- “Mah, sai… io faccio quello che le case di moda mi indicano: se devo organizzare una piccola sfilata o una dimostrazione presso un capo negozio, lo faccio senza chiedermi se sarà marketing efficiente o un flop…” le porsero il bicchiere di spumante pieno e lei bevve tranquilla, dopo aver finito il suo Mojito,
- “ Poi… l’offerta di prodotti in promozione la faccio anch’io alle volte…” cominciava a diventare piuttosto loquace dopo il secondo bicchiere di spumante e la testa cominciava a girarle
- “Per certe case di moda ad esempio i gadget sono un costo fisso molto alto… ohh! Ma cosa vi dico? A voi non interessa… ah ah ah!” continuava a maneggiare quel flacone ma non riusciva capire come si doveva aprire ed osservò ironicamente che i tecnici del packaging dovevano essere dei sadici perché tutte le nuove confezioni erano sempre più difficoltose ad aprirsi,
- “Esatto, lo dico anch’io tante volte… ecchecazzo, cosa ci vorrebbe a mettere tappi e chiusure normali, come un tempo? Eh eh!” Alessia armeggiava ancora ma non riusciva proprio ad aprire, intanto buttò giù un altro bicchiere di spumante, mentre le dita del Truzzo la stavano sondando sempre più a fondo,
- “Mah… volevo sentire l’odore di questa crema corpo… è fluida: qui c’è scritto crema liquida, forse è proprio tipo olio” e continuava a maneggiare, mentre Truzzo, dopo averle fatto salire la gonna anche dietro fino a metà natiche, la sentiva muoversi sopra le sue cosce e per stare più comoda lei andò a mettere il culetto proprio contro il suo uccellone duro.
Il Trombaste cercò di venire galantemente in suo aiuto e le pose le mani sul flacone, poi glielo prese tenendolo fermo dove lo teneva lei, cioè sopra le cosce, mentre gli sguardi di tutti ormai erano fissi sulle dita di quel maialone del Truzzo, girò il tappo ma non si apriva, allora lo girò con l’apertura verso il basso e strizzò con forza: fu un disastro!
Il tappo si ruppe e la crema liquida e oleosa inondò le cosce di Alessia andando a schizzarle fin sotto la minigonna e sul perizoma, coprendo anche le dita di Truzzo.
- “Ahhhh! Noooo….” Alessia dette un urlo di sconcerto e si divincolò sopra i pantaloni di Truzzo che, ritirando istintivamente le mani dal davanti, l’aveva afferrata per le natiche e gliele allargava, lei istintivamente fece per alzarsi in piedi, ma si accorse che era peggio:
- “Nnnooooo… ohhhh! Devo stare seduta, scusa, mi cola dentro gli stivaletti….noooo! che guaio!” ma quanta ce n’è?” Aveva le cosce, la minigonna e la passera completamente inondate di crema bianca liquida, prima di rimettersi seduta nuovamente su Truzzo, lui ebbe il tempo di liberarsi il cazzo durissimo dal pantaloni, non ne poteva più, ma immediatamente Alessia vi si appoggiò addosso con il culetto tutto scoperto. In un battibaleno si ritrovò otto mani addosso, nelle parti intime e sulle cosce, che, con la scusa di fare qualcosa di utile, la toccavano ovunque; Gualtrucco prese un tovagliolino di carta e cercò di toglierle la crema in mezzo alle cosce, ma il Trombaste, fingendosi preoccupato disse:
- “No, cosi non si fa nulla, stai ferma Alessia, te la ripuliamo con le mani, non c’è altro modo… poi andremo a lavarci in bagno… eccheccazzo!”
Alessia apprezzò l’impegno, ma quell’ordine di usare la mani, fu devastante: il Caata fu il più veloce ad infilarle le dita nella figa, passando nel mezzo ai due fili di perle che non la potevano difendere, le dita unte da quella crema entrarono come aspirate, le mani di Truzzo invece scelsero i seni, e facendole calare la manica dalla spalla le scoprì tutta la mammella sinistra nel mezzo alla quale campeggiava un capezzolo bello dritto: glielo stimolò facilitato dalla crema, mentre lei cominciava a muoversi avanti e indietro, stimolata anche dalle dita di Gualtrucco che la stavano masturbando sul clitoride, aiutate in modo eccellente dalle perline che vi premevano sopra. “mmmh che maialina che sono… mi diverte fare arrapare questi quattro cafoncelli di paese… giocare con la loro rozza stupidità… mmmhh, farli impazzire intorno alla mia patatina….mmmh! Farli arrivare fino ad un punto e poi lasciarli a secco….ah ah ah!” pensava la birichina.
Ma intanto si era bagnata in modo indecente, sentiva la sua passera colare come una fontana, e non riusciva a controllare la tentazione di aprire le gambe per farsi penetrare in profondità, le piaceva sentirsi preda del loro maleducato eccitamento.
- “ Ohhh… attenti… non cosìì….aah! Cosa mi fateeee?””
La scena era degna di una gang bang: da lontano qualcuno osservava eccitato e interessato: lei si divincolava e accortasi oramai della trappola che aveva offerto loro involontariamente, non riusciva più a opporre resistenza anche a causa dei troppi bicchieri trangugiati. La stava prendendo il desiderio di farli giocare con il suo corpo, aveva voglia di essere troia, di farsi prendere in tutta la sua femminilità eccitata.
- Il Trombaste si rese conto che la situazione non reggeva, e dopo averle allargato le gambe aggiunse le sue dita a quelle di un altro sul clitoride, dicendo agli altri di fare in fretta. Lei era oramai partita e si stava facendo masturbare alla grande:
- “Noooo, fermi…..mmhhhhh….oh! Ohhhhh! Mmmhhh…ma cosa fate? Ohhh…noooo….No vi prego…. fermatevi….! Mi state facendo venire… noooo nno” le dita dentro la sua figa si dettero il cambio e quelle di Trombaste riuscirono nell’intento,
- “ Aahhhhh….. mmmhhhh….. vengoo! Mmhhh sssiiiiii!....aahhhh!” partì un primo schizzo dalla sua vagina che andò a colpire in faccia Gualtrucco, poi un secondo più moderato, e poi un terzo: aveva fatto squirting! Le abbassarono anche la manica destra e le pizzicarono i capezzoli turgidi ed eccitati, poi Truzzo si lasciò andare, e dopo un tentativo fallito di penetrarla nel culo perché la posizione non era facile, glielo strofinò sulle natiche e schizzò abbondantemente sul suo culetto penetrato da quei due infernali fili di perle.
A qualche metro da loro, un tipo aveva seguito la scena e ora se lo era tirato fuori masturbandosi tranquillamente e godendosi la scena di quella bellezza masturbata.
A diversi metri di distanza invece Tino se ne tornava dopo aver ballato da solo e sbirciato le mutandine di qualche animatrice, sulle prime non capì cosa stava succedendo, poi avvicinatosi, vide il casino: si precipitò addosso ai quattro cercando di allontanarli da lei, poi la prese di peso, la alzò in piedi e la separò da loro, ma facendo così vide che dietro Alessia, steso sul divanetto, c’era Truzzo con il cazzo gocciolante e ancora eretto, si scaraventò addosso a lui:
- “Maiale di merda! Porco represso… rotto in culo! Ti faccio a pezzi, stronzo di merda! Schifoso…” il Caata e il Gualtrucco cercarono di fermarlo e bloccarlo mentre lui agitava le braccia con i pugni chiusi,
- “Sta tranquillo Tino, non è successo niente, che cazzo fai? Calmati… Calmati che arriva la sicurezza e ci sbatte fuori”, ma ad essere fuori di testa era Tino, che continuava ad agitarsi senza riuscire a colpire nessuno, visto che ora a bloccarlo erano in tre; intanto lo spettatore estraneo, che seguiva la scena dal principio, vedendo la ressa e la ragazza scaraventata sul divanetto più distante da loro, con la gonna tirata tutta su all’altezza dell’ombelico, vi si avvicinò cianchettando con il cazzo ritto in mano e, appena le fu davanti, lasciò partire una serie di schizzi facendole fare una piccola e inaspettata doccia allo sperma.
- “Ahhh! Ma che faaaa?... porco… nooooo! Uffff…. Ma qui sono tutti dei maiali!”
Il diverbio intanto continuava e Tino fu immobilizzato, mentre il Truzzo cercava di spiegargli che stavano solo facendo un gioco da ragazzi, niente più. Ovviamente, allertata da tanto casino, arrivò la sicurezza che divise gli amici, i quali cercarono di tranquillizzare:
- “Non è niente, siamo amici, stiamo scherzando e non abbiamo neanche bevuto molto, è solo un piccolo diverbio per gioco come facciamo spesso al circolo… nessun problema!”
- “Allora, ora ve ne andate a fare un giro nei locali esterni, a prendere un po’ d’aria fresca, noi vi controlleremo: ma se fate qualche altra piazzata vi prendiamo le generalità e vi sbattiamo fuori, intesi?”
- “Sì, sì… ma certo, ora ci separiamo cosi non diamo piu nessun problema, state tranquilli… non è successo niente” a quel punto anche Tino si era dovuto calmare e dopo aver aspettato che il buttafuori fosse andato via, si rivolse ad Alessia che se ne stava seduta sul divanetto di fronte osservando la scena, prima intimorita, poi divertita: aveva avuto il tempo di sistemarsi e rimettersi in modo decente, anche se si sentita completamente unta da quella terribile crema corpo all’olio di mandorla.
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