Cronaca Familiare - CAP 12 - Restyling chirurgico

di
genere
trio

Carissimi lettori, eravamo rimasti al rientro dalle vacanze nel villaggio estivo in Sicilia … che razza di vacanza!
I giorni che seguirono furono senz’altro segnati dalla comunicazione che mamma fece a me e a papà di volersi sottoporre ad un intervento di chirurgia estetica!
Inutile dire che la notizia colse entrambi di sorpresa e, anche se per motivi opposti, entrambi cercammo di dissuaderla.
Papà perché riteneva la chirurgia estetica quasi immorale, io perché se dovevo pensare ad una 40enne che mai e poi avrebbe avuto bisogno di ritocchini chirurgici, beh avrei pensato proprio a quel grandissimo pezzo di figa di mamma.
Aveva 44 anni ma ne dimostrava almeno 10-15 in meno, non scherzo. Culo fantastico, ventre e fianchi non troppo appesantiti anzi quasi perfetti, gambe magre e caviglie sottili, due belle tettone sode e naturali (una quarta scarsa o una terza mooolto abbondante che dir si voglia!), labbra carnose impreziosite da un neo di bellezza poco al di sopra delle stesse (alla Cindy Crawford … per intenderci), pochissime smagliature ed impercettibili rughe sul suo viso giovanile dai lineamenti regolari impreziosito da due fantastici occhi azzurri!!! Non altissima, circa 1 metro e 68, ma nel complesso una figa da paura, e poi per l’età che aveva, davvero sembrava una che gli interventi chirurgici già li avesse fatti.
Ciò nonostante mamma non volle sentire ragioni, ci diceva che si sentiva brutta e vecchia e che aveva voglia di cambiare, di dare una svolta al suo aspetto fisico un po’ avvizzito!
Boh! Forse aver visto troppe belle ventenni dal fisico perfetto in vacanza, forse ciò le aveva fatto nascere degli ingiustificati sentimenti d’invidia, o forse era solo perché la sua voglia di apparire e di conformarsi ormai era seconda solo alla sua irrefrenabile voglia di cazzo.
La scelta del chirurgo cadde su un certo Prof. Ranzoni (ogni riferimento a persone eventualmente realmente esistenti è puramente casuale!), un autentico luminare nel campo, presso il cui studio a Milano erano passate le più svariate stelle e stelline dello show-buisness.
Ovviamente si trattava anche di tirare fuori un pacco di soldi, ma come al solito, papà, dopo le prime resistenze, venne convinto da mamma.
La cosa più incredibile di tutte fu che l’intervento, oltre a una anche comprensibile eliminazione di rughe e smagliature con iniezioni di botox, riguardò proprio tette e labbra.
Incredibile! Mamma volle darsi una gonfiatina a labbra e tette, come se ce ne fosse stato davvero bisogno! Ovviamente il gran professore Ranzoni si vide bene dal sconsigliare un simile intervento ad una paziente come mia madre nei cui confronti madre natura era stata oltremodo generosa, essendo quello stronzone molto più attento al richiamo dei soldi che a quelli dell’etica professionale!
Non appena la vidi, quando rientrò a casa alcuni giorni dopo l’operazione, non potei fare a meno di confermare la mia idea: a me piaceva molto di più prima, adesso la sua bellezza appariva troppo evidente, troppo esagerata ed irrealistica, troppo plastica …. Troppo alla Pamela Anderson o alla Victoria Silversted tanto per intenderci! Oddio quelli a cui piace il genere, non c’è dubbio che l’avrebbero trovata a dir poco sensazionale, le sue labbra parevano un incrocio tra quelle della Parietti e quelle della Marini, e le sue tette beh … le sue tette erano due palloni gonfi e dritti, tanto che i capezzoli parevano sempre sul punto di stracciare la stoffa delle maglie che indossava, non so neanche di che cazzo di misura fossero, boh … penso una quarta abbondantissima, quasi una quinta! Come detto poi, le poche rughe e smagliature erano state cancellate!
Insomma mamma si era sottoposta ad un completo restyling tette-labbra-rughe, al apri di quelle snob smorfiose e svampite che tanto prima criticava!
Peggio persino di quella cretina della moglie di mio cugino Alessio, che almeno si era rifatta perché le tette proprio non le aveva! Lo ripeto io, esteticamente parlando, la preferivo di gran lunga prima, certo però che ora non è che fosse da buttar via … anzi, se vogliamo pareva ancora più porca!
“Allora Paolo come mi trovi ?” mi domandava lei mentre si mirava e si rimirava in continuazione allo specchio “Sono o non sono una super figa?”. Il rigonfiamento delle labbra le aveva fatto persino cambiare oltre all’espressione del viso anche la pronuncia delle parole, almeno a me così sembrava, adesso aveva davvero un tono da oca al silicone!
“Per me ti sei rovinata cazzo! Ma guarda come ti sei conciata! Ma guarda che razza di tette e di labbra che ti sei fatta! Sei grottesca cazzo!” non usavo certo mezzi termini.
“Stronzo ….. voglio proprio vedere quando mi vedrai spompinare i tuoi amichetti con sti labbroni cosa dirai!!! E sai che spagnole con queste tettone ….. se fossi un uomo mi scoperei tutta!” mi rispose mamma non troppo colpita dalle mie affermazioni.
Il brutto del decorso post-operatorio, per me, per mamma e per i suoi numerosi amanti, fu che la maiala non potè avere rapporti sessuali, neppure orali, e ciò almeno fino alla visita di controllo; Ordini tassativi del Prof. Ranzoni. Le inevitabili frizioni e gli sfregamenti alle tette durante i rapporti sessuali così come la pratica del sesso orale avrebbero potuto infatti, sempre a detta del professore, compromettere il buon esito dell’intervento chirurgico.
La visita di controllo si tenne una quindicina di giorni dopo l’intervento, non potete immaginare cosa significò per la porcona stare a digiuno di uccelli per più di 2 settimane!
Bisognava riandare a Milano, papà quel giorno era impegnato e così toccò a me scarrozzare mamma dal Prof. Ranzoni.
Non sto nemmeno a raccontarvi delle occhiate e dei fischi e dei turpi commenti fugaci che mia madre si guadagnò dai camionisti durante la nostra sosta in autogrill!
“Cazzo che figa …. Guarda là che roba …. Va che tette ….. cazzo che labbra, chissà che pompini ….. uè bella signora le va un passaggio in camion ecc… ecc… ecc…”. Inutile dirvi che la porcella ne era a dir poco compiaciuta e soddisfatta!
Una volta giunti a Milano, dinanzi al signorile Palazzo che fungeva da clinica privata del Professore, feci smontare mamma ed andai in cerca di un parcheggio.
Dannato traffico milanese, ci misi un bel po’ prima di trovare un buco dove posteggiare l’auto.
Quando arrivai allo studio mamma era appena entrata per la visita, così mi disse la segretaria-telefonista dello studio che mi fece accomodare in sala d’aspetto.
Non vi erano altri clienti e/o pazienti in attesa, del resto, erano già le 19.30.
Mi sedetti e mi misi a leggere un giornale. Ad un certo punto sentii la segretaria che mi stava augurando buona sera
“Buona sera signore, io sto andando, sa il mio orario è fino alle 19.30, comunque non si preoccupi, resti pure là, vedrà che il dottore non ci metterà molto a visitare sua madre è solo una visita d routine!”.
Fu così che me ne rimasi solo e soletto!
La visita però non pareva durare poi così poco e fu così che mi trovai con l’orecchio attaccato alla porta della sala da visita del Prof. Ranzoni, per sentire se stava succedendo qualcosa di strano.
“Si si signora, mi pare che vada tutto magnificamente, l’operazione del resto è riuscita alla perfezione ed il decorso post-operatorio non ha evidenziato complicazioni, uhm … constato con piacere che si è attenuta scrupolosamente alle mie raccomandazioni, molto bene vedrà che non se ne pentirà! … ora però si spogli e si distenda sul lettino che il mio assistente il dott. Lanfranchi procederà all’esame della palpazione tattile!”.
Non se ne pentirà? Dott Lanfranchi ? palpazione tattile? Uhmmmm qualcosa non mi quadrava!
Fu così che mi misi a spiare dal buco della serratura. Non avevo alcuna paura di essere beccato in quanto i Dottori non sapevano che io ero in studio e mamma non si preoccupava certo per queste cose!
Vidi mamma che si stava slacciando la camicetta. Per l’occasione indossava un elegante tailleur estivo grigio con una camicetta bianca, e scarpe nere eleganti col tacco, di quelle aperte con il solito laccetto alla caviglia. Aveva i capelli raccolti.
“Su su signora, non solo la camicetta, si spogli completamente, dobbiamo esaminare anche l’intervento alle smagliature sulle gambe, forza”.
Mamma dunque si tolse anche la gonna del tailleur e le mutande (fortunatamente stavolta non aveva il solito tanga microscopico ma un normale seppur molto sexy ed arrapante paio di mutande nere in pizzo); la figa era completamente depilata. Stava per slacciarsi anche le scarpe quando venne fermata dal Prof.:
“ …beh … le scarpe … se vuole tenerle ….”.
Le scarpe se vuole tenerle ? la cosa mi puzzava sempre di più.
Fu così che mamma, con solo le sue sexy ed eleganti scarpe col tacco addosso, per il resto completamente nuda, si distese sul lettino.
Devo ammettere che quelle due “sbumbarde megalattiche” erano qualcosa di davvero incredibile.
Due super tette davvero, enormi, perfettamente modellate ed erette! Da un punto di vista prettamente tecnico erano davvero perfette, perfettamente enormi!
“Forza Dott. Lanfranchi, proceda con la palpazione tattile” il tono usato dal professore era assolutamente serio e professionale, tuttavia, leggevo nel suo volto un sorrisetto malizioso mentre lo diceva.
Il Prof. Saverio Ranzoni era sulla sessantina, piuttosto tarchiatello, con un evidente toupet in testa, e con un pizzetto che finiva in un ciuffetto di barba caprina bianca, gli occhiali nascondevano degli occhietti piccoli ma vivaci, insomma non proprio un grand’esempio di perfezione estetica, il Dott. Lanfranchi poi lo era ancor meno, sulla quarantina, altissimo e magrissimo (un po’ alla Fassino), con gli occhiali ed i capelli biondicci pettinati in parte.
Il cicciottello tarchiatello e lo smilzo spilungone … che coppia! Parevano il gatto e la volpe!
Il Dott. Lanfranchi indossò dei guanti in lattice e così pure fece il Prof. Ranzoni.
I due luminari iniziarono l’esame, tuttavia più che un consulto medico mi parve subito un palpeggiamento in piena regola.
Il Dott. Lanfranchi infatti stava tastando le labbrone siliconate di mamma, stringendole ogni tanto con i polpastrelli delle sue dita affusolate, ogni tanto invece inserendole direttamente in bocca con la spiegazione che:
“Signora forza provveda ad ingoiare il dito, questo serve per verificare che il silicone non abbia danneggiato la ricettività delle papille gustative ….” Mi pare che disse così o un’altra stronzata del genere!
Il Professore invece stava maneggiando le immense tettone profondendosi in millantate misurazioni e prove di sostegno e commentando:
“Davvero bene, davvero un bel lavoro eh signora … non per vantarmi ma le sue tett … pardon il suo seno è un vero capolavoro, del resto lei ha scelto il migliore che c’è su piazza!” mentre diceva queste cose mi pareva che avesse le bave alla bocca. “Vede? Non c’è alcuna cicatrice …”.
“Già Professore proprio un perfetto inserimento della protesi via capezzolo” confermò il Lanfranchi.
Questa nuova tecnica, infatti, è la più usata in quanto non lascia cicatrici.
“Si ma poi senta la consistenza mammaria .. senta … sembrano due seni naturali”.
“Uhhmmm già davvero notevoli Professore … davvero notevoli …..”. Anche il Dott. Lanfranchi aveva preso adesso a palpeggiare le tettone di mamma. “Già ed anche l’elasticità capezzolare non è stata compromessa!” disse poi iniziando a stritolare dolcemente i capezzoli.
“Ahhhh …” alla strizzata di capezzoli infatti a mia madre scappò un gridolino.
“Si rilassi signora, si rilassi … va tutto bene … va tutto benissimo” disse il Professore i cui occhietti furbi ormai lasciavano trasparire un malcelato anelito lussurioso.
Anelito che si manifestò apertamente non appena il professore iniziò a massaggiare la vulva di mamma.
“Ohh … ahh…. Ma Professore …. Che sta facendo …” mamma pareva sinceramente tesa e imbarazzata.
“Signora le ho detto di rilassarsi e che diamine, le sto auscultando le terminazioni vaginali, ma lei non sa che la vagina è direttamente collegata al seno da molteplici terminazione nervose ?” mentre il Prof. diceva queste cose a mamma, con finta aria da cattedratico, il Dott. Lanfranchi tratteneva a stento le risa! Ma che razza di cialtroni, quante cazzate che stavano sparando!?!?
Tuttavia mamma con la sua oramai consueta aria da oca giuliva disse:
“Oh mi scusi … scusi l’ignoranza in materia … davvero non lo sapevo … ohhh …. Mi scusi e che sa … ohh … son 15 giorni che …” Mamma si stava pure scusando per i gridolini che ogni tanto emetteva! Cazzo non capivo se c’era o se ci faceva! Sembrava davvero un’oca però! Forse, a ben pensarci, mamma non era mai stata un’aquila, era solo che con quel suo tono da maestrina saccente spesso aveva nascosto la sua ignoranza e stupidità!
“Eh già … son 15 giorni che non ha rapporti sessuali …. E già lo so bene, infatti vedo che la sua vagina è soggetta alla tipica ipericettività post-operatoria … ma non si preoccupi signora adesso ci penso io …” e ciò detto prese ad infilare prima un dito, poi due, poi tre in figa a mamma.
“eh si … la sua vagina è davvero ipersensibile ….. eh sii …. Ma così va meglio vero???”.
“Ma professore … ma …. Che sta facendo …. Oddio …. Ohhhh …. Ahhhhh…..” mamma faticava a rispondere con frasi di senso compiuto, il godimento per il trattamento cominciava a prendere il sopravvento. Del resto ormai anche lei, per quanto oca fosse o fosse diventato, non poteva essere così scema da non capire che i due luminari se la volevano molto semplicemente spupazzare!
“Su Dott. Lanfranchi proceda con l’inserimento orale!” anche il Professore a questo punto non si trattenne dallo sghignazzare, questa volta apertamente in faccia a mamma.
Il Dott. Lanfranchi infatti nel frattempo si era calato le braghe e le mutande e col cazzo duro e teso si stava avvicinando famelico alla bocca di mamma.
Devo ammetterlo, non molto grosso, ma cacchio, aveva un pene davvero lunghissimo lo spilungone, in perfetta proporzione con il suo corpo allungato!
Mamma ebbe appena il tempo di girare la testa proprio in direzione di quel missile che in men che non si dica le si infilò in bocca.
“E allora Dott. Lanfranchi, che ne dice, come procede l’inserimento orale ?”.
“Ahhh .. siiiii …. Bene professore …. Beneee …. Cazzo …. Le ha fatto proprio due belle labbrone da pompinara a sta troia”.
Mamma infatti dal suo canto non aveva accennato come al solito alla benchè minima resistenza lasciandosi fare.
“Siii … siiii … cazzo se sa succhiare sta troia ……”. La maiala gli stava elargendo uno dei suoi soliti pompini sensazionali.
“Eh già … che le avevo detto Lanfranchi … appena l’ho vista sta qua ho capito subito che era un gran puttanone! Aveva già due tette e due labbra da urlo ma se l’è volute gonfiare ancora di più, come una vera troia … he he he … e poi mi è sembrata proprio un’oca rincoglionita … he he he … le ho persino raccontato la balla del decorso post-operatorio e dei rapporti sessuali … giusto per farla arrivare oggi bella carica e vogliosa … e non mi sono sbagliato … guarda qua che roba” e mentre diceva ciò mostrò al suo collega le dita piene di umori vaginali “ha la figa che è un fiume in piena sta mignottona!”.
In effetti non aveva tutti i torti il professore!
“Siiiii madosca come succhia sta maiala ……. Succhiami il cazzo siiiiii così siiiiii …… succhia succhia succhiamelo tutto siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!” il Dott. Lanfranchi aveva preso a spingere la testa di mamma sul suo uccello, mentre il professore si stava impegnando in una magistrale leccata di figa.
Ad un certo punto il Lanfranchi estrasse il cazzo dalla bocca della porca che finalmente potè esprimere a suo modo l’intenso godimento provato:
“Siiii … siiiii ….ohhhhhhhhhhh….. .ahhhh….. o siii … oh siiiiiiiiiiiii….. come godooooo …..siiiiiiiiiii …. Godooooooooooooooo …… godooooooooooo….. sto impazzendo …. Siiiii ….. leccatemi la figa porci…….. scopatemii …..siiiiii ….. sono una troia in calore siiiiiiiiiii…… son 15 giorni che non vedo cazzi …… ha voglia di essere sfondata dai vostri bei pistolonii!”.
“He He He, che gran signora che abbiamo qua … he he he … lei si merita il trattamento che riserviamo solo alle super maiale! In ginocchio zoccola!” disse il professore che, fattala inginocchiare ai piedi suoi e del Lanfranchi, si fece spompinare, alternando il suo uccello a quello del collega.
“siii che bei cazzoni che avete …… siiii ….slurpp……. arghh…..” le parole di mamma si perdevano nei soliti rumori di inghiottimenti e leccate furibonde.
I due medici, dal canto loro, stavano letteralmente scopando in bocca la maiala, trattenendo più di una volta il cazzo nella bocca di mamma che pareva sempre sul punto di soffocare.
“Che razza di labbra da maiala pompinara che le ha fatto a sta povera troia professore !!!!”.
“Son sempre il migliore, non c’è che dire, come le dicevo appena l’ho vista sta zoccola già mi pregustavo il pompino che mi avrebbe fatto con ste labbrone che io ho creato …. E perché le tette? Vogliamo parlare di ste tettone supersize ?” i due stavano parlando di mia madre come si parlerebbe di un oggetto, “ho creato proprio una bella bambolona di plastica da scopare! Certo poi il fatto che sia una gran troia aiuta ….. he he he!”.
Il professore aveva preso a farsi fare una spagnola, il suo cazzo spariva letteralmente tra quelle due montagne di carne e silicone, per poi fare capolino in bocca alla troiazza.
“Cazzo che tette che ti ho fatto troia! Proprio due belle tettone da troia! Cazzo siiiiiiiiiii …. Sei la mia troiazza di plastica siiiiiiiiiiiiiiiiii….. sei una mia creatura ha capito troia di un’oca giuliva dei miei coglioni?!?”. Mentre diceva queste cose il professore schiaffeggiava mamma, non pesantemente, ma quel tanto che bastava.
“Siii …padrone siiii….. sei il mio padrone ….. siiii ….sono tutta tua sii…..”.
“Cazzo professore ma questa è davvero una cazzo di troia svampita del cazzo!”.
“Ha proprio ragione Lanfranchi, questo puttanone che abbiamo di fronte è proprio una gallina ignorante succhiacazzi? Vero cretina? Vero che sei solo un’oca ignorante a cui piace succhiare cazzi? Sta deficiente ha creduto persino alla storia del decorso postoperatorio …. Per non parlare delle terminazioni nervose tette-figa …. No guarda non ho mai visto una troiazza senza cervello come questa ”.
“Ma professore … ma come si permette ….” Rispose mamma con un finto tono risentito da maiala in calore, infatti poco dopo ““Siii … e va bene ….sono un’oca succhiacazzi …. Siiiii …. Sono la vostra gallina ignorante siiii …. Cattivoni …. La vostra gallina ha tanta voglia di cazzo …… scopatemi …. Scopatemiiiiiiiii!!!”.
Era chiaro, mamma, un po’ c’era ed un po’ ci faceva.
“Ed accontentiamola sta puttana professore, ho voglia di farla urlare sta vacca!”.
“Certo Lanfranchi, è per questo che mandato via la segretaria, per scoparci per bene sta mignottona e farla urlare a dovere!”.
I due non immaginavano che io fossi nella sala d’aspetto e mamma si guardò ben dal dirlo nel timore che i due potessero smettere di sodomizzarla come piaceva tanto a lei.
“Dai cervellona alzati adesso ed appoggiati al bordo del lettino … allarga le gambe e rilassa la figa che adesso il tuo creatore deve continuare l’analisi” ciò detto il professore fece mettere mamma come aveva detto iniziando a pomparla in figa, tenendola prima per i fianchi e poi, via via che il ritmo della scopata aumentava, aggrappandosi sui mega-tettone e dandole sonore schiaffoni sulle chiappe, fino a fargliele arrossare!
“Ohhhh …ahhh…. Sii … così … così … siiii ….siiiii …ancora …siii ..ancora … ancora ancora …. Ne voglio ancora siiiii…. Siiiiiiiiiiiiiiiii…. Scopami …. Siiii …. Sono una vacca senza cervello…. Siiii …. Ancora siii …sculaccia la tua troia …. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!” mamma era in preda al solito delirio da scopata.
“Troia …. Ti scopo troia …. ti scopo … troiazza di plastica … ti scopo troiaaaaaaaaaaaaaaaa!”.
Ad un certo punto il Lanfranchi salì sul lettino mettendosi in piedi ed infilando il cazzo in bocca a mamma.
“Così stai zitta puttana ….. la tua bocca è fatta per succhiare …. Non per parlare ….”.
“Bravo Lanfranchi …. Non se ne poteva più di sentire la voce di sta deficiente!” e ciò detto, il professore, prese mamma per i capelli ed iniziò a spingerle la testa sul cazzo del collega.
“Dai ingozzati di uccello maiala di una maiala che non sei altro!”.
“Professore ma così finisce per soffocarla la poveretta … he he he … se la immagina la notizia sui giornali? … trovata maiala soffocata da uccelli …. He he he!”.
I due si misero a ridere di gusto, mentre il professore continuava, sempre tenendo mamma per i capelli, continuava a spingerle e toglierle la testa dal pene del Dott. Lanfranchi, giusto per permetterle di riprendere un po’ di fiato.
Evidentemente sovraccarico il Lanfranchi erutto tutto il suo sperma in bocca a mamma che a stento riuscì ad ingoiare tutto.
Poi il professore, la cui iper-resistenza era probabilmente dovuta ad una massiccia assunzione di viagra, si sdraiò sul lettino e fece impalare mamma sul suo cazzo svettante.
Devo ammettere che vedere quella porcona che si agitava come un’ossessa sul lettino con quelle enormi tettoni sballonzolanti, con al collo lo stetoscopio del professore, era un vero spettacolo.
Mamma poi ogni tanto si abbassava in modo da permettere al professore di tuffare la sua faccia in quegli incredibili meloni.
Ad un certo momento il Dott. Lanfranchi, evidentemente ripresosi alla svelta, pretese la sua parte di godimento e così mamma si trovò impegnata in men che non si dica nella sua ennesima doppia penetrazione: il professore in figa, il Lanfranchi in culo, e viceversa.
Mamma venne poi letteralmente buttata giù dal lettino e messa a testa in giù, con le gambe in alto.
I due luminari presero a penetrarla in entrambi i buchi dandosi la spinta dall’alto verso il basso.
Facevano letetralmente fuoriscire tutti i loro arnesi per poi rituffarli dentro con colpi secchi e decisi.
“Ti sfondiamo vacca …. Siiiii …. Cazzoooo …siiiiiiiiiiiiiii ….ti spacchiamo in due mignottona!!!!”
“Senti che caverne che ha sta puttanazza….he he he …. Ne hai presi di cazzi la maiala!”
Mamma godeva come non mai incitandoli a scoparla sempre più forte:
“Siiiii godooooooooooooooooooooooo … spaccatemi tutta ……… fatemi maleeeeeeeeeeeeeee!!!”. Mamma era una masochista, questo era orami palese.
I due oramai pronta alla sborratona finale fecero mettere la porca ai loro piedi:
“Cagna in ginocchio ! ai piedi dei tuoi creatori!”.
Quindi, dopo essersi fatti spompinare ancora un po’, le infilarono in bocca entrambi i piselli riversandole dentro contemporaneamente tutta la loro semenza.
Mamma come al solito deglutì tutto e quello che non igoiò subito se lo leccò dalle dita e dalle tettone.
I due dottori la fecero rivestire e poi ancora mezzi nudi la congedarono con signorilità:
“E allora signora maiala dei miei coglioni, può pure andarsene, la visita è terminata, ci rivediamo tra un paio di mesetti per un ulteriore controllino he he he …”.
Non appena aprirono la porta dello studio e mi videro là in attesa di mia madre però smisero di ridere guardandomi increduli ed assai preoccupati.
Io invece feci finta di nulla, e con tutta tranquillità mi presentai salutandoli.
“Su forza andiamo mamma, è un’ora che ti aspetto!”.
Li vidi sudar freddo, timorosi com’erano che potesse succedere uno scandalo.
E poi mia mamma con la solita aria do oca:
“Buona sera Dottori alla prossima allora …..!” facendogli pure l’occhiolino.
La scena a cui avevo assistito mi aveva fatto eccitare, così, vista anche l’ora tarda, prenotammo un albergo per la serata avvertendo papà che saremmo rincasati la mattina successiva.
Ovviamente scopai con la porcella per tutta la notte.
di
scritto il
2020-07-16
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