Tutta colpa della noia
di
Dolcetroiaincalore1
genere
esibizionismo
Sono trascorsi anni dal mio ultimo racconto; per timidezza, non sono più riuscita a trovare nella scrittura quel confidente che avrei desiderato e ho celato così per anni tutte le mie voglie e le mie piccole avventure. Ho deciso di tornare a scrivere forse per divertirmi, chi sà. Forse per provare quel picere esibizionista di essere letta.
Ieri, sfinita dal caldo tremendo e dalla noia, mi sono sdraiata sul divano e ho iniziato a leggere un libro. La portafinestra era completamente spalancata e la standa era protetta da sguardi indiscreti dalla tenda semitrasparente. Non riuscivo a concentrarmi. Dal balcone del palazzo di fronte un uomo sulla quarantina, non faceva altro parlare al telefono e togliermi quel poco di concentrazione rismasta. Preso il cellulare, ho iniziato a guardare qualche video le mie mani, intanto, facevano altro. Inizialmente da sopra i pantaloncini, poi da sopra lo slip, ho iniziato ad accarezzarmi. Non mi ero accorta intanto che l’uomo era ancora lì e che zitto stava immobile sul balcone. Io continuavo a rilassarmi. Volendo di più da me stessa, tolsi i pantaloncini e spostando lo slip, iniziai a masturbari. Prima un dito, per allargare, poi due per iniziare a godere un po’. Già gemevo e colavano umori. A causa di un alito di vento la tenda si alzò e vidi ciò che non avrei voluto sapere. L’uomo, non so cosa avesse visto, aveva una specie di piccolo cannochiale rivolto verso la mia camera. Io colavo e volevo venire, ero spaventata ed allo stesso tempo troppo eccitata. Presa dalla voglia, aprì leggermente la tenda, tolsi gli slip eposizionandomi veso di lui aprì le gambe. Con le mani, aprì le labra, mettendo in mostra la figa. Iniziai a masturbarmi con due dita, fino a venire. Appena venni, tolsi le dita e aprì di nuovo la figa in modo che vedesse colare. Appena ripresa, chiusi quel piccolo spiragli di tenda e tornai al mio libro.
Ieri, sfinita dal caldo tremendo e dalla noia, mi sono sdraiata sul divano e ho iniziato a leggere un libro. La portafinestra era completamente spalancata e la standa era protetta da sguardi indiscreti dalla tenda semitrasparente. Non riuscivo a concentrarmi. Dal balcone del palazzo di fronte un uomo sulla quarantina, non faceva altro parlare al telefono e togliermi quel poco di concentrazione rismasta. Preso il cellulare, ho iniziato a guardare qualche video le mie mani, intanto, facevano altro. Inizialmente da sopra i pantaloncini, poi da sopra lo slip, ho iniziato ad accarezzarmi. Non mi ero accorta intanto che l’uomo era ancora lì e che zitto stava immobile sul balcone. Io continuavo a rilassarmi. Volendo di più da me stessa, tolsi i pantaloncini e spostando lo slip, iniziai a masturbari. Prima un dito, per allargare, poi due per iniziare a godere un po’. Già gemevo e colavano umori. A causa di un alito di vento la tenda si alzò e vidi ciò che non avrei voluto sapere. L’uomo, non so cosa avesse visto, aveva una specie di piccolo cannochiale rivolto verso la mia camera. Io colavo e volevo venire, ero spaventata ed allo stesso tempo troppo eccitata. Presa dalla voglia, aprì leggermente la tenda, tolsi gli slip eposizionandomi veso di lui aprì le gambe. Con le mani, aprì le labra, mettendo in mostra la figa. Iniziai a masturbarmi con due dita, fino a venire. Appena venni, tolsi le dita e aprì di nuovo la figa in modo che vedesse colare. Appena ripresa, chiusi quel piccolo spiragli di tenda e tornai al mio libro.
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