26 giugno 2134 cap.11

di
genere
etero

Come detto nell’incipit questo racconto è pensato perché ogni lettore/scrittore possa farlo proprio continuandolo a suo piacimento. Io ne pubblicherò ogni volta un piccolo pezzo dal finale aperto. Buona lettura




E’ mattina inoltrata ma non riesco ad alzarmi dal letto, non ne ho voglia dopo quanto successo ieri. Ieri sera io e Alberto abbiamo avuto un lungo e a tratti violento confronto. Non mi piace quel che ci sta capitando ma Alberto sostiene che non vi è nulla di male a fare del sano e libero sesso, anche con altre persone. Dopotutto sostiene, non facciamo male a nessuno, ma io credo che facciamo male a noi stessi, anche se oggi sono molto rilassata e… eccitata. Il mio corpo è esplicito su questo. I capezzoli sensibili, la vagina aperta e bagnata, anche il culetto si apre al minimo tocco, ho provato; si il mio corpo è pronto ma la mia mente no, la mia mente rifiuta questo nuovo corso e io non so cosa fare. Razionalità o piacere? Razionalità o piacere? Vengo distolta da questi pensieri da Alberto che mi dice di accendere lo schermo immagini. Do il comando vocale e la parete di fronte al letto si illumina; otto riquadri trasmettono immagini diverse ma una mi colpisce immediatamente, la prima, quella più selezionata dalla gente. Comando di aprirla e le immagini di ieri mi appaiono in tutta grandezza. Alberto si siede sul letto accanto a me e mi cinge delicatamente. Come in un film porno mi ritrovo protagonista di scene di sesso dove grido volgarmente la voglia di godere, dove urlo il mio piacere, dove incito mio marito a usare le due donne, dove godo ripetutamente e abbondantemente. Tutte queste immagini mi sconvolgono e… mi eccitano e se ne accorge anche Alberto che comincia un lento e sempre più sfrontato massaggio (?!?) palpeggiamento alle mie cosce. Gli dico di smettere ma sono poco credibile e presto cedo al piacere. Sono già un lago quando le sue dita raggiungono il mio sesso e senza fatica tre scompaiono completamente accolte dalle labbra gonfie. Ora le immagini che passano non mi sono più ostili, anzi, accrescono in modo esponenziale il piacere che esplode violento. Perdo il controllo del mio corpo attraversato da scariche di piacere. Mi chiudo su me stessa cercando di trattenere il piacere ma non ci riesco e spargo sul letto il getto di pipì(!?) e spasmi incontrollabili mi scuotono. Allontano da me Alberto perché anche il semplice suo tocco mi infastidisce, mi distrae da quel momento di indescrivibile piacere che vorrei non finisse mai. Godo, godo a dismisura mentre le parole troia, cagna in calore, rimbalzano nella mia testa.
scritto il
2019-11-02
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