26 giugno 2134 cap.10

di
genere
etero

Come detto nell’incipit questo racconto è pensato perché ogni lettore/scrittore possa farlo proprio continuandolo a suo piacimento. Io ne pubblicherò ogni volta un piccolo pezzo dal finale aperto. Buona lettura




Il ritmo del cuore torna pian piano alla normalità mentre cresce dentro di me la consapevolezza di quanto accaduto. Non mi era mai capitato prima ma non provo vergogna, solo un infinito benessere, non sapevo si potesse godere così. Adagiata tra le sue gambe guardo mio marito che mi sorride e mi carezza delicatamente i capelli. Siamo soli, i ragazzi se ne sono andati, e sento forte il legame che ci unisce, quel suo delicato passare la mano tra i miei capelli è la più bella dichiarazione d’amore in questo momento che vorrei non finisse mai. Sento forte contro la mia schiena anche la sua erezione ma non ho ancor voglia di soddisfarlo. L’entrata di due bellissime donne, più o meno della mia stessa età, rompe questo momento magico. Mi prendono mi fanno sedere appoggiata al muro e, senza che riesca ad opporre resistenza, mi legano mani e piedi a degli anelli che non avevo notato prima. Vengo così a trovarmi oscenamente esposta, braccia e gambe aperte. Mi danno della troia, della puttana, della cagna in calore, mi dicono che presto non mi basterà più il cazzo di mio marito, che vivrò alla costante ricerca del piacere intenso dell’orgasmo e cercherò continuamente qualcuno che possa soddisfarmi. Ora è il turno di Alberto e io non posso impedirlo. E’ la gelosia che mi risveglia da questo torpore orgasmico e provo in tutti i modi a liberarmi, lo imploro di non farsi toccare, di portarmi via ma mi rendo conto che le mie sono pretese sterili. Dopo quello che ho appena fatto come posso avanzare pretese? Non posso far altro che guardare e subire. Nel frattempo le donne si sono spogliate completamente. Sono perfette, sembrano modelle con quelle gambe lunghe, i fianchi disegnati, il ventre piatto la vita stretta e il seno pieno, sodo. Giocano col corpo di Alberto ma gli occhi sono sempre nei miei. E il massaggio diventa sempre più intimo, da sensuale entra nella dinamica sessuale. Una si china su di lui e lo bacia. Sembra un animale assetato che soddisfa la sua arsura. L’altra compie lo stesso gesto ma non è la bocca il suo obiettivo. Il pene di mio marito scompare tra le sue labbra sempre più a fondo e mi tornano in mente le sensazioni che ho provato quando ho goduto dello stesso gesto. Provo una forte invidia… invidia??? Si, mi accorgo che non è gelosia che mi monta dentro ma l’incontrollabile voglia di averlo nella mia bocca, di sentirlo premere nella gola, pulsare vivo e caldo e duro di piacere, con quel suo sapore agrodolce delle gocce di liquido preseminale. Guardo Alberto che è totalmente assorbito da quel trattamento a cui non oppone alcuna resistenza anzi, è visibilmente assorbito dal piacere e io non posso fare nulla… nemmeno masturbarmi. Guardare un amplesso tra due donne bellissime e mio marito, chi l’avrebbe mai pensato, e chi avrebbe mai pensato mi avrebbe dato tanto piacere. Sento i capezzoli indurirsi e il sangue affluire li, tra le gambe, a gonfiare le labbra oscenamente aperte e madide di umori che gocciano copiosi sul tappeto. Voglio godere, devo godere e lo urlo ma nessuno mi ascolta. Reclamo la mia parte di piacere ma è inutile, per loro non esisto. La reazione è che mi ritrovo ad incitare le donne a farsi scopare, urlo ad Alberto di sfondare loro il culo, di svuotare tutta la sborra nelle loro bocche… parole mai dette, assenti dal mio vocabolario che ora però sgorgano spontanee alimentate da un piacere, da un’eccitazione mai provata prima. Cosa mi sta succedendo? Chi sono? Sto veramente diventando una troia puttana assetata di sesso?
scritto il
2019-10-29
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