26 giugno 2134 cap.16
di
AmoreePsiche
genere
etero
Come detto nell’incipit questo racconto è pensato perché ogni lettore/scrittore possa farlo proprio continuandolo a suo piacimento. Io ne pubblicherò ogni volta un piccolo pezzo dal finale aperto. Buona lettura
Il sole è alto nel cielo azzurro senza nuvole e i bianchi gabbiani lo traversano creando evoluzioni magiche. Il mare calmo dona un senso di pace. Il vociare delle persone sulla spiaggia, nemmeno di quelle che sono qui con noi, non riesce a togliermi da questo stato di trance. La mia mente è ferma a ieri, alla “lezione” di allattamento. Dopo che i ragazzi sono usciti da casa mia dopo avermi presentato il sistema meccanico che prevede l’uso di una pompa dalle più svariate forme e dimensioni, ho capito che la mia vita era definitivamente cambiata. Come poteva un gesto così naturale, così delicato come l’allattamento donare tanto piacere? Come poteva il corpo umano essere così portato al piacere per negarselo con privazioni e sacrifici. Chi ero io per negare alla natura di manifestarsi liberamente in me. Perché il sesso doveva essere una cosa da vivere nell’intimità della casa solo col proprio compagno? Perché una cosa tanto bella, tanto appagante, che dona tanto piacere a tutti deve essere sconveniente. Come mi hanno cresciuta i miei genitori? Che pensieri sbagliati mi hanno trasmesso? Perché? Tante domande nella mia testa ma una sola convinzione, non sarebbe più stato così. Con questa certezza, in questa mia nuova vita, mi alzo in piedi, guardo mio marito che chiacchiera tranquillamente con il signore in parte a lui, guardo le persone, una decina tra uomini e donne che da qualche tempo condividono la spiaggia con noi, e con naturalezza mi sfilo quell’ultimo triangolino di stoffa che ancora protegge la mia intimità rimanendo completamente nuda. Tutto sembra fermarsi, tutto sembra tacere a sottolineare il mio gesto. Le persone davanti a me mi guardano come se fossi un’altra persona e Alberto ha gli occhi lucidi. Le donne mi sorridono mentre gli uomini manifestano il loro apprezzamento portandosi le mani al cazzo che velocemente cresce eccitato. Poi, uno ad uno uomini e donne, li bacio con passione, con voluttuosità, dedicando anche una carezza alle tette delle donne e una strizzata ai cazzi gonfi degli uomini. Pe ultimo Alberto che faccio alzare e che abbraccio strusciando la mia fica sul suo cazzo teso. Un lungo e appassionato bacio. Poi lo lascio e corro a tuffarmi in mare.
Il racconto termina qui. Mi piacerebbe che qualche lettore lo continuasse sviluppandolo a suo piacimento.
Grazie
Il sole è alto nel cielo azzurro senza nuvole e i bianchi gabbiani lo traversano creando evoluzioni magiche. Il mare calmo dona un senso di pace. Il vociare delle persone sulla spiaggia, nemmeno di quelle che sono qui con noi, non riesce a togliermi da questo stato di trance. La mia mente è ferma a ieri, alla “lezione” di allattamento. Dopo che i ragazzi sono usciti da casa mia dopo avermi presentato il sistema meccanico che prevede l’uso di una pompa dalle più svariate forme e dimensioni, ho capito che la mia vita era definitivamente cambiata. Come poteva un gesto così naturale, così delicato come l’allattamento donare tanto piacere? Come poteva il corpo umano essere così portato al piacere per negarselo con privazioni e sacrifici. Chi ero io per negare alla natura di manifestarsi liberamente in me. Perché il sesso doveva essere una cosa da vivere nell’intimità della casa solo col proprio compagno? Perché una cosa tanto bella, tanto appagante, che dona tanto piacere a tutti deve essere sconveniente. Come mi hanno cresciuta i miei genitori? Che pensieri sbagliati mi hanno trasmesso? Perché? Tante domande nella mia testa ma una sola convinzione, non sarebbe più stato così. Con questa certezza, in questa mia nuova vita, mi alzo in piedi, guardo mio marito che chiacchiera tranquillamente con il signore in parte a lui, guardo le persone, una decina tra uomini e donne che da qualche tempo condividono la spiaggia con noi, e con naturalezza mi sfilo quell’ultimo triangolino di stoffa che ancora protegge la mia intimità rimanendo completamente nuda. Tutto sembra fermarsi, tutto sembra tacere a sottolineare il mio gesto. Le persone davanti a me mi guardano come se fossi un’altra persona e Alberto ha gli occhi lucidi. Le donne mi sorridono mentre gli uomini manifestano il loro apprezzamento portandosi le mani al cazzo che velocemente cresce eccitato. Poi, uno ad uno uomini e donne, li bacio con passione, con voluttuosità, dedicando anche una carezza alle tette delle donne e una strizzata ai cazzi gonfi degli uomini. Pe ultimo Alberto che faccio alzare e che abbraccio strusciando la mia fica sul suo cazzo teso. Un lungo e appassionato bacio. Poi lo lascio e corro a tuffarmi in mare.
Il racconto termina qui. Mi piacerebbe che qualche lettore lo continuasse sviluppandolo a suo piacimento.
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