Pensando a quanto sia zoccola mia madre
di
Sansalvador
genere
incesti
Oggi la campanella della scuola è suonata alle 11,00, due ore prima del solito. È stato indetto uno sciopero sindacale, per cui le lezioni sono state interrotte prima. In realtà la notizia già era nota, ma io non ho detto nulla ai miei genitori perché volevo starmene un po’ con la mia ragazza e se mia madre avesse saputo dell’orario ridotto, mi avrebbe obbligato a rientrare subito a casa. Purtroppo Luisa, la mia ragazza, oggi non è venuta. Mi ha scritto un sms spiegandomi che ha dei dolori forti per via delle mestruazioni, dunque ha preferito starsene a letto. La capisco, ma io sono arrapato come un toro. Ieri ho passato tutto il pomeriggio a masturbarmi, fantasticando sulle posizioni in cui me la sarei scopata. Peccato… Mi avvio all’auto (sono maggiorenne e già patentato), e prendo la strada del ritorno. Non ha senso starmene in giro da solo. Arrivo sotto casa e mi accorgo che c’è l’auto di mio zio Filippo. Strano, so che lavora con mio padre e dovrebbe essere con lui a Busto Arsizio. Salgo le scale ed infilo le chiavi nella toppa, facendo meno rumore possibile. Già dall’ingresso sento dei gemiti. Faccio molto piano e raggiungo la camera da letto. Oddio… mia madre si sta scopando zio Filippo! Sono confuso, ed anche un po’ arrabbiato. Non capisco perché mia madre stia tradendo mio padre. Insomma, zio Filippo non è proprio un bell’uomo; ha un pancione enorme, un bosco di peli su tutto il corpo e… mi blocco. D’un tratto capisco il motivo. Zio Filippo ha un cazzo enorme. Mia madre lo sta spompinando con cura. Lei è appecorinata sul letto, mi dà le spalle e non può vedermi. Ma io sto vedendo lei. Sento il cazzo gonfiarsi come una zampogna, la figa ed il culo della mia mammina mi stanno facendo ribollire il sangue. Mi tasto il pacco e non riesco a fermarmi. Tiro fuori l’uccello e comincio a segarmi. All’improvviso lei si gira e mi vede; mi blocco all’istante ma lei non si ferma. Sale a smorzacandela sull’attrezzo di mio zio e mi guarda. Saltella come una coniglietta, le tette ballano seguendo il suo ritmo. A questo punto non vedo il motivo per cui debba fermarmi. Continuo a masturbarmi e stavolta mi siedo e mi metto comodo. Vedo mia madre approvare, annuisce, almeno così mi sembra tra un saltello e l’altro. Geme e si contorce, mio zio grugnisce e la tiene per i fianchi, assecondando i suoi movimenti. Il mio cazzo sta per esplodere e credo che anche quello dello zio sia sulla buona strada. Mia madre urla, scuote la testa. Sembra un’ossessa. Tiene la schiena inarcata, credo per sentire fino in fondo il fallo di zio Filippo. Esplodo, la mia cappella inizia a vomitare fiotti decisi ed abbondanti di liquido caldo e denso. Anche loro due sono in dirittura d’arrivo. Mia madre scende dal cazzo con un ultimo, poderoso slancio e subito lo prende in bocca. Dio, è davvero enorme quell’uccello! La sborra che ne esce è tanta, troppa! Lei non riesce a tenerla tutta in bocca, ne vedo colarne un bel po’. Ora anche mio zio mi ha visto, ma a differenza di mia madre lui resta di sasso. Si copre all’istante con il lenzuolo, rovinando la festa a quella porcona di mia madre, che ancora è intenta a leccargli e baciargli la cappella.
Zio Filippo si riveste in fretta e furia, visibilmente imbarazzato. Tiene la testa bassa e non osa guardarmi in faccia. Non ha detto nemmeno una parola, credo voglia sprofondare dalla vergogna. A me francamente non è che mi freghi un granché, ho ancora il cazzo tra le mani, cercando maldestramente di rimetterlo a posto. Lui finisce di ricomporsi, bofonchia un “ciao” e guadagna subito l’uscita.
“Che porca che sei” Mi rivolgo a mia madre, che nel frattempo è rimasta nuda seduta sul letto, ha acceso una sigaretta e si sta godendo il dopo scopata.
Mi guarda di sbieco “Ti è piaciuto?” La sua domanda mi spiazza. Mi avvicino a lei, preda di impulsi che non ho mai provato prima. Mi ci siedo accanto e le guardo le tette. Stanno abbastanza su per essere di una donna matura; certo, non sono dritte e sode come quelle di Luisa, la mia ragazza, ma tra le due ci sono all’incirca 25 anni di differenza, credo sia pure normale. Scendo con lo sguardo, ha una pancetta appena accennata, tipica delle donne di mezza età. E poi c’è il cespuglio. Il nido di mia madre è spettacolare. Ripenso a tutti i film porno che ho visto, dove le pornostar ce l’hanno depilata e poi guardo quella di mia madre. È bellissima. Anche Luisa ce l’ha rasata, e non ho mai potuto fare alcun paragone perché è l’unica figa che abbia mai visto. Fino ad oggi, s’intende. Resto estasiato, immobile, lo sguardo fisso sul suo pube. Poi alzo la testa e la vedo disinvolta che tira potenti aspirate a quella sigaretta, sputandomi in faccia il fumo. La mia fantasia vola alta, immagino il mio cazzo tra le dita di mia madre. Non ci mettiamo molto a fare il passo successivo. Lei si volta, spegne la sigaretta nel posacenere che ha sul comodino e torna a voltarsi verso di me. Mi fa sdraiare e mi tira fuori l’attrezzo. È a barzotto, ma lei comincia subito a lavorarlo. È assolutamente sicura di sé, sa ciò che vuole. La cosa mi eccita. Il cazzo diventa di pietra. Lei sale su di me e mi si siede sulla faccia, assumendo la tipica posizione del 69. La sento armeggiare lì sotto, colpisce con rapidi tocchi di lingua la base della cappella e poi sento il calore avvolgere il cazzo. Le sue mani impastano le mie palle, mentre con un dito sta frugando sul mio ano, cercando di sfondarlo. Sono confuso e completamente succube di lei. Sono ormai un paio di minuti che ho davanti a me la sua figa, non so da dove cominciare. Meravigliosa. Si sente ancora l’odore del cazzo di zio Filippo, ma non importa. Poi, d’un tratto, mi lascio andare. Do prima una slinguazzata. Assaporo. Mmm… buona… le afferro le chiappe e la sento gemere all’istante, ha capito che mi sono ricordato di essere un maschio. Che troia che è, ma ora non è il momento di pensarci. Un’altra leccata e poi un’altra ancora. Raggiungo il buco del culo e mi ci soffermo un po’ sopra. Poi torno giù, sento l’istinto di penetrarla con la lingua; assecondo i miei appetiti e subito capisco che è quello che stava aspettando. Si solleva dal mio cazzo e comincia a saltellarmi sulla faccia. Tengo dritta la lingua, voglio che lei goda, che la senti come un cazzo. L’afferro per i fianchi e la fermo. Comincio a far rotearle la lingua dentro, lei geme. Geme e si contorce. Poi si alza e scende di nuovo giù, mi afferra le gambe e le solleva. Sputa sul mio buco del culo e senza alcuna pietà ci infila dentro il dito medio. Provo un misto di dolore e piacere. Sborro quasi all’istante, lei raccoglie il mio seme e lo ingoia avidamente. Credo sia finita ma mi sbaglio; non mi dà il tempo di riprendermi, né di vestirmi o di parlare. Mi solleva quasi di peso e mi trascina in bagno. La seguo senza fiatare. Arrivati in bagno apre la tendina della vasca e mi dice di entrarci. Obbedisco fedelmente. La vedo salire su di me, allora penso di farle spazio, penso voglia farlo lì. Ma mi sbaglio di grosso.
“Ora sta’ fermo. E bevi”
Non finisce neppure di parlare che un primo getto di pioggia dorata mi bagna il volto. Sono scioccato, ma lo sono più del fatto che la cosa mi sta piacendo che non della situazione in sé. Lei geme, credo proprio stia avendo un orgasmo.
“Ti ho detto di bere! Bevi, maiale!”
Il suo invito sicuramente esplicito ma un po’ meno gentile, mi scuote. Apro la bocca e comincio a deglutire. Il sapore è pessimo, però da quaggiù vedo la sua figa aprirsi, quasi le posso intravedere l’utero. Mi sta bagnando tutti i vestiti ma a dirla tutta non m’importa un granché. Il mio cazzo si gonfia nuovamente, lei lo nota e gli fa cadere sopra gli ultimi sprizzi di urina. Poi si avvicina e mi dice di pulirla. Sono al settimo cielo. Mi do da fare con la lingua, lambisco e succhio a più non posso. Poi si alza e mette l’accappatoio appeso proprio accanto alla vasca. Abbassa il coperchio del water e ci si siede sopra. Accavalla le gambe e quello che mi dice mi lascia di sasso.
“Tutto quello che hai visto, o che hai fatto oggi, devi dimenticarlo”.
Torno in me, e con un sorrisetto sornione rispondo “Perché?”
“Perché se dici a tuo padre che mi scopo il fratello, io gli dirò che tu ti scopi me. E saremo entrambi rovinati.”
La guardo a bocca aperta, sono inebetito. Cazzo, mi ha incastrato!
Ascolto senza fiatare.
“Allora che dici, siamo d’accordo?” La sua è una domanda retorica alla quale non rispondo, annuisco semplicemente.
“Bravo, pesciolone della mamma.” Si alza, mi dà un pizzicotto sulla guancia e si avvia alla porta. Poi si gira e mi fa “La prossima volta che finisci prima chiama, non fare sorprese.” Apre la maniglia e senza voltarsi aggiunge “E adesso lavati, che puzzi di piscio.”
La vedo uscire e non so che pensare. Il mio cazzo si gonfia di nuovo dal piacere, dall’emozione e dallo stupore.
Resto lì a segarmi, pensando a quanto sia zoccola mia madre.
Zio Filippo si riveste in fretta e furia, visibilmente imbarazzato. Tiene la testa bassa e non osa guardarmi in faccia. Non ha detto nemmeno una parola, credo voglia sprofondare dalla vergogna. A me francamente non è che mi freghi un granché, ho ancora il cazzo tra le mani, cercando maldestramente di rimetterlo a posto. Lui finisce di ricomporsi, bofonchia un “ciao” e guadagna subito l’uscita.
“Che porca che sei” Mi rivolgo a mia madre, che nel frattempo è rimasta nuda seduta sul letto, ha acceso una sigaretta e si sta godendo il dopo scopata.
Mi guarda di sbieco “Ti è piaciuto?” La sua domanda mi spiazza. Mi avvicino a lei, preda di impulsi che non ho mai provato prima. Mi ci siedo accanto e le guardo le tette. Stanno abbastanza su per essere di una donna matura; certo, non sono dritte e sode come quelle di Luisa, la mia ragazza, ma tra le due ci sono all’incirca 25 anni di differenza, credo sia pure normale. Scendo con lo sguardo, ha una pancetta appena accennata, tipica delle donne di mezza età. E poi c’è il cespuglio. Il nido di mia madre è spettacolare. Ripenso a tutti i film porno che ho visto, dove le pornostar ce l’hanno depilata e poi guardo quella di mia madre. È bellissima. Anche Luisa ce l’ha rasata, e non ho mai potuto fare alcun paragone perché è l’unica figa che abbia mai visto. Fino ad oggi, s’intende. Resto estasiato, immobile, lo sguardo fisso sul suo pube. Poi alzo la testa e la vedo disinvolta che tira potenti aspirate a quella sigaretta, sputandomi in faccia il fumo. La mia fantasia vola alta, immagino il mio cazzo tra le dita di mia madre. Non ci mettiamo molto a fare il passo successivo. Lei si volta, spegne la sigaretta nel posacenere che ha sul comodino e torna a voltarsi verso di me. Mi fa sdraiare e mi tira fuori l’attrezzo. È a barzotto, ma lei comincia subito a lavorarlo. È assolutamente sicura di sé, sa ciò che vuole. La cosa mi eccita. Il cazzo diventa di pietra. Lei sale su di me e mi si siede sulla faccia, assumendo la tipica posizione del 69. La sento armeggiare lì sotto, colpisce con rapidi tocchi di lingua la base della cappella e poi sento il calore avvolgere il cazzo. Le sue mani impastano le mie palle, mentre con un dito sta frugando sul mio ano, cercando di sfondarlo. Sono confuso e completamente succube di lei. Sono ormai un paio di minuti che ho davanti a me la sua figa, non so da dove cominciare. Meravigliosa. Si sente ancora l’odore del cazzo di zio Filippo, ma non importa. Poi, d’un tratto, mi lascio andare. Do prima una slinguazzata. Assaporo. Mmm… buona… le afferro le chiappe e la sento gemere all’istante, ha capito che mi sono ricordato di essere un maschio. Che troia che è, ma ora non è il momento di pensarci. Un’altra leccata e poi un’altra ancora. Raggiungo il buco del culo e mi ci soffermo un po’ sopra. Poi torno giù, sento l’istinto di penetrarla con la lingua; assecondo i miei appetiti e subito capisco che è quello che stava aspettando. Si solleva dal mio cazzo e comincia a saltellarmi sulla faccia. Tengo dritta la lingua, voglio che lei goda, che la senti come un cazzo. L’afferro per i fianchi e la fermo. Comincio a far rotearle la lingua dentro, lei geme. Geme e si contorce. Poi si alza e scende di nuovo giù, mi afferra le gambe e le solleva. Sputa sul mio buco del culo e senza alcuna pietà ci infila dentro il dito medio. Provo un misto di dolore e piacere. Sborro quasi all’istante, lei raccoglie il mio seme e lo ingoia avidamente. Credo sia finita ma mi sbaglio; non mi dà il tempo di riprendermi, né di vestirmi o di parlare. Mi solleva quasi di peso e mi trascina in bagno. La seguo senza fiatare. Arrivati in bagno apre la tendina della vasca e mi dice di entrarci. Obbedisco fedelmente. La vedo salire su di me, allora penso di farle spazio, penso voglia farlo lì. Ma mi sbaglio di grosso.
“Ora sta’ fermo. E bevi”
Non finisce neppure di parlare che un primo getto di pioggia dorata mi bagna il volto. Sono scioccato, ma lo sono più del fatto che la cosa mi sta piacendo che non della situazione in sé. Lei geme, credo proprio stia avendo un orgasmo.
“Ti ho detto di bere! Bevi, maiale!”
Il suo invito sicuramente esplicito ma un po’ meno gentile, mi scuote. Apro la bocca e comincio a deglutire. Il sapore è pessimo, però da quaggiù vedo la sua figa aprirsi, quasi le posso intravedere l’utero. Mi sta bagnando tutti i vestiti ma a dirla tutta non m’importa un granché. Il mio cazzo si gonfia nuovamente, lei lo nota e gli fa cadere sopra gli ultimi sprizzi di urina. Poi si avvicina e mi dice di pulirla. Sono al settimo cielo. Mi do da fare con la lingua, lambisco e succhio a più non posso. Poi si alza e mette l’accappatoio appeso proprio accanto alla vasca. Abbassa il coperchio del water e ci si siede sopra. Accavalla le gambe e quello che mi dice mi lascia di sasso.
“Tutto quello che hai visto, o che hai fatto oggi, devi dimenticarlo”.
Torno in me, e con un sorrisetto sornione rispondo “Perché?”
“Perché se dici a tuo padre che mi scopo il fratello, io gli dirò che tu ti scopi me. E saremo entrambi rovinati.”
La guardo a bocca aperta, sono inebetito. Cazzo, mi ha incastrato!
Ascolto senza fiatare.
“Allora che dici, siamo d’accordo?” La sua è una domanda retorica alla quale non rispondo, annuisco semplicemente.
“Bravo, pesciolone della mamma.” Si alza, mi dà un pizzicotto sulla guancia e si avvia alla porta. Poi si gira e mi fa “La prossima volta che finisci prima chiama, non fare sorprese.” Apre la maniglia e senza voltarsi aggiunge “E adesso lavati, che puzzi di piscio.”
La vedo uscire e non so che pensare. Il mio cazzo si gonfia di nuovo dal piacere, dall’emozione e dallo stupore.
Resto lì a segarmi, pensando a quanto sia zoccola mia madre.
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