26 giugno 2134 cap.2
di
AmoreePsiche
genere
etero
Come detto nell’incipit questo racconto è pensato perché ogni lettore/scrittore possa farlo proprio continuandolo a suo piacimento. Io ne pubblicherò ogni volta un piccolo pezzo dal finale aperto. Buona lettura
Una settimana era passata e ancora nulla era successo. Vivevo in uno stato di perenne tensione che nemmeno mio marito riusciva ad allentare. Avevamo preso familiarità col villaggio dove non mancava proprio nulla anche se ogni tentativo di comprare qualcosa per me veniva sempre gentilmente respinto con la solita frase “abbia pazienza, ci penserà l’organizzazione a farle avere il necessario”, avevamo anche conosciuto qualche persona ma a dir la verità non c’era tantissima gente, ma in tutti notavo una certa curiosità che mi dava fastidio. Qualche volta incrociavamo la signora che ci aveva accompagnato il primo giorno ed era sempre cordiale nei nostri confronti ma alla mia richiesta di avere qualcosa da indossare ripeteva il solito “abbia pazienza, ci penserà bla bla bla…”, tutto questo era avvilente oltre che sfiancante. Non poter cambiare vestito, peggio ancora l’intimo mi faceva sentire sporca e inadeguata, si perché ormai da qualche giorno non indossavo più reggiseno e mutandine che mi erano stati rubati una notte dopo che li avevo stesi fuori ad asciugare.
Una settimana era passata e ancora nulla era successo. Vivevo in uno stato di perenne tensione che nemmeno mio marito riusciva ad allentare. Avevamo preso familiarità col villaggio dove non mancava proprio nulla anche se ogni tentativo di comprare qualcosa per me veniva sempre gentilmente respinto con la solita frase “abbia pazienza, ci penserà l’organizzazione a farle avere il necessario”, avevamo anche conosciuto qualche persona ma a dir la verità non c’era tantissima gente, ma in tutti notavo una certa curiosità che mi dava fastidio. Qualche volta incrociavamo la signora che ci aveva accompagnato il primo giorno ed era sempre cordiale nei nostri confronti ma alla mia richiesta di avere qualcosa da indossare ripeteva il solito “abbia pazienza, ci penserà bla bla bla…”, tutto questo era avvilente oltre che sfiancante. Non poter cambiare vestito, peggio ancora l’intimo mi faceva sentire sporca e inadeguata, si perché ormai da qualche giorno non indossavo più reggiseno e mutandine che mi erano stati rubati una notte dopo che li avevo stesi fuori ad asciugare.
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