Una troia, un parcheggio

di
genere
gay


Appena tornato a casa, ancora sporco e un po’ indolenzito, ma ancora eccitato.

Questa sera avevo voglia. Una voglia particolare che mi prende ogni tanto, voglia di essere usato al solo scopo di svuotare le palle di maschi, senza curarmi di chi o quanti siano. Perciò mi sono prima fatto un bel clistere (molto profondo, con tutta la calma del mondo), e una volta sicuro mi sono messo su un paio di pantaloncini (senza intimo), una t-shirt e sono uscito. Direzione: milano, parcheggio di via Grosio (chi conosce sa...)

Arrivo, ci sono due macchine parcheggiate e altre in movimento. Parcheggio, spengo le luci, tolgo i toni al telefono e metto il “non disturbare”, e tolgo la lucina interna dell’auto che si accende quando apro la portiera.
Prima di scendere controllo di avere tutto: salviette umidificate, qualche bottiglia d’acqua in plastica e, non meno importante, il mio fedele cazzo di gomma da 25cm con ventosa. Scendo e per prima cosa mi sfilo i pantaloncini, rimanendo così nudo dalla cintola in giù (scarpe a parte). Fingo di pisciare e aspetto che qualcuno si avvicini, a volte non serve fare altro, basta farsi vedere a culo all’aria che si ferma qualcuno interessato. Ma stasera non si fermavano: passavano, rallentavano, ma poi tiravano dritto. Mentre le persone già ferme non accennavano a scendere.
Allora ho tirato fuori dall’auto il mio fedele compagno, ho fissato la ventosa alla portiera e ho cominciato a giocarci.
All’inizio con la bocca, cercando di riempirlo il più possibile di saliva, e poi mi sono girato per impalarmici sopra.

In quel momento mi accorgo che alcune auto si sono fermate a osservare i miei movimenti, stanno lì coi motori e le luci accese verso di me, e io non perdo altro tempo: comincio a forzarmi l’ano con quel manganello e a farlo entrare in me. Ovviamente godo, socchiudo gli occhi e sento quella gommosa presenza farai strada nelle mie viscere. Sono così preso che non mi accorgo che un uomo si è avvicinato a me, me ne rendo conto solo quando comincia a toccarmi la coscia. Quasi mi spavento, ma subito mi tranquillizzo e allungo una mano verso il suo inguine. La patta dei pantaloni è gonfia ma non tesa, segno che dentro c’è qualcosa di interessante anche se non ancora duro. L’uomo abbassa la zip ed estrae un membro di tutto rispetto, di quelli che anche a riposo ha una consistenza notevole. Non perdo tempo: sempre col dildo in culo mi abbasso e succhio. Lui geme, il pene si indurisce nella mia bocca.
È divino quando sento il cazzo che prende consistenza grazie alle mie attenzioni, si ingrossa, pulsa al ritmo del battito cardiaco e si fa strada sempre più in fondo ad ogni pompata verso la mia gola. L’uomo sta reagendo molto in fretta alle attenzioni delle mie fauci, e si lascia andare a sospiri e lunghe vocali, finché gli sento dire: “che troia”. Io rispondo solo “mmmmm” perché ormai ho la bocca piena, e lui mi prende la testa per dettare il ritmo.
Altre due figure sono accanto a noi. Hanno il cazzo in mano e si stanno masturbando lentamente, sento che parlano tra di loro ma non capisco cosa si dicono (capisco però che si conoscono, e forse sono venuti in macchina insieme).
Continuo il pompino col fallo in latrice ben piantato nell’ano, i due nuovi non sembrano interessati a partecipare ma solo a guardare. L’uomo è ormai al culmine del piacere, mi dice che sta per venire, io affondo ancora di più il cazzo in gola, pompo, ho le lacrime agli occhi per lo sforzo e respiro a fatica, lui esplode e mi inonda l’esofago. Senti distintamente le sue palle che hanno degli scatti ad ogni fiotto di sperma che sto ingurgitando. Finisce, si stacca, mi ringrazia e si allontana, lasciandomi col fallo in culo, sempre in mezzo al parcheggio coi due che si segano.
Solo a questo punto si avvicinano e uno mi dice:
“quindi ti piace succhiare”
“E non solo” aggiungo io
“Eh vedo” dice l’altro toccandomi il culo e allungando un dito verso il mio ano già pieno
“E a voi cosa piace? Solo segarvi”
“No, cerchiamo un passivo che ci soddisfi”
“Eccomi qua!”
Allungo le mani verso i loro peni, sono durissimi, non giganteschi ma discreti. Uno anche bello largo.
“Ma vuoi farlo qui? E se arriva qualcuno?”
“Tanto meglio, non ho problemi se si vogliono unire” dico io, senza vergogna.
“Che troia oh” commentano quasi insieme.
Non perdo tempo: prendo in bocca il primo e con la mano sego il secondo (che non ha mai tolto la mano dal mio culo e che si sta facendo insistente con quel dito...)
Il primo mi prende la testa e nel farlo mi stacca dal cazzo di gomma, che ora se ne sta appeso all’auto fradicio dei miei umori. Il secondo non perde tempo e mi gira con le chiappe verso di lui. Ho la bocca piena del cazzo di uno sconosciuto e dietro di me attendo solo il secondo che mi invada l’intestino (fortunatamente già ben allenato). Non si fa attendere molto, e non si fa nemmeno troppi problemi: lo infila, dritto e sicuro, me lo affonda subito e io emetto dei suoni inequivocabili di piacere immenso. I due sono ben sincronizzati, mi scopano davanti e dietro senza curarsi troppo di me, solo cercando di soddisfare i loro piaceri. Ed è così che mi piace essere trattato. Volano insulti: troia, puttana, succhi scazzi, rotto in culo. Schiaffi sul culo, sputi in faccia, i due si rivelano molto più interessanti del previsto (pensare che li credevo due segaioli...).
Mi girano, ora quello che stavo spompinabdo (quello più largo) mi sta trapanando le interiora a dovere, e sento tutta la sua larghezza spingere sulle pareti del mio retto. L’altro intanto mi chiava la bocca come fosse una di quelle fighe finte che si usano per masturbarsi.
Nella foga noto auto che ormai ci hanno accerchiato in modo scomposto, il parcheggio è intasato. I due dimostrano una discreta resistenza, continuano a usarmi per un bel po’ finché uno dopo l’altro (sempre ben sincronizzati) escono dai miei buchi e mi riempiono la faccia di sborra calda che mi cola sulla maglia.
A questo punto la tolgo, tanto è malmessa.

I due non fiatano più: si puliscono con un fazzoletto i cazzi e se ne vanno, lasciandomi in ginocchio, nudo, con il solito fallo che penzola ancora dalla portiera, nel mezzo di un parcheggio illuminato da una decina di fari di auto.

Ma nessuno scende, finito lo spettacolo se ne vanno. Resto solo, mi do una sistemata (in faccia e sul petto con le salviette, mentre con il getto di una bottiglietta d’acqua mi lavo l’interno del culo).

Rientro in auto, nudo. Sembra non esserci più molta gente, al solito in questi luoghi si passa da dozzine di auto al vuoto cosmico. Ma attendo ancora, non sono soddisfatto, non del tutto almeno.

Qualche minuto dopo arriva un’auto, si ferma accanto alla mia e ne scende un uomo magro un po’ barcollante. Capisco che ha bevuto, scendo anche io, mi avvicino.
L’uomo estrae il pene e comincia a pisciare. Io mi eccito all’istante, mi avvicino cautamente e allungo una mano verso il suo pene. Lui non batte ciglio, quindi glie lo afferro e mi chino. Lui continua a pisciare, io ormai sono vicinissimo alla sua cappella, apro la bocca e comincio a bere. Ne fa ancora molta, bevo la sua piscia come una cagna e lui allunga una mano verso il mio culo.
Finito di espletare le sue funzioni renali continuo a succhiarlo ma, ahimè, complice l’alcol, non me vuol sapere di drizzarsi. Peccato, perché la materia prima sembra non scarseggiare, però niente.
Ma la scena non passa inosservata: da un camioncino che si era fermato appena fuori dal parcheggio (c’è un’asta a circa 2 metri per entrare, e il veicolo non ci passava sotto) esce un uomo in tuta che si avvicina a noi. Ci si affianca, si tira fuori il cazzo e me lo mette accanto alla faccia. Succhio questo nuovo arrivato, duro e curvo verso il basso, mentre cerco ancora di masturbare l’altro, che però resta moscio. Il nuovo arrivato spinge come per entrarmi direttamente nello stomaco (e con quel cazzo ricurvo ci stava anche riuscendo) e geme di piacere, non dice nulla, solo vocali. Arriva una bicicletta, si ferma accanto a noi e comincia a masturbarsi.

In poco tempo si riforma il solito corteo di auto che ci puntano i fari (chissà cosa stanno facendo al suo interno i guidatori, che qualcuno mi stia filmando? Se è così mandatemeli dai!).
CazzoCurvo mi sborra in bocca mentre mi guarda soddisfatto, e mister bicicletta è passato a strofinare il suo pene tra le mie natiche. Manco glie l’ho visto, ma mente lo inserisce intuisco una discreta dimensione.
Mi scopa, mentre quello brillo è ancora lì con noi e si gode la scena. Ahimè, il ciclista dura poco, mi sborra sulla schiena e si congeda con un “grazie”.
Resto col culo per aria e l’ubriaco, oltre al nostro pubblico che aspetta di vedere come evolve.
Il tizio però si rivela pieno di risorse, infatti comincia a sditalinarmi il culo, prima con uno, poi con due e via via fino a introdurre mezza mano nel mio culo, mentre sono piegato a novanta sul sedile e godo come una vacca. Qualcuno è sceso dalle auto attorno, e quando mi giro vedo cinque persone attorno a noi.
Mi ricordo del cazzo di gomma e lo passo al tipo, lui sostituisce le dita col dildo e continua la sua opera di trivellazione, ma io cambio posizione e mi sdraio per terra, sollevando le gambe, coi lui in ginocchio accanto a me che mi infila il dildo (e qualche dito...). Due degli uomini attorno a noi mi tengono le gambe sollevate, una ciascuno, continuando a segarsi. Volano altri epiteti: “lurida cagna, zoccola, mignotta, guarda come sei ridotta, non ti vergogni?”, e la cosa mi sta eccitando da matti. Mi masturbo, godo, qualcuno si inginocchia e mi da il cazzo da succhiare. Sono in estasi, letteralmente, sono sconquassato nelle viscere e ho cinque uomini che si segano attorno a me, quando cominciano le sborrate. La prima mi colpisce direttamente sul petto, poi sulla pancia e infine le ultime gocce proprio sull’ano, andando a lubrificare la penetrazione (che ormai conta un fallo di comma e almeno tre dita). Poi la seconda e la terza quasi insieme, in piena faccia, io lecco quanta più sborra riesco in preda all’eccitazione. Gli ultimi due sono quelli che mi reggevano le gambe, che sborrano uno sulla gamba stessa e l’altro con un getto fortissimo direttamente in faccia (un fiotto davvero notevole, da film porno). Resto in una pozza di sborra con il dildo ancora in culo, l’ubriaco si è alzato e mi punta il cazzo moscio addosso: parte a pisciare. Uno dei due che mi reggeva le gambe (credo quello col super getto) prende il suo posto col dildo, ed è una furia: mi scopa con quell’arnese facendomi vedere le stelle, mentre l’altro mi annaffia con la sua pioggia dorata e io, finalmente, mi sborro sulla pancia, andando a mescolare tutto quello che ho addosso.

Solo a quel punto il tizio smette di scoparmi col dildo, l’altro aveva già finito di pisciare, e sento tutte le auto andare via.

Quello Ubriaco resta, mi aiuta ad alzarmi e resta con me mentre cerco invano di darmi una sciacquata con l’acqua rimasta e le salviette. Mi ricompongo, due chiacchiere con lui (che si dice dispiaciuto per la mancata erezione, ma mi chiede di rivederci) e poi me torno a casa.

Ora sono qui a scrivere questo racconto, puzzo ancora di piscio e sborra, e sto per farmi un’altra sega ripensando all’accaduto.
scritto il
2020-09-14
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