La Studentessa e La Coinquilina Provvisoria 1
di
MysteryBox
genere
trio
Quanto vi sto per condividere mi è accaduto veramente, cambierò alcuni dettagli e i nomi per rispettare la privacy delle persone coinvolte.
Era l’inizio dell’estate del mio secondo anno di università. Nel mio appartamento dove abitavo da solo stavo ospitando un’amica che frequentava un’altra Facoltà poiché, il suo appartamento, nella stessa palazzina del mio, era momentaneamente inagibile per lavori urgenti.
La mia momentanea coinquilina dava qualche ripetizione per arrotondare, mi chiese se poteva continuare a farlo mentre era mia ospite e naturalmente diedi il mio assenso.
Dopo un paio di giorni dal suo trasferimento per la prima volta venne a casa una sua studentessa che si stava preparando per l’esame di maturità ormai prossimo. Pur essendo praticamente coetanei, con la mia area da universitario, mi aspettavo una ragazza brufolosa e un po’ goffa mentre aprivo la porta per farla accomodare, e invece… e invece, mi trovai davanti ad una ragazza molto magra, alta quasi un metro ed ottanta, con i capelli ricci castani sino alle spalle, gli occhi castani e la pelle ambrata con riflessi miele. Indossava pantaloncini coloniali che esaltavano ancor di più le sue gambe chilometriche ed una camicia bianca da cui trasparivano, senza reggiseno, i suoi seni perfetti incorniciati da spalle larghe. Dopo un attimo di imbarazzo reciproco, la feci accomodare e la avvisai che la sua insegnante stava arrivando e proprio in quel momento lei arrivò. Salutai ed andai nella mia stanza, la mia amica ricambiò il saluto, mentre la maturanda si limitò ad un cenno del viso.
Anche se l’estate non era ancora nel vivo faceva molto molto caldo e tutte le finestre erano aperte.
Visto lo stress degli esami incombenti, mi presi una pausa mettendo al PC immagini di modelle e iniziai a masturbarmi. Non mi accorsi, però, che le finestre tutte aperte avevano generato una corrente che aveva leggermente schiuso la porta della mia stanza. L’apertura della porta era stata di quel tanto che bastava dal farmi involontariamente vedere dalla diplomanda proprio mentre mi stavo masturbando; per la presenza del muro del corridoio dove era stato posto, per godere di più della frescura, il tavolo dove stava dando ripetizioni, non potevo essere stato visto dalla mia amica. Imbarazzatissimo per l’involontario incidente, smisi di masturbarmi e ripresi a studiare.
Dopo un quarto d’ora la mia amica venne chiamata per chiudere il suo appartamento visto il termine per la giornata del lavoro da parte delle maestranze. Avevo due o tre minuti a disposizione, mi feci coraggio ed uscì dalla mia stanza per spiegare quanto accaduto. Quando fui davanti a lei, mi precedette dicendo:"che c'è vuoi vedermi meglio?". Io balbettai qualcosa e interrompendomi di nuovo lei mi disse:”ma figurati, non stavi facendo nulla di strano, non devi mica giustificarti”. Tornò la mia amica ed io tornai a studiare, non ero riuscito a spiegarmi ma almeno lei non aveva frainteso e se aveva frainteso non se l’era presa.
Lei e la mia provvisoria coinquilina finirono la lezione ed uscirono di casa nello stesso momento.
Dopo qualche minuto, sentì suonare il campanello, risposi al citofono:”ciao, ho dimenticato il quaderno per favore mi apri?”. Io visto quanto accaduto un paio di ore prima dissi:”la tua insegnante non è ancora tornata, passa da lei in biblioteca e…”, diversamente avrei aperto senza problemi per farle prendere il quaderno, ma mi sentivo molto imbarazzato. Lei insistette:”No, ti prego, ne ho bisogno subito perché ci sono tutti i miei appunti più importanti di Fisica e dopodomani ho la simulazione d’esame, sarà l’ultima perché poi la scuola finirà… ti prego… ti prego… ti prego… se all’esame non uscirò con 100 sarà colpa tua…”. “Ok, ti apro”, dissi.
Lei salì, la feci entrare e la lasciai cercare mentre io tornai in camera mia per evitare ulteriori imbarazzi. Non feci in tempo ad entrare in camera che già mi chiamò, mi girai feci un passo per uscire dalla camera e la vidi appoggiata al muro del corridoio con le mai, con solo tre dita, nelle tasche e i gomiti aperti staccati dal corpo. Dissi:”hai bisogno di qualcosa?”; e lei:”sono qui, segati davanti a me”. Io:”guarda non hai capito…”; e lei:”dai tiralo fuori e segati per me, mi hai davanti”. Ed ancora:”su ho visto che sai come si fa…”.
Lo tirai fuori, lei leccò la sua mano destra e la passò attorno al mio glande. Iniziai a masturbarmi con lei che mi dava il ritmo e di tanto in tanto leccava la mano per metterla sul mio glande. Dopo qualche minuto di piacere, si chinò sul mio pene, fece cadere un po’ della sua saliva su di esso, leccò per l’ennesima volta la mano e le sue dita ed iniziò a masturbarmi chiudendo la sua mano come se fosse una vagina introno al mio membro. Io e lei ci muovevamo ormai in sincrono finché non venni gemendo e mettendo la mia testa sul suo braccio per il tanto godimento.
La sua mano era piena del mio sperma, la portò in alto a livello del suo viso e l’aprì. La leccò a livello del polso, poi dal polso sino alla punta del suo dito indice mentre alcune gocce cadevano sul pavimento. Con il mio dito toccai il mio seme sulla sua mano, ne colsi un po’ per stenderlo sulle sue labbra; mentre lo facevo chiuse gli occhi ed i suoi respiri divennero più rarefatti. Aprì gli occhi, i suoi splendidi occhi castani sulla sua pelle d’ambra e mi baciò intensamente. Staccò le sue labbra per leccare avidamente la sua mano ancora piena del mio sperma e mi baciò nuovamente. Mise la mano vicino alle nostre labbra e ci divorammo senza sosta a vicenda. Alla fine, non ancora paga, si inginocchiò, prese in bocca il mio membro sino ai testicoli e lo lavò con la lingua aspirando ogni possibile residuo di sperma.
Quando finì, si sedette sulle sue ginocchia guardandomi tutta sorridente e soddisfatta. Le accarezzai i capelli che sembravano nuvole; lei portò la mia mano sulla sua guancia per accompagnare le mie carezze e poi la strinse al suo viso. La feci alzare, lei sembrò indecisa ed io la baciai nuovamente. Ci stringemmo e baciammo per almeno mezzora, finché, mi prese la mano e.... Continua.
Era l’inizio dell’estate del mio secondo anno di università. Nel mio appartamento dove abitavo da solo stavo ospitando un’amica che frequentava un’altra Facoltà poiché, il suo appartamento, nella stessa palazzina del mio, era momentaneamente inagibile per lavori urgenti.
La mia momentanea coinquilina dava qualche ripetizione per arrotondare, mi chiese se poteva continuare a farlo mentre era mia ospite e naturalmente diedi il mio assenso.
Dopo un paio di giorni dal suo trasferimento per la prima volta venne a casa una sua studentessa che si stava preparando per l’esame di maturità ormai prossimo. Pur essendo praticamente coetanei, con la mia area da universitario, mi aspettavo una ragazza brufolosa e un po’ goffa mentre aprivo la porta per farla accomodare, e invece… e invece, mi trovai davanti ad una ragazza molto magra, alta quasi un metro ed ottanta, con i capelli ricci castani sino alle spalle, gli occhi castani e la pelle ambrata con riflessi miele. Indossava pantaloncini coloniali che esaltavano ancor di più le sue gambe chilometriche ed una camicia bianca da cui trasparivano, senza reggiseno, i suoi seni perfetti incorniciati da spalle larghe. Dopo un attimo di imbarazzo reciproco, la feci accomodare e la avvisai che la sua insegnante stava arrivando e proprio in quel momento lei arrivò. Salutai ed andai nella mia stanza, la mia amica ricambiò il saluto, mentre la maturanda si limitò ad un cenno del viso.
Anche se l’estate non era ancora nel vivo faceva molto molto caldo e tutte le finestre erano aperte.
Visto lo stress degli esami incombenti, mi presi una pausa mettendo al PC immagini di modelle e iniziai a masturbarmi. Non mi accorsi, però, che le finestre tutte aperte avevano generato una corrente che aveva leggermente schiuso la porta della mia stanza. L’apertura della porta era stata di quel tanto che bastava dal farmi involontariamente vedere dalla diplomanda proprio mentre mi stavo masturbando; per la presenza del muro del corridoio dove era stato posto, per godere di più della frescura, il tavolo dove stava dando ripetizioni, non potevo essere stato visto dalla mia amica. Imbarazzatissimo per l’involontario incidente, smisi di masturbarmi e ripresi a studiare.
Dopo un quarto d’ora la mia amica venne chiamata per chiudere il suo appartamento visto il termine per la giornata del lavoro da parte delle maestranze. Avevo due o tre minuti a disposizione, mi feci coraggio ed uscì dalla mia stanza per spiegare quanto accaduto. Quando fui davanti a lei, mi precedette dicendo:"che c'è vuoi vedermi meglio?". Io balbettai qualcosa e interrompendomi di nuovo lei mi disse:”ma figurati, non stavi facendo nulla di strano, non devi mica giustificarti”. Tornò la mia amica ed io tornai a studiare, non ero riuscito a spiegarmi ma almeno lei non aveva frainteso e se aveva frainteso non se l’era presa.
Lei e la mia provvisoria coinquilina finirono la lezione ed uscirono di casa nello stesso momento.
Dopo qualche minuto, sentì suonare il campanello, risposi al citofono:”ciao, ho dimenticato il quaderno per favore mi apri?”. Io visto quanto accaduto un paio di ore prima dissi:”la tua insegnante non è ancora tornata, passa da lei in biblioteca e…”, diversamente avrei aperto senza problemi per farle prendere il quaderno, ma mi sentivo molto imbarazzato. Lei insistette:”No, ti prego, ne ho bisogno subito perché ci sono tutti i miei appunti più importanti di Fisica e dopodomani ho la simulazione d’esame, sarà l’ultima perché poi la scuola finirà… ti prego… ti prego… ti prego… se all’esame non uscirò con 100 sarà colpa tua…”. “Ok, ti apro”, dissi.
Lei salì, la feci entrare e la lasciai cercare mentre io tornai in camera mia per evitare ulteriori imbarazzi. Non feci in tempo ad entrare in camera che già mi chiamò, mi girai feci un passo per uscire dalla camera e la vidi appoggiata al muro del corridoio con le mai, con solo tre dita, nelle tasche e i gomiti aperti staccati dal corpo. Dissi:”hai bisogno di qualcosa?”; e lei:”sono qui, segati davanti a me”. Io:”guarda non hai capito…”; e lei:”dai tiralo fuori e segati per me, mi hai davanti”. Ed ancora:”su ho visto che sai come si fa…”.
Lo tirai fuori, lei leccò la sua mano destra e la passò attorno al mio glande. Iniziai a masturbarmi con lei che mi dava il ritmo e di tanto in tanto leccava la mano per metterla sul mio glande. Dopo qualche minuto di piacere, si chinò sul mio pene, fece cadere un po’ della sua saliva su di esso, leccò per l’ennesima volta la mano e le sue dita ed iniziò a masturbarmi chiudendo la sua mano come se fosse una vagina introno al mio membro. Io e lei ci muovevamo ormai in sincrono finché non venni gemendo e mettendo la mia testa sul suo braccio per il tanto godimento.
La sua mano era piena del mio sperma, la portò in alto a livello del suo viso e l’aprì. La leccò a livello del polso, poi dal polso sino alla punta del suo dito indice mentre alcune gocce cadevano sul pavimento. Con il mio dito toccai il mio seme sulla sua mano, ne colsi un po’ per stenderlo sulle sue labbra; mentre lo facevo chiuse gli occhi ed i suoi respiri divennero più rarefatti. Aprì gli occhi, i suoi splendidi occhi castani sulla sua pelle d’ambra e mi baciò intensamente. Staccò le sue labbra per leccare avidamente la sua mano ancora piena del mio sperma e mi baciò nuovamente. Mise la mano vicino alle nostre labbra e ci divorammo senza sosta a vicenda. Alla fine, non ancora paga, si inginocchiò, prese in bocca il mio membro sino ai testicoli e lo lavò con la lingua aspirando ogni possibile residuo di sperma.
Quando finì, si sedette sulle sue ginocchia guardandomi tutta sorridente e soddisfatta. Le accarezzai i capelli che sembravano nuvole; lei portò la mia mano sulla sua guancia per accompagnare le mie carezze e poi la strinse al suo viso. La feci alzare, lei sembrò indecisa ed io la baciai nuovamente. Ci stringemmo e baciammo per almeno mezzora, finché, mi prese la mano e.... Continua.
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