Come nei sogni
di
Jos
genere
etero
Lei è la tipica donna mediterranea, mora, carnagione olivastra che diventa scura dopo solo poche esposizioni al sole dell’estate. Separata con figli. Una donna molto piacente: più di 40 anni, ma fisico curato, non usciva mai di casa senza sentirsi apposto. In un paese del profondo sud una così non può passare inosservata. Era inevitabile anche per me osservarla e fantasticare. Ho fin da subito avuto una fissa per lei, in particolar modo ero curioso di osservare qual corpo nudo, capire se anche senza vestiti era quel che lasciava immaginare. Chi non avrebbe sognato di fare sesso con lei: alta 1,70 m, magra, capelli lunghi neri, quarta abbondante di seno, bel sedere rotondo. Non poche volte ho fatto sogni strani. Lei era una a cui piaceva stuzzicare con battutine piccanti. Un giorno, istintivamente, le raccontai di un sogno con lei protagonista, ovviamente erotico. Lei non sembrava imbarazzata, anzi mi domandò “Ero nuda? E come ti sembravo?”. Io, poco più che ventenne, risposi con un semplice “Stupenda”. Non accadde nulla. Capitò altre volte, ma lei si limitava a fare battutine ammiccanti, nulla più. Finchè un giorno, mi chiese di darle una mano a portare degli scatoloni in casa. Finito il mio lavoro, mi domandò “Devi dirmi qualcosa?”. Le risposi che la notte precedente l’avevo ancora sognata e stavolta, cogliendomi di sorpresa, lei mi chiese i particolari. Le raccontai che le scoprivo il seno, glielo accarezzavo, leccavo e lei, anziché essere infastidita o imbarazzata, mi chiese “Com’era il mio seno?”. Le dissi “Bellissimo, ma vorrei vederlo dal vivo”. Anziché sorridere come le volte precedenti, si sbottonò la camicia a quadri che indossava, la aprì e mi lasciò osservare. Aveva su un reggiseno bianco e mi disse “Puoi toccare”. Non mi lasciai sfuggire l’occasione e cominciai ad accarezzarle le tette: belle, piene, proprio come le avevo sempre sognate. Le dico “Fammele vedere meglio” e senza darle il tempo di pensarci, esco i seni dalle coppe del reggiseno. Fantastiche: tonde e sode, nonostante l’età; capezzoli scuri, color nocciola, turgidi, lei era visibilmente eccitata. Era estate, per cui si vedeva la forma dell’abbronzatura. Cominciai a baciarle prima un seno, poi l’altro, leccandole i capezzoli che diventavano sempre più duri. Con una mano le sfiorai la fica. Indossava dei pantaloni di cotone, ma riuscivo a sentirla bagnata. Mentre continuavo a leccarle le tette, lei sospirava e le ho abbassato i pantaloni. Tolte anche le mutandine, la fica era completamente depilata, cosa che non mi aspettavo. Mi inginocchio, comincio a leccargliela tutta, divaricandola con le dita e cercando il clitoride. Lei non resiste più. Decide che tocca a lei condurre il gioco. Mi abbassa i pantaloncini, lo tira fuori e comincia a massaggiarlo, su e giù, mentre mi dice “Leccami le tette”. Si inginocchia e comincia a leccarlo, succhiarlo. Mi porta vicino al tavolo della sua cucina, si siede, divarica le gambe e mi dice “Scopami”. Non me lo faccio ripetere due volte. Mentre faccio dentro e fuori, le stringo le tette e le lecco i capezzoli. Lei si volta, vuole fare la pecorina, la accontento, tirandole i lunghi capelli neri e non disdegnando qualche schiaffetto sulle natiche. Mi dice “Quando stai per venire, avvisami”. La avverto. Lei si volta si china e prende il mio arnese tra le sue tette. Lo stringe e comincia a fare su e giù. Sto per arrivare e lei mi chiede di innaffiarle le tette. Osservo tutto il suo piacere nel ricevere il liquido caldo sulle tette. Le massaggia e le dita ancora bagnate, le lecca. Mi saluta e mi dice “Spero sia stata brava come nei tuoi sogni”.
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