Fantasie
di
Yugen
genere
esibizionismo
Per altri racconti seguite il mio blog: ilpozzoprofondo.wordpress.com
La vacanza che io e Samuele ci concedemmo l’avevamo sognata per molto tempo. Il sud della Francia era da sempre una delle mete che prediligevamo, ma non avevamo mai messo insieme la somma necessaria per coronare il nostro sogno. L’occasione arrivò quando mio marito scoprì tre simboli identici su un gratta e vinci, acquistato una sera di ritorno dal lavoro. Vincemmo la somma, che si sembrava astronomica, di cinquemila euro.
Con parte di quella vincita riuscimmo a sistemare alcune beghe finanziarie che da tempo ci ossessionavano, quando lo stipendio sembrava sempre non essere necessario. Con il restante decidemmo di concederci quella vacanza che avevamo sognato da tanto tempo, visto che da novelli sposi non avevamo nemmeno fatto il viaggio di nozze.
Partimmo durante il mese di luglio, perché ognuno ottenne le ferie in quel periodo.
Arrivammo nel sud della Francia e ci sistemammo in un albergo non molto lussuoso ma accogliente, per trascorrere una settimana di relax. Tutto era proprio come lo sognavamo: il mare cristallino e la cittadina tipica dove potevamo passeggiare e gustare piatti di pesce al chiaro di luna.
Una sera andammo a cena in un ristorante sul mare; il vento che proveniva dalla spiaggia pungeva la nostra pelle che era stata esposta al sole per tutto il giorno. Per l’occasione avevo indossato una minigonna nera, un maglioncino azzurro e ai piedi avevo calzato un paio di sandali con tacco dodici: l’abbigliamento preferito di mio marito. Aveva sempre avuto la fissa per l’abbigliamento sexy e, quando potevo, cercavo di assecondare le sue voglie. Voleva che la sua donna fosse sexy al punto giusto e lo eccitava che io mi vestissi come desideravo, dando sfogo alla mia femminilità.
In quello stesso ristorante conoscemmo una coppia del nord Italia che frequentava spesso quel luogo di vacanza. Erano anni che ormai trascorrevano le vacanze in quella parte della Francia.
Lara e Cristian (questi i loro nomi), una coppia sulla quarantina, ci invitarono su una spiaggia del luogo in un’insenatura caratteristica che volevano farci vedere a tutti i costi; ‘è il posto più bello dei dintorni’ disse Cristian. Accettammo l’invito e il giorno seguente li raggiungemmo con l’auto che avevamo preso a noleggio. Parcheggiammo nei pressi della piccola spiaggia, e camminammo a piedi la breve distanza che ancora ci distanziava dalla spiaggia. Il sole splendeva alto nel cielo e il caldo era insopportabile. Quando da lontano notammo Lara e Cristian, i due ci salutarono con un cenno della mano. Erano entrambi nudi e io e mio marito capimmo subito dove ci trovavamo, guardandoci intorno e scrutando gli altri bagnanti: era una spiaggia nudista.
Entrambi non eravamo mai stati su una spiaggia del genere; io indossavo un bikini di colore nero, mentre Samuele il costume nuovo che aveva acquistato appositamente per quella vacanza. Quando li raggiungemmo, l’imbarazzo era tanto che avrei voluto fuggire. Lanciai uno sguardo a mio marito e glielo comunicai con il mio sguardo. Lara e Cristian, a differenza nostra, sembravano a proprio agio in quella situazione, come del resto tutti gli altri occupanti di quella porzione di spiaggia.
Lara era una bella donna, devo ammetterlo. Il suo seno era sodo, compatto, nonostante avesse superato da poco i quarant’anni. Anche Cristian era nudo come un verme. Dovetti fare ricorso a tutto il mio self-control per evitare di abbassare gli occhi e guardare in basso.
“Finalmente. Ce l’avete fatta”, disse Lara come se nulla fosse.
Si avvicinò a me e mi strinse la mano. Samuele rimase fermo come un palo, imbarazzato di fronte a quei due semi sconosciuti che avevamo incontrato la sera prima.
“Allora? Non vi spogliate?” chiese Cristian a Samuele.
“In realtà non credevamo che…” cerco di rispondere Samuele, giustificandosi nel dire che non avevamo compreso fino in fondo che si trattasse di una spiaggia nudista. Entrambi sembravamo due liceali di fronte alla cattedra che non sapevano cosa rispondere alle domande del professore.
Fu Lara a prendere la parola: “Qui nel sud della Francia ci sono molte spiagge del genere. Non c’è nulla di male nel praticare il naturismo”.
Avevo sentito parlare del naturismo molte volte; avevo anche visto dei servizi su un canale satellitare che parlavano dell’argomento, ma non mi ero mai trovata in quella situazione.
Se l’avessimo capito, sicuramente io e mio marito non ci saremmo presentati quella mattina. Ma ormai eravamo lì e scappare sarebbe stato inopportuno. Del resto, eravamo adulti e vaccinati, come si dice.
Lara e Cristian si concedettero un tuffo, mentre io e Samuele decidevamo sul da farsi, con ancora i nostri costumi addosso. Li vedemmo entrare in acqua entrambi nudi e sembravano liberi, felici.
“Cosa intendi fare?” chiesi a Samuele quando rimanemmo soli sulla porzione di spiaggia che occupavamo con le nostre cose. Alcune persone erano distanziate di almeno cento metri, tutti nudi, a proprio agio, come se fosse una semplice domenica la mare e niente di più.
Eravamo gli unici ad indossare il costume. Dovevamo decidere se andarcene o denudarci, non c’erano altre possibilità.
“Ormai siamo qui… non ci vedrei nulla di male se…”, Samuele si bloccò a metà della frase e iniziò a calarsi il costume. Lo calò fino alle caviglie e rimase nudo. Lara e Cristian stavamo ritornando dal bagnasciuga dopo la loro nuotata. Si avvicinarono a noi correndo; il pene di Cristian ballonzolava a destra e a sinistra, così come i seni di Lara. Ora ero l’unica a indossare ancora il bikini. Avrei voluto gridare a Samuele tutta la mia costernazione; avrei preferito che lui dicesse ‘andiamo via, questo non è il posto per noi’, ma non lo fece. In fondo quelle situazione lo eccitava, lo sapevo benissimo. In effetti, guardando il suo pene, non era proprio indifferente alla situazione.
Presi coraggio, mi slacciai il reggiseno e lo tolsi, scoprendo la mia terza misura. I miei seni erano lucidi e bianchi a causa dell’esposizione al sole che avevo avuto nei giorni precedenti. Cristian mi guardava con aria indifferente, come se non mi stessi denudando di fronte a loro. Lara si asciugava i capelli con l’asciugamano in un gesto meccanico. Con un po’ di riluttanza tolsi anche le mutandine e rimasi nuda, propri come tutti loro.
“Ci voleva tanto?” disse Lara.
Cercavo di coprirmi i seni con le mani, in un goffo tentativo di ripensamento. In fin dei conti, tutti erano nudi e nessuno si preoccupava più di tanto degli altri. Era come un ritorno alle origini dell’essere umano. Del resto i vestiti erano solo una nostra invenzione per un senso del pudore che si era sviluppato nei secoli. Questi pensieri mi calmarono un po’ e con il passare dei minuti riuscii ad abituarmi a quel luogo. E poi, non stavamo mica uccidendo nessuno; stavamo solo provando delle sensazioni nuove che, certo, mai avrei pensato di provare quando chiusi la valigia per raggiungere quel posto, ma poco importava.
Io e Samuele entrammo in acqua per una nuotata. Fu una sensazione bellissima nuotare nudi nel mare a pieno contatto con la natura circostante: una sensazione di libertà che mi piacque. Del resto, eravamo lontani da casa chilometri e chilometri e sarebbe stato difficile incontrare qualche collega di lavoro o qualche amico, quindi potevo rilassarmi in totale tranquillità. Quando uscimmo dall’acqua notai che Samuele aveva una piccola erezione, forse a causa del contatto con l’acqua, chi poteva dirlo con precisione.
Mentre tornavamo dai nostri amici si avvicinò al mio orecchio e mi disse: “sei bellissima tutta nuda, al cospetto degli altri”; sapevo che quella era sempre stata una sua fantasia. Anche quando mi preparavo con cura e indossavo una minigonna o una maglia scollata si eccitava molto, figuriamoci a vedermi tutta nuda in giro su una spiaggia.
“Infatti”, dissi “ho notato che anche il tuo amichetto sta gradendo la situazione”
La sua erezione era aumentata notevolmente e quasi faceva fatica a nasconderla con la mano. Per tutti gli altri eravamo semplicemente una coppia come tutte le altre, proprio come Lara e Cristian, che avevano scelto il naturismo in un luogo di vacanza dove andava di “moda” per così dire.
I nostri limiti erano solo nei nostri cervelli, perché stavamo provando per la prima volta una trasgressione insieme.
Trascorremmo una bellissima giornata al mare, facemmo il bagno altre volte e chiacchierammo con i nostri nuovi amici, i quali, ci raccontarono come avevano iniziato a praticare il naturismo e come si erano appassionati a quel tipo di pratica. Cristian era un avvocato e Lara una ricercatrice universitaria: una coppia dalla mentalità molto aperta e anche dal punto di vista sessuale andavano molto d’accordo, come ci raccontarono. Peccato che non potevamo dire lo stesso anche noi. Limitati sempre da alcuni tabù, io e Samuele non riuscivamo a vivere la nostra sessualità fino in fondo.
Verso le sette del pomeriggio, quando il sole stava per tramontare, decidemmo di tornare in albergo. Salutammo Lara e Cristian, con la promessa che ci saremmo rivisti il giorno seguente, sempre su quella spiaggia. Tornammo alla nostra auto senza indossare i costumi, ma avvolti in degli asciugamano che ci coprivano tutto il corpo. Nel parcheggio dello stabilimento balneare era rimasta solo la nostra auto, parcheggiata in una posizione estrema dello spiazzale. Eravamo rimasti soli. Quando entrammo in auto ci liberammo dagli asciugamano e restammo nudi. Samuele aveva il pene in erezione, non l’avevo mai visto così eccitato.
“E’ stato stupendo vederti nuda a tuo agio con tante persone intorno a noi”, disse facendomi notare la sua eccitazione.
“Ho notato anche come guardavi il seno di Lara, cosa credi”, dissi in un falso cinismo.
“E’ vero…ha un bel seno. Non lo diresti mai guardandola vestita” disse ridendo.
“Credi?” risposi afferrando il suo pene con la mano sinistra.
“Cosa fai amore?”
“Lascia fare a me”
Lo vidi stringere il volante dell’auto con tutta la forza che aveva, tanto che le nocche della sua mano divennero bianche per lo sforzo. Con i finestrino abbassato diede uno sguardo intorno per assicurarsi che non ci fossero occhi indiscreti.
Iniziai a masturbarlo lentamente in quel parcheggio solitario. Nessuno ci avrebbe visto; il sole era quasi tramontato, dalla posizione in cui ci trovavamo lo vedevo lentamente tuffarsi nel mare. L’odore di salsedine che avevamo addosso si sparse in tutto l’abitacolo. Fu un momento di eccitazione e di romanticismo. Finalmente eravamo riusciti, forse grazie a Lara e Cristian, a vincere alcune delle nostre reticenze e, finalmente, ci stavamo addentrando in un terreno più congeniale a una coppia che diceva di amarsi.
“Lo sai che ti amo?” gli chiesi mentre continuavo a masturbarlo.
Abbassò di poco il sediolino dell’auto e distese la testa all’indietro godendosi quello che rappresentava forse l’apice di quella vacanza da sogno. Sotto i colpi della mia mano il suo pene durò poco ed esplose tutto il suo piacere sulle mie dita. Il suo corpo fu conquistato da spalmi involontari ed emise un gemito di piacere.
Presi un fazzoletto che avevo in borsa e mi detersi le dita, eliminando il seme che aveva eiaculato. Lo baciai sulla bocca. “Anche io ti amo” disse lui, “ti ho sempre amata”.
Gli diedi un piccolo morso sul labbro inferiore, mentre il suo pene riacquisiva la posizione di riposo.
“Allora domani ci torniamo?” gli chiesi. “Certo” disse lui. “Puoi commetterci che ci torniamo”
La vacanza che io e Samuele ci concedemmo l’avevamo sognata per molto tempo. Il sud della Francia era da sempre una delle mete che prediligevamo, ma non avevamo mai messo insieme la somma necessaria per coronare il nostro sogno. L’occasione arrivò quando mio marito scoprì tre simboli identici su un gratta e vinci, acquistato una sera di ritorno dal lavoro. Vincemmo la somma, che si sembrava astronomica, di cinquemila euro.
Con parte di quella vincita riuscimmo a sistemare alcune beghe finanziarie che da tempo ci ossessionavano, quando lo stipendio sembrava sempre non essere necessario. Con il restante decidemmo di concederci quella vacanza che avevamo sognato da tanto tempo, visto che da novelli sposi non avevamo nemmeno fatto il viaggio di nozze.
Partimmo durante il mese di luglio, perché ognuno ottenne le ferie in quel periodo.
Arrivammo nel sud della Francia e ci sistemammo in un albergo non molto lussuoso ma accogliente, per trascorrere una settimana di relax. Tutto era proprio come lo sognavamo: il mare cristallino e la cittadina tipica dove potevamo passeggiare e gustare piatti di pesce al chiaro di luna.
Una sera andammo a cena in un ristorante sul mare; il vento che proveniva dalla spiaggia pungeva la nostra pelle che era stata esposta al sole per tutto il giorno. Per l’occasione avevo indossato una minigonna nera, un maglioncino azzurro e ai piedi avevo calzato un paio di sandali con tacco dodici: l’abbigliamento preferito di mio marito. Aveva sempre avuto la fissa per l’abbigliamento sexy e, quando potevo, cercavo di assecondare le sue voglie. Voleva che la sua donna fosse sexy al punto giusto e lo eccitava che io mi vestissi come desideravo, dando sfogo alla mia femminilità.
In quello stesso ristorante conoscemmo una coppia del nord Italia che frequentava spesso quel luogo di vacanza. Erano anni che ormai trascorrevano le vacanze in quella parte della Francia.
Lara e Cristian (questi i loro nomi), una coppia sulla quarantina, ci invitarono su una spiaggia del luogo in un’insenatura caratteristica che volevano farci vedere a tutti i costi; ‘è il posto più bello dei dintorni’ disse Cristian. Accettammo l’invito e il giorno seguente li raggiungemmo con l’auto che avevamo preso a noleggio. Parcheggiammo nei pressi della piccola spiaggia, e camminammo a piedi la breve distanza che ancora ci distanziava dalla spiaggia. Il sole splendeva alto nel cielo e il caldo era insopportabile. Quando da lontano notammo Lara e Cristian, i due ci salutarono con un cenno della mano. Erano entrambi nudi e io e mio marito capimmo subito dove ci trovavamo, guardandoci intorno e scrutando gli altri bagnanti: era una spiaggia nudista.
Entrambi non eravamo mai stati su una spiaggia del genere; io indossavo un bikini di colore nero, mentre Samuele il costume nuovo che aveva acquistato appositamente per quella vacanza. Quando li raggiungemmo, l’imbarazzo era tanto che avrei voluto fuggire. Lanciai uno sguardo a mio marito e glielo comunicai con il mio sguardo. Lara e Cristian, a differenza nostra, sembravano a proprio agio in quella situazione, come del resto tutti gli altri occupanti di quella porzione di spiaggia.
Lara era una bella donna, devo ammetterlo. Il suo seno era sodo, compatto, nonostante avesse superato da poco i quarant’anni. Anche Cristian era nudo come un verme. Dovetti fare ricorso a tutto il mio self-control per evitare di abbassare gli occhi e guardare in basso.
“Finalmente. Ce l’avete fatta”, disse Lara come se nulla fosse.
Si avvicinò a me e mi strinse la mano. Samuele rimase fermo come un palo, imbarazzato di fronte a quei due semi sconosciuti che avevamo incontrato la sera prima.
“Allora? Non vi spogliate?” chiese Cristian a Samuele.
“In realtà non credevamo che…” cerco di rispondere Samuele, giustificandosi nel dire che non avevamo compreso fino in fondo che si trattasse di una spiaggia nudista. Entrambi sembravamo due liceali di fronte alla cattedra che non sapevano cosa rispondere alle domande del professore.
Fu Lara a prendere la parola: “Qui nel sud della Francia ci sono molte spiagge del genere. Non c’è nulla di male nel praticare il naturismo”.
Avevo sentito parlare del naturismo molte volte; avevo anche visto dei servizi su un canale satellitare che parlavano dell’argomento, ma non mi ero mai trovata in quella situazione.
Se l’avessimo capito, sicuramente io e mio marito non ci saremmo presentati quella mattina. Ma ormai eravamo lì e scappare sarebbe stato inopportuno. Del resto, eravamo adulti e vaccinati, come si dice.
Lara e Cristian si concedettero un tuffo, mentre io e Samuele decidevamo sul da farsi, con ancora i nostri costumi addosso. Li vedemmo entrare in acqua entrambi nudi e sembravano liberi, felici.
“Cosa intendi fare?” chiesi a Samuele quando rimanemmo soli sulla porzione di spiaggia che occupavamo con le nostre cose. Alcune persone erano distanziate di almeno cento metri, tutti nudi, a proprio agio, come se fosse una semplice domenica la mare e niente di più.
Eravamo gli unici ad indossare il costume. Dovevamo decidere se andarcene o denudarci, non c’erano altre possibilità.
“Ormai siamo qui… non ci vedrei nulla di male se…”, Samuele si bloccò a metà della frase e iniziò a calarsi il costume. Lo calò fino alle caviglie e rimase nudo. Lara e Cristian stavamo ritornando dal bagnasciuga dopo la loro nuotata. Si avvicinarono a noi correndo; il pene di Cristian ballonzolava a destra e a sinistra, così come i seni di Lara. Ora ero l’unica a indossare ancora il bikini. Avrei voluto gridare a Samuele tutta la mia costernazione; avrei preferito che lui dicesse ‘andiamo via, questo non è il posto per noi’, ma non lo fece. In fondo quelle situazione lo eccitava, lo sapevo benissimo. In effetti, guardando il suo pene, non era proprio indifferente alla situazione.
Presi coraggio, mi slacciai il reggiseno e lo tolsi, scoprendo la mia terza misura. I miei seni erano lucidi e bianchi a causa dell’esposizione al sole che avevo avuto nei giorni precedenti. Cristian mi guardava con aria indifferente, come se non mi stessi denudando di fronte a loro. Lara si asciugava i capelli con l’asciugamano in un gesto meccanico. Con un po’ di riluttanza tolsi anche le mutandine e rimasi nuda, propri come tutti loro.
“Ci voleva tanto?” disse Lara.
Cercavo di coprirmi i seni con le mani, in un goffo tentativo di ripensamento. In fin dei conti, tutti erano nudi e nessuno si preoccupava più di tanto degli altri. Era come un ritorno alle origini dell’essere umano. Del resto i vestiti erano solo una nostra invenzione per un senso del pudore che si era sviluppato nei secoli. Questi pensieri mi calmarono un po’ e con il passare dei minuti riuscii ad abituarmi a quel luogo. E poi, non stavamo mica uccidendo nessuno; stavamo solo provando delle sensazioni nuove che, certo, mai avrei pensato di provare quando chiusi la valigia per raggiungere quel posto, ma poco importava.
Io e Samuele entrammo in acqua per una nuotata. Fu una sensazione bellissima nuotare nudi nel mare a pieno contatto con la natura circostante: una sensazione di libertà che mi piacque. Del resto, eravamo lontani da casa chilometri e chilometri e sarebbe stato difficile incontrare qualche collega di lavoro o qualche amico, quindi potevo rilassarmi in totale tranquillità. Quando uscimmo dall’acqua notai che Samuele aveva una piccola erezione, forse a causa del contatto con l’acqua, chi poteva dirlo con precisione.
Mentre tornavamo dai nostri amici si avvicinò al mio orecchio e mi disse: “sei bellissima tutta nuda, al cospetto degli altri”; sapevo che quella era sempre stata una sua fantasia. Anche quando mi preparavo con cura e indossavo una minigonna o una maglia scollata si eccitava molto, figuriamoci a vedermi tutta nuda in giro su una spiaggia.
“Infatti”, dissi “ho notato che anche il tuo amichetto sta gradendo la situazione”
La sua erezione era aumentata notevolmente e quasi faceva fatica a nasconderla con la mano. Per tutti gli altri eravamo semplicemente una coppia come tutte le altre, proprio come Lara e Cristian, che avevano scelto il naturismo in un luogo di vacanza dove andava di “moda” per così dire.
I nostri limiti erano solo nei nostri cervelli, perché stavamo provando per la prima volta una trasgressione insieme.
Trascorremmo una bellissima giornata al mare, facemmo il bagno altre volte e chiacchierammo con i nostri nuovi amici, i quali, ci raccontarono come avevano iniziato a praticare il naturismo e come si erano appassionati a quel tipo di pratica. Cristian era un avvocato e Lara una ricercatrice universitaria: una coppia dalla mentalità molto aperta e anche dal punto di vista sessuale andavano molto d’accordo, come ci raccontarono. Peccato che non potevamo dire lo stesso anche noi. Limitati sempre da alcuni tabù, io e Samuele non riuscivamo a vivere la nostra sessualità fino in fondo.
Verso le sette del pomeriggio, quando il sole stava per tramontare, decidemmo di tornare in albergo. Salutammo Lara e Cristian, con la promessa che ci saremmo rivisti il giorno seguente, sempre su quella spiaggia. Tornammo alla nostra auto senza indossare i costumi, ma avvolti in degli asciugamano che ci coprivano tutto il corpo. Nel parcheggio dello stabilimento balneare era rimasta solo la nostra auto, parcheggiata in una posizione estrema dello spiazzale. Eravamo rimasti soli. Quando entrammo in auto ci liberammo dagli asciugamano e restammo nudi. Samuele aveva il pene in erezione, non l’avevo mai visto così eccitato.
“E’ stato stupendo vederti nuda a tuo agio con tante persone intorno a noi”, disse facendomi notare la sua eccitazione.
“Ho notato anche come guardavi il seno di Lara, cosa credi”, dissi in un falso cinismo.
“E’ vero…ha un bel seno. Non lo diresti mai guardandola vestita” disse ridendo.
“Credi?” risposi afferrando il suo pene con la mano sinistra.
“Cosa fai amore?”
“Lascia fare a me”
Lo vidi stringere il volante dell’auto con tutta la forza che aveva, tanto che le nocche della sua mano divennero bianche per lo sforzo. Con i finestrino abbassato diede uno sguardo intorno per assicurarsi che non ci fossero occhi indiscreti.
Iniziai a masturbarlo lentamente in quel parcheggio solitario. Nessuno ci avrebbe visto; il sole era quasi tramontato, dalla posizione in cui ci trovavamo lo vedevo lentamente tuffarsi nel mare. L’odore di salsedine che avevamo addosso si sparse in tutto l’abitacolo. Fu un momento di eccitazione e di romanticismo. Finalmente eravamo riusciti, forse grazie a Lara e Cristian, a vincere alcune delle nostre reticenze e, finalmente, ci stavamo addentrando in un terreno più congeniale a una coppia che diceva di amarsi.
“Lo sai che ti amo?” gli chiesi mentre continuavo a masturbarlo.
Abbassò di poco il sediolino dell’auto e distese la testa all’indietro godendosi quello che rappresentava forse l’apice di quella vacanza da sogno. Sotto i colpi della mia mano il suo pene durò poco ed esplose tutto il suo piacere sulle mie dita. Il suo corpo fu conquistato da spalmi involontari ed emise un gemito di piacere.
Presi un fazzoletto che avevo in borsa e mi detersi le dita, eliminando il seme che aveva eiaculato. Lo baciai sulla bocca. “Anche io ti amo” disse lui, “ti ho sempre amata”.
Gli diedi un piccolo morso sul labbro inferiore, mentre il suo pene riacquisiva la posizione di riposo.
“Allora domani ci torniamo?” gli chiesi. “Certo” disse lui. “Puoi commetterci che ci torniamo”
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